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MessaggioInviato: 13/04/2012, 01:07 
Si ma al presente rmnd non stai guardando nemmeno tu.

Cita:
@Bliss: il nord effettua maggiori scambi con l'Europa che con il sud, poi c'è la questione tasse che restano tutte sul territorio.
E anche dopo, il sud dovrebbe comunque scambiare le merci con qualcuno e via terra , giocoforza il partner ideale rimarrebbe sempre il nord.


Maggiori esattamente di quanto? Il mercato del sud è trascurabile per l'economia del Nord, è superfluo, qualcosa di cui si può disfare? Le tasse che restano sul territorio non cambierebbero nulla, è semplicemente di nuovo un motto leghista e nient'altro.
Dopo il sud si creerebbe un'economia propria, spenderebbe i propri soldi per i propri prodotti. Non solo, ma la crescita dei salari nordisti nel contempo schizzerebbe alle stelle...Evviva direte voi...Peccato che siamo sotto moneta unica e che la crescita dei salari generi inflazione... e che l'inflazione minerebbe la competitività dei prodotti nordisti che perderebbero mercati un po' ovunque. Meditate gente, meditate [8]...


Lo scopo inconfessato della riforma del mercato del lavoro
http://goofynomics.blogspot.it/2012/04/ ... a-del.html

La letteratura economica fornisce una semplice spiegazione di quanto sta accadendo oggi in Italia. L’economia ci dice che lo scopo (inconfessato) della riforma del mercato del lavoro deve essere quello di causare un incremento della disoccupazione. Un (ulteriore) incremento del tasso di disoccupazione si rende necessario per un motivo molto semplice: la curva di Phillips. La curva di Phillips stabilisce che la crescita dei salari è in relazione inversa rispetto al tasso di disoccupazione, una relazione individuata da A.W. Phillips nel 1958. Questa relazione non è mai stata posta seriamente in discussione nella letteratura empirica, come ci ricorda Jeffrey Fuhrer. Non sorprende quindi che gli economisti ne facciano tuttora uso per prevedere l’inflazione (Fendel, Lis e Rulke), ed è assolutamente evidente che il governo italiano sta facendo altrettanto.

In tutta evidenza, i fautori della riforma si aspettano che un innalzamento del tasso di disoccupazione moderi la crescita dei salari e quindi il tasso di inflazione. Ciò contribuirebbe a ristabilire la competitività di prezzo dei prodotti italiani e quindi a riequilibrare gli sbilanci esterni che sono alla radice della crisi dell’eurozona, come spiega ad esempio Martin Wolf. Tra l’altro, questo è uno dei motivi per i quali i mercati finanziari, che credono in questo meccanismo (come ci ricordano Fendel et al. in un altro lavoro), potrebbero accogliere con favore un innalzamento della disoccupazione in Italia.

L’unico piccolo problema con questo approccio è di natura politica, non economica. Il ragionamento del governo è impeccabile da un punto di vista economico. Il suo unico (trascurabile?) difetto è che nessun membro del governo sta dicendo la verità, ovvero che lo scopo immediato e inconfessabile di una riforma altrimenti insensata è quello di far aumentare la disoccupazione.


(indubbiamente pensare in inglese aiuta a essere lapidari)



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« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
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MessaggioInviato: 13/04/2012, 10:26 
Cita:
rmnd ha scritto:

Cita:
bleffort ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

[quote]bleffort ha scritto:

[quote]rmnd ha scritto:

[quote]



@Bliss: il nord effettua maggiori scambi con l'Europa che con il sud, poi c'è la questione tasse che restano tutte sul territorio.
E anche dopo, il sud dovrebbe comunque scambiare le merci con qualcuno e via terra , giocoforza il partner ideale rimarrebbe sempre il nord.



Non essere tanto sicuro,il nostri naturali scambi Commerciali sono verso quei Paesi del Bacino Sud del Mediterraneo.
Inoltre una volta che per noi il Nord Italia sarebbe come essere uno Stato Estero,non vedo che convenienza avrebbe la Sicilia importare prodotti dal Nord Italia. [:D]


Sarei curioso di sapere quanto a livello percentuale siano consistenti gli import export nord - sud e sud - nord

...ci avete "isolato"dal prospero commercio che vi era un tempo tra la Sicilia e tutti i popoli del Mediterraneo.

[/quote]

basta vivere di ricordi ...torna al presente...queste galere non ci sono più da un pezzo..
[8D]

Immagine
[/quote]
Attualmente la Sicilia è al secondo posto (dopo la Lombardia)per esportazioni commerciali verso i Paesi del Nord Africa ma.....i volumi degli scambi dovrebbero essere molto più consistenti se non si fossero attuate politiche scellerate da parte vostra.
http://www.ice.gov.it/statistiche/rappo ... ca_def.pdf


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MessaggioInviato: 13/04/2012, 11:05 
Rmnd, la Costituzione prevede che "L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute". Il principio di autodeterminazione è quindi riconosciuto dalla Costituzione anche se non è scritto direttamente. Il problema è che l'autodeterminazione non si esprime come dici tu, servono dei presupposti che mancano: è infatti solo la bassa propaganda che ha reso le regioni economicamente e politicamente più forti e rappresentate d'Italia come colonia occupata da forze straniere.

Il fatto che la Costituzione affermi l'unità e la indivisibilità dello Stato, non può comunque andare contro i principi generali del diritto internazionale "generalmente riconosciuti". Se in Costituzione venisse inserito, con tutti i crismi legali, magari pure con referendum confermativo e volontà popolare, una norma che dice che gli ebrei sono da sterminare, sarebbe comunque "illegale". Per cui, una parte d'Italia avrebbe diritto a chiedere e ottenere l'indipendenza, anche se c'è l'art. 5 (che non a caso è scritto così), se l'Italia trattasse quella parte come colonia, zona occupata, zona discriminata, in cui non valgono i principi riconosciuti nelle altre parti eccetera.

Altra cosa è dire "mi piacerebbe che l'Italia fosse una confederazione". Ma dire che l'ordinamento italiano è liberticida perchè riconosce e applica il diritto internazionale mi pare troppo. Guarda, davvero, io non sono assolutamente contrario al federalismo (al federalismo, non al particolarismo), anzi, sarei molto contento che si decidessero a fare un "conclave" (serio però, non ristretto a 3 persone rinchiuse in una baita del Cadore) in cui riformare in maniera completa l'organizzazione dello Stato. E ce n'è da discutere: dalla riforma degli enti locali alla ridefinizione dei poteri dei vari livelli, dal "senato federale" fino alla forma di governo... Non credo però, sinceramente, che una discussione del genere si possa fare con le corna e i riti celtici. La Lega vuole davvero ottenere il federalismo oppure non gliene frega niente, e anzi cerca di non risolvere nulla altrimenti la sua propaganda finirebbe alle ortiche? Ha governato e ha solo alzato le tasse. Ora, seriamente, se ci fossimo io e te, Rmnd, a decidere, io saprei che per un accordo dovrei cedere qualcosa. Quindi, tu cosa vuoi? E cosa sei disposto a cedere? Perchè io la confederazione in stile primi Usa non la accetto. E la stessa cosa mi pare che avvenga più in grande in Parlamento. La Lega vuole la secessione? Ma sa benissimo che non la otterrà mai. Quindi, che si fa?


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MessaggioInviato: 15/04/2012, 01:12 


qui l'articolo estratto dal video.

http://www.lindipendenza.com/zucchi-cedo-lazienda-vado/

Interessante i commenti.

-----------------------------------------


Ultima modifica di rmnd il 15/04/2012, 01:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/04/2012, 12:50 
Ovvero, se l'assetto dello stato non cambia, e non cambierà, da stato parassitario che si autoalimenta divorando la ricchezza di chi produce a stato snello non invasivo , la secessione avviene in questo modo.
Non più una fuga delle regioni produttive dallo stato centralista ma bensì una fuga all'estero di coloro che rendono ricche quelle regioni con la loro capacità imprenditoriale. Alla fine x dirla alla Miglio, il nord morirà divorato dai parassiti ma i parassiti sono stupidi quanto il nord che si è fatto uccidere dallo stato . Sono stupidi perché uccidendo la realtà imprenditoriale del nord,vera locomotiva del paese, uccidono sè stessi non avendo più l'animale ospitante al quale succhiare il sangue. E il sistema salta sempre per dirla alla Miglio perché non ci sono più le risorse al nord per mantenere sia le altre regioni, sia lo stato centrale con la sua burocrazia. Visto che il 50% dei PIL in Italia viene utilizzato dallo stato per mantenere sè stesso. Il 50% del PIL!
Vediamo a che grado di stupidità arriveranno le regioni/amministrazioni del nord di qualsiasi giunta o colore politico. Fino a quando accetteranno di farsi divorare da questo cancro se non è già troppo tardi. Il settentrione si avvia come il resto della penisola ad essere un contenitore svuotato da ogni capacità d'impresa.


Ultima modifica di rmnd il 15/04/2012, 13:41, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/04/2012, 13:39 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Rmnd, la Costituzione prevede che "L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute". Il principio di autodeterminazione è quindi riconosciuto dalla Costituzione anche se non è scritto direttamente. Il problema è che l'autodeterminazione non si esprime come dici tu, servono dei presupposti che mancano: è infatti solo la bassa propaganda che ha reso le regioni economicamente e politicamente più forti e rappresentate d'Italia come colonia occupata da forze straniere.

Il fatto che la Costituzione affermi l'unità e la indivisibilità dello Stato, non può comunque andare contro i principi generali del diritto internazionale "generalmente riconosciuti". Se in Costituzione venisse inserito, con tutti i crismi legali, magari pure con referendum confermativo e volontà popolare, una norma che dice che gli ebrei sono da sterminare, sarebbe comunque "illegale". Per cui, una parte d'Italia avrebbe diritto a chiedere e ottenere l'indipendenza, anche se c'è l'art. 5 (che non a caso è scritto così), se l'Italia trattasse quella parte come colonia, zona occupata, zona discriminata, in cui non valgono i principi riconosciuti nelle altre parti eccetera.

Altra cosa è dire "mi piacerebbe che l'Italia fosse una confederazione". Ma dire che l'ordinamento italiano è liberticida perchè riconosce e applica il diritto internazionale mi pare troppo. Guarda, davvero, io non sono assolutamente contrario al federalismo (al federalismo, non al particolarismo), anzi, sarei molto contento che si decidessero a fare un "conclave" (serio però, non ristretto a 3 persone rinchiuse in una baita del Cadore) in cui riformare in maniera completa l'organizzazione dello Stato. E ce n'è da discutere: dalla riforma degli enti locali alla ridefinizione dei poteri dei vari livelli, dal "senato federale" fino alla forma di governo... Non credo però, sinceramente, che una discussione del genere si possa fare con le corna e i riti celtici. La Lega vuole davvero ottenere il federalismo oppure non gliene frega niente, e anzi cerca di non risolvere nulla altrimenti la sua propaganda finirebbe alle ortiche? Ha governato e ha solo alzato le tasse. Ora, seriamente, se ci fossimo io e te, Rmnd, a decidere, io saprei che per un accordo dovrei cedere qualcosa. Quindi, tu cosa vuoi? E cosa sei disposto a cedere? Perchè io la confederazione in stile primi Usa non la accetto. E la stessa cosa mi pare che avvenga più in grande in Parlamento. La Lega vuole la secessione? Ma sa benissimo che non la otterrà mai. Quindi, che si fa?


tu sbagli a tirare sempre fuori la lega . O accoppiare la lega con i temi secessionisti, federalisti, indipendentisti o altro. Sbagli perchè la lega per suoi propri limiti interni, per agiatezza nei salotti romani, per stanchezza si è democristianizzata troppo. Vedremo in quella 'nuova' ma con Maroni segretario, vedo solo una probabile scissione. Sbagli anche a citare la lega , per questi temi sono preesistenti alla lega e resteranno sul campo anche dopo la lega.
La lega è l'unico partito di rilevanza nazionale che affronta questi temi? Colpa degli altri partiti che si sono sempre disinteressati alle tematiche federaliste se non occuparsene in modo strumentale e superficiale a parole. Partiti e classe politica in generale e istituzionale. A cominciare dal presidente della Repubblica che ci ha scassato le palle con la vuota retorica risorgimentale unitaria. I risorgimentali ,si sono battuti per l'indipendenza dalla straniero e per l'unità con un'idea dell'Italia molto diversa da quella reale.
Il nostro stato è liberticida e stupido perchè la tassazione non è equa ma opprimente, fino al punto di uccidere quella stessa realtà imprenditoriale che genera ricchezza e quindi tasse.

Un esempio fresco. Questo mese , come tutti gli anni , la multinazionale per la quale lavoro, ha pagato quei dipendenti e solo quelli, , inseriti nel piano di raggiungimento obietti, un extra (premio produzione) , premio meritocratico. Il premio è stato modulato in funzione del grado di coinvolgimento in un progetto. Da un minimo di 300 , 400 euro lorde fino a qualche migliaio di euro sempre lorde.
Lo sai quanto è stato al netto quel premio indipendentemente dalla cifra?
Esattamente il 50%. Lo so visto che quel premio che l'ho preso anch'io e ne abbiamo discusso tra colleghi. Una cifra pari allo stipendio sulla carta ma al netto ridotta esattamente del 50%. Premio finito allo stato/regione/comuni.

In cambio di cosa? Per mantenere chi o cosa? Non dirmi dei servizi, le tasse non sono adeguate i servizi. I servizi sono carenti e a pagamento.

Io sono disposto a pagarmi tutto, qualsiasi servizio, come già in pratica avviene, ma finitela di rapinarmi ogni giorno. E questo vale anche per te . Anche tu dovresti sentirti rapinato da un sistema stato/regioni/enti locali che succhiano litri di sangue in cambio di briciole.



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MessaggioInviato: 15/04/2012, 17:52 
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rmnd ha scritto:

Cita:
sezione 9 ha scritto:

Rmnd, la Costituzione prevede che "L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute". Il principio di autodeterminazione è quindi riconosciuto dalla Costituzione anche se non è scritto direttamente. Il problema è che l'autodeterminazione non si esprime come dici tu, servono dei presupposti che mancano: è infatti solo la bassa propaganda che ha reso le regioni economicamente e politicamente più forti e rappresentate d'Italia come colonia occupata da forze straniere.

Il fatto che la Costituzione affermi l'unità e la indivisibilità dello Stato, non può comunque andare contro i principi generali del diritto internazionale "generalmente riconosciuti". Se in Costituzione venisse inserito, con tutti i crismi legali, magari pure con referendum confermativo e volontà popolare, una norma che dice che gli ebrei sono da sterminare, sarebbe comunque "illegale". Per cui, una parte d'Italia avrebbe diritto a chiedere e ottenere l'indipendenza, anche se c'è l'art. 5 (che non a caso è scritto così), se l'Italia trattasse quella parte come colonia, zona occupata, zona discriminata, in cui non valgono i principi riconosciuti nelle altre parti eccetera.

Altra cosa è dire "mi piacerebbe che l'Italia fosse una confederazione". Ma dire che l'ordinamento italiano è liberticida perchè riconosce e applica il diritto internazionale mi pare troppo. Guarda, davvero, io non sono assolutamente contrario al federalismo (al federalismo, non al particolarismo), anzi, sarei molto contento che si decidessero a fare un "conclave" (serio però, non ristretto a 3 persone rinchiuse in una baita del Cadore) in cui riformare in maniera completa l'organizzazione dello Stato. E ce n'è da discutere: dalla riforma degli enti locali alla ridefinizione dei poteri dei vari livelli, dal "senato federale" fino alla forma di governo... Non credo però, sinceramente, che una discussione del genere si possa fare con le corna e i riti celtici. La Lega vuole davvero ottenere il federalismo oppure non gliene frega niente, e anzi cerca di non risolvere nulla altrimenti la sua propaganda finirebbe alle ortiche? Ha governato e ha solo alzato le tasse. Ora, seriamente, se ci fossimo io e te, Rmnd, a decidere, io saprei che per un accordo dovrei cedere qualcosa. Quindi, tu cosa vuoi? E cosa sei disposto a cedere? Perchè io la confederazione in stile primi Usa non la accetto. E la stessa cosa mi pare che avvenga più in grande in Parlamento. La Lega vuole la secessione? Ma sa benissimo che non la otterrà mai. Quindi, che si fa?


tu sbagli a tirare sempre fuori la lega . O accoppiare la lega con i temi secessionisti, federalisti, indipendentisti o altro. Sbagli perchè la lega per suoi propri limiti interni, per agiatezza nei salotti romani, per stanchezza si è democristianizzata troppo. Vedremo in quella 'nuova' ma con Maroni segretario, vedo solo una probabile scissione. Sbagli anche a citare la lega , per questi temi sono preesistenti alla lega e resteranno sul campo anche dopo la lega.
La lega è l'unico partito di rilevanza nazionale che affronta questi temi? Colpa degli altri partiti che si sono sempre disinteressati alle tematiche federaliste se non occuparsene in modo strumentale e superficiale a parole. Partiti e classe politica in generale e istituzionale. A cominciare dal presidente della Repubblica che ci ha scassato le palle con la vuota retorica risorgimentale unitaria. I risorgimentali ,si sono battuti per l'indipendenza dalla straniero e per l'unità con un'idea dell'Italia molto diversa da quella reale.
Il nostro stato è liberticida e stupido perchè la tassazione non è equa ma opprimente, fino al punto di uccidere quella stessa realtà imprenditoriale che genera ricchezza e quindi tasse.

Un esempio fresco. Questo mese , come tutti gli anni , la multinazionale per la quale lavoro, ha pagato quei dipendenti e solo quelli, , inseriti nel piano di raggiungimento obietti, un extra (premio produzione) , premio meritocratico. Il premio è stato modulato in funzione del grado di coinvolgimento in un progetto. Da un minimo di 300 , 400 euro lorde fino a qualche migliaio di euro sempre lorde.
Lo sai quanto è stato al netto quel premio indipendentemente dalla cifra?
Esattamente il 50%. Lo so visto che quel premio che l'ho preso anch'io e ne abbiamo discusso tra colleghi. Una cifra pari allo stipendio sulla carta ma al netto ridotta esattamente del 50%. Premio finito allo stato/regione/comuni.

In cambio di cosa? Per mantenere chi o cosa? Non dirmi dei servizi, le tasse non sono adeguate i servizi. I servizi sono carenti e a pagamento.

Io sono disposto a pagarmi tutto, qualsiasi servizio, come già in pratica avviene, ma finitela di rapinarmi ogni giorno. E questo vale anche per te . Anche tu dovresti sentirti rapinato da un sistema stato/regioni/enti locali che succhiano litri di sangue in cambio di briciole.

Purtroppo questa è la cruda realtà,ma tanti si bendano gli occhi per non vedere,se i partiti politici avessero veramente a cuore le condizioni in cui sono caduti gli Italiani,si dovrebbero precipitare a sciogliersi,buttare le bandiere con i loro colori e formare un unico organismo politico che sia capace di dare risposte politico-umanitarie concrete alla gente.


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MessaggioInviato: 18/04/2012, 10:44 
altro links di approfondimento:

ministero dello sviluppo economico - conti pubblici territoriali
http://www.dps.tesoro.it/cpt/cpt.asp

Osservatorio regionale sul federalismo e la finanza pubblica
http://www.osservatoriofederalismo.eu/default.asp?ln=ITA

Federalismo, sussidiarietà ed evasione fiscale
http://www.osservatoriofederalismo.eu/febe/pubblicazioni/file/7/ita/QdR13_web.pdf

Responsabilità e federalismo
http://www.osservatoriofederalismo.eu/febe/pubblicazioni/file/6/ita/QdR11_web.pdf

Federalismo e competitività
http://www.osservatoriofederalismo.eu/febe/pubblicazioni/file/5/ita/QdR10_web.pdf

Spesa pubblica e federalismo
http://www.osservatoriofederalismo.eu/febe/pubblicazioni/file/3/ita/Quad9ITA.pdf

I costi del 'non federalismo'
http://www.osservatoriofederalismo.eu/febe/pubblicazioni/file/2/ita/QUAD8ITA.pdf



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MessaggioInviato: 20/04/2012, 00:24 
Sull'Italia pre-unitaria


Cita:
http://www.lindipendenza.com/sud-arretrato-e-immorale-quando-leuropa-finiva-a-napoli/

Se perfino un meridionale liberale, come Giustino Fortunato, diceva che procedendo da Nord a Sud, si capiva quando si entrava nel regno dei Borboni dall’improvviso cambiamento del paesaggio, dallo stato di abbandono delle campagne, dal degrado e dalla sporcizia delle città, dallo sguardo iroso del popolo, non ci si può meravigliare che il medesimo sentimento di sbigottimento l’avesse il viaggiatore del nord al quale non di rado veniva consigliato di fare testamento prima di intraprendere un simile viaggio.

Per tutto l’Ottocento illustri viaggiatori avevano ritenuto il viaggio in Italia un completamento delle loro conoscenze. Il richiamo delle memorie classiche esercitava un fascino irresistibile. Ma l’Italia pareva un paese in abbandono, con i mendicanti stravaccati sui gradini delle chiese. Tra le rovine pascolavano le pecore. Il Risorgimento aveva messo in contatto le due Italie in modo traumatico; e dalle descrizioni dei plenipotenziari di Cavour non pareva che il divario sarebbe stato colmato in fretta. Luigi Carlo Farini, giunto a Napoli, non credeva ai propri occhi: “Che barbarie, altro che Italia, questa è Affrica: i beduini al confronto con questi caffoni sono fior di virtù civile”.

Prima di lui, un viaggiatore francese, nel 1806, scriveva che “l’Europa finisce a Napoli e vi finisce assai male”. Giudizi che il buon popolo meridionale giudicò offensivi e denigratori senza curarsi di accertare se erano veri o falsi. Nelle sue “Promenades” Stendhal diceva che gli abitanti di Ischia “sono selvaggi dell’Africa” e che nell’isola non c’era “quasi nessuna traccia di civiltà”.

La spazzatura di Napoli e Palermo non sono una delizia d’oggi ma una ben consolidata tradizione che non non è andata perduta. Tra i primi grandi viaggiatori in Italia, Goethe aveva osservato che a Palermo la spazzatura non veniva raccolta ma si confidava in santa Rosalia, patrona della città, e si attendeva un provvidenziale acquazzone. Lo storico e letterato francese Ernst Renan, giunto nel Mezzogiorno, non aveva potuto fare a meno di esclamare: “No proprio non posso; è troppo per me. La totale estinzione di qualsiasi sentimento morale, ecco lo spettacolo disgustoso che presenta questo popolo abbietto”.

Se gli stranieri esprimevano con più sincerità le loro impressioni, gli stessi protagonisti del processo di unificazione non riuscivano sempre a nascondere la loro delusione e il loro disincanto. Se Costantino Nigra spiegava, da torinese, che vedeva problematica l’unificazione con un Mezzogiorno in cui imperversavano la corruzione e il latrocinio e dove si iscrivevano alla pensione bambini appena nati, non di meno Giuseppe Massari, pugliese riparato a Torino, scriveva che a Napoli “si trovava un sudiciume da degradare Costantinopoli”. E un altro meridionale, l’avvocato napoletano Tommaso Sorrentino, scriveva: ”Nel Settentrione predomina il patriottismo, nel Mezzogiorno l’interesse: là è spontaneo il sacrificio, qui si opera per egoismo; nel Nord si riflette, nel Sud si saltella”. Massimo D’Azeglio osservava che la fusione con i meridionali “era come mettersi a letto con un vaioloso”. Anche Farini parlava del Mezzogiorno come di una regione “malata”, che solo il resto del paese, l’”Italia italiana”, del Centro Nord, avrebbe potuto guarire se avesse saputo incidere con decisione le sue “piaghe”. Vaticinio rimasto incompiuto essenzialmente perché è mancata al malato la volontà di guarire. Nulla di nuovo!



a seguire il commento di un lettore, di un carteggio (vero o falso non saprei, ma riporta la fonte):

Cita:

[color=blue]Al conte di cavour sul mezzogiorno d’italia roma, 20 luglio 1858

Dal Duca di Gramont di Salmour al Conte Camillo Benso di Cavour.
“Del resto state sicuro che se non sarete in guerra con gli altri Stati dell’Italia Meridionale, non sarete mai amici e neanche alleati sinceri. E ciò non è affatto a causa della differenza radicale dei costumi, del carattere, della mentalità, delle consuetudini, di tutto : in una parola. Questa differenza, tutta a Vostro vantaggio, è certamente una delle più notevoli che esistano in Europa, e la razza sia degli Stati Romani che di Napoli è la più lontana dal tipo piemontese di quanto non siate Voi dallo Svedese, dall’Inglese e perfino dal Lappone. Chiamiamo le cose col loro nome : non c’è razza umana più imbastardita nel morale, più avvilita, più depravata di questa. E’ letteralmente incapace di alcunché di buono se non di mentire su se stessa ed usare il suo notevole intelletto naturale a mascherare la realtà del suo carattere. Nulla potrebbe accadere di più infausto al Piemonte che aprire agli italiani del mezzogiorno (Sud) le porte del suo Parlamento e della sua amministrazione, poiché con loro entrerebbero immancabilmente la venalità, la codardia, l’impostura e la concussione. Tutto ciò che è insito nel sangue di tutte le classi è la causa di ogni male. Nessuno osserva la legge, qualunque sia : dura o clemente. Il despotismo è la regola per tutti. Non accusatene il Governo, sarebbe ingiusto, poiché non potrebbe agire altrimenti senza contravvenire alle usanze. D’altronde non gli si obbedisce e non obbedisce, e poi coloro che governano sono dello stesso sangue dei governati e tutti si capiscono. Alcuni oppositori dicono che fuori di Roma nelle legazioni è un’altra razza. Vi ho creduto dapprima, ma mi sono profondamente ricreduto. Sono altrettanto vili e incapaci, un po’ più corrotti, ecco tutto. Questa razza, ricordateVi ciò che Vi dico, sarà il flagello d’italia e chiunque sogni per il Nord delle provincie italiane un avvenire nazionale deve ricacciare col piede questi ateniesi servili, artisti mancati, avvocati ciarlieri, strilloni da caffé, soldati di pan pepato che non meritano di essere raffrontati agli ardimentosi piemontesi. Non perdete più tempo ad occuparvi di loro, credetemi, essi hanno la cancrena che si propaga. Solo il tempo, con l’industria, potrà cambiare questa natura bastarda e trascinarli al seguito degli altri popoli, al seguito del Piemonte forse, e allora il loro Governo che è carne della loro carne e ossa delle loro ossa muterà con loro. Più lo osservo e più me ne rendo conto. Ma ho detto abbastanza di questo popolo : io lo disprezzo.
(dal Carteggio Cavour-Salmour, a cura della Commissione Reale dei Carteggi Cavouriani, Editore Zanichelli, Bologna, 1936)[/color]




Ultima modifica di rmnd il 20/04/2012, 00:28, modificato 1 volta in totale.


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http://www.lindipendenza.com/sanno-bene-sin-dove-stringere-il-cappio-al-contribuente/

[color=blue]SANNO BENE SIN DOVE STRINGERE IL CAPPIO AL CONTRIBUENTE


«Ma il 1992 non portò al movimento soltanto successi: io sono fermamente convinto che nella seconda metà di quell’anno la Lega nord combatté, senza saperlo, una decisiva battaglia campale, e la perse. È da quel momento (non da quando apparve Berlusconi) che cominciò il declino. ...

... Con una delle sue elementari intuizioni, Bossi scelse il terreno dello sciopero fiscale e della sottoscrizione del debito pubblico. Io ero d’accordo; anzi sostenevo che il rifiuto di pagare le imposte poteva diventare la nostra «arma assoluta»: purché ben preparato, e praticato in modo massiccio (almeno dal 70/80 per cento dei cittadini), avrebbe messo alle corde (cioè senza risorse) i pubblici poteri entro tre mesi.

Per fornire una solida base teorica all’operazione, scrissi il mio saggio sulla Disobbedienza civile (che ebbe successo ma uscì in ritardo, nel maggio del 1993). Del resto questa tesi l’ho sostenuta ancora nel libro Italia 1996, scritto con il «Gruppo del lunedì» e uscito nell’ottobre del 1993.

L’occasione favorevole era costituita da un prelievo eccezionale deciso dal governo: l’Imposta straordinaria sugli immobili. Il segretario aveva immaginato di predisporre e propagandare l’operazione sul territorio, utilizzando i parlamentari, temporaneamente (e polemicamente) ritirati dalle assemblee.

Non se ne fece nulla. Bossi – fidando, come è solito fare, sull’aiuto della fortuna (e sulla risposta favorevole dei cittadini) – attaccò «alla bersagliera», cioè in ordine sparso. Riportammo una sconfitta totale: soltanto una minoranza irrilevante ci seguì. Avevamo suggerito di pagare una cifra simbolica, per chiarire che non eravamo evasori occulti. ...

...Ho ancora davanti agli occhi le schiere di contribuenti lombardi che, sotto il sole, attendevano di poter ritirare le certificazioni per precipitarsi poi a pagare l’imposta. Un timore secolare del fisco occhiuto prevalse sull’orgoglio della libertà civica.

E poi c’era un’altra ragione ancora meno nobile. La grande maggioranza dei cittadini, specialmente dalle nostre parti, evade, in un modo o nell’altro, gli obblighi verso l’erario. Si sente autorizzata a farlo in presenza di una forte pressione fiscale (che generalmente colpisce chi si mette in mostra, o chi è «nemico»); regola aurea è perciò non sfruculiare mai l’autorità finanziaria e non farsi notare dai suoi agenti: non pagare l’Isi sarebbe proprio stato comportamento contrario a questa regola».[/color]


come sintetizza altrove lo stesso Miglio: ...I nostri connazionali ..... non vogliono neanche rischiare di fare la rivoluzione, per la loro pusillanimità, per una viltà che impedisce loro di vedere come lo stato unitario possa essere salvato soltanto disfacendolo per rifarlo in un modo diverso ....



_________________
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rmnd ha scritto:

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«Ma il 1992 non portò al movimento soltanto successi: io sono fermamente convinto che nella seconda metà di quell’anno la Lega nord combatté, senza saperlo, una decisiva battaglia campale, e la perse. È da quel momento (non da quando apparve Berlusconi) che cominciò il declino. ...

... Con una delle sue elementari intuizioni, Bossi scelse il terreno dello sciopero fiscale e della sottoscrizione del debito pubblico. Io ero d’accordo; anzi sostenevo che il rifiuto di pagare le imposte poteva diventare la nostra «arma assoluta»: purché ben preparato, e praticato in modo massiccio (almeno dal 70/80 per cento dei cittadini), avrebbe messo alle corde (cioè senza risorse) i pubblici poteri entro tre mesi.

Per fornire una solida base teorica all’operazione, scrissi il mio saggio sulla Disobbedienza civile (che ebbe successo ma uscì in ritardo, nel maggio del 1993). Del resto questa tesi l’ho sostenuta ancora nel libro Italia 1996, scritto con il «Gruppo del lunedì» e uscito nell’ottobre del 1993.

L’occasione favorevole era costituita da un prelievo eccezionale deciso dal governo: l’Imposta straordinaria sugli immobili. Il segretario aveva immaginato di predisporre e propagandare l’operazione sul territorio, utilizzando i parlamentari, temporaneamente (e polemicamente) ritirati dalle assemblee.

Non se ne fece nulla. Bossi – fidando, come è solito fare, sull’aiuto della fortuna (e sulla risposta favorevole dei cittadini) – attaccò «alla bersagliera», cioè in ordine sparso. Riportammo una sconfitta totale: soltanto una minoranza irrilevante ci seguì. Avevamo suggerito di pagare una cifra simbolica, per chiarire che non eravamo evasori occulti. ...

...Ho ancora davanti agli occhi le schiere di contribuenti lombardi che, sotto il sole, attendevano di poter ritirare le certificazioni per precipitarsi poi a pagare l’imposta. Un timore secolare del fisco occhiuto prevalse sull’orgoglio della libertà civica.

E poi c’era un’altra ragione ancora meno nobile. La grande maggioranza dei cittadini, specialmente dalle nostre parti, evade, in un modo o nell’altro, gli obblighi verso l’erario. Si sente autorizzata a farlo in presenza di una forte pressione fiscale (che generalmente colpisce chi si mette in mostra, o chi è «nemico»); regola aurea è perciò non sfruculiare mai l’autorità finanziaria e non farsi notare dai suoi agenti: non pagare l’Isi sarebbe proprio stato comportamento contrario a questa regola».[/color]


come sintetizza altrove lo stesso Miglio: ...I nostri connazionali ..... non vogliono neanche rischiare di fare la rivoluzione, per la loro pusillanimità, per una viltà che impedisce loro di vedere come lo stato unitario possa essere salvato soltanto disfacendolo per rifarlo in un modo diverso ....






Lo sbaglio che avete fatto è che la disobbedienza Fiscale doveva essere fatta solo da voi della Lega a danno dei Meridionali,in quanto secondo voi siamo stati noi a rovinare l'Italia e dovevamo pagare noi.


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bleffort ha scritto:

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«Ma il 1992 non portò al movimento soltanto successi: io sono fermamente convinto che nella seconda metà di quell’anno la Lega nord combatté, senza saperlo, una decisiva battaglia campale, e la perse. È da quel momento (non da quando apparve Berlusconi) che cominciò il declino. ...

... Con una delle sue elementari intuizioni, Bossi scelse il terreno dello sciopero fiscale e della sottoscrizione del debito pubblico. Io ero d’accordo; anzi sostenevo che il rifiuto di pagare le imposte poteva diventare la nostra «arma assoluta»: purché ben preparato, e praticato in modo massiccio (almeno dal 70/80 per cento dei cittadini), avrebbe messo alle corde (cioè senza risorse) i pubblici poteri entro tre mesi.

Per fornire una solida base teorica all’operazione, scrissi il mio saggio sulla Disobbedienza civile (che ebbe successo ma uscì in ritardo, nel maggio del 1993). Del resto questa tesi l’ho sostenuta ancora nel libro Italia 1996, scritto con il «Gruppo del lunedì» e uscito nell’ottobre del 1993.

L’occasione favorevole era costituita da un prelievo eccezionale deciso dal governo: l’Imposta straordinaria sugli immobili. Il segretario aveva immaginato di predisporre e propagandare l’operazione sul territorio, utilizzando i parlamentari, temporaneamente (e polemicamente) ritirati dalle assemblee.

Non se ne fece nulla. Bossi – fidando, come è solito fare, sull’aiuto della fortuna (e sulla risposta favorevole dei cittadini) – attaccò «alla bersagliera», cioè in ordine sparso. Riportammo una sconfitta totale: soltanto una minoranza irrilevante ci seguì. Avevamo suggerito di pagare una cifra simbolica, per chiarire che non eravamo evasori occulti. ...

...Ho ancora davanti agli occhi le schiere di contribuenti lombardi che, sotto il sole, attendevano di poter ritirare le certificazioni per precipitarsi poi a pagare l’imposta. Un timore secolare del fisco occhiuto prevalse sull’orgoglio della libertà civica.

E poi c’era un’altra ragione ancora meno nobile. La grande maggioranza dei cittadini, specialmente dalle nostre parti, evade, in un modo o nell’altro, gli obblighi verso l’erario. Si sente autorizzata a farlo in presenza di una forte pressione fiscale (che generalmente colpisce chi si mette in mostra, o chi è «nemico»); regola aurea è perciò non sfruculiare mai l’autorità finanziaria e non farsi notare dai suoi agenti: non pagare l’Isi sarebbe proprio stato comportamento contrario a questa regola».[/color]


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Lo sbaglio che avete fatto è che la disobbedienza Fiscale doveva essere fatta solo da voi della Lega a danno dei Meridionali,in quanto secondo voi siamo stati noi a rovinare l'Italia e dovevamo pagare noi.


Il discorso è complesso. Di solito le rivolte fiscali le fà chi le tasse le paga e vede buttati via i suoi soldi.



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MessaggioInviato: 23/04/2012, 18:50 
non è così.
Però devo dire che con quello che stiamo vedendo succedere in Italia e in Europa, pensare ancora che il problema dell'Italia sia il meridione è fuori di ogni logica.



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MessaggioInviato: 23/04/2012, 22:04 
Abbiamo europizzato problemi che prima erano solo nostri, effetto della globalizzazione.
Si spalmano a livello continentale problemi locali.



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rmnd ha scritto:

Sull'Italia pre-unitaria


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http://www.lindipendenza.com/sud-arretrato-e-immorale-quando-leuropa-finiva-a-napoli/

Se perfino un meridionale liberale, come Giustino Fortunato, diceva che procedendo da Nord a Sud, si capiva quando si entrava nel regno dei Borboni dall’improvviso cambiamento del paesaggio, dallo stato di abbandono delle campagne, dal degrado e dalla sporcizia delle città, dallo sguardo iroso del popolo, non ci si può meravigliare che il medesimo sentimento di sbigottimento l’avesse il viaggiatore del nord al quale non di rado veniva consigliato di fare testamento prima di intraprendere un simile viaggio.

Per tutto l’Ottocento illustri viaggiatori avevano ritenuto il viaggio in Italia un completamento delle loro conoscenze. Il richiamo delle memorie classiche esercitava un fascino irresistibile. Ma l’Italia pareva un paese in abbandono, con i mendicanti stravaccati sui gradini delle chiese. Tra le rovine pascolavano le pecore. Il Risorgimento aveva messo in contatto le due Italie in modo traumatico; e dalle descrizioni dei plenipotenziari di Cavour non pareva che il divario sarebbe stato colmato in fretta. Luigi Carlo Farini, giunto a Napoli, non credeva ai propri occhi: “Che barbarie, altro che Italia, questa è Affrica: i beduini al confronto con questi caffoni sono fior di virtù civile”.

Prima di lui, un viaggiatore francese, nel 1806, scriveva che “l’Europa finisce a Napoli e vi finisce assai male”. Giudizi che il buon popolo meridionale giudicò offensivi e denigratori senza curarsi di accertare se erano veri o falsi. Nelle sue “Promenades” Stendhal diceva che gli abitanti di Ischia “sono selvaggi dell’Africa” e che nell’isola non c’era “quasi nessuna traccia di civiltà”.

La spazzatura di Napoli e Palermo non sono una delizia d’oggi ma una ben consolidata tradizione che non non è andata perduta. Tra i primi grandi viaggiatori in Italia, Goethe aveva osservato che a Palermo la spazzatura non veniva raccolta ma si confidava in santa Rosalia, patrona della città, e si attendeva un provvidenziale acquazzone. Lo storico e letterato francese Ernst Renan, giunto nel Mezzogiorno, non aveva potuto fare a meno di esclamare: “No proprio non posso; è troppo per me. La totale estinzione di qualsiasi sentimento morale, ecco lo spettacolo disgustoso che presenta questo popolo abbietto”.

Se gli stranieri esprimevano con più sincerità le loro impressioni, gli stessi protagonisti del processo di unificazione non riuscivano sempre a nascondere la loro delusione e il loro disincanto. Se Costantino Nigra spiegava, da torinese, che vedeva problematica l’unificazione con un Mezzogiorno in cui imperversavano la corruzione e il latrocinio e dove si iscrivevano alla pensione bambini appena nati, non di meno Giuseppe Massari, pugliese riparato a Torino, scriveva che a Napoli “si trovava un sudiciume da degradare Costantinopoli”. E un altro meridionale, l’avvocato napoletano Tommaso Sorrentino, scriveva: ”Nel Settentrione predomina il patriottismo, nel Mezzogiorno l’interesse: là è spontaneo il sacrificio, qui si opera per egoismo; nel Nord si riflette, nel Sud si saltella”. Massimo D’Azeglio osservava che la fusione con i meridionali “era come mettersi a letto con un vaioloso”. Anche Farini parlava del Mezzogiorno come di una regione “malata”, che solo il resto del paese, l’”Italia italiana”, del Centro Nord, avrebbe potuto guarire se avesse saputo incidere con decisione le sue “piaghe”. Vaticinio rimasto incompiuto essenzialmente perché è mancata al malato la volontà di guarire. Nulla di nuovo!



a seguire il commento di un lettore, di un carteggio (vero o falso non saprei, ma riporta la fonte):

Cita:

[color=blue]Al conte di cavour sul mezzogiorno d’italia roma, 20 luglio 1858

Dal Duca di Gramont di Salmour al Conte Camillo Benso di Cavour.
“Del resto state sicuro che se non sarete in guerra con gli altri Stati dell’Italia Meridionale, non sarete mai amici e neanche alleati sinceri. E ciò non è affatto a causa della differenza radicale dei costumi, del carattere, della mentalità, delle consuetudini, di tutto : in una parola. Questa differenza, tutta a Vostro vantaggio, è certamente una delle più notevoli che esistano in Europa, e la razza sia degli Stati Romani che di Napoli è la più lontana dal tipo piemontese di quanto non siate Voi dallo Svedese, dall’Inglese e perfino dal Lappone. Chiamiamo le cose col loro nome : non c’è razza umana più imbastardita nel morale, più avvilita, più depravata di questa. E’ letteralmente incapace di alcunché di buono se non di mentire su se stessa ed usare il suo notevole intelletto naturale a mascherare la realtà del suo carattere. Nulla potrebbe accadere di più infausto al Piemonte che aprire agli italiani del mezzogiorno (Sud) le porte del suo Parlamento e della sua amministrazione, poiché con loro entrerebbero immancabilmente la venalità, la codardia, l’impostura e la concussione. Tutto ciò che è insito nel sangue di tutte le classi è la causa di ogni male. Nessuno osserva la legge, qualunque sia : dura o clemente. Il despotismo è la regola per tutti. Non accusatene il Governo, sarebbe ingiusto, poiché non potrebbe agire altrimenti senza contravvenire alle usanze. D’altronde non gli si obbedisce e non obbedisce, e poi coloro che governano sono dello stesso sangue dei governati e tutti si capiscono. Alcuni oppositori dicono che fuori di Roma nelle legazioni è un’altra razza. Vi ho creduto dapprima, ma mi sono profondamente ricreduto. Sono altrettanto vili e incapaci, un po’ più corrotti, ecco tutto. Questa razza, ricordateVi ciò che Vi dico, sarà il flagello d’italia e chiunque sogni per il Nord delle provincie italiane un avvenire nazionale deve ricacciare col piede questi ateniesi servili, artisti mancati, avvocati ciarlieri, strilloni da caffé, soldati di pan pepato che non meritano di essere raffrontati agli ardimentosi piemontesi. Non perdete più tempo ad occuparvi di loro, credetemi, essi hanno la cancrena che si propaga. Solo il tempo, con l’industria, potrà cambiare questa natura bastarda e trascinarli al seguito degli altri popoli, al seguito del Piemonte forse, e allora il loro Governo che è carne della loro carne e ossa delle loro ossa muterà con loro. Più lo osservo e più me ne rendo conto. Ma ho detto abbastanza di questo popolo : io lo disprezzo.
(dal Carteggio Cavour-Salmour, a cura della Commissione Reale dei Carteggi Cavouriani, Editore Zanichelli, Bologna, 1936)[/color]




Si è vero ci hanno fatto diventare Barbari,cosa molto anomala per noi specie noi Siciliani popolo che ha attraversato la storia più antica tra le civiltà del Mediterraneo.
In quello di cui sopra scritto,è menzionato un popolo già sotto dominio straniero:I Borboni!!..,ancora prima, gli Spagnoli e via via retrodatando i Francesi,gli Arabi,I Romani,I Greci,i Cartaginesi,i Fenici.!!!
Ci hanno fatto perdere la coscienza di essere un popolo e la frase di Milan Kundera che riporto nella mia firma dovrebbe farti capire molto!.
Quando voi vivevate nelle palafitte,da noi vi era la civiltà.[^]
Siete stati solamente fortunati.[;)]


""Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria.
Si distruggono i loro libri,la loro cultura,la loro storia.
E qualcun'altro scrive loro altri libri,li fornisce un'altra cultura,inventa per loro una storia.
Dopo di che il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è stato.
E il mondo attorno a lui lo dimentica.""
MILAN KUNDERA


Ultima modifica di bleffort il 23/04/2012, 22:19, modificato 1 volta in totale.

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