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 Oggetto del messaggio: Fu lo Stato a voler trattare con la Mafia.
MessaggioInviato: 12/03/2012, 21:03 
La trattativa tra Stato e Mafia ci fu, per iniziativa dello Stato

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=162545

Tra stato e mafia "una trattativa indubbiamente ci fu e venne, quantomeno inizialmente, impostata su un do ut des" e "l'iniziativa fu assunta da rappresentanti delle istituzioni e non dagli uomini di mafia".

E' quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte d'assise di Firenze ha condannato il boss Francesco Tagliavia per la strage di via de' Georgofili.

Secondo i giudici fiorentini, "l'obiettivo che ci si prefiggeva, quantomeno al suo avvio, era di trovare un terreno d'intesa con 'cosa nostra' per far cessare la sequenza delle stragi".



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 12/03/2012, 21:26 
non confondiamo l'anti italiano scalfaro, ormai buonanima, ma le sue malefatte non le si possono tacere, con lo stato italiano, o peggio ancora con la nazione italiana...



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MessaggioInviato: 13/03/2012, 12:22 
«Esce una quadro disarmante che proietta ampie zone d'ombra sull'azione dello Stato nella vicenda delle stragi», scrivono i giudici, sottolineando come queste «ombre» il processo di Firenze «non hanno potuto dipanare».

Il processo, come si sa, non è finito, è solo il primo grado.

Comunque, se ho capito, quello che dicono i giudici è questo:

1- la Mafia con la fine della prima repubblica si perde, non ha più la "sua" DC e la linea "diplomatica" perde potere a favore di quella stragista

2- la Mafia comincia quindi a metter bombe, perchè se i vecchi referenti non ci sono più, il potere acquisito non può essere buttato via

3- lo Stato prende paura, sente odore di colpo di Stato (chissà), e chiede "che volete per smetterla".

(vi faccio notare che per quello che ricordo io, all'epoca, l'aria che tirava era brutta, ma tanto, e non era solo un problema "di ordine pubblico")

4- la Mafia chiede quello che ha sempre voluto: politici disposti a fare il suo gioco

5- nasce Forza Italia e tutto si quieta.


Ora, io non userei termini come "anti-italiano". Raziel, mi spiace per te, ma Berlusconi lo ha fatto cadere la Lega, non Scalfaro. La Lega, casomai, è "anti-italiana" visto che vuole la secessione. Comunque, ripeto, questo termine fascista io non lo userei. Anche perchè, come si vede dalla sentenza, se c'è qualcuno di "anti-italiano" in tutta questa storia è Forza Italia, nata per dare sponda politica alla Mafia, mentre almeno chi ha trattato lo ha fatto "per far cessare gli attentati", e non per fare affari con la Mafia e coi mafiosi. Perchè non hanno fatto la Lega del Sud? Perchè è nata Forza Italia.

Il processo si fonda su Spatuzza. E Spatuzza cosa dice, tra l’altro, che la corte d’assise di Firenze sottolinea? “Giuseppe Graviano mi comunica che avevamo chiuso tutto e avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa cosa e che non erano come quei quattro socialisti che un po’ ci avevano venduto”. “Mi menziona nello specifico la persona di Berlusconi, in cui gli dissi se era la persona di Canale 5 cui mi dice che c’è nel mezzo anche un nostro compaesano, Marcello Dell’Utri”. Giuseppe Graviano, prosegue la sentenza citando Spatuzza, “mi dice che l’attentato contro i carabinieri si deve fare perché con questo gli dobbiamo dare il colpo di grazia”. Si tratta del fallito attentato allo stadio Olimpico. A cosa sarebbe servito? “Meglio che ci portiamo dietro un po’ di morti così si danno una smossa – avrebbe detto Graviano a Spatuzza – Chi si deve muovere, si muove”. Alla domanda su quale fosse secondo Graviano la parte che interloquiva con la mafia in questa supposta trattativa – sono ancora i giudici che scrivono – Spatuzza testualmente rispondeva: “Ci sono questi due nomi che mi sono stati riferiti, da Berlusconi e da Dell’Utri, quindi a questo punto sono loro gli interlocutori. Io so che ci siamo messi attraverso queste persone il Paese nelle mani”.

Per cui, Raziel, se vuoi parlare di anti-italiani, chi sono i veri "anti-italiani"?


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MessaggioInviato: 13/03/2012, 12:55 
io invece lo uso, il peggior presidente italiano, anche se lui in altri tempi si sarebbe senz'altro trovato meglio con la tonaca cardinalizia.

I veri anti italiani? presto detto, quelli che antepongono alla nazione qualsiasi cosa, i presunti diritti dei popoli (quali, di chi, e i diritti del popolo italiano?), l'ambientalismo esasperato, inutile, ignorante e controproducente perfino a se stesso, i terzomondisti che si mettono a 90 di fronte a qualsiasi stato che si trovi a qualche grado dall'equatore, chi odia le forze armate e non le vuole usare per proteggere interessi italiani, ma d'altra parte loda quelle altrui (dei paesi "amici") definendole necessarie alla protezione di uno stato altrimenti in pericolo, ecc. ecc.



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MessaggioInviato: 13/03/2012, 13:07 
Cita:
sezione 9 ha scritto:
«Esce una quadro disarmante che proietta ampie zone d'ombra sull'azione dello Stato nella vicenda delle stragi», scrivono i giudici, sottolineando come queste «ombre» il processo di Firenze «non hanno potuto dipanare». Il processo, come si sa, non è finito, è solo il primo grado. Comunque, se ho capito, quello che dicono i giudici è questo: 1- la Mafia con la fine della prima repubblica si perde, non ha più la "sua" DC e la linea "diplomatica" perde potere a favore di quella stragista 2- la Mafia comincia quindi a metter bombe, perchè se i vecchi referenti non ci sono più, il potere acquisito non può essere buttato via 3- lo Stato prende paura, sente odore di colpo di Stato (chissà), e chiede "che volete per smetterla". (vi faccio notare che per quello che ricordo io, all'epoca, l'aria che tirava era brutta, ma tanto, e non era solo un problema "di ordine pubblico") 4- la Mafia chiede quello che ha sempre voluto: politici disposti a fare il suo gioco 5- nasce Forza Italia e tutto si quieta. Ora, io non userei termini come "anti-italiano". Raziel, mi spiace per te, ma Berlusconi lo ha fatto cadere la Lega, non Scalfaro. La Lega, casomai, è "anti-italiana" visto che vuole la secessione. Comunque, ripeto, questo termine fascista io non lo userei. Anche perchè, come si vede dalla sentenza, se c'è qualcuno di "anti-italiano" in tutta questa storia è Forza Italia, nata per dare sponda politica alla Mafia, mentre almeno chi ha trattato lo ha fatto "per far cessare gli attentati", e non per fare affari con la Mafia e coi mafiosi. Perchè non hanno fatto la Lega del Sud? Perchè è nata Forza Italia. Il processo si fonda su Spatuzza. E Spatuzza cosa dice, tra l’altro, che la corte d’assise di Firenze sottolinea? “Giuseppe Graviano mi comunica che avevamo chiuso tutto e avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa cosa e che non erano come quei quattro socialisti che un po’ ci avevano venduto”. “Mi menziona nello specifico la persona di Berlusconi, in cui gli dissi se era la persona di Canale 5 cui mi dice che c’è nel mezzo anche un nostro compaesano, Marcello Dell’Utri”. Giuseppe Graviano, prosegue la sentenza citando Spatuzza, “mi dice che l’attentato contro i carabinieri si deve fare perché con questo gli dobbiamo dare il colpo di grazia”. Si tratta del fallito attentato allo stadio Olimpico. A cosa sarebbe servito? “Meglio che ci portiamo dietro un po’ di morti così si danno una smossa – avrebbe detto Graviano a Spatuzza – Chi si deve muovere, si muove”. Alla domanda su quale fosse secondo Graviano la parte che interloquiva con la mafia in questa supposta trattativa – sono ancora i giudici che scrivono – Spatuzza testualmente rispondeva: “Ci sono questi due nomi che mi sono stati riferiti, da Berlusconi e da Dell’Utri, quindi a questo punto sono loro gli interlocutori. Io so che ci siamo messi attraverso queste persone il Paese nelle mani”. Per cui, Raziel, se vuoi parlare di anti-italiani, chi sono i veri "anti-italiani"?
Nasce forza italia e tutto si quieta e il caso è chiuso...


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MessaggioInviato: 13/03/2012, 14:42 
questi non sanno o non ricordano,strano,e pensare che hanno guidato l'italia,un altro segreto,che non trovera' il padre.....

"Patto Stato-mafia, interrogati dai pm Scalfaro e Ciampi balbettano
La revoca del carcere duro ai boss voluta dal ministro della Giustizia Conso dopo le stragi del '93 al centro dell'inchiesta della procura di Palermo. Ciampi: "Non ricordo". Scalfaro più sicuro: "Mai saputo nulla"
di Stefano Zurlo - 17 marzo 2011, 09:32Commenta Non ricordano. O forse non sanno. Non hanno mai saputo. E balbettano risposte striminzite. Due presidenti, un solo silenzio. Quello che sigilla il cratere aperto nel novembre ’93 dall’allora Guardasigilli Giovanni Conso: incredibilmente il ministro della giustizia non prorogò il 41 bis per circa trecento mafiosi. Un gesto inspiegabile in un momento drammatico di lotta a Cosa nostra, in piena emergenza, e dopo i mesi terribili delle bombe ai monumenti. Lo Stato si chinò, anzi s’inchinò davanti alle mani insanguinate dei boss, ma Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi non sanno. Forse, non hanno mai saputo. Oggi, comunque, non ricordano. Anche perché i fatti affiorano dopo tanto tempo. E la responsabilità ricade tutta sulle spalle dell’enigmatico Conso che oggi mette a verbale la soluzione umanitaria: «Credevo in assoluta buona fede che, a fronte delle stragi che erano da poco avvenute, era più opportuno, onde evitare di acuire ancor di più la tensione, non accanirsi con i detenuti e dare dei segnali di distensione».

Un buco nero, zero didascalie. Scalfaro mette subito le mani avanti: «Voglio subito precisare che, più in generale, sia quando ero ministro che successivamente ricoprendo la carica di presidente della Repubblica, nessuno mi ha mai messo al corrente né io ebbi altrimenti notizie di alcun genere su presunte trattative fra lo Stato e la criminalità organizzata». Possibile? «Avevo frequenti interlocuzioni - prosegue Scalfaro - con il prefetto Vincenzo Parisi, allora capo della polizia, per motivi istituzionali era un funzionario che stimavo profondamente per la sua professionalità. Posso dire con assoluta certezza che nulla ebbe a dirmi, durante il lungo periodo in cui abbiamo intrattenuto rapporti, circa una possibile trattativa fra Stato e mafia, né al riguardo del 41 bis e di possibili connessioni con l’applicazione di quel regime penitenziario e gli episodi stragisti del ’93». E la mancata proroga del carcere duro per i trecento mafiosi? «Mai saputo nulla», è la risposta laconica. Ma Scalfaro, che è un politico navigato, uno dei padri della Repubblica, ha una sua interpretazione: «Oggi, avendo recentemente appreso tale notizia dagli organi di stampa, posso soltanto supporre, pur non avendo nessuna conoscenza in merito, che quella decisione sia stata presa dal ministro Conso per ragioni di umanità nei confronti dei detenuti». Scalfaro riflette un attimo, poi rafforza la pista buonista: «Il ministro Conso è sempre stata persona di grande sensibilità umana ed è possibile che per tale ragione, consultandosi coni suoi collaboratori, abbia adottato quella decisione».

È il 15 dicembre 2010 quando Scalfaro e Ciampi vengono ascoltati dai pm di Palermo che cercano conferme alla loro difficile inchiesta sulla trattativa fra Cosa nostra e lo Stato. Trattativa che sarebbe passata attraverso le richieste del papello: e fra queste c’era proprio l’abolizione del 41 bis. Le deposizioni dei due presidenti emeriti spuntano fra le 1850 pagine inedite depositate al processo contro il generale del Ros Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento alla mafia.

Scalfaro non sa. Ciampi non ricorda. Il primo è granitico, il secondo più sfumato, il risultato è lo stesso. Ciampi: «Non ho alcun ricordo in merito a possibili problematiche e divergenze di opinioni all’interno del governo da me presieduto inerenti l’applicazione del cosiddetto 41 bis. Posso affermare con assoluta certezza che la linea del governo in tal senso era estremamente rigida. Non ricordo che vi fossero ministri che avevano opinioni diverse in tema di contrasto alla criminalità organizzata».

Va bene, ma allora come si arrivò a quella sconcertante ritirata? Mistero. «Non venni avvertito né prima né dopo quella mancata proroga - aggiunge Ciampi - Non so nemmeno dare una spiegazione per la condotta del ministro Conso che, con la mancata proroga di tali decreti, certamente andava in netta contrapposizione con le linee guida del governo da me presieduto in tema di lotta alla mafia».

Gira e rigira si ritorna a Conso, altra icona dello Stato, le cui dichiarazioni sono state pure depositate a Palermo. E Conso si assume tutta la responsabilità di quella retromarcia: «Era opportuno dare dei segnali di distensione». "

articolo del giornale


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MessaggioInviato: 13/03/2012, 18:17 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

4- la Mafia chiede quello che ha sempre voluto: politici disposti a fare il suo gioco



Io proverei invece a metterla in questo modo...

"I politici chiedono quello che hanno sempre voluto: la Mafia disposta a fare il suo gioco"


E ci metto pure un paio di immagini......

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MessaggioInviato: 13/03/2012, 18:46 
Mmh... Secondo me, la politica era "forte" tempo fa, non ora. Anzi, il passaggio da prima a seconda repubblica ha segnato anche questo cambiamento. Prima la mafia si rivolgeva alla politica per ottenere, poi è stata la politica (cioè, i politici) che si sono rivolti alla mafia. Come per la corruzione: prima il politico rubava per il partito, poi ha cominciato a rubare per sè.

Io penso che quella trattativa (e magari in appello negano tutto) sia stata fatta "per lo Stato", non per l'interesse personale. Certo che, in teoria, come non si è trattato per Moro perchè "coi delinquenti non si tratta", anche coi mafiosi si doveva procedere duramente. Anche se, fatemelo dire, sarebbe STUPIDO il politico che non tenti tutte le soluzioni. Il fatto che sconcerta è il terrore che pare abbia preso chi di dovere in quegli anni. Giustificabile anche, ma l'idea di chiamare la mafia per far smettere gli attentati sconcerta più che altro per il panico che devono aver provato all'epoca. Almeno, io non vedo altre motivazioni possibili. Mafia = potere = servizi segreti, questo si può anche dire, perfino il Vaticano si è servito della Mafia... Allora, per me, quello che hanno capito all'epoca è stato questo: il "potere costituito" è stato demolito dalle inchieste, il popolo sarebbe disposto ad accettare qualunque cosa pur di veder cacciare questi "ladri", la mafia si muove a metter bombe, le bombe, da che mondo è mondo, in Italia vengono fatte sempre con esplosivo militare, i servizi segreti hanno fatto e rifatto TUTTO attorno a queste vicende...

Questi hanno fatto 2+2: è in atto un sovvertimento delle istituzioni. Non c'era solo il colpo di stato di mezzo, ma anche la divisione del Paese: secessione del nord ma anche del sud. E la cosa si è "risolta" attraverso un passaggio soft. Invece dei militari, hanno chiamato Forza Italia. Con alla guida un piduista e, al fianco, un elemento come Dell'Utri. Perfetto, no?

PS: state bene attenti che queste sono mie cavalcate fantasiose. La sentenza fa solo notare che la mafia trattava con Berlusconi e Dell'Utri, e che gli attentati sono cessati con la nascita di Forza Italia...

PS2: ricordiamo anche Miglio e le sue lodi alla Mafia? Ed eravamo nel 1988. Da nord a sud, lo Stato era letteralmente accerchiato. Questi, per me, hanno avuto una paura matta.


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MessaggioInviato: 13/03/2012, 19:41 
andando al nocciolo della questione,chi sono i personaggi cha hanno preso questa iniziativa e xke'....[;)]


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MessaggioInviato: 04/01/2013, 10:33 
Trattativa Stato-mafia, un esposto avverte: “Spiati i pm di Palermo”
La lettera anonima è stata inviata al pm Antonino Di Matteo. Nelle dodici pagine è indicato anche dove trovare altre prove del patto coi boss dopo le stragi del '92. Secondo gli investigatori della Dia il documento sarebbe "attendibile"

Nella procura di Palermo, chi si occupa dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia è spiato. A denunciarlo è un esposto anonimo inviato al pm Antonino Di Matteo e sui cui la Procura sta cercando di fare luce.

Come riporta oggi Repubblica, la lettera anonima indica anche dove trovare altre prove del patto tra Stato e boss mafiosi dopo le stragi mafiose del ’92, fa i nomi di vecchi uomini politici che potrebbero essere a conoscenza di molti fatti. Non solo. Secondo l’anonimo, inoltre, l’agenda rossa di Borsellino “è stata rubata da un carabiniere”. L’esposto è composto da dodici pagine e secondo gli investigatori della Dia sarebbe “attendibile”. Sul frontespizio c’è anche lo stemma della Repubblica italiana. L’autore avrebbe attribuito un numero di fascicolo, proprio come si usa nei documenti ufficiali.

Insomma, come pensano gli stessi inquirenti, chi ha scritto l’esposto sarebbe persona molto informata sui fatti, tanto che i pm starebbero già verificando ogni sua dichiarazione. Nella lettera si ripercorrono i più noti delitti mafiosi avvenuti nel capoluogo siciliano: dall’omicidio del segretario del Pci siciliano Pio La Torre, a Capaci e via D’Amelio. L’anonimo avverte i magistrati che “uomini delle Istituzioni”, ma anche alcuni magistrati, li stanno sorvegliando, “canalizzano tutte le informazioni che riescono ad avere sul vostro conto”. E spiega che questi dati sono contenuti “a Roma“, in una “centrale”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01 ... mo/460095/


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MessaggioInviato: 04/01/2013, 11:33 
capirai! hanno scoperto l'"acqua calda"! E' da secoli che l'Italia va avanti con questi accordi; perfino gli USA, in guerra, dovettero "allearsi"con la mafia.
Praticamente, SBAGLIANO TUTTI! [:(!]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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