<h3>Stragi mafia, Brusca: "Berlusconi non c'entra"!</h3>
Il pentito smonta il teorema sul coinvolgimento di Berlusconi e Dell'Utri nelle stragi di mafia: "Con mio cognato parlavamo di Berlusconi e dell’Utri e io gli ho detto che non c’entrano niente con le stragi". Poi conferma la trattativa tra Stato e mafia: "Il destinatario finale dell'offerta era l'onorevole Mancino"
Firenze - Il pentito Giovanni Brusca smonta il teorema. "Con mio cognato parlavamo di Berlusconi e dell’Utri e io gli ho detto che non c’entrano niente con le stragi". Brusca lo ha detto nell'aula del tribunale di Firenze deponendo come teste al processo sulle stragi del 1993. Brusca ha citato una conversazione di poco tempo fa "quando sono stato accusato di riciclaggio". Secondo Brusca, Marcello dell’Utri e Silvio Berlusconi non c’entrano perchè "la situazione è ancorata al passato". Brusca ha poi spiegato di non aver fatto, prima, i nomi di Ciancimino e dell’Utri per "evitare strumentalizzazioni" e ha aggiunto che il nome di Mancino come "committente finale" lo aveva già fatto nel 2001 al pm fiorentino Chelazzi e nei mesi scorsi ai magistrati di Palermo.
Dopo l’uccisione di Falcone, Totò Riina consegnò un "papello", un foglio di richieste, all’allora ministro degli Interni Nicola Mancino. Lo ha detto il pentito Giovanni Brusca durante il processo a Francesco Tagliavia per le stragi del 1993. Brusca, che preferisce parlare di "un’offerta" piuttosto che di una "trattativa" ha precisato di non aver visto il papello, ma di sapere "quali erano le richieste: la revisione del maxi processo, l’applicazione della legge Gozzini, la legge sulla confisca". Il boss di Cosa Nostra non avrebbe poi riferito quale fosse "il tramite", ma solo il destinatario finale, "e fece il nome dell’onorevole Mancino, allora ministro dell’Internò". Il papello sarebbe stato recapitato quando, nelle parole di Riina riportate da Brusca, "finalmente si sono fatti sotto". Quanto all’esistenza di una "trattativa" vera e propria tra Mafia e Stato, Brusca ha risposto alle domande del giudice Nicola Pisano, ripetendo che "per quel che mi riguarda, la base di tutto era il maxi-processo. Tutto il resto e il 41 bis è diventato in base agli sviluppi". La richiesta di attenuare o eliminare il regime di carcere duro sarebbe venuta "dopo Borsellino", ha aggiunto: "in quel momento" si collocherebbe "la cosiddetta trattativa, quest’offerta che arriva da Riina, per quelli che sono i miei ricordi". Il 41 bis sarebbe dunque diventato un aggravante dal punto di vista dei mafiosi. In particolare, Brusca ha fatto cenno ai "maltrattamenti nelle carceri": "c’erano sempre stati i maltrattamenti nei racconti degli uomini d’onore più anziani -ha risposto a una domanda del giudice- ma questa volta erano violenze generalizzate a Pianosa e l’Asinara. Con questo - ha concluso Brusca - non voglio giustificare o accusare".
http://www.ilgiornale.it/interni/stragi ... comments=1(Visto che in pochi leggono "IL GIORNALE" ... ma già! Brusca racconta il vero solo quando parla contro il "nano" ....)
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)