StampaSera - 03.01.1979 - numero 3 - pagina 12
Oggetti misteriosi,, avvistati nel cielo di tutta Italia
[color=blue]Continua la ballata degli "Ufo" A Trento due coniugi hanno visto una grande palla la cui luce ha loro provocato una forma di congiuntivite - A Fano, con l'apparizione di un globo di fuoco, l'energia elettrica ha avuto sbalzi TRENTO — Anche nel Trentino gli Ufo stanno apparendo con sempre maggior frequenza. Dopo gli sporadici avvistamenti sull'altopiano di Lavarone e nella zona del lago di Levico, è avvenuto un incontro più ravvicinato nei pressi di Rovereto.
Un agricoltore. Tisma Vettori. 54 anni, e sua moglie, Luisa Gelmini, di 45. mentre stavano rientrando a casa sulla loro «128». si sono trovati davanti a una palla coloratissima di circa quattro metri di diametro.
Dopo questo incontro i coniugi Vettori hanno detto di' aver sofferto per tutta la notte di congiuntivite.
MILANO — Una palla molto bianca è stata vista sulla città. -Sembrava una stella» dicono i testimoni. E' scomparsa dopo un'ora. L'oggetto non è stato inquadrato dai radar degli aeroporti, «poteva essere un pallone sonda illuminato dal sole», è il parere degli esperti.
CUNEO — Un oggetto, che emanava una fortissima luce rossa ed era molto più grande di una stella, è stato avvistata ieri mattina sopra la Bisalta.
PESARO — Continuano gli avvistamenti di Ufo nel Pesarese. Nella notte tra il 31 dicembre ed il primo gennaio un globo luminoso proveniente dal mare ha sorvolato il cielo di Fano. L'oggetto misterioso è stato scorto da diverse persone nella zona Lido subito dopo che nelle case di quasi tutta la città la luce elettrica era improvvisamente aumentata e poi calata fino a scomparire per qualche minuto: anche le trasmissioni televisive contemporaneamente si erano interrotte.
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(03.01.1979) LaStampa - numero 2
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LaStampa - 03.01.1979 - numero 2 - pagina 9
[color=blue]Avrei giurato di avere visto un disco volante: era Venere Non credo agli ufo, ai dischi volanti, agli incontri ravvicinati di nessun tipo. Non credo ai mostri rosa con le gambe e le braccia lunghe e palmate, né agli orribili nani in tuta spaziale. Insomma, non credo agli extraterrestri per una ragione semplicissima. Non li ho mai visti. .
Ma la notte di Capodanno ho visto anch'io un Ufo.
Erano le 5,15, mi trovavo in un paesino della Val di Susa, in una villa che si affaccia su un poggio bellissimo, sotto il quale si stende la pianura di Condove e Avigliana, con i due laghi a forma di scodella, e più in là, sulla sinistra, ai piedi del monte Musine, la città. Era una notte limpida e fresca, attraversata dalle prime raffiche di vento che il giorno dopo avrebbe sconvolto Torino per 24 ore. Il cielo stellato, nero, la montagna nera dai contorni nitidi, e un mare di luci. Le strade illuminate, i fari delle auto notturne ancora alla ricerca di divertimento, le case, le ville, i ristoranti tutti accesi, tutti in festa. E poi. di qua e di là, improvvisi, i mazzi altissimi e colorati dei fuochi di artificio. Qualche botto lontano, attutito dall'immensità. Alle 5,15 sono uscito dalla villa per tornare a casa. Con me c'era mia moglie e tre coppie di amici.
Guardiamo il mare sotto noi palpitante ai luci, respiriamo l'aria fredda, restiamo qualche momento in silenzio. Poi uno alza gli occhi al cielo, limpido, e vede sulla perpendicolare di Torino, un po' a destra rispetto' al monte Musine, una stella di una luminosità inconsueta, molto più grande delle stelle che, al suo confronto, paiono puntini sbiaditi nelle vastità della volta celeste-scura.
«Guarda, un Ufo» mormora una ragazza. Guardiamo tutti. E restiamo in silenzio. La stella emette dei raggi gelidi, è immobile, sembra molto vicina. Ha una luce non naturale, mi fa pensare a quella di un brillante, o di un potente riflettore al quarzo. Sembra muoversi, in realtà è immobile, sempre alla stessa distanza dall'orlo nero del monte. Gli amici chiamano gli altri rimasti in villa, escono, guardano. «Ma cos'è? Un pallone-sonda? Il riflesso di un aereo? Un'illusione ottica?». Le domande sono fatte a bassa voce, nel silenzio della notte che ormai tende la mano al mattino. Passano i minuti. Noi, fermi sulla strada immersa nei cespugli di more: l'Ufo sopra di noi, che ci guarda. Aspetto che si muova, che atterri nella valle, oppure ci venga micino, si fermi sulla strada dondolando sulle zampe di ragno metalliche, si apra uno sportello d'argento e ne scendano uno, due, tre mostri rosa con le gambe e le braccia lunghe palmate, oppure uno, due, tre orribili nani in tuta spaziale.
La stella, adesso, pare emetta dei bagliori più violenti, si direbbe un faro che ruota su se stesso. Guardiamo l'orologio, sono le 5,40. Dalla valle, si leva una nebbiolina spessa, che copre le luci della città lontana, aggredisce dolcemente i piedi del monte, sale, si stende sull'orizzonte, si porta via le stelle, e anche la nostra stella, l'Ufo. Riusciamo ancora a scorgerla attraverso il velo, sembra voler forare la coltre biancastra, poi scompare. Ci salutiamo, andiamo a casa. Il giorno dopo, al giornale, apprendo che l'Ufo è stato visto da parecchia gente a Caselle, che i carabinieri hanno ricevuto alcune telefonate di persone.
Ma il cronista — si sa — è scettico per natura, e anche ignorante in materia di astronomia. Ho telefonato all'Osservatorio di Pino, ho raccontato del mio incontro con l'Ufo a uno scienziato il quale gentilmente mi ha dimostrato, effemeridi alla mano, che quello era un pianeta. Venere, il più grande, il più luminoso, il più dispettoso pianeta dell'Universo. Perché moltissimi lo prendono per un Ufo. e ci credono, ahimè. Ebbene, lo ammetto, ci ho creduto anch'io, nel breve spazio di un'alba.
Sergio Ronchetti
Pagina 9
(03.01.1979) LaStampa - numero 2
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Autore: Sergio Ronchetti
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