@ shemsu_hor
Grazie mille per questa testimonianza diretta.
Sì, i due figuri ritratti nella chiesetta di S. Lorenzo, richiamanti Eraclito e Democrito, ovvero il filosofo che piange e il filosofo che ride, sono due rappresentazioni sconosciute di leonardo, plausibilmente di pochissimi anni più vecchio della raffigurazione di Bramante, datata 1487, in cui nella posizione di Eraclito (a sinistra, dunque, nel quadro del Bramante) è ritratto ancora Leonardo da Vinci.
L'abitudine di utilizzare l'8 come firma da parte di Leonardo deriva dal suo nome, ovvero Vinci, Vincius in latino... NODO!
Non a caso, nell'ultima cena, la firma sono i nodi alla tovaglia.
Lo stesso nodo in vita ai due personaggi che hai visto nella chiesetta di San Lorenzo.
Ma 8 ha anche significato di infinito, che nella simbologia esoterica assume un significato ben preciso.
La cartolina non ha nulla referente alla forma a V dell'albero, ma in realtà è una veduta di Vinci, il paese natale di Leonardo.
Un paio di ulteriori precisazioni: in Valchiavenna, laddove Leonardo pone il suo accento, palazzo Vertemati - Franchi, con sala degli zodiaci...

Io non sostengo che le montagne del cenacolo siano valtellinesi, ma v'è uno studio acclarato anche da Pedretti (il più famoso e riconosciuto studioso di Leonardo, ma con enormi pecche di attribuzione come detto, ad esempio, in merito al fiore della vita) identifica nella finestra di sinistra del cenacolo il campanile dell'abbazia di Piona, all'imbocco iniziale della Valtellina, e sicuramente interessante per i richiami architettonici e artistici che contiene.
Le salette attigue non han nulla a che vedere con Leonardo, anche se sono interessanti per due aspetti: il cilco esoterico dell'Ariosto e l'apertura su un ballatoio pieno di attestati di presenza, che dà su una saletta defilata con soffitto a ombrello...
