credo che la x fosse visibile grazie ai tagli sulla giacca...
Interessante l'intervista a Meluzzi:
Yara, Meluzzi ad Affaritaliani.it: "Quattro ipotesi per l'omicidio. Le indagini? Nessuno le sa più fare"
Martedí 01.03.2011 12:59
http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 10311.htmlL'ipotesi e il movente sessuale non perdono quota. Forse il violentatore non è riuscito nel suo intento per una ribellione di Yara. Ma c'è anche la probabilità che sia stato un "branco" o una vendetta nei confronti del papà della 13enne, che ha lavorato in aziende legate alla criminalità organizzata. Per finire all'ipotesi (da non escludere) delle sette sataniche. Dopo i primi risultati dell'autopsia sul corpicino di Yara Gambirasio, Affaritaliani.it ha intervistato lo psicologo e psichiatra Alessandro Meluzzi, che da anni si occupa dei più importanti casi di cronaca nera. E dall'esperto arriva anche una critica alle indagini: "Nessuno fa più il suo mestiere. Poliziotti, magistrati, giornalisti. E nessuno è in grado di fare un'indagine seria, complessa e unire tutti i tasselli per arrivare all'assassino. E' questa la radice della malattia". Da Cogne a Garlasco, da Avetrana a Brembate, una cascata di casi senza un colpevole al di fuori di ogni ragionevole dubbio.
Nessuna violenza sessuale, secondo l'autopsia su Yara. L'ipotesi maniaco perde quota?
"La smonta parzialmente. Il movente sessuale può essere seguito da una inadeguatezza di situazioni in grado di compiere il fatto sessuale. Il movente ci può essere anche senza che l'atto poi venga compiuto. Ci può essere una defaillance del violentatore o una ribellione incontenibile della vittima o un elemento che disturba l'atto sessuale. Quindi direi che il teorema rimane".
Tra le ipotesi anche l'azione del branco. La sua tesi qual è?
"Sostengo quattro famiglie di situazioni nel delitto di Yara. Il primo profilo da delineare è quello dell'assassino della porta accanto, tendenzialmente un coetaneo, per ragioni di natura sessuale che poi è sfumata. La seconda è proprio quella del branco di passaggio. Si è parlato di un giro di molestatori che giravano con un furgone, visti anche da altre ragazze. Questa è un'ipotesi più labile, proprio perché la violenza non c'è stata e un gruppo di persone è difficile che non sia riuscito ad avere la meglio sulla ragazzina. La terza ipotesi riguarda la faida dai contorni inspiegabile. Ma qualcuno ha ricordato che il papà di Yara ha lavorato in cantieri di aziende colluse con la malavita organizzata. Potrebbe aver detto qualche no di troppo o aver fatto qualcosa di sbagliato. E magari ora non parla per preservare gli altri tre figli. La quarta e più inquietante è quella dell'omicidio rituale".
Pensa alle sette sataniche?
"Sì è possibile, per le date della scomparsa e del ritrovamento nel giorno 26. Le coltellate che possono avere un significato simbolico. Quella croce tracciata dietro la schiena. Ricordiamo che il 26 novembre è la festa della Madonna miracolosa. E le sette sataniche sono solite, durante queste feste, compiere rituali come quello, ad esempio, di uccidere una vergine".
Eppure secondo gli inquirenti Yara conosceva il suo assassino.
"Purtroppo una persona che si conosce può anche appartenere ad organizzazioni deviate. L'ingenuità sta nella ragazzina che può essere circuita da chiunque. Il fatto che Yara conoscesse la persona che l'ha uccisa non esclude nessuna delle quattro ipotesi".
Che idea si è fatto sulle indagini? Molte le critiche sulle ricerche.
"Sono molto critico nei confronti delle indagini in generale. Da Cogne in poi, nessun caso ha avuto una soluzione soddisfacente. Perugia, Garlasco, Avetrana e ora Brembate. Più le indagini diventano complesse e mediatiche, più ci si allontana dalla verità".
Perchè accade questo? Garlasco in questo discorso è il caso più eclatante?
"Perché nessuno fa più il suo mestiere. I poliziotti girano col camice e fanno gli scienziati e ci danno innumerevoli dati spesso in contraddizione tra di loro. I magistrati tendono a fare i poliziotti o i politici. Gli scienziati tendono a fare gli opinionisti, me compreso. I giornalisti vogliono fare gli scrittori. E' chiaro che in un paese in cui nessuno fa più il suo mestiere viene meno un mestiere decisivo come quello del poliziotto".
Da 10 anni, in Italia, la risoluzione dei casi di omicidio non è mai definitiva.
"Quando c'erano i veri poliziotti, e mi rifaccio anche alla letteratura, a Sherlock Holmes, alla signora Fletcher, a Poirot al tenete Colombo, c'era veramente una capacità di usare il microscopio e con minuzia unire i fatti tra di loro con una capacità logico deduttiva. La sensazione è che questa capacità sia svanita".
Di chi è la colpa?
"Le indagini sono condotte dalla polizia giudiziaria, che viene coordinata dal procuratore della repubblica. Ma il procuratore della repubblica non è un super poliziotto. In Svizzera, in Francia, negli Usa la stessa figura è una specie di ispettore Derrick, un super poliziotto molto competente. In Italia in realtà non sono né carne né pesce. Abbiamo magistrati capacissimi a incastrare i politici con le intercettazioni, ma che non sanno fare le indagini criminali. Nessuno è in grado di fare un'indagine seria, complessa e unire tutti i tasselli per arrivare all'assassino. E' questa la radice della malattia. Altrimenti non si spiegherebbe perché siamo arrivati a questo punto".
Anche con Yara finirà senza un colpevole certo?
"Non posso saperlo. So che c'è una insoddisfazione di tutti, generale, per questi casi irrisolti".