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MessaggioInviato: 24/05/2011, 14:21 
Essì ... il nano è proprio alla fine della pista [:o)]

Strasburgo condanna l’Italia: non processò Dell’Utri per diffamazione
Italia condannata per avere salvato Dell’Utri da un giudizio per diffamazione. A stabilirlo è la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che oggi ha condannato il nostro paese per aver violato il diritto del giudice Pierluigi Onorato ad avere accesso a un tribunale che si esprimesse sulla denuncia per diffamazione ai danni del senatore azzurro.

I fatti risalgono al 2002, quando Marcello Dell’Utri, allora deputato, dopo la sua condanna da parte della Corte di Cassazione, rilasciò una serie di interviste in cui affermava che la decisione presa dalla Corte era frutto delle posizioni politiche del giudice Onorato, “un magistrato militante, appartenente a una formazione politica avversa”.

Una lunga serie di dichiarazioni che spinsero Pierluigi Onorato a fare causa a Dell’Utri.

Ma il processo non ebbe luogo perchè il Senato accordò al parlamentare l’immunità sulla base dell’insindacabilità delle sue affermazioni. Nel condannare l’Italia, imponendo un risarcimento a Onorato di 16 mila euro, i giudici hanno sottolineato che “nonostante sia legittimo per uno Stato assicurare l’immunità dei parlamentari affinché possano espletare liberamente la loro funzione, la stessa immunità non può estendersi oltre l’attività parlamentare”.

E’ la quinta volta che l’Italia viene condannata per motivazioni simili.

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha già condannato l’Italia 5 volte per casi simili. La prima condanna risale al 2003, quando i giudici stabilirono che il procurtatore di Palmi, Agostino Cordova, aveva il diritto a citare per danni Vittorio Sgarbi.

Altre due sentenze invece hanno stabilito che l’ex sindaco di Bologna Sergio Cofferati aveva diritto a citare Taormina e Bossi per le loro affermazioni sul coinvolgimento dell’ex primo cittadino nella morte del giuslavorista Marco Biagi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05 ... ne/113386/


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MessaggioInviato: 24/05/2011, 14:34 
160 mld perdite da crisi piu' sforzi per bilancio

Per rispettare i nuovi vincoli Ue sul debito occorrera'
un intervento 'pari a circa 46 miliardi'


24 maggio, 14:26

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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 45840.html

ROMA - Per rispettare i nuovi vincoli europei sul debito occorrera' un intervento ''del 3% all'anno, pari, oggi, a circa 46 miliardi nel caso dell'Italia''. Lo afferma la Corte dei Conti nella presentazione del Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica. Si tratta di ''un aggiustamento di dimensioni paragonabili a quello realizzato nella prima parte degli anni Novanta per l'ingresso nella moneta unica''.

CON CRISI PERDEREMO 160 MLD - La Corte dei Conti sottolinea "l'eredità dei condizionamenti dovuti agli effetti permanenti causati dalla grande recessione nel 2008-2009". La magistratura contabile, nel rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica, evidenzia come "si sia verificata una perdita permanente di prodotto, calcolata a fine 2010 in 140 miliardi e prevista a crescere a 160 miliardi nel 2013".

SERVONO PIU' SFORZI PER BILANCIO PUBBLICO - "La fine della recessione economica non comporta il ritorno ad una gestione ordinaria del bilancio pubblico richiedendosi piuttosto sforzi anche maggiori di quelli accettati". Lo sottolinea la corte dei conti nel rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica.

CON AGGIUSTAMENTO DEBITO NO RIDUZIONE TASSE - Per rispettare i nuovi vincoli europei, soprattutto di riduzione del debito, "gli elevati valori di saldo primario andrebbero conservati nel lungo periodo, rendendo permanente l'aggiustamento sui livelli della spesa, oltre che impraticabile qualsiasi riduzione della pressione fiscale, con la conseguente obbligata rinuncia ad esercitare per questa via una azione di stimolo sull'economia". Lo sottolinea la Corte dei Conti nel rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica. La Corte sottolinea comunque che nonostante "la complessità delle prospettive" non bisogna comunque "sottovalutare l'importanza del risultato che la finanza pubblica a conseguito nel 2010 nella gestione dei conti ai diversi livelli di governo, rendendo evidente che, grazie alle misure di rafforzamento e di progressivo adattamento, gli strumenti di regolazione sono stati muniti di una efficacia non sempre riscontrata nel recente passato". Questi strumenti di coordinamento "appaiono in grado di contribuire anche per il futuro al mantenimento dell'equilibrio dei conti pubblici ed insieme ad una auspicabile accelerazione della crescita".

IMPERVIO PERCORSO DELLA FINANZA PUBBLICA - La Corte dei Conti evidenzia "quanto impervio sia il percorso che la finanza pubblica italiana è chiamata a seguire nei prossimi anni per rispettare i vincoli europei e rendere possibile una crescita economica più sostenuta". Lo evidenziano i magistrati contabili nel rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica. "Non è sufficiente che la spesa primaria rimanga costante in rapporto al prodotto, e neanche che rimanga costante in termini reali. E' necessario che si riduca in termini reali, rispetto a livello, già compresso, previsto nel Def per il 2014. Non essendo quindi sufficiente limare ulteriormente al margine la spesa pubblica occorre interrogarsi su quelli che possono realisticamente essere i nuovi confini ed i nuovi meccanismi dell'intervento pubblico nell'economia".

ANCORA SPAZI AMPI PER RECUPERO EVASIONE - Sul fronte recupero evasione la Corte dunque "indica le inaccettabili dimensioni della non compliance" e ciò dimostra "che gli spazi da recuperare a tassazione sono ancora molto ampi". Servono comunque "azioni idonee a favorire il consolidamento di comportamenti di massa più corretti". Questo perché "gli effetti finanziari del contrasto all'evasione fiscale potranno continuare ad essere determinanti nella misura in cui si riuscirà a trovare il necessario equilibrio tra l'azione repressiva e l'induzione alla tax compliance". La Corte dei Conti rileva come nel recente passato si sia ridotto il ricorso alle entrate una tantum ricorrendo viceversa "all'intensificazione e al potenziamento delle attività di contrasto all'evasione". L'analisi dei risultati conseguiti "conferma l'efficacia degli strumenti utilizzati anche se interrogativi si pongono sulla loro capacità di assicurare anche per il futuro la tenuta del livello complessivo dell'entrata". Questo - secondo i magistrati contabili - "vale per i proventi da giochi e i risultati in materia di riscossione per i quali sono da attendersi difficoltà via via maggiori per continuare a realizzare gettiti significativamente crescenti. Per quanto riguarda il gettito da lotta all'evasione "questa componente ha portato "circa 63 miliardi, il 58,5% delle maggiori entrate nette complessive stimate dal 2006 al 2013 ma con un crescendo che nelle manovre 2009 e 2010 attribuisce alla lotta all'evasione la quasi totalità delle maggiori entrate previste". La Corte dei Conti ricorda le dimensioni del fenomeno: come stimato dall'Istat l'economia sommersa potrebbe aver raggiunto nel 2008 la quota del 17,5% del Pil ossia 275 miliardi interrompendo la tendenza al ridimensionamento avviata 7 anni prima".

RISULTATI SIGNIFICATIVI SU TAGLIO SPESA - La Corte dei Conti mette in evidenza "quanto significativi siano stati i risultati conseguiti" in tema di taglio della spesa. Ma questo va associato ad una "distorsione: una evoluzione non bilanciata con la concentrazione dei tagli sulla spesa in conto capitale". In ogni caso "la crescita della spesa corrente primaria rallenta vistosamente con un incremento nel 2010 dell'1,3% (+4,2% nel 2009). Le spese in conto capitale invece si riducono di oltre il 18%". Bene le regioni (la spesa complessiva al netto della sanità si riduce dell'11% in termini di pagamenti) ed "egualmente positivo" è il risultato di comuni e province. "Anche la spesa sanitaria si rivela nel consuntivo 2010 inferiore alle previsioni. Le uscite complessive hanno raggiunto i 113,5 miliardi, inferiori di oltre 1,5 miliardi al dato previsto per l'anno".

VENTURA, NO SANATORIE, INTERVENIRE SU SVILUPPO - "I quarantasei miliardi all'anno necessari per riequilibrare il nostro bilancio e raggiungere gli obiettivi indicati dalla Ue ci dicono che è necessario che il Tesoro non ceda a trovate propagandistiche ed elettoralistiche. Quanto sottolineato dalla Corte dei Conti impone un'attenzione particolare alla crescita e ricorda che la spesa delle amministrazioni locali dev'essere tenuta sotto controllo. Altro che sanatorie territoriali! Servono immediatamente interventi sullo sviluppo". Lo dice Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd commentando il Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica. "L'enorme fabbisogno di risorse, secondo i magistrati contabili, richiede uno sforzo pari a quello sostenuto negli anni Novanta per preparare l'avvento dell'euro, ma allora gli italiani furono quasi entusiasti di pagare la tassa sull'Europa, invogliati da un esecutivo che prospettava una direzione di marcia ben precisa. Tutt'altra è la situazione attuale. Auspichiamo un immediato confronto sui conti pubblici italiani -conclude Ventura - perché, al di là delle petizioni di principio, è necessario capire come e dove si troveranno i miliardi necessari senza che a pagare siano i soliti noti"., conclude.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 24/05/2011, 20:31 
E' stato scarcerato ed espulso Ivan Bogdanov, Ivan il Terribile, il tifoso della serbia ultra-nazionalista che, a capo della tifoseria in trasferta, scatenò i tafferugli che provocarono la sospensione della partita tra la nazionale italiana e quella balcanica, valida per la qualificazione agli Europei del 2012, giocata allo stadio Marassi di Genova nell'ottobre 2010. L'uomo, detenuto nel carcere del capoluogo ligure insieme al connazionale Nikola Klikovic, era stato condannato ad una pena di 3 anni e tre mesi di detenzione per i disordini provocati durante l'incontro calcistico. Sabato scorso, però, il legale Riccardo Di Rella aveva depositato un'istanza di scarcerazione, che è stata accolata dal Gip Annalisa Giacalone. Il giudice ha quindi disposto l'accompagnamento coatto oltre frontiera dell'ultrà: Bogdanov e Klikovic si sono imbarcati su un volo diretto a Belgrado.

24/05/2011
http://www.libero-news.it/news/746040/S ... le___E__già_in_volo_per_Belgrado.html




l'unico fatto positivo e' che non dobbiamo piu' mantenerlo.........

ma come mai in italia mai nessuno paga x i misfatti?
magari rimane in galera(come gia'successo)qualcuno che aveva rubato una cioccolata in quanto non abbiente


Ultima modifica di ubatuba il 24/05/2011, 20:32, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 25/05/2011, 00:22 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


'Un quarto degli italiani sperimenta la poverta''
Rapporto Istat: con crisi Italia indietro dieci anni

23 maggio, 12:56

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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 95752.html

ROMA - In Italia "la crisi ha portato indietro le lancette della crescita di ben 35 trimestri, quasi dieci anni" e l'attuale "moderata ripresa" ne ha fatti recuperare 13. E' quanto si legge nel rapporto annuale dell'Istat, in cui si sottolinea anche che nel decennio 2001-2010 l'Italia "ha realizzato la performance di crescita peggiore tra tutti i Paesi dell'Unione europea, con un tasso medio annuo di appena lo 0,2% contro l'1,3% registrato dall'Ue e l'1,1% dell'Uem".

L'Istat rileva in particolare negli anni "un graduale scollamento della performance italiana rispetto alle altre maggiori economie dell'Unione che è divenuto più evidente nella fase di ripresa 2006-2007 e si è aggravato con la crisi". Inoltre, si legge ancora nel rapporto, "per la sua vocazione produttiva e gli scarsi margini di manovra della finanza pubblica il nostro Paese ha subito la crisi in maniera comparativamente forte e stentato nella successiva ripresa: nel 2010 il livello del pil è risultato ancora inferiore di 5,3 punti percentuali rispetto a quello raggiunto nel 2007, mentre il divario da colmare è del 3,7% nel Regno Unito, del 3% in Spagna e di appena lo 0,8% e lo 0,3% in Francia e in Germania". Tracciando il bilancio della crisi, i tecnici dell'Istat spiegano che "lo stock delle imprese si è ridotto di 43 mila unità, per 363 mila addetti". Tornando ad oggi, aggiungono con riferimento agli ultimi dati sul Pil, "la crescita nel primo trimestre è ancora molto lenta" e "in generale si riapre il divario con l'Europa". Anche per quanto riguarda la produttività del lavoro il recupero non basta a riconquistare il terreno perso, "siamo ai livelli del 2000", avvertono i tecnici dell'Istituto. Inoltre, il rapporto fa notare che "il principale fattore trainante per la ripresa è stata la domanda estera, che comunque era anche stata la componente che aveva guidato la caduta nel corso della recessione". Tuttavia, si legge nel volume, "dopo aver agito da traino nella fase di recupero dell'attività industriale, la componete estera della domanda ha però assunto nel periodo più recente un ruolo frenante: il fatturato realizzato sui mercato esteri, che era in fortissima crescita sino al terzo trimestre, ha registrato nel quarto trimestre del 2010 e ancora all'inizio del 2011 un'evoluzione assai modesta, mentre quello relativo alla componente nazionale ha mantenuto una dinamica più moderata, ma persistentemente positiva". Guardando sempre all'estero, i tecnici dell'Istat evidenziano che "le piccole e medie imprese hanno reagito meglio sia nella fase recessiva che, e sopratutto, in quella espansiva, mostrando la capacità di riposizionarsi sui mercati internazionali. Mentre le grandi imprese rappresentano il segmento più in difficoltà specialmente nei mercati europei".

1 ITALIANO SU 4 'SPERIMENTA' POVERTA',ESCLUSIONE - Circa un quarto degli italiani (il 24,7% della popolazione, più o meno 15 milioni) "sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale". Si tratta di un valore - rileva l'Istat - superiore alla media Ue che è del 23,1%.
Il rischio povertà riguarda circa 7,5 milioni di individui (12,5% della popolazione). Mentre 1,7 milione di persone (2,9%) si trova in condizione di grave deprivazione si trova 1,7 milione (2,9%) e 1,8 milione (3%) in un'intensità lavorativa molto bassa. Si trovano in quest'ultima condizione l'8,8% delle persone con meno di 60 anni (6,6% contro il valore medio del 9%). Solo l'1% della popolazione (circa 611 mila individui) vive in una famiglia contemporaneamente a rischio di povertà, deprivata e a intensità di lavoro molto bassa. Nelle regioni meridionali, dove risiede circa un terzo degli italiani, vive il 57% delle persone a rischio povertà (8,5 milioni) e il 77% di quelle che convivono sia col rischio, sia con la deprivazione sia con intensità di lavoro molto bassa (469 mila).

-532 MILA OCCUPATI IN 2009-2010, 501 MILA SONO UNDER 30 - "In Italia l'impatto della crisi sull'occupazione è stato pesante. Nel biennio 2009-2010 il numero di occupati è diminuito di 532 mila unità". I più colpiti sono stati i giovani tra i 15 e i 29 anni, fascia d'età in cui si registrano 501 mila occupati in meno.

1 GIOVANE SU 5 NE' STUDIA NE' LAVORA,SONO OLTRE 2 MLN - Nel 2010 sono poco oltre 2,1 milioni, 134 mila in più rispetto a un anno prima (+6,8%), i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Si tratta del 22,1% degli under 30, percentuale in aumento rispetto al 20,5% del 2009. Lo sottolinea l'Istat nel rapporto annuale 2010, in cui esamina il fenomeno dei cosiddetti NEET (Not in education, employment or training). L'incremento riguarda soprattutto i giovani del Nord Est, gli uomini e i diplomati, ma anche gli stranieri. Infatti, nel 2010, sono 310 mila gli stranieri NEET.

EMORRAGIA LAVORO AL SUD, MA E' CRISI ANCHE AL NORD - Nel biennio di crisi economica 2009-2010 "più della metà delle persone che hanno perso il lavoro erano residenti nel Mezzogiorno", dove l'occupazione si é ridotta di 280 unità. E' quanto emerge dal rapporto Istat 2010, in cui si evidenzia però come la recessione abbia colpito fortemente anche le Regioni del Nord, dove si contano 228 mila occupati in meno. "Le Regioni centrali - si legge nel rapporto - sono rimaste invece sostanzialmente indenni dalle ricadute della crisi".

EROSO RISPARMIO FAMIGLIE, ITALIA SOTTO BIG UE - Le famiglie italiane, per salvaguardare il livello dei consumi, hanno progressivamente eroso il loro tasso di risparmio, "sceso per la prima volta al di sotto di quello delle altre grandi economie dell'Uem", ovvero dell'eurozona. L'Istat sottolinea che lo scorso anno la propensione al risparmio delle famiglie si è attestata al 9,1%, "il valore più basso dal 1990".

800 MILA DONNE ESCLUSE DA LAVORO PER NASCITA FIGLIO - Sono circa 800 mila le donne licenziate o messe in condizione di doversi dimettere a causa di una gravidanza. E' quanto emerge dal rapporto annuale 2010 dell'Istat, in base ad un'indagine condotta tra il 2008 e il 2009 sulla vita lavorativa delle madri. Si tratta dell'8,7% delle madri che lavorano o che hanno lavorato in passato e la percentuale sale al 13,1% per le donne giovani nate dopo il 1973. In generale, sottolinea l'Istat, il 15% delle donne smette di lavorare per la nascita di un figlio.

QUASI 2 MLN ITALIANI CON PROBLEMI SALUTE SENZA AIUTO - Quasi due milioni di italiani con limitazioni della salute non sono raggiunti da alcun tipo di sostegno. Si tratta di persone che vivono sole o con altre persone con limitazioni, o in un contesto familiare parzialmente o del tutto incapace di rispondere ai loro bisogni. Il 37,6% di queste persone è residente nel Mezzogiorno. Lo afferma il rapporto annuale dell'Istat. Considerato il mix di più fonti di aiuti (informale, pubblico e privato) sono state sostenute nel 2009 il 27,7% delle famiglie (erano il 16,9 nel 2003), con un valore massimo nel nord-est (32,2%) e minimo nel Mezzogiorno (26,1%) dove però c'é più bisogno. L'Istat rileva più aiuti dove le famiglie sono già sostenute. Nel nord-est, ad esempio, il 19,7% delle famiglie con almeno una persona con più di 80 anni ha ricevuto cura e assistenza grazie al sostegno congiunto di più tipi di operatori o servizi; nelle altre zone i valori sono più bassi, intorno al 13,5%. Nel complesso, nel 2009 gli aiuti informali, pubblici e privati, hanno raggiunto il 36,7% delle famiglie con bambini sotto i 14 anni (30,5% nel 1998); sono risultate in aumento anche le famiglie con bambini aiutate dal settore pubblico (da 3,4 del 1998 a 6,3%), stabili invece i nuclei che si rivolgono a strutture private (11,5%). Gli aiuti sono cresciuti per le madri che lavorano (da 43,1% del 1998 a 48,9% del 2009), comprese quelle single (da 38,1% a 47,1%). Per le famiglie con anziani, il ricorso esclusivo ai servizi a pagamento è più alto nel Mezzogiorno (13,7%), al Centro (13,5%) e nel nord-est (13,4%) rispetto al nord-ovest (10,6%). Nel 2009, l'aiuto economico da altre persone non coabitanti, da Comuni o altri enti pubblici e privati, ha raggiunto appena il 3,4% delle famiglie con anziani contro il 6,3% registrato per il totale delle famiglie. Circa 700 mila famiglie di anziani sono state raggiunte solo da aiuti pubblici (3% della categoria) o da una combinazione di aiuti pubblici con altre fonti di aiuto (4,8%).

DONNE 'CARE GIVER', 2,1 MLD ORE DI AIUTO L'ANNO - La rete di aiuto e cura informale in Italia si regge sulle donne. Sono loro a svolgere i due terzi del totale delle ore svolte, ben 2,1 miliardi l'anno. Emerge dal rapporto annuale dell'Istat, secondo il quale, sono aumentati gli aiuti gratuiti fra persone che non coabitano (care giver): erano il 20,8% nel 1983, sono stati il 26,8% nel 2009. Diminuiscono, però, le famiglie aiutate (dal 23,2% al 16,9%), soprattutto quelle con anziani (dal 28,9% al 16,7%). Sono invece in aumento gli aiuti economici erogati dai care giver, il 19,9% contro il 15% del 1998. Questi aiuti hanno raggiunto il 20,6% delle famiglie (18,9%); i destinatari sono soprattutto famiglie con persona di riferimento disoccupata (67,1%) e quelle con madre sola casalinga (42,7%). Anche se sono il fulcro degli aiuti informali, le donne hanno diminuito il tempo dedicato a questa attività (da 37,3 ore al mese nel 1998 a 31,1 nel 2009) perché hanno sempre meno tempo a disposizione; in calo anche il tempo degli uomini (da 26,4 a 21,5). L'età media dei care giver si è alzata, da 43,2 anni nel 1983 a 50,1 nel 2009. In particolare, sono aumentati soprattutto nella classe di età 65-74 anni (da 20,2% a 32,7%) e fra gli over75 (da 9,3% a 16,3%). Nel 6,6% dei casi i care giver sono volontari e risiedono più frequentemente al Nord (8,1% nel nord-ovest, 7,5% nel nord-est). L'assistenza informale agli adulti è diminuita nel corso degli anni (da 759,3 milioni di ore nel 1998 a 730,5 milioni nel 2009) mentre è aumentata di oltre il 50% quella per i bambini (da 805,5 milioni di ore l'anno a 1 miliardo 322 milioni); in calo le ore dedicate alle prestazioni sanitarie, in aumento quelle per compagnia ed accompagnamento. Le donne sono coinvolte per lo più nelle attività domestiche (84,5%), assistenza di audlti (73%), cura di bambini (66,7%), aiuto nello studio (61,5%). L'Istat lancia un allarme: la catena di solidarietà femminile fra madri e figlie su cui si fondava la rete di aiuti informale "rischia di spezzarsi" perché le donne sono sempre più sovraccariche di lavoro all'interno della famiglia e le nonne sono sempre più schiacciate tra la cura dei nipoti, dei genitori anziani non autosufficienti e dei figli adulti.



Corte dei conti: la crisi costa 106 mld Tremonti: discutibili i dati su povertà

Per rispettare i vincoli europei sul debito occorrerà da parte dell'Italia un intervento del 3% all’anno, pari a 46 miliardi

La Corte dei Conti tira le somme e quantifica il costo complessivo della crisi del 2008-2009: il Pil ha perso 140 miliardi a fine 2010. Perdita che salirebbe a 160 mld al 2013. Nel rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica, la magistratura contabile spiega inoltre che per rispettare gli impegni europei e raggiungere un rapporto fra debito pubblico e Pil pari al 60% l’Italia dovrà ridurre il debito del 3% all’anno, pari oggi a circa 46 miliardi. «Va tenuto conto - osserva la Corte dei Conti - delle implicazioni dell’inasprimento dei vincoli europei, ed in particolare della nuova regola, assistita da apposita sanzione di tipo praticamente automatico, secondo la quale i Paesi che registrano un rapporto fra debito pubblico e prodotto superiore al 60% dovranno ridurre lo scarto tra il dato effettivo e questo valore-soglia di un ventesimo all’anno (del 3% all’anno pari oggi a circa 46 miliardi nel caso dell’Italia)».

Allo stato, spiega la Corte dei Conti, gli sforzi necessari per rispettare gli impegni europei e conservare, quindi, «elevati valori di saldo primario» rendono «impraticabile» la riduzione delle tasse. Secondo la magistratura contabile il rispetto dei nuovi vincoli europei «richiede un aggiustamento di dimensioni paragonabili a quello realizzato nella prima parte degli anni ’90, per l’ingresso nella moneta unica». Tuttavia, osserva la Corte dei Conti, «a differenza di allora, gli elevati valori di saldo primario andrebbero conservati nel lungo periodo, rendendo permanente l’aggiustamento sui livelli della spesa, oltre che impraticabile qualsiasi riduzione della pressione fiscale, con la conseguente obbligata rinuncia a esercitare per questa via un’azione di stimolo sull’economia». E comunque una manovra non improntata alla crescita rischia di produrre «effetti depressivi» e di rivelarsi «non pienamente sostenibile». «Non può sottacersi - fa sapere la Corte dei Conti - il rischio che una manovra di bilancio impostata con dovuto rigore, ma non sostenuta da una adeguata strategia di crescita, eserciti effetti depressivi non auspicati e si riveli, per questo, non pienamente sostenibile».

Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti è intervenuto oggi definendo «francamente discutibile» la rappresentazione dell’Istat, secondo la quale un italiano su quattro è povero. «Leggi che un italiano su quattro è povero: alzi la mano chi di voi è povero», ha affermato Tremonti rivolgendosi alla platea. «È un campione di fallacia statistica?», si domanda il ministro. «La crescita di questo Paese certo non è sufficiente ma senza la tenuta del bilancio non ci sarebbe stata neanche questa insufficiente crescita», ha poi sottolineato Tremonti.

http://www3.lastampa.it/economia/sezion ... tp/403821/


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sezione 9 ha scritto:




Grande Albanese..... [:D]



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2010.
;Pensioni, un italiano su due con meno di 500 euro al mese

In Italia oltre otto milioni di pensioni, cioè più della metà (il 50,8% del totale), hanno un importo inferiore a 500 euro al mese, mentre il 28,2% delle pensioni è composto da una cifra che va dai 500 ai 1.000 euro. Emerge dal Rapporto annuale 2010 dell'Inps, presentato questa mattina a Roma. La quota delle pensioni più basse sale dunque al 79% del totale se si considerano gli importi inferiori ai 1.000 euro. A percepire gli assegni più bassi sono le donne: il 61,3% delle pensionate ritira una pensione inferiore ai 500 euro mensili, a fronte del 36% degli uomini. La crescita ha seguito un anno, il 2009, nel quale a causa del passaggio dei requisiti da 58 a 59 anni a fronte di 35 di contributi il numero di pensioni di anzianità era stato molto basso. Nel 2011 con il nuovo "scalino" (da 59 a 60 anni) e l'entrata in vigore della finestra mobile si prevede un nuovo calo. "Il sistema previdenziale è stabile e non ci sono ragioni per nuovi interventi" ha detto il ministro del Lavoro Sacconi.


http://www.iltempo.it/economia/2011/05/ ... inps.shtml

ma e mai possibile che x gli italiani non ci sia un soldo di cacio x aumentare le pensioni da fame,mentre x gli immigrati alberghi un tot gionaliero e sostanzialmente vivono gratis allle ns spalle,se questo non e' ridicollagine,e poi vogliono festeggiare il 150°dell'unita' d'italia,altri soldi buttati al vento............come quelli x la guerra alla libia [:278] [:273] [:275]


Ultima modifica di ubatuba il 25/05/2011, 20:27, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 25/05/2011, 22:30 
Il ministro bossi [:o)]

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=ZGPbqrv97Sg[/BBvideo]


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MessaggioInviato: 25/05/2011, 22:33 
Ubatuba, pensa che i pensionati al minimo ci pagano pure le tasse. E pagano pure per quei santuomini che vanno in crociera, hanno il suv, vanno al ristorante e si lamentano perchè in Italia va tutto male, a partire proprio da quei pensionati a cui non basta mai la pensione.

(Ma, scusa un attimo... Mi pare... Un ricordo... Sì, sì: ma non era stato promesso che tutte le pensioni sarebbero state portate a 1 milione di lire al mese? Chi era dirlo? B... Bossi? No. B... Bersani? Nono... E chi altro c'è che inizia per B... )


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MessaggioInviato: 25/05/2011, 23:10 
ma insomma cribbio... questi pensionati, che barba mi consenta, oggi ho proposto una bella leggina per l'eutanasia obbligatoria assistita a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, ovviamente esclusi parenti ,parlamentari e premier.
cosi' abbiamo risolto anche il problema delle pensioni.....

ma la realta' supera la fantasia... oggi sacconi al tg1 ha dichiarato che non ci sono problemi per il futuro delle pensioni, basta farsi una pensione integrativa !

traduco.... i giovani lavoratori di oggi andranno in pensione con 2/300 euro al mese lordi il resto tramite una integrativa che dovranno pagarsi da adesso a circa 100 euro minimo al mese.

siamo nel paese dell'acido lisergico, a noi i funghi messicani ci fanno un baffo, storditi come sono gli italiani non si accorgono neanche di essere trapassati da proiettili anti carro armato.



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MessaggioInviato: 26/05/2011, 08:03 
Cita:
dark side ha scritto:

ma insomma cribbio... questi pensionati, che barba mi consenta, oggi ho proposto una bella leggina per l'eutanasia obbligatoria assistita a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, ovviamente esclusi parenti ,parlamentari e premier.
cosi' abbiamo risolto anche il problema delle pensioni.....

ma la realta' supera la fantasia... oggi sacconi al tg1 ha dichiarato che non ci sono problemi per il futuro delle pensioni, basta farsi una pensione integrativa !

traduco.... i giovani lavoratori di oggi andranno in pensione con 2/300 euro al mese lordi il resto tramite una integrativa che dovranno pagarsi da adesso a circa 100 euro minimo al mese.

siamo nel paese dell'acido lisergico, a noi i funghi messicani ci fanno un baffo, storditi come sono gli italiani non si accorgono neanche di essere trapassati da proiettili anti carro armato.




A proposito di stordimento sarebbe meglio essere realisti e svegliarsi [:(!]

http://www.youtube.com/watch?v=aDaUppMa ... kE_K_msVJH

e ancora

http://www.youtube.com/watch?v=4R5kmPm3 ... re=related



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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 18442.html



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MessaggioInviato: 26/05/2011, 21:27 
Federalismo fiscale, la Sicilia fa ricorso alla Consulta

La Regione siciliana ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale per impugnare il decreto sul federalismo fiscale municipale ritenendo gli articoli 2 e 14 lesivi delle prerogative statutarie regionali e in particolare dell’autonomia finanziaria sancita dagli articoli 36 e 37 dello statuto autonomistico siciliano. L’articolo 2 riscrive la distribuzione dei tributi (in larga parte immobiliari) tra Stato ed enti territoriali; l’articolo 14 precisa l’ambito di applicazione del nuovo fisco dei sindaci e le modalità per introdurlo anche nelle Regioni a Statuto speciale.

Sul medesimo decreto la Regione siciliana aveva già negato l’intesa in sede di conferenza Stato-Regioni. Il contenzioso era stato aperto già da tempo dalla Regione siciliana, ma era stato mantenuto sul piano esclusivamente politico. Poi è arrivata la deliberazione della giunta del 13 maggio. Il ricorso fa riferimento innanzitutto alla sentenza della Corte Costituzionale n.20l/2010 che si è già espressa sulla questione di legittimità di alcuni articoli della stessa legge 42 proprio su istanza della Regione Siciliana.

Nella circostanza la Suprema Corte aveva stabilito che “gli unici principi della delega sul federalismo fiscale applicabili alle Regioni a statuto speciale ed alle Province autonome sono quelli contenuti negli artt. 15, 22 e 27#8243;. Nel merito delle questioni, il ricorso evidenzia che in forza del decreto sul federalismo municipale e in particolare delle norme impugnate viene in buona sostanza importato in ambito siciliano il nuovo sistema di finanziamento stabilito per gli enti locali che si trovano nelle regioni a statuto ordinario. In tal modo si ledono le prerogative statutariamente riconosciute alla Regione siciliana dalle norme sia in materia finanziaria sia sotto il profilo costituzionale. L’applicazione di queste norme anche alla Sicilia provocherebbe la sottrazione di risorse proprie della Regione, (quantificabili in circa 700 milioni di euro) e un notevole squilibrio finanziario che potrebbero pregiudicare la possibilità di esercitare le funzioni per carenza di risorse finanziarie.

Il ricorso si conclude evidenziando che anche un eventuale maggior introito per le finanze regionali derivante dalle nuove norme sul federalismo municipale non sono ad oggi stimabili nel loro complesso anche perche’ la scelta di optare per i nuovi tipi di tassazione previsti e’ riservata al contribuente.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05 ... ta/113953/


Ultima modifica di eSQueL il 26/05/2011, 21:28, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/05/2011, 13:54 
Guardate che figuraccia di lupi,che prima spara cifre illusorie e dati sballati,dopo viene brutalmente smentito e sputt...dal minuto 11:02 in poi...

Notare la sua faccia a 11:56,imbarazzante...poi non sapendo più cosa dire ovviamente passa al giudizio personale e politico,vedendo KOMUNISTI ovunque come al solito...marionetta [:o)]

Da vedere [|)]
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=lsmMe3FEwF0[/BBvideo]


Ultima modifica di Ronin77 il 27/05/2011, 13:55, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 27/05/2011, 15:02 
Il fatto che I COMUNISTI SONO VIVI E ... VEGETI! Ahahaahah! Okkio!



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