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14/06/2012, 15:51

speriamo sia coerente..........[;)]

14/06/2012, 16:22

iLGambero ha scritto:

Beh se non hanno fatto il governo un mese fa è stato per MERITO suo. Ribadisco, Tsipiras mi sembra una persona seria e onesta, ho fiducia in lui.

Lo minacceranno come hanno fatto con Papandreou...[8D]

14/06/2012, 16:45

Angeldark ha scritto:

iLGambero ha scritto:

Beh se non hanno fatto il governo un mese fa è stato per MERITO suo. Ribadisco, Tsipiras mi sembra una persona seria e onesta, ho fiducia in lui.

Lo minacceranno come hanno fatto con Papandreou... [8D]


Lo hanno già fatto....
Ha appena detto che se vincerà farà di tutto per rimanere nell'Euro [8D]
http://www.articolotre.com/2012/06/grec ... -lue/93213

14/06/2012, 17:07

(Ripeto: a nessuno sarà permesso uscire dall'Euro ..) [8)]

15/06/2012, 16:20

Un articolo su il manifesto


Mentre il prode Monti offre ai tedeschi un ricco pacchetto di imprese pubbliche italiane a garanzia del piatto di riso (o crauti) che ci daranno in cambio, ci domandiamo come mai solo Alfano alzi un po' la voce, con la sua credibilità zero. In fondo all'articolo ho aggiunto altri due scenari, di Munchau e Rodrik, anche più pessimistici del mio.
La dannazione tedesca sull’euro
Sergio Cesaratto
La crisi finanziaria europea ha subito una accelerazione, attesa dagli osservatori più avveduti. Esaminiamone gli esiti possibili e la loro eventualità.


(a) La continuazione delle attuali politiche imposte dalla Germania di sostegni tampone ai paesi periferici e austerità. Il fallimento dell’aiuto concesso alle banche spagnole lo scorso fine settimana e la possibile vittoria di Syriza nelle elezioni greche (che ci auguriamo) suonano la campana a morto per tale strategia.
(b) Una integrazione europea più stretta che da un lato dia una qualche rassicurazione ai mercati di una garanzia europea sui debiti, e dall’altro avochi a una commissione tecnica a Bruxelles le decisioni nazionali di bilancio. Tale piano non è altro che un rafforzamento della prima strategia, inaccettabile sotto il piano della democrazia - diventeremmo de jure colonie tedesche - e disastroso sul piano economico: la periferia europea sarebbe condannata a un declino che la ridurrebbe a livelli di vita assimilabili ai paesi più poveri dell’Europa dell’est.
Nessuna delle due strategie assale alla radice il problema europeo: una drammatica perdita di competitività della periferia dovuta alla moneta unica in paesi fragili già esposti alla globalizzazione. Per assalire tale problema le strategie sono due:
(c) Quella più auspicabile è che la Germania, di fronte al baratro, decida di assumere il ruolo che per importanza economica e politica le spetta di paese leader europeo e globale. Essa rilancia poderosamente la domanda interna lasciando correre l’inflazione con l’obiettivo di arrivare a un disavanzo commerciale; nel frattempo la BCE sostiene i debiti pubblici annullando i famosi spread sovrani e consentendo quella stabilizzazione dei rapporti debito/Pil che è stata dimostrata essere compatibile con politiche di spesa pubblica in disavanzo. Tali misure, coordinate con quelle similari da parte dei partner globali, consentirebbero la ripresa della crescita europea e globale. I paesi della periferia europea si impegnano a riforme volte a modernizzare le loro istituzioni economiche, politiche e sociali, anche col sostegno di fondi e istituzioni europee (in queste riforme un po’ di cessione di sovranità ci starebbe pure). Il problema è che per il capitalismo tedesco tale strategia implica l’abbandono del modello mercantilista basato su disciplina interna, moderazione della domanda domestica, affidamento ai mercati esteri sostenuti dall’altrui keynesismo o foraggiati dalle proprie esportazioni di capitale. La Germania non è però attrezzata politicamente a compiere tale scelta. Non illudiamoci, preferirà distruggere l’Europa per la terza volta in 100 anni, sperando comunque di sopravvivere alla tempesta preservando il proprio modello nella prospettiva di costituire una piccola Svizzera dell’economia globale. In fondo la sua poderosa struttura sociale è già ben sopravvissuta a due drammatiche sconfitte.
(d) L’alternativa all’abbandono del proprio modello da parte del capitalismo tedesco c’è, ma è forse ancora più improponibile, ed è l’altrettanto temuta “transfer union”. In questo caso, la Germania conserva il suo modello di bassa inflazione e moderazione del mercato interno, l’Europa si integra secondo la strategia (b), ma per evitare la balcanizzazione della periferia Berlino si impegna a massicci trasferimenti di reddito a favore delle are svantaggiate. E’ naturalmente improponibile ai tedeschi sovvenzionare per l’eternità un enorme Mezzogiorno.
Ma il catalogo, madamina, è questo. C’è ovviamente l’ultimo esito, la rottura dell’euro.
(e) A questo esito si corre veloci e, data l’inettitudine dei politici tedeschi, quasi una damnatio di quel grande paese a far male, esso si verificherà a settimane (se non giorni), come giustamente titolava ieri il manifesto. Esso si paleserà quando i famigerati spread spagnoli e italiani supereranno la soglia per cui i mercati palesemente rifiuteranno di rifinanziare i debiti pubblici (in verità l’insostenibilità c’è già ai tassi attuali, con costi enormi presenti e futuri per la spesa sociale, ma ci si nasconde dietro l’illusione Napolitano-Monti che un dì scenderanno se saremo credibili). Non è naturalmente detto che l’euro cada subito, ma una cosa è certa: il default degli stati e dei sistemi bancari spagnoli e italiani, dell’intera periferia a quel punto, significherà che i tedeschi perderanno nei fatti gran parte degli enormi crediti maturati in anni di sciagurato mercantilismo. Chi si cimenti a leggere i quotidiani tedeschi (si veda l’ottimo blog Voci dalla Germania) è inorridito dai toni razzisti non solo su Bild, ma sull’”autorevole” FAZ. Il clima sarà allora esattamente di guerra. In questa atmosfera marziale di emergenza domestica e internazionale verrà concordata la fine dell’euro e una qualche soluzione ai problemi del debito. Poi speriamo in un miracolo argentino.


http://politicaeconomiablog.blogspot.it ... festo.html

15/06/2012, 19:21

Si chiama ERF
l'ultima trappola degli eurocrati per arrivare alla nostra riserva aurea


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=r7nWuS2l5iA[/BBvideo]
Si chiama pignoramento dello stipendio, e molti di voi la conoscono come quella pratica odiosa cui un creditore può ricorrere per farsi pagare. Per dirla in parole povere: quel che guadagni ti viene decurtato di un quinto o di un terzo a vita, o fino a quando il debito non sia stato ripianato. E' odiosa perché, in qualche modo, seppure matematicamente sia a somma zero, non aggredisce il tuo patrimonio, ma ti toglie direttamente il futuro, per cui ti regala la sgradevole sensazione di essere un condannato nel braccio della morte, che vive solo per attendere l'ora della sua uccisione.

Dopo avere ideato fondi di stabilizzazione nei quali iniettiamo decine di miliardi; dopo avere ideato un meccanismo di stabilità per il quale pagheremo 8 miliardi entro l'anno e centinaia in prospettiva; dopo avere deciso che noi italiani dobbiamo pagare 20 miliardi per le banche spagnole, indebitandoci al posto loro, oggi le politiche strozza-popoli di quel nodo scorsoio economico nel quale si è trasformata l'Europa ne stanno inventando un'altra.

Si chiama European Redemption Fund (ERF per gli amici), cioè Fondo di Redenzione Europeo. L'idea è che, siccome siamo stati cattivi, ora dobbiamo essere redenti, come se ci fosse poi un unto del Signore in grado di confessare gli stati e comminare il giusto numero di Ave Marie economiche. Il peccato capitale è il debito pubblico. Fa niente che sia divenuto il male assoluto solo perché ci hanno tolto gli strumenti per rifinanziarcelo da soli, ovvero la sovranità monetaria: deve calare sotto al 60% del Pil e basta. Ma come fare? Difficile, in un momento in cui vige la religione dell'austerity, alla quale come monaci autoflagellanti ci imponiamo di obbedire - chissà, forse nella speranza di guadagnarci un posto nel paradiso dei neoliberisti -: le tasche sono vuote e sotto al materasso non c'è più niente.

LEGGI E COMMENTA IL RESTO QUI:
http://www.byoblu.com
Ultima modifica di Wolframio il 15/06/2012, 19:22, modificato 1 volta in totale.

16/06/2012, 20:37

Da vedere...

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=r7nWuS2l5iA[/BBvideo]

16/06/2012, 22:01

Bei tempi il 1999

Immagine

17/06/2012, 11:40

Wolframio ha scritto:

Bei tempi il 1999

Immagine


Mentre ora con l'Euro si deve lavorare 17 giorni in più come se lavorassimo 17 giorni in meno solo per pagare le tasse

17/06/2012, 12:05

Indirettamente ci hanno fornito il mezzo per mandarli a casa, l' uscita dall' euro. E' la cosa che li terrorizza di più, evidentemente rovinerebbe i loro piani.
Non sono un economista, ma credo che l' uscita dall' euro di alcuni paesi tra cui l' Italia, romperebbe l' equilibrio economico artificiale che hanno costruito in questi anni, spostando il potere economico a est. Ci sarebbero un paio d' anni di fuoco, ma credo che poi la nostra economia ne beneficerebbe.

17/06/2012, 13:13

Ma purtroppo non ce lo permetteranno ...[8)]

17/06/2012, 13:16

Ufologo 555 ha scritto:

Ma purtroppo non ce lo permetteranno ...[8)]


E chi se ne fraga !!!!!!! Non vorrai che si rimanga subalterni ad un potere economico che non ha niente di umano. Abbiamo superato guerre ed altro, ce la faremo anche questa volta.

17/06/2012, 13:21

Se lo dici tu!
Sono troppo attaccati a questo sistema; non lasceranno uscire nessuno! [8D]

17/06/2012, 13:23

Ufologo 555 ha scritto:

Se lo dici tu!
Sono troppo attaccati a questo sistema; non lasceranno uscire nessuno! [8D]


I mezzi per batterli ci sono, basta un po di consapevolezza ed essere uniti.
Cominciamo a pensare non solo per noi stessi ma per la comunità.
Nessun riferimento al comunismo ovviamente..... [:o)]

17/06/2012, 13:24

Capirai! hai trovato gl'italiani ... uniti! [8)]
(Mai, in nessuna cosa; forse per il calcio!) [^]
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