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Socci: questa non è una crisi. L'Italia è bottino di guerra.

Quando Mario Monti diceva la verità e ci vedeva lungo: "Sui mercati è nato un vero e proprio conflitto". E noi siamo la preda grossa.

(Tra l'altro):

«Cristianità» scrive: «Dopo che la crisi del 2008, seguita dall'elezione di un presidente degli Stati Uniti particolarmente inadatto a governarla, ha dimostrato che per la prima volta dopo la fine della Seconda guerra mondiale l’egemonia statunitense può essere messa in discussione, si è scatenata una guerra asimmetrica di tutti contro tutti per cercare di sostituirla con “qualche cos'altro”, dove i principali contendenti sono la Cina, alcuni Paesi arabi - che si muovono anche secondo una logica di tipo religioso -, e il BRI, sigla riferita a Brasile-Russia-India, Paesi che si considerano le potenze economiche emergenti del futuro e formano il cosiddetto BRIC con la Cina, con cui però hanno interessi non coincidenti».

Questa descrizione della situazione ha molti annessi: per esempio l’atteggiamento della Gran Bretagna risente del fatto che la sua prima «industria» è quella finanziaria e i capitali che hanno scelto Londra come loro «patria» sono anzitutto quelli del petrolio arabo. Bisogna tener presente infatti che i protagonisti in campo non sono solo degli interessi nazionali definiti perché vi sono ormai masse di capitali, senza patria e più potenti degli stati, che si muovono su loro logiche di profitto (o anche ideologiche o religiose). Inoltre ci sono errori degli Stati Uniti e dell’Europa che hanno contribuito grandemente a dar fuoco alle polveri e a rendere l’Europa il vaso di coccio o meglio la preda.

Primo: gli Usa hanno «dopato» la loro economia non solo con le «bolle» speculative, ma anche consentendo alla finanza quell’errata globalizzazione che ha trasformato l’Asia e soprattutto la Cina in produttore a basso costo. Per questo hanno consentito quell’ingresso di schianto e senza condizioni della Cina nel Wto che ha messo in ginocchio le nostre produzioni e ha trasformato la Cina oggi nel «padrone» degli Usa (visto che ne detiene una parte significativa del debito pubblico).

Secondo. In Europa, col crollo del comunismo e la riunificazione della Germania, è riesploso lo scontro fra interessi nazionali, si è accantonata la cultura cattolica europeista di Adenauer, Schuman e De Gasperi e si è dato il potere a una tecnocrazia che ha inventato un’altra Europa, quella della moneta unica, senza una banca centrale come referente finale e senza un governo politico federale. Così esponendo l’euro e l’Europa - inermi - agli assalti.
In questo scenario «bellico» l’Italia è un vaso di coccio che ha perfino osato andare per conto suo alla ricerca del petrolio libico e del metano russo. Perciò hanno usato il suo storico debito pubblico (e certi errori della sua classe politica) per punirla e metterla a guinzaglio essendo peraltro una preda appetitosa per i tesori che possiede (dal grande risparmio delle famiglie, alle aziende di stato, al patrimonio pubblico in generale) e che molti vogliono spolpare.
La guerra continua e non è chiaro come si difende l’Italia e chi sta con chi.

di Antonio Socci

http://www.liberoquotidiano.it/news/894 ... uerra.html



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MessaggioInviato: 18/12/2011, 16:30 
La Casta dei magistrati Toghe e doppio stipendio
Molti magistrati si mettono "fuori ruolo" per ricoprire altri incarichi ai vertici di altre istituzioni, ma conservano compensi e benefit. E nemmeno Monti riesce a bloccare i privilegi.

Roma - L’ennesimo attacco ai professionisti in toga del «doppio stipendio» rischia di fare flop. Cambiano i governi, ma la «casta» si tiene sempre stretti i suoi privilegi.
Parliamo della schiera di magistrati, soprattutto amministrativi e contabili, ma anche ordinari o avvocati dello Stato, che occupano posti spesso di vertice in ministeri e authority, alla Consulta e al Csm, a Palazzo Chigi, nelle Regioni e negli enti locali, in organismi internazionali.

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Si mettono «fuori ruolo», mantengono il primo stipendio e vi aggiungono ricche indennità, arrivando a guadagnare in media 300mila euro lordi l’anno. Le chiamano «carriere parallele» e sono anche d’oro. Spesso a passare da un posto di presidente di un’autorità a quello di capo di gabinetto di un ministro o di un sindaco sono sempre i «soliti noti». Per anni e decenni non ritornano ad indossare la toga, ma ne conservano tutti i vantaggi e proseguono la carriera pagati il doppio.
Roberto Giachetti, deputato del Pd, ha escogitato quest’estate un modo per spazzare via il privilegio del cumulo degli stipendi, tanto più insopportabile in tempo di crisi e sacrifici. Il suo emendamento prima si è agganciato alla manovra Tremonti, poi al decreto anti corruzione: prevede che i magistrati fuori ruolo mantengano unicamente lo stipendio originario e che siano autorizzati solo per cinque anni consecutivi. Poi dovranno tornare alle loro funzioni per un quinquennio e semmai essere autorizzati ancora al «fuori ruolo» per cinque anni. Al massimo dieci complessivi. In più, il provvedimento prevede un’immediata applicazione anche agli incarichi già ottenuti.

Le lobby delle diverse magistrature e gli alti «papaveri» di Stato hanno incominciato a fibrillare, quando nelle ultime settimane si è capito che in Parlamento l’emendamento poteva anche passare.

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E ad un rinvio è seguito un altro rinvio.

Poi, nella manovra Monti è comparso il provvedimento per tutti i dirigenti della pubblica amministrazione che stabilisce il tetto pari allo stipendio del Primo presidente della Cassazione, vale a dire 305mila euro l’anno. E invece di prendere due stipendi interi, gli interessati potranno averne solo uno più un quarto come indennità. Troppo severo per passare.
E infatti, ecco che spunta un compromesso: ci potranno essere «deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni». In pratica, qualche doppio stipendio si salverà reso più sontuoso dai i rimborsi spese.
Intanto, è incerta la sorte in Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio dell’emendamento Giachetti, che allarma molto anche per il tetto di 5 anni e 10 complessivi. Sembra che alcuni «grand commis» dello Stato si siano mossi con forti pressioni, quando hanno capito dalle dichiarazioni di deputati leghisti e del Pdl che la norma era vicina all’ approvazione.

Quello di SuperMario è stato anche definito il «governo del presidente» e si pensi a che cosa succederebbe al Quirinale se il segretario generale Donato Marra (consigliere di Stato) dovesse sottostare alla regola dei cinque anni. Non potrebbe completare il settennato presidenziale di Giorgio Napolitano. Stessa situazione per altri alti magistrati impegnati qua e là e qualche maligno dice che tutto questo si traduce in un freno all’emendamento.
A novembre era stato il governo Berlusconi a mettere il bastone fra le ruote: si espose direttamente il ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma (forse il suo unico intervento in Commissione) per bloccare la norma chiedendo una riformulazione più «soft», pochi giorni prima delle dimissioni dell’esecutivo.
Le cose non sono cambiate con il governo Monti e la scorsa settimana, in Commissione, è stato il rappresentante dell’esecutivo ha chiesto un nuovo rinvio del voto sull’emendamento, per «poter assumere nuove informazioni». Il presidente Donato Bruno, per «garbo istituzionale», ha avallato la richiesta. Tutto fermo di nuovo.

D’altronde, stiamo parlando del governo che ha come sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà, già presidente dell’Antitrust con stipendio di 500mila euro lordi all’anno più i 9 mila netti mensili come consigliere di Stato fuori ruolo. Lo stesso governo che ha come ministro per la Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, anche lui consigliere di Stato per lunghi anni capo di gabinetto e dell’ufficio legislativo di vari ministri oltre che membro di authority, con doppia retribuzione annuale di 150mila più 200mila euro.


«Sono d’accordo - dice il deputato Pd Giachetti - che servano interventi sugli stipendi dei parlamentari in un momento di crisi. Non vorrei, però, che mentre i riflettori sono tutti puntati sulla “casta” dei politici, nell’ombra si lavori per sottrarre altre categorie privilegiate ai sacrifici che vengono chiesti a tutti»

http://www.ilgiornale.it/interni/il_tru ... comments=1



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MessaggioInviato: 18/12/2011, 16:34 
La crisi dell'euro non è sanabile




La crisi dell’euro non è sanabile. Nessuno vi può riuscire, che sia o non sia un esperto banchiere o persona di fiducia del mondo intero. Non vi può riuscire neanche bruciando nel crogiolo dell’euro tutti i beni che gli Italiani e gli altri popoli d’Europa possiedono. Si sente dire in questi giorni che alcune grandi banche americane stanno preparandosi al crollo della moneta unica: non è possibile che i capi dei governi europei, responsabili della vita e dei beni di centinaia di milioni di persone, si rifiutino di ammettere questa possibilità preparando una qualche via di fuga, un’estrema uscita d’emergenza. E’ un loro preciso dovere predisporre un ordinato ritorno alla moneta nazionale in caso di necessità, invece di aspettare il caos del crollo globale. Gli strumenti a disposizione non mancano. Faccio un solo esempio: la lira non è ancora andata fuori corso. Si può cominciare ad emettere una parte dei titoli di Stato in lire esclusivamente per il mercato italiano e a far circolare la doppia moneta, così come si è fatto nel primo periodo del passaggio all’euro. Sappiamo bene quanto siano capaci di creatività i tecnici della finanza: la mettano all’opera.

L’importante, tuttavia, è che si riconosca il fallimento del progetto di unificazione europea e della moneta unica. Soltanto se ci si convince che l’euro è debole perché è privo della forza degli Stati che lo dovrebbero garantire, si capirà che nessuna terapia lo può guarire. La forza degli Stati non è costituita dal nome dei governanti, ma dai loro popoli, dalla loro storia, lingua, arte, religione, civiltà. Perfino il mercato, idolo dei banchieri, si è indebolito in Europa perché, con l’unificazione, si è trovato ridotto al minimo comune denominatore. E’ una delle prime cose che ci hanno insegnato a scuola: non si possono sommare le mele con le pere. E’ proprio quello che hanno voluto fare i progettisti dell’Unione: francesi più tedeschi più spagnoli più italiani ecc., tutti mele o tutti pere, come se la ricchezza dei popoli d’Europa non consistesse soprattutto nella loro straordinaria diversità creativa. Tragica ignoranza o spaventosa presunzione del potere? Sarà la storia a rispondere a questa domanda.

La crisi dell’euro è dovuta quindi, a parte i numerosi motivi specificamente tecnici del mercato e della finanza, al fatto che era sbagliato il progetto di unificazione europea entro il quale l’euro doveva vivere. Unificare i popoli, però, è un’operazione antropologica. Per questo è stato evidente fin dal primo momento ad una persona come me che fa di professione l’antropologo, vederne tutti gli errori e rendersi conto che l’euro, frutto principale dell’unificazione, sarebbe fallito. Ne avevo previsto il crollo, infatti, fin da prima che entrasse in circolazione, ossia nel 1997, quando ho pubblicato per l’editore Rizzoli il libro “Contro l’Europa”. Gli anni sono passati, ho scritto decine di articoli (molti pubblicati anche sul “Giornale”) sempre ripetendo che la costruzione europea era sbagliata e che le conseguenze negative, per l’Italia in particolar modo, sarebbero state gravissime, ma sono stata purtroppo costretta ad assistere nell’impotenza al sicuro disastro. Nell’estate dell’anno scorso Rizzoli mi ha chiesto di scrivere un secondo libro sull’Europa. A novembre è uscito “La Dittatura europea” dove si trovano descritti passo per passo, tutti gli avvenimenti cui stiamo assistendo. Soltanto un nome è diverso: prevedendo che un banchiere sarebbe diventato capo del governo, facevo il nome di Draghi. Allora Draghi non era ancora stato nominato alla Bce, ma si tratta di personaggi interscambiabili. Qualche giorno dopo avrei fatto sicuramente il nome di Monti.

Non sta bene dire “Ve lo avevo detto?”. E’ compito specifico dello scienziato fare delle previsioni il più possibile vicine alla realtà e per un antropologo era facilissimo capire che si stavano compiendo macroscopici errori. Se adesso lo metto in rilievo è nella speranza che finalmente qualcuno lo creda e corra ai ripari. Siamo ancora in tempo a salvare l’Italia e la civiltà europea.

Ida Magli
http://www.italianiliberi.it
Roma, 27 novembre 2011



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MessaggioInviato: 18/12/2011, 17:18 
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dal “siamo insolventi a “non esiste alternativa” e attualmente “siamo in recessione”

I Compagni di merende di Bersani,Prodi,Veltroni,Letta & C oggi voteranno la fiducia al Governo della BCE-Bildemberg-Trilateral. Di Pietro fa fatica a mantenere ancora in piedi il suo partito i suoi nominati sono attratti dalle sirene del POTERE restii a votare contro la manovra. I residuati bellici di SEL,Rifondazione Comunista oramai preda dello spaesamento politico incapaci di iniziative di massa. L’intera area della sinistra antagonista dopo il 15 ottobre in preda ad una schizofrenia da mancata prestazione virile. Frantumati in una miriade di congreghe,e arciconfraternite che si auto esaltano guardandosi l’ombelico come galletti amburghesi a cantare che oramai il SOLE (dell’AVVENIR) non vuol più sorgere per la babele dei canti. Incapaci totalmente incapaci di interpretare quello che è accaduto e stà accadendo non solo in Europa in Italia e nel Mondo sia politico che economico. La morte per eutanasia del popolo pacifista ridotto ad essere telecomandato dal Vero Potere attraverso le sue agenzie politiche italiane (PD,IDV,SEL RC ecc) che a comodità loro ordinano “scendere in piazza” “non scendere in piazza” come se il rifiuto alla guerra come strumento di soluzione delle controversie fosse un opzione politica e non un Principio. L’incapacità di reagire alla più grande campagna di Disinformazione e di Terrorismo Psicologico Sociale a cui sono sottoposti i cittadini della fù Repubblica Italiana dimostra che sono arrivati al capolinea della Storia.

Che come rifiuti secchi indifferenziati destinati alle discariche tante volte contestate che per ironia destinate solo a loro.



Bastava essere semplici osservatori anche senza competenze economiche e politiche per delineare ciò che è accaduto che sta accadendo e dovrà ancora accadere.



La sinistra italiana si è ubriacata fino all’inverosimile per la caduta di Silvio Berlusconi ed è entrata in Coma Etilico (è si perché almeno l’alcol è legale è non fa male berlo mentre per quelli che si fanno le canne c’è la galera e di canne non è mai morto nessuno quindi non c’è sfizio a farle).Che importanza ha per quelli “noi siamo di sinistra” adesso che si è consumato un colpo di Stato finanziario e istituzionale che per l’ubriacatura in atto sembrava solo un’allucinazione da alcol. Che importanza ha che le pensioni sono state dimezzate,che importanza ha che ci stanno caricando di tasse. “Noi siamo di sinistra” e Silvio non c’è più.Che importanza ha che la costituzione è stata abolita tanto “noi siamo di sinistra”che importanza ha che la Francia minaccia una guerra tra Stati in Europa,tanto “Noi siamo di sinistra” Che importanza ha che il Salvatore della patria è un pezzo da 90 della finanza internazionale che fa parte di un organizzazione segreta chiamata Bildermberg, tanto “noi siamo di sinistra”. Che importanza ha se stiamo in recessione tanto Silvio non c’è più.

Vi rispondo così “Che importanza ha se il popolo prima o poi si sveglia e vi prenderà ad uova marce in faccia?

Buona Fortuna.

Ferraioli Domenico


http://blog.libero.it/terrapagana/10897834.html


..sperano,ke almeno le uova siano fresche,cosi possono continuare a "magnare" [;)] [:p]

certo ke se i vari pajetta amendola chiaromonte longo natta etc etc potessero ritornare,spedirebbero questi nuovi dirigenti "sinistorsi"(privi di una qualsiasi ideologia)in un campo di rieducazione ,x un decennio, in nord korea [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 18/12/2011, 17:26, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 19/12/2011, 12:44 
lo spread orami ha raggiunto i 500 punti ed i carburaanti hanno vette ke x il pieno si spende in proporzione al lancio di un saturno 5b

"Carburanti/ Media benzina a 1,709 e/l, gasolio a 1,696 e/l
Lunedi, 19 Dicembre 2011 - 10:17
Si e' chiusa venerdi' con il terzo ribasso consecutivo sui prezzi dei prodotti raffinati una settimana dal tono decisamente "orso". Nelle ultime tre sessioni le quotazioni di benzina e gasolio hanno perso quasi venti euro per mille litri. In particolare, il prodotto leggero si e' attestato venerdi' a 888 dollari la tonnellata (-4), pari a 513 euro per mille litri (-4), mentre il diesel ha quotato 930 dollari la tonnellata (-6), pari a 601 euro per mille litri (-6). Ribassi che da domenica hanno iniziato a riversarsi, pur con timidezza, sui prezzi alla pompa. Stando alla consueta rilevazione della Staffetta Quotidiana, ieri e' stata Eni a mettere mano ai listini riducendo di 0,8 centesimi al litro il prezzo del gasolio. Il nuovo prezzo medio nazionale del cane a sei zampe si attesta a 1,693 euro/litro. Ribasso sul gasolio anche per Tamoil (-0,5 centesimi a 1,705 euro/litro), mentre TotalErg riduce i prezzi di entrambi i prodotti: benzina -0,3 centesimi a 1,713 euro/litro, diesel -0,8 centesimi a 1,702 euro/litro. Stabile la media ponderata nazionale dei prezzi della benzina tra i diversi marchi (1,709 euro/litro), scende di cinque millesimi, sotto quota 1,7, quella del gasolio (1,696 euro/litro). Gpl Eni in media nazionale a 0,754 euro/litro, prezzi medi del metano a 0,93 euro/kg con punte minime a 0,81 e massime a 1,03"

http://affaritaliani.libero.it/ultimiss ... 1211101709


x uno scempio del genere era necessario uno della bocconi?o magari bastava un monti qualsiasi,non so garzone di fornaio?

[:179] [:181] [:164]


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MessaggioInviato: 19/12/2011, 13:07 
Oscar Giannino (noto comunista) dice: il debito pubblico italiano lo ha fatto Berlusconi.

http://www.youtube.com/watch?v=WP1wXRyZ ... re=related

Altro che prima repubblica, altro che rivoluzione liberale e lotta agli sprechi. Berlusconi è stato chi ha causato gran parte del debito pubblico italiano. Grazie.


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diciamo che il debito pubblico italiano ha iniziato lo sforamente nei primi anni novanta,ha molti padri,anke se magari qualkuno l'ha ridotto e qualkun altro lo ha aumentato,a prescindere dagli schieramenti.purtroppo i debiti se non si fanno riforme strutturali, saranno difficilmente azzerati,con solo imposizioni si ottengono solo pagliativi momentanei [;)]


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MessaggioInviato: 19/12/2011, 13:45 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Oscar Giannino (noto comunista) dice: il debito pubblico italiano lo ha fatto Berlusconi.

http://www.youtube.com/watch?v=WP1wXRyZ ... re=related

Altro che prima repubblica, altro che rivoluzione liberale e lotta agli sprechi. Berlusconi è stato chi ha causato gran parte del debito pubblico italiano. Grazie.



La tua interpretazione dell'intervento di Giannino è un po' troppo lapidaria.
In realtà la sua analisi è un po' più articolata.

Comunque

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Noti nulla?
Il debito pubblico italiano/pil dal '95 a oggi ha un andamaneto simile a quello degli altri paesi europei (il giappone è una caso a sè con il suo debito da paura e in continua salita), compresa la virtuosa Germania.

Ovviamente quello che cambia è la traslazione verso l'alto (asse delle ordinate) della nostra 'funzione debito pubblico italiano/pil' rispetto alle altre.
Cosa significa? Che l'andamento debito pubblico italiano è anche congiunturale con la situazione internazionale ed agganciato a quello degli altri paesi europei. Se nel '95 il nostro debito pubblico/pil fosse stato compreso in un range tra USA (max) e inghilterra (min), oggi avremmo un debito pubblico/pil inferiore a quello tedesco.



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MessaggioInviato: 20/12/2011, 13:26 
Sì, certo, l'intervento è più lungo e più articolato. Però dice una cosa che è difficile da interpretare se non come una condanna politica: ci sono governi che hanno una tendenza a creare più debito e altri meno. Resta un dato di fatto che i governi Berlusconi TUTTI hanno creato mediamente il doppio, il triplo del debito pubblico creati dai governi di centrosinistra.


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dopo gli aumenti del gasolio et benzina nel corrente anno, da gennaio 2012 arrivano i rincari a livello regionale,forse si necessita rispolverare il buon cavallo sempre che non ne tassino il calesse(sai i grandi professori spremono sempre le meningi) [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 20/12/2011, 13:41, modificato 1 volta in totale.

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oggi, verso le 13, ho sentito un tale su radio radicale, non so chi se ministro o sottosegretario, del governo, ha così sentenziato: o si fa l'europa o si muore. Indietro non si torna [alle nazioni].
E poi bla bla su bilancio federale, stati federali, lui stesso che si considerava mero "amministratore regionale" dell'europa e così ha dequalificato il parlamento in cui stava parlando, il quale, ancora, fino a prova contraria, è detentore della sovranità completa, ma forse sono io che mi illudo di fare parte di una nazione ancora indipendente.



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Mi spinsi nel futuro quanto mai occhio umano, le meraviglie vidi di quel mondo lontano

Alfred Tennyson - Locksley Hall


«All’Italia è mancata una riforma protestante e una sana borghesia calvinista»
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Comincia ad assumere toni inquietanti quel discorso di Napolitano di qualche anno fa dove diceva che bisognava prepararsi al Nuovo Ordine Mondiale... sembrava un uso improprio di una terminologia inusuale... invece... mah
Forse questo sottosegretario o ministro dovrebbe ricordarsi che ha giurato di difendere la costituzione e la repubblica italiana, e non l'europa.


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Ciao iLGambero...non posso scrivere più di tanto ma temo che un disegno millenario stia per compiersi...
Coadiuvato da questa "insolita" crisi economica.
Il problema è che questi toni inquietanti non li colgono né i cosiddetti giornalisti omologati e né tanto meno le persone della strada anche e purtroppo i più giovani che hanno l'unico obbiettivo nell'arrivare al sabato sera per andare a sballare.

Marco71.



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Ma sì, continuiamo a sbranarci tra europei, così arrivano i cinesi a raccogliere i sopravvissuti.

Certe volte sembra di essere in periodo risorgimentale, da tanto certi discorsi sembrano provenire da baroni, preti e aristocratici filo austriaci contrari all'unificazione nazionale, e quindi alla "perdita di sovranità". Davvero, mai titolo fu più adatto: povera Italia...


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Tasse, spread, Pil giù del 3% Cifre che inchiodano Monti
Più tassi meno incassi. Adesso lo dice anche il governo: sarà recessione dura. Primavera, si rischia la manovra bis

http://www.liberoquotidiano.it/news/895 ... ead-Pil-giù-del-3-Cifre-che-inchiodano-Monti.html


saranno professori ma se x capire cose semplici impiegano tanto tempo...c'e' poco da stare allegri [:76] [:47] [:31]


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