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MessaggioInviato: 15/12/2011, 19:57 
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bleffort ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

...dal mio punto di vst arecchi centra il problema,come detto e' una mia idea,dal resto non voglio riportare i suoi pensieri,c'e' gia in abbondanza in questa discussione e nn farei altro che ripetermi....... [;)]

Appunto!.. il fatto è che vi sono troppe incongruenze verso l'ipotesi Atlantide= America,troppe "caselle" non combaciano. [8]


a non combaciare in effetti sono troppe cose,la cosa piu'razionale e'che atlantide si trovasse in una posizione" intermedia" [;)]


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MessaggioInviato: 15/12/2011, 22:32 
può esserci un collegamento, sia pure remoto, tra la celebre "candela" trovata incastonata in una pietra vecchia mezzo milione di anni secondo le datazioni, e Atlantide?
Per collegamento remoto intendo la possibilità che, come si è supposto a volte, delle civiltà umane o umanoidi, comunque intelligenti, siano esistite da molto tempo e ciclicamente scompaiano raggiunto un certo livello evolutivo. Quindi se Atlantide, l'ultima rappresentante prima della nostra, è esistita, è plausibile che questa candela sia un artefatto di una molto rpecedente civiltà?



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MessaggioInviato: 15/12/2011, 23:39 
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ubatuba ha scritto:

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bleffort ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

...dal mio punto di vst arecchi centra il problema,come detto e' una mia idea,dal resto non voglio riportare i suoi pensieri,c'e' gia in abbondanza in questa discussione e nn farei altro che ripetermi....... [;)]

Appunto!.. il fatto è che vi sono troppe incongruenze verso l'ipotesi Atlantide= America,troppe "caselle" non combaciano. [8]


a non combaciare in effetti sono troppe cose,la cosa piu'razionale e'che atlantide si trovasse in una posizione" intermedia" [;)]

La considerazione si può fare o con le Isole Canarie o con le Antille ,Cuba, nel centro Atlantico già se ne è discusso e rimane il fatto che geologicamente è impossibile che vi sia stata terra emersa,per le Canarie mancherebbero tanti tasselli, le Antille sono troppo lontane, le Baleari si potrebbero prendere in considerazione, ma.....;

""innanzi a quella foce stretta vi è un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme""

poi:
""dopo la catastrofe vi e rimasto un mare con fondali bassi e fangosi per le quali è impossibile alla navigazione"".

Non vi pare che vi è qualcosa di stonato in merito a questi luoghi?,forse potrebbero essere più consoni per la geologia descritta da Platone le isole del centro America verso il Triangolo delle Bermuda!!!,ma...gli Elefanti??.il clima temperato e non Tropicale???'così lontano???Allora???.


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MessaggioInviato: 16/12/2011, 03:21 
bah, secondo me cercare Atlantide in epoca storica, addirittura in Sardegna o nel Mediterraneo è un vicolo cieco.



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MessaggioInviato: 16/12/2011, 13:00 
ciao bleffort,quando intendo intermedio suppongo,ke oltre la costa atlantica africana e occidentale,atlantide possa avere incamerato le canarie magari azzorre e partendo da tali avamposti siano giunti fino alle amerike,da notare ke gli azteki aspettavamo degli dei ke sarebbero sopraggiunti dal mare(ed in effetti quando giunsero gli spagnoli vennero inizialmente venerati perke' considerati la finalizzazione della loro teoria)magari questi primi visitatori erano proprio gli atlantidei(tutto cio'non essendoci prove tangibili e' una delle ipotesi)Se poi prendiamo la forma del karacol,ke riporta la disposizione della pianta di atlantide secondo la descrizione di platone.potrebbero essere un primo indizio sulla possibilita'di un arrivo degli atlantidei in amerika [;)] [8)]


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MessaggioInviato: 17/12/2011, 18:46 
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Raziel ha scritto:

bah, secondo me cercare Atlantide in epoca storica, addirittura in Sardegna o nel Mediterraneo è un vicolo cieco.

Questo è il punto fondamentale,Atlantide è fuori dalla storia che conosciamo noi.
Pensando ad un particolare,vi dice niente che il porto di Cartagine era strutturato come il porto della capitale di Atlantide descritto da Platone?,io credo che ci sarà stato un legame di un sapere tramandato nei millenni!.


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MessaggioInviato: 17/12/2011, 20:07 
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bleffort ha scritto:

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Raziel ha scritto:

bah, secondo me cercare Atlantide in epoca storica, addirittura in Sardegna o nel Mediterraneo è un vicolo cieco.

Questo è il punto fondamentale,Atlantide è fuori dalla storia che conosciamo noi.
Pensando ad un particolare,vi dice niente che il porto di Cartagine era strutturato come il porto della capitale di Atlantide descritto da Platone?,io credo che ci sarà stato un legame di un sapere tramandato nei millenni!.

pura la pianta del karacol ha assonanze molto precise sulla pianta atlantidea di platone [;)]


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MessaggioInviato: 19/12/2011, 00:02 
La teoria alternativa di Arthur Posnansky sull’origine di Tiahuanaco

Immagine

di Yuri Leveratto

Secondo l’archeologia ufficiale la fondazione della città di pietra che oggi chiamamo Tiahuanaco (o Tiwanaku), situata a circa 4000 metri d’altezza sul livello del mare nell’altipiano andino, e distante circa 22 chilometri dal lago Titicaca, risale al III secolo dopo Cristo. L’archeologia tradizionale ha individuato le culture Pukara (500 a.C.), Uros, Qaluyo e Chiripa come il substrato culturale che diede origine successivamente alla civiltà Tiahuanaco classica Secondo queste tesi, popoli di origine amazzonica (di lingua arawak), polinesiana e meso-americana (Colla, di lingua aymara), diedero origine alla alta cultura andina circa 1500 anni prima di Cristo. Il metodo di datazione più importante con il quale si è giunti a tali datazioni è quello del carbonio 14. Questo sistema ha però un limite in quanto funziona solo in presenza di materiale organico, quindi non può essere utile per svelare la data di costruzione di edifici megalitici come quelli di Tiahuanaco o come quelli di Sacsayhuaman per esempio.

Una delle teorie alternative che spiegherebbero l’origine di Tiahuanaco, fu proposta dal poliedrico studioso austriaco Arthur Posnansky (Vienna, 1873-La Paz, 1946). Dopo aver completato gli studi laureandosi in ingenieria navale, viaggiò in Sud America dimostrando un profondo interesse per lo studio delle civiltà andine. Tornò in Europa alla fine della guerra del Acre, nella quale il Brasile, risultando vincitore, si annettè quel territorio, precedentemente boliviano. Posnansky rientrò definitivamente in Bolivia nel 1903, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 1946. Fu direttore del Museo Nazionale di Bolivia e della Società archeologica, fondata nel 1930. Durante i primi 40 anni del XX secolo, Posnansky studiò a fondo l’enigmatico sito di Tiahuanaco e, basandosi su calcoli di archeo-astronomia (che furono poi confermati da altri ricercatori, come Hancook), affermò, insieme allo studioso Ralf Muller, che la città di Tiahuanaco fu fondata nel 15.000 a.C., in piena era glaciale anti-diluviana.

Secondo Posnansky la civiltà Tiahuanaco anti-diluviana dovette confrontarsi con enormi catastrofi accadute intorno all’undicesimo millennio prima di Cristo. Questi cataclismi avrebbero inizialmente sollevato il livello del fondo del lago Titicaca, avendo fatto tracimare le sue acque, inondando così immense estensioni di terre abitate e coltivate. Posnansky giunse a queste conclusioni perché durante alcuni scavi trovò scheletri umani nelle immediate vicinanze di resti di pesci e fossili di piante acquatiche che normalmente crescono nelle profondità del lago. Sempre secondo la teoria alternativa di Posnansky, all’inondazione dell’11.000 a.C., seguì un progressivo restringimento del lago, che portò Tiahuanaco, costruita inizialmente sulle rive del lago (con i moli di Puma Punku), ad esserne distante circa 22 chilometri, allontanandola così dalla costa, tanto importante per la vita economica della città fin dal quindicesimo millennio prima di Cristo. I sopravvissuti all’inondazione e alla successiva crisi economica, svilupparono delle avanzate tecniche di agricultura che solo oggi stanno per essere studiate da alcuni specializzati archeo-agronomi. In particolare riuscirono ad ottenere per mezzo d’incroci e tecniche non ben comprese a tutt’oggi, eccessi di produzione di mais, quinua, kiwicha, patate e maca (potentissimo nutriente usato ancora oggi), anche se il clima si era raffreddato eccessivamente.

Nel suo famoso libro Tiahuanaco, la culla dell’uomo americano, Posnansky riporta due prove secondo lui basilari per considerare Tiahuanaco come la città più antica del mondo. Innanzitutto la prova archeo-astronomica: studiando il sito archeologico Posnansky sostenne che quando si fondò il tempio Kalasasaya l’asse terrestre (polo nord-sud) era inclinato sulla perpendicolare dell’eclittica di 23 gradi. 8 primi e 48 secondi (attualmente lo è di 23 gradi e 27 secondi). Secondo i calcoli della conferenza internazionale delle Effemeridi quell’inclinazione dell’asse terrestre corrispondeva appunto al 15.000 a.C. La seconda prova è archeologica: Posnansky trovò ossa di toxodonte (mammifero della megafauna estinto nel 12.000 a.C.), associate ad ossa umane nello stesso strato stratigrafico. Nel 1930 Posnansky venne in contatto con lo studioso tedesco Edmund Kiss (1886-1960), che successivamente aderì alle SS di Heinrich Himmler. Il 23 settembre del 1930 i due studiosi fondarono, a La Paz, la Società Archeologica di Bolivia. Da notare che il 23 settembre, giorno dell’equinozio di primavera, fu considerato da Kiss come il giorno di partenza del calendario della Tiahuanaco anti-diluviana.

L’obiettivo degli studi andini di Edmund Kiss, che fu poi inglobato nella Ahnenerbe, l’ente di ricerca archeologica creato da Himmler nel 1935, che aveva il folle scopo di dimostrare la superiorità dell’ immaginaria “razza ariana”, era di trovare evidenze per provare la teoria del ghiaccio universale di Hans Horbiger. Secondo questa teoria gli Atlantidei, in seguito al cataclisma che distrusse il loro continente, sarebbero fuggiti navigando verso sud e si sarebbero stabiliti nell’altopiano andino, fondando Tiahuanaco 15 millenni prima di Cristo. Non sappiamo se Posnansky, condividesse la teoria atlantidea di Kiss, ma in ogni caso era sicuro che Tiahuanaco fosse antichissima. Nel 1942 il governo nazista della Germania aveva siglato un accordo con il governo della Bolivia per poter attuare degli scavi a Tiahuanaco fino ad una profondità di 20 metri, allo scopo di svelare il mistero dell’origine della città. Questi scavi non furono intrapresi in seguito alla sconfitta della Germania nazista nel 1945. Ultimamente però sono stati inaspettatamente bloccati alcuni interessanti lavori di scavo a Tiahuanaco, come se si volesse evitare di far conoscere al mondo la vera origine di questa enigmatica città di pietra. Forse Arthur Posnansky aveva ragione e Tiahuanaco è realmente la città più antica del mondo?

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.7411.1


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MessaggioInviato: 19/12/2011, 13:13 
la nascita di tiahuanako e' alquanto controversa x lo studioso boliviano Broznansky la citta sarebba sorta 17.000anni fa, un' altra corrente sostiene ke la civilta'che edifico tiahuanako inizio il suo ciclo nell 600 ac e la citta' fu edificata circa ne 700 dc,divergenza non di poco conto,c'e' pure ki sostiene ke le rovine della citta' siano i resti della mitica atlantide.

dal mio punto di vst non ritengo verosimile ke possa trattarsi di atlantide,in quanto considerando vero il racconto di platone non vedo veritiero il conflitto atene atlantide x motivi logistici,e di conseguenza si puo' mettere in discussione tutto il suo discorso

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http://www.antikitera.net/news.asp?ID=2 ... ni&page=14


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MessaggioInviato: 29/04/2012, 18:44 
LE ROVINE SOMMERSE NEL TRIANGOLO DELLE BERMUDE

di Giovanni Pellegrino

Come tutti sanno il Triangolo delle Bermude può essere considerato uno dei luoghi più misteriosi che esistono nel globo terrestre poiché in tale zona geografica sono concentrati numerosissimi misteri certamente non ancora risolti e non facilmente risolvibili nemmeno in futuro nonostante che su di essi siano stati scritti innumerevoli libri ed un numero non facilmente quantificabile di articoli. Prima di affrontare in questo articolo il mistero delle rovine sommerse nelle acque del Triangolo delle Bermude riteniamo opportuno fare un sintetico elenco dei numerosi misteri collegabili al Triangolo delle Bermude: le misteriose luci apparse a Cristoforo Colombo nel cielo mentre si trovava nelle vicinanze di El Salvador, le misteriose sparizioni di navi, aerei e persino sommergibili, le inspiegabili profezie e visioni di Edgar Cayce riguardanti Atlantide, le rovine sommerse trovate nel Triangolo delle Bermude, il mistero di Atlantide, il mistero degli Ufo, il mistero degli universi paralleli, l’anomalo comportamento della bussola che in questa zona del globo terrestre indica con il suo ago il nord geografico e non il nord magnetico, l’apparizione di navi fantasma che fecero si che questo tratto di mare fosse soprannominato da molti marinai dei secoli scorsi “il mare del Diavolo”.

In questo articolo in primo luogo ci occuperemo del mistero delle rovine sommerse nel Triangolo delle Bermude per poi cercare di dimostrare che potrebbe esistere un legame tra tale mistero ed alcuni degli altri misteri collegabili a tale zona di mare che abbiamo elencato in precedenza. Ci limiteremo a prendere in considerazione solamente i legami che potrebbero esistere tra le rovine sommerse, gli Ufo e gli universi paralleli.

Come abbiamo scritto in un nostro libro intitolato “I miti della società contemporanea” l’eventuale risoluzione dei numerosi misteri che riguardano il Triangolo delle Bermude non sarà mai possibile se gli studiosi che indagano su di essi pretenderanno di affrontarli uno alla volta isolatamente staccandoli dal contesto misterioso nel quale ognuno di essi è inserito. In sintesi noi abbiamo affermato in tale libro che la strada migliore per tentare di risolvere i misteri del triangolo delle Bermude è cercare di collegare ognuno di tali misteri con la maggior parte se non proprio con tutti gli altri eventi misteriosi che sono accaduti e accadono ancora in tale zona geografica poiché una lettura unificata, poliprospettica e diacronica di essi è a nostro avviso la chiave di volta pe svelare gli enigmi del Triangolo delle Bermude.

Dopo tali considerazioni di carattere introduttivo cominceremo il nostro discorso sulle rovine sommerse ritrovate nel Triangolo delle Bermude, rovine che la maggior parte degli autori collega al perduto continente di Atlantide anche se in teoria tali rovine potrebbero anche avere un’origine non atlantidea ma per fare un esempio appartenere ad una civiltà del lontano passato che viveva su un’isola di piccole o medie dimensioni sprofondata nelle acque dell’oceano o a causa di un terremoto o di un maremoto oppure per altre ragioni che noi non siamo in grado di immaginare.

Cominceremo ora il nostro discorso riguardante le rovine sommerse nel Triangolo delle Bermude. Per prima cosa vogliamo mettere in evidenza che in quella parte dell’oceano Atlantico occidentale denominata il Triangolo delle Bermude sono state individuate una serie di singolari strutture architettoniche che si trovano su una parte dei bassi fondali conosciuti con il nome di “ Banchi delle Bermude”. Già alla fine della Seconda Guerra Mondiale alcune di queste strane rovine sommerse furono avvistate da piloti che erano alla ricerca di navi e di aerei che erano misteriosamente scomparsi in quella zona di mare.

Come abbiamo messo in evidenza in un nostro articolo intitolato “Il mistero del Triangolo delle Bermude” in questa zona del globo terrestre sono scomparse numerose navi ed aerei e nonostante siano state effettuate lunghe ed approfondite ricerche per ritrovarli tali aerei e navi non sono stati mai ritrovati. Dopo tale breve digressione torniamo ad occuparci delle enigmatiche strutture architettoniche sommerse localizzate nei “Bermuda Banks” (Banchi delle Bermude). Esse sono state ignorate per molti secoli anche se qualche pescatore subacqueo aveva notato tali strane strutture sui “Bermuda Banks”.

La più sorprendente ed interessante di tali strutture architettoniche sommerse si trova a non più di mezzo chilometro dalle spiagge di Bimini: essa è costituita da una serie di lunghe muraglie di pietra. Vogliamo precisare che tali strutture sommerse viste dalla superficie del mare non sembrano frutto dell’opera di esseri umani mentre viste dal cielo, dagli aeroplani le loro geometrie e i loro regolari profili architettonici fanno pensare che siano opera della mano dell’uomo. Recentemente molti archeologi e sommozzatori hanno studiato da vicino queste strutture sommerse e un certo numero di essi ha affermato che tali strutture sono inconfutabilmente opera dell’uomo e non strutture di origine naturale. Comunque dobbiamo anche precisare che non tutti gli archeologi e sommozzatori che hanno studiato tali strutture sommerse sono di questa idea anzi sostengono che si tratta di strutture naturali sebbene non facilmente riscontrabili in altre zone del globo. In ogni caso queste strutture danno l’idea a molti studiosi di essere delle muraglie, delle strade o addirittura degli edifici sommersi. Il più famoso archeologo che ha studiato queste strutture è il dottor Manson Valentine che ha condotto studi su di esse per ben 25 anni. Valentine oltre che un valente archeologo è anche un esperto paleontologo e geologo nonché un sommozzatore dilettante. Valentine è convinto che queste strutture sommerse appartengono al perduto continente di Atlantide ed in particolare la struttura trovata vicino alle spiagge di Bimini è secondo lui una “strada da cerimonia” che quando Atlantide era ancora al di sopra del livello delle acque dell’oceano conduceva con tutta probabilità a qualche luogo particolarmente importante probabilmente un tempio atlantideo. Altri studiosi invece ritengono che non si tratti di una strada ma di un muro o meglio di una muraglia.

Per onestà intellettuale vogliamo precisare che le entusiastiche affermazioni di Valentine non sono condivise da molti scienziati i quali esitano o addirittura rifiutano di considerare queste strutture appartenenti al sommerso continente di Atlantide.

Un altro famoso scienziato che sostiene l’origine atlantidea di tali strutture situate sui “Bermuda Banks” è lo storico David Zink che ha guidato due spedizioni nel sito di Bimini studiando con molta attenzione la muraglia oppure come pensano altri autori la strada di Bimini. David Zink ci tiene molto a mettere in evidenza che le due pietre della muraglia sono diverse dal tipo di ghiaia comune in quella zona ragion per cui tali strutture non possono essere opere della natura ma sono state costruite dagli uomini.
Molto conosciuti sono anche gli studi di Hebert Sawiski presidente del museo della Scienza e dell’Archeologia di Fort Lauderdale. Egli esplorò una zona poco conosciuta del Triangolo delle Bermude nella quale trovò ampie pavimentazioni lastricate di pietre assieme a delle muraglie e delle strade coperte anch’esse parzialmente da lastre di pietra. La muraglia principale trovata da Sawinski proseguiva verso il mare aperto per circa 400 metri per poi scomparire improvvisamente in un abisso sottomarino di un chilometro di profondità. Infine vogliamo chiudere il discorso riguardante le strutture sommerse presenti nel Triangolo delle Bermude riportando una notizia che tuttavia non deve essere presa come oro colato in quanto non è stata adeguatamente verificata la sua attendibilità. Nel 1977 nel tratto di mare costituito da un altipiano sottomarino compreso tra gli stretti della Florida e i canali di Santaren alcuni pescatori e alcuni piloti hanno dichiarato di aver avvistato una grande piramide ma le innumerevoli immersioni effettuate nella zona dove dovrebbe trovarsi tale piramide non hanno individuato tale imponente struttura sommersa. Vogliamo ora esprimere la nostra opinione riguardo l’esistenza di Atlantide. In un nostro articolo intitolato “Il mistero di Atlantide” abbiamo affermato a chiare lettere che l’esistenza di Atlantide è senza dubbio possibile ma non può essere considerata almeno per il momento un fatto certo, scientificamente dimostrato. Sempre in tale articolo sosteniamo l’idea che sia sbagliata sia la convinzione degli scettici ad oltranza che negano in maniera intransigente la possibilità che Atlantide sia veramente esistita sia la convinzione di quanti considerano già oggi scientificamente dimostrata e quindi certa l’esistenza di Atlantide.

Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche si potrebbe dire in maniera molto sintetica che esistono sia argomenti in favore dell’esistenza di Atlantide sia argomenti in favore della tesi opposta.

Come abbiamo scritto all’inizio dell’articolo molti sono i misteri collegati al Triangolo delle Bermude ragion per cui siamo convinti che possa essere importante al fine di risolvere il mistero di Atlantide mettere in collegamento tale mistero con alcuni degli altri misteri che abbiamo elencato nella parte iniziale del nostro articolo. Se partiamo dall’ipotesi senza dubbio possibile e degna di essere presa in considerazione che le rovine sommerse nelle acque del Triangolo delle Bermude siano di origine atlantidea siamo convinti che potrebbe esistere un collegamento tra la distruzione di Atlantide, il mistero degli Ufo e il mistero degli universi paralleli. Nel caso invece tali rovine sommerse non appartenessero ad Atlantide ma a qualche altra civiltà sommersa il legame con questi due misteri che abbiamo ora citato sarebbe sempre possibile ma meno probabile dato che la distruzione di un intero continente che secondo Platone era vasto come l’Asia e la Libia messe insieme può più facilmente avere suscitato l’interesse di una civiltà extraterrestre o avere avuto ripercussioni su universi paralleli che non la distruzione di un’area geografica molto meno estesa di un continente.

Nella seconda parte di tale articolo cercheremo di dimostrare il possibile collegamento esistente tra la distruzione di Atlantide e i due misteri sopra citati partendo dal presupposto che le rovine sommerse appartengano al perduto continente. Tuttavia prima di cercare di dimostrare tale collegamento tra tali misteri riteniamo opportuno dire qualcosa a nostro avviso molto significativo anche sulle sparizioni di aerei e navi avvenute nel Triangolo delle Bermude allo scopo di dimostrare che tali sparizioni non si possono spiegare chiamando in causa eventi di carattere naturale come le condizioni atmosferiche o gli errori compiuti dai piloti degli aerei o dagli equipaggi delle navi oppure problemi di tipo meccanico come ad esempio avarie ai motori. Dato che in questo articolo per ragioni di spazio non prenderemo in considerazione il legame esistente tra la distruzione di Atlantide, gli Ufo, gli universi paralleli e le sparizioni di aerei e navi rimandiamo i lettori interessati a tale legame a due nostri articoli intitolati “Alcune riflessioni sui rapimenti alieni” e “Il mistero del Triangolo delle Bermude”.

In questo articolo preferiamo non fare riferimento a casi specifici ma fare un ragionamento di carattere generale riguardante tali sparizioni al fine di dimostrare che esse sono assolutamente misteriose ed inspiegabili.

Per prima cosa vogliamo mettere in evidenza che in questa zona geografica sono scomparsi nel nulla centinaia di navi e di aerei con i loro equipaggi e i loro passeggeri senza lasciare la benché minima traccia durante gli ultimi cinquanta anni. Tale fenomeno è stato studiato in questi decenni più da vicino utilizzando i mezzi tecnologici e scientifici disponibili oggi. Riteniamo opportuno mettere in evidenza che molta importanza rivestono gli ultimi messaggi provenienti da navi e aerei scomparsi, le dichiarazioni dei testimoni che hanno assistito alle sparizioni di navi e aerei e le testimonianze di persone che si sono salvate in extremis dalla sparizione nel Triangolo delle Bermude. Tali messaggi hanno fornito un quadro più chiaro di quello che può essere avvenuto sia nelle sparizioni vere e proprie sia nei casi di scampato pericolo proprio “in extremis”. Infatti certi dati sono comuni sia alle sparizioni sia ai salvataggi “in extremis” e riguardano essenzialmente i seguenti fenomeni misteriosi: bussole impazzite, perdita di potenza o blocco dei motori, avaria o cattivo funzionamento delle apparecchiature di bordo, radar misteriosamente fuori uso, strane e misteriose luci viste di notte in cielo e sott’acqua, improvvisa ed inspiegabile comparsa di nebbia molto fitta su una piccola area geografica o a livello del mare nel caso delle navi o sotto forma di nuvola nel caso degli aerei. A volte centinaia di testimoni hanno visto sparire aeroplani in queste misteriose nuvole senza fare più ritorno benché le condizioni atmosferiche fossero ottime e non giustificassero in alcun modo la comparsa di tali nuvole o di tale nebbia. Tutti questi fenomeni che abbiamo citato non hanno niente a che vedere con improvvise burrasche e tempeste ma sembrano invece essere influenzati da impulsi e forze misteriose. Secondo alcune testimonianze molto significative ed attendibili queste forze misteriose in alcuni casi hanno colpito addirittura le menti delle persone che si trovavano nel Triangolo delle Bermude provocando in tali persone visioni terrificanti e cambiamenti inspiegabili della loro personalità e del loro comportamento abituale. In alcuni casi alcune di queste persone che hanno subito il cambiamento di personalità hanno anche compiuto azioni violente e pericolose contro se stesse e gli altri ed inoltre è capitato abbastanza spesso che nelle loro case si verificassero fenomeni di “poltergeist” ed apparizioni di entità soprannaturali. Queste testimonianze che abbiamo ora citato ci sembrano sufficienti per dimostrare che le sparizioni di navi o aerei avvenute nel Triangolo delle Bermude sono effettivamente misteriose e non dovute a cause naturali.

Dopo aver citato questi dati di fatto molto significativi cercheremo per prima cosa di dimostrare il legame che potrebbe esistere tra la distruzione di Atlantide e gli Ufo: in un secondo momento cercheremo di dimostrare la possibile esistenza di un collegamento tra la distruzione di Atlantide, gli Ufo e gli universi paralleli. Per quanto riguarda il possibile collegamento tra la distruzione e l’inabissamento di Atlantide e le frequenti segnalazioni di avvistamenti di Ufo nel Triangolo delle Bermude (molto testimoni hanno dichiarato di aver visto gli Ufo immergersi oppure emergere dalle acque del Triangolo delle Bermude. Tali segnalazioni erano molto frequenti già a partire dagli anni ‘50 cosicché Morris Yessup, uno dei più brillanti ufologi degli anni ‘50 per spiegare i frequenti avvistamenti di Ufo in questa zona del globo ipotizzò la presenza di una base aliena nei fondali di questo tratto di mare) sono state formulate varie teorie finalizzate appunto a collegare l’intensa attività degli Ufo in questa zona del globo con Atlantide. Alcuni autori hanno ipotizzato che astronavi aliene visitavano la Terra già prima della distruzione di Atlantide che sarebbe avvenuta circa undicimila anni fa, ragion per cui l’apocalittico cataclisma oppure la serie di apocalittici cataclismi che causarono l’inabissamento di Atlantide non poteva non attirare l’attenzione e l’interesse delle civiltà aliene che visitavano la Terra in quel periodo storico e che in base a questa teoria continuerebbero a osservare la Terra anche oggi se non proprio tutte quelle civiltà che assistettero alla distruzione di Atlantide almeno qualcuna di esse. Secondo i sostenitori di tale teoria gli alieni avrebbero deciso di costruire una base sottomarina nei fondali del Triangolo delle Bermude qualche tempo dopo l’inabissamento di Atlantide proprio per cercare di capire le ragioni che determinarono la distruzione di tale continente e forse anche per rendersi conto se un tale evento catastrofico poteva avvenire anche sui loro pianeti. In seguito gli alieni avrebbero mantenuto sino ai giorni nostri tale base in questa zona di mare anche perché essa è situata in un posto non facilmente individuabile dagli abitanti della Terra.

Esiste anche una seconda ipotesi che mette in collegamento la distruzione di Atlantide con la presenza, l’intensa attività degli Ufo in tale zona del globo. Secondo tale ipotesi gli Ufo sarebbero giunti sulla Terra moltissimo tempo dopo la distruzione di Atlantide ragion per cui quando effettuarono le prime apparizioni sul nostro pianeta non sapevano assolutamente niente né dell’esistenza di Atlantide né della sua distruzione. Tuttavia esplorando il nostro pianeta ivi compresi gli abissi oceanici si resero conto, disponendo di mezzi scientifici e tecnologici molto superiori a quelli in nostro possesso oggi, che un intero continente era scomparso nelle acque dell’oceano ragion per cui decisero di compiere delle indagini sia per comprendere le cause che avevano determinato questo avvenimento apocalittico sia per studiare la civiltà atlantidea utilizzando proprio quello che era restato sul fondo dell’oceano della civiltà di Atlantide. Per dirla in altro modo come i nostri archeologi tentano di comprendere il livello raggiunto dalle civiltà del passato utilizzando ciò che resta di tale civiltà nei vari siti archeologici oppure tentano di decifrare la lingua di quelle civiltà scomparse che ci hanno lasciato dei documenti scritti, allo stesso modo gli alieni avrebbero studiato con attenzione le rovine sommerse del continente di Atlantide e magari hanno anche cercato di trovare qualche fonte scritta in lingua atlantidea che desse loro informazioni sul popolo di Atlantide, sulla sua religione, sui suoi usi e costumi, sul tipo di governo che esisteva ad Atlantide e sulle conquiste scientifiche e tecnologiche effettuate dagli Atlantidei. Per raggiungere tale scopo costruirono la base sottomarina che ancora oggi esiste e giustifica il grande numero di avvistamenti ufologici che avvengono nel Triangolo delle Bermude.

Esiste poi una terza ipotesi che mette in collegamento i frequenti avvistamenti di Ufo che avvengono in tale zona di mare con la distruzione di Atlantide. Discuteremo ampiamente questa ipotesi quando ci occuperemo delle teorie che riguardano gli universi paralleli. Per ora ci limitiamo a dire che secondo i sostenitori di tale ipotesi la distruzione di un continente così esteso come era Atlantide dovette per forza di cose essere conseguenza di eventi apocalittici così violenti da avere una lunga serie di effetti collaterali molto clamorosi. Uno di tali effetti collaterali sarebbe stata la formazione di una finestra extradimensionale o addirittura di una finestra polidimensionale che sarebbe oggi utilizzata dagli Ufo per raggiungere il nostro pianeta cosicché il gran numero di avvistamenti di Ufo che avvengono in tale zona di mare sarebbe dovuto non alla presenza di una base aliena nel Triangolo delle Bermude ma al fatto che in tale zona del globo terrestre esiste uno dei varchi che danno la possibilità agli Ufo di giungere sul nostro pianeta utilizzando la finestra extradimensionale o polidimensionale creata dagli sconvolgimenti che determinarono la distruzione di Atlantide.
Infine è stata formulata una quarta teoria che mette in correlazione la distruzione di Atlantide e l’intensa attività degli Ufo riscontrata nel Triangolo delle Bermude ovvero la cosiddetta ipotesi atlantidea dell’origine degli Ufo. Secondo i sostenitori di tale teoria gli abitanti di Atlantide si sarebbero resi conto con notevole anticipo utilizzando le loro sofisticatissime conoscenze scientifiche che il loro continente era destinato inevitabilmente ad inabissarsi nelle acque dell’oceano Atlantico cosicché avrebbero avuto il tempo di costruire una citta sottomarina di notevole grandezza nella quale un certo numero di loro sarebbe riuscito a trasferirsi prima della distruzione di Atlantide. Secondo i sostenitori dell’ipotesi atlantidea dell’origine degli Ufo essi non sarebbero delle navicelle spaziali provenienti da altri pianeti ma sarebbero oggetti volanti costruiti dagli abitanti di Atlantide che sarebbero riusciti a trasferire anche un certo numero di Ufo nella città sottomarina da essi costruita prima della sommersione di Atlantide. Nel nostro articolo intitolato “Ipotesi sull’origine degli Ufo” abbiamo esposto tale ipotesi ma abbiamo detto in maniera molto chiara che la consideriamo una teoria assolutamente fantascientifica e priva di credibilità sia perché una città sottomarina di così grandi dimensioni non sarebbe potuta sfuggire all’attenzione degli uomini della Terra proprio perché sarebbe per forza di cose molto più grande di un’ipotetica base aliena sia perché tale ipotesi è invalidata dal fatto che gli Ufo sono stati avvistati nei tempi moderni a partire dalla fine degli anni ‘40 mentre se essi fossero stati di origine atlantidea tali avvistamenti sarebbero stati segnalati con frequenza in tutte le epoche della storia umana dal momento che i primi Ufo risalirebbero addirittura a prima della distruzione di Atlantide.

Prenderemo ora in considerazione i possibili legami esistenti tra la distruzione di Atlantide, i frequenti avvistamenti di Ufo, il Triangolo delle Bermude e l’esistenza degli universi paralleli considerata reale o quanto meno probabile da molti fisici quantistici e da molti matematici.

Come abbiamo già detto in precedenza alcuni autori sostengono che la distruzione di Atlantide avendo causato sconvolgimenti apocalittici nel nostro paese avrebbe tra l’altro determinato la formazione di una finestra extradimensionale o addirittura di una finestra polidimensionale nel Triangolo delle Bermude cosicché gli Ufo utilizzerebbero tale finestra sia per entrare nel nostro universo qualora provengano da universi paralleli, sia per entrare negli universi paralleli qualora provengano da pianeti situati nel nostro universo. Secondo tale ipotesi quindi esisterebbe un legame molto forte tra la distruzione di Atlantide e la possibilità degli Ufo di spostarsi nei vari universi paralleli, dando per scontata l’esistenza di tali universi paralleli. A questo punto riteniamo opportuno dire qualcosa di più sulle finestre extradimensionali e polidimensionali e sulla teoria dell’overdrive (secondo molti fisici quantistici tale teoria creerebbe uno stretto legame tra i fenomeni Ufo e l’esistenza degli universi paralleli), nonché sulla teoria che ipotizza l’esistenza di una interdipendenza totale o parziale tra alcuni universi paralleli.

Per quanto riguarda le finestre extradimensionali e le finestre polidimensionali dobbiamo per prima cosa chiarire la differenza esistente tra questi due tipi di finestre: le prime metterebbero in contatto un universo parallelo con un altro universo parallelo mentre le seconde metterebbero in contatto un universo con due o più universi paralleli. Secondo la maggioranza degli autori esisterebbero tre tipi di meccanismi di formazione di tali finestre. Alcune di queste finestre che collegano i vari universi paralleli vengono definite finestre “strutturali” perché sono esistite “ab initio”, ovvero sono esistite fin dalla nascita dei vari universi e hanno lo scopo di creare quei legami definiti “strutturali” tra i vari universi paralleli (in fisica quantistica si definiscono “strutturali” quei legami tra gli universi paralleli che esistono “ab origine” in quanto hanno la funzione di garantire il mantenimento degli equilibri che permettono l’esistenza stessa del cosiddetto “iperuniverso”. Col termine iperuniverso s’intende l’insieme degli n universi paralleli compresi i vari tipi di legami e di interdipendenze esistenti tra loro che formerebbero un superuniverso intorno al quale i fisici quantistici non sono in grado di dire nulla in quanto tale iperuniverso sarebbe tenuto insieme e costituito da forze assolutamente sconosciute il cui equilibrio sarebbe mantenuto anche dai legami “strutturali” creati proprio dalle finestre extradimensionali e polidimensionali che esistono “ab origine” e che per tale motivo sono definite “strutturali”).

Esisterebbe poi un secondo tipo di finestre che non erano presenti “ab origine” ma si sono formate in un secondo momento in seguito ad eventi che si sono verificati nei singoli universi paralleli. Riguardo i meccanismi e le cause che potrebbero determinare la creazione di queste finestre che non esistevano “ab origine” non esistono certezze in quanto sappiamo ancora troppo poco sugli universi paralleli e sui fattori che mantengono oppure sconvolgono gli equilibri esistenti tra gli n universi paralleli. Comunque dal momento che secondo la teoria delle stringhe le uniche particelle che sono in gradi di spostarsi da un universo parallelo ad un altro sono i gravitroni con tutta probabilità le finestre che non esistevano “ab initio” si formano quando si verificano eventi cataclismatici che causano alterazioni, anomalie e perturbazioni gravitazionali nei vari universi cosicché la formazione di queste altre finestre extradimensionli e polidimensionali servirebbe ad eliminare e compensare tali anomalie gravitazionali create dal cataclisma avvenuto in un dato universo. Anche la distruzione di Atlantide, come abbiamo detto in precedenza, essendo stata causata da eventi apocalittici che hanno determinato anomalie gravitazionali ha con tutta probabilità causato la creazione di una finestra nel Triangolo delle Bermude.

Il terzo tipo di finestre extradimensionali e di finestre polidimensionali sarebbe invece creato dagli Ufo allo scopo di muoversi più facilmente negli n universi paralleli. Tale teoria parte dal presupposto che gli Ufo utilizzino nei loro spostamenti l’energia gravitazionale in quanto come abbiamo detto prima solamente i gravitroni sono in grado di trasferirsi da un universo parallelo ad un altro. Gli Ufo utilizzerebbero l’energia gravitazionale presente nei loro motori non solo per i loro spostamenti ma anche per creare nuove finestre tra i vari universi paralleli utilizzando in qualche modo i gravitroni come grimaldelli in grado di aprire varchi tra i vari universi paralleli. Proprio le finestre extradimensionali e polidimensionali di tutti e tre i tipi ora citati sono alla base della teoria quantistica dell’”overdrive” che cerca di spiegare in che modo gli Ufo possano viaggiare in pochissimo tempo tra pianeti distanti migliaia di anni luce e come possano entrare ed uscire con facilità da un universo parallelo all’altro. Per spiegare che cosa si intende per teoria dell’overdrive ci serviremo di una metafora molto semplice: immaginiamo che un individuo inserisca un CD in un lettore e abbia intenzione di ascoltare la canzone che nel CD occupi il nono posto. L’individuo in questione per ascoltare tale canzone non è assolutamente obbligato ad ascoltare le otto canzoni che precedono la nona canzone ma premendo un tasto può passare direttamente dalla canzone n. 1 a quella che occupa la nona posizione nel CD risparmiando quindi tutto il tempo che servirebbe per ascoltare le otto canzoni che la precedono. Allo stesso modo gli Ufo per raggiungere un pianeta che dista per fare un esempio diecimila anni luce dal loro pianeta non devono compier un viaggio di diecimila anni luce ma utilizzando le finestre extradimensionali o polidimensionali escono dal loro universo di appartenenza e rientrano in tale universo parallelo utilizzando una finestra extradimensionale già esistente oppure creata ex novo dai loro motori che utilizzano l’energia gravitazionale proprio in vicinanza del pianeta che devono raggiungere senza aver compiuto un viaggio di diecimila anni luce che avrebbe richiesto per esser compiuto almeno diecimila anni se essi non avessero utilizzato la teoria dell’overdrive.

In due nostri libri intitolati “I credenti degli Ufo” e “Riflessioni sociologiche sul mistero degli Ufo” abbiamo espresso la nostra ferma convinzione che la teoria dell’overdrive ed anche altre teorie della fisica quantistica (la teoria delle finestre extradimensionali e polidimensionali, la teoria delle stringhe, la teoria della interdipendenza totale o parziale degli universi paralleli, la teoria del campo unificato, la teoria della materia oscura, la teoria dell’energia oscura, la teoria del teletrasporto quantico, la teoria dell’iperuniverso) possiamo dare una mano in futuro all’ufologia al fine di farla uscire fuori dal labirinto nel quale si trova rinchiusa: tale labirinto può essere paragonato al mitico labirinto di Creta costruito da Minosse dal quale Teseo riuscì ad uscire solo grazie al filo di Arianna. In effetti la fenomenologia ufologica negli ultimi decenni è diventata sempre più labirintica e contraddittoria.

Una delle teorie della fisica quantistica più interessante per l’ufologia è a nostro avviso la teoria della interdipendenza tra gli universi paralleli che parte dal presupposto che gli eventi più importanti che avvengono in un dato universo fanno sentire la loro influenza anche negli universi paralleli che hanno contatti più stretti con l’universo in questione. L’interdipendenza viene definita totale se riguarda tutti gli eventi più importanti che accadono in tali universi mentre viene definita parziale se riguarda solamente alcuni di tali eventi. In due nostri articoli intitolati “Alcune riflessioni sulla teoria del superspettro di John Keel” e “Il vampirismo alla luce delle teorie di Jacques Vallée” abbiamo esposto le principali teorie di Jacques Vallée il quale è convinto che gli abitanti dell’universo parallelo di Magonia da tempo immemorabile fanno in modo che sul nostro pianeta gli eventi storici prendano una piega che risulti compatibile con i loro obiettivi che secondo l’ufologo franco-americano non è facile comprendere poiché per riuscire a capire quali sono gli obiettivi che gli abitanti dell’universo parallelo di Magonia vogliono raggiungere manipolando il corso degli eventi storici dovremmo avere informazioni che non abbiamo su di loro. Ma se noi partiamo dal presupposto che esiste un’interdipendenza totale o parziale tra il nostro universo e quello di Magonia possiamo immaginare a nostro avviso quali sono i motivi che spingono gli abitanti dell’universo parallelo di Magonia a manipolare sin dalla notte dei tempi il corso degli eventi storici che si verificano sul nostro pianeta. Essi vogliono che si verifichino quegli eventi storici che hanno un effetto positivo sul loro universo e vogliono evitare che si verifichino sul nostro pianeta avvenimenti storici che avrebbero conseguenze negative sul loro universo dal momento che essi sanno che esiste un’interdipendenza tra il nostro universo ed il loro. Come si vede dall’esempio che abbiamo fatto la teoria dell’interdipendenza degli universi paralleli potrebbe spiegare se fosse vera molti comportamenti delle entità che si nascondono dietro il fenomeno Ufo ed inoltre tale teoria potrebbe anche spiegare gli eventi storici e i mutamenti della percezione sociale della realtà che gli storici, i filosofi della storia ed i sociologi non riescono a spiegare in maniera convincente.

http://www.nexusedizioni.it/apri/Argome ... E-BERMUDE/


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bleffort ha scritto:

Il mar Tirreno è una fossa tipo oceanica profonda fino a 3500 metri o più,formatasi milioni e milioni di anni fà,lo dimostra la sua struttura geologica,impossibile che vi sia stata qualche tipo di piattaforma continentale emersa.


Ma questo non contrasta necessariamente col mito della Tirrenide, che è associato all'idea del cataclisma vulcanico che avrebbe colpito la costa italiana tirrenica, non all'idea di un'isola poi sommersa. Potrebbe comunque essere utile indagare più a fondo nei fondali prospicienti la costa tirrenica, non in mezzo al tirreno, bensì non lontano dalla costa. Si potrebbe scavare sotto i fondali prospicienti alla costa, soprattutto in prossimità del Circeo. Ma si farebbero dei danni, probabilmente, meglio lasciar perdere.

L'idea della Tirrenide ed il mito di Atlantide sono due cose diverse; forse collegate in qualche modo, ma diverse.



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quisquis ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

ciao quisquis la ritengo,in base alle affermazioni di platone,sulla possibile conflitto con atene,assolutamente improbabile,sempre attenendosi,a quello ke platone scrive....[;)]


Questo è vero, ma anche un'ipotetica Atlantide situata nell'Atlantico non potrebbe mai aver avuto a che fare con l'Atene storica, se datiamo il cataclisma a circa 10.000 anni A.C.

E nemmeno cataclismi mediterranei ipoteticamente datati ante 2000. A.C possono aver avuto rapporti con Atene.

Quel conflitto potrebbe essere la trasposizione di una guerra più antica, un mito storicizzato posteriormente.


Una guerra così antica con l'Atene greca non sarebbe stata possibile, non c'erano greci a quei tempi in Grecia (perdonate il gioco di parole), almeno per la storia ufficiale. Questo è il punto più debole del mito di Atlantide, secondo me; o è la deformazione in termini coevi a Platone di una guerra più antica, trasposizione utile a solleticare l'orgoglio dei Greci e a far passare il racconto, oppure non saprei, non si spiega facilmente. A meno che l'Atene storica non sia l'erede di una città ancora più antica che l'avrebbe preceduta; non sarebbe la prima volta, anche per Roma si parla di una "Roma prima di Roma", però retrodandola così indietro diventa difficile da sostenere; limitandola ad un paio di millenni prima di Cristo, quando in Grecia abitavano popolazione non elleniche (di cui i pelasgi di Lemno ed Imbro, nonché gli eteocretesi in epoca storica sarebbero gli ultimi discendenti), già diventa più accettabile.


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quisquis ha scritto:

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quisquis ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

ciao quisquis la ritengo,in base alle affermazioni di platone,sulla possibile conflitto con atene,assolutamente improbabile,sempre attenendosi,a quello ke platone scrive....[;)]


Questo è vero, ma anche un'ipotetica Atlantide situata nell'Atlantico non potrebbe mai aver avuto a che fare con l'Atene storica, se datiamo il cataclisma a circa 10.000 anni A.C.

E nemmeno cataclismi mediterranei ipoteticamente datati ante 2000. A.C possono aver avuto rapporti con Atene.

Quel conflitto potrebbe essere la trasposizione di una guerra più antica, un mito storicizzato posteriormente.


Una guerra così antica con l'Atene greca non sarebbe stata possibile, non c'erano greci a quei tempi in Grecia (perdonate il gioco di parole), almeno per la storia ufficiale. Questo è il punto più debole del mito di Atlantide, secondo me; o è la deformazione in termini coevi a Platone di una guerra più antica, trasposizione utile a solleticare l'orgoglio dei Greci e a far passare il racconto, oppure non saprei, non si spiega facilmente. A meno che l'Atene storica non sia l'erede di una città ancora più antica che l'avrebbe preceduta; non sarebbe la prima volta, anche per Roma si parla di una "Roma prima di Roma", però retrodandola così indietro diventa difficile da sostenere; limitandola ad un paio di millenni prima di Cristo, quando in Grecia abitavano popolazione non elleniche (di cui i pelasgi di Lemno ed Imbro, nonché gli eteocretesi in epoca storica sarebbero gli ultimi discendenti), già diventa più accettabile.

A quel che ci dice Platone i Greci ci sono stati da sempre in Grecia,il fatto è che i primi non hanno potuto tramandare nessun racconto,in quanto sarebbero spariti assieme al cataclisma che ha distrutto Atlantide e quelli rimasti isolati sulle Montagne ignoravano addirittura la civiltà che vi era vicino le Coste.
La sparizione di Atlantide ha causato un tale innalzamento del mare che ha sommerso la maggior parte del territorio che comprendeva la Grecia di allora,se confrontate la cartina vedrete che tutte le isole non erano altro che picchi di montagna, come pure se guardate dal satellite il Canale di Sicilia,potete constatare che il suo fondale a quei tempi era tutto o quasi emerso,poteva al limite esserci uno stretto varco che dava verso il Mediterraneo Occidentale.


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bleffort ha scritto:

A quel che ci dice Platone i Greci ci sono stati da sempre in Grecia,il fatto è che i primi non hanno potuto tramandare nessun racconto,in quanto sarebbero spariti assieme al cataclisma che ha distrutto Atlantide e quelli rimasti isolati sulle Montagne ignoravano addirittura la civiltà che vi era vicino le Coste.



Il mito dell'autoctonia era molto diffuso nell'antichità, quasi ogni popolo pensava di essere presente da sempre in un dato territorio, quasi. Non è affatto detto che avesse ragione.

Infatti la scienza moderna ci dice che i parlanti il greco antico, o meglio le varie forme linguistiche arcaiche di tipo ellenico, quindi indoeuropeo e parenti del latino, del gruppo celta, di quello germanico, di quello iranico etc, giunsero in Grecia solo ad un certo punto, trovandovi popoli parlanti lingue non indoeuropee; questo è lo schema, supportato dal fatto che l'antica civiltà cretese non parlava una lingua greca, che Erodoto ci dice che in Grecia abitavano i pelasgi, anzi che Atene era pelasgica in antico, se ne deduce quindi di lingua non greca, supportato anche dal fatto che in epoca storica in isole come Imbro e Lemno e nella stessa Creta accanto al greco certamente si parlavano ancora lingue non indoeuropee, di cui restano anche tracce scritte. Ora, se diamo per buono questo scenario, diventa molto difficile sostenere l'idea di un'antichissima guerra combattuta dagli Atlantidei contro i Greci, perlomeno se li si intende in senso indoeuropeo, ossia parlanti greco antico; a meno che questa mitica guerra non fosse una trasposizione di qualcos'altro, appunto.


Ultima modifica di quisquis il 30/04/2012, 20:58, modificato 1 volta in totale.


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quisquis ha scritto:

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bleffort ha scritto:

A quel che ci dice Platone i Greci ci sono stati da sempre in Grecia,il fatto è che i primi non hanno potuto tramandare nessun racconto,in quanto sarebbero spariti assieme al cataclisma che ha distrutto Atlantide e quelli rimasti isolati sulle Montagne ignoravano addirittura la civiltà che vi era vicino le Coste.



Il mito dell'autoctonia era molto diffuso nell'antichità, quasi ogni popolo pensava di essere presente da sempre in un dato territorio, quasi. Non è affatto detto che avesse ragione.

Infatti la scienza moderna ci dice che i parlanti il greco antico, o meglio le varie forme linguistiche arcaiche di tipo ellenico, quindi indoeuropeo e parenti del latino, del gruppo celta, di quello germanico, di quello iranico etc, giunsero in Grecia solo ad un certo punto, trovandovi popoli parlanti lingue non indoeuropee; questo è lo schema, supportato dal fatto che l'antica civiltà cretese non parlava una lingua greca, che Erodoto ci dice che in Grecia abitavano i pelasgi, anzi che Atene era pelasgica in antico, se ne deduce quindi di lingua non greca, supportato anche dal fatto che in epoca storica in isole come Imbro e Lemno e nella stessa Creta accanto al greco certamente si parlavano ancora lingue non indoeuropee, di cui restano anche tracce scritte. Ora, se diamo per buono questo scenario, diventa molto difficile sostenere l'idea di un'antichissima guerra combattuta dagli Atlantidei contro i Greci, perlomeno se li si intende in senso indoeuropeo, ossia parlanti greco antico; a meno che questa mitica guerra non fosse una trasposizione di qualcos'altro, appunto.

Comunque anche se non erano i Greci che intendiamo noi,il sacerdote di Sais voleva intendere le genti che abitavano il territorio,poi fin'ora si è avuta notizia di qualche trasposizione da parte di scrittori antichi?.
Io non credo assolutamente che Platone l'abbia trascritto,in quanto non è stato lui eventualmente ad ideare la storia,ma vi erano altri due personaggi come il sacerdote Egizio e Solone e poteva essere smentito da parte di eventuali testimoni che avrebbero potuto sentire la storia raccontata da lui.


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