Quando Gianfranco Miglio citò il ministro Cassese durante un comizio nel '94.
Che disse questo ministro?
http://dirittoditutti.giuffre.it/psixsite/Archivio/Articoli%20gi_%20pubblicati/Rubriche/Il%20punto/default.aspx?id=5614 Cita:
...Sabino Cassese anticipò questa tesi in uno studio del 1977 che resta ancora oggi, per l'intuizione che lo sostiene, assolutamente valido (16).
Occupandosi a quell'epoca di Questione amministrativa e questione meridionale, Cassese mostrò, statistiche alla mano, come:
a) nel periodo 1900-1915 la burocrazia italiana fosse cresciuta da meno di 100 mila a quasi 300 mila dipendenti (dunque tre volte);
b) come fosse in quel frangente mutata la provenienza regional-geografica della burocrazia, passando da prevalentemente settentrionale a prevalentemente meridionale;
c) come il boom fosse dovuto non a una istanza parassitaria e clientelare (come aveva invece sostenuto in polemica col giolittismo Gaetano Salvemini) ma invece a una reale domanda di servizi pubblici connessa alla industrializzazione...
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....2) essendo la burocrazia adesso diventata di estrazione meridionale o tendenzialmente sempre più meridionale, si configura in Italia una divaricazione quasi schizofrenica, che non trova l'eguale, in misura analoga, in nessuno dei grandi Paesi europei:
l'amministrazione cioè parla la lingua del Sud, di una zona del Paese depressa ed esclusa dallo sviluppo industriale e dalla modernizzazione tecnologica, mentre le élites dell'economia parlano la lingua del Nord.
L'una vive nella cultura dell'idealismo, l'altra in quella del positivismo.
Le due lingue stentano a capirsi, e non sempre la politica (che sempre più parlerà col tempo la lingua del Sud) sarà capace di tradurne i reciproci linguaggi;...
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...4) la meridionalizzazione è a sua volta il sintomo di un vasto e radicale mutamento sociologico e di costume.
Il Sud, escluso dalla industrializzazione, indirizza sempre più i suoi giovani laureati e diplomati verso gli impieghi di Stato, «colonizza» gli uffici dello Stato, vi trasferisce, insieme al culto delle regole, non solo un'inflessione dialettale ma una intera concezione del mondo.
La burocrazia italiana ne trae quelli che saranno i suoi tratti caratteristici lungo tutto il XX secolo ed oltre: un certo fatalismo di fondo, lo scetticismo verso il nuovo, un accentuato conservatorismo, soprattutto il familismo come atteggiamento base nei confronti della vita stessa.
Di qui una tipologia del burocrate italiano che si radicherà nel corso dei decenni e che resta tutt'oggi largamente valida....
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....Ma il decollo amministrativo italiano, per le forme e i tempi che gli sono caratteristici, assolve anche da un'altra funzione, che brutalmente si potrebbe definire come quella di fornire occupazione alla grande massa dei ceti colti e semi-colti del Sud lasciati fuori dal decollo industriale.
In nessun altro modo si può infatti interpretare la meridionalizzazione del pubblico impiego se non come un gigantesco scambio di ruoli, un do ut des non scritto e inizialmente almeno non detto, tra l'Italia produttiva e quella improduttiva, garantito dallo Stato attraverso quello che i travet, ossia i piccoli impiegati a basso reddito degli inizi del Novecento, chiamavano con espressione colorita «il materasso di crine del 27 del mese» (ossia lo stipendio fisso: magari basso, ma in compenso sicuro, al quale legare il loro progetto di vita al servizio dello Stato).
All' «esercito» dei piccoli burocrati, in gran parte meridionali, lo Stato assicurò la sopravvivenza, accontentandosi per lo più di prestazioni di lavoro modeste.
Ne ebbe in cambio la pacificazione sociale del Sud, l'adesione implicita di quelle regioni ad una strategia dello sviluppo che puntava tutte le sue carte esclusivamente sul polo Torino-Milano-Genova, il futuro triangolo industriale dell'Italia del Novecento....
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...Le aree deboli della società italiana (in primo luogo il Sud e le isole) trovarono dunque nell'impiego di Stato il succedaneo al mancato inserimento nel treno in corsa dello sviluppo.
Accomodandosi nei vagoni di coda, questi ceti sociali consentirono la partenza del treno, sebbene alla lunga ne avrebbero limitato di molto la velocità....
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...Nel lungo periodo, però, le caratteristiche del decollo amministrativo non mancarono di farsi sentire come un handicap specifico per lo sviluppo civile del Paese, nei termini di una sempre più accentuata diversificazione tra i ritmi dinamici dello sviluppo e i tempi rilassati di una burocrazia che restava esclusa dalla cultura e dalle mete della modernizzazione. Il che, sotto moti profili, resta ancora oggi in Italia un problema drammaticamente aperto....
...perchè il federalismo s'imporra anche se la lega dovesse scomparire, anche se non ci fosse più chi vi sta parlando. Per forza delle cose
(G. Miglio)