Su “Il Venerdì” di Repubblica del 13 maggio è stato pubblicato un articolo su Göbekli Tepe, il complesso monumentale megalitico preistorico scoperto in Turchia, e risalente a un’epoca di ben 12.000 anni fa. L’articolo spiegava come tale scoperta fosse assolutamente rivoluzionaria per l’archeologia e per la storia della nascita delle civiltà, in quanto sconvolge di fatto tutte le precedenti concezioni storico-archeologiche. L’articolo inoltre annunciava la prossima pubblicazione del libro, scritto originariamente in tedesco, su tale scoperta, che in italiano si intitolerà “Costruirono i primi templi”, ed. Oltre. Subito più avanti però nell’articolo c’è un brano che lascia interdetti, e che dice così: «L’edizione italiana è la prima in traduzione, quattro anni dopo quella tedesca. In altri paesi il libro uscirà in settembre, ma non è prevista un’uscita in lingua inglese, pare per le ostilità delle élites archeologiche anglosassoni, che mal digeriscono l’idea di dover completamente rivedere la ricostruzione della storia dell’umanità fin qui accettata». Ah. La prima volta che un periodico “serio”, a diffusione nazionale, scende a simili affermazioni. Ma soprattutto: non sconcerta il fatto che le “èlites archeologiche” possano avere una tale influenza da poter impedire la pubblicazione di un libro? E scusate…. Non dicono gli scienziati normalmente che la ricerca deve essere obiettiva e accettare tutti i risultati scientificamente dimostrati, belli o brutti che siano, entusiasmanti o deludenti, tranquillizzanti o “scomodi” che siano? Ma queste “èlites archeologiche” sono dei gruppi di ricercatori o una sorta di Santa Inquisizione intenta a censurare le “eresie” che si diffondono nel mondo scientifico? Non è una chiara ammissione che forse gli scienziati a volte non sono affatto coerenti con i loro principi, e sono forse più interessati a mantenere le loro poltrone, o i loro troni, le loro dottrine e i loro primati, piuttosto che accettare la verità? E allora, scusate…. Ma cosa ci assicura che la censura degli archeologi riguardo le scoperte di Göbekli Tepe non riguardi anche tante altre scoperte? Come possono allora gli scienziati essere considerati fonte di verità più di qualsiasi altro? Certo, se si tratta di spiegare come avviene che una lampadina si accende o come fa un pianeta ad orbitare attorno al suo sole, la scienza è affidabile perché le sue equazioni funzionano e soprattutto lampadine ed orbite non influenzano più di tanto il nostro modo di vedere l’universo, il nostro mondo e la nostra umanità…. Ma quando si tratta di cose più complesse e meno neutrali, come il processo evolutivo e storico umano, possiamo ancora metterci una mano sul fuoco? E ancora: non si spiega perciò perché per le Piramidi di Visoko, risalenti guarda caso alla stessa epoca di Göbekli Tepe, si stia ancora a discutere se siano artificiali o meno, dopo svariati anni dalla loro scoperta, in un modo che lascia sconcertati, dato che non si è mai sentito che ci volesse così tanto tempo per stabilire se un monte è artificiale o naturale? Non è che anche lì forse viene attuata una censura ancora più violenta di quella che viene attuata per Göbekli Tepe? Penso che ci siano molti motivi e molte occasioni per rivedere molte cose, alla faccia delle “èlites archeologiche”…. Forse sarebbe ora di una “rivoluzione illuministica” anche fra gli scienziati, che credono forse di essere una casta sacerdotale, anziché dei semplici ricercatori della verità….
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