Darwinismo e Creazionismo, una sana riflessione...
DARWINISMO E CONTROLLO SCIENTIFICO DELLE MASSEdi Marco Pizzuti
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http://www.macrolibrarsi.it/libri/__riv ... izzate.phpPremessaL'opinione che abbiamo del senso della vita determina sempre e inevitabilmente anche il corso del nostro destino. Tutte le scelte e le decisioni più importanti, infatti, vengono prese sulla base della scala di valori che ci siamo dati e quest'ultima a sua volta non potrà mai prescindere dal significato che attribuiamo alla nostra esistenza. Si tratta quindi di una questione di cruciale interesse nell'ambito dello scibile umano, l'enigma più affascinante e al contempo più difficile da risolvere. Alcuni cercano risposte nella filosofia, molti altri nella religione e molti altri ancora nella scienza. Ma da quando la tecnologia ha letteralmente invaso ogni aspetto della nostra vita sociale (televisori, telefonia, trasporti ecc), la fisica e la biologia si sono giustamente conquistate un posto d'onore tra "sentieri della conoscenza" che cercano di risolvere il mistero della creazione. Le posizioni assunte a tale riguardo dalla scienza si riflettono poi sul personale docente delle Università, quindi sui media e infine sull'intera società. Tutto ciò è anche il motivo fondamentale per cui non possiamo più ignorare o semplicemente sottovalutare l'enorme importanza assunta ormai dalla scienza nel definire l'attuale assetto politico e sociale.
Che se ne abbia la consapevolezza o meno, infatti, credere di essere figli del caso come postula la cosiddetta scienza ufficiale comporta una visione del mondo materialistica, in cui non c'è più spazio per i valori morali. E una collettività concepita su meri rapporti di convenienza materiale è destinata prima o poi a disgregarsi nel caos provocato dal culto esasperato degli egoismi individuali. Quando gli unici valori realmente riconosciuti diventano il denaro e il potere, non ci si può certo aspettare che un poliziotto, un magistrato o un legislatore facciano il loro "dovere morale"; solo un ingenuo infatti potrebbe crederlo, ed ecco perché una società come la nostra non è più in grado di produrre alcun eroe che sia di esempio e di riferimento ai giovani. I nostri figli vivono ormai in un mondo dove gli unici modelli vincenti da imitare sono dei furbi senza coscienza che pensano solo ad arricchirsi di beni materiali. A una tale società non resta che affogare nel disordine mortale della corruzione morale generalizzata del suo popolo e della casta politica che si è formata a sua immagine e somiglianza.
Senza regole morali siamo tutti potenziali mercenari del miglior offerente, ovvero servi obbedienti e compiacenti della cupola di banchieri che controlla sia l'informazione (in primis quella scientifica) che la ricchezza globale. Al contrario, riconoscere alla nostra esistenza un progetto intelligente significa conferire all'uomo una dignità e uno scopo spirituale che prescinde dai bisogni materiali, ponendolo così in perfetta armonia con se stesso e la natura. In tal caso, infatti, le nostre azioni saranno sempre guidate dalla coscienza e non più dai meri calcoli di profitto su cui gli Illuminati hanno costruito il loro Nuovo Ordine Mondiale. Se l'uomo scoprisse di essere stato ingannato sul senso della vita con l'unico scopo di renderlo docile come un agnello davanti al dio denaro, si ribellerebbe, divenendo ingovernabile, ed è proprio per tali ragioni di controllo politico sulle nazioni che l'informazione scientifica politica mente corretta viene continuamente manipolata. Il cammino della comprensione dell'origine della vita e dell'evoluzione è stato astutamente arrestato dagli ideologi della Massoneria, per confinarlo nel vicolo cieco delle due uniche scuole di pensiero ufficialmente riconosciute: quella dogmatico-religiosa dei creazionisti (ovvero la dottrina perdente, la cui adesione delle masse è in continuo declino) e quella evoluzionista-meccanicista di matrice darwinista (ideologia vincente in forte ascesa), a cui media e istituzioni hanno arbitrariamente attribuito fondamento razionale. Una contrapposizione che, stando ai luoghi comuni più consolidati, vedrebbe il confronto tra fede e "ragione". Ma le cose stanno veramente in questo modo?
La teoria dell'evoluzione darwiniana può essere realmente considerata razionale? Quali prove esistono a sostegno della sua tanto accreditata scientificità? Mentre per quanto concerne la fede religiosa tutti abbiamo le idee chiare sul fatto che si tratta di una dottrina interamente concepita su dei dogmi indimostrabili, il darwinismo è un'ideologia ugualmente irrazionale, a cui però è stata indebitamente conferita una veste scientifica. Qualsiasi teoria, infatti, per poter essere definita logica e razionale deve prima superare il metodo di verifica galileiano, ovvero deve scaturire da dati o intuizioni verificabili sperimentalmente. Il darwinismo invece è completamente infondato, ma ciononostante le masse continuano a non accorgersene per la fiducia incondizionata che ripongono nella presunta correttezza e apoliticità dell'informazione scientifica. Pertanto, è solo rivelando le assurdità logiche del darwinismo che possiamo realmente sbarazzarci delle ideologie che ci hanno reso schiavi dell'elite di potere e del suo Nuovo Ordine Mondiale.
Darwin umiliato dalla matematicaCharles Darwin per risultare il più convincente e credibile possibile elaborò la sua teoria partendo con il descrivere circostanze e dinamiche di processi naturali assolutamente certi e verificabili. In principio constatò giustamente che tutti gli esseri viventi subiscono modificazioni genetiche in base alle esigenze determinate dall'ambiente e poi giunse a descrivere dettagliatamente molti degli automatismi della selezione naturale, spiegabili esclusivamente in termini meccanicistici. Illustrò per esempio come i membri più deboli della specie (anziani, malati, feriti, deformi o semplicemente meno "adatti") divengono fonte privilegiata di alimentazione dei predatori, mantenendo così in equilibrio il funzionamento della catena alimentare. Ma, subito dopo essersi presentato in ambito scientifico con dotte disquisizioni logiche e razionali di questa tipologia, si spinse ad affermare che sia l'origine della prime forme di vita quanto la loro capacità di adattamento all'habitat naturale sarebbero state determinate da fattori puramente casuali, e quindi incompatibili (in quanto automatismi meccanici) con qualsiasi tipo di sviluppo intelligente. Secondo Darwin, insomma, sarebbero esclusivamente il clima e l'ambiente a scegliere per l'evoluzione o la morte delle specie senza riconoscere al processo di adattamento biologico di queste ultime alcuna forma "d'intelligenza intrinseca".
La sua dottrina come noto ricevette poi un largo consenso tra le più autorevoli istituzioni accademiche, facendolo divenire il personaggio famoso che conosciamo oggi. Grazie a Darwin, dunque, i misteri che presiedono ai meccanismi naturali dell'evoluzione sarebbero stati svelati una volta per tutte. Ma ciò premesso, è bene ricordare che in realtà nessuno studioso accademico tentò mai di impostare rigorosamente il problema a livello scientifico, pertanto tale teoria irrazionale finì per essere imposta dall'establishment come verità indiscutibile. I darwinisti dal canto loro pretesero di spiegare i processi evolutivi ricorrendo quasi esclusivamente al "fattore tempo" e a presunte "risposte biologiche naturali meccaniche" (quindi scaturite alla cieca dalle cellule) all'ambiente.
Secondo Darwin, infatti, tanto la formazione delle prime forme di vita monocellulari quanto il loro successivo sviluppo nelle creature animali e vegetali più complesse sarebbero avvenuti attraverso la realizzazione di ogni probabile mutazione di cui era potenzialmente capace il regno vivente in modo perfettamente automatico. Come? Semplicemente con lo scorrere dei miliardi di anni che ha avuto a disposizione per evolvere di fronte alle minacce esterne! Ma se i fatti fossero realmente andati in questo modo avremmo dovuto trovare una quantità immensa (triliardi e triliardi) di fossili deformi disseminati per tutto il globo come prova materiale dei tentativi casuali errati effettuati da ciascuna specie prima di "azzeccare" le "contromisure genetiche" giuste per ogni problema di sopravvivenza. Pertanto, se da una parte abbiamo sotto i nostri occhi l'evidenza scientifica di come abbiano saputo evolversi correttamente le specie nel corso del tempo (la deformità in natura è l'eccezione e non la regola), dall'altra non abbiamo alcuna traccia delle combinazioni genetiche sbagliate di cui avremmo dovuto trovare testimonianza in montagne e montagne di reperti fossili deformi. Ma se non ci sono stati errori da parte della natura, com'è possibile ancora negare l'intelligenza del progetto? Del resto è tutto il ragionamento conclusivo di Darwin a capovolgere ogni fondamento logico della realtà nel goffo tentativo di nascondere l'evidenza di un disegno intelligente. E così a fronte di simili affermazioni mai supportate da alcuna equazione statistico-matematica, Georges Salet (docente universitario nonché profondo conoscitore delle maggiori questioni scientifiche del nostro tempo) ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che anche volendo attribuire al DNA dei "meccanismi di sviluppo" completamente "ciechi" e casuali (quando in realtà qualsiasi meccanismo di sviluppo è già di per sé un quid intelligente) che procede per tentativi, la formazione casuale di un organo nuovo, seppur modesto, richiederebbe in questo modo periodi di tempo di durata inimmaginabile, che, espressi in anni, sarebbero dell'ordine di dieci seguito da parecchie centinaia o migliaia di zeri. Alcuni passaggi principali dei suoi calcoli provano poi che la casualità cieca delle mutazioni non implica affatto che esse possano produrre un qualsiasi risultato utile. E ciò in quanto anche le "fantasie del caso", dichiara Salet, hanno dei limiti.
Nella teoria delle probabilità, questi limiti si chiamano soglie di impossibilità e rappresentano quei valori di probabilità al di sotto dei quali vi è la certezza che un evento casuale, di una certa natura, non si è mai verificato né mai si verificherà. Per una corretta risposta genetica alle problematiche ambientali occorrono infatti processi matematici estremamente raffinati e complessi, che non sono ascrivibili nel calderone delle possibilità delle combinazione casuali. Inoltre, di recente, ben seicentodieci scienziati "ribelli" di tutto il mondo hanno firmato una dichiarazione che esprime pubblicamente tutto il loro scetticismo sul presunto fondamento scientifico della teoria darwiniana (
http://www.dissentfromdarwin.org).2 La suddetta dichiarazione recita infatti quanto segue: "Non vi è alcuna certezza sul fatto che vi sia una continua mutazione a caso delle specie animali e vegetali. Dovremmo avere prove più valide sulla teoria darwinista, anzi dovrebbe essere un nostro dovere denunciarne la non veridicità". "Ho firmato il Documento di Dissenso Scientifico sul darwinismo perché sono assolutamente convinto della mancanza di una vera prova scientifica in favore del dogma darwinista", ha affermato Raul Leguizamon, patologo e professore di medicina all'Università Autonoma di Guadalajara, Messico. Lo stesso ha poi aggiunto: "Nessuno nelle scienze biologiche o nella medicina ha bisogno del darwinismo". L'elenco dei 610 firmatari include scienziati e membri delle Accademie Nazionali di Scienza in Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, India, Nigeria, Polonia, e Stati Uniti. Molti dei firmatari sono dei professori o dei ricercatori delle maggiori università e istituzioni di ricerca internazionali, come l'Università di Cambridge, il British Museum, l'Università di Stato di Mosca, quella di Masaryk nella Repubblica Ceca, quella di Hong Kong, di Turku in Finlandia, l'Università Autonoma di Guadalajara in Messico, di Stellenbosch in Sud Africa, l'Institut de Paléontologie Humaine in Francia, l'Istituto di Chitose di Scienza e Tecnologia in Giappone, l'Università di Ben Gurion in Israele, il MIT, lo Smithsonian Institute e Princeton.
"Il dissenso al darwinismo è diventato globale", ha affermato Bruce Chapman, l'ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite a Vienna. Il darwinismo insomma, non sarebbe mai potuto divenire legittimamente una dottrina così comunemente creduta senza una tacita accettazione della comunità scientifica mondiale. Il successo che ha ottenuto nei circoli accademici non è quindi dovuto alla prova empirica che apparentemente lo sostiene, ma al suo gradimento alla Massoneria che l'ha concepita e ai poteri forti che finanziano la ricerca e "pilotano" le carriere degli studiosi. È quindi evidente che il vero motivo per cui venne scelta la teoria darwiniana fu quello di annientare l'idea dell'esistenza di un ente creatore divino per offrire alle masse un modello alternativo che potesse legittimare l'ateismo e i disvalori massonici del Nuovo Ordine Mondiale. Tale ultimo scopo del resto traspare dalle stesse parole dei più accaniti sostenitori del darwinismo. Richard Dawkins per esempio, uno zoologo di Oxford e ateo bellicoso, afferma nel suo trattato The Blind Watchmaker (un testo di biologia che somiglia di più a un'apologetica per l'ateismo) che: "Darwin ha reso possibile la realizzazione intellettuale degli atei". Egli prosegue affermando che "chiunque dica di non credere nell'evoluzione è una persona ignorante, stupida o folle (o forse malvagia)".
Ma, nonostante l'enorme lavoro di propaganda della Massoneria e dell'alta finanza internazionale, che controlla sia i media che le istituzioni, basti ricordare che la genetica moderna (cosiddetta genomica) ha impiegato anni di febbrile lavoro dei più sofisticati elaboratori elettronici solo per riuscire a scansionare tutti i geni (codici) del DNA umano. Un progetto terminato con successo nel 2003 dagli scienziati della Celera Genomics solo grazie all'uso di avanzatissimi pc multiprocessore attivi giorno e notte (
http://www.edscuola.it/archivio/lre/era ... nomica.htm).
Ciononostante siamo ancora lontanissimi dall'aver compreso come funziona la complessa macchina biologica umana o quella di qualsiasi altra creatura vivente. Ciascun gene è infatti un codice (un insieme di istruzioni a cui obbediscono le cellule) che per potere svolgere correttamente la sua specifica funzione vitale deve potere interagire con delle proteine secondo precise modalità che sono state selezionate da madre natura tra tutti i miliardi di variabili possibili. La comprensione di tali interazioni è poi divenuta oggetto di studio di una scienza a parte, la cosiddetta proteomica.
Per capire il grado di complessità dei processi biologici in atto durante le dinamiche evolutive delle specie occorre evidenziare il fatto che l'uomo (la creatura più intelligente del pianeta) per riuscire a prevedere le conseguenze di una sola modificazione genetica da lui artificialmente prodotta deve ricorrere agli annosi studi dei migliori scienziati della terra e alle tecnologie più avanzate. La vita, invece, seppur in miliardi di anni, si è sviluppata completamente "da sola", passando attraverso fasi evolutive che l'hanno condotta dalla forma più semplice a quella più complessa senza lasciare tracce di errori. Ciò significa che ogni volta (quindi in modo sistematico) la natura ha "azzeccato" l'unica combinazione giusta necessaria tra variabili inadatte che superano cifre a 950 zeri! (
http://www.lingannodellevoluzione.com/capitolo_ll_l.php). E se da una parte è possibile che creature biologiche elementari possano avere avuto origine dal cosiddetto brodo pre-biotico primordiale, dall'altra può essere matematicamente escluso che queste abbiano trovato prima il modo di replicarsi e poi addirittura quello di progredire in maniera assolutamente meccanicistico-casuale. Si può infatti legittimamente sostenere scientificamente che la natura può avere avuto fortuna in qualche singola occasione, ma non certo per miliardi e miliardi di volte consecutivamente. Madre natura ha cioè dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio di saper trovare da sola le più incredibili e meravigliose soluzioni genetiche necessitate di volta in volta dall'ambiente. Peraltro, le circostanze ambientali che hanno visto l'estinguersi di molte specie animali non comportano certo che Darwin avesse ragione, ma molto più semplicemente che la natura attua i processi di simbiosi delle specie con le variazioni del clima e del territorio seguendo propri ritmi che a volte non riescono a stare al passo con i cambiamenti dell'ambiente. In questi ultimi casi, infine, le specie che si trovavano avvantaggiate rispetto alle modificazioni più improvvise del clima o del territorio risulteranno così favorite e avranno maggiori probabilità di sopravvivenza delle altre.
Possiamo quindi supporre che con ogni probabilità anche la formazione della prima forma vivente non sia stata casuale e che la vita (così come tradizionalmente intesa), nel caso sparisca del tutto, tornerà sempre a manifestarsi non appena ne avrà occasione ripartendo dal semplice per arrivare al complesso. Secondo i neodarwinisti invece tutte le specie viventi, animali e vegetali che sappiamo esistere sarebbero il risultato prodotto da adattamenti meccanici assolutamente fortuiti, determinati, come in una favola, esclusivamente dalle variabili ambientali. Tuttavia il calcolo delle probabilità ci informa che un tale assunto è assolutamente privo di fondamento matematico. In parole povere è come se Darwin ci avesse raccontato che da un deposito di materiale da costruzione abbandonato si sia potuta formare da sé una casa completa (peraltro infinitamente meno complessa del più semplice essere vivente) nel corso del tempo. E ciò solo in ragione del fatto che pioveva (e da qui la formazione del tetto), tirava vento (da qui la formazione delle mura) e faceva freddo (da cui l'impianto di riscaldamento).
In pratica la super celebrata teoria di Darwin sull'adattamento casuale e meccanicistico all'ambiente è una delle più grandi illusioni mai insegnate in ambiente accademico. Riguardo al mistero che circonda da sempre la grandiosità e la complessità della creazione possiamo riassumere le conseguenze politiche della dottrina darwiniana in questi termini: "Scienza = ateismo. Godetevi il mondo materiale più che potete, poiché non esiste alcun recondito senso della vita che voi già non afferriate dai vostri cinque sensi. Siamo tutti figli del caso e le leggi morali non sono altro che un ingombrante ricordo del passato di cui dobbiamo sbarazzarci il più presto possibile". Tali concetti vennero poi insegnati come verità assolute dalle accademie e dai libri di testo per farli giungere rapidamente alle masse proprio attraverso le fonti che queste ultime reputavano essere più autorevoli. In questo modo nessuno avrebbe sospettato l'inganno, mentre gli Illuminati pensavano a propagandare sotto una falsa veste scientifica delle idee capaci di sovvertire per sempre i valori tradizionali. Senza Darwin, infatti, non sarebbe mai stato possibile costruire l'attuale ordine sociale fondato sul potere del denaro.
Il calcolo delle probabilitàSe tiriamo per aria una monetina sappiamo che avremo una possibilità su due che questa ricada su "testa" o "croce". Ciò significa che una probabilità su due è già un'ottima percentuale di successo se avremo scommesso sull'uscita di un segno o dell'altro. Eppure è assolutamente improbabile che la monetina cada secondo il segno da noi voluto per miliardi e miliardi di volte consecutivamente. Se invece ci cimentiamo nel lancio del dado la nostra probabilità di vedere uscire casualmente il numero da noi pronosticato scende a 1 contro 6. Azzeccare miliardi e miliardi di volte consecutivamente la stessa uscita diviene in questo caso ancora più improbabile. Partecipando invece ad una lotteria a sette cifre la nostra probabilità di azzeccare la combinazione vincente sarà di 1 contro 10 elevato alla settima (
Citaz. Christian de Duve, Alle origini della vita, Longanesi, Milano 2008, p. 18). Ma vincere miliardi e miliardi di volte consecutivamente alla lotteria è, come tutti ben sanno, immensamente improbabile. Applicando i calcoli matematici e statistici alla biologia scopriamo come la probabilità che una "semplice" molecola proteica (costituita di 500 amminoacidi) si formi per caso è pari a "1" contro un numero formato da 950 zeri (
http://www.lingannodellevoluzione.com/capitolo_ll_l.php). Si tratta quindi solo di una probabilità sulla carta, poiché in pratica, questa ha zero possibilità di realizzazione. In matematica, infatti, una probabilità inferiore a 1 su 10>50 è statisticamente considerata pari a "0" possibilità di realizzazione (
Ibidem). Una probabilità di "1 su 10950" è ben oltre i limiti di questa definizione e riguarda solo la formazione casuale di una molecola proteica, pertanto si può ben immaginare quanto sia dogmatica e campata in aria l'idea materialista di un'evoluzione meccanicistica.
Il DNA non può svolgere la sua funzione, inclusa la formazione di altro DNA, senza l'aiuto di proteine catalitiche, o enzimi. In breve, le proteine non possono formarsi senza il DNA, né quest'ultimo può formarsi senza le proteine (
John Horgan, In the Beginning, Scientific American, voi. 264, febbraio 1991, p. 119). E il fatto che l'uomo non sia ancora riuscito a comprendere cosa sia esattamente e come agisce l'intelligenza invisibile che guida il percorso evolutivo delle specie nel loro divenire nello spazio-tempo non può autorizzare nessuno scienziato che ami definirsi veramente tale a negare l'evidenza di una sua implicazione in tali processi. Del resto anche lo scienziato evoluzionista W. H. Thorpe ha pubblica mente riconosciuto che "il più elementare tipo di cellula costituisce un 'meccanismo' incredibilmente più complesso di qualsiasi macchina che sia stata fino a ora pensata, per non dire costruita, dall'uomo" (
W. R. Bird, The Origin of Species Revisited, Thomas Nelson Co., Nashville 1991, pp.
298-299). E questo è il vero motivo per cui gli scienziati non sono mai riusciti a ricreare la vita in laboratorio partendo dalla chimica prebiotica e anche la ragione di fondo per cui è così semplice realizzare la manipolazione genetica a fini curativi senza provocare effetti collaterali indesiderati.
Dissertazione sulla natura nascostaSe prendiamo seriamente in esame la dottrina meccanicistica darwiniana e la confrontiamo con quanto vediamo in natura, scopriamo che bastano pochi esempi a confutare per sempre la ridicola teoria del caso. Chiunque abbia assistito a un approfondito documentario che studia il regno animale non potrà non essere rimasto meravigliato dalle soluzioni adottate da ciascuna specie per garantirsi la sopravvivenza. E solo per fare qualche esempio basti ricordare che l'Homo sapiens (l'essere più intelligente del globo) comprese l'importanza dell'uso delle divise mimetiche per proteggere i propri eserciti solo in epoca moderna, mentre molte specie animali impiegano il trucco del mimetismo in modo assolutamente fantastico già da milioni di anni. Peraltro vi sono alcune specie, come i cavallucci marini bargibanti, che non solo sono in grado di assumere i colori e i motivi dell'ambiente in cui si nascondono, ma ne hanno addirittura acquisito la forma per non essere individuati. Basta vedere la foto di un pesce pietra per capire che la natura ha veramente fatto miracoli. Vi sono poi casi in cui queste creature (per es. l'Aulostomus maculatus) adottano persino posture e tattiche di spostamento (degne delle migliori scuole di guerra umane) idonee a non rendersi riconoscibili neppure quando sono in movimento.
Una volta appurata l'effettiva esistenza di certi fenomeni, come si può poi pretendere di sostenere che la loro origine possa essere definita "casuale" o, meglio, semplicemente provocata in modo meccanicistico dall'ambiente? Infatti, al di là del rapporto di interazione e di affascinante simbiosi che sappiamo crearsi tra gli esseri viventi e il loro habitat, Darwin e i suoi moderni sostenitori ci devono ancora spiegare come ha fatto il cervello di un pesce a capire l'importanza di simili tattiche di camuffamento e poi a realizzarle sul proprio corpo. Non ci sono dubbi che tali trasformismi accadano in funzione dell'ambiente, come non ci sono dubbi che un processo di adattamento così perfetto sia il frutto di un progetto intelligente. Del resto qualsiasi specie animale andremo ad analizzare confermerà sempre tale assunto; un comunissimo ragno, per esempio, nasconde segreti e tecnologie naturali così impressionanti che attribuirne l'origine a meccaniche stimolazioni ambientali rasenta veramente la demenza. Il ragno infatti produce una speciale tela con cui esegue elaborati disegni che una volta completati diventano ingegnose trappole. Gli aracnidi non hanno un vero e proprio cervello, ma solo centri nervosi che dirigono le loro azioni seguendo una sorta di automatismi naturali che da sempre chiamiamo genericamente "istinto".
Ma allora come ha fatto un essere privo di cervello pensante a escogitare l'idea di una trappola simile? Di certo non per caso o per un "colpo di fortuna", come magari direbbe Darwin se fosse ancora vivo. La stessa tela che il ragno è in grado di produrre naturalmente è un altro mistero ed è da anni oggetto di studio degli industriali e dei ricercatori che bramano di impadronirsi del suo segreto. Oggi fibre prodotte dall'uomo, quali il Kevlar e il Twaron, che costituiscono il "top" della ricerca sulla produzione dei tessuti più resistenti mai realizzati (vengono impiegati per esempio per fabbricare i giubbotti anti-proiettile e gli elmetti dei soldati), sono derivate da materie prime petrolchimiche grezze e possono essere prodotte solo in condizioni estreme, spesso molto inquinanti. Ciononostante, la seta con la quale i ragni tessono le loro tele è molto più resistente, più elastica e più impermeabile di quella ricavabile artificialmente. Perfezionata da centinaia di milioni di anni di evoluzione, questa rete di seta è, a parità di peso, più forte dell'acciaio e più resistente di qualsiasi fibra polimerica sintetica attualmente disponibile, nonostante sia ben più sottile di un capello. La seta dei ragni stravince anche per quanto riguarda la resistenza del tessuto, grazie alle sue impressionanti qualità elastiche che le consentono di assorbire una insuperata quantità di energia prima che il filo si spezzi. Peraltro, i ragni producono un materiale completamente riciclabile, dalle prestazioni elevatissime, in condizioni di temperatura ambiente, a basse pressioni e utilizzando della semplice acqua come solvente.
Insomma, per confutare le teorie materialistico-meccanicistiche sull'evoluzione si possono citare infiniti esempi di "magia" naturale che non possono essere giustificati come il banale prodotto di una stimolazione ambientale. Tutto ciò dimostra come, a dispetto delle convenzioni accademiche più "autorevoli" e più consolidate a livello ufficiale, la verità sia un'altra. Le forme viventi si sono evolute nel corso del tempo seguendo la via indicata da un progetto intelligente, e anche se non sappiamo ancora come ciò sia potuto avvenire, abbiamo sotto i nostri occhi le prove della sua esistenza attraverso il prodotto del suo operato, la natura di cui siamo parte. Una forza operosa e intelligente affanna tutte le cose di moto in moto seguendo un perenne ciclo di produzione e distruzione, e cercare di capirne il senso è forse la "missione" più difficile per ciascuno di noi, ma anche quella più importante, perché è da essa che dipende il nostro futuro. Sottovalutare questo aspetto della questione è la cosa più sciocca che un uomo possa fare.
Verità e menzognaLe risposte che cerchiamo sul significato della nostra esistenza le possiamo trovare solo osservando attentamente il mondo che ci circonda. E qualsiasi teoria pseudo scientifica dominante (come appunto quella darwiniana) che non rispetti tale presupposto finisce sempre con il rivelarsi una subdola menzogna di propaganda politica. Le grandi religioni di massa peraltro sembrano avere avuto tutte lo stesso intento di mentire alle masse per ragioni di opportunità e potere, poiché una ristrettissima cerchia di furbi attribuì e continua ad attribuire al creatore la redazione (diretta o indiretta che sia) di molti testi sacri (peraltro in conflitto tra loro) come la Bibbia o il Corano. Ma la verità è che l'unico vero volume mai "scritto" da Dio non ha pagine né inchiostro, perché si tratta del meraviglioso libro della natura. Un testo ermetico che si presta a vari livelli di lettura e a molti fraintendimenti, tuttavia è solo attraverso di esso che possiamo arrivare a capire il vero senso della vita e a quali valori dobbiamo ispirarci.
Perché DarwinUna volta smascherata la completa irrazionalità della teoria darwiniana possiamo uscire dal vicolo cieco delle ideologie astruse, per tornare a fare passi avanti nel sentiero della conoscenza. Il sostegno dell'elite a teorie "scientifiche" mendaci e la loro elevazione a dottrina maestra in seno ai circoli accademici infatti non è casuale. Charles Darwin fu un insigne massone (
http://www.globalfreemasonry.com/global ... ny_05.html) il cui principale compito fu quello di aprire la strada all'ateismo e al materialismo fortemente voluto dalla setta degli Illuminati. Se non fosse così, una simile ideologia non avrebbe mai potuto trovare cittadinanza tra le "teorie scientifiche" dominanti.
Il cosiddetto materialismo moderno è la prima conseguenza nefasta della concezione meccanicistica dell'evoluzionismo darwiniano, un cancro mortale per la società civile e per il progresso spirituale dell'uomo. Le masse sono state così indotte a credere di essere venute al mondo per un puro caso dall'idea bugiarda che la vita non ha alcun senso "sacro" e nessun mistero da svelare. In questo modo l'umanità intera sta finendo per riconoscere come suo unico valore il vile danaro, ponendosi così inconsapevolmente al servizio dei banchieri che cospirano da secoli per la costruzione di un nuovo ordine mondiale. Del resto, basta guardarsi intorno per avere la conferma di come materialismo e caos sociale avanzaino inarrestabili di generazione in generazione. Paradossalmente tutto ciò sta avvenendo proprio in virtù della presunta razionalità di una ideologia che non ha mai avuto assolutamente nulla di scientifico. La gente purtroppo finisce per credere a tutto ciò che viene divulgato dalle istituzioni senza andare mai a verificare se queste nozioni abbiano mai avuto realmente fondamento. In ultima analisi il darwinismo non è che l'ennesima illusione di massa.