IL PROCESSO ALLE STREGHE DI SALEM
Il processo alle streghe di Salem inaugurò nel 1692 l'inizio di una serie di persecuzioni, accuse ed esecuzioni capitali per il presunto reato di stregoneria. La caccia alle streghe iniziò nel New England nel villaggio di Salem (oggi per gran parte appartenente alla città di Danvers). A seguito di tale processo vennero giustiziate 19 persone accusate di stregoneria; 55 fra uomini e donne vennero torturati per aver reso false testimonianze, 150 sospettati furono imprigionati ed altre 200 persone vennero accusate di stregoneria. Le incriminazioni di stregoneria dilagarono in pochi mesi nei comuni circostanti (Andover, Amesbury, Salisbury, Haverhill, Topsfield, Ipswich, Rowley, Gloucester, Manchester, Malden, Charlestown, Billerica, Beverly, Reading, Woburn, Lynn, Marblehead e Boston).
I processi ebbero inizio ad aprile e terminarono a novembre, quando la protesta di alcuni dei reverendi più influenti del Massachusetts spinse il governatore a sospendere i lavori del tribunale. L’anno successivo un’apposita corte speciale esaminò i casi rimasti pendenti ponendo fine alla questione.
La persecuzione delle streghe aveva avuto luogo fino ad allora nelle colonie nord-americane, oltre che in Europa, soltanto in casi isolati.
Illustrazione del 1876 rappresentante il luogo del processo.
La figura centrale è solitamente identificata con Mary Walcott.Decorso del processoLe causeNell'inverno fra il 1691 ed il 1692 Elizabeth "Betty" Parris e Abigail Williams, la figlia e la nipote del parroco Samuel Parris, iniziarono a comportarsi in modo inusuale, in particolare a rimanere piuttosto taciturne, a nascondersi dietro vari oggetti ed a strisciare sul pavimento. Nessuno dei medici interpellati riuscì a dare una spiegazione dei disturbi delle ragazze. Uno dei medici, William Griggs, annunciò che l'unica spiegazione poteva essere la possessione da parte del demonio. In questo caso egli non avrebbe potuto risolvere il problema, perché il “malocchio” non era ritenuto una malattia bensì un crimine causato da una persona (una strega o un mago) per danneggiarne un’altra e quindi di competenza delle autorità giudiziarie.
L’identificazione della stregoneria come causa degli strani comportamenti delle giovani non era automatica: passò infatti un mese dall’inizio del manifestarsi dei casi alle prime accuse di stregoneria. Inoltre all’inizio le ragazze non sembravano tormentate, il loro comportamento era ritenuto solo bizzarro. Un contemporaneo, Robert Calef, ne riporta un resoconto: “Entravano nelle buche e strisciavano sotto le sedie e sgabelli…[con] svariate posizioni e buffi gesticolii, [e] facevano discorsi ridicoli e assurdi incomprensibili per loro come per gli altri”. Solo dopo che si decise di interpretare questi comportamenti come un maleficio, le ragazze apparvero come tormentate e dettero veri segni di isteria.
In un primo momento il reverendo Parris decise di non rivolgersi alle autorità giudiziarie, ma chiese consiglio ad altri pastori del luogo i quali gli consigliarono di affidarsi a Dio e di lasciare che il tempo facesse il suo corso. Tuttavia si erano diffuse voci sul malocchio e molti altri abitanti del villaggio premevano per risolvere la faccenda diversamente. Inoltre altre adolescenti, a parte Abigail e Betty, si comportavano allo stesso modo.
Una donna del Village, Mary Sibley, propose un espediente (chiamato Witches’cake, 'torta delle streghe') usato nella tradizione popolare per identificare le streghe: preparare una focaccia impastando segale e urina delle ragazze stregate e poi darla in pasto a un cane. Si riteneva che l’animale avrebbe riconosciuto e aggredito la strega responsabile del maleficio; il sistema però non sortì alcun effetto, salvo far ammalare l’animale.
Assieme alle prime due ragazze anche Ann Putnam, Betty Hubbard, Mercy Lewis, Susannah Sheldon, Mercy Short e Mary Warren furono incalzate a fare i nomi di altre ragazze che potessero essere in realtà streghe o possedute dal demonio. Betty e Abigail accusarono una schiava indiana (o africana) di proprietà del pastore Parris, Tituba Indians.
Il 25 febbraio, la dodicenne Ann Putnam e la quattordicenne Elizabeth Hubbard confermarono l’accusa e nei tre giorni successivi indicarono altre due donne come streghe: Sarah Osborne e Sarah Good. Sarah Good era una mendicante nota in città, figlia di un oste francese; venne accusata poiché parlava spesso da sola. Sarah Osborne era una signora anziana ed inferma che aveva dato al suo compagno gli averi che avrebbe dovuto lasciare in eredità ai figli del suo primo marito.
I primi arresti e gli interrogatoriDopo le prime accuse delle ragazze venne istituito un tribunale composto da due membri dell’assemblea legislativa provinciale, Johnathan Corwin e John Harthorne. La sede fu stabilita nella Meeting House, cioè l’edificio adibito alla vita pubblica del villaggio.
Il 29 febbraio, Sarah Osborne, Sarah Good e Tituba Indians vennero arrestate con l’accusa di stregoneria e il giorno seguente si tennero i primi interrogatori: la Osborne e la Good si dichiararono innocenti mentre Tituba confessò di essere una strega. La comunità del villaggio credette alle accuse fatte sotto tortura della schiava indiana.
Le tre donne furono incarcerate, ma questo non portò alla fine degli isterismi di cui le adolescenti erano vittima; la caccia alle streghe continuò.
Il 1 marzo del 1692 le donne accusate furono imprigionate e seguirono poi accuse rivolte anche ad altre persone: Dorothy Good (la figlia di 4 anni di Sarah Good, nel processo chiamata erroneamente Dorcas), Rebecca Nurse (anziana signora inferma e religiosa), Abigail Hobbs, Deliverance Hobbs, Martha Corey, Elizabeth e John Proctor. Il numero delle persone incarcerate continuò a crescere.
Nella seconda settimana di marzo Ann Putnam accusò Martha Cory e Rebecca Nurse di essere la causa dei suoi tormenti, si trattava di due rispettabili signore del Village, appartenenti alla chiesa, quindi ritenute al di sopra di ogni sospetto. Oltre a loro in seguito vennero accusati alcuni loro congiunti, Giles Cory (marito di Martha), John Proctor e la sorella della Nurse Sarah Cloyce.
In quei giorni le autorità religiose invitarono i fedeli alla preghiera e Deodat Lawson, che in passato era stato ministro di culto a Salem, raggiunse il villaggio per constatare di persona la situazione. Mentre si trovava in casa di Parris assistette di persona a un “attacco” della nipote Abigail Williams che correva urlando e dimenandosi per la casa e giunta nella stanza dove i due uomini parlavano cominciò a lanciar loro tizzoni raccolti dal camino.
Lawson decise quindi di aiutare gli abitanti di Salem e il 20 marzo alla Meeting House pronunciò un sermone contro la stregoneria. Anche in questa occasione Abigail si comportò in modo strano: si rivolse a lui in tono beffardo e un’altra ragazza iniziò a strillare dicendo di vedere un uccello posarsi sul cappello di Lawson appoggiato su di un attaccapanni.
Le proporzioni del caso erano nel frattempo aumentate e si erano allargate a tutta la colonia del Massachusetts, tanto che l’11 aprile la sede del processo fu spostata a Salem Town e i membri della corte aumentarono; tra questi c’erano anche dei pastori.
Abigail Williams accusò George Borroughs, ex-pastore del village che al tempo dei fatti si era trasferito nel Maine, dichiarando che era uno stregone e che aveva provocato lui i casi d’isteria che colpivano le adolescenti. Borroughs fu dunque convocato per essere interrogato.
I processiBenché ad aprile le carceri fossero piene di sospetti, non era stato ancora possibile iniziare nessun processo: il Massachusetts era infatti privo di un governatore dal 1689 e la legge prevedeva che senza un'autorità ufficiale non vi era possibilità di iniziare un processo. Durante la detenzione morirono Sarah Osborne e la figlia appena nata di Sarah Good; altri carcerati si ammalarono. Alla fine del mese di maggio, per volere del re di Inghilterra giunse a Salem il Governatore Sir William Phips per avviare le udienze del processo (in inglese Oyer and Terminer). La corte era composta da sei membri nominati da lui e presieduta dal vice governatore William Stoughton.
Il primo processo si tenne il 2 giugno e si concluse con la condanna a morte per impiccagione di Bridget Bishop, che fu giustiziata il 10 dello stesso mese (il luogo dove si svolse l’esecuzione è oggi noto come witches’ hill, la collina delle streghe). La seconda seduta ebbe luogo il 29 giugno e vennero processate 5 donne, tutte condannate a morte. Il 5 agosto si tennero altri 6 processi che ebbero come verdetto anche in questo caso altrettante condanne a morte, di cui però solo 5 vennero eseguite (Elizabeth Proctor era incinta e l'esecuzione fu rinviata). In quei giorni si tenne anche il processo di George Borroughs che si difese strenuamente in aula e terminò recitando il Padre Nostro; anch’egli fu condannato a morte.
All’inizio di settembre altre 6 persone vennero condannate alla pena capitale; una condanna fu però sospesa, mentre un’altra persona riuscì a evadere dal carcere e fuggire; quindi, in totale, vennero eseguite 4 condanne. Il 17 settembre si tenne l’ultima udienza della corte in cui vennero condannate all’impiccagione 9 persone, anche se in 5 casi venne commutata la pena.
Il 19 settembre il contadino ottantenne Giles Cory, marito di Martha Cory, fu torturato fino alla morte: in segno di protesta era rimasto in silenzio durante il suo processo (non voleva riconoscere la validità della corte). Fu sottoposto quindi a una tortura prevista in questi casi nel diritto penale inglese: venne sdraiato a terra e gli vennero posti dei pesi sul corpo in modo da schiacciargli il torace e costringerlo a parlare. Cory rimase in silenzio e morì soffocato.
Il 22 settembre fu il giorno delle ultime esecuzioni; una leggenda racconta che, mentre il carro che trasportava i condannati si dirigeva verso il patibolo, una ruota si infilò in una buca nel terreno; le ragazze ritenute vittime del maleficio che assistevano alla scena gridarono che il diavolo stesse cercando di salvare i suoi seguaci.
Con una sola eccezione, tutti coloro che furono dichiarati colpevoli di stregoneria vennero condannati a morte. Infatti, i condannati che si riconoscevano colpevoli e avevano fatto i nomi di altri sospettati non furono giustiziati. A causa della gravidanza l'esecuzione di Elizabeth Proctor ed anche di un'altra accusata fu posticipata fino al parto. Nell'arco di quattro esecuzioni del corso dell'estate furono impiccate 19 persone, fra le quali un parroco e un poliziotto che si era rifiutato di continuare ad arrestare i sospettati di stregoneria, almeno tre persone fino ad allora ben stimate della comunità. Sei delle persone giustiziate erano uomini; le altre erano per lo più donne anziane, che vivevano in condizioni di povertà estrema.
Durante il processo contro le streghe a Salem non vennero effettuati i raccolti e i bovini furono abbandonati. I mulini restarono fermi, poiché i proprietari risultavano scomparsi, il personale era stato arrestato oppure i lavoratori frequentavano le udienze del processo per il puro piacere dello spettacolo.
Il processo arrivò presto ad una paralisi dovuta alle numerose proteste che aveva suscitato, mentre restava pur sempre la minaccia degli indiani ad ovest.
La polemica dei pastoriSebbene tra giugno e settembre fossero state giustiziate 19 persone e più di un centinaio fossero state incarcerate, i casi d’isteria nelle adolescenti erano continuati per tutta l'estate. Inoltre il lavoro della Court of Oyer and Terminar avevano suscitato polemiche e molti avevano difeso gli imputati tramite petizioni e testimonianze a favore. Soprattutto la procedura usata dalla corte fu oggetto di aspre polemiche.
Inoltre, non tutti concordavano che la causa dei mali delle adolescenti fosse opera di una strega: alcune di quelle ragazze avevano infatti praticato esperimenti di divinazione nelle settimane precedenti al manifestarsi degli attacchi e, poiché la divinazione come altre pratiche magiche era condannata dalla chiesa puritana come attività molto affine alla stregoneria, ci fu chi sospettò che il malessere che le colpiva fosse proprio una conseguenza dei loro esperimenti. Altri nutrivano dubbi sulla veridicità dei loro attacchi, ci fu chi testimoniò contro di loro dichiarando di averle sentito confessare di aver finto di essere vittima di un maleficio.
La critica più forte venne da alcuni membri della chiesa puritana della colonia, che spinsero il governatore Phips a bloccare i processi. La loro guida era il reverendo Increase Mather che scrisse un documento in cui contestava apertamente il lavoro della corte. Il documento, denominato “Case of coscience concerning evil spirits personating men” (caso di coscienza riguardo agli spiriti maligni che impersonano uomini) venne firmato dai reverendi più influenti del Massachusetts orientale. Mather era un personaggio molto importante: era stato rappresentante della colonia a Londra ed aveva avuto non poco peso nella nomina di Phips a governatore, quindi le sue critiche ebbero grande effetto.
La questione delle prove e i metodi d’indagineLe critiche di Mather non riguardano l’esistenza o meno di una strega come causa del malessere che aveva colpito le adolescenti di Salem: il suo obiettivo era dimostrare che i processi si erano svolti con metodi ritenuti non rispettosi delle leggi civili, né di quella di Dio, in particolare per la raccolta e la convalida delle prove da parte delle autorità.
La legge in vigore all’epoca prevedeva che una condanna a morte poteva essere emessa solo con la presenza di prove certe, Mather sosteneva infatti che il procedimento giusto fosse la verifica empirica delle affermazioni dell’accusa, delle testimonianze e delle eventuali confessioni. Il tipo di prove ritenute valide durante il processo di Salem venne da lui fortemente contestato: tra queste la presunta incapacità di pregare da parte delle streghe e le testimonianze di visioni sovrannaturali presentate da molti accusatori.
Secondo le credenze dell’epoca, streghe e stregoni non conoscevano le preghiere cristiane e non erano in grado di pronunciarle. Per questo in molti processi un errore da parte di un imputato nel recitare una preghiera poteva essere considerato un elemento a favore dell’accusa. Come già accennato, durante il suo processo George Burroughs concluse la sua difesa recitando alla perfezione il Padre Nostro, un fatto che impressionò i presenti in aula, che però non gli risparmiarono lo stesso la condanna a morte.
Durante i processi ci furono molte testimonianze di persone che ne accusarono un’altra di stregoneria raccontando che quest'ultima gli era apparsa in sogno e in circostanze simili per predire sciagure e tragedie. Verificare la veridicità di questo genere di testimonianze era praticamente impossibile: una visione infatti è un'esperienza visibile solo alla persona a cui è destinata. Ciò nonostante esse furono tenute in grande considerazione dai giudici.
Nel corso delle udienze avevano avuto un ruolo molto importante le ragazze ritenute vittime di un maleficio. Si riteneva infatti che in presenza della persona responsabile dei loro mali esse avrebbero manifestato reazioni particolari: per questa ragione spesso furono fatte sedere nella prima fila dell’aula e il loro comportamento fu osservato, espediente che provocò aspre polemiche nei confronti della corte. Mather sottolineò che spesso la loro presenza disturbava il processo: durante l’interrogatorio di Martha Cory, per esempio, queste ragazze dichiararono di avvertire dolore quando l’interrogata si mordeva le labbra o si torceva le mani e in aula si creò un caos che culminò in un tentativo di aggressione ai danni della donna.
La fine dei processiAgli inizi di ottobre Mather tenne un sermone in cui attaccò aspramente la Court of Oyer and Terminar dichiarando che sarebbe stato meglio se dieci streghe fossero rimaste libere piuttosto che un solo innocente fosse stato condannato ingiustamente.
Nel mese di novembre, il governatore William Phips decise di sospendere i processi. Nei primi mesi dell’anno successivo fu istituita una speciale corte di giustizia per esaminare i casi rimasti in sospeso. Benché essa comprendesse alcuni membri della Court of Oyer and Terminar, Phips aveva limitato i poteri della corte e aveva vietato di emettere condanne sulla base di visioni avute dai testimoni. Alla fine 49 persone ancora detenute vennero assolte, mentre tre furono condannate, ma la pena fu loro sospesa per volere del governatore.
Gli accusatiIn totale furono processate 144 persone; 54 confessarono di essere streghe. Le condanne a morte per stregonia eseguite furono invece 19, le esecuzioni furono in totale 20 considerando il caso di Giles Corey, che venne torturato per essersi rifiutato di parlare durante il suo processo e fu sepolto vivo secondo quanto prevedeva la legge in tali casi.
Su tutti gli individui processati, solo 25 abitavano a Salem village; tra coloro che provenivano da fuori, 17 provenivano da Salem Town, 66 dalle città limitrofe (Andover, Rowley, Topsfield, Ipswich, Lynn e Reading) e 30 da altre 14 località del Massachusetts.
L’estrazione sociale degli accusati era molto varia: per esempio Tituba Indians, la prima persona sospettata, era una schiava indiana, ma i processi coinvolsero anche persone agiate, come George Burroughs, pastore e proprietario di terre in Inghilterra. Con l’estendersi del processo all’intera contea di Essex, molti personaggi noti del Massachusetts del tempo furono accusati: tra questi Nathaniel Saltonstall (consigliere del governatore Phips), due membri del governo provinciale (figli del governatore a riposo Simon Bradstreet) e perfino Lady Phips, moglie del governatore. Personaggi di questa importanza non vennero mai chiamati in giudizio ma solo accusati.
Gli accusati erano in maggior parte donne: delle 144 persone processate 106 erano donne e 38 invece gli uomini. Anche nel numero delle condanne a morte eseguite la maggioranza era composta da donne (14 su 19).
Particolarità del processoIl processo di Salem ebbe varie particolarità che lo distinsero da altri episodi di stregoneria avvenuti in precedenza nel New England. Fu infatti il più importante in termini di persone coinvolte e coinvolse l’intera contea di Essex (nella vicina città di Andover vi furono persino più arresti che nella stessa Salem).
Rispetto ai tradizionali processi per stregoneria, a Salem anche i parenti degli accusati vennero sospettati di stregoneria, per esempio nel caso delle famiglie Proctor e Cory.
Per quel che concerne gli accusatori occorre notare un’anomalia rispetto agli altri processi: solitamente gli accusatori erano uomini adulti, in questo caso invece un ruolo importante lo svolsero delle giovani donne di età inferiore ai 25 anni, incluse alcune delle ragazze colpite. La maggior parte delle accuse provenne infatti da loro, anche se a volte si le donne limitavano solo ad avallare accuse di altri. Come già spiegato, questo loro insolito ruolo aveva creato polemiche e dopo il processo le ragazze ritenute vittime delle streghe persero la fiducia di cui godevano.
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Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Processo_a ... e_di_Salem[/align]