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MessaggioInviato: 16/11/2011, 18:24 
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sezione 9 ha scritto:

Domanda semplice (ma difficilissima), ma che bisogna fare: che si fa?

Riassumo, da quanto ho capito.

1- nazionalizzare le banche
2- non pagare il debito
3- uscire dall'Europa e tornare alla Lira


Nazionalizzare le banche, ossia rendere l'euro sovrano, potrebbe essere una soluzione ad una serie di problemi, probabilmente è il passo più logico e d è quello che si tenterà di compiere a breve...ma abbiamo ben presente cosa significherebbe? Addio Stati sovrani e benvenuta Europa Unita...

Non pagare il debito (è un opzione possibile e legittima), uscire dall'eurozona e tornare alla lira...Sarebbe la soluzione definitiva, ma non esiste attualmente alcuna possibilità di intraprendere un simile percorso.



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MessaggioInviato: 16/11/2011, 18:33 
Considerare che non sono gli italiani ad avere in mano il debito pubblico e non pagarlo significherebbe svendere lo stato a cinesi, francesi e compagnia bella.
Il ritorno alla Lira credo sarebbe penalizzante più che nel rimanere in area euro.
la cosa incredibile e sospetta dal punto di vista della stabilità, sono i debiti pubblici che determinano la tenuta di uno stato. Economicamente parlando, è assurdo che gli Stati Uniti abbiano 2 volte il debito della Grecia, ma quest' ultima è fallita, mentre gli Stati Uniti se la sciallano quasi beati.


Ultima modifica di greenwarrior il 16/11/2011, 18:36, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 16/11/2011, 18:34 
Comunque è curioso che tutto graviti intorno alla Germania. In pratica si valuta l'economia della zona euro in rapporto ai Bund tedeschi, un modo per dire che la Germania è immune da ogni valutazione di rischio. La cosa è abbastanza curiosa.
Ovviamente non è questo l'unico parametro di valutazione del quale il mercato tiene conto, ma in questo momento è POLITICAMENTE l'unico parametro di valutazione pubblicizzato.
Se si parla di mercato comune europeo, non si può accettare che al suo interno prevalgano logiche così marcatamente nazionalistiche. Se in un mercato con regole comuni, alcuni possono e riescono a fare quello che vogliono esclusivamente per i propri interessi, è ovvio che vengono meno gli equilibri.
E' come avere in famiglia un figlio scapestrato che fa di tutto per fare i suoi interessi, anche denunciare o uccidere i propri fratelli o genitori pur di averne un tornaconto.


Ultima modifica di iLGambero il 16/11/2011, 18:40, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/11/2011, 18:39 
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greenwarrior ha scritto:

Considerare che non sono gli italiani ad avere in mano il debito pubblico e non pagarlo significherebbe svendere lo stato a cinesi, francesi e compagnia bella.

Gli italiani hanno circa il 55% del proprio debito pubblico.
http://www.bancaditalia.it/statistiche/ ... _23_11.pdf
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MessaggioInviato: 16/11/2011, 18:52 
E' curioso Gambero, è vero...Però la Germania non è immune dai mercati, è solo più solida e ci metterà di più a cadere.



TOUISSAINT: ‘LE BANCHE SONO L’ANELLO DEBOLE DELL’EUROPA’
9 novembre 2011 19:20adminEconomia0 commenti


Intervista di Marius Fort de “la Vanguardia”, quotidiano spagnolo, a Éric Toussaint, il 14 ottobre 2011.

Il presidente del CADTM ritiene che la crisi europea attuale ricordi quella che ha attraversato l’America Latina durante gli anni 1980 e 1990.


Il professore Éric Toussaint ha scritto e coordinato con Damien Millet un’opera intitolata “Il debito o la vita” (edizioni Aden/CADTM). Alla vigilia della manifestazione degli Indignati/e questo sabato 15 ottobre in molte città europee, il cui epicentro sarà Bruxelles, le questioni del debito sovrano e la crisi della zona euro acquistano un’importanza maggiore. Toussaint, presidente del Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM), presenta nel suo ultimo libro le sue previsioni in merito alla situazione che attraversa attualmente l’Europa e che, secondo lui, non è troppo distante da quella che hanno attraversato i paesi dell’America Latina durante gli anni 1980 e 1990.

Il titolo dell’opera è “Il debito o la vita”. Messa così sembra che qualcuno ci stia derubando.

Ci derubano, effettivamente. I grandi azionisti delle banche godono ancora oggi di tutta la libertà che desiderano, a dispetto della crisi e degli aspetti più controversi della loro attività che hanno, ricordiamolo, provocato la crisi del 2007, iniziata negli Stati Uniti e che si è propagata all’Europa. Nonostante le loro attività nefaste, nessuno ha mai realmente preso delle misure per disciplinare queste istituzioni e molte di queste si sono ritrovate sull’orlo del fallimento, come la banca franco-belga Dexia, che è stata salvata per la seconda volta, giusto tre anni dopo un primo salvataggio. Bisogna tener conto del fatto che le istituzioni bancarie sono così strettamente connesse che il fallimento di una o due di esse può avere un effetto disastroso sull’insieme del sistema finanziario. Non bisogna prendere sotto gamba i pericoli attuali a questo proposito.

Perché i mercati non se la prendono con la Francia e la Germania, il cui debito pubblico è superiore a quello della Spagna?

I mercati, ossia le grandi banche, i fondi pensionistici, le compagnie assicurative, quelli che si chiamano investitori istituzionali, speculano sugli anelli deboli dell’Unione Europea, e gli anelli deboli sono in questo momento paesi come la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna e l’Italia. Non c’è alcun dubbio che da qui a un anno, oppure meno, si speculerà ugualmente sulla Francia e sul mio paese, il Belgio. Credo sia questione di mesi o di settimane nel caso del Belgio. Il suo spread supera attualmente 200 punti di base. È più facile prendersela prima con gli anelli più deboli che con quelli più forti di una catena. Questo non vuol dire che i mercati si fermeranno. La Spagna e l’Italia saranno i prossimi, poi la Francia e infine la Germania. Nessun paese in seno all’Unione Europea può credersi al riparo dai mercati, che agiscono in totale libertà per trarre profitto dalla situazione e ottenere dei benefici a breve termine. La cosa grave è che questi stessi speculatori si trovano oggi in una situazione di fallimento virtuale. È scandaloso.

I paesi salvano le banche e queste stesse banche li attaccano?

Esattamente. Gli stati aiutano le banche a destabilizzarli. È la pura verità, non si tratta di una visione ideologica, è quello che sta succedendo.

Questo porterebbe a dire che il sistema si nutre di sé stesso.

In un certo senso, poiché per le banche e le altre istituzioni finanziarie l’unica cosa che conta è di massimizzare i profitti a breve termine. Non hanno una visione a lungo termine, perché credono che i rischi presi a medio e lungo termine saranno sostenuti dalle istituzioni pubbliche per ridurre o eliminare le loro perdite.

Da presidente del CATDM, pensa che abbiamo tratto insegnamento dai trenta anni di aggiustamento strutturale in paesi come l’America latina?

È evidente che i governi europei non vogliano trarre insegnamento da trenta anni di neoliberismo in America latina. A partire dalla Commissione Europea (CE) fino ai governi nazionali, fra gli altri lo Stato spagnolo, si mettono in pratica politiche d’aggiustamento, di riduzione delle spesa pubblica che deprimono la domanda globale e generano una bassa crescita o semplicemente una recessione. Anche la Germania che aveva saputo trarre vantaggio da questa situazione ottenendo un surplus commerciale rispetto ai paesi della periferia europea (Grecia, Portogallo, Spagna), incontra ora delle difficoltà economiche. Si applica lo stesso tipo di politica ovunque in Europa e il modello basato sulla crescita alimentata dall’aumento delle esportazioni non funziona più, semplicemente per il fatto che tutto il mondo fa la stessa cosa. Sono stato cinque volte in America Latina dall’inizio della crisi e molti alti rappresentanti di governi diversi mi hanno chiesto: “Com’è possibile che i governi europei non hanno tratto insegnamento dalla nostra esperienza e si accingono a ripetere gli stessi errori?”

Che paralleli traccia fra il piano d’aggiustamento strutturale del FMI in Africa e i piani d’austerità in Europa?

Credo che ci sia un parallelismo evidente. Si applicano in Europa le stesse misure del Congresso di Washington. In che consistono queste misure? Riduzione della spesa pubblica, licenziamenti massicci di funzionari, forti privatizzazioni, aumento delle imposte indirette come l’IVA, riforme del mercato del lavoro e dei sistemi pensionistici (questo fu il caso di parecchi paesi dell’America latina, mentre in Africa non c’è mai stato un sistema previdenziale). È esattamente lo stesso schema, che produce un degrado delle condizioni di vita e pietosi risultati economici in termini di crescita.

Ciò a cui fa allusione mi ricorda alcuni aspetti che ci toccano da vicino in questo momento.

Certo. Gli accordi imposti dalla troika (CE, FMI, BCE) alla Grecia, al Portogallo, all’Irlanda implicano misure simili a quelle applicate all’America Latina all’epoca del mandato di Carlos Menem in Argentina, che portarono alla fine al disastro e alla ribellione del 2001, il corralito. L’Europa attraversa più o meno la stessa situazione dell’America Latina degli anni 80-90. La gente comincia a prendere coscienza del disastro che ha rappresentato. L’America latina ci ha messo anni per risollevarsi. Spero che l’Europa non attraversi 10-15 anni di neoliberismo, spero che grazie alla mobilitazione dei cittadini/e, ci sarà una rimessa in discussione della legittimità del debito pubblico, che aumenta a causa del trasferimento del debito privato ai poteri pubblici. In Spagna il debito pubblico rappresenta solo il 17% del debito totale. È chiaro che la tendenza è quella del trasferimento del debito privato al governo spagnolo, come nel caso emblematico dell’Irlanda, paese modello con un deficit pari a zero e un tasso di disoccupazione nullo, che si ritrova oggi, in seguito al fallimento delle banche e all’esposizione alla bolla immobiliare, con un debito pubblico notevole perché il Tesoro si è sobbarcato il costo del salvataggio bancario. Questo processo è in corso in Spagna.

Questo fine settimana Merkel e Sarkozy sembrano aver aderito a un accordo “totale”, a “una soluzione duratura ai problemi dell’Europa”, mentre Barroso ha presentato un piano di ricapitalizzazione della banca. Che pensa del ruolo della CE in questa crisi?

I piani della CE sono sempre molto in ritardo. Rispondono adesso alla fase precedente della crisi. Sia in termini di metodologia che in termini di risorse messe a disposizione del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria per intervenire. Questo fondo, che raggiunge i 440 miliardi di euro, è totalmente insufficiente anche se vedesse le sue risorse raddoppiate. Deve intervenire in Grecia, in Portogallo, in Irlanda, in Spagna, eccetera. Si fa credere all’opinione pubblica che tutto è sotto controllo, mentre in realtà il pavimento si sgretola sotto i nostri piedi.

La Grecia fallirà?

Secondo me le banche sono l’anello più debole in Europa. Si parla molto della Grecia, ma in realtà le più fragili in questo momento sono le banche. Dexia lo testimonia, ma anche BNP Paribas, Société Générale, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo in Italia e anche i gruppi come Santander e BBVA. Nei mesi a venire, vedremo chi effettivamente incontrerà più difficoltà, se saranno le banche o paesi come la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda.

Nel suo libro menziona spesso la strategia dello “choc” di Naomi Klein. Siamo senza storia, disorientati/e?

Noi viviamo la messa in pratica della strategia descritta da Naomi Klein, la “strategia dello choc”. Per esempio, qualche giorno fa, il quotidiano Il Corriere della Sera ha rivelato il contenuto esatto della lettera che la BCE ha trasmesso all’Italia agli inizi d’agosto. È la descrizione esatta della “strategia dello choc”. Più che di raccomandazioni, si trattava di diktat su temi che non sono per nulla di competenza della BCE. Per esempio la riforma del sistema delle convenzioni collettive. È un’ingerenza da parte delle istituzioni multilaterali in ambiti che non riguardano le loro mansioni, che non sono altro che quelli legati alle questioni del mercato del lavoro. Tutti sanno che l’obiettivo della BCE è di lottare contro l’inflazione. Nell’opera, evidenzio il fatto che nel 2008-09 abbiamo attraversato un piccolo lasso di tempo nel quale la “strategia dello choc” non era stata ancora applicata totalmente, ma a partire dal 2010-11 è stata posta in essere in maniera aggressiva. Per cui, ciò che può succedere il 15 ottobre è per me fondamentale. Gli indignati/e, o chiunque essi siano, protestano perché vedono che vengono favoriti gli interessi dei privati a detrimento di quelli della maggioranza. È una perdita totale di fiducia di una parte importante della popolazione, in coloro che ci governano.

Che alternativa suggerisce nel suo libro?

C’è bisogno di una soluzione radicale al problema del debito pubblico attraverso un processo di audit che permetta di identificare la parte illegittima del debito e di ripudiarla; questo implica una mobilitazione cittadina, poiché i governi attuali non sono in nessun modo convinti da questa soluzione. Inoltre non possiamo lasciare che le banche agiscano per conto proprio: bisogna socializzare queste entità e non le loro perdite. I poteri pubblici devono mettere a punto un dispositivo che permetta di disporre di un settore pubblico di credito per la popolazione, di rilanciare l’economia, creare lavoro, eccetera. Ci dobbiamo dotare di una nuova disciplina finanziaria, rigorosa, nei confronti dei mercati finanziari.

È vero, come ha detto Alessio Rastani alla BBC, che “Goldman Sachs domina il mondo”?

Goldman Sachs ha una grande influenza, ma non domina totalmente il mondo. Mario Draghi, il futuro presidente della BCE, è un uomo di GS. È stato anche un alto funzionario della Banca Mondiale. I responsabili politici conducono spesso le loro carriere in seno ai consigli d’amministrazione delle grandi imprese industriali e finanziarie (e viceversa), che così li ringraziano per il loro aiuto e approfittano ugualmente della loro influenza presso i governi. Bisognerebbe risanare tutto questo e fare in modo che non ci sia nessun conflitto d’interesse fra i responsabili politici e gli azionisti privati. Un responsabile politico non può passare di punto in bianco al settore privato, deve avere uno stacco di almeno 5 o 10 anni.

Perché considera che il debito di molti paesi europei, fra cui la Spagna, sia illegittimo?

Perché il debito è il risultato di una politica deliberata e ingiusta che non rispetta il principio fondamentale del diritto che è l’equità. All’origine c’è una riforma fiscale neoliberista di riduzione del contributo fiscale delle famiglie più ricche. Non parlo della classe media, parlo del 5 o 10% dei più ricchi. Sono loro che hanno beneficiato di queste politiche così come le imprese private, che pagano molte meno imposte proporzionalmente ai loro guadagni. Perciò, gli stati hanno dovuto finanziare il loro budget indebitandosi in anticipo; questo è il primo fenomeno. Secondo, la crisi è stata provocata dalle avventure degli agenti immobiliari, delle grandi aziende private e dal sistema di credito ipotecario, che ha provocato l’esplosione della bolla immobiliare e una recessione economica; lo stato si è allora visto obbligato a mantenere un certo livello di crescita, il che ha determinato un costo che ha fatto aumentare il debito pubblico. Questo accumulo di debito pubblico, che non ha raggiunto in Spagna un livello equiparabile a quello della Grecia, dell’Italia o dell’Irlanda, è il risultato di una politica nefasta che ha fruttato e continua a fruttare ai responsabili della crisi. È per questo che parliamo di illegittimità. Un governo può essere democratico ed emettere un debito che non abbia nessun vizio a livello legale, ma che si rivela essere illegittimo per il fatto che non rispetta il principio d’equità.

Fonte: Éric Toussaint : « Les banques sont le maillon faible en Europe

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRA LAURITO

http://www.comedonchisciotte.org/site// ... e&sid=9295



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MessaggioInviato: 16/11/2011, 19:09 
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Blissenobiarella ha scritto:

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sezione 9 ha scritto:

Domanda semplice (ma difficilissima), ma che bisogna fare: che si fa?

Riassumo, da quanto ho capito.

1- nazionalizzare le banche
2- non pagare il debito
3- uscire dall'Europa e tornare alla Lira


Nazionalizzare le banche, ossia rendere l'euro sovrano, potrebbe essere una soluzione ad una serie di problemi, probabilmente è il passo più logico e d è quello che si tenterà di compiere a breve...ma abbiamo ben presente cosa significherebbe? Addio Stati sovrani e benvenuta Europa Unita...

Non pagare il debito (è un opzione possibile e legittima), uscire dall'eurozona e tornare alla lira...Sarebbe la soluzione definitiva, ma non esiste attualmente alcuna possibilità di intraprendere un simile percorso.


Le mie perplessità:

1- nazionalizzare le banche significa nazionalizzare il DEBITO
2- non pagare il debito significa lasciare in mutande non i "principi" ma quelli (anche italiani: Gambero dice che metà del debito italiano è in mano italiana) che hanno investito i loro risparmi, e in teoria dovrebbero far parte del 99%, non dell'1%
3- la moneta dovrà pur fondarsi su qualcosa (visto che mi rappresenta un valore, non è che 100 lire "valgono" 100 lire), e se in tasca l'Italia ha X oro, pensare che basti stampare il doppio per stare meglio è pura follia. Perchè l'oro non lo stampi, lo comperi, e non comperi tanto oro con una lira di carta (igienica).

E' una illusione pensare che basti uscire dal resto del mondo per risolvere i problemi. L'Italia vive di esportazioni, se decidono di non comprare siamo alla fame. Quello che si propone sembra la riedizione dell'Italia autarchica, e non mi pare una bella idea, detto sinceramente.


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Se l'euro è sovrano l'Europa non si indebiterà più con le banche, ma con se stessa. E quando una nazione, uno Stato o un unione di Stati, si indebita con se stessa i meccanismi cambiano, il debito può anche diventare un motore dell'economia. Per questo mi sembra che alla fine la creazione di un euro sovrano possa essere il punto d'arrivo naturale, del casino che hanno generato...Non la ritengo nemmeno io una soluzione auspicabile, ma penso che è qui che si voglia andare a finire...

Non pagare il debito significa bloccare di fatto l'economia di una nazione per svariati mesi, e una ripresa lenta e dolorosa.

La moneta oggi non si fonda su niente di diverso dal valore nominale. Non esiste assolutamente alcun corrispettivo reale nel quale convertirla.

Tornare ad una moneta sovrana, non significa affatto uscire dal resto del mondo o dai mercati... una moneta sovrana, una volta che si è affermata e stabilizzata, garantisce allo stato titolare la possibilità di poter pagare sempre e comunque. E' la capacità di far fronte sempre ai propri debiti, è una cosa che i mercati apprezzano parecchio. Sarebbe la soluzione definitiva ma al contempo è un utopia perchè non c'è nessuno in grado di intraprendere questa battaglia, o nessuno che è in grado di farlo che semplicemente lo voglia...



Visto che oggi ho cominciato con il citare Barnard [:)]:


Cosa accade ora e come reagire.

Il colpo di Stato si compone della fase scardinante e del regime successivo. Di norma la prima implica un attacco frontale alla democrazia che spaventa e sconquassa, i blindati nelle strade e le bombe sui palazzi di governo. Nel caso del colpo di Stato finanziario che ha oggi terminato la democrazia italiana post bellica, l’equivalente sono stati l’attacco dei mercati e le bombe in termini di titoli italiani sganciati a tappeto in una vendita furiosa. La seconda fase è quella che segue, il regime vero e proprio. Le cose si calmano in apparenza, ma i golpisti sono nel palazzo e iniziano le razzie e i crimini contro i diritti umani. Nel caso del colpo di Stato finanziario che ha oggi terminato la democrazia italiana post bellica, l’equivalente saranno la demolizione della ricchezza pubblica (residua) da trasferire alle elite, dei diritti del lavoro per il beneficio di chi vuole pagare un italiano come un cinese, e dell’economia stessa, poiché tali politiche possono solo soffocare la Aggregate Demand che è vitale per qualsiasi sistema economico. Saranno 40 anni di sofferenza sociali indescrivibili per milioni di noi, che non inizieranno a mordere giovedì prossimo, ma neppure tanto in là. Mario Monti, golpista criminale al soldo di e contiguo con Goldman Sachs, la Coca Cola Company, il Bilderberg e le lobby finanziarie europee, è già al timone. Napolitano, che non chiamo Presidente perché è un lurido traditore della patria, ha steso il tappeto rosso.

Perdonate se non entro nei dettagli del saccheggio prossimo, leggete il Più Grande Crimine 2011, è tutto spiegato.

Ora, sul cosa fare ci sono tre strade. Ma nessuno le percorrerà. Voi che leggete, e in generale tutti i cosiddetti impegnati, non avete più alcun attributo maschile funzionante, siete drogati di pc e del tutto inutili, patetici inutili chiacchieroni online. In politica, e lo so da fonti interne ad essa, non ci capiscono un tubo di questo colpo di Stato, manco sanno di cosa si parla. Inutili anche loro. *

* (Bossi credo sappia tutto, ma scommette sulla sua Padania come neo-lander tedesco che vivrà ricco e felice nel mezzo di Calcutta. Sbaglia tutto, non ha capito che i tedeschi sono nazisti nel DNA, infatti è la terza volta in 100 anni che tentano di distruggere noi ‘untermenschen’ d’Europa: prima e seconda guerra, e con la loro BCE che non fa il suo lavoro. Bossi, sei scemo, fammi togliere sta soddisfazione, ma voi leghisti… ma proprio ******** stellari a credergli)

Le soluzioni.

1) La BCE fa il suo lavoro. Per placare il panico dei mercati - dovuto solo al fatto che sanno che il nostro debito pubblico è pagabile in Euro, cioè una moneta che noi non possiamo emettere per cui non possiamo garantire di pagare puntuali i nostri titoli di Stato – la BCE può fare il suo lavoro, che dovrebbe essere di comprare tutti i titoli di Stato di qualsiasi Stato dell’Eurozona in difficoltà, e senza limiti di acquisto. Come è noto, se i titoli di Stato vengono acquistati in massa, il loro valore aumenta e i tassi che il Paese che li ha emessi deve pagare su di essi calano (e per quel Paese è un bene). Ok, in questo momento l’Italia emette titoli di Stato, e lo deve fare per trovare sti maledetti Euro per pagare le sue spese (visto che non lo può emettere). Oggi l’Italia paga interessi su questi titoli a livelli usurai e questo la strangola, e inoltre la sospinge in un circolo vizioso orrendo, dove più paga interessi e più la sfiduciano e più la sfiduciano e più paga interessi, e daccapo. Ok. La BCE compra in massa titoli italiani (ma lo stesso con Grecia, Portogallo e Irlanda) e questo fa calare gli interessi, l’Italia respira. I mercati si tranquillizzano, poiché se la BCE fa questo, loro sanno che in caso di difficoltà sarà la BCE a comprargli i titoli italiani che hanno in tasca, non ci perderanno, e quindi si calmano ancora di più. Se si calmano, toneranno a prestarci i soldi a interessi decenti. Domanda: può la BCE fare questo? Ci dicono che è vietato dai Trattati europei come il Lisbona. Risposta: i trattati sono ambigui su questo, ma alla fine una decisione politica può sbloccare tutto, basta che la prendano. Domanda: la BCE ha i soldi per fare questo? Risposta: la BCE può inventarsi tutti gli Euro del mondo e di quell’altro mondo pure, non ha limiti e può comprare tutti i titoli di questo mondo e di quell’altro, a patto che siano in Euro. Questo fa, per esempio, la FED (banca centrale) americana, che si è inventata 27 trilioni di dollari (avete un’idea di quanti siano?) dal nulla 4 anni fa e ha comprato titoli americani tossici senza fine. Inflazione in USA oggi? Microscopica, nessun problema. Domanda: perché la BCE, allora, non ci salva in questo modo? Risposta: perché è dominata dalla Germania, e se ci salva il progetto neonazi di dominarci come ‘untermenschen’ salta. Sto esagerando i toni? No. Hai le prove? Sì. Theo Weigel, ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato di aver voluto l’Euro in questo modo e senza salvaguardie per nessuno. Draghi e gli altri criminali tecnocrati europei, ma anche Prodi e compagnia, sanno tutto e hanno partecipato. Draghi che oggi sta al timone della BCE ha già detto No!, la BCE non salva nessuno. Gradirei che Carla Del Ponte annotasse, per il prossimo processo all’Aja contro questi assassini per crimini contro l’umanità.

Detto questo, va annotato che la soluzione appena accennata sopra non risolve il problema centrale di questa tragedia, cioè l’esistenza dell’Euro non sovrano per alcuno Stato che lo usa. Per cui rimarrebbe inalterata la maledizione dei Tesori dell’Eurozona che devono prendere in prestito ogni singolo Euro che spendono per noi e per altri. Quindi la soluzione sopraccitata è da considerarsi come una soluzione d’emergenza per fermare l’emorragia, una specie di rianimazione, ma non la cura.

2) Creare gli Stati Uniti d’Europa. Questo invece curerebbe il male principale, ma poi ne introduce un altro tale e quale. Per rendere l’Euro sovrano, per far sì che i mercati sappiano che l’Eurozona ha Ability to Pay (vedi sopra), e per far sì che si spezzi la dipendenza dai prestiti dei privati per poter acquisire la nostra moneta, si crea un governo centrale d’Europa con un ministero del Tesoro centrale che lavora con la BCE come fa Washington con la FED. A quel punto ok, l’Euro sarà sovrano di questi Stati Uniti d’Europa e gli Euro saranno creati dal governo centrale senza prenderli in prestito da nessuno. Naturalmente quelli che oggi sono gli Stati come Italia, Olanda, Germania ecc., cioè teoricamente separati e indipendenti, diventeranno Stati federali come la California, il Missouri, la Florida ecc. Qual è il problema? Bè, primo che voglio vedere se ce la facciamo culturalmente dopo secoli a dissolverci in un unico Stato e a obbedire tutti al suo governo a Bruxelles. Ne dubito. Poi, e soprattutto, dato che questa sarebbe proprio la definitiva perdita di qualsiasi sovranità degli Stati membri (ancor più di ora), cosa succede se al governo centrale europeo comandano le elite criminali della finanza come accade oggi con Obama-Sachs negli USA? (Obama è controllato da Wall Street che se lo comprò in campagna elettorale, come dimostrai allora) E c’è da dire che se giudichiamo dal precedente che abbiamo, cioè il nostro governo europeo ‘di fatto’ che è la Commissione di Bruxelles, interamente in mano alle lobby finanziarie come ERT, BE, Lotis, TABD ecc., non c’è da stare tranquilli. Sarebbe una catastrofe, perché come ho sempre detto avere una moneta sovrana è indispensabile, ma se poi il governo non la spende a deficit per tutelare noi persone (modello MMT), siamo punto daccapo. C’è da scommettere con certezza che un governo degli Stati Uniti d’Europa oggi farebbe esattamente quello che fanno, o fecero, a Washington, cioè: spendere a deficit solo per salvare il c… alle banche, ma non un centesimo per la gente; oppure seguire l’isteria contro il deficit e tassare i cittadini più di quanto spendono per loro per pareggiare i bilanci (modello Clinton), cioè disastro di impoverimento generale. No, questa opzione 2) non mi convince.

3) Abbandonare l’Eurozona, tornare alla Lira sovrana. Ok, l’Italia dice “Ciao a tutti me ne vado, e l’ultimo che esce da sta stanza mefitica spenga la luce”. Significa rompere drammaticamente con gli obblighi italiani ratificati col Trattato di Lisbona e altri. Significa fare un default in Euro. Senza dubbio questo è drammatico. Avete presente l’Argentina del default? Ecco. Però un attimo, continuo. Di sicuro questo comporterebbe il collasso istantaneo della capacità dell’Italia di ottenere prestiti in Euro, comporta il fatto che il nostro debito viene convertito in nuove Lire, che proprio a causa del terremoto default varranno molto poco, per cui il debito in termini di numeri si gonfierà come un pallone. Poi la Germania di certo tenterà di scatenarci addosso ricatti commerciali, con ritiro d’investimenti da parte di molti ecc. Di certo sarà durissima rinegoziare tanti crediti privati dicendogli pari pari “Sorry, non ce n’è più, o accettate la metà, un terzo, di quello che vi dobbiamo, o ciccia”. Le banche italiane dovranno subire terremoti, di sicuro, e si trascineranno dietro quelle europee. Noi italiani dovremmo prepararci per un periodo di vacche molto, molto magre. Ma poi… Indovinate cosa?

Bè, sentite, i mercati non sono scemi né ideologici, e sono a-morali, nel senso che chiunque tu sia o qualsiasi cosa tu abbia fatto, se gli fai far soldi ti amano. Ok, i mercati capiranno nel giro di molto poco che l’Italia ha ora la sua moneta sovrana, e che quindi ha recuperato la fondamentale Ability to Pay, cioè possiamo garantire di pagare puntuali i nostri titoli di Stato senza problemi. Il debito gonfiato come un pallone non conta più se noi possiamo sempre onorarlo. Poi i creditori alla fine diranno: “Ok, meglio incassare qualcosa piuttosto che nulla”, è già successo molte volte ed è in fondo la regola del Libero Mercato, rischi e magari perdi tutto, pace. Ma gli stessi creditori sanno che in futuro, con la nostra recuperata moneta sovrana, questo rischio non ci sarà più, e possono recuperare investendo nelle nuove Lire che saranno di certo onorate. Quindi i tassi sulle nuove emissioni di titoli italiani cominceranno a scendere, e scendere e scendere, non immaginate quanto. Poi: i mercati sanno anche che questo Bel Paese che ha recuperato la sua Ability to Pay ha anche una ricchezza invidiabile, è moderno, ha aziende brillanti, ha banche meno decotte di tutte le altre europee, ha un risparmio privato immenso, sa produrre a livelli tedeschi se vuole. Interessante. Poi il nuovo governo italiano della nuova Lira può applicare, spendendo a deficit la sua moneta emessa dal nulla, il piano di Piena Occupazione della Modern Money Theory School of Economics (MMT), che porta al lavoro tutti i disoccupati, e questo aumenta la nostra produttività. Sempre spendendo a deficit, lo Stato delle nuove Lire può offrire pieno Stato Sociale, può fare investimenti in infrastruttura e modernizzazione, e questo sarà denaro che ritorna nelle riserve delle banche bastonate, che si rizzeranno. Le due cose appena dette aumentano la nostra attrattiva per gli investitori, che pensano “Umm, interessante questo ricco Paese rinnovato, investiamo, e compriamo titoli, questa volta può pagare puntuale”. Risultato: quello che è successo in Argentina dopo il catastrofico default. Hanno recuperato moneta sovrana, hanno mandato affanc… gli USA e il Fondo Monetario Internazionale, hanno applicato la MMT all’occupazione nazionale e all’economia, e sono schizzati in 3 anni da un livello africano a uno dei Paesi più in crescita del mondo. Ed erano l’Argentina, con tutto il rispetto. Immaginate noi.

http://www.paolobarnard.info/intervento ... php?id=266



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MessaggioInviato: 17/11/2011, 12:55 
Crisi/ Record spread titoli francesi-Bund sopra 200 punti
Giovedi, 17 Novembre 2011 - 10:15
Continua ad allargarsi lo spread tra titoli di Stato francesi e Bund tedeschi equivalenti, che oggi ha toccato un nuovo record a 201 punti base, superando per la prima volta la soglia dei 200 punti. Il rendimento e' al 3,78%.


http://affaritaliani.libero.it/ultimiss ... 09#Scene_1



ma il sarko....anzike dare lezioni agli altri dovrebbe prima guardare al suo pollaio,ke inizia ad avere problemi.......[;)]


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MessaggioInviato: 17/11/2011, 14:41 
Se non si è ancora capito sta venendo giù tutto.
Ora metteranno la Germania con le spalle al muro. Se indeboliscono la Francia, ora toccherà ai tedeschi decidere che cosa vogliono fare... da notare che la crisi in Europa sta aprendo autostrade all'esportazione tedesca... ovviamente prima o poi anche i tedeschi dovranno pagare il conto, e quando toccherà a loro avremo il botto globale.


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MessaggioInviato: 17/11/2011, 14:46 
Un ripassino che non fa mai male, soprattutto perchè quello che stiamo vedendo oggi è la naturale prosecuzione di un processo iniziato almeno 20 anni fa...


Nel 1992 Ciampi, allora governatore di Bankitalia, dilapidò 48 miliardi di dollari in una assurda difesa della lira, che era sotto attacco da parte di Soros. Difesa che fin dall’inizio era da abbandonare, dato che la Banca Centrale tedesca aveva chiarito che non avrebbe appoggiato l’Italia (doveva già proteggere la Francia).Soros aveva più mezzi: grazie all’effetto-leva e alla speculazione coi derivati, agiva come avesse 100 dollari per ogni 5 realmente impiegati. In pratica, con questa leva, Soros vendeva lire che non possedeva, contando poi di ricomprarle a svalutazione avvenuta. Inoltre, Soros aveva alle spalle i Rothschild, che dal 1989 avevano aperto a Milano la Rothschild Italia SpA, il cui direttore, Robert Katz (J), era diventato direttore del Quantum Fund di Soros proprio alla vigilia dell’attacco.Il venerato maestro Ciampi, che sapeva come stavano le cose, avrebbe dovuto rinunciare fin dall’inizio alla sua difesa, salvando i 48 miliardi di dollari. Invece la fece ad oltranza: cosa che costò ai contribuenti italiani 60 mila miliardi di lire (due o tre stangate alla Prodi) che in parte (almeno 15 mila miliardi di lire) finirono nelle tasche di Soros. E cosa ancora più grave, Ciampi prosciugò quasi totalmente le riserve in valuta di Bankitalia.Così, quando alla fine la lira fu svalutata del 30% – come i Rothschild e le banche d’affari USA volevano, per poter comprare a prezzi stracciati le imprese dell’IRI – non c’erano più soldi per la difesa della italianità di quelle imprese. La svendita era stata accuratamente preparata da Giuliano Amato che, appena diventato capo del governo, aveva trasformato gli enti statali in società per azioni, in vista delle privatizzazioni, in modo che le oligarchie finanziarie estere potessero controllarle diventandone azioniste, e poi rilevarle per il classico boccone di pane.Il piano era stato probabilmente elaborato nella famosa riunione sul Britannia del giugno ‘92, panfilo della regina d’Inghilterra, su cui era salito Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro. I magistrati di Mani Pulite diedero una mano, creando il clima di linciaggio contro Craxi (che si opponeva fieramente alle intrusioni straniere) ed arrestando preventivamente una folla di grand commis di Stato, poi risultati del tutto innocenti, in modo da sguarnire il fronte che si opponeva alle svendite. Così il saccheggio avvenne tra gli applausi degli italiani, ben contenti di vedere Craxi in fuga e la vecchia DC smantellata da Di Pietro.La cosa fu così sporca che Ciampi (come minimo, se non da complice, si comportò da incompetente) una volta prosciugate le riserve, offrì le sue dimissioni. Gli fu detto di star tranquillo; sarebbe stato premiato con la presidenza della repubblica e santificato per sempre dall’aureola di Venerato Maestro, conferitagli dai grandi giornali, Corriere e soprattutto Repubblica. C’è il sospetto infatti che anche De Benedetti avesse guadagnato dalla speculazione.
Ci fu anche un’inchiesta. Nel ‘96 la Guardia di Finanza indagò se «influenti italiani abbiano operato illegalmente dietro banche e speculatori», ricavando un guadagno accodandosi a Soros nella speculazione contro la lira. Secondo Il Mondo del dicembre ‘96, la «lobby a favore di Soros», secondo gli inquirenti, comprendeva Prodi, Enrico Cuccia (capo di Mediobanca per la Lazard) Guido Rossi, Isidoro Albertini, Luciano Benetton, Carlo Caracciolo.
Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica.

Autore Maurizio Blondet


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MessaggioInviato: 17/11/2011, 17:50 
Cita:
DeMultaNocte ha scritto:

Un ripassino che non fa mai male, soprattutto perchè quello che stiamo vedendo oggi è la naturale prosecuzione di un processo iniziato almeno 20 anni fa...


Nel 1992 Ciampi, allora governatore di Bankitalia, dilapidò 48 miliardi di dollari in una assurda difesa della lira, che era sotto attacco da parte di Soros. Difesa che fin dall’inizio era da abbandonare, dato che la Banca Centrale tedesca aveva chiarito che non avrebbe appoggiato l’Italia (doveva già proteggere la Francia).Soros aveva più mezzi: grazie all’effetto-leva e alla speculazione coi derivati, agiva come avesse 100 dollari per ogni 5 realmente impiegati. In pratica, con questa leva, Soros vendeva lire che non possedeva, contando poi di ricomprarle a svalutazione avvenuta. Inoltre, Soros aveva alle spalle i Rothschild, che dal 1989 avevano aperto a Milano la Rothschild Italia SpA, il cui direttore, Robert Katz (J), era diventato direttore del Quantum Fund di Soros proprio alla vigilia dell’attacco.Il venerato maestro Ciampi, che sapeva come stavano le cose, avrebbe dovuto rinunciare fin dall’inizio alla sua difesa, salvando i 48 miliardi di dollari. Invece la fece ad oltranza: cosa che costò ai contribuenti italiani 60 mila miliardi di lire (due o tre stangate alla Prodi) che in parte (almeno 15 mila miliardi di lire) finirono nelle tasche di Soros. E cosa ancora più grave, Ciampi prosciugò quasi totalmente le riserve in valuta di Bankitalia.Così, quando alla fine la lira fu svalutata del 30% – come i Rothschild e le banche d’affari USA volevano, per poter comprare a prezzi stracciati le imprese dell’IRI – non c’erano più soldi per la difesa della italianità di quelle imprese. La svendita era stata accuratamente preparata da Giuliano Amato che, appena diventato capo del governo, aveva trasformato gli enti statali in società per azioni, in vista delle privatizzazioni, in modo che le oligarchie finanziarie estere potessero controllarle diventandone azioniste, e poi rilevarle per il classico boccone di pane.Il piano era stato probabilmente elaborato nella famosa riunione sul Britannia del giugno ‘92, panfilo della regina d’Inghilterra, su cui era salito Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro. I magistrati di Mani Pulite diedero una mano, creando il clima di linciaggio contro Craxi (che si opponeva fieramente alle intrusioni straniere) ed arrestando preventivamente una folla di grand commis di Stato, poi risultati del tutto innocenti, in modo da sguarnire il fronte che si opponeva alle svendite. Così il saccheggio avvenne tra gli applausi degli italiani, ben contenti di vedere Craxi in fuga e la vecchia DC smantellata da Di Pietro.La cosa fu così sporca che Ciampi (come minimo, se non da complice, si comportò da incompetente) una volta prosciugate le riserve, offrì le sue dimissioni. Gli fu detto di star tranquillo; sarebbe stato premiato con la presidenza della repubblica e santificato per sempre dall’aureola di Venerato Maestro, conferitagli dai grandi giornali, Corriere e soprattutto Repubblica. C’è il sospetto infatti che anche De Benedetti avesse guadagnato dalla speculazione.
Ci fu anche un’inchiesta. Nel ‘96 la Guardia di Finanza indagò se «influenti italiani abbiano operato illegalmente dietro banche e speculatori», ricavando un guadagno accodandosi a Soros nella speculazione contro la lira. Secondo Il Mondo del dicembre ‘96, la «lobby a favore di Soros», secondo gli inquirenti, comprendeva Prodi, Enrico Cuccia (capo di Mediobanca per la Lazard) Guido Rossi, Isidoro Albertini, Luciano Benetton, Carlo Caracciolo.
Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica.

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Mamma mia ragazzi..... [xx(]



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MessaggioInviato: 17/11/2011, 17:57 
IL DENARO È STATO PRIVATIZZATO DI NASCOSTO

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nov 17th, 2011

DI BEN DYSON
Guardian.co.uk

Fonte: Money has been privatised by stealth
http://www.guardian.co.uk/commentisfree ... ed-stealth

Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

La piu grande privatizzazione della storia non ha fatto notizia. È tempo di riprendere dalle banche il potere di produrre denaro
È un fatto noto che stampare una banconota da 10 sterline a casa propria è una cosa malvista dalla polizia di Sua Maestà. Ma c’è ancora un piccolo gruppo di compagnie che sono autorizzate a creare – e spendere – più soldi di quanti i falsari siano mai stati in grado di stampare. Nel gergo dell’industria, queste aziende sono chiamate "istituzioni monetarie e finanziarie", ma probabilmente le conoscete per il loro nome comune: "banche".
Il denaro che creano, dal niente, non sono i soldi di carta che portano il logo della Banca di Inghilterra di proprietà del governo. È il denaro elettronico che illumina lo schermo quando controlli il tuo estratto conto a un ATM. In questo momento, questo denaro elettronico forma più del 97% di tutta la moneta presente nell’economia. Solo il 3% dei soldi sono ancora nella vecchia forma di vero contante che può essere toccato.

Difficile da credere, vero? Martin Wolf, uno degli esperti che ha fatto parte di una commissione indipendente sul settore bancario, non ha usato mezzi termini, dicendo sul Financial Times che "l’essenza del sistema monetario di questi tempi è stato la creazione di moneta, dal niente, tramite i prestiti spesso assurdi che venivano concessi dalle banche private".

Ecco come funziona. Quando tu chiedi alla banca i soldi per comprare a Londra un box per farci entrare un letto, i soldi che appaiono sul tuo conto corrente non provengono dai risparmi di una vita di qualche nonno prudente. Infatti, la banca digita semplicemente questi numeri sul tuo conto, creando soldi nuovi di pacca che ora tu puoi spendere. Visto che le altre banche fanno lo stesso, l’ammontare di denaro nell’economia cresce e cresce. Ogni mutuo nuovo aggiunge nuovi soldi, che spingono i prezzi delle abitazioni un po’ più in alto, costringendo il prossimo compratore a prenderne in prestito ancora più dalle banche. (Una spiegazione più dettagliata e precisa di questo processo è fornita nel libro Where Does Money Come From?, pubblicato dalla New Economics Foundation.)

Grazie a questo processo di creazione della moneta, le banche sono state n grado di inflazionare l’emissione di moneta al tasso dell’11,5% l’anno, spingendo in alto i prezzi delle case e soggiogando un’intera generazione.

Naturalmente, il rovescio della medaglie di questa creazione di moneta è dato dal fatto che con ogni nuovo prestito arriva un nuovo debito. Questa è la fonte della nostra montagna di debito personale, non il denaro che è stato prudentemente salvato dai pensionati, ma soldi che sono stati creati dal niente dalle banche e prestati a destra e a manca. Alla fine il peso del debito diventa insostenibile, e così si assiste a un’ondata di default come quella che ha dato il via alla crisi finanziaria ancora in corso.

Ma come è possibile che una cosa così importante come la creazione di denaro sia stata privatizzata? Com’è che il potere di emettere denaro è caduto nelle mani delle stesse banche che hanno provocato la crisi, con conseguenze devastanti per milioni di persone comuni?

È incredibile, ma la legge che rende illegale stampare le proprie banconote a casa non è mai stata aggiornata per applicarla al denaro elettronico che ora è creato dalle banche. Quando abbiamo iniziato a utilizzare il denaro elettronico per la gran parte dei pagamenti, il contante è diventato meno importante e il potere di creare il denaro è passato alle banche che hanno causato la crisi. Senza essere notato da nessuno, il potere di emettere soldi è stato privatizzato di soppiatto.

Mentre i gruppi criminali cercano di creare circa 2,5 miliardi di sterline di soldi falsi ogni anno, le banche collettivamente creano è più di 100 miliardi di sterline l’anno senza violare una singola legge. La ricompensa per il loro lavoro è l’interesse che al momento viene raccolta su quasi ogni sterlina esistente. Il costo per noi tutti è una vita di debiti.

Questo ci porta a una soluzione molto semplice per la crisi finanziaria. Molti dei manifestanti di oggi potrebbero sorprendersi nel sentire che la risposta alla crisi odierna giunge da un ex Primo Ministro dei Conservatori. Già nel 1844, Sir Robert Peel comprese che le monete di metallo, che all’epoca erano il solo mezzo legale di pagamento, erano state sostituite dalle banconote di carta emesse dalle banche. Queste banconote erano più leggere e più conveniente, e quindi molto più popolari. Il Bank Charter Act introdotto da Peel nel 1844 tolse il potere di creare denaro alle banche e lo attribuì alla Banca di Inghilterra. Dovremmo fare esattamente la stessa cosa per quanto riguardo il denaro elettronico. La mia organizzazione, Positive Money, ha già elaborato un progetto di legge necessario per farlo.

Reclamando questo potere, possiamo assicurarsi che il nuovo denaro non venga usato per far esplodere bolle immobiliari e per finanziare speculazioni rischiose. Invece, i soldi creati possono diventare le fondamenta dell’economia, grazie ai normali consumatori. Finiranno nei negozi, nelle aziende e nelle industrie, che le possono usare per investire, crescere e per creare lavoro. Far sì che "le banche prestino di nuovo di soldi" non è di alcun aiuto quando le persone sono già caricate da una montagna di debito. Quello di cui abbiamo bisogno sono più soldi, non più debiti. Ciò è impossibile dato che tutti i soldi vengono creati dalle banche quando le persone si indebitano.

Naturalmente, dobbiamo proteggere questo potere di emissione dai politici in cerca di voti. Ma il potere di creare denaro è troppo pericoloso per essere lasciato nelle mani delle banche che hanno causato la crisi. Portargli via questo potere è la nostra migliore speranza per far finire la crisi attuale, e per prevenire la prossima.


**********************************************



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Mancano gli alieni: dove sono gli alieni?

Cavolo, autorevole un razzista antisemita... Ragazzi, le pagine internet si leggono, non si fumano...

PS: il signore che ha scritto lavora / ha lavorato per Il Giornale e La Padania. Ma il fatto che lavori per giornali politicizzati non vuol dire niente, naturalmente...


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MessaggioInviato: 17/11/2011, 17:58 
Cita:
iLGambero ha scritto:

Se non si è ancora capito sta venendo giù tutto.
Ora metteranno la Germania con le spalle al muro. Se indeboliscono la Francia, ora toccherà ai tedeschi decidere che cosa vogliono fare... da notare che la crisi in Europa sta aprendo autostrade all'esportazione tedesca... ovviamente prima o poi anche i tedeschi dovranno pagare il conto, e quando toccherà a loro avremo il botto globale.


prob i tedeschi si stanno gia' attrezzando,in effetti mentre da noi certuni hanno una speciale idiosincrasia all'uscita dall'euro,durante il congresso della cdu e'stao votato un documento in cui si prevede l'uscita volontaria di un membro,senza il pericolo di essere escluso dall'ue,quindi un po di coraggio non guasterebbe,abbinato ad uno spirito lievemente un po piu' nazionale
[;)] [}:)]


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17 novembre 2011 - Scontri nelle piazze italiane

Milano: corteo verso la Bocconi, polizia carica
A Palermo lanci di uova e pietre, un ferito

Studenti e Cobas 'contro Monti'


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17 novembre, 16:37

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 52980.html

PALERMO - I precari, gli studenti medi e gli universitari che partecipano alla manifestazione 'Blocchiamo tutto day', contro la crisi, organizzato dai ragazzi dello studentato autogestito Anomalia, di OccupyUnipa e della Rete studenti medi hanno lanciato uova e fumogeni contro sedi di banche, hanno scritto sui muri e hanno tentato di occupare la sede dell'istituto San Paolo a Palermo ma sono stati caricati dalle forze dell'ordine. Uno dei manifestanti che protesta perche' non ha la casa e' stato ferito alla testa.

Sui muri dell'agenzia dell'entrate alcuni giovani hanno scritto ''Ladri ridateci i nostri soldi''. Sui muri di una sede giovanile del Pdl e' stato scritto ''Tutti a casa governi di **********'' e i locali sono stati danneggiati. Contro la sede del Banco di Sicilia in via Roma sono state lanciate uova e fumogeni. Il corteo si e' ricompattato in via Roma dove si sono svolte altre cariche delle forze dell'ordine che hanno usato spray urticanti perche' i manifestanti hanno cominciato a lanciare sassi e fumogeni. Un gruppo di ragazzi, alcuni con il casco e a volto coperto, hanno insultato gli agenti e hanno cominciato il lancio di oggetti tra cui un mattone. La polizia e' intervenuta caricando a piu' riprese gli studenti.

NUOVO TENTATIVO SFONDARE, UN CONTUSO DA FUMOGENO - Nuovo tentativo di sfondare il cordone delle forze dell'ordine per raggiungere l'universita' Bocconi da parte del corteo studentesco di oggi a Milano. Gli agenti hanno risposto con una nuova carica di alleggerimento e colpi di manganello. Durante il confronto un operatore del 'Fatto Quotidiano.it' e' stato ferito da un fumogeno scagliato dalla testa del corteo che lo ha raggiunto all'occhio. Dopo il contatto la manifestazione ha desistito dal suo obiettivo e sta proseguendo il tragitto lungo via Francesco Sforza.

A MILANO RISSA TRA GRUPPI PARTECIPANTI - Il corteo dei collettivi studenteschi di Milano, organizzato nella giornata mondiale dello studente e in concomitanza con lo sciopero di Cub e Cobas, é partito da largo Cairoli in un clima acceso tra i diversi gruppi che animano la manifestazione, tanto da arrivare a una rissa che ha coinvolto numerosi ragazzi. Cominciato a pugni e calci, lo scontro ha visto anche il lancio reciproco tra i collettivi di fumogeni accesi ad altezza uomo. Nel frattempo il serpentone si è incamminato lungo via Cusani, e più avanti, lungo il percorso, è prevista una scissione di una parte del corteo che è intenzionata a raggiungere l'università Bocconi per esprimere la sua contrarietà al "governo dei banchieri" guidato dal professore bocconiano Mario Monti.

A TORINO BOTTIGLIE E UOVA CONTRO FORZE DELL'ORDINE - Sale la tensione alla manifestazione di protesta degli studenti a Torino. Un gruppo di dimostranti ha tentato di forzare un cordone delle forze dell'ordine nel centro della città, con l'obiettivo di dirigersi verso la sede della Banca d'Italia. I manifestanti sono stati respinti e alcuni hanno lanciato bottiglie e uova contro le forze dell'ordine. Tra i feriti c'é un funzionario di polizia che è stato colpito alle spalle - secondo la ricostruzione fatta dalla Questura di Torino - da un giovane dimostrante accorso per consentire la fuga di un altro che era stato bloccato. Il funzionario è stato colpito sul casco di protezione, alla schiena e a una mano ed è stato poi costretto a ricorrere alle cure mediche. Anche il presunto aggressore è rimasto ferito, battendo la testa contro una transenna mentre - sempre secondo quanto riferisce la Questura - tentava di divincolarsi dagli agenti di polizia. Mentre gli venivano prestati i primi soccorsi per una ferita lacero contusa alla testa, è scappato prima che arrivasse l'ambulanza richiesta dalla centrale operativa della Questura.

COBAS E STUDENTI INCATENANO SEDE BANKITALIA A FIRENZE - Hanno chiuso con una catena l'ingresso della sede di Bankitalia a Firenze e affisso uno striscione con scritto "Più criminale fondare una banca che rapinarla". E' l'azione operata oggi da alcuni giovani al passaggio di una manifestazione indetta da Cobas e studenti oggi nel capoluogo fiorentino contro la crisi e contro il Governo. Circa un migliaio i manifestanti, 600 secondo la questura che sono partiti da piazza San Marco e che stano sfilando lungo le strade del centro

CORTEI E SCIOPERI, PER ROMA UNA GIORNATA A RISCHIO - Possibile un giovedi' nero per la mobilita' a Roma, fra la manifestazione di protesta degli studenti e il corteo dei Cobas, che 'non si fidano' del nuovo governo di Mario Monti. Manifestazioni sono previste anche in altre citta'. E sempre oggi e' in programma una serie di scioperi incrociati per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, con possibili problemi per gli spostamenti per tutta la giornata.

ALEMANNO, ANDATO OLTRE AUTORIZZAZIONE - "Anche se non è degenerato e ringrazio i manifestanti per aver isolato i violenti, è andato oltre l'autorizzazione della Questura e oltre il percorso prestabilito che era già impattante per la città". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno commentando il corteo di Cobas e studenti svoltosi oggi nella Capitale. Per il sindaco, questa è stata la dimostrazione "oggettiva che delle regole ci devono essere perché non si possono affidare alla forza pubblica, di volta in volta, le decisioni".

I sindacati di base scendono in piazza, in 24 citta', Roma compresa, insieme agli studenti, mobilitati in una giornata mondiale di lotta.

Ecco dove si svolgeranno i cortei:
Roma P.della Repubblica ore 10;
Napoli P.del Gesu' ore 9;
Cagliari P.Garibaldi ore 9.30;
Torino P.Arbarello ore 9.30;
Firenze P.S.Marco ore 9.30;
Milano Largo Cairoli ore 9;
Palermo P.Croci ore 9.30;
Bologna P.Cavour ore 9.30 P.Maggiore ore 11;
Salerno P.Ferrovia ore 9.30;
Pescara P.della Rinascita ore 9;
Siena P. Matteotti ore 9;
Padova Piazzale FF.SS. ore 9;
Brescia P.Garibaldi ore 9;
Catania P.Roma ore 9;
Potenza Stazione S.Maria ore 9;
Trieste P.della Borsa ore 9;
Brindisi P.le Stazione ore 9;
Caserta P.Stazione FF.SS.ore 9.30;
Livorno P.Cavour ore 9;
Pisa P.Garibaldi ore 9.30;
Lucca P.le Verdi ore 9;
Genova P.Caricamento ore 14.30;
Bari P.Umberto ore 9;
Avezzano (AQ) P.Matteotti ore 9.

A Roma la questura, spiega Bernocchi, ha autorizzato il corteo da noi richiesto da Piazza della Repubblica (ore 10) a Piazza SS. Apostoli. Gli studenti della Sapienza partiranno dall'Universita' (ore 9.30) e ci incontreremo a P. dei Cinquecento, proseguendo insieme fino a SS. Apostoli, ponendo cosi' fine agli intollerabili divieti di Alemanno e recuperando la liberta' di manifestare pacificamente nelle vie della citta'.












_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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