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MessaggioInviato: 23/02/2012, 16:02 
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kopesh ha scritto:

Quindi per abbattere le torri hanno usato una tecnologia non convenzionale?

K.


Qui c'è tutto quello che c'è da sapere.... http://xoomer.virgilio.it/911_subito/st ... rmite.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 23/02/2012, 18:27 
Mah; io vedo le "torri" shiacciate dall'alto ...



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MessaggioInviato: 24/02/2012, 00:31 
l'11 settembre si potrebbe definire complotto senza bisogno di analizzare i fatti che successero quel giorno ma solo tutto quello che è successo dopo.

Se non è palese tutto ciò.

Sappiamo tutti che Al-Qaida non può avere fatto tutto questo. *
Sappiamo tutti che nessun arabo era a bordo.
Sappiamo tutti dei testimoni di quel giorno che ruoli ricoprivano nei media e in altri apparati.
Sappiamo tutti che se un aereo colpisce a metà altezza una torre, dalla metà giu non dovrebbe crollare sbriciolata.
Sappiamo tutti cosa è arrivato a dopo all'11 settembre.

*Al-Qaida il mostro mediatico creato neanche tanto bene, che fa acqua da tutte le parti, che non esiste piu da 10 anni ma che ancora ogni tanto risvegliano per giustificare qualche azione bellica.
Ci vedono come bambini idioti e si sentono cosi potenti da non perdere neanche troppo tempo ad elaborare bugie che reggono.



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MessaggioInviato: 05/03/2012, 00:33 
11 settembre: Larry Silverstein fu molto fortunato

Anche coloro che conoscono bene la storia degli Stati Uniti, e faticano meno ad accettare l’idea che l’11 settembre sia stato un autoattentato, a volte si domandano: “D’accordo farsi del male, ma perchè andare a distruggere due dei gioielli più meravigliosi che l’America abbia mai avuto? Non si poteva distruggere qualcos’altro?”

In realtà, le Torri Gemelle erano di tutto meno che gioielli meravigliosi.

Per quanto fossero collocate su un terreno fra i più appetibili e redditizi al mondo, dopo trent’anni i due edifici erano diventati decisamente obsoleti. Poiché ciascun piano era stato costruito come uno spazio aperto di oltre 4.000 metri quadrati, l’aumento dei costi energetici aveva reso i due edifici estremamente gravosi da riscaldare d’inverno, ed altrettanto gravosi da raffreddare d’estate. Il perimetro del WTC Plaza, inoltre, rappresentava un vero e proprio macigno nel mezzo della circolazione di Downtown Manhattan, una zona della città costruita all’inizio del secolo scorso, fatta tutta di strade lunghe e strette. I tassisti raccontavano che nell’ora di punta ci voleva più di un’ora solo per aggirare l’intero perimetro del World Trade Center.

Mai il problema più ingombrante per le Torri Gemelle era rappresentato dall’enorme quantità di amianto che contenevano. Costruite in un’epoca (1969-1973) in cui l’amianto non era ancora proibito, …

… questo composto fu usato sia per la protezione antincendio delle strutture in acciaio sia come isolante per le condutture dell’aria condizionata e dell’acqua.

Solo nei primi anni ’70 l’amianto iniziò ad essere riconosciuto come cancerogeno, ma a quel punto la costruzione delle Torri Gemelle era quasi terminata. Non è chiaro fino a che punto della costruzione sia stato usato, nè quale sia la quantità esatta di amianto utilizzato, ma le stime variano fra 400 e 5000 tonnellate complessive di amianto presenti nelle Torri Gemelle a costruzione ultimata.

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Man mano che venivano introdotti i regolamenti contro l’amianto, la situazione per le Torri Gemelle si faceva sempre più difficile, finché nel 1989 l’amianto fu definitivamente proibito in tutte le costruzioni civili. A quel punto si provò una soluzione di fortuna, incapsulando l’amianto delle Torri Gemelle con un cemento particolare, per evitare la dispersione nell’aria delle sue particelle.

Ma verso la metà degli anni ’90 i nuovi regolamenti prevedevano che dovunque si intervenisse per fare delle riparazioni o delle opere di manutenzione, l’amianto presente venisse rimosso per intero.

Nel frattempo, proprio a causa della sua pericolosità, il costo per la rimozione dell’amianto era diventato astronomico, poiché bisognava prima fare evacuare tutti i piani interessati, e poi utilizzare solo operatori specializzati, che dovevano lavorare esclusivamente con tute ermetiche e bombole di ossigeno.

Una cosa è chiamare l’idraulico per riparare una tubatura rotta, ben altra e dover evacuare un piano intero, con dozzine di società commerciali che perdono soldi ogni minuto che passa, e poi chiamare una squadra di astronauti per fare lo stesso lavoro. Sul finire degli anni ’90 i preventivi per la rimozione completa e lo smaltimento dell’amianto delle Torri Gemelle arrivavano ad un miliardo di dollari – più o meno la cifra che sarebbe costato costruire una torre nuova.

Con una mossa disperata la Port Authority, proprietaria delle Torri Gemelle, denunciò le compagnie di assicurazione perché si rifiutavano di coprire i costi della rimozione, ma alla fine di una lunga battaglia legale perse la causa.

A quel punto la Port Authority si trovò fra l’incudine e il martello: non si poteva più effettuare la manutenzione delle Torri Gemelle, per il costo della rimozione dell’amianto, ma non si potevano demolire proprio per le grandi quantità di amianto che contenevano. L’unica soluzione sarebbe stata di smontarle pezzo per pezzo, ma il costo di una tale operazione era semplicemente improponibile.

Fortuna volle che nella primavera del 2001 un imprenditore chiamato Larry Silverstein, già proprietario del Building 7, si sia offerto per rilevare la gestione delle Torri Gemelle con un lease di 99 anni.

In quel momento il valore sul mercato delle Twin Towers era di circa 1,2 miliardi di dollari, ma Silverstein pagò 3,2 miliardi pur di entare rapidamente in possesso di quello che lui ha definito “il sogno della sua vita”.

Nonostante la bomba del ‘93 avesse distrutto solo qualche piano all’interno della Torre Nord, nella nuova polizza assicurativa Silverstein fece aggiungere anche la possibilità di una distruzione completa delle torri per attacco terroristico.

Non si sa mai - avrà pensato - metti che invece di un camioncino pieno di letame ne usano tre o quattro, e io rischio che venga giù tutto insieme.

Quello che è successo l’11 di settembre lo sappiamo tutti.

Il mattino del 12 settembre Silverstein era talmente abbattuto per la perdita dei suoi “gioielli”, che andava dicendo a tutti di essere certo di poter incassare dall’assicurazione il doppio del massimale previsto – 7 miliardi invece di 3,5 - “perché si è trattato di due attacchi terroristici separati”.

Alla fine della lunga battaglia legale, Silverstein ha preso 4,5 miliardi di dollari per ricostruire le Torri Gemelle, ritrovandosi in mano dieci ettari di un terreno edilizio fra i più ambiti e redditizi al mondo.

Nel frattempo l’amianto delle Torri Gemelle lo hanno respirato tutto i soccorritori che hanno lavorato alacremente per sgomberare il suo terreno dalla macerie, e che oggi stanno morendo a centinaia, falciati dal mesotelioma e da altre malattie respiratorie, nel silenzio più vergognoso della stampa di tutto il mondo.

http://www.ecplanet.com/node/3101


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MessaggioInviato: 06/05/2012, 14:01 
Sono gli Illuminati a decidere.... non il Presidente.....



Guantanamo, si apre processo secolo a 'menti' strage (11/9)

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Fonte ANSA:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 21825.html

di Marcello Campo

Dopo tre anni di durissima battaglia legale, sono alla fine arrivati oggi alla sbarra nella base navale di Guantanamo i responsabili dell'11 settembre, dalla mente della strage, il pachistano Khalid Sheikh Mohammed, ad altri 4 complici. L'udienza, di quello che qualcuno ha definito il 'processo del secolo', ha vissuto momenti di tensione: Mohammed s'é rifiutato di rispondere alle domande, s'é tolto le cuffie con la traduzione dell'interprete, sostenendo che il Tribunale non è legittimato a esaminare il suo caso. E uno degli imputati ha urlato alla Corte: "Volete solo ucciderci". Schermaglie procedurali che anticipano un scontro tra accusa e difesa che si annuncia lungo, e senza esclusione di colpi. Tanto che un legale di Mohammed, James Connell, ha già detto che "ci vorranno anni per arrivare a una prima sentenza, e altrettanti per svolgere l'appello". In particolare, come titola oggi il Washington Post, i giudici militari dovranno convincere una opinione pubblica piuttosto scettica, che condurranno il processo in modo corretto. I cinque si sono presentati tutti vestiti di bianco, alcuni con un turbante dello stesso colore. Per gran parte dell'udienza sono rimasti con lo sguardo basso, mentre alcuni leggevano un libro, forse il Corano. Almeno due di loro si sono inginocchiati per pregare, cosa che ha provocato un'interruzione dell'udienza. In attesa della sentenza, il processo storico a Guantanamo ha già sancito comunque un primo risultato tutto politico: è stata sconfitta la linea garantista seguita in tutti questi mesi dall'ex professore di diritto, Barack Obama. A giudicare i 'Gitmo5', così vengono chiamati i 5 terroristi accusati di essere i mandanti dei kamikaze che provocarono 2.976 vittime, sarà una corte militare e non civile, come voleva Barack. Inoltre, le udienze si tengono nel 'camp 7', una struttura supersegreta all'interno di quel carcere di Guantanamo, simbolo dell'era Bush, che l'attuale amministrazione non è riuscita a chiudere, malgrado questo fosse il primo impegno assunto da Obama appena entrato alla Casa Bianca. Per mesi, la Casa Bianca si è battuta con tutte le sue forze perché il processo si celebrasse nella corte di New York, a due passi da Ground Zero. Sarebbe stato il modo migliore per dimostrare che l'America era cambiata: che s'era messa alle spalle gli anni delle torture e dei sequestri illegali, e ora in grado di assicurare un giusto processo, un libero confronto rispettoso delle regole tra difesa e accusa, anche a chi è chiamato a rispondere di un atto di guerra in suolo americano. Ma Obama ha perso quella sfida: non solo il sindaco Bloomberg si oppose a quella scelta, dicendo che sarebbe costata 400 milioni solo per le spese della sicurezza. Ma soprattutto il Congresso si mise di traverso. I repubblicani sono perfino riusciti a inserire nell'ultima finanziaria una postilla che vieta al pentagono di usare propri fondi per trasferire i detenuti di Guantanamo sul continente. E nell'aprile del 2011, lo stesso ministro della Giustizia, Eric Holder, ovviamente malvolentieri, ha dovuto accettare la sconfitta, rinviando il caso a una Corte Militare.



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MessaggioInviato: 16/05/2012, 13:01 
Questa è strepitosa...... [:D]




Incredibile esempio di manipolazione scientifica per fini politici

di Marco Pizzuti

http://www.altrainformazione.it/wp/2009 ... -politici/

Ciò che segue è l’ennesima testimonianza plateale di come l’elite plasmi sistematicamente il mondo dell’informazione per fini di controllo sulle masse. La tecnica è piuttosto semplice e proprio per questa ragione anche terribilmente inquietante (sembra rivolgersi ad un pubblico bambino):

se una versione ufficiale come quella dell’11 settembre fa acqua da tutte le parti e cozza addirittura contro le leggi della fisica, la propaganda di regime ci mette una “pezza” inventando nuove proprietà della materia. Purtroppo non è uno scherzo…





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MessaggioInviato: 02/06/2012, 13:18 
11 settembre: che fine hanno fatto le scatole nere?

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=As2k5tT5xus[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 02/06/2012, 19:55 
Inchiesta choc

La camorra sapeva dell'attentato alle torri gemelle

Un pentito fa rivelazioni clamorose su alcuni contatti del clan con gli jihadisti

Immagine:
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24,41 KB


I trafficanti di droga marocchini prima dell'atto terroristico avrebbero detto a un clan napoletano di aver pronti due attentati: uno con gli aerei e l'altro sui treni spagnoli

I camorristi sapevano in anticipo ciò che sarebbe accaduto l'11 settembre 2001 alle torri gemelle di New York. E si vantavano di aver ospitato nei loro covi gli autori dell'attentato che ha cambiato la recente storia del mondo. Ma erano anche a conoscenza delle bombe esplose l'11 marzo 2004 nelle stazioni ferroviarie di Madrid. Questo emerge oggi da un articolo de Il Mattino di Napoli.

Traffico di droga - Lo scenario inquietante deriva dalle dichiarazioni di un pentito, considerato attendibile dai magistrati, che era affiliato al clan camorristico con a capo Giuseppe Polverino, arrestato proprio in Spagna da pochi mesi. Il collaboratore di giustizia parla di un pranzo avvenuto nell'estate del 2001, pochi mesi prima dell'attentato di New York, dove avrebbe conosciuto un tale Rachid (un marocchino riconosciuto nella fotografia mostratagli dai pm), che poi si sarebbe dimostrato legato agli ambienti qaedisti. Il pranzo era dovuto all'organizzazione del traffico di hashish che il clan gestiva in collaborazione con i marocchini.

Gli attentati - E' durante questo pranzo che Rachid riceve una telefonata in cui parla in spagnolo. Dopo sarà lo stesso Rachid a dire ai camorristi presenti (oltre al pentito, Sabatino Cerullo e Angelo D'Alterio) che stava per esserci un attentato utilizzando con degli aerei. Rachid avrebbe anche accennato ad un "qualcosa" in via di organizzazione sui treni metropolitani in Spagna. Sul momento il pentito non avrebbe capito a cosa Rachid si riferisse e avrebbe compreso le sue parole solo dopo la realizzazione degli attentati. Al pranzo avrebbe partecipato anche un amico di Rachid, un altro marocchino, che il collaboratore di giustizia ha riconosciuto come uno degli attentatori delle torri gemelle.

Inchiesta - Le indagini sono condotte dai pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio con la collaborazione del comando provinciale di Napoli dei carabinieri, guidato dal colonnello Marco Micicucci, e del reparto e nucleo investigativo, guidati da Giancarlo Scafuri e Lorenzo D'Ajola. Il collaboratore di giustizia è considerato molto affidabile e ha anche assicurato che i due ipotetici terroristi marocchini, Rachid e l'amico, avrebbero passato alcuni giorni nel Napoletano, ospiti del clan Polverino, andando in giro su uno scooter per le masserie.

http://www.liberoquotidiano.it/news/Ita ... melle.html



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MessaggioInviato: 02/06/2012, 20:24 
Tutti lo sapevano


Imposimato a Pandora TV: "11 settembre: sinora nessun processo,
nessuna verità. Noi ci proviamo".


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=ej4eWVJfpH8[/BBvideo]
In una videointervista rilasciata a Giulietto Chiesa su PandoraTV.it il Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, conferma l'intenzione di presentare una denuncia presso la Corte penale internazionale dell'Aja per far aprire un processo a carico delle istituzioni che hanno concorso nelle stragi dell'11 settembre 2001.


Ultima modifica di Wolframio il 02/06/2012, 20:30, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/06/2012, 09:48 
Se son "rose" ....



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Ultima modifica di Wolframio il 03/06/2012, 09:59, modificato 1 volta in totale.


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11 settembre, nuovi indizi smentiscono la versione ufficiale

Articolo di Giulietto Chiesa
Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=4016


Il panel di esperti internazionali di cui mi onoro di fare parte, ieri ha reso note le sue ultime conclusioni (in ordine di tempo) circa la cruciale questione dei “falsi rendiconti” sulle azioni, e sui luoghi dove si trovavano, i maggiori leader politici e militari americani in quella fatale giornata.

Sono otto capitoli, i cui dettagli possono essere studiati sul sito http://www.consensus911.org e che gettano una nuova, impressionante luce su ciò di cui, a distanza di ormai undici anni, milioni e milioni di persone, in tutto il mondo (diciamo l’immensa maggioranza), non sa nulla. A cominciare dalle menzogne ufficiali che furono raccontate per impedire che il pubblico – in primo luogo quello americano – sapesse dove si trovavano e cosa stavano facendo i quattro più importanti al momento: il presidente statunitense George W. Bush, il vicepresidente Dick Cheney, il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, il generale a capo degli Stati Maggiori riuniti Richard Myers.

Gli otto nuovi studi sono stati realizzati dai venti membri del 9/11 Consensus Panel usando i risultati del Foia, Freedom of Information Act, in base all’analisi di tutte le fonti giornalistiche disponibili. E in base alle stesse affermazioni della Commissione ufficiale d’inchiesta.

La documentazione è effettivamente impressionante e di menzogne ufficiali ne fuoriescono a torrenti. A cominciare dall’accertamento del fatto, davvero sbalorditivo, ...

... che un numero senza precedenti di esercitazioni militari venne concentrato proprio nella giornata dell’11 settembre 2011. Furono ben 7. Ma la Commissione ufficiale d’inchiesta ne ricorda, brevemente, solo una, quella che si chiamò “Vigilant Guardian”. Anche questa, però, veniva fatta a ottobre, tutti gli anni. Solo nel 2001 venne anticipata a settembre. Simultaneamente ci fu anche “Global Guardian”, del Norad, anche questa di regola era sempre stata fatta a ottobre. E via elencando: “Amalgam Warrior” (esercitazione di volo a larga scala, su più regioni Norad, di regola due volte l’anno, ad aprile e a ottobre). Questa volta anch’essa spostata a settembre. Interessante la quarta, “Northern vigilance”, che fece spostare quella mattina quasi tutta la forza aerea della difesa statunitense in Canada e Alaska. Seguivano, anzi erano in contemporanea, la “Vigilant Warrior” (esercizi di allenamento al volo) e “Red Flight” (che determinò il trasferimento dei jet dalla base di Langley, Virginia, ad altra destinazione). Infine ecco il “National Reconnaissance Office” (NRO) che – ma guarda che straordinaria coincidenza! – aveva programmato per quella mattina, esattamente alle 9:10, l’impatto di un piccolo aereo contro una delle torri dell'agenzia, nei pressi di Washington.

Impossibile riassumere qui tutti gli aspetti clamorosi che emergono da questi otto capitoli. Una cosa è certa: la Commissione ufficiale, presieduta (illegalmente) da Philip Zelikow, intimo amico e collaboratore di Condoleeza Rice, non solo “dimenticò” sei delle sette esercitazioni in corso, ma sottovalutò incredibilmente la confusione che tutte quelle esercitazioni militari avevano provocato mentre erano in corso i quattro dirottamenti. Inoltre emerge incontrovertibilmente che quella mattina gli schermi radar della difesa aerea statunitense furono accecati da false immagini di ciò che accadeva realmente nei cieli dell’America del Nord. Quelle false immagini vennero eliminate dagli schermi solo dopo che fu colpita la Torre Sud del World Trade Center.

Ma chi era al comando in quelle ore? Le fonti ufficiali ripeterono a oltranza che Bush, Cheney, Rumsfeld, Myers (che stava sostituendo il generale Hugh Shelton), Montague Winfield, generale anche lui e a capo della war-room, erano tutti (ma davvero inspiegabilmente) lontani dalla posizione di responsabilità. Cioè non erano dove avrebbero dovuto essere. E che ci arrivarono soltanto dopo che il Pentagono fu colpito, alle ore 9:37. I documenti li smentiscono. Alcuni di loro non solo erano al loro posto, ma erano ben informati di ciò che stava accadendo e discussero perfino se si dovesse abbattere, o meno, il quarto aereo dirottato, il volo 93, i cui frammenti furono ritrovati non a Shanksville (come testificò la Commissione ufficiale) ma su un diametro di parecchi chilometri. Altra smentita alla versione ufficiale.

Il Consensus Panel non è un tribunale, ma raccoglie elementi che potranno essere utili per ogni ulteriore ricerca, non importa da chi condotta, da enti pubblici, dai media, dai centri accademici. Chi vuole aprire gli occhi vada a sincerarsene. Sono un contributo all’indagine che Ferdinando Imposimato sta portando a termine per esporre i capi d’accusa al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja perché prenda in esame l’ipotesi di incriminare importanti membri dell’amministrazione americana dell’epoca con l’accusa di “concorso in strage”.


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INTRODUZIONE ALL'UNDICI SETTEMBRE

Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules ... roduz.html

Chiunque abbia vissuto, davanti al televisore, la giornata dell'11 settembre 2001, porta incise nella memoria delle immagini che sin da quel momento sono entrate a far parte della storia dell'umanità. Ripetute all'infinito sugli schermi di tutto il mondo, non vi è persona oggi che non saprebbe riconoscere la terrificante palla di fuoco uscita della Torre Sud dopo l'impatto dell'aereo, o le immagini stesse dei due giganti d'acciaio - le Torri Gemelle di New York- che si accartocciano e si sbriciolano su se stesse, una dopo l'altra, scomparendo in una nuvola di polvere larga quanto la stessa isola di Manhattan.

Immagine

Tutti lo abbiamo visto accadere, in diretta TV. Tutti abbiamo assistito, nello stesso momento, a questo incubo collettivo di dimensioni planetarie.
Ma quello che abbiamo visto è davvero quello che è successo?
Per quanto paradossale a pensarsi, è venuta emergendo nel corso di questi anni una lunga serie di indizi che sembrano suggerire che le cose non siano andate affatto come ci è stato raccontato.
Non si tratta di opinioni, di ipotesi gratuite o di condanne preconcette, ma di elementi oggettivi, fattuali, facilmente verificabili da chiunque. Sono le stesse testimonianze angosciate di poliziotti, vigili del fuoco, giornalisti e passanti che abbiamo già sentito in diretta quel giorno. Sono le fotografie della facciata del Pentagono colpita scattate dagli stessi militari che sono appena sfuggiti alla morte. Sono le stesse immagini dei crolli delle Torri e del campo della Pennsylvania in cui si è schiantato il quarto volo già mandate in onda da tutte le TV del mondo, e che tutti noi già conosciamo.
Quel giorno tutti guardavamo, ma nessuno di noi vedeva.

Immagine

Accecati dall'orrore e dalla polvere, scossi dall'emozione, catturati dall'incedere di eventi sempre più impossibili, abbiamo lasciato scorrere sotto i nostri occhi tanti piccoli dettagli che solo a distanza di tempo, rivisti e analizzati con il supporto di esperti del settore, sembrano suggerire una certa quota di complicità da parte dell'amministrazione americana, se non un vero e proprio "autoattentato", messo in scena dagli stessi personaggi che ne avrebbero poi tratto un indiscutibile vantaggio di tipo politico, economico e strategico a livello globale.
Non è quindi di "antiamericanismo" che si tratta, e non è "contro" le istituzioni che ci si rivolge, ma si chiede anzi chiarezza proprio nel nome e per la salvaguardia di quelle istituzioni, che vorremmo in tutti i modi mantenere sane ed efficienti.
Che siano due oppure duemila, nessun numero di mele marce potrà mai giustificare il mancato tentativo, da parte di quelle sane, di mantenere intatto l'unico grande cesto che ormai tutti dobbiamo condividere.
Se globalizzazione deve essere, che lo sia anche sul piano giuridico, etico e morale, e non solo su quello materiale.

Il vero problema è psicologico
Come potrà constatare chiunque affronti l'indagine a mente aperta, sgombra di preconcetti, gli indizi contro la versione ufficiale si rivelano presto essere di una quantità sconcertante.
Ma per arrivare a vederli con chiarezza, bisogna prima rimuovere quella spessa corazza protettiva che tutti noi portiamo, e che ci impedisce di vedere tutto ciò che in qualche modo non saremmo in grado di accettare.
Se sentiamo che un certo discorso ci porta verso una conclusione poco gradita, alziamo tutti istintivamente una barriera di rifiuto - gli americani lo chiamano denial, o diniego - assolutamente solida e impenetrabile, anche a costo di apparire ridicoli davanti al mondo.
Questo meccanismo però, tanto facile da riconoscere negli altri quanto invisibile in noi stessi, non va nè deriso nè disprezzato: si tratta infatti di una preziosa valvola di sicurezza, che permette all'individuo di non impazzire per l'improvvisa perdita di orientamento che gli deriverebbe da una notizia per lui troppo difficile da accettare.

La testimonianza di David Ray Griffin
Significativa, in questo senso, è stata la testimonianza di David Ray Griffin - forse il più importante di tutti i ricercatori sull'undici settembre - al Convegno Internazionale di Bologna del settembre 2006:

"Io sono arrivato tardi sulla scena - ha raccontato lo studioso americano - Inizialmente un amico mi sottopose queste "teorie alternative", ma dopo una rapida occhiata le respinsi come assolutamente inaccettabili. Solo dopo che mi furono sottoposte di nuovo, e con una certa insistenza, cominciai a vedervi qualcosa di sensato. A quel punto, nell'arco di due giorni, recuperai tutto il terreno perduto, e di colpo vidi chiara l'immagine di quello che era davvero successo quel giorno".

Lo sconcerto iniziale di Griffin non è affatto difficile da capire: in fondo tutti noi prima o poi abbiamo pensato: "Non è possibile. Gli americani non arriverebbero mai a farsi da soli una cosa del genere".

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E questo, per fortuna, è verissimo. Gli "americani" non si farebbero mai una cosa del genere, come non la farebbe la stragrande maggioranza dei cittadini di una qualunque altra nazione al mondo. L'idea di uccidere a sangue freddo dei propri connazionali, autoinfliggendosi danni economici non indifferenti, per un qualunque fine secondario, è qualcosa che non sfiorerebbe mai la mente di tutti coloro che consideriamo "gente normale".
Ma gli uomini della cosiddetta "amministrazione Bush" non sono affatto "americani qualunque", e non è affatto detto che debbano ragionare secondo gli stessi criteri etico-morali a cui tutti noi "gente normale" facciamo comune riferimento.
Vista la complessità della materia, sarà un lavoro separato, "La verità di cristallo", a cercare di approfondire gli elementi che supportano la tesi dell'autoattentato. Qui proponiamo solo un breve excursus storico, che permetta di capire come tale tesi sia tutt'altro che improponibile. Lo è sicuramente almeno quanto quella che vorrebbe bin Laden a capo di una banda di sciamannati, che avrebbe voluto questi attentati per motivi che il mondo intero aspetta ancora di capire.
A proposito anticipiamo solo un fatto, tanto significativo quanto sconcertante: Osama bin Laden non è, nè è mai stato, ufficialmente ricercato dall'FBI in relazione agli attentati dell'undici settembre 2001.


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MessaggioInviato: 13/06/2012, 11:34 
I "NEOCONS"

Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules ... ocons.html

La potente squadra dei cosiddetti "neocons", i neoconservatori che hanno conquistato la Casa Bianca con la controversa elezione del 2000 in Florida, viene da molto lontano, e ha legami e radici ideologiche molto particolari, che risalgono addirittura ai primi anni '70.

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Tutti seguaci della scuola di pensiero di Leo Strauss, il padre fondatore del neo-conservatorismo, già nel 1974 ritroviamo Dick Cheney come capo-gabinetto del governo di Gerry Ford, il quale aveva alla Difesa lo stesso Donald Rumsfeld che ha occupato a lungo quella posizione nell'amministrazione Bush, prima e dopo l'undici settembre. I giovani Richard Pearle e Paul Wolfowitz, che al tempo si occupavano delle relazioni estere della Casa Bianca, avrebbero poi messo a punto la cosiddetta Dottrina Wolfowitz, la cui filosofia si rispecchia in maniera sconcertante nelle recenti invasioni armate di Afghanistan e Iraq.

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Questo gruppo di persone, che l'undici settembre del 2001 si trovava alla guida dell'America, aveva da poco messo a punto una dichiarazione programmatica, che predicava un completo riposizionamento strategico degli USA nel mondo, poi divenuta nota come PNAC, o "Project for the New American Century" [progetto per il nuovo secolo americano].
In un particolare rapporto del PNAC intitolato "Rebuilding America's defenses" [ricostruire la difesa americana] veniva descritta in modo dettagliato una strategia di predominio globale basata su un sostanziale riarmo degli Stati Uniti, che approfittasse della momentanea debolezza dell'ex-Unione Sovietica - ancora alle prese con i postumi del crollo del Muro - per "attestarsi permanentemente" in alcuni punti nevralgici dello scacchiere mediorientale, al fine di controllare da vicino le risorse energetiche di quella parte del mondo.
Una delle priorità elencate dal rapporto del PNAC era "il riposizionamento delle forze armate americane per fronteggiare le realtà strategiche del 21° secolo, spostando su base permanente delle unità armate nel Sud-Est europeo e asiatico [Turchia e Medio Oriente], e cambiando le modalità di dispiego della Marina militare in ragione dell'accresciuto coinvolgimento strategico americano nell'Asia Orientale".

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Sta sotto gli occhi di tutti, nero su bianco, e porta appunto le firme di personaggi come Dick Cheney, Paul Wolfowitz, Richard Perle, Donald Rumsfeld.
In particolare facevano gola ai neocons - per loro stessa ammissione - il gas naturale di cui è ricco l'Afghanistan, e il petrolio, che abbonda, come è noto, in Iraq. Con di mezzo l'Iran, a fare da richiamo fin troppo invitante per non doverne accarezzare almeno in sogno una possibile conquista.
Che si tratti di coincidenze fortuite, o di bieca pianificazione criminale, sta di fatto che all'alba del 2000 questa rinascita militare degli Stati Uniti era tanto auspicata dal gruppo dei neocons, quanto essi ne temevano i tempi comunque lunghi di gestazione. La Russia di Putin si stava rimettendo in piedi molto in fretta, e ormai anche la più rosea speranza di far passare in toto la linea di aggressione militare, avrebbe reso i neocons operativi in tempi non più utili per agire senza dover tornare a fare i conti con il nemico di sempre.

"A meno che non intervenga - recitava una frase sinistramente profetica di quel documento- un evento catastrofico e catalizzatore come una nuova Pearl Harbour".

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La sera del 10 settembre veniva messo sul tavolo di Bush un dettagliato piano di attacco militare all'Afghanistan (v. "10 settembre: qualcuno sapeva"). La mattina seguente, ad un anno esatto dalla pubblicazione del documento PNAC, le Torri Gemelle crollavano in una nuvola di sdegno e orrore, che portava all'auspicato riarmo militare in tempi ancor più brevi di quanto gli stessi neocons avessero mai immaginato.
Il resto, per noi contemporanei, è purtroppo storia nota.


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MessaggioInviato: 13/06/2012, 14:57 
Per me l'11/09/2001 è stato il più clamoroso esempio di reale interesse verso la gente comune degli organi "alti", degli scrupoli inesistenti di questa gente che umanamente sta a zero che vede la popolazione comune come noccioline.
Solo perchè fanno parte di ordini superiori, si sentono "superiori".

E poi ti dicono che il complotto non esiste.
La qui presente pagina web se non sbaglio l'aveva già postata TTE da qualche parte, ma in ogni caso è sempre meglio non dimenticare:

http://xoomer.virgilio.it/911_subito/mi ... morti.html

Con tutto il rispetto per le persone che hanno perso la cosa più preziosa della vita, ovvero al vita stessa, in quella tragica data: direttamente o indirettamente che sia.
TUTTE.

Ed un sincero snobbismo verso personaggi come Attivissimo che cercando di arrampicarsi sugli specchi in certi argomenti alla fine sostengono il debunking puro e duro.
Strano che quando lo metti a confronto con gente competente viene ridicolizzato in 2 secondi: purtroppo ora non ricordo ne con chi era il dibattito, ne se fosse in TV oppure in radio.


Ultima modifica di Pegasus il 13/06/2012, 14:58, modificato 1 volta in totale.


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