Il Caso del Papa 9 maggio 2011 - di Cecilia Calamani - http://informarexresistere.fr/2011/05/0 ... la-sbarra/Sembra uno scenario avveniristico, quello che vede l’attuale papa Joseph Ratzingher indagato per crimini contro l’umanità. Eppure è ciò che succederà se la Corte penale internazionale riterrà ammissibile la denuncia presentata il 14 febbraio scorso dai due avvocati tedeschi Christian Sailer e Gert-Joachim Hetzel. Le motivazioni della denuncia sono contenute nel libro “Il caso del papa”, pubblicato nel marzo scorso, la cui versione italiana è disponibile sia in formato cartaceo sia elettronico.
Tre i crimini contro l’umanità (articolo 7 dello Statuto della Corte penale internazionale) imputati al papa dai due avvocati:
«1. il mantenimento e la guida di un regime totalitario mondiale di coercizione che sottomette i propri membri con minacce terrificanti e che costituiscono un rischio per la salute; 2. il mantenimento del divieto letale di fare uso di profilattici anche nel caso in cui sussista il rischio di contagio con il virus HIV/Aids; 3. l’istituzione e il mantenimento di un sistema mondiale mirante a mettere a tacere e trattare con misure di favore i crimini di natura sessuale commessi da sacerdoti cattolici, cosa che agevola il continuo ripetersi di questi crimini».
Un regime totalitario e coercitivo. Per illustrare l’accusa, i due avvocati partono dall’imposizione del battesimo ai neonati – prevista dalle sacre scritture in alcuni casi anche contro la volontà dei genitori – e il suo valore di eterna sottomissione alla Chiesa: «Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso, ma a colui che è morto e risuscitato per noi (Catechismo, nr. 1269)». A seguire, alcuni truci passi del nuovo e vecchio testamento che prescrivono la morte (tipicamente per lapidazione) per peccati sessuali o atti di disobbedienza e, nel migliore dei casi – per esempio per chi rifiuta di convertirsi – il martirio del fuoco eterno. «A prima vista – scrivono gli autori – sono cose che sembrano appartenere all’età della pietra e che dovrebbero essere ormai superate da secoli. Ma la chiesa cattolica romana la vede diversamente. Nel 1965, il suo comitato supremo, nelle vesti del Concilio Vaticano II, nella sua “Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione” dichiarò quanto segue: “ … la santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo […]; hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa […] Bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità”». I cattolici, quindi, dovrebbero seguirne alla lettera i precetti, esecuzioni comprese.
Il divieto all’uso dei profilattici. Qui gli autori fanno riferimento a quanto riportato nell’Enciclica Humanae Vitae emanata da Paolo VI nel 1968, in cui si proclama il divieto assoluto di far uso di contraccettivi, e al Vademecum per i padri confessori commissionato nel 1997 da Giovanni Paolo II in cui si conferma quanto stabilito in precedenza: «La chiesa ha sempre insegnato che la contraccezione, vale a dire qualsiasi atto privato intenzionalmente della sua capacità procreativa, è un atto peccaminoso in se stesso. Questa dottrina deve essere considerata definitiva e immutabile». Il «definitivo e immutabile» concetto, comunque, è stato poi ribadito dallo stesso Ratzinger nel 2009 durante un viaggio in Camerun e Angola, quando dichiarò che l’epidemia di Aids che affligge i popoli africani «non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi» e, in ultimo, nel dicembre del 2010, quando con un comunicato la Santa Sede ribadì che «l’uso di profilattici resta vietato per i cattolici». Le conseguenze dell’obbligo di obbedienza per tutti i cattolici, e soprattutto per quelli dell’Africa del Sud martoriati dalla piaga dell’Aids, sono evidenti ed equivalgono, in molti casi, a una condanna a morte.
La copertura della pedofilia. I due avvocati tracciano una breve storia degli abusi sessuali perpetuati per decenni dal clero di tutto il mondo – date, luoghi, fatti, nomi – e accusano Ratzinger, in qualità prima di arcivescovo di Monaco, poi di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e infine di pontefice, non solo di aver coperto e insabbiato i casi che via via venivano alla luce, ma di essersi macchiato di favoreggiamento e reinserimento dei colpevoli nei loro ruoli ecclesiastici: «Il Dr. Ratzinger non si è accontentato di occultare i crimini. Quando si arrivava a condanne all’interno della chiesa, è sempre intervenuto a favore dei pedofili, bloccando processi in corso, annullando sentenze oppure occupandosi in altro modo dei colpevoli».
In sintesi. Secondo i due avvocati, Ratzinger «è penalmente corresponsabile della morte di centinaia di migliaia, o forse di milioni, di persone malate di AIDS» e «penalmente responsabile del fatto che negli ultimi anni i crimini sessuali commessi dai sacerdoti cattolici siano aumentati sempre più». Il compimento di questi due crimini sarebbe stato possibile proprio grazie al «sistema coercitivo della Chiesa cattolica romana con a capo l’indagato».
Accuse gravissime, quelle di Sailer e Hetzel, sulla cui ammissibilità bisognerà aspettare il parere della Corte dell’Aia. Nel frattempo, possiamo solo permetterci alcune considerazioni di carattere etico. Le responsabilità dell’attuale papa nella sistematica copertura delle migliaia di casi di pedofilia nel clero degli ultimi decenni sono state spesso sminuite e occultate – almeno in Italia – da una stampa e una politica compiacenti. Tuttavia, che Ratzinger in alcuni casi non potesse non sapere sembra ormai stabilito dai documenti ufficiali che sono venuti alla luce. Sugli altri due capi di accusa, che dal punto di vista etico è difficile non condividere, viene il dubbio che possano essere semplicemente ascritti a “libere opinioni”. Se è vero che il divieto cattolico all’uso del preservativo appare illogico, antiscientifico e dannoso per la salute – quando non letale – è anche vero che si tratta di un’imposizione solo morale e potrebbe perciò rientrare nel diritto di opinione. La sua abnorme gravità è che venga ingiunto, in barba alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, da un capo religioso che gode di massima credibilità morale e spirituale nei paesi in cui l’Aids miete il più alto numero di vittime, tant’è che le sue parole durante il viaggio in Africa furono pubblicamente condannate da tutti gli Stati civili (ad esclusione dell’Italia, naturalmente) e dalla comunità scientifica mondiale.
Non nuoce comunque, per onor di cronaca, citare un’altra causa della quale i due avvocati tedeschi si sono fatti portatori nel 2009 come rappresentanti dei “Cristiani liberi per il Cristo del Discorso della Montagna in tutte le culture in tutto il mondo” contro la diocesi di Friburgo. Oggetto del contendere l’abuso, secondo i richiedenti, della parola “cristiano”: «I richiedenti chiedono che la parte convenuta non si definisca più “cristiana“. Può continuare a definirsi cattolica e può continuare a: reclutare forzatamente i suoi membri (per mezzo del battesimo dei neonati); giustificare le guerre; mantenere il proprio patrimonio acquisito in gran parte con la violenza; minacciare gli uomini con l’immagine di un Dio punitore; esortare all’intolleranza; essere ostile alle donne e approvare le sofferenze inflitte agli animali, ma non dovrà più definirsi “cristiana”». Con questo precedente, è facile comprendere le ultime parole dell’introduzione del libro di Sailer e Hetzel, dedicato a tutte le vittime del regime ecclesiastico: «Molte volte essi hanno perso la fede nella giustizia, o addirittura in Dio. Ci auguriamo che possano ritrovarle entrambe».
È probabile, quindi, che i due avvocati siano mossi – anche – da questioni di fede, ma questo non è rilevante ai fini dell’iter della loro denuncia, sul quale si possono fare solo congetture. Ciò che invece possiamo affermare, comunque andranno le cose, è che il loro lavoro ha almeno il merito di portare alla luce il carattere fondamentalista della Chiesa cattolica, nelle sue dichiarazioni di intenti non così lontana dall’Islam. Il dio buono e misericordioso presentato ai bambini del catechismo o alle messe domenicali dista anni luce da quello sanguinario e repressivo consacrato dalla dottrina della Chiesa, che si mostra sempre più come una setta intransigente e autoritaria salvo poi proteggere e occultare i ributtanti crimini che si svolgono per mano dei suoi adepti.Ciò dimostra, ancora una volta, che non esistono religioni “buone” o “cattive”: ognuna di esse, quando scivola nell’integralismo, fa strage di libertà, diritti e democrazia.Scaricate gratuitamente il libro qui:http://www.il-caso-del-papa.it/assets/i ... l-papa.pdf
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_________________ "…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)
"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo
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