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Ufficio Stampa


Roma, 23 settembre 2011

Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini
"La scoperta del Cern di Ginevra e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza."


Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.

Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.

Inoltre, oggi l'Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l'anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante".


http://www.istruzione.it/web/ministero/cs230911


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MessaggioInviato: 24/09/2011, 20:58 
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Sull'Unità, trionfa Marcegaglia Da Gramsci a ConfindustriaStorico giornale comunista strizza occhio a Emma. Pur di buttar giù il Cavaliere, si alleano anche con lo storico nemico

Chi lo guardasse di primo acchito, potrebbe pensare che si tratta del giornale ufficiale di Confindustria. In prima pagina, troneggia Emma Marcegaglia in piena foga oratoria. In seconda, ancora la Marcegaglia stretta stretta alla presidente di Confindustria Toscana e un titolone sparato alto "Le imprese contro il governo". In terza poi, un'intervista speciale a uno dei guru degli industriali italiani, Marco Boglione di Robe di Kappa. Nessuno penserebbe che sia L'Unità. E invece è proprio così. Il vecchio quotidiano comunista, oggi vicino al centrosinistra, svende l'anima al diavolo pur di buttare giù il Cav. Le frasi pronunciate dalla Marcegaglia vengono cavalcate tutte in funzione antigovernativa. Se Emma dice "Noi vogliamo un cambiamento vero", il quotidiano rosso interpreta "O si cambia o meglio chiudere qui". Se la Marcegaglia parla di scarsa credibilità del nostro Paese, l'Unità fa ricadere la scarsa credibilità di 60 milioni di persone tutta sulle spalle di Berlusconi.

I proletari svendono l'anima al padrone - Ma il gioco è vecchio e lo conosciamo. La strategia, invece, sembra essere nuova. E' come se L'Unità volesse capovolgere la dialettica servo-padrone, confidando in una lotta intestina tra padroni. Si illudono, insomma, i comunisti, che il conflitto interno tra fratelli industriali possa favorire il terzo, cioè loro. Poveri illusi. Non sanno che gli industriali, quand'anche mandassero a casa Berlusconi, poi avanzerebbero una loro candidatura, proponendo Montezemolo, Profumo o, chissà, la stessa Marcegaglia?

Vi siete dimenticati la Palestina - Attenti, insomma, compagni. Anche perché, in nome del vostro furore anti-Cav, state trascurando alcuni vostri storici cavalli di battaglia. Come la questione palestinese. Vent'anni fa avreste fatto un numero speciale sulla possibile nascita di uno Stato di Palestina. Oggi relegate la faccenda a pagina 18, a parte una vignetta (sì, solo una vignetta) di Staino a pagina 3. Dove sono finiti i vecchi comunisti che indossavano la kefia? Forse oggi vestono in giacca e cravatta e vanno a seguire i convegni di Confindustria.




http://www.libero-news.it/news/829471/Sull-Unità-trionfa-Marcegaglia-Da-Gramsci-a-Confindustria.html


da puntualizzare ke agli ex compagni attuali socialdemocristiani hanno un attrazione particolare con ki traffica nella finanza,oltre ad ad emma hanno pure attrazione pure x profumo ex unicredit,senza contare prodi frequentatore abituale di bildeberg,stanno tralasciando quello ke fino a poki anni fa sarebbe stato un loro cavallo di battaglia i palestinesi,evidentemente dopo essersi felicitati x avere una banka hanno capito ke la finanza potrebbe essere il loro futuro obbiettivo [:264] [:39] [:12] [:244] [:261]


Ultima modifica di ubatuba il 24/09/2011, 21:00, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/09/2011, 22:14 
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golden ha scritto:

IL WEB - Ma quello che sta suscitando l'ilarità - a tratti feroce - del web, è il seguito della nota, datata 23 settembre e pubblicata sul sito del Ministero, che riportiamo qui in versione integrale. «Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro». In sostanza, al ministero sono convinti che tra l'Abruzzo e Ginevra corra un tunnel di circa 750 chilometri. E che il governo italiano ha contribuito a finanziarlo. Una gaffe, chiamiamola così, che la Rete non può davvero perdonare. Su Twitter in particolare è un diluvio di battute, contrassegnate dall'etichetta #tunnelgelmini, schizzata in cima ai trend topic del social network. «Non si vede la luce alla fine del #tunnelgelmini perché arriva dopo» scrive querrilla. «Ma nel #tunnelgelmini ci sono le fermate tipo metropolitana?» si chiede Zebbolo. E mentre qualcuno s'interroga sulla presenza di Berlusconi all'inaugurazione, c'è chi intravede anche la possibilità di filo diretto con Londra.«Il ministero rilancia: collegheremo il #tunnelgelmini a quello sotto la Manica» annuncia Martin Rance. Altro che Tav.

E. P.
24 settembre 2011 15:56

http://www.corriere.it/cronache/11_sett ... fe5e.shtml

“Pensate che Ruby avrebbe raccontato ai pm di aver visto a casa mia Belen, la Carfagna e la Gelmini che ballavano nude. Ora, vi pare possibile?"
Fonte:http://www.bsnews.it/notizia/6972/2...C3%A8_pazza_

Si...ora mi pare possibile! [8D]



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MessaggioInviato: 25/09/2011, 13:09 
I capponi

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di Alessandro Gilioli

http://informarexresistere.fr/2011/09/25/i-capponi/

La vicenda sarebbe comica, se non ci fosse in ballo il nostro futuro: il posto di lavoro, i risparmi, le pensioni e tutto il resto.

Voglio dire, ci sarebbe da ridere a vedere Berlusconi e Tremonti che si beccano come capponi: le due colonne della mitica «rivoluzione liberale», quelli che dovevano«portare la pressione fiscale sotto il 40 per cento, ridurre l’Iva sul cibo e sui prodotti per l’infanzia, detassare gli straordinari, abolire l’Irap, tagliare gli sprechi», insomma «rilanciare lo sviluppo e coccolare gli industriali».

Le promesse e i sogni si sono trasformati in insulti e reazioni stizzose, unico caso al mondo di un Paese in crisi in cui il premier e il responsabile dell’economia se le danno in pubblico e in privato, in un braccio di ferro senza fine, ciascuno convinto di sopravvivere all’altro.

Sì, perché Berlusconi e Tremonti saranno diversi in tutto – formazione, stile, linguaggio abbigliamento e taglio di capelli – ma hanno sicuramente qualcosa di importante in comune: pensare solo al proprio interesse e e al proprio destino personale, fottendosene dei 60 milioni di italiani di cui hanno – avrebbero – la responsabilità.


http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... i-capponi/



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 25/09/2011, 16:44 
Da Monti a Tremonti le meteore del golpe sognato dalla sinistra!

Senza leader credibili, dal '94 in poi la l'opposizione ha provato a spodestare Berlusconi con "tecnici" e outsider.

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L’avvincente testa a testa fra Manuela Arcuri e Emma Marcega­glia per conquistarsi la palma di eroina della sinistra italiana e leo­n­essa dell’opposizione è stato vin­tonettamente, all’ultimogiro,dal­la presidente di Confindustria. L’ultimatum al governo e l’appel­lo nientepopodimenoché a «salva­re l’Italia» ha retrocesso in secon­do piano l’eroica resistenza della Arcuri alle subdole lusinghe sanre­mesi del premier. La Marcegaglia è soltanto l’ulti­ma meteora nell’affollato firma­mento dei repentini innamora­menti politici della nostra povera, amata sinistra. Un tempo era tutto molto più semplice: ai cortei scan­divamo convinti «Gramsci-To­gliatti- Longo-Berlinguer», la li­nea genealogica era chiara a tutti e l’ultimo della lista - il segretario in carica - era il leader. Punto. Il Pci aveva intorno a sé i «compagni di strada», gli indipendenti, gli intel­lettuali e i «tecnici»: ma a nessuno sarebbe venuto in mente di affida­re loro la guida del partito, della co­alizione o tantomeno del governo. Poi è arrivato Berlusconi, e il mondo è cambiato per sempre. Nella ricerca sempre più compul­siva del leader giusto da contrap­porgli, la sinistra, diciamo la veri­tà, ha perso la testa. Il leader non è più il capo, ma il testimonial della coalizione. E dunque l’importan­te è che piaccia alla gente che pia­ce, che ne soddisfi l’innato com­plesso di superiorità, e che li ricon­fermi nella radicata convinzione di incarnare il meglio del Paese. È la teoria del «Papa straniero», che tanto affascina Repubblica . Nel pantheon meteorico dei lea­der da contrapporre al Cavaliere, un altare speciale è dedicato ai banchieri, agli economisti e agli in­dustriali. Forse nel tentativo di far­si perdonare il peccato originale di aver difeso un tempo i diritti dei poveri, la sinistra italiana mostra da anni una spiccata predilezione per i ricchi.L’ultimo caso riguarda Alessandro Profumo, che dopo aver lasciato il comando di Unicre­dit con una­buonuscita di 40 milio­ni di euro si dichiara oggi «pronto» per la politica, tra gli applausi dei democratici che immaginano co­sì di fare il pieno dei voti nei quar­tieri popolari oggi presidiati dal Pdl e, al Nord, dalla Lega. Ma tant’è. L’elenco dei ricchi è lungo: c’è l’ex commissario euro­peo Mario Monti, che da almeno una quindicina d’anni,a intervalli più o meno regolari, viene candi­dato alla guida di un governo tecni­co che salvi l’economia. C’è Luca di Montezemolo che, a quanto ap­prendiamo dai giornali, sogna da decenni di essere chiamato (an­che lui) a salvare l’Italia, e che da anni annuncia che presto decide­rà se scendere o meno in politica. Mario Draghi è uscito dalla lista dei candidati alla successione al Cavaliere soltanto perché ha avu­to la fortuna di diventare governa­tore della Banca europea ( va nota­to a questo proposito che, fra i ric­chi amati dalla sinistra, il sottoin­si­eme dei banchieri centrali è par­ticolarmente affollato: basterà ri­cordare Ciampi e, prima di lui, Lamberto Dini). Con Dini entriamo in un nuovo territorio, non meno fertile di nuo­vi profeti e nuovi leader. È il territo­rio del centrodestra, e chiunque l’abbandoni, o ne mostri almeno l’intenzione, riceve automatica­mente le stellette di generale (chi invece compie il percorso inverso, dall’opposizione alla maggioran­za, è un traditore e un venduto). Gianfranco Fini, nonostante sia stato fascista fino al 1994 e berlu­sconiano fino al 2010, è diventato dalla sera alla mattina il «compa­gno Fini», fra gli applausi calorosi di Rosy Bindi, che lo vuole nella co­alizione. Dopo Fini è stata la volta di Giu­lio Tremonti, dileggiato per anni e poi, quando i suoi dissensi con il presidente del Consiglio sono di­ventati pubblici, incensato da Re­pubblica con un’intervista- monu­mento in cui si discettava addirit­tura di nuovi blocchi sociali, di go­verno mondiale, di grandi rifor­me: insomma, un programma di governo. Poco dopo la supercrisi ha travolto queste e altre chiac­chiere, ma c’è voluto il caso Mila­nese per convincere la sinistra che forse Tremonti non è proprio la persona più adatta a rappresentar­la. Fuori Tremonti, dentro Beppe Pisanu: l’intervista al Corriere in cui chiedeva le dimissioni di Berlu­sconi ne ha fatto all’istante un eroe della resistenza. Per mantenersi in quota, ora Pisanu alza il tiro e si ritrovaaddiritturadipietrino: «Pat­to di fine legislatura o ci sarà la col­lera del popolo », tuona dalle colon­ne del Messaggero . Il popolo, per ora, non ha commentato. Un ultimo breve capitolo va ri­servato ai nani e alle ballerine ( sen­za offesa per nessuno), cioè a quel­le meteore che vengono dal mon­do dello spettacolo e che, in virtù di una certa popolarità sul piccolo schermo o in libreria, dovrebbero anche conquistare i voti degli ita­liani. Fra i casi storici va ricordato senz’altro Pippo Baudo, che qual­che stratega illuminato conside­rò, negli anni Novanta,un’alterna­tiva ideale a Berlusconi; poi fu la volta di Nanni Moretti girotondi­no; ora è la volta di Michele Santo­ro e di Roberto Saviano. Morto un papa (straniero), se ne fa un altro.

http://www.ilgiornale.it/interni/da_mon ... comments=1



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MessaggioInviato: 25/09/2011, 16:48 
Pamela Anderson vuole una nuova vita: "Ora voglio diventare ambasciatrice dell'Onu"



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La bagnina più sexy del piccolo schermo è stufa del personaggio da femme fatale e vuole impegnarsi nel sociale: "Una mia aspirazione da quando ho iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo è quella di diventare un giorno ambasciatrice di buona volontà per l'Onu"

http://www.ilgiornale.it/interni/pamela ... comments=1


Ma vieni! tanto, una più una meno ...! [:246]



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MessaggioInviato: 26/09/2011, 13:28 
Sono passati 43 anni e otto mesi dal terremoto del gennaio 1968 che distrusse la valle del Belice. E non c'è stato anno che un fiume di denaro, spesso buttato al vento, sia partito da Roma verso i piccoli comuni siciliani che da tempo dovrebbero avere riparato i danni e terminato la ricostruzione. Così è accaduto in Friuli, così fra mille sprchi è accaduto perfino in Irpinia. In Belice no. E nonostante polemiche e inchieste anche recenti (2009) sull'utilizzo dei fondi della ricostruzione a beneficio di privati che si costruivano ville al mare o sull'abbattimento di palazzi antichi e mai lesionati per costruirne moderni (lo ha denunciato il sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi), i finanziamenti continuano a correre. Lo rivela un documento inviato alle Camere dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Nell'ultimo biennio sono stati spesi altri 103 milioni di euro per la ricostruzione del Belice, che si aggiungono ai circa 9 miliardi di euro (più di 100 attualizzati a valore 2011) già spesi negli anni passati. Con i nuovi fondi si è finanziata la costruzione della nuova Usl, del mercato coperto e di un centro socio culturale (opere che poco c'entrano con i danni di 43 anni fa) a Gibellina, oltre alla ristrutturazione del convento dei capuccini di Sambuca e dell'ex collegio dei padri gesuiti a Salemi (dove è stato fatto il nuovo Museo della mafia pensato da Oliviero Toscani). Proprio nel comune guidato da Vittorio Sgarbi, nonostante le sue stesse critiche, sono arrivati circa 9 milioni di euro fra il 2008 e il 2010. Circa 4,5 milioni nel 2008, altri 2,1 milioni nel 2009 e 2 milioni circa nel 2010. Il comune che ha ricevuto più nuovi fondi per il terremoto è stato però quello di Partanna: quasi 16 milioni di euro nel triennio
http://www.libero-news.it/blog.jsp?id=1705


evidentemente in italia i terremoti hanno una valenza eterna,o meglio qualkuno deve ankora ingozzarsi,se pensiamo, nonostante sia pasato oltre un secolo da quello di messina,alcuni vivono ankora in barakke [:278] [:277] [:273]


Ultima modifica di ubatuba il 26/09/2011, 13:31, modificato 1 volta in totale.

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SÌ ALLA REVISIONE

Contrada, processo da rifare

La Corte d'appello di Caltanissetta ha ammesso la revisione del processo in cui Bruno Contrada è stato condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa. La sentenza era stata emessa il 5 aprile del 1996 dal Tribunale di Palermo, ed è diventata esecutiva, con provvedimento della Cassazione, il 10 maggio del 2007.

Il processo di revisione comincerà il prossimo 8 novembre davanti alla Corte d'appello di Caltanissetta. Due richieste analoghe, presentate dal difensore di Contrada, l'avvocato Giuseppe Lipera, erano state rigettate.
Contrada si è detto "frastornato" da una notizia che "sembrava impossibile", ma "pessimista" per la storia della sua vicenda giudiziaria, anche se "la speranza è l'ultima a morire".
"Adesso sono un pò frastornato da questa notizia, perché mi sembrava impossibile - ha detto Contrada al suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera del foro di Catania che gli ha dato la notizia - perchè dopo tutto quello che ho passato negli ultimi venti anni ho tutti i motivi per essere pessimista. Ora - ha concluso Contrada - devo trovare il tempo e il tempo ormai per me stringe e la salute scarseggia. La speranza è l'ultima a morire; l'unica mia speranza è l'imprevisto".


Cosa si dovrebbe fare a quel giudice? [:(!] (il bello che si è sempre saputo!!!)



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MessaggioInviato: 26/09/2011, 14:08 
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http://www.wallstreetitalia.com/article ... ocali.aspx



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Pisapia rincara la dose: "Expo senza moschea? Non avrebbe senso..."


Il sindaco di Milano rilancia sulla costruzione della moschea. "Per l'Expo a Milano arriveranno molti musulmani. Non avere luoghi di preghiera non avrebbe senso". Ma siamo sicuri che i cittadini siano d'accordo?

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Milano -Il sindaco di Milano lo aveva promesso nel suo programma elettorale. "Milano avrà un centro multiculturale e una grande moschea". Una misura pensata (con la scusa dell'Expo che il capoluogo lombardo ospiterà nel 2015) perché per il sindaco "con l'arrivo a Milano di tanti musulmani in quell'occasione è assurdo che non abbiano un posto dove poter pregare". E i cittadini? Siamo sicuri che siano tutti d'accordo? A vedere come hanno reagito all'idea delle moschee di quartiere, si direbbe proprio di "no".

Pressing sulla moschea Pisapia ribadisce il concetto, in un incontro a Mezzago. Interpellato sull'idea della grande moschea milanese, parla non tanto di costruire un nuovo centro di culto su cui fare convergere tutti i musulmani milanesi, ma della possibilità di regolarizzare tutti quei centri che al momento svolgono abusivamente le stesse funzioni di luoghi di culto autorizzati. "E' dovere dell'amministrazione di ogni città democratica rendere regolare cioè che non lo è", commenta il sindaco milanese, che con le regolarizzazioni comincia ad avere una certa consuetudine, visto anche il tentativo di riportare "alla legalità" il centro sociale Leoncavallo. "Sono state le stesse comunità a far presente la necessità di tanti piccoli luoghi di culto in luogo di un'unica moschea", continua Pisapia, ricordando che l'esempio negativo dato dal centro di viale Jenner dipende più da chi l'ha gestita male, che non da chi ci va per pregare.

Libertà di culto E non è solo il problema musulmano a preoccupare il sindaco, ma la problematica più generale della libertà di culto e della possibilità per ognuno di avere un luogo in cui pregare. "Si sono tenuti incontri anche con l'ambasciatore russo, in merito alla situazione della chiesa ortodossa, che ha carenza di luoghi d'incontro". Uno dei quali potrebbe essere realizzato al posto di una chiesa cattolica. "Nel Pgt era prevista la costruzione di una chiesa cattolica - commenta Pisapia - ma hanno rinunciato alla realizzazione".

http://www.ilgiornale.it/cronache/pisap ... comments=1



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Accolta la richiesta dell’ex Sisde. Ingroia non aveva depositato alcuni verbali
(...) comincerà l’8 novembre. La seconda notizia, invero datata, è che la giustizia italiana fa schifo: Contrada fu arrestato nel Natale 1992 e passò qualcosa come 31 mesi e sette giorni di carcerazione preventiva, accusato da vari pentiti di aver passato informazioni a Cosa nostra e di aver favorito la fugadi Totò Riina. Neseguì una cronologia allucinante: 5 aprile 1996, condannato a dieci anni; 4 maggio 2001, assolto in Appello; 12 dicembre 2002, la Cassazione annulla l’assoluzione e ordina di rifare l’Appello; 25 febbraio 2006, nuova condanna a dieci anni in Appello; 10 maggio 2007, la Cassazione conferma la condanna; ed eccoci infine a ieri, 24 settembre 2011, accettazione della richiesta di revisione al terzo tentativo, complice la perseveranza dell’avvocato Giuseppe Lipera. Fanno un totale di 19 anni, questo per rendere giustizia a una persona che ne sta per compiere 80 ed è decisamente malandato di salute: da ricordare che il 28 dicembre 2007, ricoverato al reparto detenuti dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, fu lo stesso Contrada a chiedere le dimissioni volontarie dall’ospedale per via delle condizioni inaccettabili del reparto, «un vero e proprio lager» come il suo legale ebbe a definirlo
L’INTERROGATORIO

Ed eccoci alla terza notizia, forse la più inquietante. Nel ricorso dell’avvocato Lipera, da quanto inteso, si chiede anche la citazione dei magistrati Antonio Ingroia, Alfredo Morvillo e Giancarlo Caselli, e questo per via di un episodio che per l’accettazione della revisione pare sia stato decisivo. L’episodio riguarda un vecchio interrogatorio del pentito Vincenzo Scarantino, già protagonista di balle clamorose e purtroppo accreditate nel processo per la strage via D’Amelio: il pm Antonio Ingroia, infatti, raccolse alcune deposizioni di questo Scarantino ai danni di Bruno Contrada e Silvio Berlusconi, ma poi, quando si accorse che mancava ogni riscontro alleaccuse, non riversò i verbali dai fascicoli processuali e soprattutto non li riversò neppure nel fascicolo del pubblico ministero, sottraendolo così a ogni valutazione della difesa e omettendo ogni indagine a riguardo. Come sappiamo tutto questo? È lo stesso Ingroia ad averlo raccontato nel suo recente libro Nel Labirinto degli Dei, a pagina 81: «Avevo interrogato Vincenzo Scarantino», scrive Ingroia, «che si era autoaccusato di avere organizzato il furto della Fiat 126 usata come autobomba in via D’Amelio. Indagini più recenti della Procura di Caltanissetta sembrano, comunque, aver definitivamente smascherato Scarantino come depistatore e falso pentito». Parentesi: cheè esattamente quello che è successo anche per Massimo Ciancimino, individuato come mistificatore a Caltanissetta ma dapprima sfruttato a Palermo per più di tre anni. Ma Ingroia prosegue: «Interrogai Scarantino una sola volta... era stato lui a mettere sul piatto due temi di prova apparentemente appetitosi: nuove accuse a carico di Bruno Contrada, all’epoca già inquisito e in custodia cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa; e, addirittura, dichiarazioni che coinvolgevano il già allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in oscure vicende di traffico di stupefacenti». Roba pesante, dunque: c’era da indagare per verificare la fondatezza delle dichiarazioni oppure per verificare, se false, quale manovra o depistaggio fosse in corso. Ma ecco, la procura di Palermo si fermò solo al primo caso: «Le dichiarazioni a carico di Contrada erano apparentemente riscontrabili, quelle che riguardavano Berlusconi, invece, erano generiche e sostanzialmente indimostrabili... L’esito fu sconfortante... Non era stato acquisito alcun riscontro che si potesse considerare individualizzante a carico di Contrada». E anche a carico di Berlusconi, ovviamente. Che fare? Ingroia ne parlò col contitolare del processo Contrada, il pm Alfredo Morvillo, e poi anchecol capo della ProcuraGian Carlo Caselli: «Decidemmo di non servirci delle sue dichiarazioni accusatorie. Esse pertanto non furono mai utilizzate né per il processo Contrada né nei confronti di Berlusconi».
Una buona ragione, evidentemente, per farle sparire: e così fu. Al punto che anche Bruno Contrada e il suo legale, Giuseppe Lipera, solo nel gennaio 2011 hanno appreso dell’esistenza dell’interrogatorio di Scarantino e solamentedal libro di Ingroia: «Quanto ho letto mi ha destato stupore e sbigottimento», disse Contrada in luglio scorso, «poiché nel processo che mi riguarda non si parlò mai di accuse che Scarantino avrebbe rivolto nei miei confronti, né mai seppi di questa circostanza; ricordo benissimo che nel fascicolo del pm non c’era alcun atto riguardante un interrogatorio a Scarantino né successivi accertamenti della polizia giudiziaria». Nel libro di Ingroia, come visto, si legge che le dichiarazioni di Scarantino «non erano convincenti, come non lo era il teste», ma a quanto pare non fu fatta nessuna indagine per capire il motivo delle false accuse.




Da qui, con anni di ritardo, una serie di domande che anche il tribunale di Caltanissetta ritiene quantomeno legittime: chi suggerì quelle accuse, e perché? A quando risalgono le dichiarazioni di Scarantino? Perché non furono riversate nel fascicolo? Oltretutto Ingroia, nel libro, scrive di accertamenti negativi «sconfortanti» operati dalla polizia giudiziaria: che fine hanno fatto? E perché - come fece ad esempio Falcone col pentito Pellegriti - non si è proceduto per calunnia contro il ballista Scarantino? Stiamo parlando, nel caso di Contrada, di un iter processuale che ha ribaltato di continuo sentenzedi condannae diassoluzione, e dove non c’è dichiarazione o testimonianza che non abbia pesato complessivamente sul piatto della bilancia: «Sarebbe stato un tassello importante per scoprire chi complottava nei miei confronti», si legge nell’esposto, «macosì si ha impedito alla difesa di esercitare tutte le azioni che avrebbero potuto chiarire il contesto in cui è maturata la vicenda giudiziaria che mi riguarda». L’avvocato Lipera sostiene addirittura che il processo avrebbe potuto prendere una piega diversa, che Contrada avrebbe potuto uscirne assolto. Diciamo che qualche dubbio, dato il balletto delle sentenze, è perlomeno legittimo. Altri dubbi riguardano sicuramente Antonio Ingroia e la procura di Palermo, ormai specializzati in pataccari da sfruttare (sinché utili) salvo arrestarli o farli sparire quando la situazione si comprometta. È stato così per Massimo Ciancimino, portato in palmo di mano perpiù di tre anni e poi preservato - con le manette - dall’intervento di altre procure. È stato così per il pentito Vincenzo Scarantino. Bisognerebbe capire se ce ne siano altri.

http://www.pressdisplay.com/pressdispla ... ewer.aspx#


[:(!] [}:)] [;)]

..justitia italiana,ogni tanto si dimentica qualcosa,o x scrivere le sentenze sarebbe piu' veloce una lumaca............................


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MessaggioInviato: 28/09/2011, 01:24 
Il Sud sempre più paese per vecchi rischia uno "tsunami demografico"

Un Mezzogiorno in recessione, che continua a crescere meno del centro-nord, dove lavora ufficialmente meno di un giovane su tre e dove il tasso di disoccupazione reale sarebbe del 25 per cento.

Un'area, il Sud, a rischio "tsunami demografico", in cui nel 2050 gli over 75 cresceranno di dieci punti percentuali con il pericolo che il sud si trasformi in un paese per vecchi. Questa la fotografia che emerge dal rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno presentato oggi a Roma. Secondo l'associazione per lo sviluppo dell'industria del Mezzogiorno, serve un nuovo progetto per il Sud per puntare sui settori più innovativi, come la geotermia, le altre rinnovabili, e le filiere territoriali logistiche.

In base a valutazioni Svimez, nel 2010 il Pil è aumentato nel Mezzogiorno dello 0,2 per cento, in decisa controtendenza rispetto al -4,5 per cento del 2009, ma distante di un punto e mezzo percentuale dalla performance del Centro-Nord (+1,7 per cento). Non va meglio nel medio periodo: negli ultimi dieci anni, dal 2001 al 2010 il Sud ha segnato una media annua negativa, -0,3 per cento, decisamente distante dal +3,5 per cento del Centro-Nord, a testimonianza del perdurante divario di sviluppo delle due aree. In termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno è passato dal 58,8 per cento del valore del Centro-Nord nel 2009 al 58,5 per cento del 2010. In valori assoluti, a livello nazionale, il Pil è stato di 25.583 euro, risultante dalla media fra i 29.869 euro del Centro-Nord e i 17.466 del Mezzogiorno.

Nel 2010 la Regione più ricca è stata la Lombardia con 32.222 euro, seguita da Trentino Alto Adige (32.165 euro), Valle d'Aosta (31.999 euro), Emilia Romagna (30.798 euro) e Lazio (30.436 euro). Nel Mezzogirono la Regione con il Pil pro capite più elevato è stata l'Abruzzo (21.574 euro), che comunque registra un valore di circa 2.200 euro al di sotto dell'Umbria, la Regione più debole del Centro-Nord. Seguono il Molise (19.804 euro), la Sardegna (19.552 euro), la Basilicata (18.021 euro), la Sicilia (17.488 euro), la Calabria (16.657 euro) e la Puglia (16.932).

La Regione più povera è la Campania con 16.372 euro. In questo contesto, l'industria del Sud è a rischio estinzione. Delle 533.000 unità perse in Italia, tra il 2008 e il 2010, ben 281.000 sono nel Mezzogiorno. Nel Sud dunque pur essendo presenti meno del 30 per cento occupati italiani si concentra il 60 per cento delle perdite di lavoro determinate dalla crisi. Incide in quest'area, più che altrove, il calo fortissimo dell'occupazione industriale (-120mila addetti che vuol dire quasi il 15 per cento di calo, che diviene il 20 per cento in Campania). Secondo la Svimez per uscire dall'impasse occorre promuovere una nuova politica industriale specifica per il Sud con risorse adeguate. Uno degli elementi fondamentali dovrebbe essere costituito dalla fiscalità di vantaggio.

Nel frattempo il Sud diventerà sempre più un paese per vecchi. Nei prossimi 20 anni il Mezzogiorno perderà quasi un giovane su quattro, nel Centro-Nord oltre un giovane su cinque sarà straniero. Nel 2050 gli under 30 al Sud passeranno dagli attuali 7 milioni a meno di 5, mentre nel Centro-Nord saranno sopra gli 11 milioni. La quota di over 75 sulla popolazione complessiva passerà al Sud dall'attuale 8,3 per cento al 18,4 per cento nel 2050, superando il Centro-Nord dove raggiungerà il 16,5 per cento. Tra le cause indicate dalla Svimez ci sono la bassa natalità, la bassissima attrazione di stranieri, l'emigrazione verso il Centro-Nord e l'estero. Per l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno quindi il rischio è quello di un vero e proprio tsunami demografico: da un'area giovane e ricca di menti e di braccia, il Mezzogiorno di trasformerà nel corso del prossimo quaqrantennio in un'area spopolata, anziana ed economicamente sempre più dipendente dal resto del paese.

http://www3.lastampa.it/economia/sezion ... tp/422301/


Ultima modifica di vimana131 il 28/09/2011, 01:25, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 28/09/2011, 13:51 
MANOVRA: TAGLI AI DISABILI,
A RISCHIO LE PENSIONI - VIDEO
Mercoledì 28 Settembre 2011 - 11:39

di Marco Pasciuti
ROMA - Pensioni di invalidità e di reversibilità. Indennità di accompagnamento. Assegni di cura. Rischiano di finire sotto la scure in conseguenza della manovra e delle politiche sociali del governo. «Almeno un terzo dei disabili gravi perderà entro un anno ogni tipo di assistenza», è l’allarme lanciato da Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana Superamento Handicap (Fish).
Il problema ha origini lontane. Il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali è stato eroso fino ai minimi storici, raggiunti con legge di stabilità dello scorso anno (legge 13/12/2010, n. 220): 218 milioni per il 2011, 69 per il 2012, 44 per il 2013. Nel 2007 alle Regioni erano andati 956 milioni. Cancellato anche il Fondo per la non autosufficienza. Prima conseguenza: 50mila anziani non autosufficienti perderanno il sostegno.
Poi è arrivata la finanziaria. «Dalle due manovre una indicazione esce nettissima - spiega la Fish - con la riforma assistenziale e fiscale bisogna recuperare 40 miliardi: 4 nel 2012, 16 nel 2013 e 20 dal 2014. Il taglio ai servizi sociali gestiti dagli enti locali sarà di un miliardo», dato confermato dall’Ifel, l’Istituto per la finanza locale dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni). Il risultato sarà la diminuzione o la sospensione di molti servizi: assistenza domiciliare, supporti all’autonomia personale, assegni di cura. «Un’ondata che investirà 10 milioni di famiglie», secondo la Fish. Ma il colpo definitivo arriverà «con la riforma assistenziale che propone una forte restrizione delle agevolazioni fiscali come le detrazioni per familiari a carico, spese sanitarie e badanti». Il ddl 4566 rischia di influire sulle pensioni di reversibilità, sui criteri di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento e di concessione delle prestazioni. Provvedimenti allo studio alla Camera mirati a combattere furbetti e falsi invalidi, quelli «con disponibilità economiche molto lontane da situazioni di bisogno», si legge nel testo. «Ma i disabili non sono i privilegiati, hanno anzi un enorme credito verso la società», conclude Barbieri.

http://www.leggo.it/articolo.php?id=140530

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ma anzike' alle fasce piu' deboli,la kasta quando iniziera'un programma di dimagrimento.......?


[:266] [:267] [:59] [:40] [:45] [:265]


Ultima modifica di ubatuba il 28/09/2011, 13:51, modificato 1 volta in totale.

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Da comunicazione confidenziale, Ubatuba farà una bella sorpresa per i sinistronzi ... che si ritengono moralmente superiori [:D]


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