10/06/2012, 15:34
10/06/2012, 15:46
10/06/2012, 15:58
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=t_ssGy0LXo0[/BBvideo]GanjaMan ha scritto:
Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl
Alla fine degli anni '70 l'Italia aveva superato l'Inghilterra, e nessuno 30 anni prima poteva immaginare un risultato del genere. Aveva quasi appaiato la Francia e stava minacciando la Germania. E' in quella situazione che si stabilisce, in Europa, l'accordo per i cambi fissi. Che cosa significa? I singoli stati sono responsabili della propria bilancia dei pagamenti, cioè di fronte a un disavanzo commerciale non possono svalutare la propria moneta perché si sono impegnati con i cambi fissi e quindi devono offrire questi titoli ad alto tasso di interesse. Ma far crescere i tassi di interesse non è ininfluente per l'economia, per cui si crea un meccanismo per cui gli stati più forti, che esportano di più, non tenuti a rivalutare la propria moneta, diventano ancora più forti e quindi si abbassano i loro tassi di interesse, fanno più investimenti in tecnologia, sono più competitivi e ricominciano a esportare di più. Invece gli stati deboli, per compensare le importazioni nette, devono emettere titoli e far crescere i tassi di interesse, ma l'aumento dei tassi di interesse determina un accorciamento dell'orizzonte delle imprese e quindi minori prospettive di occupazione per i giovani.
Nel 1982/83 io ero funzionario del Ministero del Bilancio e feci uno studio. Lo feci vedere al Ministro, facendogli presente che questo sistema avrebbe rovinato il Paese perché il debito pubblico, nel giro di 5/6 anni, avrebbe superato il prodotto interno lordo, e la disoccupazione giovanile avrebbe superato il 50%. Ne parlai anche col Ministro del Tesoro, che era Beniamino Andreatta, e con alcuni dell'ufficio studi della Banca d'Italia. Tutti quanti concordarono sul fatto che la mia analisi era esagerata e che non era possibile che il debito pubblico superasse il PIL, perché allora il sistema sarebbe saltato. E io dissi: "scusate, se il debito è un fondo e il PIL è un flusso, non c'è nessun problema! Se io oggi, per farvi un esempio, con 50mila euro di reddito della mia famiglia vado a chiedere un prestito di 200, 250mila euro alla banca, me lo danno. Quindi anche un rapporto di 4/5 volte rispetto al PIL è sostenibile. Se è sostenibile per una famiglia, che tutto sommato non ha la forza di uno Stato, perché uno Stato, se supera il 100% del PIL, dovrebbe vivere chissà quali catastrofi?". Allora dissero che le preoccupazioni sulla disoccupazione giovanile erano esagerate... Insomma: litigammo, me ne andrai dall'amministrazione e andai a fare altri lavori.
Nel 1989 ebbi uno scambio con l'allora incaricato Presidente del Consiglio che era Giulio Andreotti, il quale mi disse: "Dobbiamo cambiare l'economia italiana perché così non può andare avanti, ci dia una mano". Io mi misi a disposizione e mi fecero incontrare con il suo braccio destro il quale, come è noto, mi chiese: "Che cosa devo fare per cambiare l'economia di questo Paese?". Dissi: "Guardi, lei si faccia nominare dal prossimo Governo al Ministero del Bilancio e mi metta in mano tutta la struttura. Al resto ci penso io". Poi me ne andai, pensando insomma che non sarebbe successo niente. E invece mi chiamò, dopo qualche settimana, e mi disse: "Guardi, sono Ministro del Bilancio" e mi mise a capo di tutta la struttura. Per cui io, nell'autunno del 1989 cominciai a cambiare l'economia di questo Paese. Nel senso perlomeno di rallentare il processo dell'Europa. Poi io ho avuto la buona scuola di Federico Caffè... non ero un euroscettico, però non ero neanche un euroestremista. Insomma, pensavo che l'Italia dovesse anche guardare all'Europa, ma con i suoi tempi, le sue caratteristiche, le sue peculiarità, per cercare di recuperare un po' di sovranità monetaria etc.
In effetti io lì lavorai due o tre mesi e poi successe l'inferno. Arrivarono al Ministro del Tesoro, Giulio Carli, telefonate dalla Banca d'Italia, dalla Fondazione Agnelli, dalla Confindusitra e, nientedimeno, da un certo Helmut Kohl, il quale era venuto a sapere che c'era questo oscuro funzionario del Ministero del Bilancio che stava cambiando le carte degli accordi. Nel frattempo, però, lo stesso Andreotti stava cambiando idea. Quando mi chiamò, nell'estate dell'89, volevano cambiare. Non volevano fare quello che poi fu fatto. Lui stesso andava in giro dicendo che le rivendicazioni della Germania erano una sciocchezza. Dopo qualche mese ci fu l'accordo tra Kohl e Mitterrand in cui Kohl, in cambio dell'appoggio di Mitterrand per la riunificazione tedesca, rinunciava al marco e quindi accettava la prospettiva dell'euro, accettava cioè di arrivare a una moneta comune che proteggesse la Francia. Ma quest'accordo prevedeva anche la deindustrializzazione dell'Italia. Perché se l'Italia si manteneva così forte dal punto di vista produttivo - industriale, quell'accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto un accordo così, per modo di dire.
C'erano fondamentalmente, contro la spesa pubblica, contro la classe politica del tempo, contro la sovranità monetaria - per quello che comporta - due correnti. Una era interessata soprattutto ai grandi business delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni. Hanno guadagnato distruggendo l'industria pubblica: c'erano aziende che venivano vendute al loro valore di magazzino, e quindi come andavano in borsa ovviamente alzavano la loro quotazione. Poi c'erano gli altri, che erano magari in buona fede, cioè avevano l'obiettivo di moralizzare il Paese. In entrambi i casi la contropartita è stata negativa: abbiamo perso quel'abbrivio strategico che avevamo nell'ambito della nostra industria. Quindi in sostanza la nostra classe dirigente ha accettato una prospettiva di deindustrializzazione del nostro Paese.
http://www.byoblu.com/post/2012/06/09/I ... x#continue
10/06/2012, 15:58
GanjaMan ha scritto:
Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl
Dopo qualche mese ci fu l'accordo tra Kohl e Mitterrand in cui Kohl, in cambio dell'appoggio di Mitterrand per la riunificazione tedesca, rinunciava al marco e quindi accettava la prospettiva dell'euro, accettava cioè di arrivare a una moneta comune che proteggesse la Francia. Ma quest'accordo prevedeva anche la deindustrializzazione dell'Italia. Perché se l'Italia si manteneva così forte dal punto di vista produttivo - industriale, quell'accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto un accordo così, per modo di dire.
C'erano fondamentalmente, contro la spesa pubblica, contro la classe politica del tempo, contro la sovranità monetaria - per quello che comporta - due correnti. Una era interessata soprattutto ai grandi business delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni. Hanno guadagnato distruggendo l'industria pubblica: c'erano aziende che venivano vendute al loro valore di magazzino, e quindi come andavano in borsa ovviamente alzavano la loro quotazione. Poi c'erano gli altri, che erano magari in buona fede, cioè avevano l'obiettivo di moralizzare il Paese. In entrambi i casi la contropartita è stata negativa: abbiamo perso quel'abbrivio strategico che avevamo nell'ambito della nostra industria. Quindi in sostanza la nostra classe dirigente ha accettato una prospettiva di deindustrializzazione del nostro Paese.
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10/06/2012, 16:09
10/06/2012, 16:12
Thethirdeye ha scritto:GanjaMan ha scritto:
Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl
Dopo qualche mese ci fu l'accordo tra Kohl e Mitterrand in cui Kohl, in cambio dell'appoggio di Mitterrand per la riunificazione tedesca, rinunciava al marco e quindi accettava la prospettiva dell'euro, accettava cioè di arrivare a una moneta comune che proteggesse la Francia. Ma quest'accordo prevedeva anche la deindustrializzazione dell'Italia. Perché se l'Italia si manteneva così forte dal punto di vista produttivo - industriale, quell'accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto un accordo così, per modo di dire.
C'erano fondamentalmente, contro la spesa pubblica, contro la classe politica del tempo, contro la sovranità monetaria - per quello che comporta - due correnti. Una era interessata soprattutto ai grandi business delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni. Hanno guadagnato distruggendo l'industria pubblica: c'erano aziende che venivano vendute al loro valore di magazzino, e quindi come andavano in borsa ovviamente alzavano la loro quotazione. Poi c'erano gli altri, che erano magari in buona fede, cioè avevano l'obiettivo di moralizzare il Paese. In entrambi i casi la contropartita è stata negativa: abbiamo perso quel'abbrivio strategico che avevamo nell'ambito della nostra industria. Quindi in sostanza la nostra classe dirigente ha accettato una prospettiva di deindustrializzazione del nostro Paese.
http://www.byoblu.com/post/2012/06/09/I ... x#continue
Quindi, tornando alle questioni sollevate da Barnard....
è necessario ringraziare vivamente, per le privatizzazioni selvagge
in Italia e per questo SFACELO del comparto industriale attuale i
seguenti personaggi:
1) Ciampi
2) Amato
3) Prodi
4) D'alema
5) Bassanini
6) Visco
7) DraghiAndreatta
E' corretto? [}:)]
10/06/2012, 16:14
GanjaMan ha scritto:
Corretto, dov'è sezione? Aleggia un "sinistro" silenzio qua intorno....
10/06/2012, 16:21
Starà sfogliando l'album delle figurine panini del pdThethirdeye ha scritto:GanjaMan ha scritto:
Corretto, dov'è sezione? Aleggia un "sinistro" silenzio qua intorno....
E' vero.... ma spero sinceramente, e con tutto i cuore,
che possa venire presto a riferire in aula......![]()
10/06/2012, 16:21
greenwarrior ha scritto:
Mette in risalto chi sia il vero nemico dell' Italia ed è un paradosso che pur sapendolo non si sia mai fatto niente. Chi ci ha provato è stato esautorato con scandali sia veri che inventati.
Quando un vecchio politico come Formica si lascia andare a dichiarazioni simili, mi chiedo cosa aspetti ancora la gente a mandare a casa i figli di Stalin.
Ma lo sappiamo entrambi che la lobotomia fatta ai cittadini in 50 anni di politica ha lasciato segni indelebili.
La pulizia in corso da parte dei poteri finanziari ha subito un accelerazione in questo ultimo periodo, fatta fuori la Lega hanno spostato l' obiettivo sul M5S, gli estremi evidentemente non rappresentano un pericolo visto che per il momento a parte un accenno a Vendola non sono stati toccati.
Rimangono PD, PDL, UDC ( i più pericolosi e coinvolti ), escluderei dal giro alcuni personaggi come Tremonti che si sono ribellati al progetto.
Possibile che nessuno si sia accorto che i paesi " illuminati " sono gli unici a non aver aderito all' Euro ? Come si fà ad essere così ciechi.
Io starei attento a tutto ciò che i rete si autodefinisce controcorrente e anti governativo, qualcosa è genuino ma spesso sono trappole per monitorare le tendenze dei villici cittadini.
Io azzarderei l' uscita dall' euro sotto la spinta dei cittadini e lo spostamento degli interessi verso paesi appertamente ostili verso il progetto di distruzione delle singolarità economiche e sociali.
Ha fatto bene il Nano ha fare comunella con Putin se non altro perchè ciò ha dato fastidio ai vecchiacci dell' economia massonica.
Qui purtroppo si tratta di scegliere tra potere e potere, da soli non siamo in grado di difenderci. molliamo tedeschi, francesi e inglesi, liberiamoci dagli americani e puntiamo si India, Cina e Russia.
Che i compagni si diano una svegliata e che per loro il PCI di Peppone resti un piacevole ricordo che mai più tornerà, i veri comunisti sono altri e sono purtroppo estinti.
10/06/2012, 16:22
10/06/2012, 16:24
Ecco io li metterei tutti sull'Ikarus ll(la barca di d'alema)con divieto di attracco per sempre in qualsiasi porto o terra,si devono nutrire solo di quello che pescano e bere acqua piovana,per sempre!Thethirdeye ha scritto:
1) Ciampi
2) Amato
3) Prodi
4) D'alema
5) Bassanini
6) Visco
7) DraghiAndreatta
E' corretto? [}:)]
10/06/2012, 16:26
greenwarrior ha scritto:
Io azzarderei un azionariato pubblico per i gioielli nazionali, non legati alla borsa ma sotto il controllo delle realtà locali come comuni, province e cittadini. Creare delle scatole cinesi che possano sfuggire al controllo della grande finanza, utilizzare le loro stesse strategie di marketing, facciamo come hanno fatto le Coop rosse per anni, niente carte di credito ma solo contanti, incrementiamo la presenza della medio piccola impresa. Facciamo in modo che se vogliono prendere il controllo dei beni pubblici siano costretti al dialogo con centinaia di migliaia di interlocutori, logoriamo i loro interessi, costituiamo una resistenza economica attiva.
10/06/2012, 16:29
10/06/2012, 16:30
Thethirdeye ha scritto:greenwarrior ha scritto:
Io azzarderei un azionariato pubblico per i gioielli nazionali, non legati alla borsa ma sotto il controllo delle realtà locali come comuni, province e cittadini. Creare delle scatole cinesi che possano sfuggire al controllo della grande finanza, utilizzare le loro stesse strategie di marketing, facciamo come hanno fatto le Coop rosse per anni, niente carte di credito ma solo contanti, incrementiamo la presenza della medio piccola impresa. Facciamo in modo che se vogliono prendere il controllo dei beni pubblici siano costretti al dialogo con centinaia di migliaia di interlocutori, logoriamo i loro interessi, costituiamo una resistenza economica attiva.
Ottimo.... ma allora (e qui mi rivolgo anche a sezione, se ci legge) la mia "paura" legata al desiderio irrefrenabile sel sistema bancario di eliminare i CONTANTI, aveva forse un senso?
10/06/2012, 16:31