Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3175 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29 ... 212  Prossimo
Autore Messaggio

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/07/2012, 13:28 
L’Italia aderisce al patto suicida.
Approvati l’ESM e il Fiscal Compact.

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=236780



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/07/2012, 13:44 
L'Italia è meglio che se ne stesse .... da sola! [8D] (Ma se avesse un Premier con i "paracarri"!)



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 18/07/2012, 15:27 
Immagine

http://www.wallstreetitalia.com/article ... onera.aspx



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 13691
Iscritto il: 05/12/2008, 22:49
Località: Laveno Mombello (Va)
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 18/07/2012, 18:14 
Cita:


Ma dai !!!!!!!!!!!!!! [8D]



_________________
Nutrirsi di fantasia, ingrassa la mente.

Immagine
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 19/07/2012, 13:53 
Merkel: cedere sovranità nazionali a lobby private. La crisi come strumento di distruzione democratica di massa
Published on July 19, 2012 by AlbaKan in Uncategorized

Stiamo traguardando il livello successivo, l’illusione ottica collettiva che traghetterà la Troika (BCE, FMI e Commissione Europea) dallo stadio di virtuale minaccia alla democrazia a tangibile e affermato centro di potere oligarchico e autoritario. Nel giorno in cui gli appelli per un’apertura della Germania verso soluzioni europeiste si intensificano, la cancelliera tedesca Angela Merkel interviene a un congresso a Berlino dei cristiano-democratici sottolineando che occorre “più Europa” e “dobbiamo essere pronti a cedere sovranità nazionale”. Secondo la Merkel «semplicemente prendere nuovi fondi a prestito» non è la soluzione alla crisi del debito europeo ed é cruciale che gli stati proseguano con decisione sulla strada delle riforme intraprese».
La linea di difesa dagli attacchi dei mercati sarebbe un processo di maggiore integrazione che prevede obiettivi a breve, medio e lungo termine:

vigilanza bancaria europea: visto che la Merkel ha detto che “dobbiamo essere pronti a cedere competenze nazionali se vogliamo un controllo internazionale del sistema bancario in Europa. Ma bisogna essere sicuri che il controllo sia obiettivo”, ha aggiunto. E come per chiarire il concetto che nell’Europa alla tedesca non ci sono mai “pasti gratis”, spiega che il prestito alla Spagna per le sue banche avrà delle condizioni: “Ci saranno condizioni per il prestito spagnolo, che riguardano il risanamento del sistema bancario nazionale. Ma sono sicuramente diverse dalla condizioni poste per il salvataggio delle finanze pubbliche di un Paese”. Cioè fine delle pressioni dei politici locali sulle Casse di risparmio.
garanzia dei depositi bancari in chiave europea e accesso diretto al Fondo salva-Stati da parte degli istituti di credito
unificazione dei debiti pubblici europei: se si vuole avere una condivisione delle perdite, allora si deve avere una condivisione dei meccanismi di controllo, cioè maggior controllo sui bilanci statali a livello europeo.

Il primo punto è un manifesto programmatico paragonabile ad una dichiarazione di guerra nei confronti di qualsiasi Paese democratico: prima gli Stati Europei vengono messi nelle condizioni di dipendere finanziariamente dagli investitori privati, mediante una aggressione di stampo neoliberista sui capitali privati e pubblici delle singole Nazioni (per intenderci, costringendo i singoli Governi a vendere il debito pubblico ed acquistare denaro per la gestione del quotidiano tramite soggetti privati senza scrupoli, la cui unica missione è speculare); poi si ricatta apertamente l’Europa intera con l’assurdo e anticostituzionale sillogismo che il controllo internazionale del sistema Bancario può essere ottenuto soltanto cedendo “competenze nazionali”. Ma la domanda inquietante è, a chi? A quale istituzione dovremo cedere competenze nazionali? Di sicuro non ad organi democraticamente eletti. Il vero crimine che si sta consumando senza alcuna opposizione da parte della cosidetta “opinione pubblica” consiste proprio nella progressiva e purtroppo inesorabile cessione di pezzi di democrazia ad istituzioni non democratiche e soprattutto spinte da interessi del tutto privati.
Il secondo punto, se vogliamo, può essere interpretato come una prima conseguenza della scellerata logica dittatoriale delle tecnocrazie europee. Il Fondo Salva Stati potrà essere alimentato in tre modi: con il denaro proveniente dalle tasse dei cittadini, attraverso le privatizzazioni e/o tramite ulteriori indebitamenti da parte dello Stato nei confronti delle stesse istituzioni privati che hanno generato la necessità di creare il fondo stesso. Considerando il contesto italiano, dove vige la tassazione più opprimente del Mondo in proporzione ai benefici in termini di welfare restituiti, un rastrellamento di 120 miliardi di euro tramite ulteriore aggravio di pressione fiscale è improbabile (non tanto perchè i nostri “tecnici” non ne abbiano il coraggio, quanto per la consapevolezza che potrebbero far saltare in aria il “giocattolo” prima del previsto), restano dunque percorribili le altre due alternative, ovvero quella dell’indebitamento nei confronti di privati e la svendita del patrimonio dello Stato. Ragioniamo: l’Europa ci sta chiedendo un minimo 120 miliardi che noi in questo momento non abbiamo e che servono formalmente a proteggerci dagli attacchi della finanza speculativa. Ma questi 120 miliardi più interessi, per circostanze ricondotte proprio dal Governo “tecnico” colluso con i poteri forti dell’Economia internazionale, li dovremo chiedere, indovinate un po’, proprio alla stessa finanza speculativa da cui vogliamo proteggerci. Come minimo riteniamo che vi sia un leggero conflitto di interessi.
Ma poichè l’appetito vien mangiando, come se non bastasse, il signor Europa (perchè come si dice, è l’Europa che ce lo chiede…), contravvenendo all’elemento fondante e costitutivo del fondo stesso, sta valutando la possibilità di utilizzare il cosidetto firewall non per salvare gli Stati, bensì per immettere liquidità nelle affamate banche europee. Questa assurda distorsione della realtà viene elegantemente descritta come “accesso diretto” (=furto) al Fondo Salva-Stati da parte degli istituti di credito. In pratica: l’Italia, non avendo liquidità, dal momento che la BCE non stampa moneta a sufficienza, chiede 120 miliardi di prestito ai finanziatori privati con l’impegno di restituire la stessa somma più il tasso di interesse ufficiale della BCE, più lo spread perchè siamo “cattivi” e non abbiamo fatto mai “i compiti a casa”, per un totale di circa il 6% per ogni anno in cui è stato dilazionato il prestito. Questo prestito è a tutti gli effetti debito pubblico (a meno della quota parte di patrimonio statale svenduta), lo stesso che le banche hanno acquistato a tutta forza negli ultimi anni e di cui ora devono assolutamente sbarazzarsene (in particolar modo quello degli Stati più a rischio, Italia inclusa).
Le banche dunque hanno in casa molti titoli “tossici” nazionali. Per ridurre il rischio di insolvenza, devono riequilibrare il proprio portafoglio e vendere debito pubblico, con la complicazione che se vendono debito pubblico fanno alzare lo spread e mettono nei guai gli Stati. Come se ne esce da questo circolo vizioso? Facile, con il fondo Salva Stati … Le banche prendono in prestito denaro dal fondo Salva Stati (che è debito pubblico mascherato, quindi formalmente migliore del debito pubblico “vero”) ad un tasso di interesse vantaggioso e lo utilizzano per liberarsi dei titoli di stato tossici o per prestare a sua volta denaro agli Stati in difficoltà. Esatto, avete capito bene: è come se una banca che vi concede un prestito recuperasse il denaro dai vostri stessi risparmi.
Terzo punto, quello che apparentemente è il più ragionevole. Per condividere le perdite occorre unificare i debiti e adottare un meccanismo condiviso di controllo sui bilanci statali. Se stessimo parlando dei bilanci di un consorzio di aziende non vi sarebbe nulla da obiettare. Peccato che qui stiamo parlando della vita di milioni di essere umani, dove decidere di tagliare l’un percento del PIL può significare passare dalla povertà estrema alla morte per mancato sostentamento. Senza considerare che la nostra stessa storia (corredata da tonnellate di carta su teorie economiche che ne convalidano il comportamento) ci dimostra che avere un unico bilancio, un unico Stato, un solo sistema politico non è sufficiente a garantire l’equilibrio economico tra regioni con caratteristiche culturali e sistemi finanziari divergenti . Un kg di pane a Napoli costa un euro; un kg di pane a Roma costa quasi 3 euro. Eppure c’è (ancora) l’unità nazionale, un sistema centralizzato che governa l’economia, addirittura la medesima lingua, ma ciò non è sufficiente a garantire l’equilibrio addirittura all’interno di una stessa nazione, figuriamoci se può esserci speranza in un ammucchiata di Stati che fino a 100 anni fa si prendevano a cannonate tra di loro.




http://www.riconquistarelasovranita.it/?p=148#more-148


Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/07/2012, 13:18 
Tante parole, ma intanto Berlino calcola
i vantaggi di un'uscita dall'Eurozona


Con il rivalutatissimo neo-marco, Berlino potrebbe arraffarsi i i gioielli di Piazza Affari e delle altre Borse europee. Ma non solo: attenti, perchè la forza della valuta farebbe crollare l'export di...

Continua>>>
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ozona.aspx



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/07/2012, 14:20 
NESSUNO VUOLE VEDERE CHE LA SOLUZIONE ESISTE
Postato il Mercoledì, 25 luglio @ 21:31:29 CDT di davide

Economia DI GZ
cobraf.com

Mario Monti ora ogni due giorni ripete che se ne andrà nella primavera del 2013 per cui altri si stanno preparando, Berlusconi ovviamente, Grillo e il suo movimento, Oscar Giannino/Confindustria/Marcegaglia, la "sinistra" (quando troverà un attimo di tempo in mezzo alle discussioni su Rosy Bindi gay) ...e ai margini Lega e Di Pietro...

Finora nessuno da segno di capire il fatto fondamentale: c'è un eccesso di debito, creato dalle Banche per il debito dei privati e dall'accumularsi degli interessi per il debito pubblico. E se cerchi di ripagarlo tutto strangoli l'economia.

Sotto Mario Monti a forza di tasse il Pil sta collassando (un -3% probabilmente nel 2013). E quindi il debito pubblico sta salendo (siamo al 124% del PIL). In Grecia a forza di tagli e tasse il PIL è crollato del -23% in tre anni e ovviamente il debito in % del PIL è salito....

Di conseguenza, l'unica soluzione è ridurre il debito non con le tasse e i tagli che riducono il reddito, ma facendolo ritirare dalla Banca Centrale (Bankitalia o BCE) che ha IL POTERE DI EMETTERE MONETA E SCAMBIARLA CON DEBITO. A costo ZERO. Si può far sparire 500 miliardi su 2000 miliardi del debito pubblico italiano, senza sacrifici, senza finanziarie, senza tasse e repressioni fiscali, senza privatizzazioni e cessioni di beni pubblici. Basta farlo assorbire dalla Banca Centrale, esattamente come fanno gli inglesi o i giapponesi. Fine. Risolto il problema finanziario. Poi ne rimangono altri, ma il problema finanziario lo risolvi con della contabilità sostanzialmente. Non è una mia "teoria", è quello che fanno americani, inglesi, giapponesi...! Basta togliere le fette di salame dagli occhi.

Cosa dicono invece Monti, Berlusconi, Grillo, Giannino e il resto ?

L'autunno dell'anno scorso quando il BTP ha toccato quota 80 Berlusconi ha mollato per paura dei mercati e ora con il BTP, più la borsa e il resto dell'economia che sprofondano anche Monti sembra ansioso di uscire appena possibile per paura dei mercati e della catastrofe dell'economia

Per la prima volta c'è una reticenza dei politici ad andare o stare al governo, perchè cominciano a rendersi conto che possono essere travolti dallo sfacelo della povera economia italiana. Dopo che Monti ha fallito ora completamente i prossimi in lista fanno ora qualche pensiero ora su come gestire l'economia e affrontare il mostro della "Spread" e dei "Mercati"

1) La sinistra del PD, Fassino, Vendola, Bindi per qualche motivo non dice niente di economia, ma se leggi Repubblica e il Fatto Quotidiano che sono i loro giornali di riferimento sono allineati al 99% con Draghi, la Lagarde, la soggezione al mercato finanziario, il ripagare i debiti ai creditori e pagare tutti gli interessi. Solo che non provano nemmeno a proporre come. Però seguono la religione della Globalizzazione e del Debito che va ripagato tutto facendo i sacrifici

2) Berlusconi ritorna ora ed essendosi defilato quando il BTP crollava ora deve provare qualcosa di nuovo e riprende Antonio Martino come esperto economico il quale chiama a raccolta i suoi amici della scuola di Chicago di Friedeman e dintorni, liberisti-libero-mercato-globale-privatizzazioni, ma nella versione italiana pro-euro. Di buono è che sono sinceramente per ridurre le tasse, ma purtroppo non capiscono il problema della moneta e sono succubi dei mercati finanziari per cui vogliono i sacrifici per ripagare i creditori e gli interessi. Martino ad esempio vaneggia che si possa tagliare da 200 a 100 miliardi la spesa sanitaria pubblica come soluzione al problema del debito pubblico. Negli USa la spesa sanitaria è il 17% del PIL, in Italia il 9% del PIL (di cui 7% pubblico) per cui è evidente che è assurdo... Martino e i suoi esperti della scuola austriaca seguono la religione della Globalizzazione e del Debito che va ripagato tutto facendo i sacrifici

3) C'è ora Oscar Giannino che ha messo fuori questa settimana un Manifesto Economico per salvare l'Italia e lancia un partito anti-tasse contro B. e sta per presentare una lista con la Marcegaglia e un bel team di economisti e l'apppoggio di Montezemolo tutta centrata sulle soluzioni economiche. Purtroppo anche lui e i suoi esperti non capiscono niente del debito e della moneta, sono succubi dei mercati finanziari per cui vogliono i sacrifici per ripagare i creditori e gli interessi. Tante cose che dice Giannino, Zingales e gli altri liberisti sono ragionevoli, ma seguono la religione della Globalizzazione e del Debito che va ripagato tutto facendo i sacrifici

4) c'è ovviamente Beppe Grillo/Roberto Casaleggio, che per ora da quello che so da alcuni vicino a lui non ha idea di cosa fare. Se non altro sembra criticare la globalizzazione in termini generali, ma tutto quello che ha come partito è un blog in cui compaiono dei compitini di quinta elementare generici, belle frasi tipo "...La causa causante della crisi attuale è stato un cambiamento strutturale dell'economia reale: il declino dei redditi nell'industria si deve a ciò che di solito è un bene (l'aumento della produttività) e alla globalizzazione che ha prodotto una forte moderazione salariale. In altri termini: il settore industriale è vittima del suo proprio successo...". Chiacchiere per dare aria ai denti. E soluzioni pratiche zero

NESSUNO SEMBRA CAPIRE QUESTO SEMPLICE FATTO, CHE IL DEBITO PUBBLICO LO PUO' ASSORBIRE LA BANCA CENTRALE NEL SUO BILANCIO, COME FANNO LE ALTRE BANCHE CENTRALI in altri paesi. E' incredibile, è allucinante, tanta gente che insegna all'università e che parla e parla di economia, parla di tutto meno che della soluzione anche se è davanti agli occhi

GZ
Fonte: http://www.cobraf.com
Link: http://www.cobraf.com/forum/coolpost.ph ... =123480483
23.07.2012

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=10610


purtroppo x noi questi sono tecnici,quindi non riescono e recepire le cose semplici,se poi mettiamo pure l'icompetenza dei ns?????????(dubito)parlamentari,il gioco e'facile x i marpioni della grande finanza [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 26/07/2012, 14:21, modificato 1 volta in totale.

Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/07/2012, 15:19 
L'articolo dice cose sensate, per carità.... ma su questo passaggio devo dissentire. Della serie... la SOLITA strumentalizzazione.... [:D]

Cita:
ubatuba ha scritto:

4) c'è ovviamente Beppe Grillo/Roberto Casaleggio, che per ora da quello che so da alcuni vicino a lui non ha idea di cosa fare. Se non altro sembra criticare la globalizzazione in termini generali, ma tutto quello che ha come partito è un blog in cui compaiono dei compitini di quinta elementare generici, belle frasi tipo "...La causa causante della crisi attuale è stato un cambiamento strutturale dell'economia reale: il declino dei redditi nell'industria si deve a ciò che di solito è un bene (l'aumento della produttività) e alla globalizzazione che ha prodotto una forte moderazione salariale. In altri termini: il settore industriale è vittima del suo proprio successo...". Chiacchiere per dare aria ai denti. E soluzioni pratiche zero




A me invece sembra che il discorso fatto da Grillo, sia l'unico, fatto "pane pane vino al vino" e sembra l'unico a prospettare una SOLUZIONE REALE E CONGRUA.



Tu che dici?



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 26/07/2012, 18:33 
ciao tte,sono d'accordo con quello che affermi,ma diciamo x corretezza ,non era serio,postare parzialmente l'articolo [;)]


Top
 Profilo  
 

Essere Interdimensionale
Essere Interdimensionale

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 7007
Iscritto il: 10/01/2009, 13:06
Località: Barletta
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 30/07/2012, 00:44 
Crisi: Juncker, Eurozona non perda tempo; non e' filiale Berlino

(AGI) - Roma, 29 lug. - "Non c'e' tempo da perdere", se si vuole salvare l'euro. Il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, spinge l'acceleratore sul processo di salvataggio della moneta comune e rimprovera Berlino: "Perche' si permette il lusso", dice alla Sueddeutsche Zeitung, "di mischiare la propria politica interna ai temi europei? Perche' tratta l'Eurozona come una filiale". Le parole di Juncker sembrano volte a infondere ottimismo alla vigilia dell'apertura dei mercati: "Metteremo in pratica gli accordi presi nell'ultimo vertice", ha detto, riferendosi alle conclusioni del Consiglio europeo tenutosi il 28-29 giugno scorsi sulla possibilita' che il fondo Efsf acquisti titoli. "Lavoreremo", insiste Juncker a stretto contatto con con la Bce e otterremo, come ha detto Mario Draghi, dei risultati. Non voglio suscitare aspettative, ma siamo in una fase decisiva".

http://www.agi.it/economia/notizie/2012 ... le_berlino


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 01/08/2012, 16:28 
forse sarebbe opportuno che l'europa prendesse esempio dal brasile,che stanzia il 40%del bilancio x il sociale,scatenando l'ira del fmi,ma anzike' un liberismo sfrenato che ha condotto l'europa sulla soglia del disastro,sarebbe opportuno che lo stato potesse intervenire su determinate situazioni,x potere evitare crisi sociali-------------------------------------

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

La locomotiva del Sudamerica continua a crescere, anche se a un ritmo inferiore alle aspettative. E per il Fondo monetario internazionale è troppo spendere il 40% del bilancio per lo Stato sociale. La presidentessa Dilma Roussef, però, tira dritto: «Non faremo come la Spagna che aumenta le tasse, taglia stipendi e tredicesime, e il Paese va sempre peggio». E annuncia nuove abitazioni per i poveri.

Capita, in questa strana crisi dei giorni d’oggi, che nei palazzi dove si cercano strategie utili a risollevare le sorti economiche del mondo, oltre a tentare l’elaborazione di soluzioni generali per invertire una rotta a dir poco pericolosa, si cerchi di dare indicazioni anche ai Paesi virtuosi sul come migliorare i propri standard. E se tra questi c’è chi continua a crescere, anche se sempre meno, ma continuando a distribuire la ricchezza e garantendo uno stato sociale efficiente, le critiche di certo non diminuiranno, anzi. Proprio ciò che è successo al Brasile. La scorsa settimana il Fondo Monetario Internazionale, ha dato una ulteriore sforbiciata alle aspettative di crescita del gigante sudamericano, stimando una chiusura per il 2012 su uno stentato 2,5% di incremento di Pil, con un’aspettativa maggiore però per il 2013.

La contrazione dei consumi in Europa e il relativo calo delle esportazioni non ha certamente risparmiato il Brasile, che con la flessione della sua economia ha tirato giù l’aspettativa dell’intera area latinoamericana. Qualcosa che preoccupa Washington. Quanto basta perché giungano critiche sulla gestione della spesa pubblica da parte e del governo della “presidenta” Dilma Rousseff. Quel che colpisce maggiormente, però, è che il dito degli analisti sia stato puntato non per evidenziare le carenze strutturali che caratterizzano ancora alcune aree del Paese, il problema della sicurezza, dell’istruzione, o per mettere in evidenza discutibili interventi di politica economica. La causa della frenata della crescita sarebbe da ricercare principalmente nella spesa per lo stato sociale. Numeri da capogiro quantificabili in un 40% del bilancio federale. Per alcuni davvero troppo. Non certo per Dilma, per nulla intenzionata a mandare in cantina il “modello Lula”, determinata a opporsi a un qualsiasi ritorno in chiave neoliberista della politica economica nazionale.

La formula utilizzata dalla “presidenta” per dettare la linea verde-oro, lungi dal seguire il burocratese molto comune nel vecchio continente, è stata quella dell’estrema chiarezza: «Non ricorreremo alle misure di austerità per combattere la crisi, come stanno facendo alcuni paesi europei come la Spagna», ha detto Dilma Rousseff in occasione di un incontro pubblico. «Oggi gli spagnoli stanno tagliando le tredicesime e il 30% dei salari, aumentando le imposte, e nonostante ciò il paese va sempre peggio». Precisando poi: «In Brasile siamo intenzionati a ridurre sistematicamente i costi, non però cancellando le conquiste sociali e salariali, bensì pensando a sgravi fiscali e formazione della manodopera. Questo è il nostro modo di non svendere i diritti dei lavoratori». Una presa di posizione che chiude la porta a qualsiasi possibilità di ipotetiche riduzioni della spesa sociale, caratteristica ormai da anni della gestione economica, che ora la presidente brasiliana dice…«renderemo più efficiente: spingendo sullo sviluppo, distribuendo i benefici al popolo». Nessun piano del governo sarà dunque rivisto.

Così il Brasile vuole confermarsi l’unico paese “sostenibile” del Bric. E una spruzzatina di retorica sudamericana per rappresentare questa idea è per la Rousseff particolarmente efficace: «Lo sviluppo di questo paese passa dalla tutela dell’infanzia. Lo sviluppo di una nazione si misura con la sua capacità di proteggere l’infanzia, non dal prodotto interno lordo». Concetti esposti in apertura all’ultima “Conferenza nazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, della scorsa settimana. Una buona occasione per tirare le somme di tutte le iniziative messe in campo dal governo per tirare fuori dal degrado e dalla miseria una fetta importante della popolazione.

Decine di milioni di persone che negli ultimi dieci anni, dal depresso nordest alle difficili periferie delle città fino alle favelas di Rio, hanno beneficiato dei vari programmi sociali. “Bolsa Família”, “Brasil Carinhoso”, “Brasil sem miseria” o dell’aumento del salario minimo quasi duplicato in pochi anni. Iniziative che hanno impiegato risorse enormi, affiancate ad altre altrettanto importanti come l’impegno per la pacificazione delle Favelas di Rio de Janeiro con le Upp, che il governo non vuole certo interrompere. Solo nel mese di luglio, sono stati annunciati nuovi investimenti per 35milioni di dollari per la costruzione di 500 unità abitative a Rio per trasferire circa duemila residenti dalle aree a rischio. Almeno un miliardo di dollari sarà poi stanziato per la costruzione di altre numerose “Upa”, piccole strutture ospedaliere di emergenza, capaci di assicurare prestazioni di pronto soccorso anche nelle zone più distanti dai grandi centri e dai grandi ospedali.

In un’epoca in cui lo stato sociale è messo in dubbio anche in molti paesi europei a causa dei numerosi e continui tagli, o dove in nome dello sviluppo non si va tanto per il sottile, il Brasile pare una eccezione. Una eccezione che molti gradirebbero ridimensionare, sia nell’immagine che nella sostanza, pressando per una riduzione degli aiuti ai poveri. La verità sta probabilmente nel fatto che la flessione del Brasile e degli altri Paesi che compongono il Bric ha visto sfumare anche l’ultima speranza di quanti puntavano su quei lidi per migliorare le sorti complessive dal globo, mai così interconnesso e mai così in difficoltà. Speranza sfumata anche perché i beni dei produttori non incontrano più una domanda soddisfacente da parte dei Paesi sviluppati piegati dalla crisi. Così il sogno del Bric si è interrotto con un brusco risveglio. Le aspettative sull’India sono state ridimensionate, o forse troppo si era sopravvalutato il Paese delle caste, dove ancora consistenti sono le sacche di povertà estreme, tra dati demografici inquietanti e uno sviluppo scomposto. La fabbrica Cina, nonostante tutto, paga più di altri il crollo del consumi e resta alle prese con un sistema non democratico di governo, che piega il dissenso. La Russia degli oligarchi non è più un interlocutore favorito come ancora pochi mesi fa, anche per la parziale delegittimazione popolare del duo Putin-Medvedev. L’accusa per il Brasile invece, tecnicamente il più moderno e avanzato politicamente dei Bric, è quella di spendere troppo per lo stato sociale.
http://www.linkiesta.it/brasile#ixzz22AiCknEy

http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z22IusIK5o


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 13691
Iscritto il: 05/12/2008, 22:49
Località: Laveno Mombello (Va)
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 01/08/2012, 16:44 
Il Brasile non deve rispondere a nessuno se non ai propri cittadini, magari potessimo farlo noi.



_________________
Nutrirsi di fantasia, ingrassa la mente.

Immagine
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 01/08/2012, 16:51 
..con un po di coraggio.......si potrebbe pure qui..................... [;)] [;)] [;)]


Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 06/08/2012, 12:03 
Bce, quante menzogne per questa Europa fallita

http://www.wallstreetitalia.com/article ... llita.aspx

Draghi non conta nulla, annuncia solo interventi che aiutano banche e mercati finanziari, ma non servono alla crescita. Per paesi come Italia e Spagna vorrà dire condannarsi a una recessione senza fine e a una distruzione della propria economia.

La prospettiva di nuovi consistenti interventi da parte della Banca centrale europea e da parte della Federal Reserve americana hanno fatto volare i mercati azionari e hanno anche favorito una riduzione dei rendimenti delle obbligazioni statali dei Paesi europei in difficoltà. Questa reazione non sorprende il mondo finanziario oggi è come un "tossicodipendente" che reagisce immediatamente all’aspettativa di nuovi soldi immessi nel circuito economico che gli ridiano fiato.

Ma i probabili interventi delle banche centrali sono in realtà un grande cerotto che permette unicamente di guadagnare tempo, ma non risolve la crisi in cui si dibatte da due anni l’economia europea né ridà fiato ad un’economia americana in vistoso rallentamento, come dimostra una crescita nel secondo trimestre di quest’anno che si è fermata allo 0,4%.

Come hanno dimostrato le ripetute iniezioni di liquidità già effettuate sia in Europa sia negli Stati Uniti non funziona, come dovrebbe, il meccanismo di trasmissione all’economia reale degli impulsi di politica monetaria. Nel Vecchio Continente non esiste più un mercato bancario e finanziario europeo. Le banche dei Paesi virtuosi stanno infatti riducendo di molto la loro esposizione nei confronti dei Paesi deboli. D’altro canto, le banche italiane, spagnole e degli altri Paesi deboli stanno usando la liquidità ottenuta a basso prezzo dalla Bce per risanare i loro bilanci (riacquistando ad esempio le obbligazioni in circolazione) e comprando i titoli del debito pubblico del loro Paese. Invece, i crediti alle imprese e alle famiglie si sono ridotti al lumicino.

Ma c’è di più. Un fattore che viene spesso trascurato è che a questi fenomeni si aggiunge una fuga dei depositi (o meglio dei risparmi) dai Paesi deboli verso i Paesi forti europei. Solo in questo modo si possono infatti spiegare i tassi negativi che vengono offerti per sottoscrive i titoli tedeschi, olandesi, finlandesi.

Questo comportamento conferma inoltre che molti investitori ritengono la spaccatura dell’euro una prospettiva da non escludere e quindi sono disposti a perdere a breve termine pur di avere un rifugio sicuro per i loro risparmi.

Sempre in Europa, la differenza dei tassi rimane comunque molto alta e penalizza le economie dei Paesi deboli alle prese con politiche di rigore che aggravano la loro recessione. In questo contesto l’iniezione di liquidità della Bce è destinata unicamente a fornire un temporaneo sospiro di sollievo e probabilmente ad evitare che la crisi scappi di mano durante questo mese di agosto, come sembrava possibile all’inizio della settimana scorsa dopo i notevoli scossoni dei mercati finanziari.

Anche le dichiarazioni dei principali leader politici europei, che sembrano far credere che sia stata ritrovata un’unità di intenti, sono da prendere con le pinze. La Germania, così come Finlandia e Olanda, continuano ad essere contrarie a qualsiasi ipotesi di condivisione dei debiti. Questi Paesi inoltre sostengono che il Patto fiscale sottoscritto dai Paesi di Eurolandia debba essere rispettato.

Ebbene, le condizioni di questo trattato sono assolutamente proibitive. Ad esempio, l’Italia dovrebbe riportare nel giro di ventennio il proprio debito pubblico al 60% del PIL. Ciò vorrebbe dire attuare manovre di risparmio di una quarantina di miliardi di euro ogni anno. Come ho già scritto, se questo Patto fiscale non è carta straccia, piena di condizioni che non verranno rispettate da nessuno, per Paesi come l’Italia e la Spagna il soddisfare questi impegni vorrebbe dire condannarsi ad una recessione senza fine e ad una distruzione della propria economia. Quindi, la crisi dell’euro non è affatto risolta. Si è solo guadagnato un po’ di tempo.

La situazione non è molto migliore negli Stati Uniti. L’economia arranca e il Paese sembra caduto in una trappola della liquidità. Infatti le banche americane sarebbero disposte a concedere prestiti, ma imprese e famiglie non li chiedono, poiché sono pessimiste sulle prospettive dell’economia americana. Come diceva Keynes, "il cavallo (ossia l’economia) non beve". La Federal Reserve si sta quindi apprestando ad una nuova operazione di Quantitative Easing per cercare di rilanciare la crescita. Ma come succede in Europa, anche negli Stati Uniti queste manovre di politica monetaria non si trasmettono come dovrebbero all’economia reale.

Appare sempre più chiaro che gli interventi delle banche centrali aiutano principalmente banche e mercati finanziari, ma non creano le condizioni per una ripresa. Dato che sono questi attori i reali detentori del potere economico e politico, è probabile che questo genere di politiche non vengano cambiate presto. Quindi si andrà avanti con continui cerotti fino a quando la crisi precipiterà.


Copyright © Il Fatto Quotidiano. All rights reserved



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 08/08/2012, 20:11 
La Germania ci affama ma si taglia le tasse

Le riserve di cassa tedesche raggiungono la cifra di 29 miliardi di euro, sufficienti a far fronte agli assegni di 20 milioni di pensionati (contro 29 milioni di lavoratori ancora attivi) per i prossimi 19 mesi



Anche in Germania, come da noi si continua a discutere di pensioni. A partire dai contributi sulla busta paga necessari per l’equilibrio del sistema previdenza e della rete sociale a difesa dei redditi dei disoccupati. Ma, rispetto al Belpaese, c’è una bella differenza: le casse previdenziali tedesche, in una situazione di pieno impiego o quasi, scoppiano di salute e di quattrini. Anzi, per rispettare la legge, che impone di abbassare i contributi quando le riserve delle casse previdenziali superano di una volta e mezza i fondi necessari per assicurare le prestazioni, sarà in pratica inevitabile praticare un «taglio» delle aliquote sulle buste paga.

Il taglio - Di quanto? La matematica suggerisce un taglio dello 0,6% dal 19,6% al 19%, come vorrebbero gli industriali che si ritroveranno così mezzo punto abbondante di competitività in più rispetto ai concorrenti italiani, che già fanno i conti con una fiscalità ben superiore e un costo del denaro di 5-6 punti percentuali. Il governo, da quanto si legge sui giornali, sembra più incline a tagliare solo fino al 19,2%, per due ragioni: a gennaio, tanto per cominciare, c’era già stato un taglio dal 19,9 al 19,6%; i sindacati, poi, frenano contro tagli troppo energici cui, negli anni delle vacche magre, potrebbero contrapporsi aumenti indesiderati. Facile che alla fine frau Angela Merkel sceglierà la via mediana: in ogni caso un bel taglio ai contributi per il 213, anno elettorale, è una bella notizia per il governo. Averne, comunque, di ragioni di conflitto di questo tipo. Le entrate delle casse, quest’anno, registrano una crescita di 4,4 miliardi anche grazie allo spread. Le riserve in cassa raggiungono la cifra di 29 miliardi di euro, sufficienti a far fronte agli assegni di 20 milioni di pensionati (contro 29 milioni di lavoratori ancora attivi) per i prossimi 19 mesi, ovvero più di quanto previsto dalla legge. Uno stato di salute così florido che qualcuno, all’interno della Dgb, la potente centrale sindacale, vorrebbe rimettere in discussione la riforma pensionistica votata dal Bundestag con il consenso bipartisan di socialdemocratici e Cdu-Csu, il partito di Angela Merkel. La questione non è attuale, ripetono maggioranza ed opposizione: di qui al 2030 l’età del ritiro salirà a 67 anni, mentre l’assegno della pensione pubblica scenderà dall’attuale 51 al 43 per cento dell’ultimo stipendio. In compenso, torna nei cassetti l’«Iva sociale», cioè il ritocco delle aliquote dal 16 al 19% che doveva finanziare l’agenzia dell’impiego e rafforzare i fondi per i disoccupati. Una scelta che ha una spiegazione precisa: non solo la disoccupazione oltre Reno oscilla sul 5,6% (quattro punti abbondanti sotto la media europea, Italia compresa), ma dal punto di vista della formazione la Germania ha molto più da insegnare ai vicini che non da imparare o da fare.

Primato insuperabile - Anche qui i numeri servono a dare l’idea del primato della Germania. La disoccupazione giovanile è inferiore all’8%, due punti in più della media tedesca ma molto al di sotto di quanto capita nel resto dell’Unione Europea dove i senza lavoro sotto i trent’anni sono almeno tre volte di più. Buona parte del merito va al sistema dell’apprendistato introdotto nel 1969 ma che affonda le radici nelle scuole professionali volute da Bismarck o, ancora più indietro, nelle gilde medioevali. In sintesi, il meccanismo funziona così: ogni anno le imprese segnalano alla locale Camera di Commercio le figure professionali di cui hanno bisogno.

I corsi - Gli elenchi, compilati in sede locale vengono poi trasmessi al centro dove si traducono in corsi di formazione. Nel 2011 i corsi, che spaziano dalla verniciatura alla produzione di giocattoli in legno, sono stati 344. Tra questi ben 43 sono stati varati negli ultimi dieci anni mentre 171 sono stati modificati in base alle esigenze delle imprese. L’industria dell’auto, in particolare, ha chiesto ed ottenuto di rivedere la formazione di disegnatori e di tecnici da adibire alle elaborazioni cad/cam. I ragazzi selezionati partecipano ad un programma di formazione duale: per tre anni si divideranno tra l’aula di scuola (tre volte ogni 15 giorni) e il posto di lavoro dove impareranno gradualmente il mestiere. Al termine della formazione, verrà loro riconosciuto un diploma con valore in tutto il Paese. Ma, soprattutto, la stragrande maggioranza di loro sarà assunto a pieno titolo. Un sistema che funziona, come dimostrano ancora una volta le cifre: 570 mila giovani si sono iscritti al Duales Ausbildungssystem o sistema duale contro 520 mila che hanno scelto l’università. Eppure qualche pecca c’è pure lì: l’anno scorso, informa il Financial Times, non sono state esaudite 30 mila richieste delle imprese. Il motivo? Troppi giovani hanno scelto impieghi legato al mondo dei media, invece che scegliere la nobile e richiestissima professione di macellaio. Anche oltre Reno c’è un buco, dunque, tra domanda e offerta. Ma averne, di spread così.

Immagine:
Immagine
24,41 KB


http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... tasse.html


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3175 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29 ... 212  Prossimo

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Oggi è 19/06/2025, 15:26
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org