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MessaggioInviato: 23/03/2012, 13:14 
Un golpe contro la Rete
di Guido Scorza
E’ un autentico golpe contro la libertà di informazione in Rete quello che il Governo dei professori si avvierebbe a realizzare, almeno stando alle dichiarazioni rese, ieri mattina, dal Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nel corso di un’audizione dinanzi alle Commissioni VII e VIII.

Ma stiamo ai fatti.

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha annunciato, ormai da oltre un anno, l’intenzione di varare un Regolamento attraverso il quale mirerebbe a disciplinare l’intera materia della circolazione dei contenuti nello spazio pubblico telematico.

L’occasione – ma forse sarebbe il caso di dire l’alibi -dell’iniziativa regolamentare dell’Autorità è stata offerta dall’ormai famigerato decreto Romani che, a suo tempo, delegò all’Authority il compito di dettare le regole per il rispetto del diritto d’autore da parte dei c.d. fornitori di servizi media audiovisivi ovvero le televisioni dell’era di Internet.

Strada facendo, l’Autorità, si è lasciata tirare per la giacchetta dalle lobby dell’industria dell’audiovisivo le quali hanno chiesto ed ottenuto che le nuove norme che l’Autorità avrebbe dovuto varare, fossero applicabili non già ai soli fornitori di servizio media audiovisivi ma a tutti i “gestori di siti internet”.

Il risultato è che nel luglio dello scorso anno, l’Autorità ha messo a punto uno schema di regolamento attraverso il quale si riserva il potere di vita e di morte su ogni contenuto – non solo audiovisivo – reso disponibile nello spazio pubblico telematico da chicchessia.

All’esito di un procedimento sommario – stando a quanto previsto nel regolamento – su istanza di chi si qualifichi come titolare di diritti d’autore su qualsivoglia contenuto, l’Agcom potrebbe ordinare a qualsivoglia gestore di sito internet di disporre la rimozione del contenuto medesimo anche ove pubblicato da un terzo e, in caso di difficoltà a raggiungere il gestore del sito, potrebbe indirizzare analogo ordine agli internet service provider che rendono possibile la pubblicazione e/o l’accesso al contenuto incriminato online.

Si tratta di norme censoree – nonostante il contrario avviso del Presidente Calabrò – e da Stato di polizia.

Il punto, però, è un altro.

La prima e la più importante critica che in molti, all’indomani della pubblicazione del Regolamento hanno mosso all’Agcom è quella di non disporre del necessario potere per dettare le regole in una materia tanto delicata e complessa, teatro di scontro e confronto di diritti e interessi egualmente importanti e rilevanti: diritti d’autore e libertà di manifestazione del pensiero solo per citare i principali.

E’ un’obiezione insuperabile ed insuperata che, peraltro, renderebbe illegittimo il regolamento Agcom in quanto varato da un’Autorità priva del necessario potere
.

Nessuna norma di legge riconosce all’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni tale potere.

E’, d’altra parte, una conclusione che trova una giustificazione nella circostanza che un tema tanto delicato è necessario che venga disciplinato all’esito di un dibattito parlamentare ampio ed approfondito.

Decidere se l’esigenza di tutelare il portafoglio di un titolare dei diritti d’autore giustifichi o meno il rischio di privare un cittadino della libertà di esprimere o leggere un pensiero lecito rappresenta una scelta politica complessa che, in uno Stato di diritto, compete esclusivamente al Parlamento.

E’ per questo che se, effettivamente, il Governo ha deciso – peraltro nelle segrete stanze di Palazzo Chigi – di esautorare il Parlamento del suo ruolo in relazione a questa scelta, demandandola ad un Autorità amministrativa semi-indipendente come l’Agcom, ci troviamo, tecnicamente, dinanzi a quello che nel diritto internazionale, verrebbe definito un golpe: si sta procedendo all’esautoramento del legittimo titolare di un potere – quello legislativo – e lo si sta affidando ad un soggetto cui non solo non compete ma che, per di più, si ritroverà a scrivere regole che sarà esso stesso chiamato ad applicare.

Ma non basta.

Il Governo dei professori, infatti, starebbe “sanando” una situazione di illegalità nella quale ha, sin qui, annunciato di essere intenzionata a muoversi l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, riconoscendole, in corsa, un potere che quest’ultima ha manifestato l’intenzione di azionare pur essendone sprovvista.

E’ in corso un autentico sovvertimento delle regole costituzionali ed a farne le spese sarà inesorabilmente la libertà di informazione sul web.

Se questo è questa la strada attraverso la quale il Governo dei professori intende garantire il futuro al nostro Paese, c’è da chiedersi se il futuro che ci attende in fondo a questa strada è quello che vogliamo davvero.

Un Paese meno povero ma meno libero non è quello che sogno per i miei figli.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03 ... te/199209/



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MessaggioInviato: 24/03/2012, 00:55 
Se Internet fosse uno Stato
sarebbe la quinta potenza mondiale
Secondo il Bcg, nel 2016 sarebbe dietro solo a Usa, Cina, Giappone e India

Se Internet fosse uno Stato, diventerebbe la quinta potenza economica mondiale nel 2016. E' la conclusione cui è arrivato uno studio del Boston Consulting Group (Bcg, leader mondiale nella consulenza), secondo cui sarebbe alle spalle solo di Stati Uniti, Cina, Giappone e India, davanti alla Germania.

In quattro anni, ci saranno tre miliardi di internauti al mondo (nel 2010 erano 1,9 miliardi) e, solo nei Paesi del G20, Internet varrà 4.200 miliardi di dollari, contro i 2.300 nel 2010, secondo la previsione del Bcg contenuta nel rapporto pubblicato ieri.

Il boom di Internet sarà ancor più facilitato dall'accesso dai telefoni cellulari e dallo sviluppo dei social network. Tra gli Stati del G20, un grande contributo arriverà dal Regno Unito: nel 2016, Internet varrà il 12,4% del prodotto interno lordo; alle sue spalle, la Corea del Sud (8%), la Cina (6,9%), l'Europa a 27 nel complesso (5,7%) e gli Stati Uniti (5,4%).

Secondo il Bcg, le aziende dovrebbero sfruttare meglio le potenzialità della rete: «In molti Paesi, tra cui Cina, Germania, Turchia e Francia, le piccole e medie imprese che interagiscono con i consumatori su Internet hanno visto le loro vendite aumentare in maniera più rapida di quelle che non sono su Internet o sfruttano poco la loro presenza, con una differenza fino a 22 punti percentuali». «Incoraggiando le imprese a mettersi su Internet, i Paesi possono migliorare le loro prospettive in termini di concorrenza e crescita» ha concluso uno degli autori del rapporto, Paul Zwillenberg.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplr ... sezione=38


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MessaggioInviato: 10/04/2012, 16:30 
come suggeritomi da Aztlan posto qui l'ennesima petizione per difendere la libertà di internet:

http://www.avaaz.org/it/stop_cispa/?vl

firmate numerosi e fate firmare ad amici e parenti!



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MessaggioInviato: 10/04/2012, 16:59 
«Internet Bene Comune». La difesa del web in 140 caratteri



Nasce oggi, da un'idea di Fondazione sistema Toscana, «Internet Bene Comune», un movimento che ha per obiettivo quello di sensibilizzare cittadini, amministratori, imprese e istituzioni, sull'importanza fondamentale che la rete ha in tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano.

«Internet Bene Comune» è supportato da una campagna di sensibilizzazione che raccoglie testimonianze, pareri, punti di vista. L'iniziativa vuole replicare per internet quello che è stato fatto dal movimento «Acqua Bene Comune».

«Internet Bene Comune» punta a fare in modo che ogni comune, provincia, regione, adeguatamente sensibilizzato, possa approvare un documento che sancisca idealmente il «diritto» ad internet, visto appunto come «Bene comune». «Internet Bene Comune» nasce dal web e si svilupperà attraverso la capillarità garantita dalla rete e dai social network.

Tutto parte dal manifesto di «Internet Bene Comune», un documento di cui sono state scritte solo le frasi iniziali perchè saranno i cittadini digitali a completarlo con il loro personalissimo «Perchè Internet è un bene comune». Gli aderenti dovranno condensare in 140 caratteri la loro motivazione e inviarla con Twitter (#internetbenecomune). Per partecipare al movimento basta aderire lasciando il proprio nome, cognome e e-mail sul sito: http://www.internetbenecomune.it/. Tra i primi firmatari del manifesto anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.
http://www.unita.it/tecnologia/internet ... i-1.400130



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MessaggioInviato: 16/04/2012, 15:33 
Brin: la Rete è in pericolo, Google ultimo baluardo

La grande minaccia al Web libero secondo il co-founder di BigG. La cybercensura dei governi, le lobby anti-pirateria, i giardini recintati di Apple e Facebook
Roma - Una minaccia incombente sulla libertà del vasto ecosistema connesso, annunciata dal co-founder di Google Sergey Brin in una lunga intervista al quotidiano britannico The Guardian. In pericolo sarebbero i principi fondamentali di apertura e libero accesso alla Rete, in un ambiente digitale che sembra ormai distante dagli albori della grande rivoluzione tecnologica.

"In tutto il mondo, esistono forze molto potenti che si sono allineate su più fronti contro la Rete libera - ha esordito Brin - Sono più preoccupato ora che in passato. È spaventoso". Chi porterebbe al web questa minaccia così terribile? Innanzitutto i vari governi del pianeta, quelli che combattono la libera circolazione di opinioni nell'era della condivisione online.

Dalla grande muraglia digitale in Cina al blocco dei social network in Iran. La natura aperta e democratica della Rete messa in pericolo dal regime della cybercensura, sui ripetuti tentativi di tecno-controllo da parte delle autorità più repressive. I vari nemici di Internet sono annualmente denunciati dall'organizzazione internazionale Reporters Sans Frontieres (RSF).
Ma la minaccia paventata da Brin non passa soltanto per la censura a livello governativo. Le lobby legate all'industria dell'intrattenimento hanno scatenato un'agguerrita battaglia contro la condivisione pirata, attraverso disegni di legge - SOPA, CISPA, ma anche trattati come ACTA - pericolosi per la libertà d'espressione sul web.

Infine, la terza forza indicata dal co-founder di BigG. Colossi come Apple e Facebook starebbero stringendo la morsa per una visione "balcanizzata" della Rete. Attraverso rigide piattaforme proprietarie che sarebbero ormai riuscite a chiudere milioni di utenti nei cosiddetti walled garden, giardini recintati per il controllo totale delle attività condivise.

Tornano così i vecchi dissapori tra Google e il sito di Mark Zuckerberg, in particolare la battaglia sull'esportazione dei contatti Gmail verso il social network da quasi 900 milioni di amici. L'azienda di Mountain View aveva di fatto bloccato Facebook, dopo un tentativo silente di sfruttare l'immenso patrimonio di dati sul sito in blu.

Il ragionamento offerto da Brin sembra chiaro. L'ecosistema digitale voluto da Facebook non permetterebbe oggi la nascita di un protagonista come Google. "Con tutte queste regole, l'innovazione rischia di essere limitata", ha sottolineato Brin. Curioso però il motivo citato dal co-founder di BigG.

"C'è tanto da perdere con i sistemi recintati. Ad esempio, tutte le informazioni contenute nelle applicazioni. Questi dati non sono rintracciabili dai crawler del web. E quindi l'utente non li può cercare". È dunque questa la minaccia portata dai colossi 2.0 come la piattaforma di Zuckerberg? In altre parole, per Brin tutto quello che non è indicizzabile da Google sarebbe un problema, in una inedita sovrapposizione tra Google stessa e una Internet libera.

"Facebook ha succhiato per anni i contatti Gmail", ha ribadito Brin. È tutta una questione di libero accesso alle informazioni da parte di società private che offrono servizi ormai fondamentali ai netizen? C'è chi ha infatti ricordato a BigG le sempre attuali problematiche relative al rastrellamento selvaggio di dati personali e attività di navigazione web.

Mauro Vecchio

fonte : http://punto-informatico.it/3500171/PI/ ... uardo.aspx


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MessaggioInviato: 16/04/2012, 15:44 
Definire Google un baluardo mi pare eccessivo.
Google è un monopolio.


Ultima modifica di rmnd il 16/04/2012, 15:45, modificato 1 volta in totale.


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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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MessaggioInviato: 28/04/2012, 12:37 
Tratto da:

Ministro Severino, che c’entrano i blog?

http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1tI2xC5bb

I blog rappresentano un fenomeno pericoloso. Almeno così la pensa il ministro della Giustizia, Paola Severino, secondo cui bisognerebbe «reprimerne l’abuso».

Intervenendo a Perugia a un dibattito su etica e giornalismo, il Guardasigilli ha spiegato: «Il giornale ha una sua consistenza cartacea. Il giornalista e l’editore sono individuabili ed è dunque possibile intervenire. Il blog ha invece una diffusione assolutamente non controllata e non controllabile. È in grado di provocare dei danni estremamente più diffusi. Ecco perché bisogna vederne anche la parte oscura».

Per Severino quello dei blog è «un fenomeno certamente positivo per certi aspetti, ma nel quale si possono annidare anche cose negative, può essere un punto criminogeno. Questo mondo va regolamentato e pur nella spontaneità che ne rappresenta la caratteristica non può trasformarsi in arbitrio».

Se non bastasse il Festival ha messo online il video integrale dell’intervista al ministro Severino.

Vi conviene andare al minuto 30, ma potete ascoltarla tutta per contestualizzare le parole del ministro.


VIDEO:
http://webtv.festivaldelgiornalismo.com ... alismo.htm


CONTINUA>>>
http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1tI2xC5bb



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 14/05/2012, 08:55 
Blog non è stampa clandestina: la Cassazione "fa giurisprudenza"
http://www.mainfatti.it
I blog non sono stampa clandestina e non devono registrarsi al Tribunale per diventare testate giornalistiche: storica sentenza della Cassazione che "traccia la strada in un settore ancora non regolamentato" (tranne che dalla Costituzione).

Immagine

I blog, anche quelli giornalistici, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo perché si è concluso un procedimento giudiziario unico nel suo genere nel mondo, anche se a quanto pare non in Italia. La terza sezione della Cassazione ha infatti ribaltato le sentenze di primo e secondo grado che condannavano il giornalista, scrittore e blogger siciliano Carlo Ruta al reato di stampa clandestina. La Cassazione sancisce che un blog non rientra nella lista dei prodotti editoriali e quindi assolve il giornalista Carlo Ruta "senza rinvio perché il fatto non sussiste". Carlo Ruta scriveva sul blog "Accade in Sicilia" (ormai chiuso), dove riportava informazioni e documentazioni anche su accadimenti mafiosi. Un magistrato si era sentito offeso per quanto scritto dal gionalista, denunciandolo per diffamazione e per stampa clandestina. Nel 2008 il Tribunale di Modica lo condanna per entrambi i capi di imputazione, e in particolare veniva sottolineato come il blog rappresentasse un vero "prodotto editoriale" in base alla legge n. 62 del 2001, e che quindi sarebbe dovuto essere registrato presto il Tribunale competente per la legge sulla stampa periodica, n. 47 dell'8 febbraio 1948. La sentenza di primo grado fu poi confermata in Appello nel 2011 dal Tribunale di Catania, gettando tra l'altro nel panico migliaia di blogger che rischiavano di dover chiudere da un giorno all'altro, nonostante l'articolo 21 della Costituzione sancisce che "La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure".
La sentenza della Cassazione, quindi, pare ristabilire le regole, e soprattutto l'assunto che "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", anche internet. Il difensore di Carlo Ruta, Giuseppe Arnone, sottolinea infatti "l'importanza della sentenza perché fa giurisprudenza", come riporta l'Ansa, visto che "traccia la strada in un settore ancora non regolamentato - spiegando - Nella mia arringa ho sottolineato che imporre un giornalista come direttore responsabile ad ogni blog significherebbe sterminare i blog: pochi potrebbero sopportarne il costo. E' vero che una legge del 2001 prevede che i notiziari web siano registrati come testata, ma questo obbligo riguarda solo quei notiziari web che chiedono finanziamenti pubblici e che pertanto devono avere una consistenza strutturale. I giudici della Cassazione hanno mostrato buon senso e apertura ai valori della libertà di pensiero e di espressione".
Una sentenza che potrebbe "far giurisprudenza" anche nel caso della Web TV PNBOX, una piattaforma di aggregazione e pubblicazione di contenuti audiovisivi, denunciata presso la Procura di Pordenone dal Consiglio regionale dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia per esercizio abusivo della professione di giornalista. Come riporta "il Fatto Quotidiano", il gestore di PNBOX è imputato perché, non avendo registrato la piattaforma come testata giornalistica e non essendo iscritto all'Ordine, avrebbe svolto "attività giornalistica non occasionale diffondendo gratuitamente notizie destinate a formare oggetto di comunicazione interpersonale specie riguardo ad avvenimenti di attualità politica e spettacolo relativi soprattutto alla provincia di Pordenone".
Tralasciando ancora una volta l'articolo 21 della Costituzione, diversi commentatori fanno notare però, prima di tutto, che se il gestore di PNBOX venisse condannato, anche altri "aggregatori", per citarne uno su tutti Youtube di Google, potrebbero rischiare la stessa sorte. Non per niente, è la linea difensiva adottata anche da Kim Dotcom, che ha visto la chiusura del portale di file sharing MegaUpload, dove il gestore metteva a disposizione uno spazio server, ma non creava contenuti.
Jessica Montani
http://www.mainfatti.it/blog/Blog-non-e ... 665033.htm



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MessaggioInviato: 15/05/2012, 14:48 
Che bello scenario....blog illegali, facebook come nuova filosofia del nuovo ordine internet e milioni, forse miliardi, di c******i che acquistano e continuano ad acquistare prodotti Apple: tra tutti gli iCoso che vengono venduti la base per il controllo è già bella piazzata*.

*Perchè Steve Jobs, inutile negarlo, è stato un grande anche per altri motivi non strettamente positivi se questi vengono visti da un'ottica diversa, quali il costituire un fanatismo oltranzista, una sicurezza sui prodotti fatta finora solo di chiacchiere e luoghi comuni (quando in questi giorni i virus stanno arrivando copiosi pure su sistemi Apple, Mac in primis) e la propagazione del desiderio di oggetti inutili, dalla memoria pari a quella di una chiavetta usb, come l'iPad, che rispetto ad un regolare tablet costa un botto.
Queste sono state un pò le basi su cui poggia la filosofia "produci e consuma più che puoi" del mondo globalizzato, tecnologico ed industrializzato moderno.

Provo semplicemente orrore per tutta questa faccenda, da pelle d'oca.


Ultima modifica di Pegasus il 15/05/2012, 14:51, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/05/2012, 14:52 
il consumismo sta distruggendo i valori più importanti dell' Uomo, dove andremo a finire?


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MessaggioInviato: 12/08/2012, 21:50 
Brasile: giudice ordina sospensione Facebook per 24 ore

Rio de Janeiro, 11 ago. (Adnkronos) - Un giudice brasiliano ha ordinato la chiusura di Facebook per 24 ore in tutto il paese per violazione della legge elettorale. La decisione del giudice Luiz Schuch e' giunta su ricorso di un candidato per le elezioni municipali di Florianopolis (stato di Santa Catalina), il conservatore Dalmo Deusdedit Menezes, che si e' sentito diffamato da una pagina del social network. Facebook ha presentato ricorso contro il provvedimento, che dovrebbe essere operativo questo lunedi'.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Ester ... 22655.html


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MessaggioInviato: 12/08/2012, 23:43 
Ha ragione il giudice !!!


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MessaggioInviato: 13/08/2012, 00:33 
Concordo perfettamente con Pegasus.


Tra l' altro, l' arrivo dei virus nei sistemi Apple io lo avevo profetizzato. Mi pento di non riportare qui tempestivamente ogni mia previsione.


Google si è già piegato alle lobby, dopo insistenza della RIAA (SIAE americana) e soci.

http://lab.vodafone.it/news/2012/05/28/google-contro-la-pirateria-oltre-un-milione-di-link-cancellati-ogni-mese/

Cancellati 1 milione di link, il 97% delle richieste tra luglio e dicembre del 2011.


Va sottolineato che qui si difende la libertà di informazione e NON la pirateria.


MA un simile passo intrapreso da Big G a favore delle lobby

che già hanno dimostrato di minacciare l' informazione stessa pur di salvaguardare i propri interessi in un sistema da tempo insostenibile

non può che presagire nulla di buono.


Oggi eseguono quanto dettato dalla RIAA e domani sosterranno l' ennesimo atto di censura della informazione tentato dai soliti noti.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Internet: Germania vuole tassare motori ricerca per visualizzazione news

Berlino, 29 ago. - (Adnkronos/Dpa) - Il governo tedesco ha approvato oggi un disegno di legge che impone ai motori di ricerca, come Google, il pagamento di diritti d'autore ai media tedeschi in caso di visualizzazione dei titoli delle notizie sui loro siti web. Una scelta che la filiale tedesca di Google ha condannato parlando di un "giorno nero" per il Web, augurandosi che il disegno di legge venga respinto dal Bundestag. Fino ad oggi i sitti aggregatori di notizie non sono sottoposti in Germania all'obbligo di pagare i diritti per la pubblicazione dei titoli e delle anteprime degli articoli.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 59585.html


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Chissà perchè non tutti i prodotti delle loro aziende, no no, solo le NOTIZIE. Tu guarda il caso....


Megaupload risorgerà dopo la censura, il fondatore: nuova tecnologia per crittografare tutto gratis.

http://www.tomshw.it/cont/news/megaupload-pronto-a-tornare-con-crittografia-per-tutti/39318/1.html

Kim Dotcom ha lanciato lo sviluppo su twitter, e dichiara: "Hanno scherzato con l' uomo sbagliato, cambierò il mondo".



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