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Le tasse, Bleffort? Da quando in qua il "Politburò" paga le ... TASSE!?? (Chiedilo ai vecchi compagni ...) [;)]
Anzi, chiedetelo ai contadini di "Baffone"! (Quelli che sono ... rimasti!)


Ultima modifica di Ufologo 555 il 17/05/2011, 21:09, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/05/2011, 21:08 
Cita:
bleffort ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

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Ufologo 555 ha scritto:

[quote]eSQueL ha scritto:

rotfl ... attento Massi, perché di questo passo rischi di farti venire un coccolone [:246]



MI SA CHE IL "COCCOLONE" VERRA' A VOI CON LE NUOVE TASSE !!!!


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....ma u-555 la sinistra nuove tasse quanto mai.......non si e' mai visto la sinistra mettere POCHE TASSE [:278] [:55] [:268]

La Sinistra li deve mettere le tasse,se no che Sinistra é!!!
PERO' SOLO HAI RICCONI dai 200.000 euro in sù all'anno,se nò cadrà rovinosamente di nuovo. [;)] [^]

[/quote]

in effetti le tasse e ha sempre messe da amato(lacrime e sangue) a visco,ma guarda caso ai soliti fessi........ [:51] [:39] [:258]


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MessaggioInviato: 18/05/2011, 06:01 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

MI SA CHE IL "COCCOLONE" VERRA' A VOI CON LE NUOVE TASSE !!!!



Le imprese tartassate dalle tasse
L'Italia è maglia nera in Europa


18/11/2010 (11:54) - LO STUDIO DELLA BANCA MONDIALE

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp

A pesare i contributi sul lavoro

ROMA Italia al primo posto in Europa per peso delle tasse sulle imprese. Il peso complessivo di tributi nazionali e locali e dei contributi sociali è del 68,6%, il più alto tra i Paesi europei e tra i più alti al mondo.

La media europea è del 44,2% e quella mondiale del 47,8%. È quanto emerge dallo studio «Paying Taxes 2011» realizzato dalla Banca Mondiale e dalla società di consulenza PwC (PricewaterhouseCoopers).

Su 183 Paesi esaminati dal dossier, l’Italia risulta al 167/o posto, ovvero tra i Paesi in cui complessivamente è più pesante il carico del prelievo. A pesare particolarmente sono le tasse sul lavoro che rispetto al tasso complessivo del 68,6% rappresentano il 43,4% del carico.





Informati Ufologo, prima di infarcire i topics con questi luoghi comuni.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 18/05/2011, 17:26 
Luoghi comuni, TTE ? Ti sei dimenticato Prodi, Amato, Visco ...ecc ...[8)]



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MessaggioInviato: 18/05/2011, 17:51 
OMOFOBIA, TESTO BOCCIATO.

CARFAGNA FURIOSA COL PDL

Mercoledì 18 Maggio 2011 - 16:23



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ROMA - La Commissione Giustizia della Camera ha bocciato il testo unificato sull'omofobia messo a punto dalla relatrice Paola Concia (Pd). Contro il testo hanno votato i deputati del Pdl, della Lega e e dei Responsabili. L'Udc si è divisa: Luisa Santolini e Roberto Rao hanno votato contro, mentre Lorenzo Ria si è astenuto. Il provvedimento è stato respinto con 26 no e 17 sì.

Il Pd ha quindi chiesto che si ritornasse al testo originario, quello firmato da Antonello Soro (Pd). E sarà questo che verrà esaminato dall'aula della Camera il prossimo 23 maggio. Ieri la relatrice del testo Paola Concia aveva inviato a tutti i componenti della Commissione Giustizia della Camera una lettera nella quale ricordava che la proposta di legge era all'esame della Camera da 959 giorni; che era già il frutto di una mediazione politica; che si trattava di rispetto dei diritti umani fondamentali. «Questa non è una legge degli omosessuali - aveva scritto Concia - nè di una riserva indiana. È una legge di civiltà che appartiene a tutta la collettività, come ha ripetuto più volte il nostro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».

Ed è proprio l'appello lanciato ieri dal capo dello Stato in occasione della Giornata contro l'omofobia, che, secondo la Concia, «è stato del tutto disatteso dalla maggioranza». Durante la votazione, il Pdl, non ha accettato che fosse Alessandra Mussolini a sostituire un esponente berlusconiano assente. «E questo - sostiene la parlamentare - perchè sapevano benissimo che io avrei votato a favore di questo provvedimento». «Quella di oggi - commenta la parlamentare del Pd Barbara Pollastrini - è una pagina cinica, disumana e all'insegna dell'inganno visto che il Pdl continua a sostenere che contro questo testo erano già state votate le pregiudiziali di costituzionalità». «Cosa falsa - conclude - perchè il provvedimento per il quale erano state votate le pregiudiziali era un altro e parlava più in generale di 'orientamento sessuale' e 'identità di genere'. Ora invece, nel testo della Concia, si parla di 'omofobia' e 'transfobia'».

CARFAGNA: PERSA UN'OCCASIONE «Il Popolo della libertà, col voto di oggi in Commissione, ha perso un'occasione. Il testo, infatti, non prevedeva il reato di omofobia, ma introduceva aggravanti per i reati commessi a scopo discriminatorio; una norma di stampo europeo. Voterò a favore del provvedimento non appena arriverà in Aula». Così il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, dopo il voto in Commissione alla Camera.

http://www.leggo.it/articolo.php?id=122335


(Sono perfettamente d'accordo con la Carfagna: le persone TUTTE devono essere RISPETTATE)



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MessaggioInviato: 18/05/2011, 17:56 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Luoghi comuni, TTE ? Ti sei dimenticato Prodi, Amato, Visco ...ecc ... [8)]


...e non dimenticarti di tommaso padoa schioppa..........quello dei bamboccioni,con le tasse che inventava altro che bamboccioni.... [:246] [:255] [:261]


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tra bamboccioni e fannulloni poca differenza c'e'...... http://forum.fuoriditesta.it/notizie-po ... lloni.html



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MessaggioInviato: 18/05/2011, 18:58 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Luoghi comuni, TTE ? Ti sei dimenticato Prodi, Amato, Visco ...ecc ... [8)]


No no... e chi se li dimentica quelli.... [:246]

Intendevo dire che - DATI ALLA MANO - il governo attuale
non è stato da meno. Tutto qui.



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MessaggioInviato: 18/05/2011, 19:53 
ECCO CHI CI VUOLE "BENE" ....[8)]



Dopo il fallimento delle elezioni Fini rischia di perdere pure il Fli

Ai ballottaggi il Terzo Polo non appoggerà alcun candidato.

Nel Fli scoppia il caos. A Milano Urso e Ronchi pronti a strappare: Fini convoca l'assemblea nazionale

Immagine

In vista dei ballottaggi a Milano e Napoli il Terzo Polo decide di non appoggiare nessun candidato. Palmeri: "Un cambiamento nei confronti di chi ha governato finora ma che non è certo Pisapia". Ma le colombe fremono e preparano lo strappo. Fini è costretto e convocare per venerdì mattina l’assemblea nazionale del Fli. Il Pdl fa il mea culpa e punta a recuperare i voti dei moderati. Pressing sul programma di Pisapia che vuole costruire la moschea e propone di dare case ai rom

http://www.ilgiornale.it/



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MessaggioInviato: 18/05/2011, 19:54 
......QUESTO E'L'ARTICOLO X ESTESO......CASO MAI........

ELEZIONI 2011 mercoledì 18 maggio 2011, 17:41 Dopo il fallimento delle elezioni Fini rischia di perdere pure il FliE
In vista dei ballottaggi a Milano e Napoli il Terzo Polo decide di non appoggiare nessun candidato. Palmeri: "Un cambiamento nei confronti di chi ha governato finora ma che non è certo Pisapia". Ma le colombe fremono e preparano lo strappo. Fini è costretto e convocare per venerdì mattina l’assemblea nazionale del Fli. Il Pdl fa il mea culpa e punta a recuperare i voti dei moderati. Pressing sul programma di Pisapia che vuole costruire la moschea e propone di dare case ai rom con gli altri lettori de ilGiornale.it


- Recuperare i voti dei moderati. E' questa la mission del centrodestra per contrastare l'avanzata della sinistra. Il Terzo Polo lo sa, ma decide di non sostenere un canditato sindaco ai ballottaggi di Milano e Napoli. Mani libere: è questa la linea uscita dal lungo "conclave" che ha visto i vertici del Terzo Polo confrontarsi, per tutto il giorno, con i candidati sindaco. Manfredi Palmeri e Raimondo Pasquino decidono quindi di non decidere: non appoggeranno né Giuliano Pisapia, che è riuscito a raccogliere sia i voti del piddì sia i consensi della sinistra radicale, né il sindaco uscente Letizia Moratti; né l'Idv Luigi De Magistris, che nel capoluogo partenopeo ha azzerato il Partito democratico, né il pdl Gianni Lettieri. Nessuna scelta di campo, appunto.

Nonostante il risultato magro ottenuto alle amministrative, la triade Fini, Casini e Rutelli sceglie di andare avanti per la propria strada. "Chiunque pensi di creare divisioni nel terzo Polo in vista dei ballottaggi e nei futuri mesi dell’attività parlamentare è meglio che cambi programma". Il leader del Fli, Gianfranco Fini, detta la linea del Terzo Polo al termine di una lunga giornata di lavoro: la coalizione decide di non decidere e la scelta è rimessa nelle mani dei candidati che, però, scelgono di non apparentarsi. Sia Palmeri che Pasquino hanno spiegato che non vogliono ruoli di sottogoverno: "Il nostro programma resta la nostra stella polare".

A Milano, però, il malessere delle colombre rischia di far esplodere Futuro e Libertà. Dopo il flop alle amministrative (il partito non ha sfondato oltre il 2%), adesso Fini rischia di perdere altri pezzi. Eppure va avanti, a testa bassa, a inseguire la linea dura dettata da Bocchino e Granata. Lo stesso Palmeri rifiuta di appoggiare la Moratti spiegando che "i cittadini hanno votato Fli per far nascere un cambiamento, un cambiamento nei confronti di chi ha governato finora ma che non è certo Pisapia". Una decisione che potrebbe scontentare chi, all’interno di Fli, auspicava che il partito appoggiassse la Moratti. Si tratta in particolare di Andrea Ronchi ed Adolfo Urso, ai quali Fini, nel corso della conferenza stampa del Terzo polo sui ballottaggi, replica indirettamente, sollecitato dalle domande dei giornalisti. "Bocchino - annuncia ilo presidente della Camera - ha giustamente convocato per venerdì mattina l’assemblea nazionale di Futuro e libertà che aprirà con una sua relazione". Un vertice per ratificare la scelta del non appoggio esplicito a nesuno dei due candidati. "A quel punto - puntualizza il leader del Fli - la scelta sarà ratificata dalla maggioranza e diventerà vincolante per tutti".

Sebbene Fini assicuri che non vi sarà alcun apparentamento, il presidente centrista Rocco Buttiglione non è così netto ma invita ad una riflessione attenta: "Il clima è positivo tra noi, anche perché una fase delicata da gestire con grande saggezza. E' vero - ammette - che c’è una valenza politica in queste elezioni, ma bisogna anche pensare al bene delle comunità locali". Proprio a Napoli, infatti, il dialogo non è del tutto chiuso. Venerdì pomeriggio, i rappresentanti cittadini del Terzo Polo, insieme allo stesso Pasquino, sottoporranno a de Magistris e Lettieri le cinque priorità programmatiche su cui il Terzo Polo porrà l’accento in relazione al secondo turno elettorale che decreterà il futuro sindaco di Napoli

E il Pdl? Non resta certo a guardare. Anzi, torna all'attacco. Secondo il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, "gli elettori di centrodestra delusi hanno voluto mandare un segnale molto forte di disagio nei confronti dell’azione del governo, dell’amministrazione milanese, di critica nei confronti della situazione economica". Il centrodestra dice di aver capito e vuole correggere il tiro. Proprio per questo, nelle prossime due settimane, la Moratti dirà quanto fatto in cinque anni puntando a "smascherare" il programma di Pisapia. "Ce la vogliamo giocare e siamo convinti di poter giocare perché la sinistra - conclude Formigoni - non ha guadagnato un voto e noi vogliamo riportare alle urne i nostri delusi". Ne è profondamente convinto anche il leghista Matteo Salvini che, dopo aver chiesto scusa ai milanesi, spiega che "Pisapia ha fatto benissimo il suo lavoro" mentre la Moratti avrebbe dovuto parlare "delle cose fatte e da fare".

Il Pdl e la Lega vogliono quindi svelare qual è la Milano che vorrebbe Pisapia per recuperare il consenso dei moderati: per riuscirci evidenzieranno le posizioni estremiste del candidato della sinistra. D'altra parte per Paolo Glisenti, che guiderà la comunicazione della Moratti nella volata al ballottaggio, assicura che la vittoria non è un miracolo: "Lavorando sodo si può fare tutto...". Si parte quindi dalle proposte di Pisapia. "Se prendiamo il programma a pagina 27 - spiega Salvini - leggiamo che Pisapia vuole costruire un grande centro di cultura islamica. Dove?". E ancora: "Cosa vuol dire che il problema dei rom va risolto con l'autocostruzione di case? Quanto alle entrate, si privilegerà il prelievo e il consumo sulla città: che significa? Chi paga di più, perché?". Domande alle quali Pisapia ha il dovere di rispondere e alle quali il Terzo Polo non dovebbe restare indifferente.

La Moratti può fare facilmente leva anche su tutti i successi ottenuti in cinque anni di buon governo. Mentre la maggior parte dei Comuni del paese sono stati colpiti dalla crisi economica, la Moratti può vantare di amministrare l'unica città senza addizionale Irpef, di aver mantenuto il prezzo dell'acqua ai livelli più bassi di tutta Italia, abbassato la tassa sui rifiuto ed evitato la tassa di soggiorno per i turisti. Anche nel sociale, l'amministrazione Moratti è riuscita a raddoppiare il numero di anziani assistiti a domicilio dai volontari e a garantire libri di testo gratuiti per gli alunni delle elementari e delle medie. Grazie al lavoro svolto dal vicesindaco Riccardo De Corato, invece, i reati sono diminuiti - nel giro di soli tre anni - di quasi il 50 per cento. Anche il mercato del lavoro ha avuto un fortissimo stimolo. Basti citare la vittoria nell'assegnazione dell'Expo 2015 che garantirà oltre 60mila posti di lavoro all'anno.

Proprio sui risultati della Moratti e sulle politiche di Pisapia sarà puntata la campagna elettorale fino al ballottaggio. Il centrodestra ha, infatti, ancora una decina di giorni per recuperare il voto dei moderati e convicere l'elettorato centrista a dare il proprio appoggio alla Moratti. Un'impresa tutt'altro che difficile.

http://www.ilgiornale.it/elezioni_2011/ ... comments=1



P.S. cosi'la prox assemblea nazionale la faranno in una delle poche cabine telefoniche esistenti nel territorio nazionale.....poca spesa poca resa [:278] [:279] [:273]


Ultima modifica di ubatuba il 18/05/2011, 19:57, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/05/2011, 01:38 
Travaglio PWNED bel pietro [:o)]

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=Wl47Onz3VOg[/BBvideo]


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MessaggioInviato: 20/05/2011, 12:32 
SARANNO STATI ROSSI SONO ATTUALMENTE ROSAINTENSO O ARANCIONE SBIADITO CMQ NEL LORO DNA NON E' CAMBIATO NULLA,IL LORO PROGRAMMA E'CHIARO ........<h2>tasse</h2>



Pisapia è il nuovo Visco: Milano, alzerà le tasseIl candidato di sinistra si prepara al salasso dei concittadini. Ed è pure più ipocrita dell'ex ministro di Prodi: raddoppio dell'Ici sulle seconde case e uffici, aumento di imposta sui rifiuti e poi caccia grossa al contribuente con le super-spie informatiche

UNA super banca dati fiscale per incrociare redditi, tenori di vita, proprietà immobiliari e imposte versate. Aumento- in alcuni casi anche il raddoppio- della tassa di circolazione nel centro città per residenti, pendolari e turisti. Ritocco delle imposte ecologiche, e revisione della tassa di smaltimento dei rifiuti. Aumento del debito pro capite della popolazione attraverso l’emissione di Boc. Sembrerebbe l’agenda di governo di Romano Prodi quando era in gran spolvero il tassatore numero uno della sinistra, Vincenzo Visco. E invece è la griglia programmatica di Giuliano Pisapia per governare la città di Milano. Un po’ sintetica nel programma ufficiale di coalizione, quelle 33 pagine distribuite in campagna elettorale. Ma assai più chiara nei documenti serviti a quella sintesi, elaborati dalla squadra di Pisapia fra fine gennaio e i primi di febbraio nei gruppi e sottogruppi dell’officina del programma, assai simile a quella Fabbrica ideata da Prodi che poi si rivelò essere la vera griglia programmatica del suo sfortunato governo 2006-2008.

Così mentre proprio ieri la sua rivale diretta, Letizia Moratti, ha annunciato l’abolizione del contestato Ecopass (la tassa di circolazione nel centro città) per tutti i residenti -e votanti- a Milano. Pisapia invece lo vuole aumentare in media del 50% e in alcuni casi anche raddoppiare. Anche qui lo dice in modo poco diretto come tenta di fare in tutto il programma. Spiega che oggi ci sono 3 classi 3,4 e 5 che pagano rispettivamente 2,5 e 10 euro. E propone: “la rimodulazione dell’ecopass/congestion charge dovrebbe avvenire in base al Co2 emesso e in base alla frequenza di utilizzo (un abbonamento dovrebbe costare meno di un utilizzo saltuario)”. Si chiarisce ancora di più nel passaggio successivo: “le entrate di 11 milioni di euro annui potrebbero aumentare a 15-16 milioni di euro”. Cioè la tassa di ingresso verrebbe aumentata in media del 50 per cento. Il riferimento al CO2 sembra una preoccupazione squisitamente ecologica: facciamo pagare di più le auto più inquinanti. E’ detta così perché gli elettori un po’ confusi penseranno a Suv e macchinone dei ricconi.

E invece è l’esatto contrario le macchine più inquinanti non sono quelle, dotate di tutti i filtri e dispositivi ecologici possibili e immaginabili. Sono invece le auto più vecchie, guidate dai più poveri, che non hanno i soldi per cambiare veicolo. Quasi tutti gli altri comuni di Italia- sapendolo- preferiscono vietare l’ingresso alle auto più inquinanti in certe aeree cittadine, ponendo barriere in stazioni della metropolitana e convogliando i cittadini su servizi pubblici potenziati. Pisapia invece usa la ricetta più semplice del mondo: tassare i più poveri.

Poi arriveranno altre tasse, quelle sulla casa. Ci fosse stato ancora Visco al governo, con Pisapia a Milano sarebbe stata a rischio anche la prima casa. Per fortuna dei meneghini a palazzo Chigi c’è Silvio Berlusconi che appena arrivato a tolto agli italiani la tassa sulla prima casa di abitazione, spesso gravata da mutui decennali. Così le mire del tassatore cortese, del Visco milanese saranno rivolte su tutti gli altri immobili: seconde case (che a Milano spesso sono una piccola fonte di reddito lasciata in eredità dalla famiglia) e uffici, tanto per contrastare il declino e rilanciare l’economia. La ricetta Pisapia è un pizzico più ipocrita di quella Visco. Non aumenterà le aliquote Ici. Ma otterrà lo stesso risultato “rivisitando” gli estimi catastali per “aggiornare” l’accatastamento delle proprietà immobiliari. Il candidato della sinistra milanese ha una sola certezza: “arriverà maggiore gettito grazie a una più corretta rappresentazione del valore della proprietà”. I milanesi sanno come tutti gli italiani tradurre facilmente dal politichese: più entrate per Pisapia significa più tasse su seconde case e uffici da pagare per loro.

Terza offensiva sul fronte fiscale è presa tale quale dal programma di Visco, solo in parte realizzato a livello nazionale. Vi ricordate il Grande fratello fiscale di cui si parlava nel 2006? Quella superbanca dati in cui incrociare proprietà immobiliari, dichiarazioni dei redditi, indicatori dei tenori di vita, imposte pagate? Quella che provocò un pandemonio e in parte naufragò dopo le polemiche seguite dalla decisione di Visco di mettere on line una notte i redditi di tutti gli italiani per provocare invidia e spingere alla delazione fiscale? Bene, in piccolo quello è il progetto elaborato da Pisapia per Milano. In un documento si propone di incrociare “i dati catastali con quelli dei proprietari degli immobili e quelli di chi paga la Tarsu”, in un altro si aggiungono anche gli elenchi di chi paga addizionali locali, raggiungendo una “mappatura per rilevare potenziali evasioni fiscali” e intervenire di conseguenza. La direzione opposta a quella che sta prendendo il governo nazionale. Proprio ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha riconosciuto che l’Agenzia delle Entrate ha esagerato un po’ nei controlli fiscali, annunciando una riforma delle ganasce fiscali che scattano oggi con troppa facilità.


http://www.libero-news.it/news/742797/Pisapia_è_il_nuovo_Visco__Milano__alzerà_le_tasse.html


[:278] [:276] [:55] [:273]


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Sbugiardato da sempre; poi ... .

(Figuriamoci con le 119 perquisizioni della G. di F.se non avessero trovato qualcosa per il ..."nano"!)


Dell'Utri assolto dal reato di estorsione: "Il fatto non sussiste"

La decisione dei giudici della corte d'appello di Milano. L'accusa era aggravata dalla finalità mafiosa.

I giudici della prima sezione della Corte d'appello di Milano hanno assolto Marcello Dell'Utri dall'accusa di tentata estorsione con l'aggravante mafiosa "perché il fatto non sussiste". Dell'Utri era accusato di aver cercato di estorcere denaro, insieme al boss mafioso Vincenzo Virga, anch'egli assolto con la stessa formula, ai danni dell'ex patron della pallacanestro Trapani, Vincenzo Garraffa. L'assoluzione e' arrivata al termine dell'appello-tris dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio una precedente sentenza di secondo grado.

I LEGALI "L'assoluzione di oggi del senatore Dell'Utri servirà anche per il processo di Palermo, dove c'è stata una condanna in Appello a 7 anni di reclusione anche perchè erano stati fatti riferimenti molto negativi a questa vicenda che adesso sono stati spazzati via dal verdetto". Lo dicono gli avvocati Pietro Federico e Giuseppe Di Peri, commentando la sentenza con cui la corte d'Appello di Milano ha assolto Dell'Utri e il boss Vicenzo Virga (all'ergastolo per altri fatti, nrd.) dall'accusa di tentata estorsione ai danni dell'imprenditore Vincenzo Garraffa ex paqrlamentare repubblicano. "Noi non avevamo mai avuto dubbi, e ora dopo 4 processi arriva la giustizia, una sentenza di assoluzione di questi tempi conta molto", aggiungono i legali i quali però sono sicuri che la procura generale di Milano ricorrerà in Cassazione, che così dovrà esaminare la vicenda per la terza volta.


http://www.iltempo.it/interni_esteri/20 ... refresh_ce


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MessaggioInviato: 20/05/2011, 19:46 
NON resta piu' nulla fuorche'l'onore,avrebbero detto ai tempi,ma manco quello, oramai si e'eclissato,diciamo che si sono ritirati nella ridotta valtellinese...............piu' che altro in una cabina telefonica.....magari in caso di pericolo di estinzione potrebbero partecipare alla grande ammucchiata.......sinistrica......si torna sempre alle origini






Urso e Ronchi pronti a dire addio a Fini: "Noi ce ne torniamo con Silvio e il Pdl..."




Fli, non resta più niente: la fuga di Ronchi e UrsoRoma, Assemblea di un ex partito. Bocchino fa Grillo: "Destra e sinistra uguali. Berlusconi è un dittatore". Fini guarda, i due dissidenti filano via prima di votare
L
'assemblea nazionale di Futuro e Libertà prende contorni ben definiti: quelli della resa dei conti. Ma la formazione politica di Gianfranco Fini doveva anche sancire la non-decisione: quella, in perfetto stile terzopolista, di non stare con nessuno ai ballottaggi. Puntuale, la non-decisione è stata rivendicata dal pasdaran Italo Bocchino, vicepresidente di Fli. "Milano e Napoli sono questioni politiche nazionali - ha esordito -. Ha perso il Pdl, ma ha perso anche il Pd. Noi esprimiamo la nostra libertà di voto non come concetto astratto, nel senso che nessun dirigente può dire voterei per gli uni o per gli altri, perché sono uguali". Poi Italo si è profuso nel consueto attacco a Berlusconi, il tutto sotto gli occhi sconcertati dei 'dissidenti', Adolfo Urso e Andrea Ronchi, ai quali non è stato strappato nemmeno mezzo applauso. E sono proprio Urso e Ronchi a certificare la crisi del derelitto partito futurista: le due 'colombe' lasciano l'assemblea nazionale prima del voto di ratifica della relazione di Bocchino. Urso si è limitato a dire: "Quello che dovevo dire l'ho già detto, qui del resto si ratificano decisioni annunciate tre giorni fa: scelgo di restare in silenzio per non alimentare polemiche e parlerò dopo i ballottaggi".

BOCCHINO COME GRILLO - Italo Bocchino, nel suo discorso, ha proseguito il processo di trasmutazione che lo ha portato ad assumere fattezze sempre più simili a quelle delle 5stelle e dei grillini capeggiati dal "buffone" (il copyright è di Giuliano Ferrara) genovese, alias Beppe Grillo. Pure Italo, insomma, non sta con nessuno "perché sono tutti uguali". Secondo Bocchino, applauditissimo dalla scarsa platea assembleare (ma non da Urso e Ronchi), a Milano "abbiamo assistito al fallimento del berlusconismo", mentre a Napoli "si è di fronte alla scelta tra il giustizialismo dipietrista da una parte e la scelta di Lettieri, che è l'uomo di Cosentino che la procura di Napoli insegue per rapporti con la camorra dall'altra". Sulla base di queste considerazioni, ha concluso Bocchino, la linea del partito è che "non si darà nessun appoggio ai candidati delle due coalizioni che correranno per i ballottaggi".

IL DITTATORE BERLUSCONI - Il disco rotto Bocchino poi si è poi speso nel consueto attacco a Silvio Berlusconi, accusato di aver "inquinato il centrodestra italiano". I futuristi, ha tuonato Italo, "non stanno con chi disdegna la legalità e il merito e con chi si allea con una forza antinazionale come la Lega Nord. Le amministrative - ha proseguito -, in particolare a Milano, hanno dimostrato che le elezioni sonos tate perse dalla deriva estremistica di Berlusconi e Bossi che noi avevamo denunciato con il nostro strappo. I milanesi hanno detto no a Berlusconi e ai manifesti di Lassini perché non ritengono brigatisti i giudici. A Napoli invece - scende al Sud Bocchino - ha perso un altro aspetto del berlusconismo, quello del ghe pensi mì. Senza Fini e Casini, Berlusconi non vincerà mai più (evidentemente Italo non ha visto i risultati del primo turno in Campania, ndr), perché lui non è l'incarnazione dell'anima moderata, ma è un imprenditore che in quanto tale non può essere democratico ma è moncratico".

CI SONO I 'DISSIDENTI' - Al residence di Ripetta, dove si è svolta l'Assmblea (di cui presidente è stato eletto Salvatore Tattarella) Urso e Ronchi sono stati presenti e freddi come ghiaccioli. I due sono in prima linea nel criticare la scelta di Fli e Terzo Polo di non apparentarsi con i candidati di centrodestra al secondo turno elettorale, tanto che lo strappo con Fini pare inevitabile. L'Assemblea è anche un occasione - o meglio, un tentativo disperato - da parte di Gianfranco Fini di tenere insieme i cocci di un partito che, alla recente tornata elettorale, si è dovuto accontentare di una percentuale di voti irrisoria. Ma i cocci sembra impossibile ricomporli: mentre Bocchino parlava, Ronchi e Urso guardavano perplessi e non hanno mai applaudito. Nemmeno le frasi più populisticamente condivisibili, quali "non stiamo con chi disdegna la nazione". Urso e Ronchi, inoltre, erano tra i pochi - insieme a un gruppo di delegati - a sedere nelle ultime file, senza nemmeno avere al collo il badge futurista. Gianfranco Fini, con loro, non ha scambiato una parola, ed è restato seduto su una sedia laterale, appoggiato al muro: ormai è scontro aperto tra l'area minoritaria di Fli e quella sostenuta dal presidente della Camera.




http://www.libero-news.it/news/742768/Fli__non_resta_più_niente__la_fuga_di_Ronchi_e_Urso.html


[:235] [:241]


Ultima modifica di ubatuba il 20/05/2011, 19:48, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/05/2011, 20:23 
A proposito di De magistris .... [;)] [:o)]

De Magistris a Grillo: lascia le case milionarie.

(di Felice Manti)

E' scontro aperto tra giustizialisti. Il comico si rammarica per aver sostenuto l'esponente dell'Idv: "E' andato a Strasburgo coi voti del blog". Dietro la lite il ruolo dell'uomo-ombra Casaleggio


L’Italia dei livori si arricchisce di un nuovo capitolo: la saga Beppe Grillo vs Luigi De Magistris.

Gli ex pappa e ciccia del giustizialismo all’italiana si sono reciprocamente mandati un «vaffa», come in uso a quelle latitudini piazzaiole. Ma chi ha sferrato la coltellata, chi è il Bruto e chi è Cesare? A guardare la tempistica, è Grillo a gridare al tradimento. «Quando sbaglio lo faccio in buona fede, ma subito dopo mi inc... con me stesso - ha scritto Grillo sul suo blog -. Di errori ne ho commessi molti e purtroppo ne commetterò altri. Uno dei più imbarazzanti è stato Luigi de Magistris, eurodeputato grazie (anche) ai voti del blog». I suoi due peccati mortali? Non essersi dimesso dopo il rinvio a giudizio per una presunta omissione d’atti d’ufficio quand’era magistrato a Catanzaro («Lasciamo che ogni denuncia blocchi l’attività di un politico? È un clamoroso errore giudiziario, i magistrati possono sbagliare», avrebbe detto l’esponente Idv) e soprattutto l’aver invocato l’immunità parlamentare per difendersi dall’accusa di diffamazione (la citazione è stata depositata a Benevento) del collega di euroscranno e nemico storico Clemente Mastella, che da Guardasigilli del governo Prodi fu costretto a dimettersi per i veleni del caso Why Not.
In realtà lo strappo si sarebbe consumato dopo la strana decisione di Antonio Di Pietro di sostenere alle scorse Regionali in Campania il sindaco di Salerno Pd Vincenzo De Luca, un uomo con un pedigree giudiziario non proprio immacolato per colpa di una storiaccia di presunte truffe all’Inps, sufficiente a far storcere il naso ai duri&puri, compreso De Magistris. Che però allora (seppur invocato come candidato alternativo) non fece una piega. Quella scelta non era piaciuta nemmeno a Gianroberto Casaleggio, guru del web, storico compagno di strada di Beppe Grillo, e curatore dei siti beppegrillo.it, antoniodipietro.it e italiadeivalori.it. Un uomo ombra che un po’ di peso nelle scelte politiche del sodalizio forcaiolo l’aveva sempre esercitato. Dopo la sconfitta si è consumato il divorzio. Questione di soldi, mormorano i maligni. Troppi quegli 800mila euro l’anno circa che il partito dava a Casaleggio per il sito, che ora sarebbero in mano ai demagistrisiani. E infatti è proprio Casaleggio l’uomo a cui, piccato, De Magistris fa riferimento nella contro stilettata a Grillo: «Sono allibito, ha deciso unilateralmente di rompere un rapporto di amicizia: questo mi dispiace perché lo considero un grande comico. È evidente a tutti che la sua attività è in qualche modo guidata da ben noti gruppi imprenditoriali e della comunicazione che lavorano con lui», cioè Casaleggio. In realtà, come confessa un collaboratore della società di comunicazione, dal divorzio quello che ci ha «smenato» di più è proprio il partito di Di Pietro. «Siamo stati noi a portarli dal 2,5% all’otto e rotti...». E dal tenore dei commenti sui siti dipietristi, l’immagine dell’ex pm ne esce in effetti un po’ appannata.
Non pago, De Magistris ha affondato il colpo: «Grillo usa lo stesso linguaggio del Giornale e non vuole che la politica cambi, altrimenti sarebbe inutile. Lasci le sue case milionarie e le sue pantofole e scenda in piazza con noi...». Caro Grillo, lo diceva sempre, Pietro Nenni: «C’è sempre un puro più puro che ti epura».

http://www.ilgiornale.it/interni/grillo ... comments=1


(Ma .... non era quel De Magistris che indagò su Mastellla facendo cadere il Governo Prrrrrodi ...?! Però, si vede per ricatti vari, è dalla loro parte!!!) [:o)]



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