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Ufologo 555 ha scritto:

Purtroppo penso che la Cina si senta ormai ..."pronta"! Non ha nulla da perdere; ora il mondo è suo. E per fare prima ... [:(]


se la cina e' diventata una super potenza in poco tempo,diciamo ke qualke colpa(io direi tante)sono pure delle nazioni occidentali,ke hanno venduto al colosso asiatico una quantita'industriale di tecnologia,pure di fare cassa,senza averne nulla in cambio [:53] [:95] [:201] [:202]


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Per egemonia ...



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MessaggioInviato: 24/10/2011, 19:38 
ma pure in nord korea non scherzano
. Aereoporti sotterranei in Corea Del Nord.Recentemente i paesi occidentali guidati dagli Usa hanno aumentaro la pressioni sulla Corea del Nord. Oltre all'offensiva mediatica l'amministrazione Bush ha anche annunciato che Corea Del Nord e Siria cooperano per la costruzione di impianti nucleari. Il britannico "Sunday Times" del 25 aprile, in esclusiva, ha rivelato che in Corea Del Nord era segretamente in costruzione una pista aerea sotterranea piu' lunga di 1.000 m per evitare che l'esercito americano lanci un attacco di sorpresa.


Una pista per aerei sotterranea, lunga 1.800 metri e larga 30 metri, e' gia' disponibile nei pressi di Wonsan.

A 1.000 metri di profondità, nelle montagne, hanno costruito una pista per aerei.

Secondo il "Sunday Times" grazie ad un disertore dell'aviazione nordcoreana, ma anche con l'aiuto di "Google Earth" con la sua divulgazione di foto, i militari coreani stanno costruendo una segreta pista sotterranea di 1.800 metri di lunghezza. Questa pista è costruito sotto una montagna, l'Esercito Popolare di Corea ha svuotato l'intera collina per costruire un aeroporto sotterraneo ad accogliere gli aeromobili di grandi dimensioni.

Per vedere la zona via satellite premete il link qui sotto:
http://googlesightseeing.com/maps?p=192 ... 13211&z=15

Questa pista sotterranea permetterà dell'Esercito Popolare di Corea di gestire degli hangar nella collina, comandando in diretta ogni decollo. Questa struttura sotterranea e' abbastanza vicino alla frontiera con la Corea Del Sud. Gli aerei decollano in pochi minuti per arrivare alla "linea smilitarizzata". (...)

La Corea del Sud ed i comandanti statunitensi ritengono che il completamento della pista permetterà di resistere ad un attacco di sorpresa dell'esercito americano, in modo che possa reagire anche sotto attacco senza essere stata distrutta, rendendo difficile ogni avanzata e complicando i piani del nemico. Questa struttura può vanificare l'aviazione della Corea del Sud ed attacchi militari statunitensi oltre l'orizzonte, migliorando a lungo raggio la difesa aerea, senza dover necessariamente contare solo sui combattenti dell'Esercito Popolare di Corea armati di baionette.

Secondo il giornale l'Esercito Popolare di Corea ha costruito tre piste simili sottoterra facendo diminuire gli entusiasmi per una guerra lampo da parte degli Usa e della Corea Del Sud. (...)



La Corea del Nord e la sua assistenza nucleare alla Siria.

"Sunday Times", oltre a citare la pista aeronautica sotterranea, ha dato qualche altra informazione.

"Sunday Times" ha citato "diplomatici di stanza a Pyongyang" secondo cui, il 22 aprile 2004, ci sarebbe stata un'esplosione di una stazione dei treni della Corea del Nord a Ryongchon. Per i media occidentali questo sarebbe stato un tentativo di assassinare il presidente della Corea del Nord, visto che il suo treno e' partito poche ore prima dell'incidente si è verificato. Tuttavia, i media giapponesi il 7 maggio di quell'anno hanno riferito l'avvistamento di personale militare che indossavano abiti anti-NBC nella zona dell'esplosione (armi chimiche?) nonche' la presenza di 12 siriani che aiutavano le indagini "sull'esplosione del treno siriano", provenienti dalla Syria Ai Tude Research Center (che è uno studio negli istituti di ricerca tecnologica militare di Damasco). I corpi delle vittime sono stati trasportati in patria da un velivolo militare siriano. Il giornale giapponese ha detto che a questi esperti sono stati consegnati "armi non convenzionali" per la Siria.

L'anno scorso in Gran Bretagna la rivista "Jane's Defense" ha riportato che il 23 luglio 2007 decine di ingegneri missilistici iraniani e siriani, utilizzati in degli impianti in Siria, sono stati uccisi da un'esplosione. Erano su un missile "Scud" per installare agente nervino VX e Sarin, mentre i missili e le testate "potrebbero essere di progettazione e produzione nordcoreana".

Il 24 aprile la CIA ha pubblicato un video per il Congresso che mostrava un progetto siriano di un nocciolo di reattore e sugli stessi impianti nucleari nordcoreani a Yongbyon, compresa la sua struttura e anche la quantità di barre di combustibile. Funzionari dell'intelligence Usa hanno detto che l'impianto nucleare siriano e' sorprendentemente simile all'impianto nucleare nordcoreano di Yongbyon. Pertanto, l'amministrazione Bush ha affermato categoricamente che la Corea del Nord ha aiutato la Siria a progettare e la costruire "armi nucleari ed infrastrutture collegate", ma nel settembre dello scorso anno le forze aeree israeliane hanno bombardato il reattore siriano. Funzionari della Siria e della Corea del Nord hanno fermamente negato che le due parti abbiano cooperato nel settore della tecnologia nucleare.









Analisi di intelligence militare.

Perché i media occidentali improvvisamente parlano di Menghong in Corea Del Nord?

Recentemente, il motivo per cui i media occidentali hanno preso di mira la Corea del Nord potrebbe essere correlato con l'amministrazione Bush, che ha cercato di fare pressione per costringere in fretta la Corea del Nord a fare delle concessioni sulla questione nucleare.

Alcuni esperti nucleari a Washington hanno detto che l'amministrazione Bush ha annunciato che la Corea del Nord ha aiutato la Siria a costruire un cosiddetto "impianto nucleare" solo per confondere, e pensano che è sicuramente una manovra del vicepresidente "falco" Dick Cheney che cerca di minare il dialogo positivo tra il governo Usa e la Corea del Nord.

Tuttavia, gli analisti della Corea del Sud ritengono che l'amministrazione Bush ha avuto dalla Corea del Nord esattamente ciò che gli Stati Uniti vogliono. La Corea del Nord continua il dialogo sulla questione nucleare in una direzione positiva. Il Dipartimento di Stato americano ha inviato Christopher Hill a Singapore l'8 aprile per incontrare i rappresentanti del dialogo con la Corea del Nord. Il Korea Institute for Defense ha dichiarato: "La Corea del Nord e gli Stati Uniti potrebbero aver raggiunto un accordo segreto, e ora gli Stati Uniti vogliono una cortina fumogena per nascondere le loro vere intenzioni."



Per vedere la zona via satellite premete il link qui sotto:
googlesightseeing.com/maps?p=1929&c=&t=k&hl=en&ll=39.093365,127.413...

x vedere il tutto cliccare sotto

http://www.ansuitalia.it/Sito/index.php ... 1319136775

[;)] [:(!] [}:)]


Ultima modifica di ubatuba il 24/10/2011, 19:44, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/10/2011, 20:28 
Ehm... Non vorrei dire, ma Google Map (mappa - rilievi) mi dice che la "montagna" è alta si e no 200 metri. Come fa ad essere 1000 metri sotto terra? Gli aerei partono come Ufo Robot, in salita?

Siamo davvero sicuri che questi abbiano costruito 5000 km di gallerie sotto 1 km (in Cina) e che in Nord Corea possano costruire aeroporti sotterranei, e che siano questi aeroporti (e non piuttosto la presenza cinese lì a due passi) a sconsigliare la guerra?


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MessaggioInviato: 24/10/2011, 20:48 
x cose specifiche dovresti chiedere informazioni al sunday ed alla intelligence militare,non sono del mestiere [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 24/10/2011, 20:49, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 24/10/2011, 21:08 
L'autore dell'articolo deve essersi confuso con il bunker sotterraneo cinese. Anzi, senz'altro.[^]



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MessaggioInviato: 31/10/2011, 02:54 
Mentre gli Usa sono impegnati con le loro invasioni
la Cina continua a produrre armi nucleari


Tratto da The Wall Street Journal
Traduzione a cura di: Enrico De Simone
Fonte: loccidentale.it
http://www.ecplanet.com/node/2784

Appena dopo la fine della guerra fredda, Philip Karber, funzionario del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, si recò in Russia per preparare il terreno alla visita del segretario di allora, Frank Carlucci. “Ci fu un incontro con lo stato maggiore russo – ricorda Karber – Un generale d’armata ci disse che la Russia disponeva di 40 mila testate nucleari, non delle 20 mila che pensavamo noi”.

Fu una rivelazione sconcertante. In un’epoca in cui legioni di analisti della Cia, “war-gamers” (simulatori – ndt) del Pentagono e specialisti nel controllo degli armamenti consacravano la propria carriera alla produzione di stime dell’arsenale sovietico, si venne a scoprire che gli Stati Uniti si erano sbagliati di uno scarto pari al cento per cento.

Philip Karber, che vanta incarichi nelle passate amministrazioni sia repubblicane che democratiche, attualmente a capo dell’Asian Arms Control Project (Progetto di controllo degli armamenti asiatici) alla Georgetown University, racconta l’aneddoto di cui sopra per dare una prima idea di ciò che è il suo ultimo lavoro.

Nel 2008, Karber è stato incaricato dalla Defense Threat Reduction Agency (Agenzia per la riduzione delle minacce) – un organismo del Pentagono la cui attività abbraccia un campo tanto vasto da spaziare dalle verifiche sulla riduzione degli armamenti alle perizie medico-legali – di investigare su un misterioso progetto cinese conosciuto come “La Grande Muraglia Sotterranea”. L’indagine avrebbe portato Karber a mettere in dubbio le convinzioni consolidate sulle dimensioni, e sugli scopi, del segretissimo arsenale nucleare cinese.

L’interesse dell’agenzia sull’argomento si è impennato in seguito al devastante terremoto che il 12 maggio ha investito la provincia del Sichuan. Al fianco delle convenzionali squadre di soccorso, Pechino inviò nella zona del disastro anche migliaia di esperti in radiazioni del Secondo corpo d’artiglieria, la branca dell’Esercito popolare di liberazione responsabile delle forze missilistiche strategiche nazionali, e quindi della maggior parte delle armi nucleari del paese.

Il coinvolgimento del Secondo artiglieria fu una sorpresa relativa, perché nel Sichuan sorgono alcune installazioni nucleari chiave, incluso l’equivalente locale dei leggendari laboratori di Los Alamos. Maggior interesse destarono i rapporti circa la frana di vaste zone collinari, che avevano portato in superficie enormi quantità di detriti in cemento. Si cominciò a parlare della possibilità che una parte significativa dell’arsenale nucleare cinese, custodito in tunnel e depositi sotterranei, fosse andato perduto nel sisma.

Philip Karber cercò di capirne di più. Grazie all’aiuto di un gruppo di studenti esaminò attentamente una serie di foto satellitari, attinse a fonti in cinese e si giovò di altri materiali di ricerca – tutti disponibili pubblicamente, ma trascurati in Occidente. La conoscenza della storia fu un ulteriore aiuto.

Andare sottoterra è stata una pratica militare cinese per quasi duemila anni. Fu un’ossessione per Mao Tse-Tung, che a Pechino fece scavare una grande città sotterranea e che, verso la fine degli anni Sessanta, ordinò la costruzione della cosiddetta “Terza linea di difesa” nel timore di un attacco nucleare sovietico. Il colossale progetto prevedeva, tra le altre cose, un reattore nucleare e depositi corazzati per ospitare la prima generazione cinese di missili balistici intercontinentali, tutto sottoterra.

La mania scavatrice dei cinesi non terminò alla morte di Mao; anzi, si intensificò. Nel dicembre 2009, nel quadro delle celebrazioni per il sessantesimo dalla fondazione della Repubblica popolare, le forze armate hanno orgogliosamente annunciato che il Secondo corpo d’artiglieria ha costruito complessivamente tremila miglia di tunnel, la metà dei quali nel corso degli ultimi quindici anni.

Lo stesso Karber aiuta a farsi un’idea: “Se parti nel New Hampshire, passi per Chicago, poi per Dallas, e arrivi a Tijuana, beh, quelle sono più o meno tremila miglia”.

Perché il Secondo artiglieria ha scavato così tanto? Dopo tutto, esistono altri modi di mettere al sicuro un arsenale nucleare. E anche con una forza lavoro numerosa ed economica come quella cinese, il costo di quei tunnel – ben costruiti, ben illuminati, lastricati, spaziosi e lunghi, in media, sei miglia – è stato comunque immenso.

L’estensione degli scavi, peraltro, non riflette affatto le dimensioni attualmente conosciute dell’arsenale nucleare cinese, che si ritiene conti tra le 240 e le 400 testate. “Possibile che abbiano costruito un tunnel di dieci miglia per ogni singola testata?” si chiede Karber. “Non ha senso, sarebbe un’esagerazione folle”.

Tale osservazione ha spinto Karber a guardare da vicino le stime occidentali dell’arsenale nucleare cinese. Verso la fine degli anni Sessanta, le proiezioni americane lo facevano ascendere a 435 testate entro il 1973. Un’estrapolazione lineare a partire da questo dato porterebbe a un risultato nell’ordine di tremila estate al giorno d’oggi.

Nel 1984 la Defense Intelligence Agency stimava che la Cina avesse 818 testate per il 1994 e più di mille alla data attuale. Studi più recenti fissano quel numero tra 2.350 e 3.500 tenendo conto di una produzione annuale media, per l’ultimo decennio, di duecento testate. Al contrario, secondo il Natural Resources Defense Council l’arsenale atomico cinese ha raggiunto il suo picco nel 1980, e da allora è rimasto stabile.

Quanto sono esatte tutte queste stime? In mancanza di sopralluoghi, è impossibile dire qualcosa di certo; come osservava un rapporto del Consiglio per le relazioni con l’estero scritto dieci anni fa, “la Cina si segnala come il meno trasparente tra gli stati dotati di armi atomiche”.

Eppure, nonostante tale opacità, tra gli osservatori dall’estero prevalgono le stime più conservative. Hans Kristensen, membro della Federazione degli scienziati americani, ripete che i cinesi “non si sono lanciati in una corsa per raggiungere il pareggio con gli arsenali nucleari americano o russo.

In quei tunnel non stanno celando centinaia e centinaia di ordigni atomici”. I tunnel, continua, non sono altro che “il tradizionale gioco cinese di nascondere quello che hanno, in questo caso la loro relativamente piccola forza missilistica”.

Karber non ne è convinto: “Un chilometro di tunnel costa quanto quattro o cinque armi nucleari e di sicuro quanto molti vettori”. Perché la Cina dedicherebbe così tante risorse a costruire una vasta rete di tunnel di protezione, e così poche alla realizzazione delle armi che quei tunnel devono custodire?

Di nuovo, sorge spontanea la domanda sulla credibilità del governo cinese quando parla di armi nucleari. Pechino non si stanca di ripetere che la sua politica si basa sull’assunto “mai il primo colpo”. Eppure, nel 2005, il generale Zhu Chengdu dichiarava al Wall Street Journal che la Cina avrebbe lanciato un attacco nucleare su “cento, o duecento” città americane, qualora gli Stati Uniti si fossero schierati al fianco di Taiwan nell’eventualità di un conflitto.

Pechino dichiara inoltre di aderire alla politica dei piccoli arsenali nucleari, descritta da un generale cinese come “il minimo indispensabile per una rappresaglia”. Anche qui, Karber ha i suoi dubbi.

La Cina è nel mezzo di un grande sforzo per ammodernare il proprio arsenale atomico, che include la realizzazione di missili balistici dalla testata multipla. Schiera già adesso una forza di quasi 1.300 sistemi missilistici tattici o di teatro, che possono venire armati tanto con una testata convenzionale quanto con una nucleare – ciò che permette alla Cina un immenso potenziale strategico in caso di guerra.

Karber sospetta che la Cina possieda fino a cinque missili per ogni lanciatore mobile. In altri termini, la discrepanza tra il numero noto di lanciatori e le stime di Karber si spiegherebbe col fatto che ogni lanciatore avrebbe a disposizione più “ricariche”.

Ma a cosa servirebbe, alla Cina, un arsenale atomico vasto e invulnerabile? Ormai da decenni chi è del ramo ha capito che la vittoria, in un conflitto atomico, arride a chi è in grado di sferrare un efficace “secondo colpo”; per riuscirci, è indispensabile un vasto arsenale dalle elevate capacità di sopravvivenza.

È stato lo stesso Secondo artiglieria a ricordare quelle teorie, quando, annunciando il completamento della Grande Muraglia Sotterranea, proclamò che da quel momento la Cina era in grado “di sostenere un attacco atomico”; che “Taiwan può cominciare a preoccuparsi per la propria indipendenza”; che la Cina non ha più motivo di “avere paura di una battaglia decisiva con gli Stati Uniti”.

Il dottor Kristensen derubrica tutto ciò a propaganda di regime, sottolineando che “i cinesi sono ben noti per propalare false informazioni volte ad ingannare un eventuale nemico”. Anche così, non si capisce perché coloro che in America sono incaricati di tenere sotto controllo l’arsenale cinese siano tanto inclini a credere alle dichiarazioni di Pechino, e declassino la gigantesca rete sotterranea come un equivalente cinese del Villaggio Potemkin (ossia, ad argomento di propaganda - ndt).

Karber, su questo, ha alcune convinzioni. Le basse stime dell’arsenale cinese, secondo lui, derivano dalla stima del numero di vettori – aerei, missili, sottomarini – che le possono impiegare. Ma questa stima è basata sul numero dei vettori osservati. Ebbene, sembra che “una certa inerzia abbia fatto sì che quel numero restasse pressoché invariato”.

Karber nutre anche il timore che a favorire le stime più basse sia il desiderio di restare in sintonia con le istituzioni. Nel governo americano, “il Pentagono e i circoli dell’Intelligence sono stati criticati, in passato, per avere elaborato le cosiddette ‘proiezioni sul caso peggiore’, e adesso tutti le evitano come la peste”.

Al di fuori del governo, “gli analisti d’armamenti si sono sforzati di minimizzare gli sforzi strategici dell’Esercito popolare, per non suscitare reazioni americane ‘non necessarie’”. Dopo tutto, si presume che la Cina sia il modello da seguire, visto che denuncia proprio quell’arsenale nucleare di ridotte dimensioni che tutte le potenze nucleari dovrebbero avere; una Cina assai più armata di quanto si crede sarebbe un fastidioso inconveniente per tutti coloro che spingono per ulteriori, drastici tagli degli arsenali nucleari.

Philip Karber è un uomo preciso, metodico, ed è convinto dell’opportunità di negoziare una politica di controllo degli armamenti con la Cina. Mi ha ripetuto più volte che la sua ricerca è lungi dall’ottenere risultati definitivi e che in ogni caso non può sostituire un vero lavoro di raccolta delle informazioni da parte dei servizi di Intelligence, né esclude la possibilità, per quanto inverosimile, che tutti quei tunnel siano stati fatti per custodirci testate, lanciatori e missili ancora da costruire.

Eppure, al di là di queste incertezze, i tunnel sono una realtà, che per di più il Pentagono ha riconosciuto per la prima volta soltanto quest’anno, nel suo rapporto annuale sulle forze armate cinesi. Nessuno tra quelli cui importi degli equilibri strategici può ignorare la montagna di evidenze messa insieme da Philip Karber, né tantomeno evitare di pensare a quello che potrebbe significare.

Ciò è vero in particolar modo per l’amministrazione Obama, che insieme alla Russia sta portando avanti un ambizioso programma di tagli agli arsenali nucleari, come se l’arsenale cinese fosse trascurabile.

Un tale assunto va rimesso urgentemente in discussione. L’alternativa è che la Cina, forte della sua ultramillenaria esperienza militare nel nascondere, fingere e sorprendere, un giorno – quando e come, lo vorrà lei – dia l’annuncio di aver raggiunto la supremazia in un campo che stiamo, stupidamente, regalando ai nostri sogni.

Autore: Bret Stephens / Tratto da The Wall Street Journal / Traduzione a cura di: Enrico De Simone / Fonte: loccidentale.it



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Ecco, siamo a posto!



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Trent’anni fa il mondo sull’orlo di una guerra nucleare

Nel 1983 un’esercitazione delle truppe Usa e Nato rischiò di scatenare una guerra nucleare e fra occidente e il blocco del Patto di Varsavia

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Trent’anni fa il mondo arrivò a un passo da un attacco nucleare sovietico all’Occidente. È quanto emerge da documenti segreti redatti al culmine della guerra fredda, prima dell’avvento di Mikhail Gorbaciov e del “disgelo”. Alcuni documenti rilasciati in base al Freedom of Information Act rivelano che durante un’esercitazione denominata Operation Able Archer, condotta nel novembre 1983 dagli Stati Uniti e dai suoi alleati Nato risultò talmente realistica da far credere alla Russia che un attacco nucleare sarebbe stato possibile a breve.

Quando la notizia arrivò nelle stanze dell’intelligence britannica, l’allora primo ministro Margaret Thatcher ordinò ai propri funzionari di fare pressione agli americani affinché un errore del genere non si ripetesse. Secondo alcuni attivisti contro la proliferazione nucleare, l’episodio potrebbe essere stato fra le principali cause del disgelo nelle relazioni fra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica.

Peter Burt, direttore del Servizio Informazione Nucleare, ha detto che i documenti hanno chiarito quanto la guerra fredda fosse diventata rischiosa per entrambe le parti:

Queste carte documentano un momento cruciale della storia moderna, il punto in cui il governo Thatcher capì che la guerra fredda avrebbe dovuto essere portata a termine e avviò il processo per convincere entrambe le parti ad agire nella stessa direzione.

L’operazione Able Archer coinvolse 40.000 uomini fra truppe Usa e Nato in movimento nell’Europa occidentale, truppe che furono coordinate tramite sistemi di comunicazione criptati. Durante l’esercitazione fu immaginato uno scenario nel quale le forze blu (Nato) avrebbero difeso gli alleati dopo che le forze arancioni (patto di Varsavia) avessero inviato truppe in Jugoslavia in seguito a disordini. Le truppe arancioni avrebbero invaso rapidamente Finlandia, Norvegia e Grecia e il conflitto avrebbe potuto sfociare in una guerra con armi chimiche e nucleari. Secondo Paul Dibb, ex direttore dell’intelligence australiana nell’esercitazione del 1983 si arrivò a un crisi più avanzata rispetto a quella più nota del 1962 con Cuba. L’esercitazione avvenne in un epoca di grande tensione internazionale. Nel settembre 1983 i sovietici abbatterono un Boeing 747 coreano uccidendo 269 persone. L’aereo aveva sorvolato lo spazio aereo sovietico ed era stato ritenuto un aereo spia americano. Inoltre, all’inizio dello stesso anno Ronald Reagan aveva parlato dell’Unione Sovietica come dell’“Impero del male” e aveva annunciato il piano per la costruzione dello scudo stellare.

Quando l’operazione Able Archer entrò nel vivo, il Cremlino diede l’ordine di disporre una dozzina di aerei attrezzati con armi nucleari in Germania orientale e Polonia. Inoltre, circa 70 missili SS-20 furono posti in stato di allerta elevato e i sottomarini con missili balistici nucleari vennero inviati sotto il ghiaccio artico per non essere rilevati. Trent’anni fa il mondo arrivò a un passo da un guerra che avrebbe potuto diventare globale. Tre decenni dopo la verità viene a galla, anche grazie al Freedom of Information Act che dà la possibilità a qualunque giornalista o studioso di fare richiesta per avere accesso a documenti riservati e coperti dal segreto di Stato.


http://www.polisblog.it/post/170127/tre ... nk_sidebar


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veramente furono gli SS-20 puntati da resnev erso l'Europa che stava pers catenare un guerra (ero in servizio ...) e grazie alla determinazione di Reagan, che gli rispose con i "Cruise" su Comiso, Germania, Grecia e Turchia che Bresnev si trovò ... circondato.[8D]



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