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Grigio
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MessaggioInviato: 26/08/2011, 15:34 
Beh il petrolio comincia a scarseggiare, è vero che siamo nel mezzo di una crisi economica (che sfocerà presto nel collasso dell'intero sistema economico mondiale), ma è ora più necessario che mai controllare direttamente le risorse.
Alcuni dittatori li riescono a comprare (es. Nigeria, Arabia Saudita, Bahrein e la quasi totalità della penisola arabica), ma con altri non bisognava andare troppo per il sottile, è così Libia, poi Iran, Venezuela ...
La cosa strana è che russi e cinesi (parte loro stessi del sistema) per ora stanno a guardare ... il che è ancora più strano, dato che, ad esempio in Libia, saranno i primi a rischiare di perdere zone di influenza.
E poi non dimentichiamo che comunque la guerra, la distruzione e le ricostruzioni sono comunque un immenso business, indipendentemente da altre considerazioni.
Quindi guerre e distruzioni saranno una costante, così come "dittatori", "stati canaglia", AlQaeda e Spectre varie... sono l'altra parte della bilancia, l'altro lato di questo sistema marcio fino alle radici.
L'ago della bilancia, quello che deve mostrarci la "realtà", all'interno dell'inganno, sono i media, e questi sono direi senza quasi eccezione parte integrante del sistema.
In una parola, siamo fregati.


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MessaggioInviato: 26/08/2011, 15:47 
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MessaggioInviato: 26/08/2011, 15:51 
Belgium - no operating system detected [:255]

Manca il Venezuela, che di petrolio ne ha parecchio, sempre che non si siano comprati sottobanco anche Chavez, ma non sembra.
Mentre eliminerei il Bahrain visto che a sparare sulla folla ci sono i loro supporters.


Ultima modifica di iLGambero il 26/08/2011, 15:57, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 27/08/2011, 01:49 
Sono sempre più convinto che tutti queste rivolte aumenteranno il potere del terrorismo che causerà un conflitto mondiale,ci sono di mezzo troppi interessi economici e prima o poi qualcuno di questi dittatori fanatici userà veramente delle armi di distruzione di massa quando verrà minacciato dalle potenze occidentali.


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MessaggioInviato: 27/08/2011, 13:32 
Trattative in corso tra Cnt e tribù Sirte 11 – Negoziati sono in corso alla Valletta, a Malta, tra il Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt) e i capi tribù della città di Sirte leali a Muammar Gheddafi. Lo riferiscono fonti del Cnt sul posto. Le trattative hanno lo scopo specifico di ottenere la resa delle tribù che proteggono la roccaforte del regime. In coordinamento con il governo maltese le trattative coinvolgono il capo della sicurezza del Cnt, Abdul Karim Bazama, giunto alla Valletta ieri, ma non si sa ancora l'esito delle discussioni. Altri negoziati proseguiranno al Cairo stamani.

c sono civili in pericolo ?
chi assedia chi?
chi aggredisce chi?
se non vogliono allinearsi agli insorti
possono farlo o no?


Ultima modifica di mik.300 il 27/08/2011, 13:33, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 28/08/2011, 13:43 
L'ipocrisia dei pacifisti: urla su Saddam e silenzio su Gheddafi
.

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Nessuno degli "antimperialisti" indignati per l’attacco a Saddam è sceso in piazza contro la sporca guerra voluta da Londra e Parigi

Una delle guerre più stupide e sporche della storia europea cominciò con una sequela di menzogne, parte delle quali timbrate dalle Nazioni Unite, parte subite nell’ignavia della comunità internazionale: bisogna difendere i civili da Gheddafi, bisogna riscattare un paese in cui il de­stino dell’opposizione pri­maverile sono le fosse comu­ni (inesistenti, si trattava di un cimitero marino), biso­g­na cacciare un tiranno stra­tegicamente pericoloso per la pace nel Mediterraneo, ma non daremo la caccia a Gheddafi, vogliamo solo pro­teggere i diritti di coloro che lo combattono, gente solida e affidabile che garantisce un futuro di pace e di democrazia per la Libia. Saddam Hussein era effettivamente un tiranno fuorilegge da anni nella comunità internazionale, un signore della tortura che non piantava le sue ten­d­e e le sue amazzoni nei centri storici di Roma e Pa­rigi, che non faceva affari, se non loschi e clandesti­ni, con l’occidente, che era stato dichiarato fuori­legge per avere tentato di accaparrarsi il Kuwait, per avere stermina­to curdi e sciiti con armi di distru­zione di massa, per aver progetta­to il n­ucleare militare finché Israe­le con un blitz non distrusse il suo sogno e il nostro incubo del reatto­re di Ozirak, detto anche O-Chi­rac. E dietro la guerra a Baghdad, costata molto agli iracheni e agli americani e combattuta anche con il sacrificio di migliaia di vite di soldati eroici dell’Occidente in reazione politica dopo l’11 settem­bre, non c’erano le menzogne del­l’Onu e le farneticazioni della rive gauche parigina, non c’erano le bestialità umanitarie che cercano penosamente di coprire il bagno di sangue clanistico e tribale in corso in Libia con la nostra fattiva complicità,c’era un manifesto po­litico delle libertà civili nel mondo islamico, c’era il riscatto costitu­zionale di un popolo vissuto per trentaquattro anni all’ombra di un socialismo arabo del terrore e della repressione più spietata. Co­me in Siria, dove l’umanitarismo non penetra chissà perché. Avete per caso visto un manife­stante pacifista di quelli indignati contro la «guerra per il petrolio», che non ha portato una goccia di petrolio nelle casse imperialiste e ha lasciato l’oro nero finalmente nelle casse di uno stato ricostruito secondo giustizia, ribellarsi alla vera guerra del petrolio, per di più cinica e levantina perché non era in discussione la giugulare petroli­fera libica ma solo le condizioni di forza tra diversi paesi europei per il suo accaparramento? Avete let­to qualcuno dei commentatori malmostosi e insinceri del dolore iracheno scrivere con toni indi­gnati del carattere neocoloniale, assurdo, surreale e sanguinario, della guerra dei cieli che la Nato è stata portata a combattere senza una strategia chiara, senza un sen­so politico accettabile, con un di­spendio vano e crudele di risorse dall’alto che ha imposto la feroce, lunga carneficina in corso? La guerra in Iraq aveva piegato quel vecchio capo tribale, quel mascalzone di Tripoli, e lo aveva convinto a trasformarsi in uomo d’affari, a eliminare i programmi di riarmo non convenzionale, a mettersi sotto la tutela delle diplo­mazie e delle cancellerie occiden­tali. La guerra giusta aveva inflitto una sconfitta strategica definitiva al clan Gheddafi, bisognava solo lavorare per un cambio di regime politico con mezzi politici. Ma l’iperattivista Sarkozy e l’inesper­to pupo del numero 10 di Dow­ning Street non potevano aspetta­re, avevano bisogno di muovere lo scacchiere e farsi belli di qual­che decina di migliaia di morti a scopo umanitario. Così il paese, la Francia, che aveva diviso l’Occi­dente davanti a un pericolo reale, Saddam, e a una missione leale, ha trascinato l’Europa e purtrop­po una riluttante Italia minore, con la solida eccezione della Ger­mania, in una insidiosa avventura che al meglio è destinata a sostitui­re Gheddafi con i gheddafiani, al peggio è candidata a procurarci un’altra bella Somalia nella quar­ta sponda. Può succedere che la politica di potenza abbia risvegli da incubo, e produca menzogne belluine, ma che l’opinione pubblica «de­mocratica e pacifista e antimpe­rialista » abbia subito tutto questo, con rare eccezioni,e che abbia ac­comp­agnato l’avventurismo euro­peo con una palese esibizione del doppio standard, due pesi e due misure, è un’ombra che peserà sulla nostra storia, e sui nostri ef­fettivi interessi strategici, per mol­ti anni a venire.

di Giuliano Ferrara

Naturalmente su ... http://www.ilgiornale.it/interni/lipocr ... comments=1



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MessaggioInviato: 28/08/2011, 14:14 
La giornalista filo-raìs con la pistola in tv ora sta coi ribelli. Da noi i precedenti abbondano. E non sempre sono negativi Un po’ sfacciatella,nel suo cambio di casac­ca, la giornalista televisiva libica Hala Mi­srati lo è indubbiamente stata. Presentata­si in video con pistola in pugno ed espressione eroica, una settimana fa si dichiarò pronta a esse­re martire della causa di Gheddafi. Adesso, dopo l’arresto, gli si è rivoltata contro e parla di «regime del tiranno». Una bella faccia tosta da affiancare ad altre facce non meno toste. Come quelle del pri­m­o ministro del governo transitorio Mahmoud Ji­bril, o di Mustafa Jalil presidente del Cnt, un tem­po entrambi ferventi seguaci del Colonnello


http://www.ilgiornale.it/esteri/tripoli ... comments=1


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evidentemente sulle due sponde del mediterraneo il trasformismo e'un qualcosa di naturale di moda,facilmente si passa da una parte all'altra in base alle convenienze


Ultima modifica di ubatuba il 28/08/2011, 14:53, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 28/08/2011, 14:23 
Cita:
ubatuba ha scritto:


La giornalista filo-raìs con la pistola in tv ora sta coi ribelli. Da noi i precedenti abbondano. E non sempre sono negativi Un po’ sfacciatella,nel suo cambio di casac­ca, la giornalista televisiva libica Hala Mi­srati lo è indubbiamente stata. Presentata­si in video con pistola in pugno ed espressione eroica, una settimana fa si dichiarò pronta a esse­re martire della causa di Gheddafi. Adesso, dopo l’arresto, gli si è rivoltata contro e parla di «regime del tiranno». Una bella faccia tosta da affiancare ad altre facce non meno toste. Come quelle del pri­m­o ministro del governo transitorio Mahmoud Ji­bril, o di Mustafa Jalil presidente del Cnt, un tem­po entrambi ferventi seguaci del Colonnello


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Evidentemente ci tiene che la sua testa rimanga sul collo [:o)]


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MessaggioInviato: 28/08/2011, 14:53 
E' questione di "bacino" Mediterraneo, ovvero climatologica! [:246]



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MessaggioInviato: 28/08/2011, 14:54 
Cita:
X user ha scritto:

Cita:
ubatuba ha scritto:


La giornalista filo-raìs con la pistola in tv ora sta coi ribelli. Da noi i precedenti abbondano. E non sempre sono negativi Un po’ sfacciatella,nel suo cambio di casac­ca, la giornalista televisiva libica Hala Mi­srati lo è indubbiamente stata. Presentata­si in video con pistola in pugno ed espressione eroica, una settimana fa si dichiarò pronta a esse­re martire della causa di Gheddafi. Adesso, dopo l’arresto, gli si è rivoltata contro e parla di «regime del tiranno». Una bella faccia tosta da affiancare ad altre facce non meno toste. Come quelle del pri­m­o ministro del governo transitorio Mahmoud Ji­bril, o di Mustafa Jalil presidente del Cnt, un tem­po entrambi ferventi seguaci del Colonnello


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Evidentemente ci tiene che la sua testa rimanga sul collo [:o)]


proprio come accadde in italia qualke decennio fa.............. [:266] [:55] [:45]


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MessaggioInviato: 28/08/2011, 14:59 
Già: iniziammo con "Tizio" e finimmo con ..."Sempronio"! [8D] [:o)]



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MessaggioInviato: 28/08/2011, 15:01 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Già: iniziammo con "Tizio" e finimmo con ..."Sempronio"! [8D] [:o)]


,,passando pure da caio.......... [:246] [:255] [:81] [:81] [:259]


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MessaggioInviato: 28/08/2011, 16:37 
Cita:
ubatuba ha scritto:

La giornalista filo-raìs con la pistola in tv ora sta coi ribelli. Da noi i precedenti abbondano. E non sempre sono negativi Un po’ sfacciatella,nel suo cambio di casac­ca, la giornalista televisiva libica Hala Mi­srati lo è indubbiamente stata. Presentata­si in video con pistola in pugno ed espressione eroica, una settimana fa si dichiarò pronta a esse­re martire della causa di Gheddafi. Adesso, dopo l’arresto, gli si è rivoltata contro e parla di «regime del tiranno». Una bella faccia tosta da affiancare ad altre facce non meno toste. Come quelle del pri­m­o ministro del governo transitorio Mahmoud Ji­bril, o di Mustafa Jalil presidente del Cnt, un tem­po entrambi ferventi seguaci del Colonnello


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probabilmente
c tiene al posto di lavoro..

comunque e` uno schifo..
hanno distrutto un paese
parteggiando per una parte,
sul modello afghano,
con la scusa di proteggere i civili..
e non e` ancora finita..

dal 2000 a oggi la gente e` impazzita..
succedono cose inimmaginabili
e nessun obietta..

a proposito nello yemen
come e` finita?
gli sciiti hanno meno importanza
dei ribelli libici?

scommetto sull`insediamento
di una green zone anche a tripoli

emergenza umanitaria,
no acqua elettricita`,
ecc. ecc.
gia`..
ma chi ha bombardato centrali e condutture ?



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MessaggioInviato: 28/08/2011, 17:30 
A quanto pare, il Silvietto è riuscito a fare in modo che gli accordi precedentemente stipulati con la libia rimangano invariati.
Tanto per metterlo in quel posto agli odiati amici transalpini.



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La Libia non è da liberare da un regime sanguinario ma è un prodotto da conquistare

By Edoardo Capuano - Posted on 26 agosto 2011

Bombardamento NATO della LibiaLa verità è che la Libia non è una nazione da liberare dal regime sanguinario di Mouammar Gheddafi, ma un prodotto da conquistare! Avete ascoltato i telegiornali? È pronta l'invasione di terra e i grandi politici di tutta Europa si stanno spartendo la succulenta torta, come hanno sempre fatto.

Il pianeta è ormai in agonia, le sue risorse stanno scarseggiando. Per il regime globale non c'è più scelta: bisogna depredare il più possibile; bisogna demonizzare abbastanza una nazione per giustificare al gregge (la maggior parte della popolazione mondiale che non si pone mai domande di come mai certi eventi prendono forma) un dato intervento militare. Ricordatevi: dopo la Libia toccherà alla Siria e poi all'Iran, ma non per liberare le nazioni da fantomatici tiranni bensì per depredarli delle loro risorse ed avviare così anche un processo di 'democratizzazione' che vada bene non ai cittadini bensì ai grandi banchieri globali. Un po' quello che sta succedendo con la frottola della grande crisi.

------------------------

Come è possibile che la maggior parte del popolo Libico continua a sostenere Mouammar Gheddafi con tanto fervore, e che quest’ultimo non si sia affievolito e continua a resistere, 4 mesi dopo l’inizio di una presunta “rivolta”, e dopo 3 mesi dall’inizio dei bombardamenti della Nato?

C’è da sapere che vi sono state 6 manifestazioni milionarie che hanno raccolto in totale 6 milioni di libici dall’inizio del mese di Luglio 2011.

Il 22 Luglio i libici hanno avuto l’idea di creare la più grande foto al mondo, quella di Mouammar Gheddafi che misura 180 metri di lunghezza e 60 metri di larghezza. Un popolo che non ama il suo leader farebbe tutto questo per lui? Perchè il numero d’immigrati libici in Francia, ma anche in altri paesi, come i paesi dell’Europa dell’est è infinitamente più basso di quello degli immigrati algerini, tunisini e marocchini?

La verità è semplicemente che la vita in Libia è molto lontana dall’inferno descritto dalla propaganda mediatica occidentale, e che la Libia di Gheddafi beneficia non solamente di un livello di vita molto superiore di quello dei paesi magrebini vicini, ma anche di un sistema sociale molto avanzato, su cui i paesi occidentali farebbero meglio a ispirarsi…

Negli esempi che seguono utilizzeremo le parole “stato” e “governo” solo per comodità, dal momento che, nel sistema politico libico, molto originale, non corrispondono esattamente al loro significato. Questo sistema organizzativo è chiamato “Jamahiriya”, un termine senza equivalenze in altre lingue, e che di solito è tradotto come “stato delle masse”, o “Repubblica delle masse”. Ecco dunque una lista non esaustiva che vi aiuterà a capire meglio perché la stra grande maggioranza del popolo libico resta attaccato a Gheddafi, e perché non lo considerano affatto un ignobile tiranno.

LA JAMAHIRIYA LIBICA:

Elettricità domestica gratuita per tutti

Acqua domestica gratuita per tutti

Il prezzo della benzina è di 0,08 euro al litro

Il costo della vita in Libia è molto meno caro di quello dei paesi occidentali. Per esempio il costo di una mezza baguette di pane in Francia costa più o meno 0,40 euro, quando in Libia costa solo 0,11 euro. Se volessimo comprare 40 mezze baguette si avrebbe un risparmio di 11,60 euro.

Le banche libiche accordano prestiti senza interessi

I cittadini non hanno tasse da pagaren e l'IVA non esiste.

Lo stato ha investito molto per creare nuovi posti di lavoro

La Libia non ha debito pubblico, quando la Francia aveva 223 miliardi di debito nel Gennaio 2011, che sarebbe il 6,7% del PIL. Questo debito per i paesi occidentali continua a crescere

Il prezzo delle vetture (Chevrolet, Toyota, Nissan, Mitsubishi, Peugeot, Renault…) è al prezzo di costo

Per ogni studente che vuole andare a studiare all’estero, il governo attribuisce una borsa di 1 627,11 Euro al mese.

Tutti gli studenti diplomati ricevono lo stipendio medio della professione scelta se non riescono a trovare lavoro

Quando una coppia si sposa, lo Stato paga il primo appartamento o casa (150 metri quadrati)

Ogni famiglia libica, previa presentazione del libretto di famiglia, riceve un aiuto di 300 euro al mese

Esistono dei posti chiamati « Jamaiya », dove si vendono a metà prezzo i prodotti alimentari per tutte le famiglie numerose, previa presentazione del libretto di famiglia

Tutti i pensionati ricevono un aiuto di 200 euro al mese, oltre la pensione.

Per tutti gli impiegati pubblici in caso di mobilità necessaria attraverso la Libia, lo Stato fornisce una vettura e una casa a titolo gratuito. Dopo qualche tempo questi beni diventano di proprietà dell'impiegato.

Nel servizio pubblico, anche se la persona si assenta uno o due giorni, non vi è alcuna riduzione di stipendio e non è richiesto alcun certificato medico

Tutti i cittadini della libia che non hanno una casa, possono iscriversi a una particolare organizzazione statale che gli attribirà una casa senza alcuna spesa e senza credito. Il diritto alla casa è fondamentale in Libia. E una casa deve essere di chi la occupa.

Tutti i cittadini libici che vogliono fare dei lavori nella propria casa possono iscriversi a una particolare organizzazione, e questi lavori saranno effettutati gratuitamente da aziende scelte dallo Stato.

L’eguaglianza tra uomo e donna è un punto cardine per la Libia, le donne hanno accesso a importanti funzioni e posizioni di responsabilità.

Ogni cittadino o cittadina della Libia si può investire nella vita politica e nella gestione degli affari pubblici, a livello locale, regionale e nazionale, in un sistema di DEMOCRAZIA DIRETTA (iniziando dal Congresso popolare di base, permanente, fino ad arrivare al Congresso generale del popolo, il grande Congresso nazionale che si riunisce una volta all'anno)

Citando Wikipedia:

La popolazione è in aumento, al ritmo del 1,9% annuo (1995-2008). Le condizioni socio-sanitarie sono migliorate: con una speranza di vita di 77 anni, una mortalità infantile dell’1,9% e un analfabetismo al 17,4% la Libia si colloca tra i paesi a sviluppo umanitario intermedio e, grazie al reddito relativamente elevato, davanti agli altri paesi nordafricani

In Francese:

La Libia è dotata di una struttura governamentale dualista. Il settore rivoluzionario comprende la guida della rivoluzione, Mouammar Gheddafi, i comitati rivoluzionari oltre que una dozina di membri del Consiglio della rivoluzione fondato nel 1969. Il leader della rivoluzione non è eletto e non può essere destituito legalmente. Il settore rivoluzionario definisce il potere di decisione del secondo settore, il settore della Jamahiriya. Il settore della Jamahiriya costituisce il settore legislativo del governo. È diviso in tre livelli, comunale, regionale e nazionale. A ogni corpo legislativo corrisponde un comitato esecutivo.

Il sistema politico della Libia è teoricamente basato sul Libro Verde di Gheddafi, che unisce delle teorie socialiste e islamiche e ripudia la democrazia parlamentare oltre che i partiti politici. La Libia applica ufficialmente la

democrazia diretta.

L’articolo 2 della costituzione del 1977 (detta Dichiarazione sull’avvento del Potere del Popolo) stipula che “Il Santo Corano è la Costituzione della Jamahiriya araba libica popolare socialista” e l’articolo 3, “La democrazia popolare diretta è la base del sistema politico della Jamahiriya araba libica popolare socialista, nella quale il potere è nelle mani del popolo”.

Inoltre citando i dati ONU:

la Libia aveva il più alto indice di sviluppo umano di qualsiasi paese del continente africano; la Libia ha una percentuale di persone che vivevano al di sotto della soglia di povertà inferiore ai Paesi Bassi; La Libia aveva un tasso di carcerazione inferiore alla Repubblica Ceca. (fonte: Global Research)

Immagine

Una foto di Mouammar Gheddafi morto.
Un evidente fotomontaggio divulgato in rete.

Ricapitolando, secondo gli indicatori ufficiali dell’ONU (più affidabili del PIL pro capite), in base all’Indice di Sviluppo Umano la Libia è al 55° posto, la Tunisia al 98°, l’Egitto al 123°.

In campo internazionale la Libia ha svolto (svolge) un importante ruolo: in Africa, essendo cofondatrice assieme al Sudafrica dell’Unione africana; in Europa e nel Mediterraneo quale filtro dell’immigrazione; nel mondo arabo arginando il “fondamentalismo”, quale fenomeno sociale e religioso reazionario.

Sta a voi di capire se i media occidentali dicono al verità a proposito del “regime di Gheddafi”, o se al contrario vi manipolano per giustificare l’attacco indiscriminato contro il popolo libico.

Dopo aver letto questo articolo vi potrebbe interessare anche questo, per capire di cosa ci stiamo rendendo complici.

http://www.ecplanet.com/node/2655




L’oro venezuelano e la vera ragione del perché Tripoli è stata conquistata solo ora
tratto da http://www.stampalibera.com

Dopo molti mesi che la situazione era stabile con i ribelli a Bengasi e Gheddafi a Tripoli le cose sono drammaticamente cambiate nel corso degli ultimi tre giorni.
Ma cosa e’ successo in questo brevissimo tempo, che ha cambiato le cose?
C’entra l’oro. Spieghiamoci: qualche giorno fa Chavez, il presidente del Venezuela ha richiesto a Londra il rimpatrio dell’oro che ha in deposito presso la capitale inglese (quasi 100 tonnellate).

L’oro era concesso in leasing alla Banca d’Inghilterra e il ridarlo indietro significava per essa (che non lo possiede più) doverlo ricomprare sul mercato. Questo ha provocato il rapido incremento del metallo giallo facendolo arrivare Venerdì a 1.881 Dollari l’oncia. inoltre il prezzi dei future a breve scadenza erano più alti di quelli a lunga scadenza e ciò significa che in questo momento c’è mancanza di oro fisico. In tutta la storia del COMEX lo stesso successe solo un’altra volta moltissimi anni fa e solo per poche ore. La situazione attuale è quindi un fatto del tutto nuovo nel mercato dei future sull’oro.

Immagine

Per questo motivo le 143,8 tonnellate di oro fisico possedute da Gheddafi erano e sono indispensabili per poter restituire quanto dovuto al Venezuela da parte della Banca d’Inghilterra senza dover rischiare il default e senza dover far salire il metallo giallo a prezzi insostenibili che avrebbero visto il bluff di USA e UK.
A questo proposito ricordiamo che l’oro che si dice essere depositato presso la Federal Reserve NON è mai stato controllato da alcun ente indipendente da moltissimi anni e quindi ci sono sempre più dubbi che esso esiste realmente.

Purtroppo per l’Italia anche buona parte delle nostre riserve aurifere si trovano NON presso la Banca d’Italia a Roma (come molti pensano) ma a Londra e negli USA. Sono oltre 2.000 tonnellate di oro comprate con i grandi sacrifici dei nostri antenati che da quanto sembra potremmo avere perso per sempre. A tal proposito sarebbe importante una tempestiva interrogazione parlamentare per conoscere l’esatta entità del nostro metallo giallo che si trova all’estero e quali possibilità abbiamo di riaverlo indietro.

Tornando alla Libia la vera ragione della rapida escalation di questi giorni è quindi appunto la necessità di Londra di reperire il più velocemente possibile l’oro da restituire al Venezuela.
I mercati con questa mossa hanno capito quindi che l’oro dichiarato da buona parte degli Stati occidentali semplicemente non esiste più perché ormai è stato venduto e speso da USA ed UK. E pertanto i prezzi di oro (ed argento) saliranno sensibilmente nei prossimi mesi e anni.
I trader e le principali banche si chiedevano in questi giorni dove la Banca d’Inghilterra avrebbe trovato l’oro da restituire a Chavez visto che il mercato non lo offriva. Oggi abbiamo la risposta.
A presto
Haki

In questo momento ci troviamo in piena deflazione che è nascosta attraverso la continua stampa di denaro fresco (non solo in USA con il QE ma anche in Europa attraverso il credito facile alle aziende che le banche Europee stanno concedendo quasi ovunque e che in buona parte NON verrà mai restituito). Tutto ciò farà salire inflazione e materie prime e soprattutto l’oro che e’ ormai l’unica vera valuta mondiale. Tutte le principali risorse naturali quindi saliranno molto se misurate col dollaro ma scenderanno se misurate con l’oro, facendo scendere di pari passo il potere d’acquisto di tutti noi e salire l’inflazione monetaria portandola. molto probabilmente, a 2 cifre in breve tempo con tutte le gravi conseguenze che ciò comporterà…ma tutto ciò sarà discusso in uno dei prossimi post…

http://www.disinformazione.it/oro_venezuelano.htm


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