TECNOLOGIA
Cibo radioattivo dal Giappone, l’Unione Europea alza la soglia di contaminazione
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... minazione/30 marzo 2011
Il nuovo regolamento deciso dalla Commissione reintroduce i parametri fissati dopo Chernobyl
Dallo scorso fine settimana l’Unione Europea ha alzato la soglia di contaminazione radioattiva per alcuni determinati beni alimenti provenienti dal Giappone grazie ad una decisione della Commissione. Normalmente il livello massimo consentito per i cibi si trova a 600 bequerel per Cesio-134 e Cesio 137. Da sabato invece la soglia è stata più che raddoppiata fino a 1250. Per i prodotti caseari invece al posto dei normalI 370 Bequerel si è passati a 1000. La soglia massima di radioattività è stata fissata nel 1987 in risposta alla catastrofe di Chernobyl, e da allora i valori non sono stati più cambiati. Se la crisi fosse dichiarata finita, tornerebbe in vigore la soglia abituale. Anche lo Iodio 131, normalmente non rilevato, è stato incluso nei nuovi parametri di sicurezza dell’Unione Europea.
REGOLAMENTO SUL GIAPPONE – L’esplosione dei due reattori della centrale di Fukushima ha immesso nell’atmosfera milioni di particelle radioattive. La maggior parte è rimasta nell’atmosfera, ma altre si sono depositate in mare o sulla terra, contaminando tanto gli ortaggi quanto gli animali. In Sudcorea sono state rilevate tracce di radioattività in 14 prodotti su 222 testati. I porti europei si stanno attrezzando: ad Amburgo stanno preparando un regolamento per gestire la necessità. Le navi provenienti dal Giappone saranno verificate al fine di valutare l’eventuale presenza di merci radioattive. La possibile contaminazione dei cibi giapponesi ha allertato l’Unione Europea, che ha prodotto un regolamento specifico per gestire i beni provenienti da determinate aree nipponiche.
Il 24 marzo l’Unione Europea, sebbene il pericolo radiazioni sia considerato molto lontano, ha adottato alcuni provvedimenti per rafforzare i controlli sulle merci in arrivo da 12 prefetture giapponesi. I rappresentanti dei governi riuniti nello “Standing Committee on the Food Chain and Animal Health” (SCoFCAH), hanno approvato il regolamento che introduce apposite misure di salvaguardia per il cibo importato dal Giappone (in linea con i protocolli sulla sicurezza alimentare del regolamento (CE) n. 178/02 c.d. “General Food Law”). Le importazioni di derrate alimentari dal Giappone sono molto ridotte, sia per quantità che per tipologie di prodotti Le misure adottate dall’UE 3 giorni fa riguardano tutti gli alimenti e i mangimi importati dal Giappone:
- le verifiche della radioattività sono obbligatorie e vanno realizzate prima della spedizione per tutte le partite di cibo proveniente da una delle 12 prefetture vicine al luogo dell’incidente (Fukushima, Gunma, Ibaraki, Tochigi, Miyagi, Yamagata, Niigata, Nagano, Yamanashi, Saitama, Tokyo, Chibathe). In particolare, le autorità giapponesi dovranno attestare che i prodotti in questione non contengono livelli di radionuclidi (iodio-131, cesio-134, cesio-137) superiori ai livelli massimi consentiti nei regolamenti (Euratom) n. 3954/87, 944/89, n. 770/90. Ulteriori test a campione saranno eseguiti nei Posti d’Ispezione Frontaliera, all’ingresso in UE
- Gli alimenti provenienti dalle altre 35 prefetture giapponesi saranno invece sottoposte a test casuali perr verificare il livello di comtaminazione. Il provvedimento vale solo per i prodotti raccolti o trasformati dopo l’11 marzo
PROBLEMI NEL CIBO, DANNI ALLA SALUTE – L’incidente nella centrale giapponese sta allarmando tutto il mondo, perché le contaminazioni nei beni alimentari potrebbero provocare gravi danni alla salute.
Dopo l’esplosione nell‘impianto nucleare di Fukushima, sono state rilevate tracce di sostanze radioattive nel cibo e nell’acqua, così i Paesi di tutto il mondo, hanno intensificato i controlli sulle importazioni di alimenti in arrivo dalle zone terremotate del Giappone e in alcuni casi hanno vietato del tutto l’import. Nelle verdure a foglia verde, ad esempio, come gli spinaci, è preoccupante la presenza di iodio-131, che supera di ben 11 volte il limite di sicurezza stabilito dall’Unione Europea. Tanto per intenderci, mangiare 1 chilo di questa verdura, significherebbe raggiungere la stessa quantità di radiazioni che si riceve in modo naturale dall’ambiente in 1 anno Gli esseri umani, infatti, ricevono radiazioni dalle fonti terrestre o cosmiche, ma le probabilità di sviluppare un tumore si manifestano superando una certa soglia di contaminazione annua, ovvero 100 millisievert. A destare altrettanta preoccupazione, è la presenza dello iodio-131, che aumenta in maniera significativa il rischio di tumore alla tiroide. Fortunatamente, questo elemento chimico perde la sua radioattività in tempi relativamente brevi, in 1 settimana circa, infatti, si dimezza e in 80 giorni perder del tutto la sua pericolosità. Ma a far paura, non è solo la presenza dello iodio-131, ma anche quella del cesio, che supera di oltre 11 volte il limite fissato dall’UE. L’esposizione a grandi quantità di cesio radioattivo può causare seri danni alla salute, provocando ustioni e tumori, e nel caso peggiore può portare persino alla morte. L’ingestione o l’inalazione del cesio, inoltre, è responsabile delle contrazioni muscolari involontarie e dell’infertilità. Il cesio, al contrario dello iodio-131, è particolarmente resistente, basti pensare che per perdere la sua pericolosità necessita di 240 anni. Anche il cesio-134 è fonte di preoccupazione, che perde la sua radioattività solo dopo 20 anni. Questi dati, chiaramente, fanno pensare agli innumerevoli rischi a cui ci si esporrebbe se le centrali nucleari arrivassero anche in Italia.