Mah. Più che ripetermi...
In un partito la puzza la sentono tutti. Voglio dire, certamente, senza alcun dubbio, se davvero c'è sotto qualcosa (cosa che ho sempre sostenuto), allora in zona tutti sapevano. Potrei dirvi nomi e cognomi di tutti i politici (tutti, compresi i "nuovi" del M5S che trovano "accordi" contronatura col pdl, qua in zona, di, diciamo, "sospetti"), quindi, se so io, sanno tutti. E sanno tutto anche i vertici lombardi e quelli nazionali. C'è mica tanto da dire di più. Comunque, Penati deve fare 2 cose: dimettersi da consigliere, e rinunciare alla prescrizione. Semplice. Se non fa tutte e due, allora è colpevole (quantomeno politicamente), così come sono colpevoli tutti quelli che hanno permesso che acquistasse potere.

Poi, bisogna fare una considerazione. All'epoca della buon'anima (che qui si chiamava Magnan: un nome un programma, non c'è che dire) nessuno ha fatto niente per evitare il disastro (compreso il "quasi" fallimento del partito locale) semplicemente perchè il signore era bravo a vincere. Perchè a destra non mollano Berlusconi? Perchè vince. Semplice. E' meglio rischiare lo scandalo (un giorno, chissà) e vincere o evitare un rischio possibile ed essere sicuri di perdere? Questo è il ragionamento che fanno. Perchè se io, che faccio il Bersani di turno, decido di defenestrare Penati appena mi arrivano voci strane (cosa onesta ma stupida, purtroppo), il buon Penati, seguendo la sua natura delinquenziale, ci mette un attimo a spostare il suo gruppo di potere dall'altra parte e farmi perdere. Chi vince ha sempre ragione, questa è l'unica regola, e questi scandali sono solo incidenti di percorso.

PS: domandina. Perchè Libero e Giornale non difendono Penati parlando di violazione della riservatezza? Se usano le intercettazioni contro il padrone, attentano alla democrazia, se le usano contro Penati, peccano di "buonismo"?

<h4>I segreti della casta dei sindacati: far soldi alla faccia degli operai!</h4>

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I cosiddetti rappresentanti dei lavoratori sono bravi soprattutto a tutelare se stessi Come dimostrano i fatturati di Cgil, Cisl e Uil. E le prebende degli ex tribuni del popolo. La stoccata del filosofo progressista Massimo Cacciari: "Lo sciopero della Cgil? E' una fesseria colossale e non servirà a nulla". Ma Bersani sceglie la Camusso: "Il Pd sarà ovunque si contesti la manovra"


Hanno guidato cortei e inalberato striscioni. Hanno sfilato con le tute blu e aperto tavoli di trattativa. Poi hanno varcato la porta spalancata su Palazzo Madama, Montecitorio o Strasburgo. E hanno cominciato una seconda vita, a volte altrettanto battagliera, sempre più remunerativa. Senatori, deputati, europarlamentari, pensionati, naturalmente d’oro. I vecchi capi della Cisl, della Uil e di quella Cgil che oggi è sulle barricate e corre verso lo sciopero generale, si sono sistemati per la vita e hanno sposato incarichi che li hanno trasformati in privilegiati. In figurine nell’album della casta, quella contro cui tuona la Triplice e che è nel mirino dell’opinione pubblica.
In realtà, il passaggio dalla nomenklatura sindacale – l’altra casta, come la chiama Stefano Liviadotti dell’Espresso in un libro – al gotha della politica è molto facile. Nella scorsa legislatura erano addirittura 80 i parlamentari con un passato di lotta. Lo si potrebbe chiamare il sistema dei vasi comunicanti: dai fischietti e dalle marce ai pranzi serviti dal cameriere in livrea a Montecitorio. I percorsi si assomigliano. C’è chi è arrivato in cima e chi si è fermato prima.
Fausto Bertinotti, una vita fra Cgil e sinistra radicale, ha cominciato a difendere gli operai del tessile negli anni Sessanta, quando nessuno conosceva la sua parlata arrotata e i suoi leggendari golfini di cachemire. Nel ’94 il giro di valzer. I lavoratori vanno serviti da Montecitorio. Dove il salottiero leader della sinistra rivoluzionaria s’installa come un monumento per quattro legislature e raggiunge l’apice diventando presidente dell’assemblea. Poi la sinistra estrema viene travolta dalla tempesta elettorale e nel 2008 scompare dal Parlamento. Il comandante Fausto può andare serenamente in pensione. La sua indennità raggiunge 6.317 euro al mese. Una cifra che molti guardano solo col binocolo.
Ma c’è chi se la passa anche meglio: Sergio D’Antoni, uno dei cavalli di razza della Cisl, nome molto popolare per milioni di lavoratori. Segretario del sindacato d’ispirazione cattolica per tutti gli anni Novanta, è approdato al porto dei postcomunisti targati Pd. Ormai è alla sua terza, inattaccabile legislatura e porta a casa lo stipendio da deputato che ammonta a 14.269,62 euro. Queste sono le cifre dei rappresentanti del popolo. E la Cisl è stata un grande serbatoio di parlamentari. Savino Pezzotta, capo del sindacato dopo D’Antoni dal 2000 al 2006, è pure lui a Montecitorio. Non ha scelto come casa il Pd ma l’Udc, continuando al centro la battaglia di cattolico impegnato. La paga però è la stessa del collega. Più di 14mila euro al mese, senza contare i benefit. E sulla stessa lunghezza d’onda si ritrova un altro dirigente di punta del Pd, Pier Paolo Baretta, negli anni Ottanta e Novanta segretario della Fim-Cisl, il ramo metalmeccanico del sindacato, e poi nel biennio 2007-’08 segretario aggiunto con Raffaele Bonanni. Raggiunti i gradi di generale, pure lui chiude nel cassetto la sua prima vita e viene paracadutato dal Pd come soldato semplice alla Camera. Lo stipendio è quello di D’Antoni e Pezzotta. Senza esagerare, si può dire che mezzo stato maggiore della vecchia Cisl è passato dall’altra parte della barricata. Gli irriducibili avversari dei governi, che talvolta rischiavano di cadere per uno sciopero generale, si sono ritrovati sulle sponde della maggioranza.
Qualcuno, invece, si è defilato. Sergio Cofferati, tribuno insuperabile, radunò al Circo Massimo una folla oceanica per protestare contro Berlusconi. Nessuno sapeva calamitare le folle come lui e tutti ricordano il Cinese numero uno della Cgil dal ’94 al 2002. Poi s’istituzionalizza. I Ds lo chiamano per riprendere una città simbolo come Bologna. L’impresa riesce ma l’immagine comincia a sbiadirsi. Il ruolo non è tagliato per Cofferati che amministra Bologna per i canonici cinque anni e se ne va senza suscitare eccessivi rimpianti. Ora per ritrovare un pezzo di storia sindacale bisogna andare a Strasburgo. Qui l’europarlamentare Cofferati fa il suo lavoro e guadagna 13.168,91 euro al mese. Tanti, tanti di più di un altro sindacalista dal curriculum lunghissimo: Ottaviano Del Turco. Che oggi è pensionato e non per scelta: dopo essersi fatto le ossa fra Fiom e Cgil e dopo aver gestito il Psi nella fase drammatica di Mani pulite, da governatore dell’Abruzzo è finito in manette il 14 luglio 2008. Gli contestano molti e pesanti capi d’imputazione, lui si proclama innocente, il caso è ancora aperto. Ci vuole pazienza. Del Turco aspetta, e intanto se la cava grazie alla pensione di parlamentare. Quei 12 anni passati fra Camera e Senato gli fruttano qualcosa come 5.471 euro al mese. Più di quelli che spettano a un altro Ds molto amato dalla base: Sergio Chiamparino. Partito come segretario della potente Cgil piemontese, Chiamparino è poi stato in Parlamento per una legislatura, prima di diventare sindaco di Torino. Ora, fresco neo pensionato, può incassare la pensione. Ma a lui toccano «solo» 3.108 euro.

di Stefano Zurlo


Naturalmente ... http://www.ilgiornale.it/interni/stipen ... comments=1

...ma poi fateci caso dopo avere fatto i sindacalisti,si sono dati tutti alla politica x ingrassare e x una vecchiaia senza problemi i vari marini benvenuto,cofferati,d'antoni,pure lama magari qualcuno mi sfugge....

E il lavoratori ... PAGANO! (Due volte, prima come sindacalisti poi come parlamentari ...) [}:)]


Ecco! Sezione9, parlaci un po di questi ... "esseri"!

perche' sono 2 voci del padrone, due giornali di mafia per la mafia e per la casta, difendono spudoratamente i delinquenti e sono la voce becera di queste caste vergognose , gia' citarli e' una cosa aberrante, credere in quello che scrivono e' da folli.
purtroppo fino a quando la gente legge quella roba a favor di casta in italia non cambiera' mai nulla.

Vorrà dire che leggeremo tutti "il Manifesto", l'Unità", "la Repubblica" e qualche altra cosa di "buono" ...

Ufologo, te lo dico serenamente, in quello che scrivi non ci vedo nulla di male. Berlusconi ha utilizzato i suoi mezzi mediatici ed imprenditoriali per andare al governo. Quindi, anche tutti gli imprenditori sono "casta". E' il tuo ragionamento, applicato a cose che fai una gran fatica a prendere in considerazione.

Non scherziamo. Usate un po' più di inventiva (chè non guasta usare un po' di intelligenza personale, visto che c'è), e uscite dal solito giochino strumentale secondo cui alcuni hanno sempre ragione e altri sempre torto. E guardate che a voler cercare di cose da criticare ce n'è nel mondo sindacale. Ma dire che il sindacato è marcio perchè alcuni (ma sapete quanti sono i sindacalisti che si fanno il sederino a girare nel territorio? Ah, beata ignoranza, che non sa cosa vuol dire passare 6 mesi all'anno a fare tutti i giorni assemblee e gli altri 6 mesi in giro per l'Italia a fare manifestazioni...) vanno in parlamento... Stupido, più che ridicolo. Mettiamo che un disoccupato venga eletto: sarebbero "casta" anche i disoccupati. SVEGLIA! Ma non vi rendete conto del gioco che stanno facendo? Ragionate un po' sulle cose, voi che siete più bravi di me. Per vent'anni ci hanno detto che i politici fanno schifo tutti e che solo un non-politico poteva servire. Quel non-politico ha governato e ha fallito, e cosa dicono, la verità? No, dicono che i politici arraffoni lo hanno ostacolato, rovinato. Ecco perchè parlare di antipolitica, perchè stanno preparando a Berlusconi il ritorno in grande stile come imprenditore prestato alla politica, unico onesto (?) in un parlamento di delinquenti, quindi unico da votare. Magari alla testa di un bel partito nuovo, ancora più personale.

Io invece te lo dico incacchiatissimo; ma non a te, con quei quttro "cani" che ci sfruttano, in tutti isensi: al governo e all'opposizione!
Io, un po, mi diverto a postare, però è veramente uno schifo. Il fatto è che se vuoi sapere qualcosa di uno, devi cercarlo dall'altra "parte" ...
Bisognerebbe reinventare l'Italia e pure gl'italiani (e questi sono la parte più ...dura!). Non si ha la mentalità di patria e di bene comune da proteggere ...
Ci sono solo le varie "correnti". Quindi, andremo sempre male.

GIORNALI CHE IO NON TOCCO NEANCHE CON LO STECCO !
fai anche tu qualcosa di utile fai allo stesso modo col "Giornale".
se anche tu fai come faccio io quelli smettono di prenderci tutti per i fondelli e vanno a casa pure loro.

ma sez 9 forse non te ne sei accorto che quando casualmente viene eletto un "disoccupato" o similare e' solo uno specchietto x le allodole(mi limito a questo genere di volatile)in effetti dopo eletti si perdono nelle nebbie del parlamento e x rintracciarli occorrerebbero gli ultrasuoni.........................

..vedi l'italia l'hanno inventata....gli italiani....non pervenuto......

infatti, il "disoccupato" se e' eletto c'e' un motivo dietro, propaganda,dopo vediamo che l'eletto conta meno di nulla , perche' sotto ci sono sempre le cariatidi a comandare e a pilotare il tutto, ci sono interessi di poltrona di soldi e di partito che per sradicarli ci vuole il TRITOLO .
mi meraviglio come ci sia ancora qualcuno che pensa di entrare dentro un partito per poter dire la sua......, non esiste, tutto viene calato dall'alto e dettato dai soliti interessi dei soliti personaggi.

in effetti il disoccupato,o persone simili,se eletto,si puo' affermare che viene adoperato o usato x la sua situazione,e quindi ad uso e consumo dei soliti noti,che ad operazione ultimata lo scaricano come un ooggetto qualsiasi....in quanto la sua funzione e' terminata....

Un disoccupato ignorante cafone eletto in Parlamento con le sue sole forze si chiamava Di Vittorio (a proposito di sindacato). Io sono il primo a dire che ci sono tantissime cose che non vanno nel sindacato (e penso alla CGIL, gli altri si sono semplicemente venduti), a partire dall'organizzazione interna fino alla selezione dei dirigenti, passando per 'sti maledetti nuovi lavori precari su cui non si riesce ad intervenire (dicono: ma i lavoratori hanno paura; d'accordo, ma "una volta" bastava alzare la testa per essere licenziati...). Ma io ODIO letteralmente l'ignoranza di chi si diverte a buttare in vacca tutto (e, sia chiaro, non mi riferisco a nessuno qui, ma a tante persone della "vita reale" che trovo per strada a lamentarsi e basta) non rendendosi conto che l'Italia ha già avuto il suo periodo in cui partiti e sindacati vennero aboliti perchè non servivano.

Sapete quanti ne sento che criticano la CGIL perchè non fa niente ma che non vanno mai alle assemblee e non fanno mai sciopero? Sapete quanti ce ne sono che dicono che uno sciopero di otto ore non lo fanno perchè non ci tengono a perdere tanti soldi e che uno sciopero di poche ore non lo fanno perchè non serve a niente? L'Italia fa schifo non per colpa di questo o quel partito, ma per colpa degli italiani, che sono in stragrande maggioranza tali e quali ai politici che votano e che schifano. Gli italiani sono stupidi, ignoranti, pigri, svogliati, arraffoni, ladri, evasori, mafiosi, opportunisti, accattoni, servi e servili.

Lo riposto, tanto per chiarire come la penso.
http://www.youtube.com/watch?v=v-ND2-gZ ... re=related

Consumi fermi in Italia, diciassette regioni su venti rischiano livelli inferiori a quelli di 11 anni fa

29 Ago 17:36

(Finanza.com) Diciassette regioni su venti si avviano ad avere livelli di consumo inferiori a quelli del 2000. Lo rileva Confcommercio nel suo aggiornamento delle analisi e delle previsioni dei consumi regionali italiani. La ricerca, presentata oggi, sottolinea come la debolezza dei consumi pro capite, risultante dal biennio di crisi 2008-2009, non lasci ben sperare sull'uscita dalla crisi stessa. Su 20 regioni italiane, solo Friuli, Molise e Basilicata segnano livelli di consumi superiori a quelli di 11 anni fa. La situazione più allarmante si registra al Sud: "in una prospettiva di lungo periodo ? si legge nella nota di Confcommercio - nel 2017, il Mezzogiorno avrà acuito il suo ritardo con una continua riduzione della spesa dei consumi rispetto al totale nazionale". "Negli ultimi anni ? si legge ancora - si riduce il contributo del Sud in termini di consumi rispetto al totale nazionale con una quota che è passata dal 27,2% del 2007 al 26,6% del 2011; positive, invece, le dinamiche delle regioni settentrionali con quote in costante aumento sia nel Nord-Est (dal 21,8% al 22,2%) che nel Nord-Ovest (dal 30,1% al 30,6%)". A contribuire negativamente al calo dei consumi nel Mezzogiorno è anche il calo demografico in quelle regioni: la quota della popolazione sul totale nazionale è scesa dal 36,4% del 1995 al 34,4% del 2011. Le previsioni di consumo per l'intero territorio si attestano comunque ad un +0,8% nel 2011.
La ricerca di Confcommercio va a completare il dato sulla fiducia dei consumatori diffuso oggi dall'Istat. Nell'ultimo mese, indica l'Istituto Nazionale di Statistica, l'indice del clima di fiducia dei consumatori è calato a 100,3 da 103,7 di luglio, il livello più basso dal marzo 2009. "Ad agosto ? si legge nel rapporto Istat - i consumatori esprimono valutazioni più favorevoli circa la situazione economica della propria famiglia: l'indice dei giudizi recupera lievemente (da -42 a -41) e quello relativo alle attese aumenta (da -20 a -17); migliora da -2 a 1 l'indice dei giudizi sul bilancio finanziario della famiglia". Per quanto riguarda invece la propensione al risparmio, peggiorano i giudizi sull'opportunità corrente (l'indice passa da 152 a 145). Sull'acquisto di beni durevoli, peggiora marcatamente il saldo dei giudizi sulla convenienza nel comprare subito (da -71 a -100), mentre le intenzioni di acquisto per i prossimi mesi segnano una flessione molto contenuta (da -69 a -70).

http://www.borsaitaliana.it/borsa/notiz ... Id=N337892