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MessaggioInviato: 16/02/2012, 14:31 
il ministro delle finaze greco dice:

"che i paesi più ricchi dell'Europa "stanno giocando con il fuoco", nel momento in cui considerano anche solo lontanamente l'idea di far uscire la Grecia dall'euro. "Ci troviamo continuamente di fronte a nuove richieste"

notizia dal wallstreeritalia
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da dire che prob le continue nuove richieste potrebbero essere un sistema x costringere la grecia ad uscire dall'unione monetaria,in modo unilaterale,come del resto il fatto di dilazionare il previsto aiuto.....


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MessaggioInviato: 16/02/2012, 14:41 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

E siamo solo a ottobre 2011. Vuoi che vada avanti?



Per carità... mi basta. Mi chiedo solo COME MAI, la dichiarazione in video, in forma concisa ed essenziale come quella di ieri, non sia stata maturata ed espressa PRIMA di decidere di fare gli zerbini a Monti.

E' un mistero.
Un mistero che costerà caro a PD.

Sempre imho.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 16/02/2012, 14:50 
Economia

Sforbiciata/ Mega-downgrade sulle banche europee.
Scure di Moody's anche su Generali


Giovedì, 16 febbraio 2012 - 09:27:00

Downgrade a raffica di Moody´s. La giornata dei mercati azionari non parte decisamente con il piede giusto visto che l´agenzia di rating a stelle e strisce ha declassato o rivisto l'outlook di 114 banche europee, di cui 24 sono istituti italiani (nei giorni scorsi era arrivato anche il giudizio negativo di S&P's).

Un mega-downgrade che non ha risparmiato nemmeno il comparto assicurativo e alcuni colossi statali come Eni, Poste Italiane e Finmeccanica, le cui prospettive sono state riviste da stabili a negative.

Gli analisti statunitensi hanno motivato le loro decisioni spiegando che "l'abbassamento delle valutazioni è legato al negativo e prolungato impatto della crisi dell'area euro, che rende molto difficile la situazione operativa per la banche europee".

CONTINUA>>>
http://affaritaliani.libero.it/economia ... refresh_ce



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MessaggioInviato: 16/02/2012, 15:29 
http://politicaeconomiablog.blogspot.co ... eschi.html
Il TARGET degli economisti tedeschi di Sergio Cesaratto

Per chi vuole cominciare a capire qualcosa di economia e su quanto sta accadendo segnalo i blog-siti di alcuni economisti fuori dal mainstream (ma economisti, a differenza di chi ci governa, con pubblicazioni e solido background scientifico).

http://politicaeconomiablog.blogspot.com
http://goofynomics.blogspot.com
http://www.gustavopiga.it
http://www.emilianobrancaccio.it/area/divulgazione/


Ultima modifica di iLGambero il 16/02/2012, 15:53, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/02/2012, 15:34 
Prove di requiem per la zona EURO di Emiliano Brancaccio
http://www.emilianobrancaccio.it/2012/0 ... zona-euro/

Mentre gli spread sui tassi vengono tenuti a bada dalla Bce, altri spread segnalano uno scollamento strutturale all’interno della zona euro, che alimenta il pessimismo sulla tenuta della moneta unica. Intanto, il Presidente Monti dichiara che “non siamo nel mezzo, ma verso la soluzione della crisi”. Se ci fosse il vecchio Premier, non avremmo dubbi a classificarla sotto la voce “barzellette”.

Fino a qualche tempo fa, eravamo relativamente pochi a ritenere probabile una deflagrazione dell’attuale zona euro. Nell’aprile 2010 scrivevamo che la Grecia non era affatto un caso isolato ma costituiva un campanello di allarme per l’intera Europa. Nel giugno 2010, con duecentocinquanta economisti sostenevamo che le politiche di austerity e di deflazione, caricate in larga misura sulle spalle dei paesi debitori verso l’estero, avrebbero solo aggravato la crisi e avrebbero reso prima o poi inevitabile lo sganciamento di alcuni di essi dalla moneta unica. All’epoca eravamo ancora piuttosto isolati. Negli ultimi tempi, invece, il numero di osservatori pessimisti sui destini della attuale unione monetaria è cresciuto esponenzialmente. Meglio tardi che mai.

...

Se si considera la proiezione lineare come una pur rozza approssimazione dei potenziali andamenti futuri dei costi, la conclusione è che potremmo trovarci ben presto di fronte a una forbice incompatibile con la sopravvivenza stessa della moneta unica. La dimensione dei divari, oltretutto, è tale da rendere risibile qualsiasi tentativo di correggerli a colpi di deflazione salariale nei paesi debitori. Considerato che la stessa Germania in surplus ha praticato la deflazione relativa dei salari, la corsa al ribasso delle retribuzioni necessaria all’aggiustamento sarebbe di tale portata da provocare una nuova, ancor più violenta depressione.

continua...

Solo se si comincia a leggere molto e studiare si può capire come Tobin tax (per come è stata impostata e discussa), paradisi fiscali... siano soltanto cortine fumogene per non fare capire i reali problemi... problemi che i vari Schulz conoscono molto bene secondo me.
Preciso e confesso la mia ignoranza in tema, non voglio fare lezioni a nessuno, infatti mi limito a segnalare cose scritte da altri, quando sarò un po' più sicuro del mezzo, magari potrò essere più chiaro.


Ultima modifica di iLGambero il 16/02/2012, 16:01, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/02/2012, 15:50 
Ci sono persone che queste cose le scrivono da anni... ci sono economisti che gridano alla sinistra di aprire gli occhi e le orecchie... ma la sinistra non ci sente, la sinistra ha le sue prime attrici... con coerenza verso il baratro!


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MessaggioInviato: 16/02/2012, 16:17 
un manicomio criminale a piede libero di Paolo Barnard

No, veramente, questi sono degli psicopatici criminali e decorticati cerebrali. Mi dispiace, questo pezzo è complicato, non si può semplificare più di tanto, poiché il Vero Potere è immensamente complicato e su questo vince. Chi non ha voglia di far fatica nel capire per poi veramente opporsi al Vero Potere, vada da Alternativa, dai Decrescita o da Benettazzo a fare il pagliaccio che gioca ai soldatini con la vita di gente disperata. (Sì, sono sprezzante. Preferite testa di cavolo? Mi va bene. Ma quanto ho appena detto è sa-cro-san-to).

I termini del ‘salvataggio’ della Grecia sono dettati da un manicomio criminale a piede libero. Primo: per iniziare l’operazione ‘salvataggio’ che taglierebbe 100 miliardi di Euro dal debito greco, la EU deve spendere IN VIA PRELIMINARE 93,5 miliardi. In via preliminare significa senza ancora ridurre di 20 centesimi il totale del debito ellenico. Cioè 93,5 miliardi di Euro gettati al gabinetto solo per accendere il motore, non per arrivare da nessuna parte.

Secondo: l’avvocato difensore del governo greco, in teoria del popolo greco, è lo stesso avvocato difensore dei creditori greci, e si chiama Cleary Gottlieb Steen & Hamilton di New York. Il consulente finanziario del governo greco, in teoria del popolo greco, è lo stesso consulente finanziario dei creditori greci e si chiama Lazard, sempre New York. Questo prova oltre ogni dubbio che l’intero governo greco lavora PER i poteri finanziari internazionali e PER le banche greche e internazionali, accordandosi dalla stessa parte della barricata, e NON dalla parte dei cittadini greci, che sono soli.

Terzo: la Grecia deve assolutamente godere della decisione dei parlamenti dell’Eurozona di dargli almeno quei soldi preliminari (93,5 miliardi) per il salvataggio se vuole mai convincere i suoi creditori che la sua offerta sta in piedi (offerta greca = si riprende 200 miliardi di Euro di suoi titoli di Stato indietro distruggendoli, e a chi li possedeva ne offre 100 miliardi di nuovi). Ma questo deve accadere entro il 29 Febbraio, e i parlamenti non saranno in grado di approvare i soldi necessari (se mai li approveranno) prima del 27. Nelle successive 48 ore è impossibile concludere nulla e questo significa l’annullamento forzoso dell’offerta greca. E, di nuovo, stiamo parlando solo di riuscire a trovare in tempo i soldi per l’accensione del motore, non quelli per fare il viaggio vero e proprio, cioè il cosiddetto ‘salvataggio’ completo della Grecia che ammonta ad altri 130 miliardi di Euro (e che è poi una truffa come già spiegato in altri miei interventi).

Quarto: se non si trovano neppure i soldi basilari in tempo – fa cui i 30 miliardi di Euro che fungono da mazzetta per convincere i creditori a stare al gioco – questo significa che i creditori rischiano di accettare un gioco (cioè l’offerta della Grecia di restituirgli solo la metà di quello che gli deve) che, senza poi quei soldi basilari, finisce ad essere un gioco di carta straccia. Perché oggi essi, a carte ferme, hanno in mano 200 miliardi di Euro di debito pubblico greco che possono ancora tentare di vendere per qualsiasi cifra, ma domani si possono ritrovare incastrati, dopo aver accettato l’offerta della Grecia ma senza l’ok dei parlamenti per i soldi basilari di cui sopra, con in mano 100 miliardi di titoli di Stato greci che valgono… zero, proprio zero, perché a quel punto i mercati fanno lo shut down e la Grecia fa default. Ma proprio questi timori, con tutta probabilità, convinceranno i creditori a non partecipare per nulla all’offerta della Grecia, e anche questo significa automaticamente il default.

Ora attenzione al giro dei soldi coinvolti in questo disastro, che esiste SOLO PERCHE’ LA GRECIA VIVE NELLA ZONA EURO, e non avendo più una sovranità monetaria non può che sottostare a queste torture da psichiatria sadica (come accadrà a noi). Trenta (30) miliardi di Euro come mazzetta di cortesia per allettare i creditori a stare al gioco, tutti sborsati dal Fondo di Stabilità Finanziaria Europeo (EFSF) e che sono tutti debiti contratti dall’Eurozona, cioè titoli garantiti dal EFSF – poi arriverebbero settanta (70) miliardi di nuovi titoli di Stato Greci da offrire ai creditori, altro debito impagabile da un’economia che si è contratta solo quest’anno del 7%, proprio a causa di questi obblighi, figuriamoci in futuro quando gli obblighi saranno cento volte più soffocanti per la sua economia – poi ci sono gli interessi che vanno pagati agli investitori per cinque miliardi e mezzo (5,5), relativi ai titoli di Stato greci che questi accettano di ridare indietro alla Grecia – poi però, ah!, fosse semplice: il fatto è che sono le banche greche a detenere la maggioranza di quei 200 miliardi di titoli di Stato greci marci e che vanno decurtati del 50%. E allora la conseguenza dell’offerta greca di pagare solo il 50% di ciò che deve, finisce per distruggere la banche greche che falliscono in automatico, e questo significa che mentre si fa tutto questo giro psicotico di miliardi assurdi, se ne devono subito trovare altri ventitre (23) di miliardi per ricapitalizzare le banche greche – ma ah!, ancora più grottesca follia: le banche greche azzerano così anche la liquidità, cioè vanno a sotto zero di possibilità di svolgere le loro funzioni di prestatori di capitali a famiglie e aziende, quindi ci pensa la BCE di Draghi a pompargli una montagna di miliardi nelle casse. Ma siccome una Banca Centrale non può regalare soldi a chiunque, e deve sempre ottenere in cambio un qualche pegno, il pegno che le banche greche danno a Draghi sono gli stessi titoli di Stato greci marci che non varranno più nulla per via proprio dell’offerta greca di cui sopra (e che la stessa BCE ha caldeggiato) che è minata dal problema dei parlamenti di cui si è detto e dei creditori nel panico ecc... La BCE di fatto sta comprando titoli greci marci sapendo a priori che non varranno un accidenti, e quindi a sto punto deve aggiungere altri trentacinque (35) miliardi di Euro alla fiera della follia per tappare anche questo buco delle medesime banche.



E questo ci porta dove? Solo al punto preliminare di tutto il salvataggio, che ancora non è neppure iniziato. Cioè 93,5 miliardi di Euro di debiti aggrovigliati buttati al vento e prima ancora che la Greci ne sborsi altri 70, con un default della Grecia ancora certo, i greci scorticati vivi, e le banche che sono le uniche tutelate dal governo greco, dalla BCE, dal EFSF, e da Cleary Gottlieb Steen & Hamilton più Lazard, naturalmente.



Amici greci, SIETE SOLI, NON AVETE PIU’ UN GOVERNO, il vostro governo si chiama Clearly Gottlieb Steen & Hamilton e Lazard. E siccome neppure questo basta al Vero Potere, la proposta della Germania è di ottenre la posticipazione delle elezioni greche di Aprile e d’imporre ad Atene di un governo di soli tecnici indicati dalla UE, “così come fatto in Italia”.



E per voi italiani, che non chiamerò “manica di deficienti divisi fra il popolo di Rete 4 e Sanremo e quello disprezzabile di Santoro, Vendola, Repubblica” perché poi dite che offendo la gente, riporto l’ultima mail telegrafica che mi ha mandato uno dei cinque relatori del prossimo Summit MMT di Rimini (http://www.democraziammt.info/), e cioè il Prof. William Black, e che suona come un comunicato di Radio Londra del 1943: “Hanno distrutto la Grecia, e ora hanno puntato gli occhi su di voi. Dobbiamo fermarli, c’è bisogno di ogni singolo uomo/donna disponibile”.


http://blog.libero.it/terrapagana/11073712.html


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MessaggioInviato: 16/02/2012, 16:48 
Cita:
ubatuba ha scritto:

un manicomio criminale a piede libero di Paolo Barnard

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Amici greci, SIETE SOLI, NON AVETE PIU’ UN GOVERNO, il vostro governo si chiama Clearly Gottlieb Steen & Hamilton e Lazard. E siccome neppure questo basta al Vero Potere, la proposta della Germania è di ottenre la posticipazione delle elezioni greche di Aprile e d’imporre ad Atene di un governo di soli tecnici indicati dalla UE, “così come fatto in Italia”.


E per voi italiani, che non chiamerò “manica di deficienti divisi fra il popolo di Rete 4 e Sanremo e quello disprezzabile di Santoro, Vendola, Repubblica” perché poi dite che offendo la gente, riporto l’ultima mail telegrafica che mi ha mandato uno dei cinque relatori del prossimo Summit MMT di Rimini (http://www.democraziammt.info/), e cioè il Prof. William Black, e che suona come un comunicato di Radio Londra del 1943: “Hanno distrutto la Grecia, e ora hanno puntato gli occhi su di voi. Dobbiamo fermarli, c’è bisogno di ogni singolo uomo/donna disponibile”.


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Inutile aggiungere altro, mi pare.....



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MessaggioInviato: 16/02/2012, 16:55 
Mah... Barnard mi lascia sempre più perplesso.
Questa MMT ancora di più.


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MessaggioInviato: 16/02/2012, 16:59 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
ubatuba ha scritto:

un manicomio criminale a piede libero di Paolo Barnard

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Amici greci, SIETE SOLI, NON AVETE PIU’ UN GOVERNO, il vostro governo si chiama Clearly Gottlieb Steen & Hamilton e Lazard. E siccome neppure questo basta al Vero Potere, la proposta della Germania è di ottenre la posticipazione delle elezioni greche di Aprile e d’imporre ad Atene di un governo di soli tecnici indicati dalla UE, “così come fatto in Italia”.


E per voi italiani, che non chiamerò “manica di deficienti divisi fra il popolo di Rete 4 e Sanremo e quello disprezzabile di Santoro, Vendola, Repubblica” perché poi dite che offendo la gente, riporto l’ultima mail telegrafica che mi ha mandato uno dei cinque relatori del prossimo Summit MMT di Rimini (http://www.democraziammt.info/), e cioè il Prof. William Black, e che suona come un comunicato di Radio Londra del 1943: “Hanno distrutto la Grecia, e ora hanno puntato gli occhi su di voi. Dobbiamo fermarli, c’è bisogno di ogni singolo uomo/donna disponibile”.


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Inutile aggiungere altro, mi pare.....

da aggiungere nulla,cmq il fatto che affermi" ora puntano su di noi",e' quanto mai sinistro......


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MessaggioInviato: 16/02/2012, 18:37 
Opel in crisi, a rischio due fabbriche in Germania e Regno Unito

La casa automobilistica statunitense General Motors (Gm) sta valutando la chiusura della fabbriche delle consociate Opel a Bochum, in Germania, e dell'impianto britannico Vauxhall di Ellesmere Port


BERLINO - La casa automobilistica statunitense General Motors (Gm) sta valutando la chiusura della fabbriche delle consociate Opel a Bochum, in Germania, e dell'impianto britannico Vauxhall di Ellesmere Port. Lo riporta il sito del Wall Street Journal Deutschland citando una fonte riservata di Gm.

Le chiusure sarebbero state considerate in ragione dei "pessimi" risultati operativi del quarto trimestre del 2011, scrive il sito. Per Opel e per la 'sorella' britannica Vauxhall la casa madre statunitense avrebbe manifestato una "crescente insoddisfazione", informa la fonte, e si starebbe radicando la convinzione che "i tagli eseguiti due anni fa non sono stati abbastanza profondi".

Dal 2000 Opel continua a registrare bilanci in rosso. Nei primi nove mesi del 2011 la casa tedesca e Vauxhall hanno avuto un passivo di 445 milioni di euro. Negli ultimi anni di crisi Gm ha già ridotto di 8mila il numero dei dipendenti in Europa, oggi sceso a 40mila. Attualmente a Bochum sono impiegati 3'100 dipendenti, mentre a Ellsmere Port lavorano 2'100 persone circa.

http://www.tio.ch/Affari/Europa/News/66 ... egno-Unito




Francia: Renault apre fabbrica low cost a Tangeri
Polemiche in patria, per sindacati 'e' madre di tutti i mali'

(di Luana De Micco) (ANSAmed) - PARIGI - Apre oggi in Marocco la nuova fabbrica Renault che produrra' ogni anno 400.000 veicoli low cost del marchio Dacia, grazie a 36.000 lavoratori locali (6.000 diretti e 30.000 indiretti) la cui paga mensile e' di 250 euro.

Molto meno di un operaio di Douai e di Maubeuge, in Francia, il cui salario sfiora i 2.000 euro, e meno di un operaio romeno, 450 euro. Per Renault l'impianto marocchino rappresenta un investimento di 1,1 miliardi di euro. Ma per gli operai francesi, che hanno subito ancora di recente la cassa integrazione, e' tutta un'altra storia. In Francia la produzione di automobili e' crollata: nel 2004 Renault fabbricava sui siti nazionali piu' di un milione di vetture, nel 2011 meno di 500 mila. Con le elezioni presidenziali che incalzano, il Paese si interroga sul futuro della propria industria. Le critiche contro Renault ed il suo presidente, Carlos Ghosn, il top manager piu' pagato del Cac 40 (il listino dei principali titoli della Borsa di Parigi), sono dunque aspre oggi. L'ex ministro dell'Industria, Christian Estrosi, di destra, lo ha accusato di ''dumping sociale in Marocco''. Le minacce dei sindacati in subbuglio si moltiplicano: ''Tangeri e' la fabbrica madre di tutti i mali''. A inaugurare l'impianto gigante di Melloussa c'erano oggi Ghosn e il re del Marocco Mohammed VI. Quest'ultimo ha promesso alla casa francese enormi agevolazioni: detassazione completa per cinque anni, una nuova autostrada, un centro di formazione, una linea ferroviaria alta velocita'. L'obiettivo di Ghosn e' fare di Tangeri la fabbrica piu' produttiva del gruppo. Anche piu' di quella romena. Ora che le catene di montaggio marocchine entrano in funzione i lavoratori francesi hanno paura. Ne uscira' la Dacia Lodgy, una monovolume da vendere sul mercato europeo a 10 mila euro che fara' concorrenza alla Scenic prodotta a Douai, e due volte piu' cara (24.300 euro). Prima o poi, temono gli operai, la maggior parte delle auto francesi saranno prodotte in Marocco, distante appena poco piu' di 14 chilometri dalle coste spagnole e a 48 ore di nave da quelle francesi. Ne' bastano loro le rassicurazioni di Carlos Ghosn: l'apertura della nuova fabbrica ''non sara' fatta a danno della Francia''. Al contrario, ha assicurato Ghosn, ''il dispositivo marocchino apportera' nuovo lavoro agli ingegneri e alle fabbriche francesi, oltre che ai fornitori''. Ne' bastano probabilmente a convincere i sindacati le promesse del piano di investimenti da 5,7 miliardi di euro da qui al 2013, per il quale la direzione Renault si e' impegnata a investire al 40% in patria. Da un punto di vista politico, la vicenda potrebbe pesare sulla campagna elettorale di Nicolas Sarkozy, che gia' stenta a decollare: lo stesso presidente che si era piu' volte schierato in difesa dell' ''azienda Francia'', aveva poi finito con l'appoggiare il progetto di delocalizzazione di Renault ed era anche stato a Tangeri per il lancio della nuova linea Tgv. E questo gli operai, che in primavera andranno alle urne, non l'hanno certo dimenticato. (ANSAmed).

http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notiz ... 43896.html




Mitsubishi chiude impianto Olanda, stop a produzione Europa
Guarda a mercati auto con piu' crescita come Cina e Russia

TOKYO - Mitsubishi annuncia la fine della produzione di veicoli presso l'impianto in Olanda, diventando cosi' il primo produttore giapponese a tirarsi fuori dall'Europa occidentale dallo scoppio della crisi del debito sovrano. La decisione, ha spiegato la compagnia a conferma delle indiscrezioni della stampa nipponica, sara' operativa entro la fine del 2012 nell'ambito di un piano che punta a rifocalizzare le attivita' produttive sui mercati emergenti e a maggiore crescita, come Cina e Russia.

Sulla decisione, inoltre, ha pesato il lento deterioramento della capacità produttiva appesantita dalla debole domanda europea dopo la crisi del debito sovrano, scesa da 100.000 unità a circa 47.000 nell'anno fiscale 2010 (il 4,3% dei veicoli realizzati a livello di gruppo), suddivise tra la compatta Colt e il Suv Outlander. L'impianto (NedCar), obsoleto rispetto alle nuove esigenze, ha iniziato a operare nel 1991 come joint venture tra Mitsubishi e la svedese Volvo, finendo nel controllo del gruppo nipponico nel 2001: la società ha precisato che non vuole chiudere la fabbrica e discuterà con il governo olandese possibili opzioni come la vendita dello stabilimento perché continui a lavorare con tutti i suoi 1.500 dipendenti. L'annuncio cade mentre è atteso in primavera l'avvio della produzione in Thailandia di una vettura di piccole dimensioni per i mercati globali, Giappone incluso.

Mitsubishi, che ha iniziato nel 2010 la produzione di Suv presso una jv in Russia con la francese Psa Peugeot-Citroen, aveva già chiuso nel 2008 una struttura in Australia, puntando a rafforzare la presenza nei mercati del sudest asiatico. L' Europa si conferma come area strategica dove saranno esportati i modelli provenienti da Giappone e Thailandia. Il gruppo nipponico, nel fornire i dati trimestrali, ha stimato un utile netto in rialzo del 28%, a 20 miliardi di yen (circa 200 milioni di euro), nell'esercizio 2011/12 al 31 marzo, grazie alla crescita delle vendite in Asia e al taglio dei costi che hanno più che compensato il rialzo dello yen. Le previsioni aggiornate, tuttavia, restano circa la metà dei livelli attesi prima della crisi finanziaria

http://www.ansa.it/motori/notizie/rubri ... 86112.html


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MessaggioInviato: 16/02/2012, 22:19 
Non so se è stato già postato in qualcuna delle molte discussioni economiche di questo forum, comunque queste affermazioni di Paul Krugman mi sembrano interessanti; il corsivo è mio:
Tratto da

http://santitafarella.wordpress.com/201 ... stimulate/

Japan is much more deeply in debt than Italy, but the interest rate on long-term Japanese bonds is only about 1 percent to Italy’s 7 percent. Britain’s fiscal prospects look worse than Spain’s, but Britain can borrow at just a bit over 2 percent, while Spain is paying almost 6 percent.

What has happened, it turns out, is that by going on the euro, Spain and Italy in effect reduced themselves to the status of third-world countries that have to borrow in someone else’s currency, with all the loss of flexibility that implies. In particular, since euro-area countries can’t print money even in an emergency, they’re subject to funding disruptions in a way that nations that kept their own currencies aren’t — and the result is what you see right now. America, which borrows in dollars, doesn’t have that problem.

The other thing you need to know is that in the face of the current crisis, austerity has been a failure everywhere it has been tried: no country with significant debts has managed to slash its way back into the good graces of the financial markets. For example, Ireland is the good boy of Europe, having responded to its debt problems with savage austerity that has driven its unemployment rate to 14 percent. Yet the interest rate on Irish bonds is still above 8 percent — worse than Italy.


Notare in particolare il passaggio:

Aderendo all’euro, Italia e Spagna si sono ridotte al ruolo di Paesi del terzo mondo costretti a chiedere in prestito la moneta di qualcun altro, con tutta la mancanza di flessibilità che questo implica


Ultima modifica di quisquis il 16/02/2012, 22:21, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/02/2012, 11:06 
Il futuro dell'Europa è già scritto, basta saperlo leggere





Se la vostra casa stesse bruciando e qualcuno si avvicinasse a voi sussurrandovi che il dramma a cui state assistendo non è niente in confronto alla perdita del vostro intero patrimonio da qui ai prossimi quattro anni, come reagireste?
La crisi del debito che ha colpito l'Eurozona non è affatto un evento imprevedibile, un fulmine a ciel sereno o un evento fortuito . Se ne discute pubblicamente dagli inizi del 2008, ovvero appena dopo l'esplosione della bolla speculativa americana dei mutui subprime. A parlarne allora è stato, tra gli altri, l'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti il quale, proprio in questi giorni, ha pubblicato l'ennesimo libro profetico (di cui accenneremo in seguito). Tralasciando il giudizio sul politico ed il personaggio pubblico, l'aspetto più sorprendente è la precisione chirurgica con cui Tremonti disegna il quadro internazionale attuale con ben 4 anni di anticipo e, per la precisione, proprio alla vigilia di quella che sarebbe poi divenuta la più grande crisi finanziaria della storia dopo la crisi del 1929.

E' quantomeno curioso che nel bel mezzo dello scandalo dei derivati e della finanza creativa, il primo pensiero di Giulio Tremonti fosse rivolto non tanto agli aspetti contigenti, quanto ai risvolti futuri. Si potrebbe obiettare che Tremonti sia un uomo dotato di una acuta visione storica, se non fosse che il libro del 2008 riveli e svisceri con dovizia di particolari scenari futuri, meglio di Nostradamus ed i Maya messi insieme. Libro, per inciso, il cui sottotitolo "la crisi che si avvicina" è un inequivocabile messaggio che prefigura l'avvento di un dramma ben più profondo di quello già grave in atto all'epoca. L'impossibilità nel comprendere la portata delle dichiarazioni di Tremonti in quel particolare contesto storico, è sintetizzata nella trasmissione finanziaria watchdog sul canale tematico Class Cnbc, dove la presentatrice in più occasioni cerca goffamente di riassumere il Tremonti-pensiero cadendo in una serie di storture, dovute essenzialmente all'ingenuo e spontaneo tentativo di ricollegare concetti ad ampio respiro del libro con fatti di cronaca di quel momento; un tentativo talmente inefficace da ridicolizzare quasi la professionalità della giornalista e suscitare in Tremonti atteggiamenti di profonda impazienza.


Proprio in concomitanza con la partecipazione alle varie trasmissioni televisive per pubblicizzare il libro (i cui ricavati sono stati devoluti interamente in beneficienza), l'ex ministro ha iniziato a sdoganare al grande pubblico l'esistenza di una lobby di potere universalmente riconosciuta con il nome di "illuminati" a cui appartenevano per l'Italia, sempre secondo l'ex ministro, Prodi, Ciampi Padoa Schioppa e Veltroni. Sembrava quasi di ascoltare David Icke, scrittore brittannico, famoso per le sue teorie cospiratorie sull'esistenza di un gruppo di pazzi alla ricerca del modo di ottenere il controllo totale sul mondo. Come mai Giulio Tremonti ha accusato pubblicamente gli illuminati di aver accelerato criminalmete il processo di globalizzazione, essendo lui stesso membro della potentissima congrega di tecnocrati del Bildenberg, club esclusivo di 130 partecipanti, che si riunisce una volta l'anno a porte chiuse per decidere, a quanto si dice, delle sorti del mondo? Citanto le sue stesse parole "gli illuminati hanno governato il mondo negli anni '90...". Essendo fermamente convinti che le parole abbiano un significato ben preciso non si può trascurare il tempo del verbo utilizzato: gli illuminati, ai quali appartiene per esplicita ammissione lo stesso Tremonti, evidentemente oggi non governano più o quanto meno non sono più un problema, pertanto è possibile parlarne, poiché qualsiasi reazione sarebbe ormai inefficace.

Tornando alle dichiarazioni del 2008 del giurista italiano, esistono due correnti di pensiero in contrasto tra loro: "E' un conflitto tra Londra, il luogo del mercato che non vuole l'Europa politica e Roma che è il simbolo della tradizione culturale, morale dell'Europa" che, prosegue Tremonti, "se vuole evitare il declino demografico, il declino economico, deve spostare il suo asse di interesse dai valori secondi dell'economia ai valori primi della morale e si incorcia con la grande questione delle radici giudaico cristiane. Chi è a favore delle radici giudaico cristiane ha un'idea politica dell'Europa, chi è contro ha un'idea commerciale dell'Europa". A proposito di radici, non più tardi del 26 Gennaio 2012 il Senato approva una mozione di maggioranza sulla politica europea dell’Italia, introducendo il riferimento alle radici giudaico-cristiane nella premessa del documento, oltre alle comuni radici culturali già indicate nel testo originale. Commenta tale posizione il Prof.Diotallevi dell'Università Roma Tre: "Il rischio che noi corriamo non è di un’identità economica, ma di un’identità laicistica fondata sul potere dello Stato. Ecco perché il richiamo delle radici giudaico-cristiane è importante: relativizzando la politica introduce l’unico meccanismo di correzione dello strapotere economico, che è il meccanismo del mercato, come insegna la Centesimus annus (ndr. Enciclica di Giovanni Paolo II). Per questo, nella Caritas in veritate Benedetto XVI dice che la governance deve essere poliarchica (ndr. si riferisce alla separazione dei poteri economico/politico/religioso) e per questo a Westminster ha sottolineato l’importanza della convergenza tra le istituzioni della cultura politica britannica e la Dottrina sociale della Chiesa".


In altre parole, Tremonti stava dicendo la verità: esiste effettivamente un conflitto tra cultura politica britannica e Dottrina sociale della Chiesa e questo conflitto va ben oltre l'identità delle due istituzioni, rappresentando distintamente due scuole di pensiero e due visioni della società, con implicazioni dirette sulla vita di tutti noi cittadini. Solo per la cronaca, un anno dopo il discorso a Westminster e per la precisione il 30/12/2011 viene scritto un report in cui si preannuncia la morte del Papa entro un anno (ovvero entro il 30/11/2012).

fonte terrarealtime


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MessaggioInviato: 17/02/2012, 11:54 
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lex ha scritto:
Tornando alle dichiarazioni del 2008 del giurista italiano, esistono due correnti di pensiero in contrasto tra loro: "E' un conflitto tra Londra, il luogo del mercato che non vuole l'Europa politica e Roma che è il simbolo della tradizione culturale, morale dell'Europa" che, prosegue Tremonti, "se vuole evitare il declino demografico, il declino economico, deve spostare il suo asse di interesse dai valori secondi dell'economia ai valori primi della morale e si incorcia con la grande questione delle radici giudaico cristiane. Chi è a favore delle radici giudaico cristiane ha un'idea politica dell'Europa, chi è contro ha un'idea commerciale dell'Europa".

Mi sembra un'emerita sciocchezza.
Lui che è dentro tutte le congreghe (non solo Bilderberg, ma è anche uno dei boss italiani dell'Aspen Institute, l'espressione del potere e interessi USA nel mondo).
Non mi fiderei tanto di uno come lui.


Ultima modifica di iLGambero il 17/02/2012, 11:58, modificato 1 volta in totale.

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Lettera di Nikos, dalla Grecia agli Italiani
http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1mZ9gvrJb



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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