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Stellare
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MessaggioInviato: 13/08/2011, 17:03 
..evidentemente al buon obama la fortuna non e'sua alleata.e mentre la crisi mondiale pervade il pianeta una decina di giorni di vacanze sono il meglior rimedio ...........

"La riforma della sanità voluta da Barack Obama è incostituzionale. Lo stabilisce la Corte d'Appello di Atlanta che dà ragione così al ricorso di 26 Stati. Sotto accusa, in particolare, le norme che impongono un'assicurazione sanitaria agli individui. Restano comunque in vigore le parti restanti del provvedimento. La bocciatura non è però definitiva, sulla questione si esprimerà la Corte Suprema.

Ma è tempo di vacanza - Mentre la riforma tanto voluta dal presidente degli Stati Uniti viene vanificata dalla Corte, lui se ne va in vacanza. Il presidente degli Stati Uniti non rinuncia al sollazzo sull'esclusiva isola di Martha's Vineyard: dieci giorni a grattarsi la pancia a partire dalla prossima settimana. La conferma è arrivata dalla Casa Bianca.
12/08/2011"


http://www.libero-news.it/news/802523/U ... ella-sanità.html


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MessaggioInviato: 14/08/2011, 13:54 
Che anche Obama pensa ai fatti suoi ...! (Ultimamente ha perso un po di ... abrronzatura!) [:246]



_________________
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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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MessaggioInviato: 14/08/2011, 17:02 
Cari amici..... vi chiedo solamente di perdere 5 minuti del vostro tempo e di leggere attentamente questo testo. Mi rivolgo a tutti coloro che hanno seguito con interesse questo topic e, in particolare, a rmnd, a sezione9, a Green e ad Aztlan. Il libro da cui è tratto il testo è stato scritto nel 2009... Buona lettura e grazie per l'attenzione.

[hr]

[b][size=150]Collasso Economico Globale.
Non abbiamo via di scampo. A meno che.....[/size][/b]

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Thethirdeye/2011814165924_imagesCAYY3LN0.jpg[/img]

[i]"II signoraggio esiste ed è una questione molto chiara, che consiste nel fatto che le banche centrali non sono di proprietà pubblica, mentre tutta la gente è convinta che lo siano solo in quanto stampano il denaro. Le banche producono la moneta e la prestano agli stati, che si indebitano nei confronti dei banchieri privati per ottenerla. Credo che il signoraggio bancario sia all'origine del disastro economico mondiale in cui stiamo precipitando... non credo si possa realizzare alcun programma di risanamento senza affrontare il problema del signoraggio bancario"[/i]


Tratto da:

[b]Rivelazioni non Autorizzate - Il sentiero occulto del potere[/b]
di Marco Pizzuti

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__rivelazioni-non-autorizzate.php


LA FONTE DEL POTERE
Premessa

Pochi lo sanno, ma il sistema con cui viene creato il denaro (il cosiddetto signoraggio) e il mercato del credito a livello mondiale può essere legittimamente definito il gioco di prestigio più remunerativo che sia mai stato concepito nella storia. Le banche centrali infatti seppur mascherate da enti pubblici dietro altisonanti denominazioni nazionaliste come Banca Centrale Europea o Banca d'Italia, sono in realtà società private detenute dal cartello di speculatori più potente e vorace del mondo, ovvero dall'elite globale. Le grandi banche centrali (eccetto formalmente la Banca d'Inghilterra) sono tutte società per azioni completamente in mano a poche esclusive famiglie di banchieri, che sono liberi di determinare l'andamento dei cicli economici secondo i loro interessi. Si tratta del segreto meglio nascosto alle masse attraverso il controllo dell'informazione politica, mediatica e universitaria.

A eccezione delle monete metalli che, che rappresentano solo un'infima parte del valore monetario in circolazione (la cui produzione e coniatura supera spesso il valore nominale a esse legalmente attribuito), tutto il resto del denaro e del credito viene ora creato dalle banche. Pertanto, i dollari americani su cui è stata stampata la dicitura "Federal Reserve" vengono prestati al popolo e al governo USA da speculatori privati.1 Inoltre, sia le banconote che le monete metalliche costituiscono assieme meno del tre per cento dell'offerta monetaria globale, poiché il restante novantasette per cento viene creato sotto forma di prestiti dalle banche commerciali. Tutto ciò potrebbe essere considerato perfettamente normale se la moneta prodotta dai banchieri e prestata allo stato per coprire il debito pubblico corrispondesse a una effettiva contropartita materiale di beni, ma non è affatto così.

La sovranità monetaria appartiene allo Stato e al popolo per costituzione, pertanto, i pezzi di carta stampati da aziende private acquistano valore legale solo in quanto sono le leggi emesse dai "rappresentanti del popolo" ad attribuirgliene. [u]Lo Stato quindi potrebbe tranquillamente produrre da solo la moneta (e il credito elettronico) di cui ha bisogno al mero costo di stampa e senza indebitarsi con gli interessi (senza cioè provocare l'aumento del debito pubblico e delle tasse).[/u] Eppure, nel corso del tempo le nostre corrotte classi politiche hanno trasferito impunemente la sovranità monetaria dal popolo a un gruppo di spregiudicati banchieri privati. Il risultato di questo trasferimento di funzioni vitali per il controllo dell'economia di un Paese è che la nazione e le sue istituzioni continuano a indebitarsi con i membri di una esclusivissima élite. Ciò significa che i banchieri privati che possiedono i maggiori pacchetti azionari delle banche centrali (come la FED americana o la BCE europea), delle grandi corporation e dei mass-media controllano di fatto e di diritto sia i cicli del mercato (e della borsa mondiale) che la politica. Nel corso del tempo il debito pubblico nei confronti dei banchieri è aumentato spaventosamente, conferendo all'elite sempre più potere di controllo sulla cosa pubblica.
Un Paese come l'America, un tempo indicata universalmente come la culla del benessere, deve ai suoi usurai somme ogni anno maggiori, che stanno per trasformare il famoso "sogno americano" in un vero e proprio incubo. Da oltre vent'anni, infatti, il tenore di vita della classe media americana ha registrato un costante declino: gli stipendi sono rimasti fermi o sono calati, mentre le opportunità e le certezze che prima si davano per scontate sono cominciate a svanire. Per la maggior parte delle famiglie una sola busta paga non è più sufficiente a pagare i conti; servono ormai due o più stipendi per potersi permettere una casa e una famiglia. E senza una radicale inversione delle attuali tendenze, è improbabile che i giovani lavoratori raggiungano mai un tenore di vita pari a quello dei loro genitori. Buoni impieghi con prospettive future sono sempre più difficili da trovare e la qualità dell'istruzione è sempre peggiore. Le tasse continuano ad aumentare, la previdenza sociale è prossima al collasso, mentre le pensioni private legate alle solite grandi banche fanno affari d'oro senza offrire alcuna adeguata assistenza ai non abbienti. C'è un clima crescente d'incertezza e instabilità economica, mentre nel frattempo la nostra classe politica discute su un ginepraio di ricette economiche che fanno di tutto tranne che affrontare i problemi reali che affliggono la gente.

Le radici del malessere economico vanno cercate nella gestione dell'attuale sistema monetario e nell'occulto meccanismo di produzione del credito. [u]Occorre quindi puntare il dito contro i poteri forti, ma la verità è che nessuno dopo Kennedy ha più avuto il coraggio di farlo.[/u] I proprietari delle banche centrali sostengono tuttavia di gestire onestamente la moneta, quando in realtà quest'ultima continua a perdere valore ogni giorno che passa a scapito di chi lavora faticosamente per salari sempre più miserabili, a tutto vantaggio dei pochi speculatori che la producono e ne regolano l'afflusso. E a dispetto di quanto affermato da questi ultimi attraverso le catene dei giornali, delle televisioni e dei loro portavoce politici, l'elite finanziaria globale nel corso del tempo non ha fatto altro che generare cicli economici sempre peggiori, provocando l'abbassamento qualitativo del nostro stile di vita per poi attribuirne la colpa alla corruzione della casta politica. Ma, anche se è vero che i cosiddetti "rappresentanti del popolo" sono, come noto ai meno sprovveduti, solo uomini di potere che appena ottenute le loro cariche di palazzo tanto bramate pensano unicamente ad accumulare privilegi e ricchezze, il fatto di cui non si parla mai a livello mediatico è che la corruzione dai grandi numeri (quella cioè che arreca veramente danno ai conti dello stato) viene alimentata proprio dai poteri forti che dirigono gli organi legislativi dai loro panfili.

Più lo Stato sperpera e si indebita attraverso guerre (o anche "missioni di pace") e politiche economico-sociali sbagliate e maggiormente diviene ostaggio dei suoi usurai, poiché, come anzidetto, la produzione del denaro è divenuta ormai esclusivo monopolio privato degli azionisti delle banche centrali che lo prestano allo Stato e ai cittadini con l'aggiunta di un interesse illegittimo. Per questo motivo il denaro viene chiamato anche moneta-debito, proprio in quanto basato esclusivamente sull'ingiustificato indebitamento del popolo a favore di poche privilegiatissime famiglie di banchieri. Il denaro che tutti abbiamo in tasca, insomma, è solo carta straccia fatta stampare da uomini d'affari (i veri signori del mondo), senza alcuna reale copertura di beni a garanzia, proprio come le banconote utilizzate dal famoso gioco da tavolo Monopoli. [u]E il fatto che a esso sia stato conferito corso legale dai nostri politici non significa affatto che sia stata rispettata la sovranità popolare sulla moneta. Costoro infatti hanno tradito la Costituzione e ingannato il popolo, tenendolo all'oscuro della truffa perpetrata a suo danno.[/u] Del resto sono la stessa natura istituzionale della moneta e la sua pubblica funzione a legittimare esclusivamente lo Stato a disporne la creazione. Il valore del denaro stampato in realtà dovrebbe venire attribuito direttamente alla collettività senza alcuna voce di debito (Euroschiavi, di Antonio Miclavez e Marco Della Luna, Macroedizioni), mentre la sua produzione avrebbe dovuto essere stata rigidamente vincolata all'effettiva copertura di beni reali, quali forza lavoro e risorse. In tal modo la tecnica del signoraggio potrebbe essere finalmente sfruttata dallo Stato esclusivamente per perseguire scopi pubblici e sociali a tutto vantaggio delle nazioni.


[b][i]"Dividendo gli elettori attraverso il sistema dei partiti politici, possiamo fare spendere le loro energie per lottare su questioni insignificanti. Di conseguenza, con un'azione prudente abbiamo la possibilità di assicurarci quello che è stato pianificato così bene e portato a termine con tanto successo".[/i][/b]

USA Banker's Magazine (Rivista dei banchieri americani), 25 Agosto 1924


[size=125][b]Un caso per tutti[/b][/size]

Per spiegare ciò che succede veramente dietro le quinte della cosiddetta economia di libero mercato può essere preso ad esempio un eloquente caso giudiziario americano. Nel 1969 una giuria del Minnesota (USA) si trovò a dibattere la causa intentata dalla First National Bank of Montgomery contro Jerome Daly, portando alla luce alcuni dei retroscena più salienti del cosiddetto signoraggio bancario.

La banca chiedeva il pignoramento della casa dell'imputato, in quanto su di essa gravava una ipoteca di 14.000 dollari. Ciononostante Jerome Daly presentò opposizione al provvedimento esecutivo, sulla base reale corrispettivo e che pertanto i loro prestiti (se la giustizia non fosse al loro servizio) dovrebbero essere dichiarati giuridicamente nulli. Se lo facessimo l'impero dell'elite finanziaria globale crollerebbe nel giro di pochi giorni ed è quindi chiaro che non ci permetteranno di farlo. Questo è il motivo per cui dal giorno di quella storica sentenza nessun canale d'informazione di livello nazionale e nessun giudice o politico ha più osato smascherare i poteri forti. Successivamente alla clamorosa sentenza del caso Daly molti altri imputati hanno tentato di evitare le inadempienze sul prestito utilizzando lo stesso modello di difesa, ma con scarsi risultati. Ed ecco infatti cosa ebbe ad affermare un giudice in via non ufficiale: "Se vi lascio fare questo, a voi e chiunque altro, (ciò) farebbe crollare l'intero sistema... non posso permettervi di andare a curiosare dietro il bancone... non andremo dietro al sipario!". Di tanto in tanto però qualcuno rompe il silenzio e quando si tratta di personaggi molto in vista le loro dichiarazioni tornano a far tremare le banche.


[i][b]"Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Esse hanno già messo in piedi un'aristocrazia facoltosa, che ha attaccato il Governo con disprezzo. Il potere di emissione deve essere tolto alle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente".[/b][/i]

Thomas Jefferson


[size=125][b]Autorevoli rivelazioni scomode[/b][/size]

Sir Josiah Stamp fu presidente della Banca d'Inghilterra e il secondo uomo più ricco del Regno Unito negli anni Venti del secolo scorso. Egli, in un discorso ufficiale all'University of Texas nel 1927, ebbe a dichiarare: "II sistema bancario moderno fabbrica denaro dal nulla. Il procedimento è forse il gioco di prestigio più strabiliante che sia mai stato inventato. Le attività bancarie sono state concepite nell'ingiustizia e nate nel peccato... i banchieri possiedono la terra. Toglietegliela da sotto i piedi, ma lasciate loro il potere di creare denaro e con un guizzo di inchiostro creeranno abbastanza denaro per ricomprarsela... togliete loro questo grande potere e tutte le enormi fortune come la mia svaniranno, e allora questo sarà un mondo migliore e più felice in cui vivere... ma se volete rimanere schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra schiavitù, continuate a permettere loro di creare denaro e di controllare il credito".

Robert H. Hemphill, responsabile del Credito presso la Federai Reserve Bank di Atlanta al tempo della grande depressione, scrisse nel 1934: "Noi siamo completamente dipendenti dalle Banche commerciali. Qualcuno deve prendere a prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, in contanti o a credito. Se le Banche creano abbondante denaro sintetico, noi siamo ricchi; altrimenti, facciamo la fame. Non abbiamo assolutamente un sistema monetario durevole. Avendo una visione globale della cosa, la tragica assurdità della nostra posizione senza speranza è quasi incredibile, ma è così. Si tratta del tema più importante sul quale le persone intelligenti possano indagare e rifletterci sopra".

Graham Towers, governatore della banca centrale canadese dal 1935 al 1955, ammise: "Le banche creano denaro. Servono a questo... il processo produttivo per creare denaro consiste nell'inserire una voce in un registro. Tutto qui... ogni volta che una banca concede un prestito... viene creato nuovo credito bancario, denaro nuovo di zecca".

Robert B. Anderson, Segretario del Tesoro sotto la presidenza Eisenhower, rilasciò la seguente intervista alla rivista U.S. News and World Report (pubblicata sull'edizione del 31 agosto 1959): "Quando una banca concede un prestito, essa aggiunge semplicemente al conto di deposito del mutuatario presso la banca l'ammontare del prestito. Il denaro non è preso dal deposito di nessun altro, non è stato versato in precedenza alla banca da nessuno. Si tratta di nuovo denaro, creato dalla banca per essere utilizzato dal mutuatario".

[size=125][b]L'origine storica della riserva frazionaria[/b][/size]

Nell'Europa medioevale il bene di scambio più prezioso era costituito dalle monete d'oro e da porzioni del metallo nobile allo stato grezzo o lavorato. Lo smercio e la custodia dell'oro, tuttavia, presentavano enormi difficoltà pratiche a causa del suo considerevole peso specifico e della costante minaccia dei briganti. Questa situazione spinse la maggior parte delle persone benestanti a depositare le proprie monete presso gli orafi/usurai (prototipo dei poteri forti moderni) di origine ebraica (ai cristiani erano vietati i prestiti contro interesse) che disponevano delle casseforti più sicure delle città. Gli orafi a loro volta emettevano delle comode ricevute cartacee a garanzia del deposito effettuato, che potevano essere negoziate dal titolare al posto delle ingombranti monete che rappresentavano. Si trattava quindi del modo più comodo, rapido e sicuro per disporre dei propri soldi. Tali promesse di pagamento venivano poi utilizzate anche quando i clienti si rivolgevano a questi liberi professionisti solo per ottenere un prestito in danaro. E, dal momento che i banchieri medioevali sapevano bene che solo una bassissima percentuale di creditori (compresa tra il 10 e il 20 per cento del totale), sarebbe tornata a riscattare materialmente il valore dei propri titoli cartacei, cominciarono a vendere contro interesse note di credito non garantite da nessun patrimonio effettivamente posseduto.

Nacque così il concetto di riserva frazionaria (ovvero la quota minima di copertura) con cui gli orafi/usurai riuscivano a lucrare prestando denaro creato dal nulla. Con questo sistema i banchieri medioevali potevano prestare impunemente il denaro molte volte in più di quanto avrebbero potuto effettivamente. E in quei rari casi in cui si trovarono a dover restituire più oro di quanto ne avevano nei forzieri, venivano sostenuti dagli altri usurai di origine ebraica che in questo modo riuscivano a garantire una lucrosa efficienza del sistema. La prima conseguenza dell'uso di questa tecnica (la riserva frazionaria) fu la messa in circolazione di molto denaro in forma cartacea (ovvero ricevute dei prestiti in oro) che non rispecchiava affatto l'effettiva riserva aurifera disponibile. A un tasso di interesse del 20 per cento, lo stesso oro prestato cinque volte produceva un rendimento del 100 per cento ogni anno, su oro che gli orafi in realtà non possedevano affatto.

Si trattava solo di una truffa ben congeniata con cui la casta ebraica usuraia riuscì ad acquisire in breve tempo le più grandi ricchezze del continente europeo. Ma, mentre gli orafi/usurai creditori prestavano denaro creato dal nulla, i loro debitori erano chiamati a pagare interessi e debiti che divenivano reali per vincoli di legge. Così alla fine accadeva che questi speculatori risultavano creditori di somme ben maggiori di quelle di cui poteva effettivamente disporre l'intera cittadina. Una situazione che vide spesso i cittadini ricorrere sempre a nuovi prestiti di carta moneta per coprire i propri investimenti innescando il dirottamento della ricchezze della città (e alla fine, dell'intero Paese) all'interno dei forzieri degli orafi, mentre il popolo si copriva gradualmente di debiti.


[size=125][b]Le banche moderne[/b][/size]

Nel diciannovesimo secolo le dinastie dei grandi banchieri medioevali si erano ormai riorganizzate da tempo nel nuovo status di banchieri moderni e vennero autorizzate dai soliti politici amici a emettere banconote con valore legale in quantità fino a dieci volte superiori alle proprie riserve aurifere. Tutto ciò continuava a essere reso possibile grazie al collaudato trucco contabile (questa volta autorizzato per legge) della riserva frazionaria. In tal modo solo una frazione dei depositi complessivamente gestiti dalla banca venivano effettivamente mantenuti come riserva per far fronte alla domanda di oro o di soldi contanti da parte dei depositanti.
Nel 1913 i grandi banchieri internazionali si fecero ancora più furbi e, con il pretesto di dare maggiore stabilità al sistema economico, riuscirono a monopolizzare l'emissione del denaro americano grazie alla creazione di un'unica grande banca centrale, a cui venne riconosciuto l'esclusivo diritto di stampare nuova moneta per il popolo e il governo USA. Attraverso l'istituzione della Federai Reserve (la famosa FED) i super banchieri di origine ebraica divennero così gli unici in grado di manipolare artificialmente l'andamento del mercato, semplicemente estenden-do o restringendo le condizioni di credito del circuito bancario. Le banconote emesse dalla FED al semplice costo di stampa divennero poi la base dell'offerta monetaria nazionale e appena vent'anni dopo l'America si trovò ad affrontare la più grave depressione speculativa della sua storia.
Il drammatico crollo dei mercati azionari del '29 infatti venne provocato proprio da quei banchieri della FED, che avevano promesso di garantire la stabilità economica. L'offerta di denaro venne bloccata dalla banca centrale mediante l'introduzione di norme talmente restrittive nella gestione del credito che le piccole e medie banche concorrenti furono costrette a chiudere i battenti insieme alla stragrande maggioranza delle imprese, rimaste a corto di liquidità. I banchieri della FED poterono così impadronirsi delle aziende fallite o in fallimento a prezzi stracciati, mentre il loro uomo alla Casa Bianca, il presidente Roosevelt (Gran Maestro massone) approvò nel 1933 una legge con cui sganciava la Banca Centrale dall'obbligo di conversione del valore dei dollari in oro (cosiddetto gold standard) come pretesto per risollevare il mercato dalla depressione. Terminata la "grande abbuffata" degli speculatori, la FED tolse le norme restrittive sul credito che avevano ingrassato i suoi conti e ridotto in miseria l'America.
Oggi la Federai Reserve sfrutta ancora la tecnica della "riserva frazionaria", senza aver più neppure l'obbligo di detenere alcuna copertura aurifera. Viceversa gli stati per ottenere i prestiti di cui hanno bisogno sono costretti a indebitarsi emettendo delle obbligazioni (come i classici buoni del tesoro) a garanzia di pari importo, oltre naturalmente al pagamento degli interessi. In questo modo il debito dello Stato nei confronti dei suoi strozzini privati continua a crescere inesorabilmente, finendo per stringere la cosa pubblica nel loro abbraccio mortale (enti pubblici svenduti alle banche per far fronte al debito pubblico). E tutto ciò nonostante il fatto che lo Stato potrebbe tranquillamente stamparsi da solo la propria moneta! Le masse dovrebbero capire una volta per tutte che, se a un gruppo senza scrupoli (non esiste categoria di persone al mondo più spregiudicata dei banchieri) viene consentito di stampare il denaro di una nazione, esso userà poi questo denaro per assicurarsi il controllo dei media (per la manipolazione dell'opinione pubblica) e dei politici (con corruzione e minacce), assumendo inevitabilmente anche il controllo sul popolo stesso.


[i][b]"Datemi il controllo della moneta di una nazione
e non mi importa di chi farà le sue leggi".[/b][/i]


[size=125][b]Speculare con l'inflazione[/b][/size]

Un altro strumento legale di speculazione in mano ai banchieri che esercitano di fatto la sovranità monetaria è l'inflazione. È sufficiente verificare alcuni dati dell'economia USA (ma vale per tutti gli stati) per rendersi conto di quanto sia insostenibile l'attuale situazione. Il cosiddetto "M3", ovvero l'indicatore della massa monetaria prodotta per gli Stati Uniti, balzò dai 3.700 miliardi di dollari del 1988 ai 10.300 miliardi del 1992, data in cui la FED smise di pubblicizzare queste cifre. La decisione di non rendere pubbliche queste informazioni ebbe il chiaro scopo di occultare la realtà scandalosa di questi dati. Se osserviamo l'andamento del mercato nel corso del tempo scopriamo subito che con il passare degli anni il costo dei beni aumenta, in quanto la creazione di nuovo denaro ne svaluta implicitamente il valore, favorendo ingiustamente chi lo produce (il quale ne può disporre in qualità illimitate a costo zero) a scapito di chi lo ha guadagnato lavorando onestamente. Una maggior quantità di denaro che compete per gli stessi beni fa inevitabilmente aumentare i prezzi, sottraendo così sempre più potere d'acquisto al denaro (almeno il dieci per cento in 14 anni).

E, come se non bastasse, talvolta le banche centrali stampano moneta senza che sia neppure possibile verificarne il quantitativo effettivamente emesso, in quanto, [u]come avviene ad esempio con l'euro, le banconote sono addirittura prive di numerazione progressiva.[/u] I numeri stampati su queste ultime infatti sono codici con altre funzioni, ed è quindi persino materialmente possibile che la BCE stampi più biglietti di quanti ne dichiari effettivamente.' Ciononostante, la colpa dell'inflazione sfrenata viene sempre attribuita al governo di questa o quella fazione politica (il cosiddetto teatrino della politica) distogliendo l'attenzione pubblica dai reali problemi dell'economia globale (spesso ignorati persino dai politici). La verità è che la rete di massoni che occupa come un esercito trasversale le poltrone della politica ha approvato da tempo le leggi che favorivano i loro padroni banchieri, [u]derubando al popolo una delle sue funzioni più importanti, la sovranità monetaria.[/u]

[u]La crescita del debito pubblico e dell'inflazione sono ormai divenute inarrestabili, finendo per "costringere" (ovvero agevolare) i corrotti politici di turno a privatizzare gli enti pubblici e a tagliare la spesa sociale. [/u]In questo modo l'assistenza sanitaria, le pensioni e qualsiasi altra forma di previdenza pubblica passeranno presto nelle mani dei banchieri illuminati, che stanno preparando l'avvento del nuovo ordine mondiale. Nel 1816 Thomas Jefferson scrisse a John Madison (decimo presidente americano, 1841-1845): "Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di gestire l'emissione della sua moneta, allora, alternando infla zione e deflazione, le banche e le società finanziarie che cresceranno intorno a esse spoglieranno il popolo di ogni proprietà, finché i suoi figli si sveglieranno senza un tetto nel continente che i loro padri conquistarono...

[b][i]Credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per la nostra società che eserciti in armi... il potere di emissione dovrebbe esser tolto alle banche e restituito allo Stato, a cui esso propriamente appartiene".[/i][/b]


[size=125][b]Lascia o raddoppia[/b][/size]

Poiché l'offerta monetaria è creata dalle banche stesse, queste ultime devono continuamente immettere nuove banconote sul mercato per pagare l'interesse dovuto ai banchieri. Ciò significa che un dollaro prestato al tasso d'interesse del cinque per cento si trasforma in due dollari dopo appena quattordici anni. Di conseguenza l'offerta della moneta deve necessariamente raddoppiare ogni quattordici anni solamente per coprire l'interesse dovuto sul denaro prestato! Le cifre dichiarate dalla Federai Reserve confermano infatti che dal 1959 in poi (anno in cui la FED ha iniziato a fornire i dati), la massa monetaria (o M3) è più che raddoppiata ogni quattordici anni.12 Ciò significa che dopo appena quattordici anni le banche convogliano in interessi tanto denaro quanto ne era presente nell'intera economia quattordici anni prima. Questo tributo viene pagato in termini di debito pubblico e di svalutazione del potere d'acquisto dei cittadini con una truffa legalizzata dai loro burattini politici.

La sovranità monetaria spetta al popolo, in quanto è la collettività stessa a riconoscere con le sue leggi a dei pezzi di carta un valore intrinseco che altrimenti non avrebbero. Pertanto è chiaro che la privatizzazione del denaro è la causa fondamentale della povertà, della schiavitù economica, dei governi senza fondi e di una classe dominante oligarchica che si oppone a ogni tentativo di allentare la stretta dei banchieri sulle redini del potere. Il problema può essere risolto solamente invertendo il processo che lo ha creato, facendo emettere il denaro necessario al fabbisogno pubblico direttamente dallo Stato in forma di credito, e non di debito come è avvenuto fino a ora. I veri padroni della ricchezza prodotta dalla nazione sono i cittadini e non certo i banchieri.

[u]Il Parlamento deve riprendersi la sovranità monetaria e cominciare a far battere moneta ai funzionari dello stato nel più rigoroso rispetto dei programmi di bilancio. Per evitare nuovi episodi di corruzione sulla spesa pubblica (fino a ora utilizzata come fondo cassa per mafia e clientelismo) gli amministratori dello stato (deputati e dirigenti) dovranno rispondere penalmente e civilmente dei progetti di spesa rispettivamente approvati quanto della loro corretta esecuzione. Contestualmente deve essere abolito l'uso della riserva frazionaria da parte dei banchieri privati (mentre rimane esclusiva prerogativa dello Stato), limitando le banche a prestare solo la moneta di cui effettivamente dispongono. Se infatti il potere di creare denaro (e quindi ricchezza) ritornasse al governo, il debito pubblico potrebbe essere rapidamente estinto insieme alle tasse più ingiuste ed esose.[/u]

[size=125][b]La nazionalizzazione di facciata della Banca d'Inghilterra[/b][/size]

II fatto che una banca centrale venga formalmente nazionalizzata non significa affatto che la sovranità monetaria sia effettivamente tornata nelle mani dello stato. Un caso esemplare è quello rappresentato dalla Banca d'Inghilterra che, seppur nazionalizzata nel 1946, ha lasciato i guadagni e tutto il potere decisionale reale nelle mani dei soci azionisti privati. Anche in Gran Bretagna infatti sono sempre le banche private a creare il novantasette per cento dell'offerta monetaria sotto forma di prestiti.

[size=125][b]Nascita della banca centrale americana[/b][/size]

Nei primi anni del secolo scorso, il mondo dell'alta finanza [u]era già stato completamente egemonizzato da quattro famiglie di origine ebraica, i Rockfeller, i Morgan, i Warburg e i Rothschild.[/u] Questi ultimi esercitarono pressioni sul governo americano affinchè disponesse per legge la costituzione di una unica grande banca centrale di loro proprietà, la Federai Reserve. Un progetto ambizioso, che però doveva fare i conti con un'opinione pubblica non disposta a correre i gravi rischi di una concentrazio-ne monetaria nelle avide mani di pochi rinomati speculatori. E per fare in modo che il popolo "digerisse" un provvedimento del genere, i grandi banchieri generarono un problema economico insormontabile a cui offrire la loro soluzione.

J. P. Morgan, considerato un luminare della finanza, si servì così della sua enorme influenza nel mondo bancario per diffondere voci incontrollate sull'insolvenza e l'imminente fallimento dei grandi istituti di credito. Morgan sapeva infatti che ciò avrebbe provocato un'isteria collettiva generalizzata e la corsa dei risparmiatori a ritirare in massa il denaro dai propri conti. Le banche furono allora costrette a far rientrare tutti i crediti che fino ad allora avevano concesso, costringendo i beneficiari a vendere le proprie proprietà e innescando così una spirale di bancarotte, sequestri di beni e disordini sociali.

Successivamente al disastro, lo storico di origine ebraica Frederick Lewis Allen dichiarò quanto segue sulla celebre rivista Life: "Gli interessi dei Morgan hanno avuto la meglio dal panico del 1907, guidandone astutamente la diffusione". E come previsto e programmato dai banchieri, al panico del 1907 seguì l'apertura di una inchiesta del Congresso, a capo della quale venne nominato il senatore Nelson Aldrich, un uomo di fiducia dei cartelli bancari che entrò a far parte della famiglia Rockfeller. La commissione diretta da Aldrich propose poi l'istituzione di una banca centrale ufficialmente deputata a impedire che si verificassero altri crack finanziari come quello del 1907! I banchieri internazionali avevano fatto il loro gioco e il popolo stava per cadere in trappola. Pleonastico quindi aggiungere che la proposta venne accettata dal congresso e istituita in gran fretta dal presidente massone Woodrow Wilson il 23 dicembre del 1913.

Per capire esattamente come si arrivò a tanto bisogna fare un passo in dietro nella storia ed esaminare i retroscena. Nel 1910 ci fu un incontro segreto nella tenuta di J. P. Morgan sull'isola di Jeckill, al largo della costa della Geòrgia, e fu lì che in realtà venne redatta la proposta di legge per far nascere la banca centrale americana a cui in seguito diedero il nome sibillino (si volle così lasciar intendere alle masse che si trattava di una istituzione federale, cioè pubblica) di "Federal" Reserve. Il provvedimento normativo in questione si chiamò "Federal Reserve Act", ma venne scritto dai banchieri e non dai legislatori del congresso.

L'incontro venne tenuto segreto sia ai membri del governo che all'opinione pubblica e i partecipanti alla stesura dell'atto normativo adottarono addirittura dei nomi in codice. Una volta approntata, la legge venne trasmessa al senatore Nelson Aldrich, (il referente politico dei banchieri) affinchè la facesse approvare dal Congresso. Nel 1913 venne eletto presidente il massone Woodrow Wilson con il sostegno dei poteri forti, che gli finanziarono la campagna elettorale in cambio della promessa che una volta a capo del governo avrebbe firmato il Federai Reserve Act. E fu così che il 23 dicembre 1933, ovvero nel pieno delle festività natalizie, venne approvata l'istituzione della banca centrale, mentre il giorno della vigilia (era appunto il 24 dicembre 1933) si passò all'approvazione del suo scandaloso regolamento. È bene ricordare che tutto ciò avvenne proprio quando la maggior parte dei membri del congresso era a casa con la propria famiglia e che W. Wilson non si fece alcuno scrupolo nel promulgarlo in legge esecutiva (avrebbe invece potuto tranquillamente porre il veto).

Alcuni anni dopo questi fatti, fu lo stesso presidente a rendersi conto di essere stato usato come un burattino, dichiarando rammaricato: "La [nostra] grande nazione industriale è controllata dal suo sistema creditizio. Il nostro sistema creditizio è concentrato nelle mani dei privati. La crescita e le attività della nazione sono quindi nelle mani di pochi uomini, i quali per forza di cose, a causa dei loro stessi limiti, frenano, controllano, distruggono la genuina libertà economica. Siamo diventati uno dei governi peggiori, uno dei più controllati e dominati del mondo civilizzato. Non più un governo basato sulla libertà di opinione, non più un governo degli ideali e del voto di maggioranza, bensì un governo basato sul giudizio e le costrizioni di piccoli gruppi dominanti". Infatti, il membro del Congresso Louis McFadden affermò quanto segue subito dopo l'approvazione del Federai Reserve Act: "Qui è stato fondato un sistema bancario mondiale... un sovrastato controllato dai banchieri internazionali che agiscono assieme per schiavizzare il mondo secondo i propri interessi. La FED ha usurpato il governo".

I mass media dissero invece alla gente che la banca centrale era indispensabile se si voleva raggiungere la stabilità economica e che quindi inflazione e crisi economiche erano ormai solo incubi del passato. Ma, se da una parte i giornalisti si prodigavano ad annunciare al popolo l'avvento di una nuova era iniziata all'insegna della cosiddetta [i]Financial stability[/i], dall'altra, l'impietoso tribunale della storia dimostrò il contrario. Una volta assunto il controllo assoluto della moneta, la FED cominciò infatti a porre in atto una serie di azioni speculative che le consentirono di divorare letteralmente il libero mercato. Tra il 1914 e il 1919, per esempio, la FED aumentò l'offerta di moneta del cento per cento, e ciò si tradusse in un'ampia apertura di credito che coinvolse anche le banche minori e i loro clienti. Successivamente però essa diede corso alla seconda parte del piano, e così nel 1920 ritirò improvvisamente una notevole quantità del denaro dalla circolazione, costringendo i piccoli istituti di credito a far rientrare i crediti concessi, provocando per l'ennesima volta bancarotte e prelievi di massa agli sportelli. In questo modo, oltre 5.400 banche esterne al sistema della FED stessa vennero spazzate via, mentre i suoi spregiudicati banchieri consolidarono definitivamente il loro monopolio sull'economia. Visto ciò che era successo, il membro del Congresso Lindbergh dichiarò nel 1921: "Tramite il Federai Reserve Act viene creato il panico in modo studiato. Quello attuale è il primo caso di panico scientemente programmato, concepito allo stesso modo di un'equazione matematica".

L'ondata di panico del 1920, tuttavia, fu solo una piccola avvisaglia di ciò che i banchieri stavano progettando, ovvero le prove generali di una crisi dall'impatto sociale devastante. E così tra il 1921 e il 1929 la FED aumentò di nuovo la massa monetaria in circolazione provocando ancora una volta una rapida espansione. Contestualmente fece la sua comparsa sul mercato azionario un nuovo tipo di prestito "molto vantaggioso", denominato "prestito a margine". Si trattava di un prodotto finanziario che consentiva all'investitore di versare solo il dieci per cento del prezzo di un titolo, mentre il restante novanta per cento veniva prestato da un intermediario. Uno specchietto per le allodole, che consentiva a chiunque di possedere mille dollari di azioni spendendone solo cento! Un simile tipo di prestito si diffuse molto rapidamente durante tutti i "ruggenti" anni Venti. Ma proprio quando tutti sembravano far soldi investendo sui titoli azionari, allora venne fuori il "trucco". Il pagamento del prestito per il restante novanta per cento del valore di un titolo poteva cioè essere richiesto in qualsiasi momento e doveva essere saldato entro ventiquattr'ore! Questa facoltà dell'intermediario di richiedere improvvisamente il pagamento venne a sua volta denominata [i]"chiamata di margine addizionale"[/i] e il suo esercizio normalmente determinava la vendita dei titoli acquistati a credito. Insomma il prestito a margine non era che l'ennesima truffa al popolo per scatenare al momento opportuno un'ondata di insolvenze e fallimenti.
Pochi mesi prima dell'ottobre del 1929, J. D. Rockfeller, Bernard Baruch e altri "insider" si defilarono silenziosamente dal mercato. Giunto il 24 ottobre del 1929, i finanzieri newyorkesi cominciarono a tirar su le loro reti, ovvero a reclamare il pagamento dei cosiddetti prestiti a margine. Esattamente come programmato, l'improvvisa richiesta di denaro provocò una massiccia ondata di vendite di questi titoli e la corsa agli sportelli bancari per prelevare moneta e saldare i debiti. Tutto ciò provocò il crollo delle banche piccole e medie,21 consentendo ai soliti grandi banchieri di acquistare aziende e istituti di credito falliti a prezzi stracciati. Non ancora soddisfatti, i magnati della FED, invece di aumentare la quantità di moneta in circolazione per consentire la ripresa dell'economia americana ormai in ginocchio, la diminuirono ulteriormente, alimentando la più grande depressione economica della storia d'America.

Indignato per la situazione, Louis McFadden, un acerrimo oppositore dei cartelli bancari, diede inizio alle procedure d'impeachment contro il Consiglio della FED, affermando quanto segue a proposito della crisi del '29: "Si è trattato di un evento attentamente pianificato. I banchieri inter¬nazionali hanno cercato di generare una condizione di disperazione dalla quale sarebbero emersi come i nostri padroni assoluti". Non può quindi sorprendere il fatto che, dopo avere subito due tentativi di assassinio, Louis Thomas McFadden sia stato avvelenato durante un banchetto pri-ma che riuscisse ad attivare la procedura dell'impeachment. E, come se non bastasse, dopo la sua morte i banchieri della FED fecero abolire anche il "Gold Standard",23 ovvero l'accordo che garantiva la convertibilità in oro della moneta. Ci riuscirono grazie al pretesto di far uscire l'America dalla Grande Depressione e con la conseguente approvazione di un provvedimento datato 5 aprile 1933. Quest'ultimo obbligava gli americani a consegnare al Tesoro tutto l'oro di cui ancora disponevano, e la pena per i trasgressori era di dieci anni di reclusione!
Subito dopo venne abrogato il "Gold Standard", e la moneta non più convertibile divenne mera carta straccia, valida solo per legge. Infatti, l'unico fattore idoneo a condizionarne il valore d'acquisto è la quantità che ne viene immessa in circolazione. Pertanto, chi ne regola la massa di produzione ne stabilisce anche l'effettivo potere d'acquisto, e attraverso la manipolazione scientifica di esso può speculare sulle crisi economi-che provocate a danno delle nazioni. [b]Ciò che la gente deve capire è che la FED e tutte le banche centrali più potenti del mondo (ovvero le uniche in grado di determinare l'andamento economico globale) sono in mano a un'infima élite di banchieri privati "illuminati", che prestano soldi creati dal nulla ma gravati da interesse ai vari governi. [/b]Le banche centrali, inoltre, grazie alla complicità e alla sudditanza della classe politica godono ormai di uno status giuridico incostituzionale; sono considerate praticamente enti sovranazionali non soggetti ad alcun potere di controllo da parte delle istituzioni pubbliche!


[b][i]"Datemi il controllo della moneta di una Nazione e non mi preoccuperò di chi farà le sue leggi".

Mayer Amschel Rothschild[/i][/b]


[size=125][b]La Federal Income Tax[/b][/size]

Nel 2007 i telegiornali e i grandi media italiani cominciarono a diffondere alcuni servizi giornalistici sulla storia di due "obiettori fiscali" americani, che si erano barricati in casa armati per non pagare la "Federai Income Tax". Tutti questi reportage però non spiegavano affatto l'effettivo fondamento di una simile protesta e pretendevano di far apparire la coppia di coniugi come persone che avevano semplicemente "perso la testa", aggiungendo poi che l'FBI evitava di provocare una sparatoria solo per buon senso. Si tratta di un classico esempio di come i media deformano e occultano le informazioni per manipolare la pubblica opinione a favore dello status quo.

Ecco infatti come riportarono la notizia alcuni importanti quotidiani italiani: "II mix di rivolta antisistema che i Brown sono riusciti a creare ha dell'incredibile, giovani no global amanti delle teorie della cospirazione vanno a braccetto con miliziani di ultradestra che promettono di accorrere in aiuto carichi di pistole e fucili automatici se ci sarà l'assalto dei federali. Resta comunque la faccenda imbarazzante del 'circo', che sta esasperando la popolazione di Plainfield e mette in ridicolo le autorità. Di tanto in tanto, con la dovuta cautela, gli uomini dell'FBI tentano di avvicinarsi alla villa per 'ragionare', ma vengono accolti da una raffica di fucilate (legali) di avvertimento e devono tornare indietro. Gli ordini, come è ragionevole, sono di evitare gli spargimenti di sangue e di tentare con ogni mezzo la strada della persuasione: o il pagamento delle tasse con gli interessi, o i cinque anni di carcere. Ma la strana coppia non ci pensa neppure".
Ma se invece di credere ciecamente ai mezzi d'informazione ufficiali andiamo ad approfondire cosa c'è dietro questa storia, scopriremo qualcosa di assolutamente sorprendente. Edward Brown Lewis e sua moglie Elaine, infatti, costituiscono in realtà solo la punta di un iceberg composto da centinaia di migliaia di cittadini americani "tax protestor", che si rifiutano di pagare una tassa incostituzionale per i debiti illegalmente contratti con i banchieri privati della Federal Reserve. E la verità quindi è che il Congresso USA, oltre ad avere approvato il "Federai Reserve Act", ha introdotto anche una tassa federale sul reddito totalmente illegittima solo per pagare gli interessi alla FED. Un salasso pecuniario che viene riscosso grazie all'ignoranza della popolazione in materia e alla complicità di media e istituzioni.

[b][u]Nonostante i grandi canali d'informazioni non lo dicano, la Federal Income Tax è illegale a tutti gli effetti, in quanto si tratta di una tassa diretta non proporzionale che viola il principio costituzionale americano secondo cui tutte le imposte dirette devono essere proporzionali.[/u][/b] E come se ciò non bastasse, non è mai stato raggiunto neppure il numero legale degli Stati necessario alla ratifica dell'emendamento, un fatto citato anche in alcune sentenze giudiziarie recenti come la seguente: "Se esaminate il 16° emendamento attentamente, scoprirete che non fu mai ratificato da un numero sufficiente di Stati". Ciononostante con la suddetta tassa viene detratto circa il 25 per cento del reddito medio del lavoratore e di conseguenza occorrono almeno tre mesi l'anno per adempiere a questa tassa "obbligatoria". Soldi che sono poi destinati a pagare l'interesse sulla moneta emessa in modo fraudolento dalla Federal Reserve, ovvero che finiscono direttamente nelle tasche della cupola dei banchieri internazionali. E anche se i governi USA assicurano la legalità della Federal Income Tax, [u]non esiste alcuno statuto o legge che impone il pagamento di questa tassa.[/u]

Una realtà che emerge chiaramente dalle parole di Joe Turner, un ex avvocato costituzionalista americano che si licenziò dal suo compito istituzionale proprio per questo motivo: "Ovviamente mi aspettavo che esistesse di sicuro una legge, da potere indicare nel testo giuridico, che obblighi alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Certo che esiste, pensavo. Ma non riuscii a trovare lo statuto che obbligasse esplicitamente, o per lo meno io non lo trovai e così anche molte persone che conosco, e così non ebbi altra scelta se non quella di licenziarmi. Da quando mi sono licenziato, non ho più compilato una dichiarazione dei redditi". A conferma delle sue affermazioni esiste anche la testimonianza di Sherry Jackson, un'altra autorevole costituzionalista: "Basandomi sulle ricerche ancora in corso, che iniziai durante l'anno 2000, non ho trovato quella legge. Ho domandato al Congresso, a molti agenti dell'IRS (agenzia delle entrate USA), agli assistenti del Commissario del-l'IRS... Ma non possono rispondermi, perché se lo fanno il popolo americano saprebbe che tutto questo è una frode. Non compilo una dichiarazione dei redditi dal 1999". La Federai Income Tax, insomma, non è altro che uno dei raggiri concepiti dell'elite per ridurre progressivamente in schiavitù l'intera nazione americana. Vale infatti la pena ricordare che allo stato attuale il popolo americano è gravato dal debito pubblico più oneroso del mondo e che le guerre in cui viene coinvolto con i pretesti più assurdi e puerili (portare la pace e la democrazia, sconfiggere il terrorismo ecc.) non servono che ad alimentare il potere e la capacità di controllo dell'elite.


[size=125][b]Il liberismo selvaggio promosso dall'elite[/b][/size]

Stando alle teorie economiche liberiste attualmente più accreditate, qualsiasi funzione pubblica direttamente svolta dallo Stato è destinata a essere costosa, inefficiente e di pessima qualità. La soluzione che queste propongono è allora sempre la stessa, liberalizzare. Ovvero vendere tutti gli enti pubblici ai privati (quindi ai grandi banchieri che monopolizzano il mercato), delegando a questi anche lo svolgimento dei servizi dello Stato mediante le classiche gare d'appalto (il cui risultato viene frequentemente aggiustato dai soliti comitati d'affari). Ma se fino a oggi una simile ricetta è apparsa effettivamente come la migliore, ciò lo si deve semplicemente al fatto che l'elite si è adoperata nei secoli per impedire che lo Stato funzionasse, mentre in realtà per far divenire efficienti gli enti pubblici sarebbe bastato applicare ad essi le stesse condizioni lavorative adottate dalle società private, premiando cioè i meritevoli e licenziando i fannulloni. I manager dello stato, inoltre, dovrebbero essere i primi a dover rispondere con i propri beni personali dei deficit di gestione di cui sono responsabili, secondo regole molto più severe di quelle applicate fino a ora. L'amministrazione della cosa pubblica, insomma, dovrebbe avvenire secondo la regola della responsabilità diretta, sia per quanto riguarda i vantaggi che per quanto concerne gli svantaggi. Occorre creare le condizioni per cui un pubblico incarico di rilievo non sia più considerato un privilegio per i soliti personaggi corrotti, ma per far questo sarà indispensabile regolarlo con norme così severe da allontanare i furbi e fare largo ai capaci.


[b][size=125][b]Il cuore della truffa: come
funziona il grande inganno monetario[/b][/size][/b]

Grazie alle leggi approvate nel corso del tempo dalla nostra corrotta casta politica, le banche centrali sono state autorizzate a registrare come voce passiva (quindi come un debito) del proprio bilancio l'intero valore nominale del denaro da loro stampato (a costi irrisori) e poi prestato allo Stato dietro corrispettivo (obbligazioni di Stato e tasso d'interesse). Ma in realtà esso costituisce a tutti gli effetti un incremento patrimoniale, e quindi si tratta solo di una colossale truffa e di un'elusione fiscale perfettamente legalizzate e accettata per tradizione da tutti i governi delle nazioni. Questo sistema truffaldino nasce tuttavia da una precisa ragione storica, su cui è necessario tornare con una breve sintesi.

Nel periodo in cui le banche emettevano ancora denaro in base alle proprie riserve aurifere che ne garantivano la convertibilità in oro, i banchieri ascrivevano giustamente all'attivo la riserva aurea posseduta e al passivo (quindi come debito) la quantità di denaro emesso. E poiché la banca emittente era tenuta a garantire tale convertibilità in oro, le banconote costituivano effettivamente un debito per la banca, ossia una passività (a cui si aggiungeva il costo di stampa). Ma da quando la convertibilità in oro delle banconote è stata soppressa, il denaro emesso dalle banche centrali non può più costituire in alcun modo un debito. Pertanto le banconote così prodotte dovrebbero poter costituire solo una voce attiva su cui pagare le tasse, ovvero l'esatto contrario di ciò che le banche centrali fanno figurare nei propri bilanci. I banchieri classificano inoltre tali importi alla voce "attività" quando più gli fa comodo. Se infatti dichiarassero sempre tale denaro come passività non potrebbero giustificare la richiesta di pagamento degli interessi che pretendono dallo Stato (quindi al popolo attraverso le tasse). Di fronte a questo problema fondamentale per la prosperità economica delle nazioni, i partiti politici, i sindacati e le istituzioni (eccezion fatta per qualche magistrato) restano completamente inerti per timore dei poteri forti, ma perlopiù sono complici attivi che ricevono privilegi e denaro in cambio della loro omertà.

L'aver tolto la sovranità monetaria allo Stato per trasferirla a un soggetto privato come la Banca Centrale Europea o la FED americana è un atto palesemente contrario a tutte le costituzioni che proclamano solennemente la sovranità popolare. Pertanto la cessione con legge ordinaria delle sue funzioni essenziali a dei soggetti privati dovrebbe essere dichiarata nulla dalla magistratura. Esistono tuttavia correnti di pensiero a conoscenza del signoraggio che ne sostengono la legittimità. Per costoro, infatti, il trasferimento della sovranità monetaria a soggetti terzi si pone come un provvedimento necessario, in quanto la casta politica (ormai sinonimo di corruzione) è totalmente inaffidabile e pertanto consegnare la sovranità monetaria nelle sue mani genererebbe sicuramente disastri economici da iperinflazione, poiché tale classe politica tenderebbe a stampare sempre nuovo denaro solo per accontentare l'elettorato. Si tratta però solo di dottrine economiche propagandate dagli autorevoli portavoce della stessa élite per far credere alla gente che la cessione della sovranità monetaria ai loro funzionari sia il "male minore". In realtà infatti i banchieri privati che governano la ricchezza del mondo non la potranno mai gestire a favore del popolo, perché ciò sarebbe contro i loro interessi; più lo Stato si indebita e più loro ci guadagnano in termini di soldi e potere. [b]Pertanto l'elite, come dimostra il materiale raccolto in questo volume, è praticamente all'origine di tutti i peggiori mali del mondo[/b], compreso il lavaggio del cervello delle masse da essa perpetrato attraverso il monopolio dei mezzi d'informazione. Ciononostante esistono ancora persone che per ignoranza e ingenuità sono ancora disposte a credere alla favola che l'attuale sistema sia la migliore soluzione!

[size=125][b]Indipendenza, segretezza e impunibilità dei banchieri[/b][/size]

Le masse sono state tenute all'oscuro persino del fatto che le banche centrali godono di assoluta indipendenza e autonomia dalle autorità politiche dei popoli sovrani e che i loro alti funzionari sono protetti da garanzie di impunità addirittura superiori a quelle concesse a qualsiasi altro parlamentare democraticamente eletto. Tutte le riunioni e le decisioni importanti in tema di politica monetaria avvengono quindi nel massimo riserbo, senza che nessun organo giudiziario dello Stato possa effettuare intercettazioni o indagini sul corretto svolgimento delle attività bancarie! La Federal Reserve, per esempio, controlla l'intero sistema monetario USA senza dover rendere conto a nessuno del proprio operato. Il suo potere è pressoché illimitato, poiché nessuna commissione governativa ha la facoltà di controllare il corretto e onesto svolgimento di una funzione pubblica così importante. La FED infatti non ha un proprio bilancio e non è neppure soggetta a revisione contabile!

[u]Per quanto concerne invece la BCE, sappiamo che essa è di proprietà degli azionisti delle banche centrali private dei Paesi aderenti. Si tratta quindi di un soggetto privato che, come espressamente stabilito nel trattato di Maastricht, viene sottratto ad ogni controllo da parte degli organi istituzionali dell'Unione Europea.[/u] Pertanto, con la sigla del celebre accordo [u]si è finito per considerare la BCE alla stregua di un soggetto sovra-nazionale ed extraterritoriale.[/u] La perdita della sovranità monetaria e legislativa per gli Stati membri (parte essenziale della sovranità nazionale) è stata stabilita in maniera irrevocabile dagli art.105 e 117 del Trattato di Maastricht. Il Protocollo sul SEBC all'art.7, ricalcando l'art.107 del Trattato, stabilisce infatti: [u]"Indipendenza - Conformemente all'articolo 107 del trattato, nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dal trattato e dal presente statuto, né la BCE, né una Banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari, nonché i Governi degli Stati membri, si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle banche centrali nazionali nell'assolvimento dei loro compiti".[/u]

Il medesimo Protocollo stabilisce anche il diritto di segretezza (ossia di non rendere pubbliche le ragioni di ciò che viene deciso sulla testa dei cittadini europei) per i signori della BCE: "10.4. Le riunioni hanno carattere di riservatezza. Il Consiglio direttivo può decidere di rendere pubblico il risultato delle proprie deliberazioni". Peraltro, l'art.12 del Protocollo, che si intitola beffardamente "Responsabilità degli organi decisionali", non prevede in realtà alcuna responsabilità. L'art. 16 del Protocollo sancisce invece la perdita di sovranità monetaria degli stati in favore dei banchieri centrali europei: "Conformemente all'articolo 105 A, paragrafo 1 del trattato, il Consiglio direttivo della BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità". In tal modo è stata illegalmente attuata la cessione in via definitiva di poteri sovrani del popolo a un soggetto controllato da privati e da interessi privati, il quale si situa al di fuori e al disopra di qualsiasi sovranità politica pubblica.

L'art. 11 della nostra costituzione consente limitazioni (e non cessioni) della sovranità nazionale solo in favore di altri stati (e la BCE non è uno stato né un organo di altri stati) a condizioni di parità (mentre le quote nella BCE non sono paritarie) ai soli fini di assicurare "la pace e la giustizia tra le Nazioni" (mentre gli interessi dei banchieri privati vanno notoriamente in senso opposto). Del resto è necessario sapere che tutte le più potenti banche centrali del mondo sono controllate dalla stessa élite globale e che godono sostanzialmente degli assurdi privilegi di cui si è detto sinora (impunità, immunità, irresponsabilità, segretezza, indipen¬denza). Una lista di società private che comprende persino il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale.


[size=125][b]Signoraggio secondario e indebitamento globale[/b][/size]

[u]Come sinteticamente illustrato fino a questo punto, le banche private detengono ormai il potere sovrano di produrre materialmente il denaro dal nulla (cosiddetto signoraggio primario), di fissare il tasso di sconto e di decidere unilateralmente la politica monetaria delle nazioni compreso il potere ancora più vasto di creare denaro creditizio (credito elettronico) attraverso il cosiddetto signoraggio secondario. [/u]Per avere una idea più precisa su ciò che questo comporta, basti ricordare che solo la massa di denaro creditizio emessa con dei banali impulsi elettrici dalle banche a spese della collettività corrisponde ormai a una somma globale pari a oltre cinque volte il valore di tutti i beni esistenti al mondo. Il che vuoi dire che il denaro è un debito scoperto per almeno l'ottanta per cento e che il sistema bancario nel suo complesso è creditore per almeno cinque volte dell'intero valore commerciale del pianeta.

In un siffatto stato di cose non c'è posto per poter contemplare una reale sovranità democratica del popolo e delle sue istituzioni governative, ciononostante le masse non possono reagire, in quanto sono tenute sotto controllo con la più completa disinformazione dai palazzi di potere e dalle loro compiici istituzioni. E poiché come tristemente noto l'esclusiva fonte d'informazione della stragrande maggioranza della popolazione è la televisione, le nazioni non si accorgono minimamente di ciò che accade realmente, continuando a vivere prigioniere del più grande reality della storia, il mondo dell'informazione ufficiale. Un luogo virtuale dove viene dato ampio spazio al teatrino della politica su falsi problemi o questioni di secondaria importanza. Un villaggio globale dove i suoi abitanti possono tranquillamente dedicare tutte le proprie facoltà mentali a seguire le partite di pallone, le telenovele o trasmissioni come [i]Chi vuoi essere milionario? e // Grande Fratello.[/i]


[size=125][b]I conti segreti del governo invisibile[/b][/size]

Come esaurientemente illustrato nello strepitoso volume Euroschiavi di Marco Della Luna e Antonio Miclavez, l'alta finanza ha creato dei paradisi bancari come Euroclear e Clearstream dove vige il segreto assoluto, conti su cui è possibile far comparire e scomparire il denaro occultandone la fonte di provenienza. Esiste infatti una lunga lista di banche che dispongono di conti presso queste società, come esistono molte interessanti ricostruzioni su come i profitti da signoraggio monetario vengano utilizzati per costituire fondi in Paesi stranieri (tra cui l'Iraq) allo scopo di finanziare la cosiddetta "democratizzazione" o forze "amiche", come pure insurrezioni o colpi di stato.

[size=125][b]L'onorevole Antonio Di Pietro ammette l'esistenza del signoraggio[/b][/size]

Nonostante le pressioni esercitate dai poteri forti per mantenere l'assoluto riserbo sulla questione, in modo da far apparire dei pazzi quei pochi che hanno il coraggio di parlarne apertamente, di tanto in tanto accade che qualche politico inciampi sul tema del signoraggio. È successo di recente all'onorevole Antonio Di Pietro, il quale, incalzato dalle imbarazzanti domande di un telespettatore, ha candidamente ammesso in televisione (intervista condotta dal giornalista Angelo Morini per Canale Italia il 25 gennaio 2006) che il signoraggio bancario è: [i]"Scandaloso, peggio di una rapina anche perché legalizzato"[/i]. Il link dove è possibile vedere l'intervista: http://www.youtube.com/watch?v=_mjqRC9bhOk

[b][size=125]L'onorevole Teodoro Buontempo denuncia la cospirazione
del silenzio alla Camera dei Deputati[/size][/b]

Un altro episodio interessante sul signoraggio ha visto come protagonista l'onorevole Teodoro Buontempo di Alleanza Nazionale. Durante la seduta n. 168 del 12/06/2007 alla Camera dei Deputati, infatti, il suddetto deputato ha denunciato l'esistenza di sentenze della magistratura che hanno condannato le banche per signoraggio e che ciononostante la notizia non è stata fatta trapelare da nessun canale d'informazione ufficiale. L'on. Buontempo ha poi aggiunto che i suoi colleghi della Camera si guardano bene dall'affrontare il problema per paura dei poteri forti. Il testo dell'intervento alla Camera dei Deputati dell'on. T. Buontempo recita: "C'è una sorta di ipocrisia e di vergogna a non voler mai affrontare il problema del signoraggio, c'è come un timore, una paura pure a discuterne, seppure pochi sanno che la Magistratura ha condannato la Banca d'Italia a risarcire i cittadini che hanno fatto ricorso contro il signoraggio, questo privilegio, e la Banca d'Italia ha dovuto pagare. Ma questa è una notizia che resta segreta, non la fanno conoscere!". Il link dove è possibile vedere l'intervento alla Camera: http://www.signoraggio.com/signoraggio_dossier_buontempo.html


[size=125][b]Le imbarazzanti rivelazioni dell'europarlamentare Giulietto Chiesa[/b][/size]

Tra gli onorevoli più coraggiosi troviamo anche l'europarlamentare Giulietto Chiesa (Partito socialista europeo) il quale, durante una conferenza e una successiva intervista, ha affermato quanto segue: "Dopo l'accordo mondiale del commercio siglato nel 1995, che ha conferito a enti come le multinazionali, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale un potere reale sovranazionale, che ruolo e che spazio possono avere i governi nel riuscire a definire una politica che vada nella direzione dei diritti umani? Quello che deve essere chiaro su questi organi sovranazionali è che, in questi anni di globalizzazione, il controllo sulla vita politica, economica e sociale del pianeta è passato di mano. I veri protagonisti sono diventati le banche centrali, insieme alle grandi organizzazioni finanziarie uscite dagli accordi di Bretton Woods, cioè l'OMC (l'Organizzazione Mondiale del Commercio), il FMI e la Banca Mondiale...
Queste strutture agiscono in funzione della razionalità finanziaria del capitale internazionale, punto. Sono organizzazioni totalmente prive di legittimazione democratica, che sfuggono al controllo, così come il controllo di tutti i governi è stato bypassato dalle banche centrali che agiscono in totale autonomia... La Banca Centrale Europea prende le decisioni senza consultare nessuno, poiché è stato sancito il principio che le banche sono indipendenti dai governi. Questa è la questione chiave per cui noi (le nazioni) abbiamo perduto il controllo sull'economia e sulla finanza mondiale".

L'onorevole ha poi spiegato più specificatamente cos'è il signoraggio: "II signoraggio esiste ed è una questione molto chiara, che consiste nel fatto che le banche centrali non sono di proprietà pubblica, mentre tutta la gente è convinta che lo siano solo in quanto stampano il denaro. Le banche producono la moneta e la prestano agli stati, che si indebitano nei confronti dei banchieri privati per ottenerla. [u]Credo che il signoraggio bancario sia all'origine del disastro economico mondiale in cui stiamo precipitando...[/u] non credo si possa realizzare alcun programma di risanamento senza affrontare il problema del signoraggio bancario". Il link dove è possibile vedere il video dell'intervista all'eurodeputato: http://www.youtube.com/watch?v=FOfwGCcQNxw

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Thethirdeye/2011814163756_001.jpg[/img]

[size=125][b]La lista delle banche private che controllano la FED[/b][/size]

La banca centrale americana (FED) è di proprietà di undici grandi banche dell'alta finanza ebraica, a cui fa sempre capo un governatore di origine ebraica come l'attuale Ben Shalom Bernanke e il suo predecessore Alan Greenspan.

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Thethirdeye/201181416430_002.jpg[/img]

[size=125][b]La lista delle banche private che controllano la Banca Centrale Europea (BCE)[/b][/size]

Come si può notare dall'elenco che segue, la BCE è posseduta da altre banche private, che sono controllate a loro volta dagli stessi grandi casati di banchieri azionisti della FED, ovvero la banca centrale americana.

[img]http://www.ufoforum.it/public/data/Thethirdeye/2011814164529_003.jpg[/img]

[size=125][b]Dalle pensioni pubbliche alle assicurazioni private[/b][/size]

Se la sovranità monetaria non tornerà presto nelle mani dello stato, il debito pubblico diverrà inestinguibile (oggi pari al centootto per cento del PIL - [i]era il 2009 n.d.r.[/i]) e per far fronte al montare delle tasse e ai continui tagli della spesa sociale (ospedali, scuole, previdenza ecc), la popolazione sarà costretta a indebitarsi fino al collo. Già oggi infatti le nuove generazioni che si affacciano al mercato del lavoro andranno in pensione con il metodo contributivo, che comporta un trattamento pensionistico assai meno favorevole di quello precedente (ovvero il cosiddetto metodo retributivo). In tal modo i lavoratori vengono spinti implicitamente a rivolgersi a fondi pensioni totalmente privati o comunque integrativi (alla ricerca di condizioni migliori), che faranno confluire molti capitali nei forzieri dei soliti grandi gruppi bancari a cui fanno riferimento queste assicurazioni.


[size=125][b]L'assassinio di Abraham Lincoln[/b][/size]

II presidente Lincoln, invece di finanzia



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 14/08/2011, 17:37 
La Cina spinge per creare una valuta globale che sostituisca il dollaro

Clicca per ingrandireLa Cina ha pubblicato un articolo sulla sua agenzia d'informazione statale Xinhua, inveendo contro gli USA perché hanno perso la valutazione di credito AAA (AAA credit rating) ed ha pubblicato una serie di richieste ai politici USA e alla comunità internazionale.

La Cina inizia con l'inveire contro “l'arroganza e il cinismo di alcuni commentatori occidentali” in merito al declassamento della valutazione di credito del debito USA che fu pubblicata dalla agenzia cinese di rating sul credito Dagong Global, lo scorso anno e prosegue dicendo che hanno il diritto di chiedere agli USA che si occupino del loro problema di debito per proteggere il dollaro cinese.

Concludendo l'articolo la Cina fa appello alla comunità internazionale perché intervenga con un programma “di supervisione internazionale sul dollaro USA” indicando al contempo che sta valutando l'opzione di creare una valuta globale che sostituisca il dollaro.

La “Dagong Global” degradò i buoni del tesoro USA lo scorso anno, ma questa azione fu accolta con senso di arroganza e cinismo da alcuni commentatori occidentali. Ora la S&P non ha che dimostrato quel che fece la controparte cinese dicendo agli investitori globali l'orrenda verità”.

“La Cina, il maggior creditore della grande superpotenza ha ogni diritto ora di richiedere agli USA di occuparsi dei problemi del suo debito strutturale ed assicurare la sicurezza dei beni in dollari della Cina”.

Dal Xinhua:

“Dopo un declassamento storico, gli USA devono occuparsi dei problemi del loro debito cronico.

Sembrano essere contati i giorni in cui lo Zio Sam perseguitato dai debiti, poteva tranquillamente sperperare oltreoceano in modo illimitato facendo prestiti, poiché la Standard & Poor’s (S&P), per la prima volta nella storia, venerdì ha tolto il rating a tripla A (AAA) sul credito.

S&P ha anche già indicato che ulteriori declassamenti di valutazione del credito potranno seguire. Così, se non si fanno tagli sostanziali nelle giganti spese militari USA e nei gonfiati costi per il social welfare, il declassamento diventerà solo il preludio di tagli di valutazione del credito ancor più devastanti che faranno infuriare tutti i mercati della finanza globale”.

http://www.ecplanet.com/node/2627


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Thethirdeye, se fossi cresciuto in una sezione "comunista" non ti sorprenderesti più di tanto. Sono due o tre secoli che certe cose (prevalenza del potere economico, globalizzazione e concentramento in poche mani del vero potere potere, quello appunto economico) vengono dette, e non c'è bisogno che un Chiesa qualunque passi da nuovo messia, nè che queste idee siano travestite e trasformate in complottismo per farmele apparire più moderne e spettacolari, e credibili. E' un processo storico, prevedibile (e previsto), "rivoluzionario" nel vero senso della parola. Nè ci sarebbe da stupirsi se le democrazie come le abbiamo concepite siano ormai di fatto superate e presto sostituite da qualcosa d'altro.

Casomai, è giusto chiedersi cosa fare per evitare la famigerata dittatura mondiale. Ma per trovare soluzioni bisogna prima sapere cosa si vuole: continuare così? Mantenere l'esistente? Evitare di andare avanti? No, perchè il mondo già fa schifo di suo, e non vedo perchè dovrei fare qualcosa per salvare l'esistente... Bisogna agire sul potere economico, però, di questo sono sicuro, perchè è l'economia che fa la politica, la cultura, la società e tutto il resto. E rendere tutto più trasparente e democratico. Mi domando se davvero il sistema capitalistico sia da ritenere un dato di fatto inevitabile, o se non sia da cambiare radicalmente: ma con che cosa?


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MessaggioInviato: 14/08/2011, 18:14 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Thethirdeye, se fossi cresciuto in una sezione
"comunista" non ti sorprenderesti più di tanto.


Io sono maledettamente sorpreso che i politici tutti, europei ed italiani ("comunisti" compresi, che a sentire te tutto sanno o tutto sapevano sin dalla notte dei tempi) non abbiamo MAI pronunciato, nelle sedi opportune, la parola....

SIGNORAGGIO BANCARIO

Quindi, non c'è proprio nessun "eroe" che parla pubblicamente di queste cose (a parte qualche raro caso), perchè i "poteri forti" fanno paura. Eccome se fanno paura...... questa è la verità. Ed è proprio questa centenaria omertà da parte dell'intera classe politica dirigente (di dx e di sx che sia), su una questione così grande ed importante per l'umanità intera, che ci porterà sull'orlo della guerra civile (PRIMA) e allo Stato Fascista Globale (SUBITO DOPO).

Tu mi chiedi cosa fare?

Prima di ogni sacrosanta piccola manovra finanziaria (che taglia solamente i diritti dei più deboli senza risolvere un benchè minimo fico secco), bisogna chiedere apertamente ai nostri governanti di ricostituire lo Stato Sovrano...... altro che la tua tanto amata EUROPA dei miei stivali.

La sovranità monetaria appartiene allo Stato e al popolo.
Per costituzione.

Ma quando ci sveglieremo dal torpore??



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MessaggioInviato: 15/08/2011, 01:16 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Quindi, non c'è proprio nessun "eroe" che parla pubblicamente
di queste cose (a parte qualche raro caso)










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MessaggioInviato: 15/08/2011, 14:39 
Occidente? E' stato svenduto su mercato Dragone cinesePer anni i politici, soprattutto di sinistra, ci hanno raccontato che Pechino era una opportunità. Ora subiamo la vendetta

Contrordine compagni, la storia si è voltata indietro: una inversione a “U”. Dal 1989-1991 si racconta questa favola: il comunismo è sparito dal mondo e trionfa la liberaldemocrazia in tutto il globo. Fine della storia, decretò un politologo americano facilone.
Ebbene, venti anni dopo ci si sveglia bruscamente dal sonno: nella realtà la storia si è rimessa in moto e corre all’indietro.

I sistemi liberaldemocratici sono alla frutta (in certi casi alla grappa) e trionfa invece la superpotenza cinese: un regime comunista che si appresta a diventare la prima potenza economica mondiale. Un Paese che col suo miliardo e 300 milioni di abitanti ha il 20 per cento della popolazione mondiale (un essere umano su cinque è cinese). Una superpotenza che già oggi detiene un pacchetto enorme del debito europeo e americano ed è in condizioni di prendere per le orecchie l’inquilino della Casa Bianca prescrivendogli - come ha fatto nei giorni scorsi - le misure economiche da assumere e intimandogli pure di fare in fretta.

Un mese fa Obama, che si era preso la libertà di ricevere il Dalai Lama, è stato persino costretto ad accoglierlo in una sala secondaria e - se ho letto bene - a farlo poi sgattaiolare da un’uscita laterale della Casa Bianca per non dispiacere ai “padroni” cinesi che non avevano gradito quell’incontro. Così come la Cina ha fatto sentire il suo ruggito alle paurose democrazie perfino nell’assegnazione del premio Nobel per la pace al dissidente cinese Liu Xiaobo, tanto da indurre una ventina di “coraggiosi” Paesi a disertare la cerimonia per non dispiacere a Pechino.

IL TRAMONTO DELL'OCCIDENTE
Tramonto dell’Occidente e ascesa del Dragone rosso d’oriente. Questo è il titolo del film che sta scorrendo davanti ai nostri occhi. Il peso politico di condizionamento del regime cinese che si dispiegherà da ora in poi (come già sta accadendo in Asia) è facile a immaginarsi. Comincia un’era durissima per le democrazie. Anche perché sono minacciate in casa da un altro nemico, che poi ha favorito e alimentato la crescita del dragone: un potere finanziario selvaggio, anonimo e privo di vere regole e vincoli, favorito da dispositivi finanziari e tecnologie informatiche devastanti, che è capace di puntare a colossali guadagni speculativi mettendo in ginocchio interi stati. Un potere al quale nemmeno la superpotenza americana sa far fronte. Anche perché le classi dirigenti occidentali appaiono prone o impotenti davanti a tali poteri. La corsa ai guadagni speculativi illimitati - che arriva a scommettere sul fallimento di interi stati - ha messo in ginocchio le economie occidentali, anche grazie al cattivo governo o a errori di lunga durata delle classi politiche, ma soprattutto ha demolito l’autonomia e la sovranità degli stati e il primato stesso del sistema democratico.

Siamo dunque stritolati da una tenaglia costituita da un lato dai poteri forti della finanza internazionale e della tecnocrazia anonima e dall’altra da un colosso economico e demografico cinese che ha fatto propria la cultura del profitto illimitato pur mantenendo la ferrea dittatura politica del partito comunista (del resto il primato assoluto del fattore economico era già alla base della filosofia marxista). Entrambe queste potenze manifestano un certo disprezzo per la sovranità popolare e per le procedure delle democrazie: lo si è visto con clamorosa evidenza nei giorni scorsi quando, sia le divinità dei “mercati” che il Dragone rosso, hanno espresso irritazione per le “lentezze” delle decisioni dei politici. E disappunto per l’incapacità delle democrazie di agire tempestivamente nel dissanguamento dei cittadini contribuenti.

UNA SECCATURA CHIAMATA DEMOCRAZIA
La democrazia insomma è diventato un inutile intralcio agli interessi di lorsignori, l’ “internazionale del denaro” e la nuova internazionale rossa con gli occhi a mandorla. Possiamo dormire sonni tranquilli? A me pare proprio di no. Del resto - come dicevo - il Dragone rosso è stato alimentato e cresciuto proprio dagli smisurati appetiti del “mercatismo” che ha nutrito e ha fatto ingigantire il colosso cinese con una serie incredibile di “regali” politici e commerciali, infischiandosene totalmente del problema dei diritti umani e sociali e travolgendo ciò che una volta era, per ogni Paese, l’“interesse nazionale”.

L’ingresso di botto (senza tappe e tempi intermedi) della Cina nel Wto, nell’organizzazione del commercio mondiale, l’11 dicembre 2001, è la data simbolo di questa politica. Che si è replicata mille altre volte (basti ricordare l’accettazione della sottovalutazione della moneta cinese o le clausole protettive della Cina nei trattati internazionali, come quello di Kyoto).
La politica cinica e miope dei governi occidentali che, credendosi furbi, hanno chiamato “realpolitik” il cinismo (“pecunia non olet”), in realtà ha scavato la fossa ai propri paesi. Quante volte i Clinton e i Prodi hanno spiegato che la Cina “non è un pericolo, ma un’opportunità”. E quanti capitalisti si eccitavano alla vista di una immensa massa di manodopera a basso costo e senza protezioni sociali e senza problemi di politica ambientale (col miraggio di un mercato di un miliardo e mezzo di persone).

Così al regime cinese - senza costose clausole relative ai diritti sociali e umani - è stato permesso di fare una colossale concorrenza sleale alle economie del mondo democratico. La supercrescita dell’economia cinese oltretutto è una delle cause del grande aumento dei prezzi delle materie prime che è fra le concause della crisi mondiale. I dragoni hanno messo in ginocchio l’industria dell’Occidente, appropriandosi enormi quote di mercato e addirittura comprando i titoli del debito Usa perché i dissennati americani consumassero cinese. Oggi non è l’Occidente che, a rimorchio degli affari, ha contagiato la Cina con la democrazia e i diritti sociali - come teorizzavano i progressisti dell’era Clinton e Prodi - ma al contrario è la Cina che porta l’Occidente verso una restrizione della democrazia e delle garanzie sociali.

LA PROFEZIA DI LENIN
Lenin previde che i capitalisti avrebbero fornito all’Urss la corda con cui impiccarli. In effetti così hanno fatto con la Cina. Ma gli impiccati siamo noi. Oggi vediamo se e quanto avevamo ragione a ostinarci a parlare di comunismo e diritti umani prendendoci per venti anni gli insulti di quei “progressisti” che - trattandoci da dementi - sdottoreggiavano che il comunismo è finito, che attardarsi a parlarne era da fissati, da paranoici, da gentaglia con secondi fini.

È questa cultura “progressista” che ha permesso ai politici occidentali di non fare i conti con la questione della democrazia e dei diritti umani e sociali in Cina. Ora siamo serviti. Una dittatura comunista che per ferocia non è seconda a nessun totalitarismo del XX secolo espande la sua egemonia sul mondo e prende per le orecchie perfino il presidente americano. È bene sapere infatti che il regime comunista cinese è di gran lunga il più sanguinario della storia. Basta mettere in fila gli orrori dei suoi sessant’anni di storia. Le vittime si contano - letteralmente - a centinaia di milioni. Da quelle fatte per la presa del potere (e la repressione) da parte di Mao, nel 1949, a quelle dell’invasione del Tibet (qualcosa assai simile al genocidio), dal mare di vittime del folle “Grande balzo in avanti”, fino allo scatenamento da parte di Mao della farneticante “rivoluzione culturale”, che fu un immane bagno di sangue, fino dall’imposizione della legge sul figlio unico, con l’aborto obbligatorio di massa, dagli anni Ottanta, arrivando al massacro di Piazza Tien-an-men e alle moderne repressioni col sistema dei Laogai o con le condanne a morte di massa.

Per non dire di una politica estera che ha appoggiato i regimi più sanguinari, da quello cambogiano di Pol Pot e coreano di Kim Il-Sung, fino all’appoggio, dato in questi anni, al feroce regime sudanese che ha permesso a Pechino di accedere al petrolio africano. Ora davvero la Cina è vicina. Auguri.

http://www.libero-news.it/news/803216/O ... inese.html



la cina un oppotunita'si ma della finanza,mentre ora si paga tutto a caro prezzo [:76] [:37] [:34]


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Caro TTE, c' è poco da dire sull' argomento oltre a quello che è ormai ovvio.


Siamo di proprietà delle banche. Punto. Stato, cittadini, governo, privati, tutti. Hanno la maggioranza delle azioni, letteralmente.


Hanno fatto in modo di ottenere il potere di stampare moneta - che spetta al popolo - per giunta dal nulla.

Poi hanno trasformato il mondo in una specie di multinazionale, di cui loro sono gli azionisti principali e gli Stati le loro aziende.

I politici, amministratori delegati (coppia di termini quanto mai azzeccati) pre-scelti e poi fatti votare da noi.


Come uscirne lo ha detto bene l' articolo, riprendiamoci il potere di stampare moneta - noi, popolo, cittadini, Stato - e togliamolo a loro.

Smettiamo di riconoscere valore legale alla valuta del Monopoli che loro stampano vendendola 10 euro per ogni euro.

E dichiariamo tutti i crediti relativi alla pratica del Signoraggio giuridicamente nulli.


Come ha spiegato l' articolo, in pochi giorni il loro impero crollerebbe.

E poi tutti sulla ghigliottina, aggiungo io.

Perchè di aristocratici a questo mondo ne abbiamo avuto abbastanza.


Per forza la Cina sta meglio, è un regime che tiranneggia con pugno di ferro 1 Miliardo di persone, praticamente schiavi, una forza lavoro praticamente illimitata.


E' ovvio che (come previsto secoli fa) con numeri del genere avesse le potenzialità per arrivare dove è arrivata (con una grossa mano).

E' ovvio che sia stata scelta come il candidato principale da proporre sulla scena geopolitica dopo il crollo (organizzato) dell' Occidente.

Con la complicità dei soliti nostalgici di casa nostra, come detto bene da ubatuba.


La Cina E' la loro pedina più grossa ormai.


Ma non penseranno che li lasciamo fare così senza fare nulla...... [}:)]

Aztlan



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Cita:
ubatuba ha scritto:





Occidente? E' stato svenduto su mercato Dragone cinesePer anni i politici, soprattutto di sinistra, ci hanno raccontato che Pechino era una opportunità. Ora subiamo la vendetta

Contrordine compagni, la storia si è voltata indietro: una inversione a “U”. Dal 1989-1991 si racconta questa favola: il comunismo è sparito dal mondo e trionfa la liberaldemocrazia in tutto il globo. Fine della storia, decretò un politologo americano facilone.
Ebbene, venti anni dopo ci si sveglia bruscamente dal sonno: nella realtà la storia si è rimessa in moto e corre all’indietro.

I sistemi liberaldemocratici sono alla frutta (in certi casi alla grappa) e trionfa invece la superpotenza cinese: un regime comunista che si appresta a diventare la prima potenza economica mondiale. Un Paese che col suo miliardo e 300 milioni di abitanti ha il 20 per cento della popolazione mondiale (un essere umano su cinque è cinese). Una superpotenza che già oggi detiene un pacchetto enorme del debito europeo e americano ed è in condizioni di prendere per le orecchie l’inquilino della Casa Bianca prescrivendogli - come ha fatto nei giorni scorsi - le misure economiche da assumere e intimandogli pure di fare in fretta.

Un mese fa Obama, che si era preso la libertà di ricevere il Dalai Lama, è stato persino costretto ad accoglierlo in una sala secondaria e - se ho letto bene - a farlo poi sgattaiolare da un’uscita laterale della Casa Bianca per non dispiacere ai “padroni” cinesi che non avevano gradito quell’incontro. Così come la Cina ha fatto sentire il suo ruggito alle paurose democrazie perfino nell’assegnazione del premio Nobel per la pace al dissidente cinese Liu Xiaobo, tanto da indurre una ventina di “coraggiosi” Paesi a disertare la cerimonia per non dispiacere a Pechino.

IL TRAMONTO DELL'OCCIDENTE
Tramonto dell’Occidente e ascesa del Dragone rosso d’oriente. Questo è il titolo del film che sta scorrendo davanti ai nostri occhi. Il peso politico di condizionamento del regime cinese che si dispiegherà da ora in poi (come già sta accadendo in Asia) è facile a immaginarsi. Comincia un’era durissima per le democrazie. Anche perché sono minacciate in casa da un altro nemico, che poi ha favorito e alimentato la crescita del dragone: un potere finanziario selvaggio, anonimo e privo di vere regole e vincoli, favorito da dispositivi finanziari e tecnologie informatiche devastanti, che è capace di puntare a colossali guadagni speculativi mettendo in ginocchio interi stati. Un potere al quale nemmeno la superpotenza americana sa far fronte. Anche perché le classi dirigenti occidentali appaiono prone o impotenti davanti a tali poteri. La corsa ai guadagni speculativi illimitati - che arriva a scommettere sul fallimento di interi stati - ha messo in ginocchio le economie occidentali, anche grazie al cattivo governo o a errori di lunga durata delle classi politiche, ma soprattutto ha demolito l’autonomia e la sovranità degli stati e il primato stesso del sistema democratico.

Siamo dunque stritolati da una tenaglia costituita da un lato dai poteri forti della finanza internazionale e della tecnocrazia anonima e dall’altra da un colosso economico e demografico cinese che ha fatto propria la cultura del profitto illimitato pur mantenendo la ferrea dittatura politica del partito comunista (del resto il primato assoluto del fattore economico era già alla base della filosofia marxista). Entrambe queste potenze manifestano un certo disprezzo per la sovranità popolare e per le procedure delle democrazie: lo si è visto con clamorosa evidenza nei giorni scorsi quando, sia le divinità dei “mercati” che il Dragone rosso, hanno espresso irritazione per le “lentezze” delle decisioni dei politici. E disappunto per l’incapacità delle democrazie di agire tempestivamente nel dissanguamento dei cittadini contribuenti.

UNA SECCATURA CHIAMATA DEMOCRAZIA
La democrazia insomma è diventato un inutile intralcio agli interessi di lorsignori, l’ “internazionale del denaro” e la nuova internazionale rossa con gli occhi a mandorla. Possiamo dormire sonni tranquilli? A me pare proprio di no. Del resto - come dicevo - il Dragone rosso è stato alimentato e cresciuto proprio dagli smisurati appetiti del “mercatismo” che ha nutrito e ha fatto ingigantire il colosso cinese con una serie incredibile di “regali” politici e commerciali, infischiandosene totalmente del problema dei diritti umani e sociali e travolgendo ciò che una volta era, per ogni Paese, l’“interesse nazionale”.

L’ingresso di botto (senza tappe e tempi intermedi) della Cina nel Wto, nell’organizzazione del commercio mondiale, l’11 dicembre 2001, è la data simbolo di questa politica. Che si è replicata mille altre volte (basti ricordare l’accettazione della sottovalutazione della moneta cinese o le clausole protettive della Cina nei trattati internazionali, come quello di Kyoto).
La politica cinica e miope dei governi occidentali che, credendosi furbi, hanno chiamato “realpolitik” il cinismo (“pecunia non olet”), in realtà ha scavato la fossa ai propri paesi. Quante volte i Clinton e i Prodi hanno spiegato che la Cina “non è un pericolo, ma un’opportunità”. E quanti capitalisti si eccitavano alla vista di una immensa massa di manodopera a basso costo e senza protezioni sociali e senza problemi di politica ambientale (col miraggio di un mercato di un miliardo e mezzo di persone).

Così al regime cinese - senza costose clausole relative ai diritti sociali e umani - è stato permesso di fare una colossale concorrenza sleale alle economie del mondo democratico. La supercrescita dell’economia cinese oltretutto è una delle cause del grande aumento dei prezzi delle materie prime che è fra le concause della crisi mondiale. I dragoni hanno messo in ginocchio l’industria dell’Occidente, appropriandosi enormi quote di mercato e addirittura comprando i titoli del debito Usa perché i dissennati americani consumassero cinese. Oggi non è l’Occidente che, a rimorchio degli affari, ha contagiato la Cina con la democrazia e i diritti sociali - come teorizzavano i progressisti dell’era Clinton e Prodi - ma al contrario è la Cina che porta l’Occidente verso una restrizione della democrazia e delle garanzie sociali.

LA PROFEZIA DI LENIN
Lenin previde che i capitalisti avrebbero fornito all’Urss la corda con cui impiccarli. In effetti così hanno fatto con la Cina. Ma gli impiccati siamo noi. Oggi vediamo se e quanto avevamo ragione a ostinarci a parlare di comunismo e diritti umani prendendoci per venti anni gli insulti di quei “progressisti” che - trattandoci da dementi - sdottoreggiavano che il comunismo è finito, che attardarsi a parlarne era da fissati, da paranoici, da gentaglia con secondi fini.

È questa cultura “progressista” che ha permesso ai politici occidentali di non fare i conti con la questione della democrazia e dei diritti umani e sociali in Cina. Ora siamo serviti. Una dittatura comunista che per ferocia non è seconda a nessun totalitarismo del XX secolo espande la sua egemonia sul mondo e prende per le orecchie perfino il presidente americano. È bene sapere infatti che il regime comunista cinese è di gran lunga il più sanguinario della storia. Basta mettere in fila gli orrori dei suoi sessant’anni di storia. Le vittime si contano - letteralmente - a centinaia di milioni. Da quelle fatte per la presa del potere (e la repressione) da parte di Mao, nel 1949, a quelle dell’invasione del Tibet (qualcosa assai simile al genocidio), dal mare di vittime del folle “Grande balzo in avanti”, fino allo scatenamento da parte di Mao della farneticante “rivoluzione culturale”, che fu un immane bagno di sangue, fino dall’imposizione della legge sul figlio unico, con l’aborto obbligatorio di massa, dagli anni Ottanta, arrivando al massacro di Piazza Tien-an-men e alle moderne repressioni col sistema dei Laogai o con le condanne a morte di massa.

Per non dire di una politica estera che ha appoggiato i regimi più sanguinari, da quello cambogiano di Pol Pot e coreano di Kim Il-Sung, fino all’appoggio, dato in questi anni, al feroce regime sudanese che ha permesso a Pechino di accedere al petrolio africano. Ora davvero la Cina è vicina. Auguri.

http://www.libero-news.it/news/803216/O ... inese.html



la cina un oppotunita'si ma della finanza,mentre ora si paga tutto a caro prezzo [:76] [:37] [:34]

Lo sapevo che prima o poi tutto il disastro che ha provocato l'Occidente lo avrebbero incolpato alla Cina. [:0]
Poveri noi,non renderci conto di niente,significa la nostra fine certa. [xx(]


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Thethirdeye, tu critichi un mattone, ma l'ideologia morta e sepolta nata dal marxismo criticava tutta la casa. Quei signori che tu proponi come "quelli che sanno", sono appartenenti ad una parte della politica nata per reazione contraria al comunismo... Se non vedi la contraddizione che costruisci dicendo che i "comunisti" sono servi del potere quando vogliono abbatterlo, mentre i fascisti (senza virgolette) che sono pagati dal potere invece sono gli unici ad esso contrari...

Ti scrivo quello che insegnavano fino a non molti anni fa.

" La borghesia non può esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali... Tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era di corporativo e di stabile, e profanata ogni cosa sacra, e gli uomini sono finalmente costretti a guardare con occhio disincatato la propria posizione e i propri reciproci rapporti... Il bisogno di uno smercio sempre più esteso per i suoi prodotti sospinge la borghesia a percorrere tutto il globo terrestre... Con lo sfruttamento del mercato mondiale la borghesia ha dato un'impronta cosmopolitica alla produzione e al consumo di tutti i paesi. Ha tolto sotto i piedi all'industria il suo terreno nazionale, con gran rammarico dei reazionari... Le industrie non lavorano più soltanto materie prime del luogo, ma delle zone più remote, e i prodotti non vengono consumati solo nel paese stesso, ma in tutte le parti del mondo... All'antica autosufficienza e all'antico isolamento locali e nazionali subentra unoscambio universale, un'interdipendenza universale fra le nazioni. E come per la produzione materiale, così per quella intellettuale.... L'unilateralità e la ristrettezza nazionali diventano sempre più impossibili... Con il rapido miglioramento di tutti gli strumentidi produzione, con le comunicazioni infinitamente agevolate, la borghesia trascina nella civiltà tutte le nazioni, anche le più barbare. I bassi prezzi delle sue merci sono l'artiglieria pesante con la quale essa spiana tutte le muraglie cinesi (sic), con la quale costringe alla capitolazione la più tenace xenofobia dei barbari. Costringe tutte le nazioni ad adottare il sistema di produzione della borghesia se non vogliono andare in rovina, le costringe a introdurre in casa loro la cosiddetta civiltà, cioè a diventare borghesi."

E sulle crisi economiche.

"Nelle crisi scoppia un'epidemia sociale che in tutte le epoche anteriori sarebbe apparsa un assurdo: l'epidemia della sovrapproduzione. La società si trova all'improvviso ricondotta ad uno stato di momentanea barbarie; sembra che una carestia, una guerra generale di sterminio le abbiano tagliato tutti i mezzi di sussistenza; l'industria, il commercio sembrano distrutti. E perchè? Perchè la società possiede troppa civiltà, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttive che sono a sua disposizione non servono più a promuovere la civiltà borghese e i rapporti borghesi di proprietà; anzi, sono divenute troppo potenti per quei rapporti e ne vengono ostacolate, e appena superano questo ostacolo mettono in disordine tutta la società borghese, mettono in pericolo l'esistenza della proprietà borghese. I rapporti borghesi sono divenuti troppo angusti per poter contenere la ricchezza da essi prodotta. Con quale mezzo la borghesia supera la crisi? Da un lato, con la distruzione coatta di una massa di forze produttive; dall'altro, con la conquista di nuovi mercati e lo sfruttamento più intenso dei vecchi. E con quali mezzi? mediante la preparazione di crisi più generali e più violente e la diminuzione dei mezzi per prevenire le crisi stesse"

Tutto questo scritto nel 1848 (quando noi italiani ancora davamo la caccia al papa re). Come vedi, il problema, per qualcuno non è il signoraggio, ma qualcosa di più ampio e complesso.


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MessaggioInviato: 16/08/2011, 13:12 
In Germania la crescita si blocca
Delude il Pil tedesco:+ 0,1%, rallenta anche la Spagna
La Cancelliera sta pensando di introdurre gli eurobond
Fonte:http://www.corriere.it/economia/11_agosto_16/germania-borse_b6806c08-c7d2-11e0-9dd1-bf930586114f.shtml

Ecco...finora la Germania sembrava quella messa meglio...non c'è niente da fare,vogliono colare a picco l'Europa! [}:)]



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MessaggioInviato: 16/08/2011, 13:18 
[:251] [:251] [:251]
Guardate che articolo che hanno pubblicato sul corriere della sera
Cita:
ANCHE LA FED DAL 2003 ANALIZZA LE RELAZIONI TRA IL GEOMAGNETISMO E ANDAMENTO AZIONARIO
Borse impazzite e scontri in strada:
e se la colpa fosse delle tempeste solari?
Ricercatori studiano la relazione tra gli eventi cosmici
e gli avvenimenti nel mondo. Molti i fenomeni ad agosto



Esplosioni sulla superficie solare (CorriereTv) MILANO - Il drammatico crollo delle Borse mondiali e le violenze di Londra, le più gravi degli ultimi decenni nel Paese, hanno riempito giornali e tv in queste prime due settimane di agosto, mese solitamente povero di notizie. Nel giro di quattordici giorni siamo stati testimoni di un default degli Stati Uniti evitato sul filo del rasoio, del panico che ha travolto i mercati azionari e dei violenti disordini e atti criminali che hanno sconvolto il Regno Unito. Ma di chi é la colpa? Di banchieri avidi, di speculatori senza scrupoli, dei giovani incappucciati e arrabbiati che hanno perso fiducia nel futuro, della polizia maldestra o di leader politici inetti? Nessuno è parso stupirsi davvero di quanto accaduto, ormai non era più questione di se, ma di quando, sostengono gli osservatori. Eppure, alcuni ricercatori si chiedono: esiste un legame con la stella al centro del nostro sistema solare? Ovvero: quanto ha influito la tempesta solare di inizio mese?
TEMPESTE SOLARI - Le enormi esplosioni sulla superficie del sole registrate ai primi di agosto stanno regalando alla Terra non solo un'estate di aurore polari. Secondo l'agenzia spaziale americana Nasa, all'inizio d'agosto il nostro pianeta è stato interessato da tre forti piogge di materiale solare. Fenomeni non particolarmente potenti, che hanno un ciclo di 11 anni, ma che sono in ogni caso preoccupanti. Il Sole attraversa infatti ciclicamente periodi di maggiore o minore attività che si esprime con la presenza sulla sua superficie di macchie solari oppure brillamenti o espulsioni di massa coronale (Emc), cioè ondate di plasma che interferiscono con il campo magnetico terrestre. È noto negli ambienti scientifici che queste tempeste geomagnetiche possono incidere anche sull'uomo, alterando, per esempio, l'umore o inducendo le persone a comportamenti negativi.

CRACK IN BORSA - Una serie sempre più abbondante di ricerche mette in relazione i cicli solari e gli episodi di Emc con ogni sorta di eventi, dagli attacchi cardiaci ai crolli del mercato finanziario. Tanto è vero che alcuni studi hanno dimostrato negli anni un aumento dei ricoveri per depressione e un incremento del numero di suicidi durante i periodi caraterizzati da disturbi della magnetosfera terrestre rispetto ai periodi di calma, scrive la Reuters. Sulla relazione tra tempesta magnetica e investimento azionario esiste persino una ricerca della Federal Reserve di Atlanta del 2003 (qui tutto lo studio in formato Pdf). Gli autori Anna Krivelyova del Boston College e Cesare Robotti dell'Atlanta Federal Reserve avevano sostenuto nel documento che tempeste solari possono influenzare anche la Borsa. Lo studio suggerisce che gli investitori, disturbati involontariamente dall'attività di origine spaziale, sarebbero propensi all'ansia e alla depressione, che a loro volta li inducono ad assumere rischi non necessari. Inoltre: verrebbe favorita la tanto controversa vendita allo scoperto sui titoli del comparto finanziario, un'operazione vietata proprio qualche giorno fa dalle autorità di Francia, Spagna, Belgio e Italia. Tuttavia, l'angosciosa altalena vissuta dalle Borse di mezzo mondo e gli scontri nel Regno Unito, due episodi drammatici avvenuti però quasi in concomitanza, potrebbero essere semplice casualità. I trader, i gestori di hedge fund e gli operatori non potranno però dormire sogni tranquilli: altre tempeste sono difatti attese nei prossimi mesi. Gli esperti della National Oceanographic and Atmospheric Administration (la Noaa) prevedono per il futuro un'intensificazione delle tempeste solari, fino a un picco previsto per il 2013.

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... bb4e.shtml
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MessaggioInviato: 16/08/2011, 13:26 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Se non vedi la contraddizione che costruisci dicendo che i "comunisti" sono servi del potere quando vogliono abbatterlo, mentre i fascisti (senza virgolette) che sono pagati dal potere invece sono gli unici ad esso contrari...



Io non ho mai detto questo [:83] (ma quanto ti piace storpiare le cose che dico?).

Ho SOLAMENTE CITATO (con dei video) i fatti relativamente agli unici esponenti politici italiani (di destra e di sinistra) che hanno parlato del signoraggio bancario in Italia.

Ora, a te brucia parecchio che, come ho dimostrato ampiamente in queste ed altre pagine, la sinistra italiana sia andata a braccetto con le oligarchie europee negli ultimi 25 anni... e questo lo posso capire. Tuttavia questo NON vuol dire che la destra (e il vituperato capitalismo come "quinta essenza" su cui fondare le proprie ideologie) sia una f.i.g.a.t.a!

Ciò che sto tentando invano di dire, e per certi versi di dimostrare, è che i veri "padroni del mondo", o l'Elite, o gli Illuminati, o i "poteri forti" o chiamali come ti pare, SONO COMPLETAMENTE USCITI FUORI DALLA LOGICA DELLA CONTRAPPOSIZIONE TRA DESTRA E SINISTRA.




"Dividendo gli elettori attraverso il sistema dei partiti politici, possiamo fare spendere le loro energie per lottare su questioni insignificanti. Di conseguenza, con un'azione prudente abbiamo la possibilità di assicurarci quello che è stato pianificato così bene e portato a termine con tanto successo".

USA Banker's Magazine (Rivista dei banchieri americani), 25 Agosto 1924




"Datemi il controllo della moneta di una Nazione e non mi preoccuperò di chi farà le sue leggi".

Mayer Amschel Rothschild




“Oltre a questi obiettivi pragmatici, i poteri del capitalismo finanziario avevano un altro scopo più ampio, nientemeno che di creare un sistema mondiale di controllo finanziario, in mani private, capace di dominare il sistema politico di ciascun paese e l’economia del mondo nel suo insieme. Questo sistema doveva essere controllato in un modo feudalista da parte delle banche centrali del mondo che agiscono di concerto, attraverso accordi segreti cui si arrivava durante frequenti incontri e conferenze private. L’apice del sistema sarebbe stata la Bank for International Settlements [BIS] di Basilea, in Svizzera, una banca privata di proprietà e sotto il controllo delle banche centrali mondiali, esse stesse corporazioni private. Ogni banca centrale cercava di dominare il proprio governo tramite la sua capacità di controllare i prestiti al Tesoro, di manipolare i tassi di cambio della valuta estera, di influire sul livello delle attività economiche nazionali e di fare pressioni sui politici compiacenti tramite successive ricompense economiche nel mondo degli affari.”


Citation from Tragedy and Hope – A History of the World in Our Time, by Carroll Quigley, GSG Associates, California 1966. “




“I disordini non avranno mai fine, non avremo mai una sana amministrazione della cosa pubblica, se non acquisteremo una nozione precisa e netta della natura e della funzione del denaro.”

Ezra Pound




“Chi non s’intende di economia non capisce affatto la storia.”

Ezra Pound



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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