Germania: irrevocabile stop nucleare entro 2022
Lunedì 30 Maggio 2011 09:19
di FEDERICA CIGLIANA (L'UNICO) - Il terremoto in Giappone del marzo 2011 ha causato reazione a catena da parte dei maggiori Stati europei che si stanno orientando verso il graduale abbandono del nucleare in favore dell'uso di energie alternaitve.
Il terremoto, ricordiamo, causò gravi danni alla centrale Fukushima obbligando a dichiarare lo stato di emergenza nucleare e l'evacuazione degli abitanti della zona circostante in un'area del raggio di tre km, in seguito estesa a dieci e successivamente a venti km, per un totale di circa 200.000 persone evacuate. Nel raggio di trenta km è stato raccomandato agli abitanti di non uscire di casa. Nel corso dei primi due giorni molte persone sono rimaste ferite, hanno accusato malori o sono state ricoverate per una eccessiva esposizione alle radiazioni.
Durante il sisma ci fu un'esplosione negli edifici di servizio del reattore numero 1, in funzione in quel momento con i reattori numero 2 e 3. I reattori numero 4, 5 e 6 erano invece inattivi per manutenzione. Nei giorni successivi si è registrata una esplosione anche nei reattori numero 2 e 3 e si è sviluppato un incendio in un bacino di stoccaggio di combustibile nucleare in prossimità del reattore spento numero 4.
In Germania, in seguito agli avvenimenti giapponesi, si era deciso della chiusura di quattro delle diciassette centrali nucleari operative nel territorio nazionale ma proprio oggi la cancelliera Angela Merkel fa sapere che entro il 2022 verranno chiuse tutte le centrali nucleari. La decisione presa è stata definita irrecovabile. Il piano del governo per l'uscita del nucleare 2021/2022 è risultata in linea con la raccomandazione della Commissione Etica per l'energia atomica.
Già nel 2000, sotto Gerhard Schroeder, il Governo tedesco aveva raggiunto un accordo storico con le società energetiche per la chiusura graduale delle centrali nucleari nazionali. La Germania fù quindi la prima potenza economica occidentale ad annunciare ufficialmente la sua intenzione a fuoriuscire dal nucleare in favore all'uso di energie alternative.
In quell'occasione l'opposizione conservatrice del CDU - unione dei cristiani democratici - minacciò di bloccare qualsiasi accordo nella Camera alta del Parlamento - Bundesrat - dove sono rappresentati gli Stati, perchè convinta che l'abbandono del nucleare avrebbe obbligato l'importazione dell'elettricità da paesi con cattiva sicurezza nucleare o l'aumento della produzione di energia elettrica - e le emissioni di anidride carbonica - delle centrali elettriche attive.
Oggi la posizione dei leader tedeschi sembra però convergere nella comune consapevolezza dell' importanza del passo mosso nel 2000. L' "accordo notturno" , preso dopo dodici ore di confronto, ha accettato la proposta del ministro per l'ambiente tedesco Norbert Roettgen sulla chiusura di tutti gli impianti nucleari entro il 2022. La coalizione nero - gialla , CDU ed FPD, ha deciso che fino alla data di scadenza si terranno aperte solo tre centrali che funzioneranno da cuscinetto nel caso in cui la transizione energetica non dovesse muoversi abbastranza velocemente.
L'energia atomica rappresenta attualmente circa il 30% del consumo energetico tedesco quindi l'accordo rappresenta una scelta molto impegnativa.
Dieter Zetsche, amministratore delegato del Daimler, ha criticato i piani: "Ci sono alcuni rischi per il settore energetico. Il passaggio da un approvvigionamento energetico alternativo è chiaramente un rischio", e ha aggiunto "le decisioni della politica dopo il disastro nucleare in Giappone sono state fortemente influenzate dalle emozioni".
In una questione di tale importanza la fornitura di energia dovrebbe essere considerata con molta attenzione in tutti gli aspetti, compresa la protezione del clima, della sicurezza e dei costi. Zetsche ha accusato la coalizione di "non avere su questo tema alcun percorso chiaro".
In Italia le cose vanno diversamente. Il Governo, avendo tra i punti qualificanti del suo programma un ritorno al nucleare, si trova ora in grande difficoltà rispetto al fortissimo dissenso proveniente dall'elettorato su questo argomento. Ha quindi preferito una strada ambigua con l'emanazione del decreto legge n.34/2011 il cui art. 5 - "Sospensione dell'efficacia di disposizioni del decreto legislativo n. 31 del 2010" - include una moratoria di un anno sull'avvio del programma nucleare.
Il Governo pensa così di evitare il passaggio elettorale del referedum senza rinunciare esplicitamente al proprio programma sul nucleare, come ha dichiarato lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri in un meeting internazionale sostenendo l' inopportunità che gli italiani decidano sull'onda dell'emozione.
Il decreto omnibus mette in forse il terzo quesito del referendum popolare per l'abrogazione parziale di alcuni testi normativi recanti disposizioni in materia di nuove centrali per la produzione di energia nucleare.
Il decreto è stato promulgato proprio ieri dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quindi la decisione passa ora alla Corte di Cassazione la cui udienza è stata già fissata al 1° giugno. A meno di due settimane dal referendum abrogativo gli elettori italiani ancora non sanno della sorte del terzo quesito.
http://www.lunico.eu/2011053047795/este ... -2022.htmlChissà quali porcate si sono accorti di aver fatto e in chissà quali rischi siamo tutti noi...