Sono l'ex Learco Pignagnoli, che ha ripreso il vecchio nickname Trystero che usavo nel veccihio forum...
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Riccardo Magnani ha scritto:
Penso sia opportuno riportarvi la mia replica....
(...)
Riguardo il planisfero (perché definirlo mappamondo è errato), vorrei precisare alcuni fatti elementari, che ne disconoscono completamente il rimando all’esemplare di Caspar Vopel richiamato, già da me ampiamente criticato.
Innanzitutto, la datazione riportata in calce al planisfero di Teglio: 1459, anno in cui nasce l’accademia neoplatonica fiorentina, istituzione voluta da Cosimo de Medici cui tutto il palazzo, e non solo la Sala della Creazione si rifà.
Cosa c'entra l'accademia neoplatonica (su questo argomento consiglio il libro di Panofsky
Studi di iconologia, che contiene due corposi capitoli sul neoplatonismo) con una data su un planisfero? Chi lo ha dipinto giocava agli indovinelli coi posteri? Si immaginava che dopo cinque secoli qualcuno finalmente avrebbe decifrato il suo
cryptex? Questa sceneggiatura fumettistica lasciamola al
Codice da Vinci.
Il fatto, perché è un fatto, è che quel planisfero riproduce una concezione del mondo inimmaginabile nel Quattrocento. Non solo per i continenti raffigurati, per quella striscia di terra che si prolunga all'interno del Pacifico (che Vopel riprende dalla carta di Oronce Fine del 1531), per la presenza dello stretto di Magellano che sarà scoperto, per l'appunto, da Magellano nel 1519, per la costa occidentale dell'America del Sud che sarà esplorata solo dopo il viaggio di Magellano, per la dicitura
Terra Australis Incognita che tanti cartografi misero sulla Terra Del Fuoco che fino al 1615 non si sapeva fosse un'isola ma si pensava fosse parte dell'immenso continente australe ancora sconosciuto... Qualsiasi studio sulla storia della cartografia chiarirebbe le idee anche ad un allievo delle scuole medie.
Dire che quel planisfero è stato immaginato, disegnato, dipinto da Leonardo nel Quattrocento è come dire che Bach ha musicato
Il Flauto Magico, che Wiligelmo è l'autore delle sculture del Duomo di Milano, che Dante ha scritto
Amleto.
Per non parlare del fatto che i cicli pittorici di tutte e tre le sale affrescate di Palazzo Besta, compresa quella della Creazione, derivano dalle illustrazioni di libri pubblicati alla metà del Cinquecento E che lo stile pittorico è quello della fine del Cinquecento, non quello, diversissimo, dell'arte di un secolo prima, tantomeno quello di Leonardo.
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In secondo luogo un particolare dai più sottaciuto, poiché non ne comprendono il pieno significato (cosa che non sfugge al sottoscritto): la colorazione del Mar Rosso di rosso. Questo particolare, presente in gran parte della cartografia rinascimentale, non compare nel planisfero di Caspar Vopel.
Il planisfero di Vopel, così come quasi tutte le carte geografiche del Cinquecento, è una stampa tratta da incisioni su legno. Era stampato con un solo colore, che poi poteva essere o non essere acquerellato successivamente, a seconda dei gusti dei clienti.
Cita:
come le scritte sul planisfero di teglio siano apposte in un secondo tempo, al pari di altri particolari che ognuno dei vostri lettori può vedere da solo nella immagine che vi inoltro.
Visto che ipotizzi spesso che quella sala sia stata ritoccata più volte dopo la realizzazione... chissà quando è stato colorato in rosso quel Mar Rosso? Dall'artista originale o da uno dei successivi ritoccatori?
Cita:
A tal fine, mi piace rispondere con una citazione: “Io non condivido affatto le tue idee, ma sono disposto a lottare fino alla morte perché tu abbia la libertà di esprimerle” (Voltaire).
Mi piacerebbe che questo diventasse lo spirito che impregni la nostra società nel domani, cosa che oggi è fortemente minata.
Quella frase famosa, in linea di massima condivisibile ma troppe volte usata come alibi da chi diffonde esecrabili ideologie e tesi negazioniste,
non l’ha mai né scritta né pronunciata Voltaire.
L’autrice è Evelyn Beatrice Hall che scrisse « I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it». Evelyn Beatrice Hall mise, a torto, tra virgolette la frase in due opere da lei dedicate all’autore di
Candido, in seguito la frase attribuita a Voltaire venne ripresa dal "Reader’s Digest", rivista diffusissima negli USA, e divenne presto popolare. L’autrice riconobbe espressamente che la citazione in questione non era autografa di Voltaire, in una lettera del 9 maggio 1939, pubblicata nel 1943 nel tomo LVIII dal titolo
Voltaire never said it (pp. 534-535) della rivista "Modern language notes" (John Hopkins Press, 1943, Baltimore), ma ormai il cammino nell’immaginario collettivo era avviato e così ce la trasciniamo pure ai nostri giorni.
Vedi che sarebbe sempre meglio informarsi prima di fare delle affermazioni basate sulle "informazioni convenzionalmente accettate" che in una intervista hai affermato essere le tue fonti principali?
A proposito di informarsi studiando la storia dell'arte e l'iconografia...
Nella tua pagina di Facebook hai postato questa immagine (non so se è un particolare di Palazzo Besta come le altre immagini che hai inviato là) con questo commento: "
La prova di un legame con l'antico mondo egizio, e il disconoscimento della figura di Cristo?".
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67 KBMi dispiace, ritenta, avrai più fortuna.
Quella è una croce papale a tre traverse. Se avessi cercato, non dico in una biblioteca nei libri sull'iconografia cristiana, ma anche semplicemente nel web, avresti trovato moltissimi altri esempi.
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5,41 KBQuello che provo a questo punto è: sgomento.