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MessaggioInviato: 22/02/2011, 14:18 
Corte dei Conti: corruzione è patologia, nessun ottimismo

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Pg: "Intercettazioni essenziali contro lotta corruzione,
ddl governo non le garantisce"


22 febbraio, 11:09

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00205.html

ROMA - La corruzione e la frode, soprattutto nel settore dei contributi nazionali e dell'Ue, sono ''patologie'' che ''continuano ad affliggere la Pubblica amministrazione'' e i cui dati ''non consentono ottimismi''.

A sottolinearlo e' il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia. Nel 2010 dalle forze dell'ordine sono stati segnalati 237 casi di corruzione (+30,22% rispetto al 2009), 137 di concussione (-14,91%), 1090 di abuso di ufficio (-4,89%).

In calo, pero', persone denunciate nel 2010: 709 per corruzione (-1,39% rispetto al 2009), 183 per concussione (-18,67%) e 2.290 per abuso di ufficio (-19,99%).

Non appare ''indirizzato a una vera e propria lotta alla corruzione il disegno di legge governativo sulle intercettazioni''. Nella sua relazione il Pg Mario Ristuccia indica nelle intercettazioni ''uno dei piu' importanti strumenti investigativi utilizzabili'' nel contrasto alla corruzione.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 25/02/2011, 12:40 
Confcommercio: tasse al 51% se si pesano
anche servizi pubblici


25 febbraio, 11:12

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 71145.html

ROMA - La pressione fiscale italiana si è attestata sotto il 43% nel 2010, anche se rimane su quei livelli già dal 2007. Ma, se si misurano anche i servizi forniti dal settore pubblico, a parità di performance di spesa, l'Italia balza al primo posto tra 17 grandi paesi di tutto il mondo, con una "pressione fiscale comparabile" che si attesta al 51%, il doppio di Giappone e Stati Uniti. E' quanto calcola l'Ufficio Studi di Confcommercio nel rapporto "Economia, lavoro e fiscalità nel terziario di mercato" nel quale si propone la ricetta di "meno fisco e più lavoro". L'osservatorio, esaminando le dinamiche dell'occupazione nel paese, mette in risalto che il settore dei servizi privati ha consentito di assorbire manodopera e di cedere solo minime quote di occupazione, grazie a quasi 70 mila posti di lavoro in più ottenuti nel primo semestre del 2010.



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MessaggioInviato: 25/02/2011, 12:54 
Intanto il prezzo della benzina aumenta sempre di piu'.Io non capisco:Quando il prezzo del petrolio sale aumenta la benzina ma quando diminuisce qui in Italia il prezzo del carburante rimane sempre con il prezzo aumentato e cosi' all'infinito.Questi sono i veri misteri,altro che Ustica.



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MessaggioInviato: 25/02/2011, 18:29 
Auto blu in Regione

Penati rinuncia ma si tiene i soldi


Il documento votato il gennaio scorso prevede che chi dice no all'autovettura di servizio ha diritto a un rimborso di circa 60mila euro. Di più: la disposizione è retroattiva. L'ex presidente della Provincia è attualmente vice presidente del Consiglio regionale e anche consigliere provinciale
In Regione Lombardia la parola d’ordine è contenere i costi. Anche se, in certi casi, le strade della politica producono alcuni cortocircuiti istituzionali. Le auto blu in testa. Argomento delicatissimo sul fronte degli sprechi. Il benefit, in questo caso, spetta ai componenti dell’Ufficio di Presidenza. Tra loro c’è anche un uomo di punta del Partito democratico ed ex presidente della provincia come Filippo Penati. Il quale tempo fa ha dichiarato di voler rinunciare all’auto blu.

Ottimo. Peccato che, come capita spesso, cancellato, sulla carta, lo spreco rientri dalla finestra. E così arriviamo al 10 gennaio 2011. Data che fissa l’approvazione all’unanimità di una singolare delibera dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, del quale fa parte lo stesso Penati. Il documento, infatti, prevede un strano passaggio. In sostanza il politico che rinuncia all’utilizzo dell’auto blu, ha diritto a “un trattamento indennitario”. Tradotto: denaro che gli rientra in tasca. Si legge “dell’opportunità di erogare, a fronte della minor spesa sostenuta dall’amministrazione consiliare, una somma di denaro correlata al 60% del totale del costo medio annuale”. Un costo medio che si aggira attorno agli 85mila euro, così suddivisi: 25mila per “acquisto e manutenzione di un’autovettura di rappresentanza e 61mila per lo stipendio di un’autista”.

E’ semplice algebra. Il risultato produce un bel tesoretto, circa 60mila euro, che ogni anno finisce in tasca a Filippo Penati. Anche perché, e il dato non appare irrilevante, la delibera è retrottativa perché, votata nel giugno scorso, diventa operativa a partire dall’undici maggio 2010. Ma Penati è in buona compagnia. Con lui anche il presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, il quale a stretto giro di ruota dalla sua elezione ha pubblicamente rinunciato all’auto blu.

Su Filippo Penati, però, pesa un altro impaccio: il doppio incarico reso tale dalla sua presenza in Consiglio provinciale. Anche qua sono i numeri a parlare. L’ex inquilino di palazzo Isimbardi, infatti, nel 2010 ha partecipato ad appena otto sedute di consiglio. Cifra che lo colloca come fanalino di coda dei vari consiglieri. Penultima la figlia del giornalista del Corriere della Sera ucciso dal terrorismo rosso il 28 maggio 1980, Benedetta Tobagi. Per lei, che si è dimessa di recente, l’asticella fissa quota nove.

Sul doppio incarico di Penati proprio ieri sono arrivate le critiche dell’Italia dei valori. “Tale comportamento – nota l’Idv – è poco consono al precetto dell’articolo 54 della Costituzione; ancor più riprovevole sarebbe mantenere un incarico istituzionale che non si è in grado di svolgere adeguatamente al solo fine di evitare il subentro di un candidato che medio tempore ha aderito a un partito della medesima coalizione”. Sul punto ha risposto subito Penati: “Credo sia doveroso restare nelle istituzioni anche quando si perde”. Dopodiché ha spiegato:”Il 2010 per me è stato un anno molto impegnativo. Per molti mesi sono stato completamente assorbito dalla campagna elettorale delle regionali, come candidato presidente, questo ricoprendo anche l’incarico di capo della segreteria politica di Bersani”. Nulla da dire. Resta solo un’ultima questione. Quel denaro che ufficialmente rientra nelle casse della Regione e che poi riesce sotto forma di indennità.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02 ... zza/93991/


Ultima modifica di eSQueL il 25/02/2011, 18:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 25/02/2011, 18:38 
Cita:
eSQueL ha scritto:
Auto blu in Regione

Penati rinuncia ma si tiene i soldi


Peccato che, come capita spesso, cancellato, sulla carta, lo spreco rientri dalla finestra. E così arriviamo al 10 gennaio 2011. Data che fissa l’approvazione all’unanimità di una singolare delibera dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, del quale fa parte lo stesso Penati. Il documento, infatti, prevede un strano passaggio. In sostanza il politico che rinuncia all’utilizzo dell’auto blu, ha diritto a “un trattamento indennitario”. Tradotto: denaro che gli rientra in tasca. Si legge “dell’opportunità di erogare, a fronte della minor spesa sostenuta dall’amministrazione consiliare, una somma di denaro correlata al 60% del totale del costo medio annuale”. Un costo medio che si aggira attorno agli 85mila euro, così suddivisi: 25mila per “acquisto e manutenzione di un’autovettura di rappresentanza e 61mila per lo stipendio di un’autista”.



Ok... ma al di là della cosa scandalosa di per sè (e che dovrebbero mandarli nelle miniere a spaccare le pietre a pane, acqua e cipolle ammuffite).... mi domando e dico....... 61MILA EURO DI STIPENDIO PER UN AUTISTA?

Cioè 5.000 euro al mese???? [}:)]



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MessaggioInviato: 26/02/2011, 20:45 
Gli allarmi di Draghi:
inflazione e crescita zero
26 febbraio 2011

Il rincaro delle materie prime, a cominciare dal petrolio sull’onda degli ultimi avvenimenti, rischia di avere ripercussioni pesanti sul livello dell’ inflazione che potrebbe salire «al di sopra della definizione di stabilità dei prezzi fissata dal consiglio direttivo della Bce». L’allarme è del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che però non è il solo a esprimere preoccupazione sul caso-prezzi. Anche Confcommercio infatti esprime i propri timori per una «prossima e repentina ripresa della crescita dei prezzi al consumo». Analisi che invece non convince Coldiretti che sottolinea come, ad esempio, il grano viene quotato a prezzi che sono oggi inferiori del 38% rispetto a quelli raggiunti tre anni fa, nonostante gli aumenti dell’ultimo periodo.

Ma torniamo a Draghi. Secondo il governatore della Banca d’Italia, sulla crescita italiana, che stenta ormai da 15 anni, pesa ora anche il possibile impatto negativo di un inasprimento dei prezzi del petrolio, che, alla luce della drammatica situazione libica, diventa tema di stringente attualità.

Draghi di fronte a questo quadro ribadisce la necessità di un impianto legislativo ispirato all’efficienza del sistema. Non solo il governo deve continuare a contenere la spesa anche oltre il 2012, anno in cui è previsto il ritorno del deficit/Pil sotto il 3% e il debito/Pil dovrebbe tornare a diminuire. L’attenzione dovrà essere anche alla qualità della spesa privilegiando le voci orientate a favore della crescita. Draghi si dichiara ragionevolmente fiducioso circa «la possibilità di un’azione di riforma», ma sottolinea anche che «azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita».

Bankitalia ricorda che l’Italia dispone di grandi risorse, ha molte aziende e una grande capacità imprenditoriale ma che occorre «liberare lo spirito degli imprenditori e degli individui da molti vincoli». Draghi ricorda poi che «l’Italia si segnala ancora in tutte le classifiche internazionali per l’onerosità degli adempimenti burocratici, specie quelli addossati alle imprese». In tema di ritardi rispetto agli altri paesi la banca centrale italiana nella sua analisi richiama la centralità del sistema di istruzione. «Si è ridotto, ma resta ampio, il divario di apprendimento dei nostri studenti rispetto a quelli di altri paesi, particolarmente grave nelle scuole del Sud». E ai giovani italiani si presenta un mercato del lavoro caratterizzato dal binomio `mobilità minima/precarietà massima´. Con il risultato che, anche a causa della recessione, i salari di ingresso sul mercato del lavoro «sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta» e il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%.

SITUAZIONE INTERNAZIONALE NON AIUTA
Il quadro internazionale continua a non offrire all’Italia un appoggio saldo per lasciarsi alle spalle un tasso di svilupo nell’area dell’1%. Se il quadro macroeconomico è migliorato, con beneficio soprattutto per le imprese esportatrici, gli elementi di fragilità non mancano. A partire da tassi di crescita molto difformi che possono facilmente aumentare la volatilità del cambio e dei tassi, mettendo a repentaglio la solidità della ripresa. «Le interconnessioni tra economie rendono il sistema vulnerabile anche a shock circoscritti. Le dimensioni umane e l’esito ancora incerto della sollevazione popolare che scuote la Libia preoccupano la comunità internazionale» spiega Draghi, con riferimento alla drammatica attualità. E per l’Italia, un aumento del 20% del prezzo del petrolio determinerebbe, ceteris paribus, una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell’arco di tre anni.

Banche. Anche nel 2010, così come accaduto per il 2009, la Banca d’Italia si aspetta che «gran parte dei profitti» delle banche «venga destinata ad accrescere la dotazione patrimoniale». È quanto ha affermato il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi nel suo intervento al Forex a Verona secondo cui «il rafforzamento patrimoniale deve continuare» per giungere preparati all’entrata in vigore piena delle norme di Basilea 3.

http://www.ilsecoloxix.it/p/economia/20 ... cita.shtml




Draghi, allarme crescita e giovani
"Stentiamo da quindici anni"
Dal governatore parole preoccupate sullo sviluppo e sulle nuove generazioni: "Risorsa sprecata, i salari di ingresso sono fermi da dieci anni". "Servono riforme coraggiose per l'efficienza del sistema"

Draghi, allarme crescita e giovani "Stentiamo da quindici anni"

VERONA - Allarme del governatore di Bankitalia per la crescita. "Stenta da 15 anni - ha detto questa mattina al Forex di Verona - i tassi di sviluppo del nostro paese sono attorno all'1%". La domanda interna, inoltre, rimane "debole", e per tornare allo sviluppo sarebbe necessario un assetto normativo ispirato pragmaticamente all'efficienza del sistema".

E ulteriore preoccupazione per i prossimi mesi arriva dalla situazione libica. "Nella nostra economia - spiega il numero uno di Palazzo Koch - un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell'arco di tre anni".

Le riforme. "Si è già cominciato - dice Draghi -, ma azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita". L'Italia, sottolinea ancora, "dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa".

I salari dei giovani. "I salari d'ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. E il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori". E' questa la spietata fotografia che il governatore
scatta sulla situazione economica che riguarda le giovani generazioni.

La spesa corrente e il fisco. Il contenimento della spesa corrente "dovrà proseguire anche oltre il 2012 - continua Draghi - e la sua composizione deve essere orientata a favore della crescita". E ancora: "Non vi sono altre strade per ridurre il disavanzo, visto che la pressione fiscale già supera di 3 punti quella media dell'area dell'euro. Maggiori entrate che si rendano disponibili grazie a recuperi di evasione dovranno essere usate per ridurre la pressione sui contribuenti che già pagano il dovuto".

La crisi. Per il governatore il ritorno "alla piena normalità" dei mercati monetari e finanziari che "stanno recuperando funzionalita" non saraà immediato, ma "richiederà tempo".

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -12924305/


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MessaggioInviato: 26/02/2011, 21:33 
Cita:
vimana131 ha scritto:

Gli allarmi di Draghi:
inflazione e crescita zero
26 febbraio 2011

"Nella nostra economia - spiega il numero uno di Palazzo Koch - un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell'arco di tre anni".



Ma che bella notizia.....



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MessaggioInviato: 27/02/2011, 17:19 
.........NON RICORDO.........



I "non ricordo" di Vendola al Pm: si contraddice e addossa le colpe al Pd

Massoneria e luminari, lessico e lacrime, angosce e dubbi, assalti politici e bubboni sanitari, «lesioni dei rapporti» con vice e assessore. Nelle quasi 4 ore di confronto tra la poetica politica di Nichi Vendola e il pragmatismo del potere giudiziario, di temi ne emergono un bel po’. Di certo, nel lunghissimo interrogatorio (157 pagine) del 6 luglio 2009 con la pm barese Desirée Digeronimo, il governatore pugliese più volte contraddice con le sue parole quanto emergeva dalle intercettazioni e dalle indagini. Si affida al suo lessico per dare un tocco di stile al verbale, ma cade dalle nuvole ogni volta che viene messo di fronte al quadro indiziario che mostrava la sanità pugliese come un verminaio, anche dopo quattro anni di «primavera» targata Nichi. Certe volte sembra un marziano, impegnato nel nome della trasparenza a rimuovere i dirigenti sanitari al primo cattivo odore, per trasalire all’idea che, forse, qualcuno alle sue spalle approfittava di quelle rimozioni per favorire i propri fedelissimi. Eppure questo disarmante candore non è una costante. Perché lui stesso, in una delle due lunghe risposte al pm, sembra quasi ammettere la sconfitta. Prima paragona – lui, mica il magistrato - la sanità a un «casinò», visto i soldi che ci girano, «dalle slot-machine all’ingresso, che possono essere la spesa corrente per le infermerie, per l’acquisto dei cerotti, per l’acquisto di non so che cosa, fino alla roulette o al black jack, che sono gli appalti per i grandi macchinari, per cose di questo genere». Poi dà un quadro a dir poco lapidario delle sue conoscenze del settore: «Io so che la Sanità è un grande bubbone, fine della storia». E infine, per uno che su quel tema aveva vinto le elezioni, e che appunto era al timone ormai da quattro anni, aggiunge una cosa sorprendente. «Quello che scopro duramente è che nessuno ha una conoscenza critica, approfondita della Sanità, e che anche il centrosinistra, la mia coalizione, che aveva fatto la battaglia contro il piano di riordino del mio predecessore, in realtà non aveva, non c’è la conoscenza, perché non è utile la conoscenza. La conoscenza del sistema sanitario è pericolosa, perché invece il sistema sanitario così come è a ciascuno può offrire degli spazi di entratura». Denuncia coraggiosa, ma quel «bubbone» era una parte della macchina-Regione che aveva al vertice proprio lui.
A Vendola tra l’altro viene chiesto se ha mai sospettato che la fiducia in Tedesco fosse mal riposta, visto che aveva accostato all’assessore alla Sanità un consulente di sua fiducia, Tommaso Fiore, attuale titolare dell’assessorato. E la replica di Nichi suona come uno scaricabarile verso il Pd, il cui reggente pugliese era il sindaco di Bari, Emiliano. «Il rapporto si è andato incrinando, ha avuto momenti in cui lui faceva grandi recuperi, avevo i momenti in cui ero assediato dai dubbi e dall’angoscia, ma naturalmente ho sempre pensato di non avere nessuna credibile alternativa, perché mai il Pd mi avrebbe consentito di nominare l’unica altra persona non solo competente, ma per me di totale affidabilità morale, che era Tommaso Fiore». Ossia l’«assessore-ombra», come Vendola stesso lo definisce. Eppure, anche la nomina di Tedesco, che Vendola a parole ha sempre difeso fino alle sue dimissioni, persino quando l’opposizione pose la questione del conflitto d’interesse, con le aziende dei figli che fatturavano milioni con la sanità pubblica, diventa un momento di intimo tormento nei ricordi del governatore. «Ma è stata per me la scelta dell’assessore alla Sanità – chiosa il presidente - uno dei passaggi più difficili, quello che mi ha tolto il sonno per diverse notti». Ma rotti gli indugi, racconta ancora Vendola, ha fondato con Tedesco un rapporto basato sul «mandato fiduciario», ossia «un vincolo per la vita, una cosa che difficilmente possa essere violata», spiega il poeta politico.
Che va meno sul lirismo quando gli si contestano la sostituzione e la nomina dei direttori sanitari della Asl di Lecce, un punto sul quale il gip che ha chiesto l’arresto per Tedesco aveva posto dubbi sulla correttezza della richiesta di archiviazione per Vendola. Nichi replica che la rimozione del dirigente, Franco Sanapo, l’aveva voluta lui perché «aveva incontrato pazienti, cittadini, non so chi, aveva avuto degli incontri in quello che fu chiamato ambulatorio del vicepresidente Frisullo suo ufficio, non so che cavolo sia, e questo fatto, siccome era un fatto di dominio pubblico, era diventato un fatto di dominio pubblico a Lecce, ed in qualche maniera era il fatto che rendeva forte una rappresentazione che io, ogni volta che mettevo piede a Lecce già sentivo, di una certa presenza della politica, di un assedio della politica intorno alla Asl». Così decide di fare pulizia. Peccato che, secondo la procura di Bari, il successore di Sanapo, Valente, fosse stato piazzato lì da Tedesco con tanto di giunta riunita ad hoc per firmare il contratto prima che il nuovo dirigente, compiuti 65 anni il giorno dopo, perdesse i requisiti per l’incarico.
C’è poi un retroscena «massonico» alle presunte pressioni del presidente Vendola per trovare un posto da primario al medico barese, assistente ad Harvard, Giancarlo Logroscino. Vendola spiega che a segnalargli il luminare era stata l’ex parlamentare di Rifondazione Maria Celeste Nardini. Ovviamente non è una raccomandazione, ma «un ritorno di un cervello», nelle parole del presidente. A cui viene fatta ascoltare la telefonata in cui lo stesso Vendola chiede lumi a Tedesco per la vittoria di un altro candidato al concorso cui partecipava il «cervello»: «Don Mimmo – dice Vendola intercettato - sostiene che non ha potuto far vincere Logroscino perché tu hai detto di far vincere questo Tamma». Vendola minimizza a verbale: «Mi sono un po’ agitato, perché non erano andate in una certa maniera le cose, tutto qua». Ma Vendola e Tedesco hanno in mente un’altra soluzione per garantire il primariato al luminare (che non andrà in porto), e la pm bacchetta il governatore: «Presidente, prima si fanno i concorsi e le gare, poi si individuano i primari, non si fanno i primariati ad personam». E, sempre in una conversazione intercettata sulla questione-Logroscino che gli inquirenti fanno ascoltare al presidente, Vendola che dice a Tedesco: «Lì mi hanno spiegato a Roma che è un giro di massoneria che si è mosso». Addirittura i grembiulini per spingere il «cervello di ritorno»? Vendola balbetta. Non ricorda. Mette a verbale una risposta memorabile: «Sono molto stupito di questa mia dichiarazione sulla massoneria». In fondo, anche i pm. Che indagheranno Vendola per sospetto peculato (non per questo episodio), salvo chiedere l’archiviazione un anno fa (accolta venerdì). E in una replica forbita al pm, Vendola è buon profeta: «Mi fa una domanda che è quasi archeologia nella mia testa, onestamente non mi ricordo, è una domanda che richiede per me una archiviazione». Detto, fatto


http://www.ilgiornale.it/interni/i_non_ ... comments=1


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UN GIOVANE SU 3 SENZA LAVORO INFLAZIONE AI MASSIMI DAL 2008

11:55 01 MAR 2011

(AGI) Roma - A gennaio prosegue la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge il 29,4% su base mensile. Lo rende noto l'Istat, che diffonde anche le stime preliminari sull'inflazione di febbraio: l'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 2,4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (era +2,1% a gennaio 2011). A livello tendenziale si tratta del massimo dal novembre 2008. L'inflazione acquisita per il 2011 e' pari all'1,5%.

SALGONO PANE, FRUTTA, BIGLIETTI TRENO E TRAGHETTI

Secondo l'Istat la disoccupazione giovanile e' a livelli record da gennaio del 2004, quando sono iniziate le serie storiche mensili. A dicembre 2010 il tasso di disoccupati giovanili si era attestato a 28,9%.

TASSO DISOCCUPAZIONE STABILE ALL'8,6%

Per il terzo mese consecutivo il tasso di disoccupazione si attesta all'8,6%; su base annua si registra una crescita di 0,2 punti percentuali. Il numero dei disoccupati, pari a 2.145 mila, registra una crescita dello 0,1% (+2 mila unita') rispetto a dicembre. Il risultato e' sintesi della crescita della disoccupazione femminile e della flessione di quella maschile. Su base annua la crescita del numero di disoccupati e' del 2,8% (+58 mila unita').

PRESSIONE FISCALE SCENDE DELLO 0,5% AL 42,6%

Sempre a gennaio gli occupati sono 22.831 mila unita', in diminuzione dello 0,4% (-83 mila unita') rispetto a dicembre 2010. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione e' in calo dello 0,5% (-110 mila unita').

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizi ... i_dal_2008




LAVORO: RECORD DI GIOVANI DISOCCUPATI. IN UE STA PEGGIO SOLO LA SPAGNA

Un giovane su tre in Italia e' senza lavoro. Secondo i dati diffusi dall'Istat relativi al mese di gennaio, il tasso di disoccupazione tra le persone tra 15 e 24 anni sale al 29,4% con un aumento dello 0,5% sul mese precedente e del 2,8% rispetto allo stesso mese del 2010. Si tratta del record da gennaio 2004, data d'inizio delle serie storiche mensili dell'Istituto nazionale di statistica. Non solo. L'Eurostat attesta che tra i Big Ue solo la Spagna sta peggio di noi, con una disoccupazione giovanile che tocca il 43,1%. Nell'Ue-17, dove il tasso di disoccupazione giovanile e' al 19,9%, persino l'Irlanda si trova un gradino sopra di noi, con il 29% degli under 25 senza lavoro. Se si allarga, invece, all'Europa a 27 (dove la disoccupazione giovanile e' al 20,6%), l'Italia e' al quart'ultimo posto, davanti solamente a Ungheria (30,5%), Slovacchia (37.7%) e al fanalino di coda Spagna.

Per quanto riguarda la disoccupazione generale in Italia, il tasso resta stabile per il terzo mese consecutivo all'8,6%, con una crescita di 0,2 punti percentuali su base annua (al 9,9% nell'Eurozona e al 9,5% nell'Ue-27). Gli occupati sono 22,831 milioni, in diminuzione dello 0,4% (-83 mila unita') rispetto a dicembre 2010. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione e' in calo dello 0,5% (-110 mila unita'). La diminuzione registrata nel mese, spiega l'Istat, e' dovuta sia alla componente maschile sia a quella femminile. Nello specifico, l'occupazione maschile e' in calo rispetto a dicembre dello 0,3% (-38 mila unita') e dell'1,3% su base annua; quella femminile e' in diminuzione dello 0,5% (-45 mila unita') in confronto a dicembre, ma in aumento dello 0,7% nei dodici mesi.

Il tasso di occupazione e' pari al 56,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di 0,4 punti rispetto a gennaio 2010. Il numero dei disoccupati, pari a 2.145 mila, registra una crescita dello 0,1% (+2 mila unita') rispetto a dicembre. Il risultato e' sintesi della crescita della disoccupazione femminile e della flessione di quella maschile. Su base annua la crescita del numero di disoccupati e' del 2,8% (+58 mila unita'). Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,5% (80 mila unita') rispetto al mese precedente. Il tasso di inattivita' e' pari al 37,8%, dopo tre mesi in cui risultava stabile al 37,6%.

Preoccupazione per la situazione dell'occupazione e' espressa dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani che, riferendosi anche ai dati Istat, parla di ''situazione serissima'' che pero' ''il governo si ostina a negare quando invece e' una situazione conclamata''.

Sulla stessa lunghezza d'onda il leader della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale i dati sulla disoccupazione giovanile sono ''pesantissimi: abbiamo una disoccupazione giovanile che sfiora il 30% ed e' stabile: non ci sono segni di cambiamento ed evoluzione positiva''.

Anche la Cisl si dice allarmata: ''I dati sull'occupazione sono purtroppo inequivocabili: occupazione maschile, femminile, giovanile, tassi di inattivita', numero degli scoraggiati, sono tutti in peggioramento rispetto al mese precedente'', sottolinea il Segretario Generale Aggiunto Giorgio Santini, che chiede il rilancio dell'apprendistato e la promozione di percorsi di riconversione produttiva, di outplacement e nuove assunzioni, anche attraverso il credito di imposta, soprattutto al sud.

La Confcommercio, infine, sottolinea che ''le difficolta' di questo inizio 2011 sono testimoniate dall'ulteriore riduzione del numero di occupati registrata a gennaio (-83mila unita') che segue il calo di dicembre 2010 rispetto a novembre''.

http://www.asca.it/focus-LAVORO__RECORD ... -3451.html


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vimana131 ha scritto:

UN GIOVANE SU 3 SENZA LAVORO INFLAZIONE AI MASSIMI DAL 2008

11:55 01 MAR 2011

(AGI) Roma - A gennaio prosegue la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge il 29,4% su base mensile. Lo rende noto l'Istat, che diffonde anche le stime preliminari sull'inflazione di febbraio: l'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 2,4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (era +2,1% a gennaio 2011). A livello tendenziale si tratta del massimo dal novembre 2008. L'inflazione acquisita per il 2011 e' pari all'1,5%.

SALGONO PANE, FRUTTA, BIGLIETTI TRENO E TRAGHETTI

Secondo l'Istat la disoccupazione giovanile e' a livelli record da gennaio del 2004, quando sono iniziate le serie storiche mensili. A dicembre 2010 il tasso di disoccupati giovanili si era attestato a 28,9%.

TASSO DISOCCUPAZIONE STABILE ALL'8,6%

Per il terzo mese consecutivo il tasso di disoccupazione si attesta all'8,6%; su base annua si registra una crescita di 0,2 punti percentuali. Il numero dei disoccupati, pari a 2.145 mila, registra una crescita dello 0,1% (+2 mila unita') rispetto a dicembre. Il risultato e' sintesi della crescita della disoccupazione femminile e della flessione di quella maschile. Su base annua la crescita del numero di disoccupati e' del 2,8% (+58 mila unita').

PRESSIONE FISCALE SCENDE DELLO 0,5% AL 42,6%

Sempre a gennaio gli occupati sono 22.831 mila unita', in diminuzione dello 0,4% (-83 mila unita') rispetto a dicembre 2010. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione e' in calo dello 0,5% (-110 mila unita').

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizi ... i_dal_2008




LAVORO: RECORD DI GIOVANI DISOCCUPATI. IN UE STA PEGGIO SOLO LA SPAGNA

Un giovane su tre in Italia e' senza lavoro. Secondo i dati diffusi dall'Istat relativi al mese di gennaio, il tasso di disoccupazione tra le persone tra 15 e 24 anni sale al 29,4% con un aumento dello 0,5% sul mese precedente e del 2,8% rispetto allo stesso mese del 2010. Si tratta del record da gennaio 2004, data d'inizio delle serie storiche mensili dell'Istituto nazionale di statistica. Non solo. L'Eurostat attesta che tra i Big Ue solo la Spagna sta peggio di noi, con una disoccupazione giovanile che tocca il 43,1%. Nell'Ue-17, dove il tasso di disoccupazione giovanile e' al 19,9%, persino l'Irlanda si trova un gradino sopra di noi, con il 29% degli under 25 senza lavoro. Se si allarga, invece, all'Europa a 27 (dove la disoccupazione giovanile e' al 20,6%), l'Italia e' al quart'ultimo posto, davanti solamente a Ungheria (30,5%), Slovacchia (37.7%) e al fanalino di coda Spagna.

Per quanto riguarda la disoccupazione generale in Italia, il tasso resta stabile per il terzo mese consecutivo all'8,6%, con una crescita di 0,2 punti percentuali su base annua (al 9,9% nell'Eurozona e al 9,5% nell'Ue-27). Gli occupati sono 22,831 milioni, in diminuzione dello 0,4% (-83 mila unita') rispetto a dicembre 2010. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione e' in calo dello 0,5% (-110 mila unita'). La diminuzione registrata nel mese, spiega l'Istat, e' dovuta sia alla componente maschile sia a quella femminile. Nello specifico, l'occupazione maschile e' in calo rispetto a dicembre dello 0,3% (-38 mila unita') e dell'1,3% su base annua; quella femminile e' in diminuzione dello 0,5% (-45 mila unita') in confronto a dicembre, ma in aumento dello 0,7% nei dodici mesi.

Il tasso di occupazione e' pari al 56,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di 0,4 punti rispetto a gennaio 2010. Il numero dei disoccupati, pari a 2.145 mila, registra una crescita dello 0,1% (+2 mila unita') rispetto a dicembre. Il risultato e' sintesi della crescita della disoccupazione femminile e della flessione di quella maschile. Su base annua la crescita del numero di disoccupati e' del 2,8% (+58 mila unita'). Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,5% (80 mila unita') rispetto al mese precedente. Il tasso di inattivita' e' pari al 37,8%, dopo tre mesi in cui risultava stabile al 37,6%.

Preoccupazione per la situazione dell'occupazione e' espressa dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani che, riferendosi anche ai dati Istat, parla di ''situazione serissima'' che pero' ''il governo si ostina a negare quando invece e' una situazione conclamata''.

Sulla stessa lunghezza d'onda il leader della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale i dati sulla disoccupazione giovanile sono ''pesantissimi: abbiamo una disoccupazione giovanile che sfiora il 30% ed e' stabile: non ci sono segni di cambiamento ed evoluzione positiva''.

Anche la Cisl si dice allarmata: ''I dati sull'occupazione sono purtroppo inequivocabili: occupazione maschile, femminile, giovanile, tassi di inattivita', numero degli scoraggiati, sono tutti in peggioramento rispetto al mese precedente'', sottolinea il Segretario Generale Aggiunto Giorgio Santini, che chiede il rilancio dell'apprendistato e la promozione di percorsi di riconversione produttiva, di outplacement e nuove assunzioni, anche attraverso il credito di imposta, soprattutto al sud.

La Confcommercio, infine, sottolinea che ''le difficolta' di questo inizio 2011 sono testimoniate dall'ulteriore riduzione del numero di occupati registrata a gennaio (-83mila unita') che segue il calo di dicembre 2010 rispetto a novembre''.

http://www.asca.it/focus-LAVORO__RECORD ... -3451.html


E Tremonti è contento ... mah [8]


Ultima modifica di eSQueL il 01/03/2011, 17:58, modificato 1 volta in totale.


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Rai, par condicio a settimane alterne

Il nuovo testo del Pdl sul pluralismo prevede
l'alternanza tra conduttori di talk show


01 marzo, 19:59

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 44850.html

ROMA - L'alternanza di settimana in settimana tra conduttori di talk show, con diversa formazione culturale, che vanno in onda nelle fasce migliori del palinsesto e' prevista nel nuovo testo di atto di indirizzo sul pluralismo presentato dal Pdl. Il relatore di maggioranza Alessio Butti, nell'illustrare in Vigilanza la bozza rielaborata, ha spiegato che l'occupare sempre le serate di martedi' e il giovedi' ''e' diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori''.

''Tenuto conto dell'attuale distribuzione, durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni - si legge nel testo depositato da Butti -, che concentrano nella prima serata del martedi' e del giovedi' i programmi piu' importanti di approfondimento politico, onde evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell'informazione rispetto ad altri, la Rai valuti l'opportunita' di sperimentare l'apertura di altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedi' e giovedi'), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale''.

DONADI, PDL VUOLE PAR CONDICIO ALTERNATA, E' BAVAGLIO - "Se la par condicio è alternata la sciocchezza è continua. E' imbarazzante il tentativo del Pdl di mettere il bavaglio (continuo) all'informazione e di impedire alle reti Rai di parlare dei guai giudiziari di Berlusconi e dei problemi del Paese". Lo afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. "L'opinione pubblica - aggiunge Donadi - ha il diritto di essere informata ed il servizio pubblico ha il dovere di informare, checché ne pensi il premier. Gli scagnozzi del padrone del Pdl hanno ormai perso ogni freno inibitorio e sono pronti anche a coprirsi di ridicolo pur di assecondare i desideri illiberali del capo. In democrazia, però, non funziona così". "La battaglia per la libertà d'informazione ed il pluralismo - conclude il capogruppo Idv alla Camera - è fondamentale per la difesa della democrazia, nonostante Berlusconi abbia militarizzato l'informazione televisiva, pubblica e privata. Le fandonie di regime, però, si scontrano con la realtà e gli italiani non sono sciocchi".

PROCACCI(PD),ALTERNANZA VALGA ANCHE PER VESPA E FERRARA - "Se si vuole l'alternanza dei conduttori io la voto, ma che valga per tutti. Non si capisce perché nell'atto di indirizzo viene citato solo il martedì e il giovedì. Lo si preveda anche per Bruno Vespa e per Giuliano Ferrara". Lo ha detto nel corso della commissione di Vigilanza Rai, il senatore del Pd, Giovanni Procacci.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 03/03/2011, 14:51 
wow...che notiziona:-)

per far vedere che esistono ancora...cosa s'inventano ? uno sciopero generale? wow che originalità...
Uno sciopero così, estemporaneo..neanche come conseguenza di qualche tavolo saltato tra sindacati e governo..no..così .... [:o)]

Ovviamente e come sempre... il 6 Maggio è un Venerdi... [}:)]

Cita:
L'attivo dei delegati a Modena
[color=blue]Cgil, sciopero generale il 6 maggio

L'annuncio del segretario generale, Susanna Camusso

Immagine

Susanna Camusso (Ansa)
MODENA - Lo sciopero generale della Cgil sarà il 6 maggio. Lo ha annunciato il segretario generale Susanna Camusso, parlando all'attivo dei delegati di Modena. «Partiamo fin da ora con una serie di iniziative - ha detto Camusso -. Sarà una grande mobilitazione per tutto il Paese»[/color]



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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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MessaggioInviato: 03/03/2011, 16:50 
eh certo, e' la CGIL il problema italiano. [:o)]



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MessaggioInviato: 03/03/2011, 17:23 
.......MA IN QUALI MANI SIAMO MESSI.......


Giro di lauree false
in odontoiatria:
perquisizioni
a Forlì
I carabinieri del Nas, nucleo anti sofisticazione, hanno scoperto un sistema illegale di compravendita di lauree in medicina, odontoiatria e farmacia in Polonia. Tre i falsi odontoiatri nella provincia di Forlì-Cesena
UOMINI DEL NUCLEO ANTI-SOFISTICAZIONEForli, 2 marzo 2011 - Ventisette indagati per un giro di lauree false in odontoiatria scoperto in Polonia dai Nas. Lo riferiscono gli stessi Carabinieri del Nucleo anti sofisticazione in una nota in cui si legge che "il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute si e' dotato di nuova articolazione di coordinamento centrale, con compiti di lettura strategica delle diversificate manifestazioni criminose: il Reparto Analisi.

Fra i vari fenomeni criminali monitorati, particolare attenzione e' stata rivolta a quello dell'acquisizione di lauree sanitarie false presso Paesi esteri, ottenute senza la necessaria frequenza di corsi e specializzazioni obbligatorie. L'ottenimento di diplomi illegali e' finalizzato al successivo uso in Italia da parte di odontotecnici, in realta' abilitati a svolgere esclusivamente attivita' di costruzioni protesiche, come pure da soggetti completamente privi di titoli per proporsi come odontoiatri e operare presso strutture e studi dentistici riconosciuti".

Quindi "l'attivita' investigativa, condotta dal Reparto Analisi del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d'intesa con il ministero della Salute, ha permesso di individuare un'attivita' illecita finalizzata ad acquisire, anche con il supporto di intermediari, il riconoscimento in Italia di titoli di laurea in odontoiatria e medicina conseguiti presso istituti esteri, in particolar modo in Polonia, e risultati privi di valore accademico. L'illecita procedura si proponeva di ottenere il riconoscimento ufficiale dei diplomi presso il ministero della Salute al fine di sanare il proprio status giuridico ed esercitare la professione di odontoiatra nel territorio nazionale".

Gli esiti investigativi hanno consentito di indagare "27 cittadini italiani, la maggior parte con precedenti specifici di abusivismo odontoiatrico, tutti ritenuti responsabili di falso e tentata truffa per aver cercato di indurre in errore il ministero della Salute in merito alla legittimita' del titolo accademico ottenuto all'estero (26 diplomi da istituti polacchi ed uno ecuadoregno). Atteso che alcuni titoli di laurea rilasciati dalle universita' polacche erano gia' stati piu' volte oggetto di attenzioni specifiche da parte del ministero della Salute proprio per le modalita' di conseguimento, taluni indagati avevano anche tentato di ottenere il preventivo riconoscimento del titolo polacco presso un'universita' della Romania, cercando di facilitare il percorso autorizzativo per l'esercizio della professione in Italia". La conclusione dell'indagine, "coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma si e' sviluppata con l'esecuzione di 27 decreti di perquisizione da effettuarsi su 59 obiettivi, ovvero presso abitazioni private, ambulatori e studi dentistici, situati nelle provincie di Milano, Pavia, Verona, Vicenza, Bologna, Forli'-Cesena, Ravenna, Piacenza, Parma, Prato, Roma, Pescara, Caserta, Napoli, Avellino e Salerno".

Nel corso delle perquisizioni, "iniziate nella mattinata odierna, sono stati sequestrati sei studi dentistici in cui operavano abusivamente alcuni degli indagati emersi nel corso dell'attivita' investigativa, numerosi certificati di diploma utilizzati per l'attuazione della condotta delittuosa, nonche' copiosa documentazione utile al proseguo delle indagini. In Emilia-Romagna sarebbero nove i ''falsi odontoiatri'' individuati dai militari del Comando carabinieri per la tutela della salute: due a Bologna, tre nella provincia di Forli'-Cesena, uno a Ravenna, due a Piacenza, uno a Parma. Si tratterebbe di odontotecnici che poi hanno 'comprato' una laurea, senza
valore accademico, in Polonia.

Secondo quanto si e' appreso i due bolognesi sarebbero residenti uno a Medicina e l'altro a Casalecchio di Reno. Per tutti gli emiliano-romagnoli la laurea, appunto, arrivava dalla Polonia ma spesso passando dalla Romania. Ottenendo infatti il riconoscimento del titolo polacco in atenei della Romania, paese dell'Unione Europea, il titolo sarebbe stato riconosciuto anche in Italia, rendendo piu' agevole il percorso di autorizzazione per l'esercizio della professione.


http://www.ilrestodelcarlino.it/forli/c ... alse.shtml


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MessaggioInviato: 03/03/2011, 18:56 
Cita:
dark side ha scritto:

eh certo, e' la CGIL il problema italiano. [:o)]


E' uno dei problemi, non certo il solo.



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