Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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MessaggioInviato: 13/12/2011, 21:17 
Chiedo scusa se già era stato postato, perchè risale all'11 dicembre:

Nigel Farage spiega agli italiani come prende forma la dittatura europea

http://www.ecplanet.com/node/2891


Ultima modifica di Sirius il 13/12/2011, 21:18, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 14/12/2011, 10:34 
scusate attualmente il debito pubblico italiano


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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 46548.html



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EUROPA, A TE LA SCELTA: RIBELLATI CONTRO
LE BANCHE O ACCETTA LA SCHIAVITÙ DEL DEBITO


Immagine

È esplosa la bolla europea del debito, e la rivalutazione del rischio e del debito non può essere rimessa dentro alla bottiglia
Europa, la questione è veramente semplice: o ti ribelli contro le banche o accetti decenni di schiavitù dai debiti.


dic 14th, 2011

DI CHARLES HUGH SMITH
OfTwoMinds.com

http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... el-debito/

Tutte le milioni di parole pubblicate sulla crisi europea del debito possono essere distillate in una manciata di dinamiche molto semplici. Una volta che le abbiamo capite la scelta tra resistenza e schiavitù si rivela essere l’unica scelta: le altre “opzioni” sono illusorie.
1. L’euro ha costituito una fantasia molto attraente ma di breve durata: le produttive economie del nord della UE possono raccogliere profitti in due modi: A) vendere in quantità i loro beni e servizi ai loro meno produttivi vicini meridionali perchè questi non sono stati capaci di prendere in prestito grosse somme di denaro a bassi (cioè “quasi-tedeschi”) tassi di interesse, e B) prestare a queste nazioni consumatrici grosse somme di denaro con una leva stratosferica, cioè 1 euro di capitale a garanzia di 26 euro di prestito/debito.
Queste nazioni meno produttive hanno anche avuto una fantasia molto attraente: che il loro attuale tasso di produttività (cioè la quantità di beni e servizi creati dalle loro economie) potesse essere sollevato tramite debiti a basso interesse che supportassero sia un livello di consumi molto più elevato, che il cattivo investimento in beni come auto e case di lusso.
Stando a Europe’s Currency Road to Nowhere (WSJ.com):

L’Europa settentrionale ha alimentato la sua crescita con le esportazioni. Essa ha gestito un grosso disavanzo commerciale, il più estremo proprio con quegli stessi paesi dell’Europa meridionale che sono ora in pericolo. La produttività è cresciuta drammaticamente rispetto al sud, ma non la valuta.
Ciò spiega almeno in parte il miracolo dell’export e della manifattura tedesche degli ultimi 12 anni. Nel 1999 le esportazioni costituivano il 29% del PIL tedesco. Nel 2008 esse erano il 47% del PIL, un incremento molto superiore a quello di Italia, Spagna e Grecia, dove il rapporto è cresciuto di poco o è persino calato. Il contributo netto delle esportazioni al PIL tedesco (la percentuale sul totale dell’economia di esportazioni meno importazioni) è cresciuto quasi di otto volte. A differenza di quasi ogni altro paese ricco, dove il contributo manifatturiero all’economia è significativamente calato, in Germania esso è cresciuto, mentre il prezzo dei beni tedeschi diventava sempre più attraente rispetto a quelli di altri paesi. In un certo senso, la valuta tedesca è stata per l’Europa meridionale quello che la Cina è stata per gli USA.

Inondata di profitti da esportazioni e prestiti, la Germania e i altri mercantilisti (nazioni esportatrici) hanno anche aumentato la quantità di denaro che prendevano in prestito—perchè no, vista una crescita così forte?

Ma tutto ciò si è rivelata una fantasia finanziaria catastrofica. L’euro sembrava essere magico: permetteva alle nazioni importatrici di comprare e prendere in prestito di più, e permetteva alle nazioni esportatrici di raccogliere immensi profitti dalla crescita delle esportazioni e dei prestiti.

Detto altrimenti: il rischio e il debito erano entrambi immensamente sottovalutati dall’illusione che la crescita senza fine del consumo basato sul debito potesse continuare per sempre. L’euro era in un certo senso una truffa che serviva gli interessi di chiunque ne fosse coinvolto: con i rischi considerati quasi zero, anche i tassi di interesse erano vicini a zero, e sempre più debito poteva essere ottenuta con a garanzia una piccola base di capitale e produttività.

Ma ora la realtà ha rialzato i prezzi del rischio e del debito, e l’ingenua leadership della UE sta tentando di rinfilare il genio nella bottiglia. Purtroppo, il carico del debito è soverchiante e la produttività troppo debole per appoggiare la fantasia del rischio zero e dei bassi tassi.
Doug Nolan del “Credit Bubble Bulletin” ha riassunto la realtà in poche parole, “la bolla europea del debito è scoppiata”. Nolan spiega il meccanismo base in La Mitologica “Grande Moderazione”:

Per anni il debito Europeo ha avuto una valutazione errata su un mercato globale con eccesso di liquidità, di speculazione e di leva finanziaria. Paesi come Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia hanno immensamente beneficiato dalla percezione che l’integrazione monetaria europea garantisse il debito e la stabilità economica e legislativa.
In modo simile a quanto avvenuto per la bolla USA di Wall Street e dei mutui, il mercato è stato per anni contento di ignorare gli eccessi nel credito e alimentare le fragilità del sistema, scegliendo di valutare le obbligazioni sul debito in base all’aspettativa bassa di default, all’abbondante liquidità, agli strumenti speculativi facilmente disponibili e una regime legislativo che assicurava la stabilità del mercato. La cosa importante è che questo sfondo ha creato il perfetto ambiente di mercato per la speculazione selvaggia e l’uso della leva finanziaria, in uno scenario globale insuperabile nella sua capacità di eccesso. La gestione degli interessi dei bond europei è stata probabilmente uno degli sforzi speculativi più lucrosi della storia. (link via U. Doran)

In parole povere questa è la dura realtà: ora che il debito e il rischio sono stati rivalutati, i debiti europei sono completamente, totalmente impagabili. Non c’è modo di continuare ad accrescere il Monte Cervino del debito con i vecchi ed economici tassi di interesse, e non c’è modo di posticipare le migliaia di miliardi di euro di debito che vanno a scadenza con i vecchi tassi di interesse prossimi allo zero.
Non pensate di rimborsare i debiti, sovrani, aziendali e privati—la rivalutazione del rischio e del debito implica che persino il pagamento degli interessi è impossibile. Considerate questo diagramma di una piccola fetta del debito totale della UE:


Immagine

Non c’è modo di rinfilare nella bottiglia il genio della rivalutazione, e non c’è nemmeno modo di posticipare questo debito o farne altro – e per supportare gli alti costi strutturali del welfare dei governi di Eurolandia e i loro stupefacenti debiti, comunque bisognerebbe fare altri debiti in quantità da capogiro.
L’austerità non rimetterà nella bottiglia il genio della rivalutazione e dell’esplosione della bolla. Succede una cosa divertente quando una frazione sempre maggiore del reddito nazionale viene dirottata a servizio del debito (per pagare gli interessi e posticipare i debiti esistenti verso nuovi debiti a interesse maggiore): c’è sempre meno surplus disponibile per investimenti e consumi, e dunque sia la produttività basata sugli investimenti che i consumi basati sui debiti crollano.
Ciò lascia le nazioni con una minore produttività e un minor PIL, il che vuol dire che ci saranno anche meno entrate dovute alle tasse e sempre più bancarotte, mentre aziende e individui accettano la realtà che i loro debiti non possono essere ripagati.
Il genio della rivalutazione del debito risponde a questo declino del reddito nazionale, del surplus e delle tasse rivalutando il rischio di default sempre di più, e così i tassi di interesse salgono ulteriormente. Ciò rende ancora più costoso mantenere l’esistente montagna di debiti, e così sempre meno reddito nazionale è disponibile per il consumo, gli investimenti e le tasse.
Questo è ciò che viene detto un loop di feedback positivo, o “loop di feedback di rinforzo”: ogni azione rinforza la precedente. I debiti e il rischio sono rivalutati al rialzo, il fardello del debito riduce il reddito nazionale disponibile per investimenti, consumi e tasse, che rivaluta verso l’alto il rischio e così via.

Perciò Europa, vedi che c’è solo una scelta: o accetti un’infinita schiavitù al debito con sempre maggiori interessi e minore reddito e produttività, o ti ribelli contro la tua patetica leadership di lacché e rinunci all’intera montagna di debiti impagabili. Prendi il toro per le corna e rinuncia all’euro, causa iniziale delle tue fantasie e del tuo collasso, e ritorna alle valute nazionali che permettono al mercato di scoprire il vero prezzo della tua produttività e della tua capacità di prendere denaro in prestito.

Rinunciare all’euro non vuol dire rinunciare alle libertà dell’Unione Europea: le due cose sono legate mani e piedi solo nella mente della tua debole leadership, che è alla mercè delle banche, sopravvalutate di un fattore 26 contro 1 e sempre sull’orlo dell’insolvenza.

Lascia che le banche implodano facendo bancarotta, cancella dai bilanci gli “asset” privi di valore del debito, e lascia che il mercato valuti le monete e tutto il resto. L’unica alternativa è la schiavitù al debito.
Tutte le altre proposte e alternative sono semplici variazioni di una sola fantasia: che l’irresponsabile leadership possa ingannare il genio della rivalutazione con banali trucchi da salotto. Non può. Chiunque comprenda la situazione sa che la bolla del debito è già scoppiata, e il rischio e il debito non possono essere riportati a livelli da pura fantasia.
La rivalutazione è già avvenuta, e non può essere revocata o rinfilata nella bottiglia. La Grande Bolla Europea del Debito è esplosa, e ora tutto si riduce a una semplice scelta: schiavitù ai debiti o aperta ribellione contro le banche che si sono approfittate così disinvoltamente della fantasia dell’euro.

Non c’è una via di mezzo, perchè il debito non può essere ripagato, né oggi né in futuro. Non può essere rimpastato, mascherato o nascosto: può solo essere cancellato.

A te la scelta Europa; scegli saggiamente. Se vuoi un modello di salute e di crescita guarda all’Islanda. Loro hanno rinunciato ai loro impagabili debiti e alla schiavitù al debito, e hanno lasciato che il mercato rivalutasse la loro moneta, il loro debito e il loro rischio. Per loro l’incubo è passato [si veda qui. N.d.t.]; hanno scelto saggiamente. Ora è il tuo turno di decidere.

La schiavitù del debito cadrà su di te, non sulle banche o sulle tue elite.



Titolo originale: "It’s Your Choice, Europe: Rebel Against the Banks or Accept Debt-Serfdom"

Fonte: http://www.oftwominds.com

Link
http://www.oftwominds.com/blogdec11/eur ... 12-11.html

Scelto e tradotto per http://www.comedonchisciotte.org da ALCENERO



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MessaggioInviato: 15/12/2011, 12:24 
A-ri-dan-ghe-te... L'Islanda avrebbe dovuto pagare un debito PRIVATO. Al che, giustamente, gli islandesi si sono chiesti: ma perchè?

Stiamo parlando di debiti privati, per l'Europa, o di debiti pubblici? Perchè, ripeto, il debito pubblico l'Islanda lo sta pagando...

Tralasciando l'incitamento al "suicidio economico" che ricorda il tanto peggio tanto meglio... Dovete spiegarmelo come si fa ad evitare il baratro buttandosi di sotto, perchè ancora nessuno lo ha fatto. Vi rendete conto che abbiamo un futuro incerto (con il fallimento come possibilità) e ipotesi che prevedono, secondo alcuni, non di evitare il fallimento, ma di accelerarlo e di provocarlo. Ma la logica è morta?


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MessaggioInviato: 15/12/2011, 13:30 
Cita:
Questa è la dura realtà: ora che il debito e il rischio sono stati rivalutati, i debiti europei sono completamente, totalmente impagabili.


Allora... poichè sono IMPAGABILI, la soluzione alternativa, per quanto durissima e apparentemente paragonabile al "suicidio", va CONTRO le strategie dei manipolatori/illuminati/liquidatori della BCE. Questa è logica. Ed è morta solo se facciamo cià che dicono "loro".

In ogni caso le chiacchiere stanno a zero. Personalmente, spero solo che entrino in campo delle "forze opposte" entro la fine dell'anno. Altrimenti, caro mio, il colasso è certo. Anzi, matematico.

E non sai quanto vorrei sbagliarmi.
Non sai quanto....




Confindustria: nel 2012 Italia in recessione, euro fallira'
http://www.wallstreetitalia.com/article ... llira.aspx



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MessaggioInviato: 15/12/2011, 17:25 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:



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Confindustria: nel 2012 Italia in recessione, euro fallira'
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MessaggioInviato: 15/12/2011, 21:44 
Fra pochi giorni ci saranno tanti ZOMBI che gireranno tra le strade del mondo!

La fine di questo mondo sta iniziando speriamo che duri poco tempo e che ritorni la pace al più presto senza troppi spargimenti di sangue!

AMEN


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MessaggioInviato: 15/12/2011, 22:38 
non essere così pessimista suvvia, la storia insegna che dalle crisi economiche per quanto gravi ci si riprende (e di solito ci si riprende bene, vedi caso recente Argentino), se non seguono travagli di tipo militare.
Esempio: Roma dovette affrontare nel III secolo una crisi economica senza precedenti per il mondo antico, ma, ed è un ma grosso come una casa, se non ci fossero state le invasioni barbariche a dare il colpo di grazia, manu militari, al traballante organismo, della serie:" voi barbari mi volete invadere perché ora io sono debole e voi forti militarmente, ma io ho, guarda caso, un bell'arsenale atomico e se ci provate, è vero che non posso fermarvi con le forze convenzionali, ma assieme a me ve ne andate anche voi tutti all'altro mondo" le cose sarebbero state moooooolto diverse. Senza guerre, civili o esterne (o eventi catastrofici naturali s'intende), una società si riprende Sempre da una crisi che sia solo economica. Il brutto avviene quando a questa si accodano le attività militari, e per attività militari intendo roba grossa, non certo qualche centinaio di militari in missione che scandalizzano già qualcuno. No quelle basta andarsene e tornarsene a casa, al limite i guai sono per gli abitanti che restano lì, io parlo di cose pesanti con distruzioni generalizzate e occupazioni. In quel caso sì che sono guai e per la civiltà in generale.



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MessaggioInviato: 15/12/2011, 23:02 
la storia insegna che le crisi economiche di questa portata ( ovviamente proporzionate alle epoche storiche in cui sono successe ) hanno SEMPRE preceduto una guerra mondiale.


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MessaggioInviato: 16/12/2011, 01:32 
Dazi cinesi sull'auto Usa

LOS ANGELES. È riesplosa la tensione tra Cina e Stati Uniti sul fronte commerciale, e questa volta è Pechino ad accusare l'America di comportamento anticompetitivo. Con l'accusa di dumping, ieri Beijing ha deciso infatti di imporre tariffe comprese tra il 2% e il 21,5% sulle auto con motori di capacità superiore ai 2,5 litri importate dagli Stati Uniti, una misura che colpirà in particolare l'americana General Motors e l'italo-americana Chrysler, ma anche la giapponese Honda e le tedesche Mercedes Benz e BMW, i cui Suv esportati in Cina sono prodotti rispettivamente in Ohio, Alabama e South Carolina. Esente la Ford, le cui auto dirette verso il mercato cinese non sono prodotte in Usa.

Pechino ritiene che i sussidi ricevuti dalle società automobilistiche in Usa consentono di vendere le macchine sottocosto e di conseguenza causino «notevoli danni» ai produttori cinesi: il margine di dumping per esempio sarebbe dell'8,9% per la GM e dell'8,8% per la Chrysler. A partire dal 15 dicembre, e per la durata di due anni, la Cina imporrà quindi dazi del 22% sulle auto e sui Suv Gm, del 15% sulle vetture Chrysler e del 2% su quelle di Daimler e Bmw.

Benché l'impatto economico immediato sulle societa' interessate sia limitato - i dazi colpiranno al massimo 50mila vetture in totale - la misura potrebbe avere gravi ripercussioni negative per le case automobilistiche americane e mondiali se il protezionismo cinese dovesse favorire lo sviluppo di un'industria locale capace di soddisfare la crescente domanda di auto di lusso sul mercato dell'auto più grande del mondo. Ecco perchè ieri la GM ha perso al New York Stock Exchange il 2,9%, la Ford il 2,4% e la Honda il 2,1%; a Francoforte la Daimler ha ceduto il 3,1% e la BMW il 4,1 per cento.

L'aggressiva mossa di Pechino, nei cui confronti gli Stati Uniti si sono dichiarati «profondamente delusi», tenta inoltre di cambiare inoltre le carte in tavola nell'annosa disputa commerciale tra le due superpotenze economiche mondiali. L'iniziativa cinese pare infatti un attacco preventivo in anticipazione di possibili dazi americani contro il dumping di moduli fotovoltaici esportati in America, una prassi che secondo Washington sta mettendo in ginocchio il nascente settore americano dell'energia solare, fiore all'occhiello della politica energetica del presidente Obama.

Tradizionalmente è stata l'America a puntare il dito contro la Cina per comportamento anticoncorrenziale, a partire dall'accusa di mantenere sottovalutata la valuta al dumping di pneumatici e di giocattoli. Ma ultimamente la Cina è passata al contrattacco imponendo dazi sulle importazioni di acciaio e di pollame dagli Stati Uniti, misure che sono attualmente all'esame della World Trade Organization. Il neoprotezionismo cinese potrebbe essere quindi una mossa strategica in anticipazione delle decisioni del Wto, ma potrebbe anche essere sintomo dell'indebolimento dell'economia cinese.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AaXGkPUE


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MessaggioInviato: 16/12/2011, 11:15 
«Necessari sacrifici anche per i meno abbienti»
Napolitano: «L'Italia deve far fronte a grossi rischi per la propria finanza, per la propria economia»

E' questo il messaggio lanciato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano in un videomessaggio per la maratona Telethon

http://www.corriere.it/politica/11_dice ... 90ab.shtml

Evito di dire cosa penso perchè potrei essere perseguito penalmente....

[8)] [xx(] [:(!]


Ultima modifica di DeMultaNocte il 16/12/2011, 11:16, modificato 1 volta in totale.

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tranquillo la puoi dire :) tanto non c'hanno manco più i soldi per tenere i carcerati in galera, quindi al massimo fai 6 o 7 mesi di soggiorno a spese dei meno abbienti e poi torni libero


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I cinesi non si fanno scrupoli di usare dazi e proteggere la loro industria. Ma noi no, siamo liberisti fino al midollo, vinceremo anche la concorrenza di questi liberisti a metà, così pensano i guru dell'economia. Per me questa gente dovrebbe andare in giro con la gogna al collo per le vie pubbliche. Affamatori di popoli e dei ceti meno abbienti, pensionati e operai.

Il debito non solo si può, ma si DEVE cancellare, gli USA ci hanno pensato seriamente questa estate, sapevano che l'effetto maggiore sarebbe stato quello di far rimanere la cina con qualche tonnellata di carta straccia e se, come prevedibile, il trucchetto fosse stato usato da tutti gli altri paesi occidentali, sarebbe rimpiombata nel medioevo in pochi mesi. Cosa avrebbe potuto fare? nulla, perché le sue forze armate sono ancora modeste. Tra 20-30 anni, non si sa, e intanto il devito cresce e cresce, e non sarà mai estinguibile, e alla fine, come capitava alle corti dei vari bey turchi incapaci di provvedere al pagamento dei debiti contratti con le potenze europee, ci ritroveremo le cannoniere asiatiche ad imporre le loro condizioni. Solo che, essendo già rimasti in mutande per allora, l'unica cosa che rimarrà, probabilmente anche ai "nostri" capitalisti miopi che ora aspirano tanto a diventare come gli dei in terra asiatici con i loro schiavi, sarà solo la bruta forza lavoro, da sfruttare senza pietà.
Questo è il futuro che si apre, ed è inconstabile. Quali altre alternative ci sono con queste linee di tendenza??? Sarei Moooolto felice di venire contraddetto, purché non siano sempre le solite visioni idealiste dei benpensanti, ma cose reali.



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http://www.wallstreetitalia.com/article ... biamo.aspx




NOTA: e mentre in ItaGlia, il PD fa lo zerbino a Monti e ai Banchieri,
cosa fanno le forze di sinistra europee?

I partiti di sinistra, si stanno lanciando in nuove sfide, accusando il potere di destra di sfruttare la macchina europea per smantellare le misure di welfare e zittire la voce dei sindacati. E il punto è che Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, l'olandese Mark Rutte sono tutti conservatori, e presto saranno raggiunti dallo spagnolo Mariano Rajoy.

Le acque si agitano però anche in Francia: "Francois Hollande, leader dei socialisti francesi, considerato il candidato che ha maggiori possibilità di presentarsi alle elezioni presidenziali, ha già detto ai cittadini francesi che, nel caso in cui venisse eletto il prossimo maggio, tenterà di rinegoziare l'accordo raggiunto dall'Unione europea nel summit della scorsa settimana, affermando poi che tale accordo viola la sovranità fiscale del parlamento europeo, impone una austerità perpetua, e non permette ai paesi che soffrono di trovare l'uscita dalla crisi economica", riassume l'editorialista del Telegraph.

E Oskar Lafontaine, leader di Linke,partito tedesco orientato a sinistra, ha già affermato che l'euro sta percorrendo un cammino di distruzione, causa le attuali politiche messe in atto.

Insomma, in tutta Europa, scrive Ambrose Evans-Pritchard, si parla di "default nucleare", di minacce delle sinistra che attaccano le misure decise dall'Unione europea. La rabbia è manifestata soprattutto dai paesi sud-europei che sono stanchi di subire quelle che loro considerano imposizioni dei poteri del Nord. E il rischio è l'escalation delle tensioni sociali, già in forte ascesa.



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