09/03/2011, 21:31
Thethirdeye ha scritto:rmnd ha scritto:Thethirdeye ha scritto:
[quote]rmnd ha scritto:
Iniziamo da taluni magistrati ..ah già ma loro non possono essere perseguiti
Perchè no? Chi sbaglia deve pagare.
E se a sbagliare è un magistrato, che sia perseguito pure il magistrato.
Ci mancherebbe altro...
Allora sei anche tu per la responsabilità civile dei magistrati .
bene
16/03/2011, 01:45

06/04/2011, 23:18
16/04/2011, 15:02
L'ultima della procura milanese: non applicate la legge anti clandestini
Il capo della procura di Milano, Bruti Liberati, ha indirizzato una circolare interna ai suoi aggiunti e ai suoi pm, che sostanzialmente vieta l’arresto per clandestinità. I magistrati si sostituiscono al parlamento e cancellano di fatto la norma che dispone l’arresto per gli stranieri espulsi. Bruti Liberati ai pm di Milano: "Valgono le indicazioni Ue, non le regole italiane". Stessa linea a Roma, Firenze e Lecce
È una legge della Repubblica Italiana, approvata nel 2002 dal Parlamento, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e mai abrogata. Ma per quattro procuratori della Repubblica la legge che prevede il carcere per gli immigrati clandestini non esiste più. I quattro procuratori hanno ordinato- o vivamente «suggerito » - ai loro sostituti di considerare estinta la norma. E i sostituti si sono immediatamente adeguati. A Milano, Firenze, Roma e Lecce, nessuno straniero viene più arrestato, come pure prevederebbe la legge, per violazione dell’obbligo di lasciare il Paese. È un caso- più unico che raro - in cui una decisione parlamentare viene rimossa dall’ordinamento senza bisogno di passare per ricorsi alla Corte Costituzionale né referendum. ...
....La direttiva europea non è mai stata tradotta in una legge italiana, ed era stata finora considerata alla stregua di un suggerimento, nobile quanto si vuole, ma pur sempre un suggerimento. Tant’è vero che ognuno dei 27 paesi membri dell’Unione continua a legiferare, in tema di immigrazione, come meglio gli aggrada. Ma in Italia - o almeno a Milano, Firenze, Roma e Lecce - le cose stanno diversamente.
La maggior parte dei giudici italiani, a dire il vero, hanno sempre considerato l’inasprimento delle norme sull’immigrazione - introdotto nel 2002 con il cosiddetto «pacchetto sicurezza», modificando la vecchia legge Bossi-Fini - una legge ingiusta, e hanno sempre cercato i modi più efficienti per non applicarla. Il cuore della legge, cioè i commi 5ter e 5quater dell’articolo 14, prevedono il carcere da uno a cinque anni per lo straniero che non rispetta l’ordine di espulsione. Per neutralizzare questa norma molti tribunali hanno, per esempio, ipotizzato che se lo straniero sostiene di non essere potuto tornare in patria perché privo di mezzi non può essere punito. Ma si trattava di escamotage giuridici, che non toglievano alle forze di polizia la possibilità di arrestare i clandestini recidivi. ...
...Ed ecco l’indicazione di Bruti a tutti i pm: se la polizia insiste ad arrestare chi viola la legge, voi scarcerateli subito: «Nel caso di arresto eseguito per il reato di cui all’articolo 14, comma 5ter e 5quater, dovendosi ormai qualificare lo stesso come eseguito al di fuori dei casi previsti dalla legge, si ritiene che debba essere disposta l’immediata liberazione dell’arrestato». È una frase importante, perché dice in sostanza che l’arresto dei clandestini è un arresto illegale. E infatti il questore di Milano, Alessandro Marangoni, per evitare guai alle sue Volanti, ha diramato un ordine di servizio: basta arresti. ...
16/04/2011, 17:37
rmnd ha scritto:L'ultima della procura milanese: non applicate la legge anti clandestini
Il capo della procura di Milano, Bruti Liberati, ha indirizzato una circolare interna ai suoi aggiunti e ai suoi pm, che sostanzialmente vieta l’arresto per clandestinità. I magistrati si sostituiscono al parlamento e cancellano di fatto la norma che dispone l’arresto per gli stranieri espulsi. Bruti Liberati ai pm di Milano: "Valgono le indicazioni Ue, non le regole italiane". Stessa linea a Roma, Firenze e Lecce
È una legge della Repubblica Italiana, approvata nel 2002 dal Parlamento, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e mai abrogata. Ma per quattro procuratori della Repubblica la legge che prevede il carcere per gli immigrati clandestini non esiste più. I quattro procuratori hanno ordinato- o vivamente «suggerito » - ai loro sostituti di considerare estinta la norma. E i sostituti si sono immediatamente adeguati. A Milano, Firenze, Roma e Lecce, nessuno straniero viene più arrestato, come pure prevederebbe la legge, per violazione dell’obbligo di lasciare il Paese. È un caso- più unico che raro - in cui una decisione parlamentare viene rimossa dall’ordinamento senza bisogno di passare per ricorsi alla Corte Costituzionale né referendum. ...
....La direttiva europea non è mai stata tradotta in una legge italiana, ed era stata finora considerata alla stregua di un suggerimento, nobile quanto si vuole, ma pur sempre un suggerimento. Tant’è vero che ognuno dei 27 paesi membri dell’Unione continua a legiferare, in tema di immigrazione, come meglio gli aggrada. Ma in Italia - o almeno a Milano, Firenze, Roma e Lecce - le cose stanno diversamente.
La maggior parte dei giudici italiani, a dire il vero, hanno sempre considerato l’inasprimento delle norme sull’immigrazione - introdotto nel 2002 con il cosiddetto «pacchetto sicurezza», modificando la vecchia legge Bossi-Fini - una legge ingiusta, e hanno sempre cercato i modi più efficienti per non applicarla. Il cuore della legge, cioè i commi 5ter e 5quater dell’articolo 14, prevedono il carcere da uno a cinque anni per lo straniero che non rispetta l’ordine di espulsione. Per neutralizzare questa norma molti tribunali hanno, per esempio, ipotizzato che se lo straniero sostiene di non essere potuto tornare in patria perché privo di mezzi non può essere punito. Ma si trattava di escamotage giuridici, che non toglievano alle forze di polizia la possibilità di arrestare i clandestini recidivi. ...
...Ed ecco l’indicazione di Bruti a tutti i pm: se la polizia insiste ad arrestare chi viola la legge, voi scarcerateli subito: «Nel caso di arresto eseguito per il reato di cui all’articolo 14, comma 5ter e 5quater, dovendosi ormai qualificare lo stesso come eseguito al di fuori dei casi previsti dalla legge, si ritiene che debba essere disposta l’immediata liberazione dell’arrestato». È una frase importante, perché dice in sostanza che l’arresto dei clandestini è un arresto illegale. E infatti il questore di Milano, Alessandro Marangoni, per evitare guai alle sue Volanti, ha diramato un ordine di servizio: basta arresti. ...
16/04/2011, 19:30
16/04/2011, 23:21
26/05/2011, 09:12
Sette gli imputati per il mancato allarme
[color=blue]Terremoto a L'Aquila, rinviata a giudizio la commissione Grandi Rischi
Il gup: «Hanno indotto la popolazione a restare in casa»[/color]
26/05/2011, 09:34
Hynekeniano ha scritto:
E poi Berlusconi ha torto vero?
26/05/2011, 10:31
26/05/2011, 12:30
26/05/2011, 13:48
sezione 9 ha scritto:
Quando si è riformato (per davvero) il Codice di Procedura Penale una ventina di anni fa (è stato riscritto integralmente: queste sono riforme) si è fatto così. E si è fatto così anche all'epoca del Regno d'Italia e anche sotto il fascismo. Perfino i fascisti avevano un senso più alto della giustizia.
29/06/2011, 10:58
29/06/2011, 11:30
Thethirdeye ha scritto:
Colpi' giovane con casco, tre anni reclusione
Episodio durante la manifestazione di studenti del 14 dicembre
[color=blue]Lo uccise a pugni perché russava
Patteggia una pena di 4 anni e sei mesi
Aveva aggredito in ospedale un compagno di stanza di 79 anni. L'anziano era morto dopo un mese di agonia
In ospedale, nel cuore della notte, si era scagliato contro il suo compagno di stanza - un uomo di 79 anni - perché a suo dire russava troppo forte. Il paziente aggredito, di Sant’Agata sul Santerno nel Ravennate, era morto dopo un mese di agonia. Ora l'aggressore, il quarantaduenne romeno Gravil Pavel Halmajan, ha patteggiato quattro anni e sei mesi per omicidio preterintenzionale. Resta in carcere a Ravenna.
La vicenda si era innescata tra il 18 e il 19 maggio 2010 all’ospedale Umberto I di Lugo, sempre nel Ravennate, nel quale l’anziano era stato ricoverato per via del riacutizzarsi di alcuni problemi respiratori. Il romeno, da un letto vicino, si era alzato durante la notte e aveva colpito più volte l’uomo sul torace. Il mattino dopo il quarantaduenne era stato arrestato dai carabinieri che lo aspettavano all’uscita del reparto.
Il medico legale incaricato dalla Procura, il professor Gianfranco Zanetti, nella sua relazione aveva rilevato che il decesso dell’anziano era inquadrabile in una precisa successione di tre eventi. Ovvero un trauma toracico-addominale chiuso con una frattura costale e infrazioni di cinque coste riconducibili ai colpi del romeno, un intervento urgente all’intestino per una occlusione, e una perforazione intestinale ancora ricollegabile all’aggressione. Nella relazione erano state criticate talune scelte prese da alcuni medici che si erano occupati dell’anziano paziente, la cui assistenza nell’ultimo ricovero era stata descritta come «molto carente sotto l’aspetto della diagnosi e della terapia». Non era tuttavia stato individuato con certezza un «nesso di causalità» tra tali carenze e il decesso del settantanovenne. Mentre era stata individuata una relazione precisa tra i pugni dati all’anziano e la sua morte.
28 giugno 2011
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29/06/2011, 12:13