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Il nucleare in Italia
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MessaggioInviato: 22/04/2011, 04:59 
la radioattività in piazza S. Pietro

Il livello medio annuo di radioattività in piazza S. Pietro è di circa 7 mSv, dovuta ai suoi cubetti di porfido.
I lavoratori della centrale francese di Tricastin sono stati esposti ad una radioattività di 0,5 mSv, quattordici volte più piccola.
Sulla base di queste due osservazioni, sabato 26 luglio scorso Carlo Jean, dal Messaggero, ripreso dal sito http://www.legnostorto.com, ha concluso che: "Con le norme molto rigorose esistenti in materia, se il Vaticano fosse una centrale nucleare, il Papa andrebbe fatto evacuare immediatamente".
E' evidente che le cose stiano un po' diversamente da come le pone Carlo Jean.
Per capirlo, basta non fare confusione tra la dose di radioattività emessa in un anno, come quella dei cubetti di porfido in piazza S.Pietro, con quella assorbita dai lavoratori della Tricastin in un piccolo arco di tempo (immaginiamo una decina di minuti) e provare, quindi, a fare un po' di conti.

Se i lavoratori della Tricastin avessero assorbito la radioattività di 0,5 mSv, per l'appunto, per dieci minuti, è come se fossero stati esposti ad un livello annuo di 0,5x6x24x365 =26.280 mSv.

Viceversa, quegli stessi lavoratori della Tricastin, se negli stessi ipotetici dieci minuti fossero stati in piazza S. Pietro, avrebbero assorbito solo 7/365/24/6 = 0,00001 mSv, cioè una dose di radioattività 5000 volte minore di quella che hanno assorbito sul posto di lavoro.

Cioè i lavoratori della Tricastin, in Francia, sono stati esposti ad una radioattività 5000 volte più grande di quella emessa dai porfidi di piazza S. Pietro e non 14 volte più piccola, come si dedurrebbe dalla tesi sostenuta dall'articolista Carlo Jean.

Un altro certo Carlo Jean è il presidente della SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari Spa), che in esecuzione al decreto legislativo n. 79 del 16.03.1999 ha ereditato tutte le attività nucleari dell'ENEL e che, oltre ai cinque impianti del ciclo del combustibile, gestisce anche le quattro centrali nucleari italiane (Trino Vercellese, Caorso, Latina e Garigliano).

Non sarei meravigliato se i due Carlo Jean, l'articolista del Messaggero ed il presidente della Sogin, fossero la stessa persona.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=e34LFpbekEI[/BBvideo]

http://www.cittanuove.org/index_038.htm



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MessaggioInviato: 22/04/2011, 07:49 
Cita:
steve1965 ha scritto:

Continuerò come un martello a riproporre la mia domanda fino a quando qualcuno degli anti nucleari mi darà una risposta veramente fattibile , economicamente vantaggiosa sia nella progettazione , costruzione , resa e costo di manutenzione per la vita dell'impianto , costi ed eventuali oneri per lo smaltimento ed eventuali possibilità di riutilizzo e/o riciclaggio , impatti ambientali e relative ricadute sullo sviluppo economico ....
Anti nucleari , qual è la vostra idea per il fabbisogno energetico odierno e futuro ?????


Sempre che le multinazionali dell'energia non riescano, con il beneplacido di politici collusi e corrotti, ad insabbiare tutto ancora.... direi che siamo entrati ufficialmente nell'era dell'energia pulita ed illimitata. E che quella che tu ritieni come unica ed insostituibile risorsa energetica, non sia altro che qualcosa di altamente pericolodo ed altamente ABSOLETO.

La risposta al tuo quesito, quindi, è "Fusione Fredda".




Nucleare? Meglio la fusione fredda

Lunedí 07.03.2011 17:00

Di Gianni degli Antoni - da http://www.vglobale.it

Fonte: http://affaritaliani.libero.it/green/fu ... 60311.html

Ho conosciuto il prof. Focardi molti anni fa. Ero un giovane docente dell'Università di Milano dedito ad aiutare giovani ad acquisire competenze in Informatica. Da Fisico, Amavo la Fisica. I posti di lavoro in Fisica erano pochi. E quindi cercavo di rendermi utile in altro modo. Il prof. Focardi mi aveva capito. Stava facendo nascere un Corso di laurea in Scienze dell'Informazione a Cesena. M'invitò a tenere la prima lezione agli studenti del primo anno di quel corso, in fase di avviamento.

Da allora, sono passati molti anni, ho seguito come osservatore esterno gli sforzi scientifici del prof. Focardi, nel suo tentativo di spiegare le anomalie energetiche del Nikel impregnato di idrogeno. Il fenomeno era noto dal 1936, ma di fatto pochi, fra cui Focardi, lo avevano preso sul serio. La ricerca sul Nikel, e quella sulla così detta fusione fredda, è sempre state ignorata e considerata cattiva scienza da una parte del mondo accademico.

Anche Fleishman, uno degli iniziatori assieme a Pons della così chiamata fusione fredda, era informato del fenomeno. Me lo descrisse personalmente e tuttavia decise di abbandonare quel filone per varie ragioni. Il fenomeno nei suoi aspetti esterni era ben evidente. Il nikel in particolare condizioni si scaldava e manteneva il suo calore per molto tempo. L'assenza di spiegazione teorica induceva molti accademici a ignorare la cosa seppure segnalata da Focardi e altri. Il fenomeno poi era poco riproducibile. Il che lo rendeva di scarso interesse applicativo. Quel fenomeno entrava nella linea di quella produzione di calore che molti sognatori, anche ispirati da Giuliano Preparata di Milano, immaginavano come soluzione ai problemi energetici dell'umanità, in alternativa, ai combustibili fossili.

Energia infinita

Accanto al giudizio sulla cattiva qualità su quelle ricerche sorgeva anche una certa ostilità per le ricerche sulla fusione fredda, forse pilotata da oscuri sentimenti che non escludevano la realtà di quei sogni.

Tuttavia molti scienziati se ne occuparono, spesso di nascosto e con non poche difficoltà. I fondi dedicati a quel tema molto scarsi e certamente non pilotati da una lobby analoga ad altre ben presenti e forti nel mondo della ricerca e sviluppo. In Italia, sono stati pochi gli scienziati che hanno lavorato a quei temi. La loro costanza tuttavia ha dato esempio a molte iniziative in tutto il mondo. Iniziative, pubblicizzate solo da un giornale dal titolo «Energia Infinita». Inutile dire che lo leggevano gli appassionati (io sono fra quelli) e gli addetti. Mentre gli sforzi teorici di Preparata ed altri venivano costantemente screditati. Le linee di ricerca erano molte, spesso orientate a costruire un'immagine accademica al settore della Fusione Fredda: In fondo chi se ne occupava avrebbe voluto conquistare un posto nella Accademia oltre a regalare alla umanità un nuovo fuoco che veniva proposto come inesauribile e privo di scorie di qualsiasi natura.

La convinzione di molti era che la natura delle anomalie energetiche fosse di origine nucleare, ovvero conseguenza della frammentazione di nuclei di atomi con associata emissione di energia. Ma, come potevano i nuclei rompersi, ovvero, nel linguaggio dei fisici, come nascevano quelle reazioni nucleari? Il problema era di massimo interesse anche scientifico, ma negato da buona parte del mondo dei fisici nucleari per ragioni chiare ben comprensibili.

Infatti, per rompere dei nuclei occorre introdurre delle specie di bombe nei nuclei che, rompevano gli equilibri interni sviluppano, si potrebbe dire, dei terremoti nucleari, le cui conseguenze sono emissione di energia. Fenomeni ben conosciuti nel mondo della fisica delle stelle (anche sul sole) e in laboratori di ricerca. Le bombe che possono penetrare nei nuclei sono i neutroni, particelle grandi quanto un nucleo dell'atomo di idrogeno, ma senza carica elettrica. Essendo neutri, i neutroni possono superare la barriera elettrostatica che rende impossibile alle cariche positive di penetrare nel nucleo.

Per rompere molti nuclei occorrono molti neutroni, nel nikel chi genera quei neutroni? Il nikel ha una sua struttura metallica (cristallina). Certamente l'idrogeno sparso nel nikel perde elettroni. Ma diventano solo cariche positive che sono respinte dai nuclei e, solo a temperature di centinaia di milioni di gradi riuscirebbero a rompere nuclei.

Dunque emergeva un problema ancora molto discusso e con una varietà di spiegazioni, ancora non definitive! Qui un buon ingegnere fisico avrebbe potuto illuminarsi e concludere che avrebbe potuto usare il fenomeno, per produrre energia attraverso la rottura di nuclei atomici indotta dalla presenza dell'idrogeno nel nikel, accettando una qualche spiegazione sulla esistenza del fenomeno. Fenomeno, che sul piano sperimentale era seriamente indubitabile.

Un incontro fortunato

Così avvenne: il destino ha fatto incontrare Rossi con Focardi. La scintilla è nata.

Qui l'ingegno di un ingegnere accanto a un fisico ha fatto capire che si sarebbe potuto immettere un piccolo flusso di idrogeno nel nikel, alzare la temperatura dello stesso a un livello a cui il fenomeno della produzioni di «neutroni» o entità simili, avrebbe potuto verificarsi.

Occorreva rompere nuclei senza ricorrere ai fenomeni di reazione a catena noti nella ingegneria nucleare. Era opportuno introdurre corrette sostanze, preparate in modo da essere in intimo contatto con i «neutroni prodotti». Lì, la temperatura sarebbe aumentata per le reazioni nucleari: l'acqua fredda avrebbe tenuto la temperatura sotto controllo, ovviamente scaldandosi. Così grazie al destino incrociato di Rossi e Focardi, il fuoco di prometeo è stato acceso, come in una candela in cui lo stoppino brucia lentamente mentre assorbe la cera!

Ora è il tempo della saggezza. E il contesto è difficile, per tutti: Quel fuoco di Prometeo promette energia senza emissione di anidride carbonica, è certamente possibile la sua riproduzione industriale (già avviata in Grecia). Quel fuoco non produce scorie. Le poche radiazioni emesse si fermano con uno schermo di piombo del tutto simile a quello che protegge i radiologi negli ospedali. L'energia elettrica si produce facilmente a partire dal calore prodotto. Molte strade si aprono... veramente molte.

Alcune conseguenze

Si può così capire che il mondo dei combustibili fossili che stava accettando le nuove idee sulle energie alternative anche come conseguenza della percezione dei limiti delle risorse petrolifere, si possa preoccupare e continui a sperare in qualche bugia interessata di chi nega se non il fenomeno, la relativa utilizzabilità.

Ma alcune conseguenze vanno assunte subito:

- Si potrebbe ad esempio proporre di bloccare lo sviluppo di biocombustibili che utilizzino terreno agricolo. Gli incentivi di quelle attività potrebbero essere indirizzati verso impianti per la produzione di energia con il nuovo fuoco di Prometeo.

Le Nazioni Unite hanno già preso una decisa posizione contro la sostituzione di beni alimentari con la produzione di biocombustibili, in una situazione che, si sa, sta portando molti nel mondo, verso la fame.

- Si può progettare come la graduale sostituzione dei combustibili fossili con queste nuove fonti di energia, possa essere compensato con una forte riduzione delle tensioni internazionali grazie alla partecipazione di tutti, anche dei produttori di combustibili fossili. Questi dovrebbero prevedere una loro riconversione industriale.

- Si può valutare la conseguenza della disponibilità di energia sulla desalinizzazione dell'acqua, con possibile riduzione delle guerre per il futuro controllo delle risorse idriche.

Certo serve la buona volontà del mondo, tutto. In questo contesto, le Nazioni Unite possono svolgere la loro missione utopica: Accendere il fuoco di Prometeo per chi ne ha necessita e soprattutto impedire che i pompieri della violenza cerchino di spegnerlo.

Agli intellettuali spetta capire che una seria ingegneria basata sulla scienza e sulla sapienza dell'etica, può far sognare l'umanità, per un ritorno della bellezza.

E a chi crede che sia impossibile, forse vale la pena segnalare che lo stesso risultato si potrà ottenere anche per altre vie. La cultura sarà comunque il punto di partenza. La parola «cultura» tuttavia non potrà essere usata solo da chi ritiene di possederne il controllo. La cultura è difesa di tutti. Ed è patrimonio dell'umanità.

Questa nota è conseguenza di molti tentativi di capire la crisi, le sue cause e la possibilità di contribuire alla sua riduzione.

Ma senza la costante collaborazione di Vincenzo Valenzi nel monitorare le opportunità che la scienza può fornire questa nota non avrebbe potuto prendere la luce.

Un'immensa riconoscenza va riconosciuta agli scienziati italiani che hanno incoraggiato altri a rendere possibile una nuova pagina del mondo. Gli osservatori e i fan come il sottoscritto non possono non essere grati e felici di poter dire anche solo: c'ero anch' io!

(http://lnx.boriani.eu/gda/).


Un pensiero al Giappone

Dopo il Terremoto in Giappone, non si può che osservare in Silenzio quel grande paese. Molte cose ci hanno colpito. La calma e l'accettazione degli eventi. Non si poteva non notare che il personale nei supermercati impediva con propri gesti gli scaffali di cadere mentre la terra tremava. Certo ciò è un suggerimento per tutti. Per la superiorità dell'uomo nella lotta alle avversità. Così non possiamo non ricordare il senso del sacrificio del popolo giapponese nella costruzione di una industria importante che ha permesso loro di accettare la limitatezza del loro territorio e la totale mancanza di risorse. Non potevano per sopravvivere che trasformare altro in prodotti per tutti noi. A loro, noi tutti dobbiamo molto: la elettronica in primis. La presenza nucleare ne era la obbligata scelta. Come lo sarà ancora. Ma grazie anche alle loro ricerche sulla fusione fredda (Arata Iwamura Takahasi e altri) anche in associazione con ricerche di vari gruppi italiani (Rossi Focardi, Celani, ed altri). Il Giappone forse per primo al mondo saprà sostituire l'energia nucleare degli impianti nucleari tradizionali con nuove forme di energie rinnovabili, sempre nucleari, ma senza il timore di una radioattività da esplosione.






E' sufficiente come risposta?



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 22/04/2011, 11:07 
Certo che è meglio la "fusione fredda"; comunque, mettetevi d'accordo ...voi.[8)]



Il contrordine sul nucleare fa male alle Aziende e all'Italia

La scelta di abbandonare la filiera motivata dalla necessità di attendere una posizione ufficiale dell'Europa a riguardo della sicurezza dei reattori ignora alcuni aspetti essenziali del problema: Fukushima riguarda una tecnologia vecchia.

Contrordine compagni! Per anni abbiamo riso dei comunisti duri e puri, fedeli ai dettami del partito, che obbedivano ciecamente agli ordini dei capi salvo poi, quando arrivava il contrordine che indicava un atteggiamento opposto al precedente, acriticamente lo accettavano uniformandosi come se niente fosse perché il partito aveva sempre ragione. Oggi è accaduto questo a proposito del nucleare abolito senza una vera giustificazione scientifica o tecnica. Tutto nasce, o almeno questa sarebbe la motivazione ufficiale, dal dramma di Fukushima che ha giustamente fatto riflettere sulla scelta nucleare ma che, come al solito, è stato affrontato con l'attenzione all'emotività degli elettori e non in una visione di lungo termine a vantaggio del sistema paese. La scelta di abbandonare la filiera motivata dalla necessità di attendere una posizione ufficiale dell'Europa a riguardo della sicurezza dei reattori ignora alcuni aspetti essenziali del problema: Fukushima riguarda una tecnologia vecchia che, peraltro, ha tenuto al terremoto e che è venuta meno solo a causa dello tsunami e delle scelte improvvide di tenere pompe e generatori al suolo a ridosso del muro di contenimento delle acque. I tecnici giapponesi ci hanno appena informato che nel giro di sei mesi i reattori danneggiati saranno completamente sotto controllo ed inertizzati bloccando le fughe radioattive. La tecnologia dei reattori da istallare in Italia è di terza generazione, molto più avanzata e sicura; non c'è alcun contatto tra l'acqua presente nel nocciolo e quella usata per produrre elettricità.

Chiudendo definitivamente la filiera nucleare non affranchiamo il paese da eventuali rischi perché siamo circondati dalle centrali francesi, svizzere e slovene, e ogni eventuale radiazione non si arresta alle frontiere come avviene oggi con gli immigrati. Al contrario, possediamo capacità tecniche e professionali tali da garantire margini di sicurezza elevatissimi e, soprattutto, una sostanziale indipendenza energetica del paese rispetto alle fonti tradizionali che, ricordiamolo sempre, sono tutte inquinanti perché emettono costantemente veleni in atmosfera. Degli eventuali problemi economici che il Paese e le sue industrie dovranno affrontare per la cancellazione del programma nucleare non vale nemmeno la pena parlarne, sappiamo già che a pagare saranno i cittadini con un incremento dei costi delle bollette energetiche, come già accade per ripagare Enel dei costi della chiusura di Caorso e Montalto di Castro. Pantalone c'è abituato e non si lamenta più di tanto. Il vero problema sarà la continuazione delle condizioni oggettive di inferiorità nelle quali permarranno, oggi già ci stanno, le nostre industrie costrette a competere a livello globale con le ali piombate dal costo della bolletta energetica superiore dal 30 al 50 per cento di quella dei loro omologhi stranieri.

Ci sarà il rilancio delle rinnovabili e lo sviluppo della green economy? Belle parole e di sicuro effetto mediatico: ho i miei dubbi sulla realizzabilità di questo nuovo modello di sviluppo a tempi brevi. Basterebbe vedere cosa accade realmente quando sono presentati progetti di produzione energetica da fonti rinnovabili in giro per l'Italia; i veti incrociati tra amministrazioni locali e centrali sono molteplici perché nessuno si priva del piacere di utilizzare il suo diritto di veto, non fosse altro che per dimostrare che esiste e che conta: ne sanno qualcosa al Ministero dell'Ambiente che potrà raccontarci delle battaglie necesssarie a fare approvare progetti imporrtanti di interesse strategico per il paese. Di energia l'Italia ne ha bisogno subito ma questo nuovo modello di sviluppo, diffuso sul territorio, avrà bisogno di anni per essere interiorizzato ed accettato dalle amministrazioni competenti; non illudiamoci che tutto avvenga in un baleno. Peraltro le premesse non sono apparse confortanti visto il blocco degli aiuti al fotovoltaico sancito solo poche settimane fa. Avremo anche qui un «contrordine compagni»? Riuscirà il governo a calibrare il sostegno in maniera da renderlo efficace e non oggetto di operazioni clientelari e poco trasparenti come è spesso accaduto nel passato e come lo stesso Ministro Tremonti ha denunciato in alcune sue uscite pubbliche? Staremo a vedere; magari dopo le amministrative, se andranno bene e se sarà disinnescata la mina dei referendum, si potrà vedere il futuro più chiaro. Ci aspetteremmo però che si arrivi rapidamente ad un Piano Energetico Nazionale serio e credibile, e che, soprattutto, una volta definito e magari condiviso anche dall'opposizione, a questo ci si attenga. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico e a rimetterci cìè sempre il Paese, cioè noi e le generazioni future.


Ezio Bussoletti

http://www.iltempo.it/politica/2011/04/ ... eare.shtml



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MessaggioInviato: 22/04/2011, 11:40 
io il nucleare in mano agli italioti nn lo voglio.nn lo sanno gestire manco i giapponesi, mi immagino noi...
e cmq basta co sto nucleare...il cancro della terra...insieme all'uomo!


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MessaggioInviato: 22/04/2011, 12:32 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Certo che è meglio la "fusione fredda";
comunque, mettetevi d'accordo ...voi.[8)]


Noi? Noi chi?
Quelli che sono contro il nucleare?

Cita:
Contrordine compagni! Per anni abbiamo riso dei comunisti duri e puri, fedeli ai dettami del partito, che obbedivano ciecamente agli ordini dei capi salvo poi, quando arrivava il contrordine che indicava un atteggiamento opposto al precedente, acriticamente lo accettavano uniformandosi come se niente fosse perché il partito aveva sempre ragione. Oggi è accaduto questo a proposito del nucleare abolito senza una vera giustificazione scientifica o tecnica. Tutto nasce, o almeno questa sarebbe la motivazione ufficiale, dal dramma di Fukushima che ha giustamente fatto riflettere sulla scelta nucleare ma che, come al solito, è stato affrontato con l'attenzione all'emotività degli elettori e non in una visione di lungo termine a vantaggio del sistema paese. La scelta di abbandonare la filiera motivata dalla necessità di attendere una posizione ufficiale dell'Europa a riguardo della sicurezza dei reattori ignora alcuni aspetti essenziali del problema: Fukushima riguarda una tecnologia vecchia che, peraltro, ha tenuto al terremoto e che è venuta meno solo a causa dello tsunami e delle scelte improvvide di tenere pompe e generatori al suolo a ridosso del muro di contenimento delle acque.



Caro Ufologo..... Don Camillo e Peppone, con il nucleare, non c'entrano una mazza.
La questione è di buon senso.... e riguarda tutti, indistintamente.



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MessaggioInviato: 22/04/2011, 12:42 
La fusione fredda purtroppo è ancora un sogno, questo è il problema. [:(]



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MessaggioInviato: 22/04/2011, 12:44 
Cita:
Hynekeniano ha scritto:

La fusione fredda purtroppo è ancora un sogno, questo è il problema. [:(]


Questo è quello che vogliono farci credere.....



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MessaggioInviato: 22/04/2011, 12:44 
Italia: dopo nucleare rischia il referendum sull'acqua

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=162903



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MessaggioInviato: 22/04/2011, 12:47 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:
La questione è di buon senso.... e riguarda tutti, indistintamente.



TTE;
con quel "voi" intendevo tutti! Nel senso: arrangiatevi un po ... genericamente!
(Non essere sempre sul "chi va là", con me) [:D]



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Beh ... devo dire che il risultato del sondaggio parla piuttosto chiaramente: 33 contrari (94%) e 2 favorevoli (6%). Una maggioranza bulgara ... mm ... sarà mica un forum comunista [:0]


Ultima modifica di eSQueL il 22/04/2011, 13:27, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
eSQueL ha scritto:

Beh ... devo dire che il risultato del sondaggio parla piuttosto chiaramente: 33 contrari (94%) e 2 favorevoli (6%). Una maggioranza bulgara ... mm ... sarà mica un forum comunista [:0]



Hasta la victo........ ehm... scusate...

Volevo dire che sono contento del risultato e che il 6% dell'elettorato terrà sicuramente conto dei suggerimenti del restante 94%.
A patto che non siano strumentali, faziosi, e improntati ad un "non costruttivismo" che certamente non fa bene all'itaglia.



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E mi pareva non c'è fine al peggio.

La Cernobyl italiana: la centrale del Garigliano

Una ventina di anni fa alla centrale nucleare del Garigliano successe qualcosa. Mettendo a rischio un vasto territorio, dal Volturno al Circeo. Non molti lo sanno.

La centrale nucleare del Garigliano, articolo apparso sul n. 6 di Modus Vivendi, mensile della Federazione Naz.le dei Verdi

La Cernobyl italiana

I pericoli oggi sembrano scongiurati. Ma una ventina di anni fa alla centrale nucleare del Garigliano successe qualcosa. Mettendo a rischio un vasto territorio, dal Volturno al Circeo. Non molti lo sanno. Ma è possibile che ci sia stata anche una Cernobyl italiana. Una ventina di anni fa, nell’area del Garigliano. «E se anche non volessimo usare i toni della catastrofe come precisa Mauro Cristaldi, docente di anatomia comparata all’Università La Sapienza di Roma, gli effetti nefasti registrati nell’area sono innegabili e sufficientemente documentati».

La situazione OGGI

Tutto questo richiama in prima battuta quel rilascio di radionuclidi registrabile ancora oggi nelle aree incriminate (soprattutto Cesio-137). Anche se il tutto avviene in una misura che tanto l’esercente Enel quanto l’Anpa giudicano insignificante. Soprattutto considerando che in merito si tende non solo a rispettare il livello consentito di dosi rilasciate, il che equivarrebbe a compiere una scelta minimalista del tipo "facciamo il minimo indispensabile" quanto ad utilizzare in definitiva la migliore tecnologia esistente, in nome di un unico obiettivo: ottimizzare. Posizioni queste, fortemente ribadite dal capo del Dipartimento rischionucleare dell’Anpa, Roberto Mezzanotti. Il quale oltretutto rileva «come nell’individuazione del parametro adottato per le dosi massime non si è sottovalutata la potenziale concomitanza di altre fonti di contaminazione cui gli individui possono essere esposti nell’area». Ma se questo sarebbe l’oggi, dove per Mezzanotti «il problema più attuale resta quello della gestione dei rifiuti radioattivi e della sicurezza dei lavoratori addetti» (con relativa problematica del raffreddamento delle scorie), rimane il grosso punto interrogativo di quello che può essere accaduto in passato e nel corso di tutti questi anni in aree come quella del Garigliano, considerati oltretutto i tempi lunghi legati alla contaminazione da nucleare. «Con il grave sospetto anzi, riprende Cristaldi, di un’attenzione sui controlli che negli ultimi anni sembrerebbe essere scemata. Mentre la gran parte dei rilevamenti, di pertinenza dell’ente gestore, l’Enel, non appaiono in grado di fornire gli elementi necessari per sapere con certezza quale sia l’attuale stato di salute della zona. Anche perché ci sarebbe ancora chi parte dal falso postulato che, una volta chiusa la centrale, il problema sia in gran parte risolto.»

La situazione negli anni ’80

Da qui il ritorno a bomba a ieri e alla "Cernobyl di casa nostra". Che è la Madre di tutti i timori di contaminazione. Nell’occhio del ciclone l’area posta tra il Volturno e il Garigliano e che si estende tra le province di Latina, quella di Caserta e l’Abruzzo. Si tratta di quello stesso entroterra che si apre sul mar Tirreno con il golfo di Gaeta ed il promontorio del Circeo. Mare frequentatissimo d’estate... E sul quale, anche su questo, si apre l’ennesimo giallo. L’ambientazione si pone nell’anno 1983. Fu infatti allora che una lettera firmata da un tecnico dell’Enea e da altri due colleghi fu fatta recapitare all’avvocato Tibaldi di Formia (per via inusuale), senza nessuno scritto di accompagnamento e del tutto anonima. Nella lettera, che avrebbe dovuto circolare solo all’interno delle strutture preposte, si faceva riferimento alla necessità di considerare con attenzione lo stato di salute di quei 1.700 km2 di mare compresi tra il Volturno ed il Circeo e nei quali si sarebbe nel frattempo registrato un preoccupante livello di contaminazione da Cesio-137 e Cobalto-60. Tale da riconsiderare i rischi di balneazione, di inquinamento dei fondali e la sospetta tossicità di prodotti ittici e mitili (questi ultimi sono dei forti riconcentratori di scorie) provenienti dall’area. Mentre si richiedeva altresì un veloce intervento con apposite campagne radioecologiche. Tenendo conto infine del particolare effetto delle correnti, tali da portare il particolato lungo la penisola di Gaeta. Tutto scongiurato? «Il rischio non è azzerato, precisa Cristaldi, ed espone in modo particolare il personale residente nell’area, i pescatori e chi si alimenta di pescato.» Comunque, della lettera che avrebbe dovuto spingere gli amministratori locali a ben altra vigilanza, non si sarebbe avuta notizia senza lo strano giro che la portò nelle mani di Tibaldi. Operazione a cui fecero seguito prima le querele e poi l’assoluzione in istruttoria dello stesso avvocato di Formia sancita dal pretore di Sessa Aurunca. Insomma nessun reato di diffamazione a suo carico.

Il "CASO GARIGLIANO"

Ma c’era stato davvero un "caso Garigliano" tale da consigliare misure più rigorose di controllo e di intervento e che invece in buona misura mancarono? Nonché tali da preoccupare ancora per l’oggi, ad oltre vent’anni di distanza? I numeri di allora, «mentre quelli di oggi sono caratterizzati da una totale mancanza sul piano epidemiologico da non potersi escludere una colpevole sottovalutazione del rischio permanente» dice ancora Cristaldi che ricorda ancora come il collega Mastroiacomo dell’Università Gemelli tempo fa gli abbia segnalato l’impossibilità di continuare il monitoraggio sull’area, visto il totale esaurimento dei fondi sono di per sé eloquenti. Come quelli ufficiali emersi da un’inchiesta del 1981 sulle malformazioni congenite registrate nei vitelli allevati nella zona contigua alla centrale. E che segnalano un sospetto intensificarsi di malformazioni genetiche a partire dagli anni 1964/65 (perfetta coincidenza con l’apertura della centrale), con casi di ermafroditismo e anchilosi. Fino ad arrivare, nella sola fascia S.Castrese-Sessa Aurunca, ad una preoccupante percentuale del 3%. Il tutto accompagnato per intanto dalla chiusura della centrale in seguito al verificarsi di una serie di incidenti. «Avvenimenti sui cui effetti 10 anni dopo non esistevano studi specifici», puntualizza Tibaldi. Né più rassicurante appare il dato relativo alle malformazioni genetiche registrate sui neonati (19,57 %. nel 1984) e raccolto e archiviato ufficialmente dalla Usl Latina-6 di Formia, con casi di bambini anencefali registrati all’Ospedale di Minturno o il ciclopismo del I semestre ’84 presso l’Ospedale Civico di Gaeta. Scenario infine reso ancora più cupo dai dati Istat del settennio ’72-’78 sulla mortalità per tumore e leucemia nella piana del Garigliano, spaventosamente attestato sul 44,48% (21,63 in tutta la provincia di Latina) contro una media italiana di poco superiore al 7%. Ora, è vero che nel dicembre del 1987 gli elementi di combustibile irraggiato sono stati completamente trasferiti dal Garigliano presso l’impianto di fabbricazioni nucleari "Avogadro" di Saluggia riducendo all’1% la quantità residua di radioattività presente nell’impianto, ma non per questo il rischio nell’area può dirsi del tutto debellato. «Intanto perché, precisa ancora Cristaldi, non è un indicatore sufficiente per la sicurezza dell’area la riduzione della radioattività presente sull’impianto e poi perché sono le radiazioni di media e bassa attività quelle maggiormente indicative ed attive.» Cosicché mentre Tibaldi continua a tutt’oggi a denunciare casi di malformazioni "certificate" nell’area e a ricevere frequenti segnalazioni di casi analoghi, Cristaldi continua con forza a mettere in guardia da quanto «non risulterebbe in modo evidente sul fronte cancero-genetico e avrebbe quindi spinto ad abbandonare la ricerca epidemiologica in loco. Perché, conclude, il dato è meno controllabile e più facilmente confondibile di quanto si creda. Ma non per questo deve spingere a restare inerti ». Enzo Cilento Istituto Superiore di Sanità.. Niente allarmismi :sui possibili rischi All’Istituto Superiore di Sanità sono contrari a qualsiasi forma di allarmismo. In primo luogo il dottor Eugenio Tabet, dirigente di ricerca dell’Istituto. «Non va dimenticato, esordisce infatti, che fin dall’atto di autorizzazione concessa alle nostre centrali, erano specificatamente previsti un programma ed una rete di sorveglianza ambientale sufficientemente rassicurante. Con controlli periodici e sistematici che, so per certo, vengono ancora compiuti. Come accade in Emilia, a Caorso, e in generale ovunque, almeno in Europa Occidentale.» Da qui, secondo Tabet, la mancanza di rilevazioni e dati epidemiologici "scientifici" nelle aree specifiche «anche perché, aggiunge, a meno che non si verifichino incidenti, le centrali non liberano che quantità di radioattività ridotte ed a così modesto raggio da non dover preoccupare più di tanto. Considerando oltretutto che dovunque e comunque le dosi di radiazioni cui sono esposti gli esseri umani non sono mai uguali a zero». A chi del resto gli oppone cifre preoccupanti sull’insorgenza di patologie leucemiche e tumorali nelle aree nuclearizzate, Tabet risponde con un invito alla prudenza e con il fatto che «i casi di tumore ad oggi sono ovunque numerosi, purtroppo, e in crescita. Il che può facilmente mascherare e nascondere qualsiasi connessione causale tra presenza del sito nuclearizzato e crescita dei fenomeni patologici». Del resto anche l’Istituto superiore di sanità il suo appello lo ha lanciato. «Siamo stati tra i primi infatti ad aver sollevato il problema della "decommisioning". Noi e i radioprotezionisti. E anche se siamo contrari a qualsiasi clima apocalittico, chiediamo da tempo che si intervenga in merito. Il che, come suggeriscono anche le ultime mosse del ministro Bersani, mi sembra che stia avvenendo. Certo, suggerirei di intervenire con tempestività cercando intanto di tamponare la situazione. Magari prendendo in considerazione l’opportunità di utilizzare i siti nucleari già esistenti, riqualificandoli in depositi secondo le tecniche più sicure attualmente a disposizione.» Garigliano: La testimonianza dell’avvocato tibaldi..

Nella cinta del cratere

L’avvocato Marcantonio Tibaldi vive da sempre in un paesino vicino Formia, S.S. Cosma e Damiano, «in piena cinta del cratere», come dice lui. Cioè nel bel mezzo dell’area nuclearizzata del Garigliano. Laddove fin dai primi anni ’60 e poi fino all’8 agosto 1978 è stata attiva la centrale nucleare. Ed è dal 1959 che Tibaldi è consumato dal dubbio - poi diventato certezza pressoché assoluta per lui, che la presenza del nucleare abbia comportato enormi fattori di rischio per la salute. «Ciò cui abbiamo assistito in questi anni è spaventoso. -esordisce- infatti "La mortalità per leucemia e per cancro è aumentata in modo esponenziale in tutte e tre le regioni esposte alle radiazioni della centrale del Garigliano: in provincia di Latina, nel basso Lazio e in Abruzzo. Mentre tutto ciò che io sostengo e denuncio da tempo attende ancora una smentita da parte di chi pure dovrebbe sentirsi in dovere di rispondere: Enel, Enea e Ministero della Sanità. Il che vuol dire che mancano argomenti per zittirmi.» Del resto quei dati raccolti negli anni ’83 e ’84 e poi pubblicati in due volumi derivano da un’osservazione diretta del territorio oltre che da quanto l’Istat veniva rendendo noto negli stessi anni. «Faccio qualche esempio. -riprende- A San Castrese, in provincia di Caserta, i casi di mortalità per tumore sono passati dall’1,8% del ventennio ’44-’64 all’11,4% di quindici anni più tardi. A San Cosimo e Damiano (Lt) si è passati nello stesso periodo dal 6,8% al 16%. A Minturno dal 5,6% al 10,6%. A Formia infine dal 7,21% all’11,41%.» «Quello che posso dire -prosegue l’avvocato pontino- è che non c’è famiglia nell’area del Garigliano che non abbia dovuto assistere a questa ecatombe anche all’interno del proprio nucleo. Come quella famiglia di San Cosimo in cui ben 8 componenti su 9 (mentre anche il nono si è già ammalato) sono morti per cancro. Senza trascurare il fatto che ai bambini dell’area di Formia ammalati di leucemia e a consulto presso il professor Mandelli viene ripetuto di continuo dal famoso luminare che si tratta delle stesse patologie riscontrate nell’area di Cernobyl.» Tibaldi che ancora ricorda i primi casi di malformazioni genetiche riscontrate nel bestiame di sua proprietà agli inizi degli anni ’60, non intende comunque abbandonare la sua lotta. E anzi dopo aver pubblicato Lettere ai giudici sulla centrale del Garigliano senza riceverne risposta, ha ancora un bel po’ di domande da porre. Circa «gli esperimenti che portarono alla chiusura della centrale del Garigliano e che fecero criccare la centrale» precisa; o circa gli scarichi radioattivi della centrale della Casaccia direttamente nella rete fognaria. Anche se questo gli ha procurato non poche noie, anche legali. «Ma io non ho paura. E anzi mi muovo soprattutto per quel senso civico ed umanitario che mi deriva da anni di ricerche e dall’esperienza diretta di quel che ho visto accadere in quest’area e nella mia famiglia. Perché in questo tempo ho visto andarsene allo stesso modo i miei cugini e un fratello, oltre che un gran numero di amici. Mi sembra abbastanza.»

RADIAZIONI PERICOLOSE

Naturale tendenza dei radionuclidi è entrare nei processi della crescita e nella catena alimentare concentrandosi fortemente negli organismi viventi. Mentre non vanno sottovalutati imprevedibili effetti sinergici con altri agenti nocivi: dalle altre installazioni produttive ai pesticidi.

I radionuclidi pericolosi

Il Trizio, che si sostituisce all’idrogeno dell’acqua.Il Cesio-137, che si concentra nei muscoli. Lo Stronzio-90, che si sostituisce al calcio nelle ossa e nel midollo. Il Cobalto-60, che tende invece ad accumularsi nei visceri. Senza contare i radionuclidi del Plutonio e quegli altri che, emessi a bassissime concentrazioni di partenza, poi tendono a concentrarsi negli organismi viventi. Nel latte (I-131), nel sangue e nel pescato (Fe-59 e P-32). Con tanto di frequenti mutazioni indotte nelle cellule germinali. EFFETTI DELLE PICCOLE DOSI Se in passato la comunità scientifica ha sempre rassicurato circa i danni da radiazioni in "piccola dose" di centrali e centri di ricerca, da qualche anno sono sotto accusa anche le emissioni di "piccole dosi". Queste, frazionate nel tempo, provocano processi riparativi soggetti ad errori da parte delle cellule che hanno ricevuto la piccola dose. Così la rottura del Dna passa inosservata e viene trasmessa all’organismo come "naturale". Da qui rallentamento nella crescita, diminuzione di difese immunitarie e di resistenza alle sostanze tossiche, minor tempo di vita, insorgere di tumori anche a grande distanza cronologica dal periodo di somministrazione.

RADIAZIONI DI "SCARICO"

In ogni caso le centrali nucleari, anche a regime normale, emettono radiazioni ionizzanti che vengono espulse dal camino della centrale. Pur in presenza di appositi filtri. Il camino nucleare della centrale del Garigliano in funzione, per esempio immetteva nell’atmosfera 120.000 metri cubi di effluvi aeriformi ogni ora. Si trattava di vapori trattati da filtri posti alla base del camino. Filtri efficaci al 99,97%, secondo fonti Enel ed Enea. Mentre il restante 0,03% veniva espulso in stato di non purificazione. Per un volume globale di 36 metri cubi di sostanze radioattive aeriformi liberate nell’ambiente circostante ogni ora. Metri cubi che ovviamente diventano milioni se si moltiplicano per i 15 anni (1964-1978) in cui la Centrale è stata attiva. Il Centro di ricerca della Casaccia (una ventina di chilometri a Nord di Roma) viaggia invece a 90.000 metri cubi l’ora.

http://www.girodivite.it/La-Cernobyl-it ... trale.html



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MessaggioInviato: 22/04/2011, 16:58 
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Thethirdeye ha scritto:

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La fusione fredda purtroppo è ancora un sogno, questo è il problema. [:(]


Questo è quello che vogliono farci credere.....




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Thethirdeye scrive :
"....E che quella che tu ritieni come unica ed insostituibile risorsa energetica, non sia altro che qualcosa di altamente pericolodo ed altamente ABSOLETO. "

Scrivi senza leggere quello che ho scritto evidentemente perchè ho scritto chiaramente che sono contro il nucleare , ho solo riportato altri punti di vista che erano favorevoli per fare un confronto e vedere se si poteva fare un confronto ragionevole e costruttivo come iniziato con Bliss , Hynekiano e Zacmck e non polemicamente come fai tu punzecchiando in continuazione ! [;)]
Quello che avrei piacere di trovare normalmente in questo come in altri forum è l'unione di intenti per una soluzione che torni utile a tutti e non un continuo contrapporre ed accusare le proprie posizioni e credenze a quelle di altri come assolute e totalitarie .
Spererei di poter continuare a dialogare e confrontare dati , posizioni , esperimenti , anche errori di politici ed esponenti pubblici per capire una volta per tutte che anche visioni diverse possono produrre cose utili e poi , per concludere , in tutto il nostro universo conosciuto , gli opposti si attraggono , vero ???!!! [:D] [:D] [:D] [:D] [:D] [:D]



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Cita:
steve1965 ha scritto:

Thethirdeye scrive :
"....E che quella che tu ritieni come unica ed insostituibile risorsa energetica, non sia altro che qualcosa di altamente pericolodo ed altamente ABSOLETO. "

Scrivi senza leggere quello che ho scritto evidentemente perchè ho scritto chiaramente che sono contro il nucleare , ho solo riportato altri punti di vista che erano favorevoli per fare un confronto e vedere se si poteva fare un confronto ragionevole e costruttivo come iniziato con Bliss , Hynekiano e Zacmck e non polemicamente come fai tu punzecchiando in continuazione ! [;)]
Quello che avrei piacere di trovare normalmente in questo come in altri forum è l'unione di intenti per una soluzione che torni utile a tutti e non un continuo contrapporre ed accusare le proprie posizioni e credenze a quelle di altri come assolute e totalitarie .
Spererei di poter continuare a dialogare e confrontare dati , posizioni , esperimenti , anche errori di politici ed esponenti pubblici per capire una volta per tutte che anche visioni diverse possono produrre cose utili e poi , per concludere , in tutto il nostro universo conosciuto , gli opposti si attraggono , vero ???!!! [:D] [:D] [:D] [:D] [:D] [:D]


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