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MessaggioInviato: 01/05/2011, 12:34 
Trentino. I preti negli ospedali costano 763 mila euro


TRENTO - Nel 2010 l'Azienda provinciale per i servizi sanitari ha speso quasi 5 milioni di euro in consulenze. Ai 2 milioni e mezzo erogati nel primo semestre si aggiungono ora i 2 milioni e 415 mila euro stanziati nel secondo semestre. Se nei primi sei mesi l'incarico più costoso fu quello da 435 mila euro assegnato all' Azienda ospedaliera universitaria di Verona per rinnovare le convenzioni per prestazioni di neurochirurgia, anestesia e rianimazione, chirurgia della mano ed analisi di laboratorio, dal primo luglio in poi la consulenza più cara è risultata quella da 170 mila euro affidata all' Unità sanitaria locale di Este (Padova) per una convenzione per eseguire prestazioni di anestesia e rianimazione dall'1 aprile 2010 al 31 marzo 2011.

A spiccare, tuttavia, sono gli undici incarichi per l'espletamento nel 2011 del servizio di assistenza religiosa cristiano cattolica negli ospedali di tutto il Trentino che per l'Azienda provinciale per i servizi sanitari comportano un esborso complessivo di 763 mila euro. Si tratta di convenzioni siglate con l'Ordinario diocesano di Trento. Nel dettaglio, sono stati stanziati 136.782 euro ciascuno per il servizio reso da don Cornelio Carlin , responsabile della Cappellania dell'ospedale S. Chiara di Trento e rettore della chiesa di S. Chiara, dai padri Renzo Roccabruna e Renzo Tavernini , assistenti spirituali all'ospedale S. Chiara di Trento.

All'ospedale di Arco il servizio viene prestato da suor Mariagrazia Compagnin per 82.527 euro e da suor Kurian Mathai Kalliyadiyil per 45.855 euro. Altri 68.391 euro a testa sono stati stanziati per l'assistenza religiosa svolta da don Walter Rizzi , cappellano del Centro traumatologico Villa Igea di Trento, e dal padre francescano Pietro Stablum , padre guardiano del convento di Pergine e assistente all'ospedale di Trento.
(Articolo completo sull'Adige in edicola)



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MessaggioInviato: 01/05/2011, 15:46 
Allora, Bliss (visto che parli di preti) da quando gli ospedali (inventati dal cristianesimo insieme a tante altre cose) sono diventati ...AZIENDE, ti sbattono fuori come niente (per non parlare del trattamento ...).[:(!]



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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:07 
Se perfino lui s'incacchia ...! [xx(]



Napolitano sbotta: siete degli ipocriti.



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Il presidente furioso con il suo ex partito: "Adesso serve un Paese unito". Dal governo notizie di Gheddafi vicino alla caduta.


Alla fine anche lui ha perso la pazienza. E al Quirinale nel bel mezzo delle celebrazioni ufficiali per il Primo maggio (una festa che per Giorgio Napolitano non è proprio una festa qualunque), il presidente della Repubblica si lascia scappare uno sfogo amaro: «I miei richiami sono accolti con ipocrisia istituzionale». Con chi ce l'ha? Con tutti, spiega chi frequenta spesso il Quirinale. Dice Napolitano: «È sufficientemente chiaro il bisogno - sono ancora le sue parole - che io avverto già da tempo, di un richiamo alla durezza delle sfide che ci attendono e già ci incalzano. Sembra quasi talvolta, che l'accogliere oppure no, il far propri sinceramente o no quei miei richiami, sia una questione di galateo istituzionale o un esercizio di ipocrisia istituzionale». Quindi la stilettata: «Ma è ai fatti e alle conseguenti responsabilità che sempre meno si potrà sfuggire - insiste il Capo dello Stato - senza mettere a repentaglio quel qualcosa di più grande che ci unisce, quel comune interesse nazionale, che non è un ingannevole simulacro, senza finire per pagare prezzi pesanti in termini di consenso». Poi Napolitano aggiunge: «Mi domando, ed è una domanda che può riferirsi anche alle relazioni tra le forze politiche: è inevitabile l'attuale grado di conflittualità, è impossibile l'individuazione di interessi e impegni comuni? Si teme davvero che possa prodursi un eccesso di consensualità, o un rischio di cancellazione dei rispettivi tratti identitari e ruoli essenziali?».

Che cosa porta il presidente della Repubblica a un richiamo così duro? Per una volta non sembra che i fulmini siano scagliati contro Silvio Berlusconi: forse mai come in questa circostanza i due appaiono in linea, assieme sul fronte libico. Il primo bersaglio è il Pd.. Napolitano, e questo non è un mistero, avrebbe voluto che non fosse stata presentata alcuna mozione sulla partecipazione italiana ai bombardamenti a Gheddafi. Proprio per mostrare un Paese, in evidente difficoltà sul piano internazionale, quanto mai compatto. Almeno in questa circostanza. E da Pierluigi Bersani aveva avuto rassicurazioni che il suo partito, il partito dalle cui file proviene, non avrebbe presentato mozioni. Ma nel Pd ormai è guerra più che a Misurata. Il capogruppo alla Camera Dario Franceschini ha presentato un testo, il capogruppo in commissione esteri Giorgio Tonini, veltroniano, segue una sua linea ancora più interventista, al Senato nessuna mozione. Massimo D'Alema, quello più in sintonia con il Colle, era più orientato a non presentare testi. Di Pietro, da fuori, soffia sul fuoco e sfida il Pd a vedere se voterà con il governo, cercando così di lucrare qualche voto. Forse al Colle si aspettavano anche tempi più diluiti, ma Fini ha fatto di tutto per calendarizzare la questione Libia con eventuale voto già la settimana prossima.

Del centrodestra non ne parliamo. La Lega, che pure era sembrata sulla linea del Quirinale, ha presentato addirittura un suo testo chiedendo una data di scadenza per i bombardamenti come se fossero yogurt. Fonti dell'intelligence hanno dipinto un quadro molto più chiaro. La missione della Nato in Libia non durerà tanto tempo. Esperti militari assicurano che tutto non supererà le due settimane. Innanzitutto perché l'operazione ha costi altissimi. Si parla di circa 300 milioni di euro al giorno. Che vanno sì ripartiti tra tutti i Paesi membri ma comunque alla lunga sono una spesa enorme che difficilmente può essere ancora sostenuta a lungo. Poi Gheddafi appare aver perso il controllo di larga parte del suo Paese e anche delle milizie. Ogni trattativa è naufragata quando i ribelli si sono mostrati disponibili ad accettare persino un successore indicato dal Colonnello a condizione che non portasse lo stesso cognome: insomma, tutti ma non un figlio. Ipotesi che Gheddafi ha rigettato e dunque chiudendo a qualunque ipotesi di mediazione.

Tra i suoi non si contano più le defezioni. Di fronte a tutto ciò, di fronte pure all'ennesima minaccia del Colonnello, l'Italia dovrebbe apparire unita. E invece la politica è alle prese con guerre tra partiti, dentro i partiti, attraverso le correnti. Tutti a cercare di lucrare qualche voto in più a Pontecurone piuttosto che a Ozegna, a Palazzago piuttosto che a Carugate, a Codogno piuttosto che a Ficarolo, a Pontremoli piuttosto che a San Severino Marche, a Roccasecca piuttosto che a Morlupo. Facile immaginare lo stato d'animo di Napolitano.


Fabrizio dell'Orefice


http://www.iltempo.it/politica/2011/05/ ... riti.shtml


Ultima modifica di Ufologo 555 il 01/05/2011, 18:11, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:09 
Il sindaco di Firenze attacca i sindacati: "Fatturano centinaia di milioni di euro e non rappresentano i giovani trentenni. Sono la coperta di Linus della sinistra"

I sindacati? Organizzazioni "con un sacco di soldi", che "non riescono, magari non per colpa solo loro, a rappresentare i ragazzi e le ragazze", anche se ricorda che "c'é chi perde il lavoro a 50 anni". E comunque il sindacato resta la "coperta di Linus della sinistra". L'ultima "vittima" del rottamatore Matteo Renzi sono proprio i sindacati. Il primo cittadino di Firenze, intervenuto oggi a "In 1/2 ora" su Rai3 in collegamento con due lavoratori precari, difende la scelta di aver consentito l'apertura dei negozi del centro storico di Firenze il Primo maggio e non lesina stoccate ai sindacati che, ha detto fra l'altro, "fatturano centinaia di milioni di euro" e "rappresentano per il 54% i pensionati che hanno uno spazio. Ma chi ha 30 anni non lo ha".

Non si tratta però, ha spiegato, di un attacco al sindacato in quanto tale: "Quando dico che occorre dimezzare i parlamentari non attacco il Parlamento. Quando dico che oggi sono troppi i cittadini che hanno permessi sindacali non offendo i sindacati. Ma in questo momento storico non si può continuare a considerarlo un totem ideologico, la coperta di Linus della sinistra". "Mettetetivi in gioco, non solo stando in una organizzazione che si è occupata più dei garantiti piuttosto di chi non lo è", ha detto ai due giovani precari in collegamento durante la trasmissione.

Quanto alla polemica dei giorni scorsi con il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, Renzi ha ricordato che sono "tanti i sindaci che hanno dato la possibilità, non ai centri commerciali, ma ai negozi nei centri storici di tenere aperto. Non ho capito perché la polemica solo su Firenze". "Anche se, subito dopo quella polemica - ha poi detto - sono partiti tre scioperi: nel trasporto pubblico, al Mammio musicale fiorentino e al teatro della Pergola. A pensare male si fa peccato, però...". Qualche volta ci si azzecca.


http://www.ilgiornale.it/interni/renzi_ ... comments=1



finalmente un sinistorso che parla fuori dai denti,chi lavora la pensa cosi'gia' da tempo ,speriamo che riesca anke a rottamare,quel vecchiume da burocrati della ex piazza rossa che ankora pervade il pd [:246] [:253] [:261]


Ultima modifica di ubatuba il 01/05/2011, 18:11, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:24 
pure Veltroni si è stufato di Ciancimino: "Le sue accuse andavano prima verificate.




La sua carriera di oracolo, tv e antimafia, è sfumata. Persino Walter Veltroni, che se lo è pure ritrovato fianco a fianco ad Annozero, scarica Massimo Ciancimino, il figlio del sindaco boss di Palermo juke box preferito dei pm anti-Cav finito in disgrazia, in galera, con l’accusa di calunnia aggravata all’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. E nel frattempo, cosa che addolorerà Massimuccio certo di più del niet dell’ex leader del Pd, c’è un ritorno di fiamma delle indagini che a Ciancimino jr piacciono meno: quelle sul patrimonio plurimilionario del padre, quell’impero economico che lui ha investito in mezzo mondo e che ha tutelato in ogni modo, guardandosi bene, lui che parla e straparla di tutto e tutti, dal fare ritrovare.
L’altolà di Veltroni a Ciancimino jr e a chi ha fatto di lui una specie di guru mediatico infallibile è arrivato da un’intervista al Foglio: «Le dichiarazioni rese dai pentiti e dai collaboratori di giustizia – ha detto l’ex leader Pd – non vengano utilizzate senza essere prima accuratamente verificate. In passato mi sono ritrovato una volta ad avere a che fare anche in tv con Massimo Ciancimino.

Lo dissi allora in diretta e lo ripeto oggi senza alcuna paura: i pentiti sono uno strumento fondamentale della macchina della giustizia ma le loro parole non possono essere considerate “verità assolute” solo perché fanno comodo a qualcuno, a intermittenza a seconda della convenienza politica».

Una bocciatura netta. Ma Ciancimino jr per ora ha cose ben più serie a cui pensare. All’inchiesta per aver calunniato De Gennaro e per l’esplosivo nascosto nel giardino di casa a Palermo si aggiunge ora una nuova grana, quella che forse lui teme di più: il ritorno di attenzione sull’immenso patrimonio paterno, che lui ha cercato di salvare occultandolo in mezzo mondo: in Romania, con il business dei rifiuti stimato tra i 300 e i 500 milioni di euro, già scoperto nel 2005 dalla Procura di Palermo ma che adesso sarà scandagliato ulteriormente; in Spagna, con l’affare della metanizzazione; e poi in Russia, Ucraina, Portogallo, Svizzera, Usa, tutti i luoghi individuati nell’inchiesta per riciclaggio per la quale Ciancimino junior è stato già condannato due volte, a 5 anni e 8 mesi in primo grado e a 3 anni e 4 mesi in appello. Sulla Romania, e sugli interessi in «Agenda 21 sa», l’azienda rumena che si occupa dei rifiuti, i pm di Palermo sono pronti a nuove indagini.

Lo annuncia il procuratore Francesco Messineo, pur rimarcando che di storia vecchia si tratta, visto che il 25% della holding riconducibile a Ciancimino è stata sequestrata dai pm già nel 2007. Ma c’è un altro appuntamento imminente che a Massimuccio fa paura: il prossimo 11 maggio la sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, si pronuncerà sul patrimonio già confiscatogli al processo per riciclaggio, circa 60 milioni di euro. Un brutta botta per un «personaggio enigmatico», così lo hanno definito i giudici nella sentenza d’appello, «intenzionato a salvare una parte di quella ricchezza (in altra parte dissolta in spese rilevanti e consumistiche abbandonandosi a lussi sfrenati) così tanto agognata».
http://www.ilgiornale.it/interni/pure_v ... comments=1



se pure il buon walter ne ha le scatole piene........ [:261] [:255] [:81]


Ultima modifica di ubatuba il 01/05/2011, 18:28, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:27 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Allora, Bliss (visto che parli di preti) da quando gli ospedali (inventati dal cristianesimo insieme a tante altre cose) sono diventati ...AZIENDE, ti sbattono fuori come niente (per non parlare del trattamento ...).[:(!]


Infatti quella della privatizzazione è una scommessa perduta. Ci aspettavano tutti che la privatizzazione portasse l'efficienza, invece abbiamo scoperto che i profitti non si traducono in servizi e che che l'unica cosa migliorata è la capacità di alcuni di spartirsi i dividendi...
Non ho capito però cosa c'entrano i preti...



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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:31 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Trentino. I preti negli ospedali costano 763 mila euro



Ah, non lo so; l'hai scritto .... tu! [:D]



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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:34 
Si. Denuncia degli sprechi... un'ospedale ha bisogno di medici infermieri e personale sanitario...invece si taglia su queste risorse e si pagano i preti.. non ho capito la correlazione con la questione della privatizzazione.



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Che quando erano in mano ai religiosi (come pochi rimasti) funzionavano molto meglio ...


Ultima modifica di Ufologo 555 il 01/05/2011, 18:37, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:40 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Che quando erano in mano ai religiosi (come pochi rimasti) funzionavano molto meglio ...


certo cmq ora sono aziende che se non attive chiudono,senza pensare che in questosistema di burocrazia che pervade il sistema sanitario,in tanti intascano,mentre i degenti sono quelli che ci rimettono,anke la vita [:(!]


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MessaggioInviato: 01/05/2011, 18:47 
umm...continuo a non capire...gli ospedali religiosi sono rimasti religiosi. Una legge di qualche tempo fa li ha semplicemente equiparati alle strutture pubbliche. MA sono della chiesa e restano in mano alla chiesa. Massi, nu' merare pe cogghiere [;)]...



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MessaggioInviato: 01/05/2011, 19:24 
[8)] Avevo fatto una semplice ... constatazione! [:I]



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MessaggioInviato: 04/05/2011, 19:52 
Dopo il fango,......... Santoro alla sbarra "Ha manipolato le intercettazioni"Michele a processo: accusato con altri 2giornalisti di diffamazione aggravata contro deputato Pdl

Per ora è un’onda di ritorno. Se diventerà uno tsunami, questo ancora non lo si può dire. Di certo c’è che Michele Santoro, Sandro Ruotolo ed un collega del Fatto quotidiano, Antonio Massari, dovranno offrire una spiegazione convincente al giudice monocratico di Catanzaro: che li processerà per diffamazione aggravata dell’ex senatore Giancarlo Pittelli, oggi deputato del Pdl. Nessuna udienza preliminare: il 26 settembre prossimo, nell’aula B del palazzo di giustizia, inizierà il processo vero e proprio dal momento che il pubblico ministero, il dottor Paolo Petrolo, ha chiesto la citazione diretta a giudizio dei tre indagati. E il presidente della I sezione penale, Giuseppe Neri, l’ha disposta fissandone tempi e modi. Perciò la spiegazione dovrà essere convincente.

Santoro, Ruotolo e Massari dovranno difendersi dall’accusa di aver assemblato stralci di intercettazioni, captate sul cellulare di Pittelli durante le indagini "Poseidone" e "Why Not" dell’ex pm De Magistris, manomettendo la realtà. Non solo: pure la relativa docu-fiction, cioè uno di quei siparietti con attori dispensati da AnnoZero per render tutto più cinematografico, sarebbe stata costruita facendo un collage tra fatti, circostanze e persone. Le uniche cose che si capirono durante la puntata del 18 dicembre 2008, furono che l’avvocato Pittelli diceva al telefono cose che lo inchiodavano alla colpevolezza, che intratteneva rapporti con personaggi sospetti e che, dulcis in fundo, fra lui e tre milioni di euro in viaggio per la Svizzera, c’era un diretto collegamento. Eppure gli atti giudiziari, nonostante fossero ancora coperti da segreto, parlavano in un’altra lingua. Dice il sostituto procuratore nella richiesta che i tre «mandavano in onda filmati, riportavano e commentavano esiti di intercettazioni telefoniche, nonché esiti di altri procedimenti penali, in modo assolutamente avulso dalla realtà, anche processuale». Due verità tradite, insomma: quella processuale, perchè finanche le carte dicevano il contrario, e quella reale, perché era stato tutto costruito artificialmente.

Quella sera l’ignaro telespettatore sentì Ruotolo dire: «Pittelli parla con uno degli indagati dicendo "…se non trovano i soldi finisce tutto qua"…». Subito dopo va in scena il fanta-movie nel quale si vedono due finanzieri su un treno in viaggio per la Svizzera che bloccano due passeggeri con una borsa contenente 3 milioni di euro in contanti. Si trattava dei signori Mercuri, padre e figlio. Sempre l’ignaro telespettatore capisce che tra Pittelli e quel danaro c’è un rapporto diretto e preciso. Santoro dirige l’orchestra, Ruotolo esegue, Travaglio si eccita e Massari, commentando, rincara la dose: «L’ipotesi che emerge dall’analisi dai tabulati sarebbe che stiano portando i soldi all’estero perché si vuol fare sparire traccia di qualcosa, da cui l’intercettazione di cui sopra». Infine, si vedono alcuni passaggi dove un consulente di De Magistris, l’ex ispettore Bankitalia Pietro Sagona, parla di «strane movimentazioni bancarie di Pittelli per due milioni». Inutile dire che Pittelli fu indagato pure per riciclaggio.

Messa così, verrebbe voglia di ammanettare chiunque all’istante. Ma, scava e scava, vien fuori altro secondo i magistrati. E cioè: Pittelli parlava al telefono con il cugino (Benedetto Arcuri) tra l’altro neppure indagato, dicendo «O trovano qualcosa di consistente, chessò, danaro o altro, o la procura fa una figura allucinante». Come in effetti è stato. I due tizi beccati con i soldi erano parte di un’altra inchiesta che non c’entrava niente: la procura di Verbania, tra l’altro, archiviò pure il caso perché non c’era materia penale. E Pittelli stesso era stato, nel frattempo, scagionato dall’accusa di riciclaggio: cose che si guardarono bene dal riferire i tre indagati durante Annozero. Quella di Catanzaro non è l’unica grana per Santoro e Ruotolo: anche alla procura di Lamezia giace, inspiegabilmente inevaso dal gennaio scorso, un analogo procedimento intentato da Antonio Saladino, il "perno" dell’indagine-flop chiamata "Why Not". E sempre per la puntata del 18 dicembre. Per le altre, c’è ancora tempo. Mettersi in fila.

di Peppe Rinaldi



http://www.libero-news.it/news/728715/E ... ioni_.html

[:278] [:266] [:266] [:45] [:265]


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QUESTI SI' CHE SONO GIORNALISTI SERI ...[8D]


<h2>Concita fa la maestrina ma ha 176 milioni di debiti</h2>

(di Paolo Bracalini)


Immagine

Maxi causa di sei banche contro l’ex partito dei Ds. Se il Pd riuscirà a defilarsi, toccherà allo Stato coprire parte del buco da record.



Roma.
La premessa per un inciucione tra gli ex missini di Fini e gli ex Pci di Bersani è pessima, visto che l’avvocato che segue la maxi causa contro l’ex partito editore dell’Unità è Girolamo Bongiorno, cattedratico parlermitano padre di Giulia, legale e braccio destro del leader cosiddetto futurista. Il professore assiste un pool di banche (tra cui colossi come Intesa San Paolo, Unicredit, Bnl) in credito con l’ex partito dei Ds, per una cifra spaventosa: 176 milioni di euro. Finora gli sforzi per recuperare i soldi sono stati vani, ma siamo alle strette perché un’udienza è fissata (come racconta Rosario Dimito sul Messaggero) tra due settimane circa. I debiti risalgono a tre tranche di finanziamenti, il primo nel 1988, gli altri nel ’93 e poi nel ’94.

Di mezzo c’è anche la presidenza del Consiglio, in qualità di garante «solidale», in virtù della legge sui contributi pubblici all’editoria. Significa che se parte dell’attuale Pd (quello erede del patrimonio ma anche dei guai dei Ds) riuscirà in qualche modo a defilarsi, sarà lo Stato a dover rispondere in sede esecutiva, accollandosi una fetta dei debiti che ora le banche rivendicano. Tecnicamente si chiama «escussione della garanzia della Stato», in soldoni si tratta del rimborso dei debiti dovuti dall’Unità, trascinati fino ad oggi.

Leggi tutto: http://www.ilgiornale.it/interni/il_deb ... comments=1


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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 05/05/2011, 14:16 
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Ufologo 555 ha scritto:

<h2>Concita fa la maestrina ma ha 176 milioni di debiti</h2>



Che spettacolo....



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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