LE TORRI
3.2. Come mai l'Empire State Building fu colpito da un enorme B-52, eppure non crollò?
Non si trattò di un B-52 (che è un bombardiere strategico con otto motori a getto), ma un ben più piccolo e lento B-25 (un bimotore a elica, del peso di una decina di tonnellate); anche perché all'epoca dell'incidente, il 1945, il B-52 non esisteva neanche.
Chi dice questa cosa dimostra di non sapere nulla di aeronautica (dettagli; altri dettagli). Semplicemente non c'è paragone fra un aereo da 10 tonnellate che vola a 300 km/h, come nel caso dell'Empire State Building, e un aereo da 120 tonnellate lanciato a oltre 700 km/h, come avvenne al WTC.
3.3. E' vero che c'era una ditta israeliana che stava al WTC e fu preavvisata degli attacchi?
No. Basta controllare i giornali dell'epoca per sapere che la ditta in questione, la Odigo, non aveva sede al WTC: stava a quattro isolati di distanza. Inoltre il messaggio di "preavviso" era talmente vago che fu capito soltanto dopo gli attacchi, e fu ricevuto alla sede della ditta in Israele, non a New York (dettagli).
3.4. Come mai i cani antibomba furono ritirati dalle Torri poco prima dell'11 settembre?
Non furono affatto ritirati: erano in servizio anche l'11 settembre. Lo conferma proprio l'articolo di Newsday del 12/9/2001 che i complottisti citano come prova di questo ritiro, tagliando ad arte la frase che spiega che le unità cinofile erano state potenziate dopo una serie di minacce telefoniche. Lo conferma uno dei sopravvissuti, Greg Trevor, che ricorda che uno di questi cani, Sirius, perì nel crollo delle Torri Gemelle (dettagli; 11/9 La Cospirazione Impossibile, pagg. 74-75).
3.5. Come mai ci furono un blackout e un'evacuazione nelle Torri poco prima dell'11 settembre e vi entrarono dei tecnici per "fare manutenzione"?
Non ci fu nulla del genere. L'unico che dice di aver assistito a questi eventi è un certo Scott Forbes, ma non è in grado di portare un singolo documento che lo confermi. Eppure un'operazione del genere avrebbe dovuto lasciare una traccia documentale notevole: notifiche, circolari, piani, permessi; e chi lavorava nelle Torri se lo ricorderebbe.
Ci sarebbe stata anche una certa eco nei giornali, perché l'immagine delle Torri Gemelle completamente vuote e spente sarebbe stata spettacolare. Ma nessuno finora ha portato articoli o altri documenti che ne parlino. Un addetto della Port Authority, che avrebbe dovuto gestire e notificare questo genere di eventi, ha smentito esplicitamente queste affermazioni di Forbes (dettagli).
Oltretutto Forbes dice in realtà che il blackout interessò soltanto metà di una torre: l'altra metà, l'altra torre e il WTC7 non ne furono coinvolti. Non lo si può quindi utilizzare come stratagemma per collocare di nascosto esplosivi in questi altri edifici (11/9 La Cospirazione Impossibile, pagg. 75-79).
3.6. L'isolamento antincendio delle Torri era pieno d'amianto costosissimo da bonificare; fu per questo che si decise di demolirle?
Chi sostiene questa tesi vuole far credere che siccome rimuovere l'amianto dalle Torri sarebbe costato uno sproposito, allora si preferì montare la più grande e complessa messinscena della storia dell'umanità, uccidere tremila persone, demolire mezza Manhattan e far collassare l'economia mondiale. Tutto per risparmiare i soldi per la bonifica?
A parte la sua palese assurdità, la tesi non è neanche supportata dai fatti: la Torre 2 fu costruita senza usare amianto. La Torre 1 fu inizialmente costruita usando amianto nella pasta cementizia Blaze-Shield Type D usata per il rivestimento a spruzzo antincendio delle colonne, ma soltanto fino al 38° piano. Per i piani successivi si usò un prodotto senza amianto (dettagli).
Le manovre e gli impatti degli aerei 3.7. Come fecero dei dirottatori inesperti a trovare le Torri?
Per raggiungere New York usarono il sistema di navigazione automatico dei velivoli, come avevano imparato a fare nelle lezioni di volo professionale che avevano seguito negli Stati Uniti per conseguire la licenza di pilota commerciale. Basta impostare le coordinate geografiche della destinazione e l'aereo fa tutto il resto.
Una volta giunti in vista delle Torri, manovrarono manualmente gli aerei. L'avvistamento degli edifici fu estremamente semplice: erano gli unici due che svettavano a 400 metri d'altezza, all'estremità di Manhattan (foto qui sotto), e dopo il primo impatto erano oltretutto contrassegnati da un pennacchio di fumo talmente grande che era visibile dallo spazio (dettagli).
3.8. Un aereo di linea non può volare a 900 km/h a 200 m da terra: perché la versione ufficiale dice invece che è successo?
Chi ha detto che non può farlo? Finora nessuno ha presentato documenti tecnici che confermino quest'affermazione.
In realtà i piloti confermano che un aereo di linea lo può fare benissimo, ma di norma non lo fa perché il volo veloce a bassa quota consuma uno sproposito di carburante e se dura a lungo danneggia la struttura.
Gli aerei di linea possono fare cose che molti non immaginano, compresi voli radenti a pochi metri da terra, decolli in arrampicata quasi verticale e persino voli rovesciati (Tex Johnston, Boeing 707, 1955; video). Ovviamente di norma queste manovre non vengono fatte quando ci sono a bordo passeggeri per evitare nausee da movimento e danni. Nel caso dell'11 settembre, i dirottatori non ebbero questo scrupolo. Il volo a 900 km/h durò pochi secondi.
3.9. Cos'è quel dispositivo anomalo, un "pod", che si vede nei filmati e nelle foto sotto uno degli aerei?
Non è un dispositivo anomalo: è il normalissimo rigonfiamento del vano del carrello, alla radice delle ali, presente in tutti gli aerei di linea moderni. E il "tubo" che sembra esserci sotto la fusoliera è in realtà la banda argento che c'è nella livrea della United Airlines.
Del resto, chi sarebbe stato così cretino da piazzare in bella vista sotto l'aereo un dispositivo che non ci doveva essere, sperando che nessuno se ne accorgesse e nessuno lo fotografasse? (dettagli; altri dettagli; ulteriori dettagli; altre informazioni)
3.10. Cos'è quel lampo misterioso che si vede in alcuni video dell'impatto degli aerei?
Di preciso, per ora, non si sa cosa sia. Sembra altamente improbabile che si tratti di un missile come hanno teorizzato alcuni sostenitori delle teorie alternative: che senso avrebbe sparare un missile appena prima di colpire il bersaglio con un maglio da 120 tonnellate? Sarebbe come mettere una lametta su una palla di cannone perché così farà più male.
Potrebbe trattarsi, per esempio, dell'improvviso scaricamento a terra dell'elettricità statica accumulata in volo, oppure della rapidissima combustione delle bombole d'ossigeno situate nel muso. Sta di fatto che un lampo molto simile si vede in un celebre test d'impatto di un jet militare contro un muro di cemento condotto dalla Sandia nel 1988, per cui non è un evento di per sé impossibile o sintomo di mistero (dettagli).
3.11. Come mai gli aerei schiantatisi sulle torri non avevano né finestrini né scritte?
Questo lo disse una sola persona, Marc Birnbach, che si trovava a 4 km di distanza. Da lì, i finestrini non si vedevano di certo, e nemmeno le scritte (11/9 La Cospirazione Impossibile, pagina 97). Le fotografie mostrano invece chiaramente la livrea del secondo aereo.
Inoltre fra le macerie delle Torri furono trovati frammenti delle fusoliere degli aerei, con i relativi finestrini.
Un frammento di fusoliera del volo United Airlines 175 rinvenuto sul tetto del WTC5. Dettaglio tratto dalla figura 2-29 del rapporto FEMA, capitolo 2.
3.12. Come mai ci sono testimonianze che dicono che il primo aereo non era della American Airlines?
In realtà ce n'è una sola, quella di una donna (rimasta anonima) che dice una cosa di questo genere, nel video "In Plane Site". La donna si trovava ad almeno un chilometro e mezzo dal punto d'impatto: una distanza dalla quale la livrea sarebbe stata molto difficile da scorgere (fonte: 11/9 La Cospirazione Impossibile, pagg. 96-97).
3.13. Un gruppo di israeliani fu colto a filmare e festeggiare gli attentati a New York: non è sospetto? E come mai furono rilasciati?
I cosiddetti "israeliani danzanti" furono in realtà torchiati dall'FBI e dalla CIA per mesi prima di essere rilasciati. Dalle indagini emerse che si trattava con tutta probabilità di agenti israeliani che sorvegliavano le attività dei centri di propaganda islamica radicale a New York, e che non erano connessi in alcun modo agli attentati e non ne avevano avuto notizia in anticipo. La testimonianza della persona che li segnalò all'FBI dice chiaramente che arrivarono e si misero a riprendere gli attentati dopo che erano già iniziati, quindi non erano già appostati prima in attesa.
3.14. Come è possibile che degli aerei d'alluminio abbiano tagliato come burro l'acciaio di un grattacielo?
E' una semplice questione di fisica elementare. La durezza dei materiali non c'entra: conta l'energia di movimento impartita al materiale. Tant'è vero che esistono macchine che tagliano l'acciaio usando un getto d'acqua spinto ad altissima velocità. E' una tecnologia chiamata waterjet o taglio ad acqua (dettagli; esempi).
Gli incendi 3.15. Come poté fondersi l'acciaio, se gli incendi non erano caldi abbastanza?
L'acciaio non si fuse prima dei crolli: queste sono esagerazioni giornalistiche diffusesi inizialmente, prima che fossero svolte le perizie tecniche. La ricostruzione tecnica dice che l'acciaio si ammorbidì per il calore, diventando incapace di reggere i carichi. L'acciaio si deforma già a 350°C e si ammorbidisce già a 500°C. Lo confermano anche i Vigili del Fuoco italiani qui e qui.
3.16. Come mai nessun edificio in acciaio era mai crollato per un incendio prima dell'11/9?
Perché prima dell'11/9 nessun edificio era mai stato:
a) prima colpito da 120 tonnellate d'aereo, lanciate a oltre 700 km/h b) poi incendiato da circa 32.000 litri di kerosene c) e infine lasciato a bruciare (gli impianti antincendio del WTC furono messi fuori uso dagli impatti).
Comunque gli edifici in acciaio crollano eccome in caso di grande incendio, e ci sono parecchi casi storici: McCormick Center di Chicago; Sight and Sound Theater in Pennsylvania; la fabbrica della Kader in Thailandia; la piattaforma petrolifera Mumbai High North; la cartiera presso Malvern, nel Regno Unito (dettagli; altri dettagli).
I Vigili del Fuoco di tutto il mondo conoscono benissimo la pericolosità degli incendi in edifici d'acciaio e sanno che il fuoco può innescarne il crollo.
3.17. A Madrid un grattacielo bruciò per venti ore e non crollò. Come mai le Torri Gemelle, invece, crollarono in meno di due ore?
Il grattacielo di Madrid (la Windsor Tower o Torre Windsor) in realtà crollò in tutta la sua parte in acciaio, eppure non era stato colpito da nessun aereo e aveva una struttura completamente differente da quella delle Torri (cemento armato, non acciaio puro).
Non ha senso paragonare un grattacielo interamente in acciaio, che fu prima trafitto da un grande aereo, poi imbevuto di circa 32.000 litri di carburante e infine incendiato e lasciato a bruciare, con un grattacielo in gran parte in cemento armato, nel quale presero fuoco soltanto i materiali da cantiere e i pompieri poterono intervenire (dettagli; altri dettagli; ancora dettagli; ulteriori dettagli; serie completa di articoli sul tema).
I cospirazionisti citano spesso quest'edificio, ma va ribadito che nella torre spagnola tutta la parte in acciaio crollò, e senza neanche una goccia di carburante aggiunto: è bastato l'incendio dei materiali.
3.18. Come mai l'acciaio delle Torri Gemelle era certificato dall'ente UL per resistere ad una temperatura di oltre 1000°C per 6 ore, eppure cedette in meno di due ore?
Questa certificazione è una storiella inventata dai complottisti: che la tirino fuori, se sono capaci, perché non esiste. Infatti in USA non si certifica l'acciaio, ma si certificano gli assemblaggi strutturali, secondo norme come la ASTM E 119 (dettagli; altri dettagli; ulteriori dettagli), e le strutture delle Torri Gemelle erano talmente innovative, per la loro epoca, che non furono formalmente certificate (dettagli).
3.19. Come mai le Torri crollarono, visto che gli incendi erano piccoli e non molto caldi?
Questa è una sciocchezza assoluta e uno schiaffo in faccia ai morti: se davvero gli incendi erano piccoli e non molto caldi, allora come mai oltre duecento persone preferirono suicidarsi gettandosi dalle Torri Gemelle (dettagli)?
E questo qui sotto lo chiamereste un incendio piccolo? Ciascuna di quelle facciate misurava 64 metri.
3.20. Se gli incendi erano caldissimi, come è possibile che ci siano foto di una persona che si affaccia dalla breccia d'impatto dell'aereo?
La zona della breccia non fu mai stata interessata da grandi incendi (lo si vede nelle foto scattate pochi minuti dopo l'impatto): l'impatto aveva trascinato il carburante dell'aereo dentro la torre, distribuendolo in avanti lungo la traiettoria di disgregazione del velivolo. Quindi la zona d'impatto fu quella meno interessata dal carburante in fiamme.
Inoltre la persona, spesso identificata come Edna Cintron, fu fotografata 45 minuti dopo l'impatto contro la Torre Nord. La zona della breccia aveva quindi potuto raffreddarsi.
Non solo: lo squarcio fece da presa d'aria per gli incendi, per cui fu interessato da un intenso flusso d'aria fresca, richiamata dall'esterno per effetto camino dalle fiamme all'interno della torre. Se ci fu un punto ventilato in tutta l'area devastata, fu proprio la breccia d'impatto. Usare questa fotografia come "prova" di temperature basse nel resto del volume colpito dagli incendi denota quindi grave incompetenza nella dinamica degli incendi in generale (dettagli).
3.21. Il cherosene non poteva generare, in quelle condizioni, incendi abbastanza caldi nemmeno da raggiungere i 5-600 gradi, e poi si sarebbe esaurito in 15 minuti: come è possibile che gli incendi abbiano causato il cedimento della struttura e siano durati molto più a lungo?
Negli incendi del WTC non bruciò soltanto il cherosene degli aerei. Bruciò il contenuto stesso degli edifici. Le torri ospitavano uffici, con tutto quello di cui c'è bisogno in ambienti simili: computer, carta, pannelli, scrivanie, plastiche, sedie, armadi. Tutta roba che brucia. Un incendio sviluppato in un ambiente simile raggiunge senza problemi temperature attorno ai 1000°C, come confermano i Vigili del Fuoco italiani, e brucia furiosamente, come si vede in questo video.
Il cherosene non alimentò l'incendio per oltre un'ora: l'incendio fu alimentato dai materiali presenti all'interno delle torri. Il cherosene innescò l'incendio, spandendosi, già in fiamme, all'interno della struttura.
3.22. Se alcune persone riuscirono ad attraversare la zona degli incendi, come è possibile che gli incendi fossero violentissimi?
Quelle persone non passarono attraverso gli incendi: li aggirarono passando per l'angolo opposto a quello colpito dall'aereo (non dimentichiamo che il WTC misurava 64 per 64 metri su ogni piano), usando l'unica scala antincendio rimasta intatta nella Torre Sud, la Stairway A. Si chiama "antincendio" proprio perché protegge dagli incendi.
Quella scala, all'altezza dei piani colpiti, deviava dal centro della struttura per girare intorno ai motori degli ascensori (dodici motori da 24 tonnellate), che fecero da scudo contro l'impatto dell'aereo. Proprio per questo era ancora praticabile.
Non si può usare quest'episodio per dimostrare che gli incendi erano modesti, perché non si applica alla Torre Nord: infatti da sopra i piani colpiti, nella Torre Nord non si salvò nessuno. Dalla Torre Sud, oltretutto, si salvarono soltanto sedici persone (dettagli).
3.23. Come mai in una registrazione audio un pompiere disse "Abbiamo due focolai isolati, dovremmo riuscire a domarli con due linee"? Non vuol dire che gli incendi erano modesti?
No. La frase fu detta dal comandante dei vigili del fuoco Oreo Palmer, morto nei crolli, mentre si trovava al 78° piano della Torre Sud, pochi minuti prima del crollo dell'edificio. Palmer descrisse semplicemente la situazione nel punto in cui si trovava, non l'incendio nel suo complesso. Il 78° piano della Torre Sud era il limite inferiore dei piani colpiti dall'impatto dell'aereo, avvenuto dal 78° all'84°, quindi era ai margini della zona danneggiata.
Del resto, pensate seriamente che "due focolai isolati" avrebbero potuto produrre immagini come quella mostrata qui sopra?
I crolli 3.24. Il sindaco di New York, Rudy Giuliani, fu avvisato in anticipo del crollo della prima Torre (lo dice lui stesso in un video), ma non fece nulla per salvare i pompieri che stavano al suo interno. Come mai?
Giuliani ricevette il preavviso solo pochi minuti prima del crollo, quando ormai la voce si stava spargendo. I pompieri e i soccorritori che stavano fuori dalle Torri sapevano già dell'imminenza del crollo, ma non poterono fare nulla per avvisare i colleghi: le radio funzionavano notoriamente male. Non solo: non spettava a Giuliani dare ordini di evacuazione ai pompieri.
Del pericolo di crollo imminente sapevano, per esempio, John Peruggia, capo divisione dei servizi medici d'emergenza, che lo disse al tecnico medico d'emergenza (EMT) Richard Zarrillo; il fire marshal Steve Mosiello e il Comandante Ganci. Ma lo vennero a sapere soltanto pochi istanti prima del crollo stesso (dettagli).
3.25. Se le Torri erano progettate per sopportare l'impatto di un aereo di linea, come mai crollarono?
Erano progettate per reggere lo schianto di un aereo di linea in atterraggio, che volava piano, non alla massima velocità, e che non aveva a bordo tutto il proprio carburante, ma l'aveva quasi esaurito. Ed era comunque un progetto basato su calcoli approssimativi, impossibili da verificare all'epoca del progetto.
Va detto che le torri sopportarono l'impatto: fu l'incendio a farle collassare. Frank DeMartini, responsabile esecutivo del progetto, morto nel crollo delle Torri, chiamò via radio dicendo che l'edificio era in pericolo.
3.26. Come mai il crollo delle Torri Gemelle somiglia a una demolizione controllata?
Perché deve somigliarvi, almeno a prima vista: una demolizione controllata non è altro che un crollo provocato intenzionalmente lesionando la struttura fino a renderla incapace di reggersi. Al WTC, la struttura fu appunto lesionata intenzionalmente (dagli impatti e poi dagli incendi) finché divenne incapace di reggersi. Le demolizioni si fanno usando l'esplosivo minimo indispensabile per innescare il crollo naturale della struttura.
Guardando bene i filmati, però, emergono differenze importanti: una demolizione controllata parte dal basso, mentre i crolli delle Torri iniziarono in alto, ai piani colpiti e incendiati; una demolizione controllata produce botti fragorosissimi, assenti invece durante i crolli delle Torri; le facciate delle Torri si incurvarono verso l'interno appena prima del crollo, cosa che non avviene nelle demolizioni controllate.
3.27. Cosa sono quegli sbuffi che si vedono durante i crolli? Sono esplosioni?
No, non sono esplosioni: sono nuvole di polvere spinte in fuori dalla compressione dell'aria dentro le Torri Gemelle durante il crollo. Un'esplosione avrebbe prodotto un'onda d'urto ben visibile, che avrebbe sfondato i vetri delle Torri e degli edifici adiacenti; avrebbe generato dei boati fortissimi, assenti nelle registrazioni audio e video; e avrebbe causato una proiezione molto più rapida e violenta dei detriti.
Inoltre questi sbuffi si osservarono nelle Torri Gemelle soltanto dopo l'inizio del crollo; nelle demolizioni controllate, invece, gli sbuffi compaiono prima dell'inizio del crollo, perché il crollo inizia soltanto dopo che è stato attivato l'esplosivo.
E' vero che vi sono alcune immagini che mostrano sbuffi lenti e piccoli diverso tempo prima del crollo: ma sono comunque troppo lenti per essere prodotti da esplosivi. Sono invece compatibili con lo spostamento d'aria prodotto da un cedimento locale della struttura.
3.28. Come è possibile che vi sia stata una totale polverizzazione delle Torri Gemelle senza esplosivi?
Non è possibile, e infatti non c'è stata. Persino uno dei guru del complottismo, Steven Jones, ha detto che la "totale polverizzazione" è una balla (dettagli).
L'acciaio delle torri non si è affatto polverizzato: basta guardare la catasta di macerie. Il poco cemento delle Torri si è sbriciolato in pezzi di tutte le dimensioni: "trovammo grandi pezzi di calcestruzzo (di forma e dimensioni irregolari, uno misurava circa 5 x 3 x 3 cm) nonché frammenti di medie dimensioni di cartongesso (con la carta legante ancora attaccata)", dice appunto Steven Jones (fonte).
3.29. Perché il crollo fu così verticale?
Perché la forza più grande che agiva sulle Torri Gemelle era la forza di gravità, e la forza di gravità agisce verticalmente. Non c'era nessuna spinta laterale che potesse far crollare l'intera torre di lato: quella prodotta dall'impatto degli aerei era largamente insufficiente.
Un grattacielo non è un albero: è fatto per reggersi soltanto quando è dritto. Appena s'inclina oltre un certo limite, si spacca. La Torre di Pisa è a rischio proprio perché se supera una certa pendenza si frantuma, non perché se s'inclina cade in blocco.
Nelle Torri Gemelle, il blocco al di sopra dell'impatto iniziò a piegarsi di lato, ma poi si frantumò sotto il proprio peso e per le sollecitazioni interne, e venne giù come valanga di macerie.
3.30. Perché le Torri Gemelle caddero così in fretta, in 8-10 secondi?
Quello è il tempo che ci misero ad arrivare al suolo le prime macerie, precipitate in caduta libera ai lati della struttura. Il fronte di crollo rimase indietro rispetto a quelle macerie: lo si vede anche nelle foto.
Basta ascoltare l'audio dei filmati per rendersi conto che il boato del crollo durò almeno 16 secondi, e alcuni filmati mostrano che dopo dieci secondi la Torre Nord era ancora a metà del crollo.
Nei video, inoltre, non si vede mai il crollo fino in fondo, perché la base delle torri è coperta dagli altri grattacieli e dalla nube di polvere.
Infine, nessuno dei sostenitori delle teorie alternative sa dimostrare, calcoli alla mano, quanto sarebbe dovuto durare il crollo per non essere avvenuto troppo in fretta.
3.31. E' possibile che le Torri siano state demolite usando una sostanza chiamata "termite"?
No. La termite è una miscela incendiaria: agisce per colatura, non per esplosione. Per usarla per tagliare le colonne delle Torri, sarebbe stato necessario predisporne quantità enormi (130 g per ogni kg di acciaio da fondere) in ingombrantissimi contenitori, resistenti alle altissime temperature della reazione chimica e dotati di inneschi e di scivoli per farla colare sulle colonne. Nessuno degli inquilini delle Torri ha visto nulla del genere; nelle macerie non c'è nulla del genere.
Inoltre i tempi di reazione e taglio della termite non sono istantanei (varie decine di secondi per tagliare una singola putrella) e quindi incompatibili con il crollo delle Torri, durato in tutto circa 30 secondi.
Del resto, basta riflettere un attimo: se la termite fosse utilizzabile per tagliare grandi colonne verticali in pochi istanti, come mai i soccorritori usarono invece il lentissimo taglio a cannello per abbattere i resti delle colonne delle Torri? Erano stupidi? (dettagli)
3.32. Come mai le torri caddero all'interno della propria base?
E' un'impressione errata, comune in chi ha visto solo le riprese da lontano dei crolli. Durante i crolli, il grosso della massa delle torri cadde in prossimità della base, ma numerosi detriti furono scagliati contro o addirittura sopra agli edifici vicini, danneggiandoli in maniera vistosa e talvolta abbastanza grave.
I quattro edifici più bassi del complesso del WTC e la chiesa di San Nicola furono distrutti proprio perché investiti dal crollo delle torri, e il WTC7 ne fu tanto danneggiato da prendere fuoco e crollare qualche ora dopo. Macerie molto grandi caddero fino a 170 metri di distanza.
3.33. Se un crollo spontaneo è così verticale, perché ci si prende la briga di demolire con le cariche gli edifici pericolanti? Tanto cadono da soli in verticale, no?
No. Gli edifici pericolanti si fanno saltare con le cariche per decidere quando e come farli cadere, non perché si teme che cadano di lato come un albero tagliato.
Lo scopo di una demolizione controllata è appunto di controllare il modo in cui cade un edificio, per evitare che danneggi gli edifici adiacenti. Infatti il crollo incontrllato delle Torri Gemelle devastò sei edifici adiacenti e danneggiò gravemente tutti quelli circostanti.
3.34. Come mai ci sono studi scientifici fatti da ingegneri che dimostrano che il crollo era impossibile?
Questi "studi" non sono scientifici: contengono tutti errori tecnici grossolani, per la semplice ragione che le persone che li hanno redatti sono sì ingegneri, ma non in campi attinenti alla progettazione di grattacieli. Non sono ingegneri strutturisti: sono per esempio ingegneri meccanici (Gordon Ross). Chiedereste a un elettrotecnico un parere sulla struttura di una diga?
In realtà gli studi scientifici dei veri addetti ai lavori confermano che il crollo era non solo possibile, ma inevitabile. Si può consultare, per esempio, il lavoro di Zdenek Bazant, professore di ingegneria civile e scienza dei materiali alla Northwestern University in Illinois (dettagli), oppure quello dell'ingegner Keith Seffen, Senior Lecturer nel Gruppo Strutture del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Cambridge, nel Regno Unito (dettagli). In queste FAQ trovate inoltre un elenco di articoli di specialisti dedicati all'analisi del disastro del World Trade Center.
3.35. Quante sono le probabilità che tre torri, di cui due colpite in livelli diversi e una (il WTC7) che non aveva ricevuto danni strutturali significativi, siano cadute tutte e tre perfettamente su se stesse?
Su qualunque struttura, la forza principale che agisce è la gravità. E la gravità agisce sempre verso il basso. A prescindere dal punto e dal modo in cui viene colpito o danneggiato un edificio alto e snello, cadrà quindi sempre in direzione prevalentemente verticale. Non è questione di probabilità, ma di certezza. Inoltre il calcolo delle probabilità non è applicabile ad eventi complessi di questo genere, e chi lo applica commette un errore dilettantesco.
3.36. Come è possibile che una struttura alta oltre 400 metri, che evidentemente regge senza problemi il proprio peso, crolli come un castello di carte... sotto il proprio peso?
Ogni edificio è progettato per reggere il proprio peso, o più propriamente, il carico statico generato dalla propria struttura, ma non per reggere il carico dinamico (di movimento) generato se la stessa struttura si muove.
Alle Torri Gemelle, la parte di struttura al di sotto della zona d'impatto era in grado di reggere il peso (carico statico) del blocco di piani soprastanti quando erano fermi. Non era in grado di reggere la spinta dello stesso blocco in movimento, quando ha iniziato a cadere per via del cedimento nella zona d'impatto.
Per capire la differenza enorme fra carico statico e carico dinamico, immaginate di appoggiare una cassa di birre sopra la vostra testa. La reggete senza problemi, giusto? Questo è un carico statico. Ora immaginate la stessa cassa di birre che all'improvviso vi cade addosso da 10 centimetri d'altezza. Questo è un carico dinamico. Credete di poterla reggere senza farvi male alla testa? E' perlomeno più difficile da reggere, giusto? Appunto.
Dopo i crolli 3.37. Come è possibile che il passaporto di uno dei dirottatori sia stato trovato intatto nelle macerie, sopravvivendo all'impatto e all'incendio?
Il passaporto di un dirottatore, Satam al-Suqami (foto qui accanto), non fu trovato sotto le macerie, ma per strada, e prima del crollo delle Torri. Fu trovato da un passante, che lo diede al detective Yuk H. Chin, della polizia di New York, poco prima del primo crollo; Chin lo consegnò all'FBI il giorno stesso.
Gli aerei trapassarono le Torri e alcuni loro pezzi uscirono dal lato opposto degli edifici, prima che si innescasse il carburante presente nei serbatoi dei velivoli stessi. Il passaporto non avrebbe dovuto quindi sopravvivere ad alcun incendio, perché l'incendio non esisteva ancora. Come gli altri oggetti fragili rinvenuti, sopravvisse all'impatto meccanico presumibilmente perché fu protetto da altri oggetti (parti d'aereo) più resistenti.
Infatti a New York non fu trovato soltanto il passaporto di un dirottatore, ma furono recuperati anche molti effetti personali di comuni passeggeri: una rivista di bordo e un passaporto di un passeggero, tessere di identificazione, due lettere trasportate da uno degli aerei, un cuscino di sedile, pezzi di fusoliera e di carrelli (foto più sopra), un giubbetto salvagente, una cuffia da pilota.
Anche un altro tipo di oggetto fragile, più macabro, fu trovato dopo gli attentati: frammenti dei corpi dei passeggeri (fonte: 11/9 La Cospirazione Impossibile, pagg. 188-193).
Gli oggetti fragili talvolta sopravvivono agli impatti violenti, come si può notare in molti altri incidenti aerei non sospetti, e non si bruciano se vengono scagliati lontano dal luogo d'impatto e d'incendio o se vengono protetti da altri oggetti più resistenti.
Nel disastro della navetta spaziale Columbia, una videocassetta girata dagli astronauti sopravvisse addirittura alla disintegrazione della navetta e al rientro nell'atmosfera a oltre 29.000 km/h (dettagli).
3.38. Come mai furono trovate pozze di metallo fuso sotto le macerie? Non dimostrano forse che c'era della termite?
La documentazione di questo metallo fuso è finora solo aneddotica: non ci sono immagini che lo mostrano. Quelle presentate dai cospirazionisti si sono rivelate dei falsi dilettanteschi.
Se esisteva questo metallo fuso, non si sa se era acciaio o invece alluminio, che fonde facilmente alle temperature di un incendio del genere. Si sa che le temperature sotto le macerie del WTC rimasero alte per settimane a causa degli incendi che covavano dopo il crollo, alimentati dal carburante dei serbatoi tecnici del WTC e dal materiale infiammabile nei piani sotterranei.
Non può essersi trattato di termite, perché la termite brucia in pochi secondi e non può tenere fuso il metallo per settimane. Per tenerlo fuso, deve esserci una fonte di calore continua. Non solo: nelle termografie di Ground Zero si osserva che il calore si spostò nell'arco di vari giorni.
3.39. Come mai l'acciaio delle Torri fu venduto in Oriente in tutta fretta? Qualcuno voleva far sparire le prove?
Non ci fu alcuna fretta e non tutto l'acciaio è stato fatto sparire. La rimozione delle macerie richiese otto mesi e mezzo: l'ultima colonna fu rimossa il 30 maggio 2002. L'acciaio fu portato a Fresh Kills, nel New Jersey, dove rimase per mesi per essere passato al setaccio dall'FBI, recuperando 4200 resti umani (dettagli).
E' vero che oltre 350.000 tonnellate d'acciaio su circa 1,6 milioni furono vendute in Cina, Malesia, Corea e India (dettagli). Ma ci sono tuttora 1350 pezzi conservati all'Hangar 17 dell'aeroporto JFK di New York: alcuni pesano oltre 30 tonnellate (dettagli; foto). Inoltre 7,5 tonnellate dell'acciaio del WTC sono state usate per la prua della nave da guerra USS New York e fanno parte di un lotto di 24 tonnellate inviato in Louisiana (dettagli). Ci sono pezzi dell'acciaio delle Torri Gemelle anche a Padova, visibili al pubblico in un monumento situato alle Porte Contarine.
Sarebbe insomma stupido far sparire le prove ma lasciare in giro tutti questi campioni da esaminare.
3.40. Come mai l'acciaio delle Torri non fu mai esaminato?
Fu esaminato eccome. I rapporti tecnici del NIST lo esaminarono in dettaglio: per esempio nel il rapporto NCSTAR 1-3, che s'intitola proprio "Mechanical and Metallurgical Analysis of Structural Steel", ossia "Analisi meccanica e metallurgica dell'acciaio strutturale" (184 pagine). Ci sono anche i rapporti tecnici della FEMA intitolati "Structural Steel and Steel Connections", "Limited Metallurgical Examination" e "Steel Data Collection" (altre 54 pagine). Questi rapporti descrivono 236 pezzi d'acciaio, per un peso complessivo di 500 tonnellate.
3.41. Come mai nelle macerie furono trovate delle colonne tagliate? Non è la prova che i grattacieli furono demoliti?
No, quelle colonne furono tagliate dai soccorritori, perché dopo il crollo erano rimasti in piedi degli altissimi monconi delle facciate. Le foto dei soccorsi mostrano chiaramente il lavoro di taglio al cannello. (dettagli)
3.42. Se i crolli furono autentici, come mai nulla è cambiato nelle norme edilizie dei grattacieli e gli ingegneri civili non ne parlano?
In realtà ne parlano, e anche diffusamente. Per esempio, la Local Law 26/2004, entrata in vigore nel 2004, cambiò le norme edilizie nella città di New York. I progetti in corso furono modificati (New York Times, 2003; Boston Globe, 2006) e proprio il grattacielo che sostituisce l'Edificio 7 del WTC segue nuove norme (New York Times, 2003).
L'International Building Code, la principale normativa statunitense per l'edilizia, è stata riveduta e aggiornata proprio sulla base dei crolli del World Trade Center (dettagli) e sulla base delle raccomandazioni del NIST.
Il NIST ha pubblicato le proprie raccomandazioni tecniche di aggiornamento delle norme sulla base dei crolli del WTC e il rapporto del NIST sul collasso progressivo per incendio del WTC7 ha introdotto ulteriori raccomandazioni per tenere conto dei pericoli comportati dalla dilatazione termica delle travi lunghe.
Anche gli ingegneri strutturisti italiani si sono occupati del crollo senza riscontrarvi anomalie. Ecco per esempio alcuni articoli specialistici scritti da nostri connazionali:
Robustness of core walls against deliberate aircraft impact: lessons from the WTC collapse. V. De Rosa, R. Landolfo, F. M. Mazzolani, II Convegno Internazionale "Crolli e Affidabilità delle Strutture Civili", Università degli Studi di Napoli "Federico II", Dipartimento di Analisi e Progettazione Strutturale, Napoli, 15-16 maggio 2003. Ballistic Limit-Based Design Criteria and Finite Element Simulations for the Core Walls under impact of Fast-Flying Commercial Aircraft, Vincenzo De Rosa, European Cooperation in the field of scientific and technical research - Cost Action 12 - Improving Buildings’ Structural Quality By New Technologies - WG2 - Structural Integrity under exceptional actions, 16 December, 2002. The collapse of the WTC twin towers: preliminary analysis of the original design approach, De Luca A., Di Fiore F., Mele E., Romano A., STESSA 2003, 4th International Conference on “Behaviour of Steel Structures in Seismic Areas”, Napoli, Italy, 9-12 June 2003, pp. 81-87.
The collapse of WTC Twin Towers: general aspects and considerations on the stability under exceptional loading of columns with partial-strength connections, De Luca, A., Mele, E., Giordano, A., Grande, E. (2004). COST C12 Final Conference, January 2005, Innsbruck, Austria.
3.43. Come mai il numero di matricola (tail number) N612UA, quello del Volo 175, il secondo a colpire le Torri, era ancora attivo nel 2005?
I cospirazionisti (per esempio Gerard Holmgren qui) sostengono che questo fatto dimostri che quell'aereo non colpì il World Trade Center. Ma riflettiamo un attimo: vi pare plausibile che gli organizzatori facciano tutta una messinscena complicatissima e ultrasofisticata, e poi si dimentichino di cancellare il tail number dai registri pubblici?
In realtà è normale che un tail number rimanga registrato a lungo dopo la distruzione dell'aereo. Ci sono molti esempi di aerei distrutti il cui tail number resta registrato. Se ne parla per esempio qui (in inglese).
3.44. Una rivista scientifica ha pubblicato un articolo che dimostra la presenza di "materiale termitico attivo" nelle macerie delle Torri. Come si spiega?
La rivista in questione, l'Open Chemical Physics Journal, ha una scarsissima reputazione nel mondo scientifico e accetta qualunque cosa le venga inviata, purché gli autori paghino (dettagli). Il suo capo redattore (editor in chief), Marie-Paule Pileni dell'Università Pierre et Marie Curie, s'è dimessa perché l'articolo in questione è stato pubblicato senza neanche farglielo leggere (dettagli).
L'articolo è firmato da un gruppo di sostenitori delle teorie di complotto, contraddice le teorie precedenti dello stesso gruppo (dettagli) e la sua metodologia è grossolanamente carente. Inoltre i suoi risultati sono compatibili con la vernice antiruggine a base di ossido di ferro che rivestiva la struttura in acciaio
|