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MessaggioInviato: 20/04/2009, 19:44 
Ci sono pochi dettagli, ma vale la pena citarlo

Esperimento Delpasse

Siamo immortali?
Jean Jacques Delpasse è un Fisico, che insieme al Neurologo William Jongh van Amdynck, si è propo¬sto di dimostrare la persistenza della coscienza, in assenza dei fenomeni elettro-fisiologici, che la caratte¬rizzano. Come dire: che un soggetto con EEG piatto può essere ancora cosciente. Oppure, che vi è un interregno tra la vita e la morte. Vediamo insieme in cosa consiste l'effetto di cui sopra. Partendo da alcuni esperimenti di elettro-neu¬rofisiologia, in cui si addestrava una persona ad accendere un televisore, non già pigiando con il dito un comando elettronico, piuttosto con la semplice volontà, si è arrivati a scoprire la cosiddetta "onda di disponibilità", come dire l'intenzione che precede l'a¬zione atta all'accensione di un tubo catodico. Fin qui nulla di sconcertante. Stiamo parlando semplicemente della possibilità di utilizzare il segnale del primo neu¬rone cerebrale, che si "accende", pensando di compie¬re un'azione, come "attuatore" effettivo. Il bello è venuto fuori, quando si è reso evidente che una persona trapassata poteva ancora accendere il televisore! L’intenzione, dunque, è una facoltà psichica, che non necessita di un substrato bio-fisico per manifestarsi.
http://www.google.it/url?sa=t&source=we ... HofDPhqtgw

l'esperimento è descritto per sommi capi qui, pagine 119 e 120:
http://books.google.it/books?id=SZt0P98 ... #PPA119,M1



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MessaggioInviato: 20/04/2009, 21:08 
"Nessun fenomeno può verificarsi,senza un pensiero intelligente che lo preceda.", "Nessun dubbio", "nozione incontrovertibile" (mi riferisco alla "fisica dell'intenzione") Già basta per capire il livello della discussione. Gli articoli scientifici seri sono molto ma molto ma molto più dubitativi e umili, checché se ne pensi.
Per il resto, massimo rispetto per i misteri della volontà, della coscienza, e dell'universo.



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MessaggioInviato: 20/04/2009, 23:23 
Secondo me ..vediamo morire..ma noi non moriamo. questioni anche di dimensioni. Concordo.



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MessaggioInviato: 21/04/2009, 01:49 
NDE - Tra la morte e la vita

Tratto da: http://www.luogocomune.net/site/modules ... e&artid=31

Ci sono misteri che vanno risolti,
ci sono misteri che vanno esplorati
(K.Ring)

Mi sentivo ipnotizzata dalle sue parole ferme ma semplici e ben definite, mentre mi riferiva i ricordi di quell’esperienza che, fino a quel momento, avevo potuto leggere solo sui libri.

Era una cena come un’altra, eppure la mia amica Myriam, una donna di origine araba, saggia e provata dal vissuto, con una filosofia esistenziale proiettata verso l’universo, aveva saputo rendere esclusivo quel momento facendomi catapultare in quegli attimi di vita…con il suo breve racconto.

Era il 1973 e lei si trovava nella sala travaglio pronta a partorire un bambino che, scoprì solo in seguito, era ormai morto da tre giorni. L’infezione violenta e dolorosa ed ormai protratta per lunghissime ore era divenuta insostenibile al punto che si sentì mancare di ogni forza fino all’abbandono. Da quel momento, .il sollievo. Percepiva di sollevarsi, sollevarsi libera da quel corpo doloroso e terribilmente pesante. Librando nell’aria in uno stato di benessere assoluto, si trovò diretta verso un puntino luminoso che, capì solo in ultimo, essere l’uscita di un lunghissimo tunnel. L’immersione nella luce, poi, la sensazione immensa, infinita di un abbraccio e di un calore stupendo in tutto il corpo. Il ricordo di un bellissimo prato verde.

Mentre procedeva nella luce e aumentava l’intensità di tali sensazioni, osservò alcuni esseri a cui si avvicinò e chiese: "Dove mi trovo?"

Risposero, quasi stupiti dal fatto che lei fosse ignara, che era morta. Chiese loro, ancora, cosa stessero aspettando. "Aspettiamo di essere chiamati" risposero. A quel punto, racconta di aver pensato "Questi sono pazzi".

In quel mentre spuntava dalla luce un’essere e affermava: "Tu, non dovresti essere qui", "ma, dove sono?" replicava lei, devi tornare indietro". A quelle parole, di colpo un dolore forte nel corpo ed il rientro.

Nuovamente prigioniera della sua fisicità.

Ricorda infine una persona accanto al letto che subito le sorride. Una figura femminile, presumibilmente un infermiera. Le chiede se lei creda in Dio, perché è stato un miracolo". Myriam finalmente era uscita dal coma.

***

E’ l’ennesimo racconto ricorrente, questo della mia amica Myriam che riconduce alle esperienze di pre–morte, N.D.E. (Near Death Experience), dal nome coniato dal famoso psichiata Raymond A. Moody. Pare vi sia cenno addirittura, nel Libro egiziano dei morti già nel 500 a.C., negli scritti del grande saggio indiano Patanjali di 2000 anni fa e nel Libro tibetano dei morti del VIII secolo. Eppure lo studio del N.D.E. del dr. Moody risale soltanto a 30 anni fa essendo, le esperienze di pre-morte, divenute più frequenti per le recenti tecniche di rianimazione.

Lo psichiatra, a seguito di una ricerca effettuata su centinaia e centinaia di persone dichiarate "clinicamente" morte per brevi periodi (ore o minuti) e ritornate alla vita, ha accertato, grazie ai loro racconti, una sequenza di fasi, analoghe pressoché in tutti i pazienti, che venivano riferite in modo associato o parzialmente o totalmente:


- la separazione dal proprio corpo;
- la capacità di guardarlo dall’esterno, dall’alto (autofania, visione del proprio doppio)
- la sensazione di pace e benessere più assoluti;
- il tunnel, o passaggio;
- l’incontro con esseri sconosciuti, a volte persone care;
- la visione di un "Essere di luce";
- l’esame di tutta la propria vita con particolare riguardo agli aspetti negativi
- la difficoltà a proseguire nel viaggio;
- il desiderio di rimanere;
- il ritorno alla vita con la volontà di approfondire la propria conoscenza e fratellanza

I racconti più sorprendenti, scientificamente parlando, riguardavano i riferimenti al soccorso medico cui, loro stessi, avevano assistito mentre si trovavano "fuori dal proprio corpo" pur essendo questo, adagiato in un letto d’ospedale.


Uno degli episodi che ritengo più emblematici tra quelli riportati, è quello narrato nel libro "La luce oltre la vita" di Raymond Moody.

"Un uomo di quarantanove anni subì un infarto così grave che il medico dopo trentacinque minuti di notevoli sforzi, rinunciò alla possibilità di rianimarlo e cominciò a compilare il certificato di morte. A quel punto, qualcuno notò un guizzo di vita: il medico si rimise all’opera con tutti gli attrezzi necessari e, finalmente riuscì a riattivare il cuore di quel uomo.

Il giorno seguente ritornato in sé, il paziente fu in grado di descrivere nei particolari quanto era accaduto al pronto soccorso. Il medico ne fu sorpreso; ma quel che più lo sconvolse fu la descrizione minuta dell’infermiera che s’era precipitata ad assisterlo.

Il paziente la dipinse perfettamente, fino alla pettinatura legata e al cognome Hawkes. Disse che la donna spingeva un carrello per il corridoio, con sopra una macchina con due specie di racchette da ping-pong (un congegno per l’elettroshok, basilare nell’attrezzatura da rianimazione).

Quando il medico gli chiese come facesse a sapere il nome dell’infermiera e cosa costei avesse fatto mentre lui era sotto attacco, rispose che egli era uscito dal corpo e che, mentre cercava la moglie in corridoio, era passato attraverso la persona della Hawkes. Nel far questo, aveva letto il nome sulla targhetta e se l’era ricordato per poterla poi ringraziare.

Parlai a lungo con il medico: era sconcertato. Soltanto accettandone la presenza sul posto, disse, si spiegava come quel uomo avesse potuto riferire le cose con tanta precisione."

Più diffuso di quanto si sostenga, il fenomeno del NDE, dai dati fornititi dall’Istituto Gallup, (Istituto di ricerche internazionali), solo negli Stati Uniti avrebbe interessato ben 13 milioni di persone adulte più 2 milioni di bambini.

E’ un argomento che ha appassionato enormemente psichiatri, psicologi, medici, filosofi per poi essere oggetto di studio sia di parapsicologi che di spiritualisti, mistici, religiosi.

Pubblicazioni, studi, divulgazioni, convegni, hanno cercato di proporre spiegazioni o soluzioni al mondo della scienza, del paranormale, della religione.

Medici e specialisti per primi, hanno voluto ravvisare nel fenomeno, una reazione, a naturali processi biochimici e fisiologici del tessuto cerebrale sottoposto ad un trauma acuto, verificatasi in concomitanza di un pericolo di vita….. (per es. dalla carenza di ossigenazione, per esempio, alla terapia medica d’urgenza),

Nei casi di "pericolo di vita" il danno subito dalla corteccia visiva potrebbe produrre infatti, allucinazioni quanto lo stress emotivo generare disturbi associativi.

La spiegazione sarebbe anche legittima e sufficiente, ma si scontra con la realtà che spesso vede l’N.D.E. verificarsi in soggetti considerati "morti" cioè con elettroencefalogramma piatto; assenza dunque di una seppur minima attività cerebrale.

Com’è dunque possibile parlare di stato di allucinazione in un soggetto senza minima attività cerebrale?

Relativamente alla carenza di ossigenazione, da uno studio effettuato su 30 pazienti con arresto cardiocircolatorio e rianimati, quattro presentavano le caratteristiche della N.D.E. e ossigenazione più elevata rispetto agli altri soggetti di controllo.

Che dire, infine, di quanto riportato minuziosamente dagli stessi pazienti circa la panoramica dall’alto di quanto il personale del soccorso effettuava sul proprio corpo?

Malgrado gli studi effettuati anche dai "detentori della verità" la scienza non è riuscita a dare una spiegazione certa.

Sfuggendo alle regole della conoscenza, questo fenomeno è stato successivamente definito "paranormale".

Secondo la disciplina dei parapsicologi il fenomeno si può prestare, ad una doppia classificazione, in base alle "percezioni":

quello dell’autofania, visione del proprio doppio e percezione extrasensoriale di ciò che avviene;
quello degli episodi di chiaroveggenza; percezione di ciò che avviene anche se non in sua presenza. (es. un paziente morto incontra la sorella pure lei deceduta nel frattempo e al proprio risveglio informa il medico di quel decesso).

I casi più studiati ed emblematici sono quelli che riguardano i non vedenti che, durante le esperienze di pre – morte possono avere visioni attinenti alla realtà con quello che per loro è definito "lo sguardo della mente"…….

("….non solo seppero dirci chi era entrato per primo nella stanza, chi si diede da fare per la rianimazione, ma ci descrissero in dettaglio il vestiario dei presenti …..da" La morte e la vita dopo la morte di Kubler- Ross)

Dove neanche la disciplina della parapsicologia riesce a dare una spiegazione ecco il tentativo della teoria spiritualista.

Secondo quest’ultima, con l’N.D.E si spiega l’immediato distacco tra coscienza e capacità intellettiva.

Si ha finalmente la possibilità di dimostrare innanzitutto l’esistenza dell’anima, la sopravvivenza oltre la morte e la sussistenza di un "essere sacro".

Ogni persona che riporta la propria esperienza pre morte narra di incontri, innanzitutto con esseri luminosi, poi con un essere di luce.

L’obiezione più elementare si rifà chiaramente alle convinzioni religiose del paziente. Sicuramente ciò può trovare riscontro nei cristiani che parlano di Dio, nei mussulmani di Allah, eppoi ancora Buddha, ma non negli atei o in chi non crede ad alcuna esistenza spirituale!

Anche loro raccontano dell’incontro con una luce splendente che infonde comprensione, dai più, definito "un essere sacro".

Eclatante il caso dello psichiatra Carl Gustav Jung, che a seguito d’infarto nel 1944 fece una straordinaria esperienza di pre – morte e alla domanda se credesse o meno in Dio rispose "io non credo, io so".

Per chiudere il discorso relativo al nostro retroterra culturale e spirituale che potrebbe condizionare quelle "visioni" ci si domanda come spiegare le N.D.E. che riguardano i bambini. I più piccoli riferiscono le stesse esperienze degli adulti.

Eppure i piccoli sono ancora scarsamente condizionati?! Come potrebbe un bambino morto cerebralmente raccontare, come riporta la pediatra Melvin Morse le diverse fasi della sua rianimazione, descrivere le persone che si sono avvicendate accanto a lui, o addirittura di descrivere i nonni, morti prima della sua nascita, avendoli incontrati mentre era del tutto incosciente?

Quello che accomuna, comunque, tutti coloro che hanno vissuto l’esperienza di pre morte è la volontà ferma di voler approfondire ed ampliare la propria conoscenza, la propria cultura, i propri orizzonti e prodigarsi a favore del prossimo emergendo in essi un forte senso di fraternità e di solidarietà umana.

Infatti, per dirla con il dr. King, "Molti, dopo l’episodio, studiano e accettano gli insegnamenti spirituali dei grandi pensatori religiosi. Ciò comunque non vuol dire che diventino dei pilastri della chiesa locale: al contrario, essi tendono ad abbandonare la dottrina religiosa in quanto tale.

Un resoconto succinto e stimolante di tale atteggiamento mi fu fornito da un uomo il quale, prima dell’esperienza di pre-morte, aveva studiato presso un seminario.

"Il mio medico diceva che durante l’intervento ero "morto . Gli ho spiegato che invece avevo visto la vera vita. Con quella visione capii che asino presuntuoso ero stato a fissarmi con la teologia, a guardare dall’alto in basso chiunque non appartenesse alla mia stessa setta o non aderisse alle mie stesse idee teologiche.

Molte persone che conosco resteranno sorprese, quando scopriranno che al Signore non interessa affatto la teologia! Tutt’al più la trova divertente! In realtà non era affatto interessato alla mia religione: voleva sapere cosa avessi in cuore, non in testa….."

Se, come raccontano, l’esperienza di N.D.E. ha risvolti così sorprendenti, non sarebbe interessante organizzare dei coma artificiali "di Stato" con biglietto di andata e ritorno a prezzi stracciati per comitive…?


Scritto da Maria Grazia Pedroni ("Grazia") per Luogocomune.net



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 21/04/2009, 02:35 
Cita:
FoxMulder ha scritto:

Gli articoli scientifici seri sono molto ma molto ma molto più dubitativi e umili, checché se ne pensi.
Per il resto, massimo rispetto per i misteri della volontà, della coscienza, e dell'universo.


Pienamente d'accordo. Devo dire però che seguo da un po' Corbucci in questa sua rivoluzone e non è l'unico fisico arrivato a concepire l'atomo in un certo modo. Inoltre quello su scienza e coscienza vuole essere un articolo divulgativo e di certo non è scritto per avere rigore scientifico. Staremo a vedere...
Ma Corbucci a parte, mi aveva colpito il modo con cui è stato congegnato l'Esperimento Delpasse, anche se da quel poco che sono riuscita a reperire in internet, non è possibile fare delle stime sulla sua attendibilità.
In pratica l'esperimento, assai poco etico per la verità, si svolgerebbe così:
vengono individuati dei volontari fra potenziali "morituri"
A questi volontari viene insegnato ad interagire con delle apparecchiature elettroniche (nella fattispece ad accendere un televisore...) emettendo un impulso nervoso.
L'esperimento vuole dimostrare che l'interazione uomo-macchina può avvenire anche dopo il trapasso del volontario, fatto che, se verificato, dimostrerebbe la persistenza della coscienza dopo la morte.
Per evitare che l'interazione uomo-macchina avvenga al momento del trapasso, ossia sulla linea di confine compromettendo la chiarezza dei risultati dell'esperimento, viene individuato un campo magnetico in grado di interferire con la trasmissione dello stimolo neurale dall'uomo alla macchina: se il campo è acceso, il volontario non può trasmettere al televisore l'impulso per accenderlo.
Sistemato tutto, si attende che il volontario tiri accidentalmente le cuoia [8], mentre è opportunamente avvolto dal campo magnetico e dopo averne consatato la morte celebrale, si lasciano passare alcuni minuti. Al che si disattiva il campo magnetico e si verifica che il televisore si accenda in risposta allo stimolo indotto dal volontario deceduto. E il televisore secondo Delpasse si accende! il che dimostrerebbe la persistenza della memoria alla morte del cervello (infatti viene conservato il ricordo dell'azione da compiere) e quindi della coscienza.
Un esperimento controverso, sicuramente da prendere con le pinze, ma che secondo me, valeva la pena citare in questa sede [:p].



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MessaggioInviato: 21/04/2009, 09:35 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

L’intenzione, dunque, è una facoltà psichica, che non necessita di un substrato bio-fisico per manifestarsi.
http://www.google.it/url?sa=t&source=we ... HofDPhqtgw

l'esperimento è descritto per sommi capi qui, pagine 119 e 120:
http://books.google.it/books?id=SZt0P98 ... #PPA119,M1


Molto bene Bliss.... proseguiamo.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 21/04/2009, 14:20 
cari amici e cara Bliss, posseggo il libro:
- Bedford & Kensington - Siamo immortali? L’esperimento
Delpasse - Editrice Meb 1977
che come molti altri da me acquistati "non ho mai letto" [xx(]
datemi tempo di "consultarlo" [:(] [;)]
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 21/04/2009, 16:17 
Ciao mauro, grazie per l'informazione ^_^.
Il libro è anche in offerta speciale.
Se ti capita di leggerlo, ci dici cosa te ne pare?



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MessaggioInviato: 28/04/2009, 09:56 
Ho trovato questo Link interessante sull'argomento:
un punto di vista "scientifico" Link
dal titolo

IMMORTALITÀ E DNA

Siamo creature di luce immortali che non sanno - anzi "non ricordano" - di esserlo e si identificano erroneamente con l'involucro provvisorio e quindi mortale che le riveste temporaneamente: il corpo fisico.

Per parlare di immortalità bisogna quindi parlare anche di morte, anche se per la maggioranza delle persone questo argomento è tabù. Si evita perfino di pensarci, quasi a fingere con se stessi di essere immortali.
Oggi nessuno vuole parlare della morte, specialmente della propria. Intavolare un discorso su questo argomento, significa rompere la calma piatta e disturbare la mente delle persone. Come se non parlandone, uno fosse immune alla morte.
Provate a chiedere a qualche vostro amico dove pensa di andare "dopo".
Vi dirà: "Non mi interessa, intanto penso a vivere qua adesso e meglio che posso, il dopo non mi interessa. Se c'è un dopo, ammesso che ci sia, ci penserò quando sarà il momento, ci penserò dopo".
Ma questo è assurdo! Bisogna sapere dove andremo!
E anche da dove veniamo e cosa facciamo qua.
Una volta chiarito questo punto, non sarà più possibile aver paura della morte, la peggiore di tutte le paure umane, una paura atavica che viene compensata dall'istinto di conservazione, grazie al quale gli esseri umani immaginano di sopravvivere nei loro figli trasmettendo loro il proprio DNA.
Quel DNA che contiene tutte le nostre informazioni genetiche e che si trasmette cellularmente con una stretta di mano, con un bacio, con un colpo di tosse... facendo sì che le reciproche cellule viventi formino per un certo periodo un "unicuum" e comunichino nella Matrix olografica che contiene tutto il Cosmo, dove "evidentemente" tutto è UNO.
Ovviamente questo "unicum" non è "perpetuum", ma si limita al periodo vitale delle cellule.

Per capire al meglio quanto appena esposto, bisogna risalire a una serie di esperimenti creati dal dott. Cleve Backster e condotti nel 900 da alcuni scienziati in forze all'esercito statunitense, durante i quali emerse che i sentimenti hanno il potere di influenzare il DNA umano, quindi le cellule viventi.
Fu possibile giungere a una tale conclusione dopo aver verificato che il DNA prelevato da un donatore continuava a reagire come se si trovasse ancora al suo posto.
Furono infatti mostrati alcuni filmati "emozionanti" al donatore che si trovava in un locale molto distante dal laboratorio in cui si sarebbe controllato il comportamento delle cellule del suo DNA precedentemente prelevate mediante tampone. Ebbene, le reazioni furono identiche.
In seguito, durante ulteriori esperimenti su distanze sempre maggiori fino a oltre 500 chilometri (sempre con il medesimo risultato), il dott. Backster poté appurare e dimostrare - mediante un orologio atomico - che le reazioni del DNA avvenivano simultaneamente.
A questo punto, però, sorge un pensiero inquietante: se il DNA continua a reagire allo stesso modo del donatore, cosa succede se il donatore ha lasciato il corpo (è morto)? Nei trapianti, insomma?!
Secondo me, chi riceverà il mio cuore, il mio fegato, un mio rene, il mio midollo, la mia epidermide, una mia cornea o qualsiasi altra parte del "mio" corpo (sono donatrice di organi) manterrà per forza una qualche memoria di "me", che si tradurrà forse in un modo "speciale" di vedere le cose.
Quando mia madre era in dialisi, avrei voluto donarle un rene, ma le sue condizioni non me lo hanno permesso. Questo significa che il suo Karma doveva compiersi.
Ma cosa accadrà ai beneficiari dei miei organi, dal momento che le "mie" cellule saranno mantenute vive fino al momento dell'espianto?
Una risposta emerge dal mare di Energia Divina: siamo tutti UNO.

Secondo David Bohm, se le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza è perché la loro separazione è un'illusione.
Nell'ipotesi olografica trovano spazio e spiegazione anche le "sincronicità" e il "caso", e si scopre l'esistenza di un nesso tra fisica quantistica, fisica neurologica, fisica organica e filosofia.
E se tutto segue un modello olografico, anche la mente e la coscienza devono farne parte.
A questo punto bisogna distinguere che mentre nella fisica classica ogni cosa ha il suo posto, in quella quantistica ogni particella subatomica può essere ovunque in ogni tempo... si può sovrapporre a qualunque livello.
Ci troviamo davanti a teorie nuove e diverse, che facciamo molta fatica ad assimilare e accettare. Ci sembrano paradossali, perché ci hanno sempre insegnato che il mondo è composto di materia e che questa è fatta di atomi al cui interno gli elettroni ruotano attorno al nucleo in uno spazio definito, appunto, orbitale.
Eppure, anche se tutto è formato da atomi che a loro volta formano le molecole e queste la materia, gli atomi sono praticamente "vuoti" e quindi anche l'universo lo è.
Ed è proprio in quel "vuoto" del più profondo campo manifesto che si trova la trama dell'Universo nota come "Scala di Planck", il livello fondamentale della geometria dimensionale oltre il quale lo spazio-tempo si trova nel campo non manifesto delle superstringhe (1).
Secondo la teoria della relatività e la meccanica quantistica, i fisici stimano che la maggior parte dell'universo e della materia, abbia l'equivalente di 1094 grammi di massa-energia.
Dal momento che ogni grammo equivale al tipo di energia E=mc2, ne risulta un numero elevatissimo.
Per arrivare al dunque e capire come questa energia abbia a che fare con la nostra Coscienza, faremo ora un calcolo supponendo, per praticità, che l'universo sia piatto, ipotesi peraltro avanzata da sempre più numerosi dati astronomici.
Nel volume (ossia nel vuoto) di un solo atomo di idrogeno, che misura circa 1023 cm2, c'è l'energia latente di 20 miliardi di anni luce... vale a dire 3.000 miliardi di volte maggiore della massa di tutte le stelle.
Secondo il fisico William A. Tiller (2), se la Coscienza umana ne permette di controllare anche solo una piccola frazione, significa... che provocare un Big Bang non sarebbe un problema.
Se la nostra Coscienza è in grado di controllare questa energia, significa anche che non siamo solo gli inconsapevoli creatori di ogni cosa intorno a noi: siamo anche il soggetto, l'oggetto e il palcoscenico della commedia della vita.
E siamo anche l'autore, il regista, il suggeritore e il pubblico.
E in questo UNO assoluto siamo Dio, perché nella non-dualità non c'è un Lui e un noi, un dentro e un fuori.
Dio è quel mare di energia in cui non è staccato o distinto da ognuno di noi. E di conseguenza noi non siamo noi.
Semplicemente siamo.

Note:
1. Con la Teoria delle Superstringhe si tenta di spiegare come relatività, gravità e meccanica quantistica - forze cosmiche fondamentali - e le particelle, siano in realtà vibrazioni di sottilissime stringhe supersimmetriche.
2. Cattedra di Ingegneria e di Scienze alla Stanford University.


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MessaggioInviato: 29/04/2009, 13:13 
In continuazione del discorso sopra accennato, porto una mia esperienza personale: il mio figlio primogenito nel 2002 dopo varie sofferenze a 24 anni se ne andò da questo nostro mondo, dopo un periodo di silenzio, un bel giorno mi telefona un signore da Monza che ad oggi non ho ancora incontrato, e mi dice che aveva notizie da mio figlio da trasmettermi, lui trascrive in automatico ciò che gli viene trasmesso, e sulla prima lettera lui dice che si farà riconoscere dalla sua inconfondibile firma, e così fù, ebbene da allora ho già ricevuto 8 lettere da mio figlio tramite questo signore, dove lui spiega tutte le difficoltà che ha incontrato e che incontra per adattarsi a questa nuova forma di vita del tutto simile alla nostra, solo che li non esiste più il tempo, la gravità ecc. dove basta il pensiero per spostarsi e fare qualsiasi genere di attività, praticamenmte si continua l'evoluzione cominciata da qui, lui non mi ha mai neanche accennato di questioni che possono avere una qualsiasi relazione con un qualsiasi tipo di religione, mi ha sempre parlato di una vita che continua, praticamente ogni forma di memoria che si forma da questa parte dell'universo immerso nei vortici energetici che noi chiamiamo massa è indelebile, e questo discorso non è per nulla "Paranormale", per noi che non conosciamo ancora a fondo scientificamente la natura intima dell'universo, dobbiamo trovare spiegazioni molto più comp'lesse e fuorvianti su come invece stanno le cose nella realtà.


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MessaggioInviato: 30/04/2009, 20:59 
caro nuages47,
non sono solito fare commenti di questo tipo,ma..
il tuo ultimo post è uno dei più "intertessanti" che abbia mai letto sui forum [;)]
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 01/05/2009, 09:38 
Condivido il pensiero di mauro. La tua vicenda Nuages e le rifessioni che ne derivano sono molto stimolanti.
A proposito di universi, andando un po' off topic volevo proporvi un racconto:
http://www.antonio-defrancesco.com/Anto ... ia-pre.pdf



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MessaggioInviato: 02/05/2009, 13:09 
Sto leggendo un libro che mi appare molto interessante, dato che sembra essere uno studio molto dettagliato e razionale delle esperienze di pre-morte.
Si chiama "Insegnamenti dalla Luce" di Kenneth Ring, ed. Mediterranee.
Il titolo è un po' infelice, perché dà l'idea dei soliti minestroni "new age", in realtà è un libro molto misurato e analitico.
Lo consiglio vivamente.


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MessaggioInviato: 02/05/2009, 15:38 
cara Bliss,
anche se ho solo "leggiucchiato" il pdf che hai postato, ho potuto capire
la teoria ,che si era discussa tempo fa , in un altro forum ,sul possibile "passaggio da una dimensione all'altra"
Infatti ,Flatland, (letteralmente "terra piatta", intesa però, come, mondo a 2 dimensioni) è una specie di discussione tra un abitante della terra a due dimensioni, dotto, ma..che non riesce a capire come possa essere la" terza dimensione", come noi non riusciamo a concepire la quarta o la quinta ,ecc
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 04/05/2009, 12:05 
Cita:
nuages47 ha scritto:

In continuazione del discorso sopra accennato, porto una mia esperienza personale: il mio figlio primogenito nel 2002 dopo varie sofferenze a 24 anni se ne andò da questo nostro mondo, dopo un periodo di silenzio, un bel giorno mi telefona un signore da Monza che ad oggi non ho ancora incontrato, e mi dice che aveva notizie da mio figlio da trasmettermi, lui trascrive in automatico ciò che gli viene trasmesso, e sulla prima lettera lui dice che si farà riconoscere dalla sua inconfondibile firma, e così fù, ebbene da allora ho già ricevuto 8 lettere da mio figlio tramite questo signore, dove lui spiega tutte le difficoltà che ha incontrato e che incontra per adattarsi a questa nuova forma di vita del tutto simile alla nostra, solo che li non esiste più il tempo, la gravità ecc. dove basta il pensiero per spostarsi e fare qualsiasi genere di attività, praticamenmte si continua l'evoluzione cominciata da qui, lui non mi ha mai neanche accennato di questioni che possono avere una qualsiasi relazione con un qualsiasi tipo di religione, mi ha sempre parlato di una vita che continua, praticamente ogni forma di memoria che si forma da questa parte dell'universo immerso nei vortici energetici che noi chiamiamo massa è indelebile, e questo discorso non è per nulla "Paranormale", per noi che non conosciamo ancora a fondo scientificamente la natura intima dell'universo, dobbiamo trovare spiegazioni molto più comp'lesse e fuorvianti su come invece stanno le cose nella realtà.



Credo molto a cio che dici.[:D] In fondo la verità è spesso racchiusa nel linguaggio comune, come quando si afferma di possedere un corpo e non di esserlo.



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