http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=47315745non so se può essere utile. In particolare da Il diario di Bucardo, di Angelo Bianchi, 1854: E perchè non si dubiti di questa infallibile verità cattolica, apostolica, romana, fra le tante bolle che inzeppano il Bullarium magnum, ne trascegliamo una, che è la più famosa, che comincia ‘Postquam ad apostolatus apicem’ pubblicata da papa Leone X ai 14 Novembre 1517 e che diede origine alla riforma di Lutero; avverto che fu omessa dalle edizioni di Roma, e la ricavo dalla edizione di Lucemburgo 1727 supplemento al tomo X pag. 38.
Per Leone trattavasi di trovar denari per sopperire al lusso della sua corte, per dotare una sua sorella, moglie di Franceschetto Cibo, il quale era un figlio bastardo di papa Innocenzo VIII, e per coprire le ingenti spese richieste dalla fabbrica di San Pietro incominciata da Giulio II; ma Leone X, mettendo in circolazione una quantità strabocchevole d'indulgenze, fece come l’imperator d'Austria, che per necessità di pecunia mettendo in circolazione una quantità smodata di carta, ha screditata anche quella che prima vi era. È singolare che il Sarpi, nella sua Storia del Concilio Tridentino, appena accenni la detta bolla, mentre un'analisi della medesima tornava così acconcia a descrivere la fede ed i costumi della Santa Romana Chiesa d'allora. Quanto al Pallavicino, da esperto gesuita, si limita a dirci che Leone X « promulgò nel Cristianesimo alcune indulgenze ed insieme concessioni di mangiar latticini nei giorni obbligati a digiuno, e di eleggersi il confessore per chi concorresse con volontaria limosina a rifabbricare il tempio del Principe degli apostoli ».
Eppure nella bolla vi è qualche cosa di più che non sono le uova e i latticini.
Omessi i preamboli col solito Tu et Petrus et super hanc petram etc., ivi è detto che, occorrendo molto denaro per compire la fabbrica di San Pietro, e convenendo che tutto il mondo cristiano contribuisse ad innalzare quel monumento al Principe degli apostoli, egli si era avvisato di conferire la facoltà di distribuire le indulgenze ai fedeli e di raccoglierne i denari a frate Cristoforo da Forlì, prete cardinale di Santa Maria in Ara coeli e generale dei frati Minori, e col suo mezzo a tutti i frati Minori sparsi nelle venti provincie in cui si erano divisa l’Europa.
In conseguenza di che il papa concedeva al detto cardinale ed a quelli che fossero delegati da lui in Italia, Francia, Germania, Spagna ecc., la facoltà di concedere, mediante spontanea elemosina o prezzi da stabilirsi secondo i casi, indulgenze pei vivi e pei morti, assoluzione e remissione di tutti i peccati, e segnatamente per tutti i reati di simonia, per l'omicidio volontario, sempreché fosse segreto, con abilità di purgare e dispensare l'omicida dalle irregolarità canoniche io cui egli sarebbe incorso, nel caso che aspirasse agli ordini sacri o a benefizi ecclesiastici; piena assoluzione agli usurai, ai ladri, ai truffatori, a tutti quelli che si fossero arricchiti con mezzi illeciti o che avessero usurpata la roba d'altri, quand'anche si trattasse di beni pii, o destinati a dotare fanciulle povere o a celebrare messe o divini uffizi, raccomandando però di fare una stima approssimativa di questi valori fraudati onde imporre al penitente un'analoga contribuzione pecuniaria: dispensa per promovere agli ordini sacri o per aderire a dignità o benefizi ecclesiastici a quelli che non avessero ancora l' età voluta dai canoni; talché anche un fanciullo poteva essere promosso all'episcopato, come era già successo molte volte: dispensa pei matrimoni nei gradi proibiti; dispensa ed assoluzione per quelli che si fossero resi colpevoli di fornicazione od anche d'incesto, purché non fosse pubblico e scandaloso: facoltà di comporre e di ottenere una piena assolutoria, pagando una somma da convenirsi, a quelli che si fossero impadroniti di beni di chiese o di monasteri.
(Si può dunque rubare cristianamente e cattolicamente, purché chi vuole essere ladro in regola, ottenga una dispensa dal papa e faccia a mezzo con lui.)
Facoltà di rompere i contratti, di sciogliere i giuramenti, di assolvere dallo spergiuro, facoltà di seppellire quelli che muoiono senza confessione, abbenchè da lungo tempo non frequentassero i sacramenti, e bastare che qualcheduno testimoniasse che il defunto prima di morire aveva fatto un segno di contrizione: facoltà di assolvere dalle scomuniche e dai casi riservati, e di celebrare la messa e i divini uffìzi i in tempo e in luogo sottoposto all'interdetto, eccettuato però il giorno di Pasqua.
Questa eccezione di un giorno così solenne, nel quale è assolutamente vietato di celebrare i divini uffizi, neppure pagando dei denari, è degna dell'acume di un papa. Se qualche pio cristiano la trovasse anche empia, noi non sapremmo che dire, e ci rimetteremmo alla sapienza dei teologi.
Oltre al permettere l'uso delle uova e dei latticini in quaresima; e di eleggersi quel confessore che trovasse di manica più larga, la bolla liberaleggia moltissime altre indulgenze e privilegi, sempre però da comperarsi a denari sonanti.
Ripetiamo la frase denari sonanti, perché su questo proposito la bolla di Leone X non fa reticenze; ma annoverando le facoltà da lui date al cardinale da Forlì, e che questi potrà trasmettere a suoi delegati, dice netto e schietto che gli conferisce anco quella di limitare e tassare la somma di denari da pagarsi per ottenere l'indulgenza in discorso e le altre già premesse, come anco per eleggersi un confessore di proprio comodo, o per concedere l'uso di un altare portatile a nobili, preti e persone graduate ecc. ecc.
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Ecco dunque una bolla che, mercé una pattuita somma di denari, largisce l'indulgenza ai simoniaci, agli omicidi, ai ladri , ai truffatori, agli usurai, a chiunque si fosse arricchito per disoneste vie, ai fornicatori, agl'incestuosi; che per denari libera le anime dal purgatorio e concede ogni qualità di grazie e dispense. Ben ci duole che, per essere brevi, non abbiamo potuto presentarla ai nostri lettori nella originale sua ingenuità, respirante una così fatta evangelica unzione da convenire non che i Luterani, ma financo gli Ebrei ed i Turchi.La Bolla è datata 15 Ottobre 1517 ed il testo in latino (con traduzione in tedesco) è consultabile qui: http://books.google.it/books?id=eHYNAAA ... 1-PA425&dq
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_________________ Saulnier
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