Cita:
Tenete conto però che l'eliminazione del denaro non significa l'abolizione di ogni forma di avidità e di prevaricazione, le quali potrebbero poi fondarsi su altre basi.
Pienamente d’accordo, senza abbandonare queste passioni (da patire, subire, alla latina) della mente si resterà sempre prigionieri di qualcosa che non va che, oltre che nei singoli, si rifletterà inesorabilmente anche nelle comunità di cui i singoli fanno parte, sia che si usi il denaro sia che non lo si usi. Bramosie, avidità e cupidigia possono esistere a prescindere dal denaro e limitano e vincolano in vario modo gli individui e di riflesso le società. Finché non si superano certi limiti si può anche dire: è umano (ma anche qui ci sarebbe molto da dire); sicuramente però, coltivandole senza modus (smodatamente) si patisce un vincolo alla propria libertà e di riflesso lo si impone anche a quella altrui.
L’esempio 1), quello dell’asceta, può quindi sempre valere come punto di riferimento “archetipico”, come simbolo, con diversi gradi di intensità, per così dire; inteso infatti in forme più blande sta proprio ad indicare che la strada che porta allo svincolamento dal denaro e più in generale di ogni vincolo passa innanzitutto tramite una più equilibrata considerazione dei propri reali bisogni. Trovare un equilibrio nei propri bisogni, eliminando con raziocinio quelli superflui è un compito sempre possibile per i singoli individui; è un fatto in primis culturale, su questo sono d’accordo. Sembra difficile perché la stimolazione di ogni genere di bisogni artificiali oggi è un fatto così pervasivo e scontato che non ci si fa più nemmeno caso. Bisognerebbe iniziare da qui.
Ma anche nell’esempio 3) ritorna il concetto; lì la clausola che avevo inserito era quella che, oltre ad essere senza denaro e ricca di risorse, un'ipotetica civiltà extraterrestre (o un domani forse terrestre) dovesse essere sostenuta da un'etica elevata, altrimenti si precipita di nuovo in pastoie senza fine ed addio libertà.
Cita:
Enkidu ha scritto:
Il guaio è che la nostra, di civiltà, ha una mentalità così infrattata di denaro, che non riesce a pensare, neanche a concepire un sistema di vita che non sia basato sul denaro.
Secondo me l’argomentazione più forte che possano addurre coloro che difendono a spada tratta l’uso moderno del denaro è quella della libertà; si dice infatti:
Ma il denaro ha portato libertà; permette alle persone di scegliere liberamente ciò che vogliono fare con i propri soldi; se pago un bene o un servizio con il denaro, l’obbligo finisce subito; sono libero di passare al prossimo scambio, senza essere legato a complesse reti di obblighi, favori, vincoli tribali, morali, religiosi, sociali o culturali, come poteva essere per esempio ai tempi del baratto in certe società; pensiamo per esempio alla società feudale o ai vincoli sociali e culturali di molte società antiche. Inoltre con beni in natura non si poteva acquistare la varietà di oggetti che si può invece acquistare col più neutro denaro. Grazie al denaro poi due persone possono commerciare anche se non si conoscono, anche se non si piacciono. Il denaro è neutro e facilita gli scambi oltre vincoli sociali, gerarchie, favori, oltre la necessità di conoscere colui col quale si commercia. Inoltre il denaro ci permette di calcolare rapidamente costi e benefici di una scelta economica, permettendoci di massimizzare il nostro utile.
C’è del vero in tutto ciò? C’è sicuramente del vero, ma c’è anche del falso, o meglio manca molto affinché il quadro possa essere completo.
Intanto il concetto di libertà che si esprime nel precedente ragionamento è limitatissimo e quindi, a mio modo di vedere, in quanto incompleto e limitato non risulta vero in assoluto. Ma non voglio toccare questo aspetto, non voglio discutere della libertà, anche se basterebbe questo a far cadere tutto il precedente ragionamento.
Ci si può limitare a far notare che il punto debole di tutto questo ragionamento risiede proprio nella capacità delle persone di decidere da sole in quale direzione utilizzare il denaro e qui ritorniamo al tema della cupidigia e della bramosia. Non solo, ma si può anche discutere sulla capacità delle persone di decidere per quali parti della propria vita il denaro risulti adeguato o meno. Esistono cose che non possono essere comprate, non per tutti e non allo stesso modo per tutti. Non si possono per esempio comprare cose che possono solo essere liberamente donate. Ci sono parti delle nostre vite nelle quali riteniamo che il denaro sia inadeguato. Se ci si spende per esempio in una causa in cui si crede non si guarda al denaro. Vorreste essere pagati per allevare i vostri figli? No, perché qui è ovvio che il denaro non c’entra niente. Ci sono attività eseguite volontariamente per le quali chi le esegue non si aspetta di essere pagato, anzi, per le quali essere pagati equivale a veder svalutato il proprio contributo.
Inoltre pagare col denaro non è qualcosa che è sempre radicalmente svincolato dal condividere e quindi dal dare, dal donare e al limite dall’amare. Si versa un contributo per una causa in cui si crede, per far star meglio una persona che si ama o che semplicemente non si vuole veder soffrire. Tutti hanno un diverso punto di vista su cosa pagare e su cosa dare gratuitamente, quindi il discorso della libertà intesa come massimizzazione dell’utile in un rapporto neutro di scambio non può considerarsi sempre vero.
Cita:
Come organizzarla? Fondarla sul merito e le capacità di ognuno, facendo in modo che ogni persona venga pagata con beni in natura in base a quanto riesce a produrre e a lavorare, più o meno come sul pianeta Ummo?
Senza disporre delle capacità tecnologiche dei nostri ipotetici "cugini" ummiti, akrij, clarioniti, venusiani (più o meno oriundi), pleiadiani, andromedani (tutta gente che avrebbe parlato di società totalmente o fortemente libere dal lavoro e dal denaro) penso proprio che qui sulla Terra poco si possa fare per raggiungere l'obiettivo 3). Chi avesse la capacità di manipolare a piacimento la gravità, di procurarsi energia in modo relativamente facile dallo spazio per noi vuoto, chi può trasmutare elementi e creare quindi risorse prima non presenti (consumando energia estratta dallo spazio creduto vuoto) manipolando in profondità la materia, se è intelligente, furbo e quindi eticamente corretto e non stupido, ottuso e quindi eticamente scorretto come molti terrestri, saprà come vivere mille anni o più (altro dato ricorrente) godendosela alla grande con i propri simili senza rischiare di perdere tutto ciò a causa di ingordigie, avidità e passioni incontrollate di vario tipo.
Per noi il problema è molto diverso. Molto più modestamente si potrebbe cominciare con lo scoprire o riscoprire le valute alternative: ve ne sono moltissime e non solo in america latina, ma anche in paesi più ricchi come USA, UK, Germania, Svizzera. Sono state concepite per molti scopi anche molto diversi tra loro, molte sono fallite, molte altre hanno avuto ed hanno successo; aiutano la gente a capire pragmaticamente, meglio di molte teorie, che il denaro è una convenzione che nasce dalla mutua accettazione, che possono esistere molte forme di denaro per molti scopi, non solo per l'usura e a fini di dominio più o meno velato quando non di vero e proprio signoraggio; e sono state anche capaci di alleviare la vita di molti in momenti economicamente difficili. Studiare queste storie è sempre utile e si ha sempre qualcosa da imparare dai successi e dai fallimenti di queste monete.
Qualche riferimento l'avevo inserito qui:
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=11392ma è un elenco molto parziale, ce ne sono moltissime altre.
Da noi Giacinto Auriti fu pioniere in questo genere di cose, ma nell'Italia di oggi per lui gli spazi di manovra sono stati purtroppo pochi; tuttavia quei pochi sono stati coronati da successo, secondo me.
La via principe comunque resta a mio modo di vedere un mutamento antropologico interiore, poi, se e quando i tempi saranno culturalmente ed antropologicamente maturi, il modo pratico di venirne a capo si troverà, anche perché dovrà essere necessariamente adattato alle contingenze economiche del momento e quindi difficilmente visibile oggi nei suoi dettagli.