Cita: Trystero ha scritto: Cita: Thethirdeye ha scritto: Il "berretto frigio" è o non è tipico dei seguaci del culto di Mithra? Non so se lo indossavano anche i seguaci di Mithra. Ma lo troverei strano, in quale religione i seguaci si vestono come il loro dio, perfino indossandone il cappello? Mi sembra più facile pensare il contrario. Il berretto frigio nell'arte romana caratterizza i "persiani" e altre etnie mediorientali. Così come caratterizza certe loro divinità. E trovare in quella capsella "l'anello mancante" tra il culto di Mithra e il cristianesimo unicamente in base alla presenza di berretti frigi ripeto che è una ipotesi tirata per i... cappelli ![Felice [:)]](./images/smilies/UF/icon_smile.gif) Ma sto sempre e solo parlando di quella scatola d'argento sbalzato. Non so niente di esoterismi massonici. Aggiungo questo... magari può essere utile alla discussione... Tratto da "Il Cappello frigio e altri simboli cosmici"http://www.free-books.us/Others/82213/i ... li-cosmici[b]Berretto frigio: un cappello per tante teste Chi lo ha indossato?[/b] Probabilmente i primi furono i pastori in Persia, o nel Medio Oriente (Frigia): i pastoriguardavano molto le stelle e probabilmente furono i primi “astrologi”, e non a caso le trame della storia del cappello frigio si connettono con il sapere astrologico. I Magi sacerdoti della religione del profeta persiano Zoroastro e di Mitra, erano importanti astrologi e divinatori. L’uso del cappello frigio passò poi dalla Persia (o Frigia) nel culto Mitraico (greco-persiano) diffusosi presso Roma. Il culto mitraico calzava bene ai soldati romani e agli schiavi, questi ultimi venivano distinti attraverso la rasatura del capo e veniva imposto sul loro capo il pileus fino alla ricrescita dei capelli: il cappello era un simbolo di libertà acquisita. In realtà era il Pater, ovvero il celebrante i misteri mitraici colui il quale indossava il rosso cappello frigio. (Vulcano era invece raffigurato con un berretto ovale azzurro, il somatracio). Il berretto rosso passò (per osmosi..) ai vescovi cristiani, che lo indossano tutt’ora, modificato e chiamato guardacaso mitra, è inoltre indossato dal grande sacerdote ebraico. Esiste anche la mitra Papale o camàuro (cfr, Pater) che è Bianco e ovale (come quello indossato dai faraoni egiziani, indicante l’uovo, la rinascita, la perfezione..) o meglio allungato e bicuspidale. Il Mitra fu indossato per la prima volta da papa Ormisda da Frosinone nel 514. Il berretto rosso frigio, in uso presso la plebe, fu poi preso a simbolo della Rivoluzione Francese (fine settecento) indossato dai rivoluzionari come simbolo di libertà, chiamato perciò anche Liberia. Fu d’ispirazione Massonica l’uso del cappello. Anche la bandiera della Rivoluzione Francese era di colore rosso, cos’ come tutte le altre bandiere che inneggiano alla rivoluzione a partire da quella della Francia, per esempio nei garibaldini, nei socialisti, nei comunisti, eccetera.
Il cappello frigio compare anche in alcune raffigurazioni alchemiche (e gli stessi alchimisti lo indossano) ed è indossato da Mercurio, che tra le tante funzioni divine (tutte dicotomiche) è anche protettore dei pastori. Si vede il cappello in alcune litografie come ad esempio:
1) in Lambsprinck, Figurae et emblemata (1678), e rappresenta la Trinità alchimistica: Ermete (Spiritus Mercurii) alato, posto con il cappello frigio tra il Re e suo figlio.
2) sempre in Lambsprinck, Figurae et emblemata (1678): qui il Re, rappresentante la materia la prima materia dell’Opus (ovvero la nigredo, la materia allo stato grezzo, da sublimare), che divora suo figlio. Gli abiti, i costumi e l’aspetto di Mercurio sono simili alla prima scena (nel punto uno). Praticamente, Mercurio con il berretto frigio è la copia identica di Babbo Natale. O meglio è Babbo Natale, nella sua versione moderna (circa inizi del ‘900) che prende a modello Mercurio. Ma c’è una nota comparativa fondamentale da aggiungere e cioè: Babbo Natale, rappresenta simbolicamente il natale e quindi il 25 Dicembre, giorno in cui secondo la tradizione popolare elargisce i doni ai bambini buoni e anche giorno della nascita di Gesù Bambino. Ma anche nascita del dio Mitra dalla roccia (e qui anche il parallelismo grotta-roccia che assimila per certi versi le due nascite divine). Babbo natale, alias San Nicolaus è quindi un personaggio che racchiude almeno tre livelli di significato: quello cristiano della nascita di Cristo; quello mitraico della nascita di mitra (da cui il berretto frigio) e quello mercuriale. Si narra anche che la sua storia, quella di S. Nicolaus fosse associata ad un fatto riguardante l’unione sposalizia di due amanti permessa da tale Santo (Che strano, anche cupido, dio dell’amore ha il cappello frigio!). I riti di iniziazione mitraici avvenivano in una caverna in cui c’erano fiori e sorgenti in onore di Mitra, Padre e creatore di tutto; la caverna riproduceva in miniatura l’universo da lui creato. Inoltre il frigio compare addosso agli alchimisti (vedi per esempio figure del Mutus Liber di M. Meier, 1700 circa) come nell’esempio illustrativo riportato di seguito e ad indicare che la persona stava compiendo un rito misterico in armonia con le leggi dell’universo, leggi di equilibrio, ritmo e armonia.A livello monumentale e artistico: Il berretto frigio compare anche in alcune cattedrali che un tempo erano Mitrei, in particolare nella cattedrale di Modena, nella porta laterale di fronte al museo, dove per altro ad indossarlo sembrano una sorta di gnomi o folletti. E comunque dovrebbe essere presenti in vari Mitrei o ex mitrei divenuti chiese, molto numerose a Roma. Compare su un sarcofago paleocristiano di Villa Carpegna, Roma. Sul sarcofago tre giovani nella fornace indossano il cappello frigio, delle tuniche ed hanno le mani alzate (come nel gesto dell’Orans) gesto il cui simbolismo è prettamente religioso e fondamentale, compiuto dallo stesso Mitra che esce dalla Roccia, dal Pater celebrante, dai sacerdoti cattolici attuali, ma era già presente presso tutte le tradizioni più importanti: Egitto, Tibet, ecc.
Eneide: Lo ritroviamo, inoltre, nell’Eneide di Omero, in una miniatura conservata nella Biblioteca Vaticana. Ad indossarlo sono Ascanio e i due servi ai suoi lati che tentano di spegnere le fiamme dai suoi capelli (acqua e fuoco). La miniatura risale alla fine del IV secolo a. C., (codice Vaticano latino 3225, foglio 22. Eneide II, 671- 704). Il cappello compare in più parti delle miniature ispirate all’Eneide di Omero. Lo indossa Cupido nelle vesti di Ascanio (o il cartaginese Bitia che beve la coppa rituale), in un banchetto in onore dei Troiani nella grande sala della raggia di Cartagine. Nella miniatura compaiono anche dei motivi appartenenti al culto cristiano come i un Pesce (simbolo di Cristo) contenuto da un vassoio a forma di Vescica Piscis (o Ru) Miniatura del codice Vaticano latino 3867, dell’inizio del VI secolo (foglio 100, Biblioteca Vaticana. Eneide II, 705 - 729).
Ancora nell’Eneide è il copricapo del Vecchio Anchise nella scena in cui fuggono con Enea e Ascanio da Troia. Qui si nota un particolare, e cioè, il cappello frigio è molto più simile a quello di Babbo Natale, con il classico bordo che cinge la testa (Particolare dell’affresco Incendio di Borgo dipinto nel 1514 da Raffaello; Musei Vaticani/Scala, Firenze). Insomma nell’Eneide compare a più riprese.Altri personaggi…bizzarriCompare il berretto frigio presso gli gnomi (o almeno nella sua forma), in alcuni maghi, Babbo Natale (a cui abbiamo accennato), i Puffi (soprattutto grande Puffo), gli gnomi. (?) Comunque sempre uomini con la barba simili a magi o pastori, o a Paedogeron (sintesi di opposti: vecchio-bambino) come gli gnomi della foresta nordici. Così ritroviamo il cappello frigio in dosso ad un personaggio biblico come Giuseppe d’Arimatea (come compare anche in un disegno di William Black, un Rosacroce). Giuseppe d’Arimatea era colui che aveva assistito alla crocifissione di Gesù e ne aveva disposto la sepoltura. Si recherà dopo con il Sacro Calice in Inghilterra. Anche Dante viene raffigurato se non con il cappello frigio con un valido sostituto che sembra una variante del frigio anch’esso rosso. Significati ricavabili dal cappello frigio In generale il Cappello denota autorità e potere, comunque sempre sinonimo di distinzione, connota- zione, caratteristica. Nel suo significato simbolico la testa coperta denota nobiltà e libertà in contrapposizione alla testa nuda. In particolare il significato del cappello frigio, il più esoterico e soprattutto astrologico, come nella migliore tradizione mitraica e zoroastriana, sta nel fatto di congiungere il segno dell’Ariete, cioè la testa (connotata da tale segno astrologico) e i Pesci, ovvero i Piedi. Formando cioè un circolo, una chiusura, una congiunzione degli opposti. Il cappello frigio simboleggia i Pesci, date le sue caratteristiche fluide, che coniugano l’ariete ovvero la testa, e ciò riporta ai concetti escatologici di inizio e fine, alfa e omega, che si ricollegano (nell’uomo). Era una specie di messaggio iniziatico e profetico, quello di coniugare gli opposti, qui rappresentati dal “duro” ariete e dal fluido pesce, come anche la terra e il mare, sinonimo di cielo od Oceano Celeste. Astrologicamente parlando notiamo che l’Era dei Pesci è quella dell’Avvento di Cristo. Il cappello ha le caratteristiche strutturali dei pesci essendo afflosciato, ed anche le caratteristiche funzionali dell’Ariete essendo posto in testa ed essendo inoltre di colore rosso, ovvero il fuoco, colore creativo associato all’ariete (segno di fuoco).
Abbiamo quindi i seguenti elementi in associazione: “Gli ultimi saranno i primi ed i primi saranno gli ultimi”. Strano come la parola Free in inglese, iniziale di Frigio, indichi la libertà, l’essere liberi. Libertà data dalla pacificazione dei contrari? La parola Freemasonrym significa Massoneria, e la storia del cappello frigio, mi è sembrato di capire è molto legata ai massoni, anche se un approfondimento della questione ci porterebbe troppo lontano. L’assenza dei piedi a livello simbolico indica l’instabilità della fiamma, come nel caso degli dei del fuoco. L’unione degli opposti è Mercurio, che nel suo segno (il caduceo, sinonimo di bilancia) unisce i poteri lunari e solari, ma anche maschile e femminile, giorno e notte (vedi riquadro). Quindi è un intermediario, un mediatore, ambivalente ed androgino, in alchimia rappresenta la quinta essentia. Altre associazioni conducono a collocare il cervo maschio su uno stesso piano analogico dell’ariete, essendo entrambi solari e indicanti creazione, alba, fuoco, messaggero degli dei. Nessun simbolo è casuale, così come nessuna associazione simbolica avviene nel vuoto del non sense. Quali personaggi sono trainati dai cervi? Babbo Natale ed anche il Padre del Tempo (Cronos e altri sinonimi). Anche Apollo il Dio del Sole era trainato dai cavalli. Dobbiamo qui specificare un punto e cioè il significato del 25 Dicembre. Diciamo brevemente che tale data è associata all’inizio della luce che segue al solstizio di inverno. Così con tale data simbolica si segna la ierofania di molte “divinità” portatori appunto di luce tra le quali: l’egiziano Horus, Mitra (che esce da una rocce con in mano una fiaccola) e lo stesso Cristo. Il cervo, così come l’ariete, rappresenta ancora Mercurio, che in chiave alchimistica diviene il Nous, il mercurio dei filosofi. L’Argento Vivo (vedi Tab. 1) è l’ “Acqua Ferma”, che simboleggia sia il solido (e quindi l’ariete) sia il fluido (i Pesci), simboleggia comunque il femminile. Insieme Zolfo e Argento Vivo sono le basilari forze generative dell’universo, dalla loro unione scaturisce lo Spirito, l’acqua Vitae. Come Oro e Argento sono i due aspetti della stessa realtà cosmica, e così per il resto delle dicotomie. La storia del cappello frigio ci porta inevitabilmente a scontrarci con le vaste pianure dell’ermetismo, dalla gnosi, dell’esoterismo, dell’alchimia, astrologia, religione, mitologia, e quant’altro. Rappresenta un principio circolare che tende a ripetersi assumendo apparentemente significati diversi (come in Babbo Natale, che tra l’altro conduce al termine Pater, babbo è un sinonimo, così come papà o Papa). Se inizialmente il suo significato simbolico era quello astrologico, via via, come tutti i simboli, ha assunto diverse valenze e significati, tutti pertanto collegati e/o collegabili e allo stesso tempo, come abbiamo cercato di mostrare distinguibili e direi indipendenti, crocevia di molteplici significati e dirottamenti su latri lidi, come è nello spirito creativo dell’Ariete e nella fantasia, ovviamente guidata e documentata, dei Pasci. Di sicuro ci sono tanti livelli di significato, alcuni dei quali si sta tentando di penetrare, senza la pretesa di giungere all’ultimo dei livelli escatologici o epistemologici di significato. Non mi stupirebbe vedere tra qualche anno una ripresa del cappello frigio, ad esempio nella moda, e venire a scoprire che lo stilista appartiene al segno dell’Ariete, oppure, per assurdo, ha un cognome che ha a che fare con i Pesci o con il Mare. Coincidenze?
Tutto gira all’interno di un meccanismo apparentemente incomprensibile o caotico, ma implicitamente cosciente e logico, ordinato e perpetuo. Il meccanismo della vita, della incronicità, della continua “lotta” delle tenebre e della luce, della sublimazione dei contrari in tutto, che è spinta, movimento, rinascita dalla morte, ma non voglio spingermi oltre… Un’altra associazione da fare seguendo la simbologia e il colore del frigio riguarda la natura del primo uomo, Adamo, termine che etimologicamente indica almeno tre cose,inerenti al rosso e alla terra; “terra vergine”, “terra color sangue”, “terra rossa come il fuoco”. Si ricongiungono così nel simbolismo del frigio altre due figure chiavi della storia: Adamo (associato al rosso, alla terra) e Gesù Cristo associato ai Pesci, al Cielo).
Quindi un altro modo di intendere la chiusura ieratica del cerchio, il compimento di un’opera, tra l’altro attesa nella Bibbia dove il Cristo viene chiamato anche “Uomo nuovo”, rispetto ad Adamo e al peccato originale. Inoltre l’Albero della Conoscenza, che diventa il mezzo del peccato con la mela, si trasforma nel Nuovo Testamento nella croce espiatoria di Gesù nazareno. Ponendo l’attenzione sui colori, notiamo che fra il rosso e il bianco si estende un’ampia gamma di colori, che ci fa vedere il continuum tra le dicotomie (pesce e capro, terra e mare, il “rosso Adamo” e il bianco della luce di Gesù). Ma il rosso è anche il fuoco, elemento costante dei riti religiosi, magici e iniziatici, nella mitologia, nel culto; come del resto adoratori del fuoco come principio vitale cosmico erano peraltro i parsi cioè i discendenti del culto persiano di Ahura Mazda e della religione zoroastriana (rappresentata per esempio dai Magi i quali indossavano il rosso berretto frigio). Per i Parsi il fuoco è il mezzo, anzi la via più diretta per avvicinarsi alla divinità, ed è visto sempre come elemento purificatore e non distruttore (cfr. Romano F., 1998).
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_________________ "…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)
"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo
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