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Rettiloide
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MessaggioInviato: 02/08/2012, 18:53 
La BCE per statuto non può fare quello che fa la FED, TTE, e non lo può fare proprio perchè le resistenze nazionalistiche hanno prevalso sulla nascita di una vera banca nazionale europea accanto ad un vero governo europeo.

Il problema non è la cessione di sovranità. In termini tecnici, con la vera unione europea la sovranità non si cede ma si mette in comune. E', se vuoi, come con le cooperative. Tu fai la parte del contadino che ha paura di perdere il suo profitto, e non ti rendi conto che la ragione delle resistenze è proprio questa: ci sono alcuni che hanno (diciamo così) più terra (e migliore) di altri, che sono più ricchi, e che non vogliono mettere la loro forza in comune con gli altri, perchè restando divisi questi signori ci guadagnano.

Il mercato è già comune, per cui se all'interno del mercato qualcuno ci guadagna è perchè qualcun altro ci perde. La Germania si arricchisce perchè noi ci impoveriamo.

E il problema quindi non è la cessione di sovranità, il fare la cooperativa, il diventare tutti uguali e con gli stessi poteri, e non sottomessi al governo economicamente più forte, semmai è proprio il contrario.


Ultima modifica di sezione 9 il 02/08/2012, 18:57, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 02/08/2012, 19:05 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

La BCE per statuto non può fare quello che fa la FED, TTE, e non lo può fare proprio perchè le resistenze nazionalistiche hanno prevalso sulla nascita di una vera banca nazionale europea accanto ad un vero governo europeo.

Il problema non è la cessione di sovranità. In termini tecnici, con la vera unione europea la sovranità non si cede ma si mette in comune. E', se vuoi, come con le cooperative. Tu fai la parte del contadino che ha paura di perdere il suo profitto, e non ti rendi conto che la ragione delle resistenze è proprio questa: ci sono alcuni che hanno (diciamo così) più terra (e migliore) di altri, che sono più ricchi, e che non vogliono mettere la loro forza in comune con gli altri, perchè restando divisi questi signori ci guadagnano.

Il mercato è già comune, per cui se all'interno del mercato qualcuno ci guadagna è perchè qualcun altro ci perde. La Germania si arricchisce perchè noi ci impoveriamo.

E il problema quindi non è la cessione di sovranità, il fare la cooperativa, il diventare tutti uguali e con gli stessi poteri, e non sottomessi al governo economicamente più forte, semmai è proprio il contrario.


Questo sulla carta sezione, nella realtà e nei progetti "occulti" sarebbe una perdita totale di sovranità.
Con l' attuale UE paradossalmente da quelle che erano le aspettative, si arricchisce la Germania a scapito di altri paesi anche se è stato il primo paese a superare i 2000 miliardi di debito pubblico.



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MessaggioInviato: 02/08/2012, 19:13 
Vedi che se spagna,italia e gracia abbandonano l'euro la kulona viene a fare meno vacanze in italia...


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MessaggioInviato: 02/08/2012, 19:53 
Focus Borse/ Draghi rinvia la sfida alla Buba e i mercati bocciano l'Eurotower
Giovedì, 2 agosto 2012 - 08:58:00

Le parole del presidente della Banca centrale europea non tranquillizzano: "Pronti a intervenire sui mercati, ma i governi chiedano l'attivazione del fondo di salvaguardia". Immediata la reazione dei mercati che si attendevano un'azione concreta. Vola lo spread di Italia e Spagna, crollano le Borse. L'indice Ftse Mib registra una perdita del 4,64% dell'indice Ftse Mib. Madrid è la peggiore con calo del 5,16%. Male anche il Cac di Parigi, che e' sceso del 2,68% a 3.232 punti, il Dax di Francoforte, giu' del 2,2 a 6.606 punti, e l'Ftse 100 di Londra a -0,88% a 5.662 punti. Anche a Wall Street la seduta e' in calo. Il Dow Jones perde lo 0,91% e il Nasdaq lo 0,55%.Titoli di Stato: spread btp/bund sfonda quota 500 punti

Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti ha sfondato la soglia dei 500 punti arrivando a 512 punti. Il rendimento é tornato a superare il 6,2%, dopo aver aperto sotto la soglia del 6%. I mercati sono delusi dalle dichiarazioni del presidente della Bce, Mario Draghi, che non ha annunciato, come speravano gli investitori, un immediato intervento di Francoforte sul mercato secondario per acquistare titoli di Stato. Il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli schizza a 592 punti per un rendimento del 7,16%.i

Dopo aver lasciato invariato il costo del denaro allo 0,75%, il presidente della Bce Mario Draghi ha fatto sapere che "la Bce potrebbe tornare a intervenire sui mercati, usando misure non convenzionali".

Il riferimento è alla ripresa del programma di acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà a causa dello spread elevato come Spagna e Italia.

Dopo gli altolà della Bundesbank, Draghi ha deciso dunque di andare alla conta con i falchi all'interno del consiglio direttivo dell'Eurotower, mettendo ai voti le decisioni di intervenire con quel ventaglio di "misure non convenzionali" che hanno provocato i mal di pancia teutonici. Ma il banchiere ha aggiunto che "i dettagli delle misure verranno discussi nelle prossime settimane e oggi sono state prodotte solo delle linee guida".

Immediata la reazione dei mercati che si attendevano invece un'azione concreta, dopo gli annunci della scorsa settimana del banchiere italiano fatti a Londra ("faremo di tutto per salvare l'euro" e "basterà, credetemi"). Parole che avevano fatto svoltare i mercati che, diversamente, avrebbero potuto intraprendere una pericolosa deriva.

Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti è risalito sopra i 480 punti sulla piattaforma Tradeweb mentre su quella Reuters è rimasto invece sopra i 450 punti con un rendimento pari al 5,82%. Il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli sale a quota 550 punti per un tasso del 6,80%. Anche l'euro ha perso terreno, scendendo sotto quota 1,22 dollari. La moneta unica passa di mano ora a 1,2197 dollari, dopo aver toccato un minimo di 1,2173.

Sulle misure non convenzionali (fra le altre opzioni che la Bce sta studiando, accanto agli interventi sui mercati
dei titoli di Stato, c'è la possibilità di riprendere i maxi-prestiti alle banche Ltro e la revisione delle garanzie chieste alle banche in cambio di liquidità), Draghi ha spiegato che "gli eventuali acquisti di bond da parte della Bce si concentreranno sulle emissioni di più breve termine".

Il costo del denaro, invece, rimane adeguato, visto che "adesso non è il momento" per un nuovo taglio. Di fatto, il margine per dare un'altra sforbiciata di un quarto di punto ci sarebbe, essendo i tassi allo 0,75% e lo scenario inflattivo sotto controllo ("rischi inflattivi ben bilanciati"). Secondo Draghi, infatti, la crescita dei prezzi rallenterà ulteriormente nel 2012 e si attesterà sotto il 2% nel 2013, ma i banchieri dell'Eurotower hanno deciso di rimandare il taglio per dare tempo alla precedente riduzione di luglio di dispiegare tutti i propri effetti ed essendoci nell'Eurozona delle difficoltà di trasmissione a causa dell'elevato spread nella politica monetaria.

Ribadendo l'intenzione di "fare di tutto" per salvare l'euro, Draghi ha osservato che le riserve della Bundesbank sugli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce sono conosciute. "In ogni caso", ha aggiunto, "il proposito di difendere l'euro a tutti i costi è stato adottato dal consiglio "in modo unanime".

"I rialzi dei tassi legati a paure di reversibilità dell'euro sono inaccettabili e vanno affrontati", ha detto Draghi, affermando che "l'euro è irreversibile". Da parte loro, i governi devono essere "pronti a chiedere l'intevento" dei fondi Efsf e Esm "qualora fosse necessario".

http://affaritaliani.libero.it/risparmi ... 82012.html


.......ed intanto il mariolino viaggia a dx et sx sempre cantando la solita litania..... [8D] [:o)]

[:273] [:273] [:273]


Ultima modifica di ubatuba il 02/08/2012, 19:53, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 03/08/2012, 11:16 
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ropea.aspx

In tre anni e mezzo l'Ue si trasformera' negli Stati Uniti d'Europa. Paesi condivideranno destini - e debiti - senza cancellare differenze. Sei mila banche saranno sottoposte a supervisione.


Parigi - Il commissario europeo agli Affari finanziari, Michel Barnier, si e' detto favorevole a trasformare l'Ue in una ''federazione europea entro il 2016''. ''L'Europa ha fatto molto, in poco tempo, per correggere le carenze accumulate nel corso di dieci anni, compresa la creazione di un'unione economica a fianco dell'unione monetaria. Ora si sta muovendo verso una federazione europea, perche' la crisi ha dimostrato che non possiamo piu' restare soli'', ha dichiarato Barnier in un'intervista al quotidiano Liberation.

''Il tempo non e' nostro complice - ha precisato - entro il 2016 l'Unione europea dovra' trasformarsi in una federazione di Stati europei in cui i Paesi dovranno condividere i propri destini senza cancellare le proprie differenze''.

''Una federazione dovra' comprendere una governance economica, una gestione collettiva dei nostri orientamenti budgetari, una unione bancaria, una politica industriale e un bilancio molto piu' forte'', ha continuato Barnier. Il commissario ha poi confermato che nel gennaio 2013 ''ci sara' un supervisore unico nella zona euro, un posto che vorremo affidare alla Banca centrale europea''.

''Ci sono circa 6.000 banche nell'Eurozona e dovranno tutte essere sottoposte alla supervisione della Bce'', ha concluso Michel Barnier.


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MessaggioInviato: 04/08/2012, 10:36 
S&P: recessione Italia sarà più forte e lunga

L'agenzia taglia il rating di quindici banche. Spagna apre agli aiuti e vara nuovi tagli

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 84448.html

04 agosto, 09:28

NEW YORK - Una recessione "più profonda e lunga del previsto" per l'Italia, con ripercussioni sulle banche del paese. Standard & Poor's prevede per il pil italiano un calo del 2,1% nel 2012 e dello 0,4% nel 2013: "Rispetto ad altri paesi dell'area euro, come la Francia o la Germania, l'economia italiana non si è ripresa dalla recessione del 2008-2009". E le conseguenze della situazione economica si riflettono sulle istituzioni finanziarie.

Confermando il rating di Unicredit e IntesaSanpaolo, S&P rivede al ribasso la propria valutazione su 15 banche, anche Monte dei Paschi di Siena. "L'attuale stato dell'economia italiana sta aumentando la vulnerabilità della qualità degli asset delle banche italiane" mette in evidenza Standard & Poor's, precisando che "l'insieme dell'aumento degli asset che presentano criticità e la riduzione delle riserve per la copertura delle perdite sui prestiti espone le banche a un possibile aumento delle perdite, soprattutto se il valore degli asset collaterali si deteriorasse". Alla fine del 2011 gli asset con criticità rappresentevano il 51% del Tier 1 delle banche.

Alla fine del 2008 il rapporto era al 27% ma "alla fine del 2013 sarà vicino al 60%". In ogni caso - precisa Standard & Poor's - "i calcoli sono effettuati sulla media e quindi potrebbero mascherare performance diverse fra le singole banche". L'agenzia di rating precisa di aver considerato, nell'assumere azioni su "32 istituzioni finanziarie italiane", la previsione di un "calo moderato" in termine reali dei prezzi di real estate in Italia nei prossimi anni. "Le banche italiane sono esposte alle deviazioni negative dall'attuale e moderato calo dei prezzi del real estate". Standard & Poor's mantine comunque una valutazione del rischio dell'industria bancaria italiana a '4', ovvero a rischio intermedio, anche se ha rivisto al rialzo - a 5 da 4 - il rischio di credito dell'Italia.

"Standard & Poor's ha preso azioni nei confronti di 32 istituzioni finanziarie italiane" si legge in una nota di Standard & Poor's, dove si precisa che per per 15 istituzioni è stato confermato il rating, per 15 è stato ridotto e rivisto l'outlook di una banca. Confermati invece i rating di IntesaSanpaolo, Unicredit e Mediobanca.

Ecco di seguito le banche di cui Standard & Poor's ha ridotto la propria valutazione

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 84448.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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Ne usciremo quando i giovanotti in giacca e cravatta la smetteranno di fare gli isterici per salvaguardare i capitali dei loro clienti e quando la smetteremo di dare retta a certe agenzie inutili.



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greenwarrior ha scritto:

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Basterebbe bloccare definitivamente le compravendite allo scoperto...[;)]



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MessaggioInviato: 04/08/2012, 13:00 
Cita:
greenwarrior ha scritto:

Ne usciremo quando i giovanotti in giacca e cravatta la smetteranno di fare gli isterici per salvaguardare i capitali dei loro clienti e quando la smetteremo di dare retta a certe agenzie inutili.


Un mio amico mi ha girato una mail che sta girando in rete...... [8)]

FESSI AL MERCATO

Uff. Avevo appena finito di scrivere che i fessi sui mercati si erano fatti fregare ventuno volte , tanti sono stati i summit, quando è arrivato il raccolto della ventiduesima volta che si sono fatti spennare per bene. Vediamo di ricapitolare.

Qualche giorno fa Draghi se ne è uscito dicendo "faremo di tutto per salvare l'euro". Forte di queste dichiarazioni, il mercato è esploso . A quel punto si sono unite la Merkel, Hollande, Monti, Rahoy e via: spread in discesa, CDS in discesa, mercati in crescita.

Immagine
FAREMO DI TUTTTOOOOOOOOOOO!!!!!! (Quello a destra è della Bundesbank).

Ovviamente, se la sera prima qualcuno era andato a cena con Draghi (e con chi volete che vada a cena Draghi? Con altri banchieri e finanzieri) , poteva sapere in anticipo come muoversi.



Dopodiché passa il tempo, i mercati garrono ei CDS sono depressi, e tutto quanto, quando improvvisamente (ma davvero Draghi non lo sapeva 15 giorni fa?) guardate che succede? Che non dice nulla.



Sapete quanto hanno guadagnato i commensali di Draghi, se per caso Draghi si è lasciato sfuggire questa cosa? Qualcosa come 190 miliardi di euro. No, non è una cifra strana , se considerate che solo Milano ne ha persi 88.



Ma davvero questo gioco è rilevante? Eccome. Per le banche europee, andare ad Agosto con 190 miliardi in tasca è comodo, tanto comodo.



Chi ci rimette? E specialmente, come è possibile che ci siano cascato 22 volte e ancora vadano avanti? Beh, possiamo andare a cercare in giro, e lo vediamo subito. Guardate qui:

http://www.bloomberg.com/news/2012-08-0 ... llion.html


Mica male, eh? E per che cosa? Moltissimo (se non tutto) del trading viene fatto da macchine. Nessun umano può reggere quei ritmi. Per cui, in generale le reazioni di quei software sono prevedibilissime.


Basta capire che bastano una o due dichiarazioni per mandare su un mercato, e che ne bastino una o due per mandarli giù, ed il gioco FUNZIONERA' ALL' INFINITO.


Finché sarà possibile fare misure statistiche sulle reazioni dei mercati alle parole di vari protagonisti, e a reagire saranno sempre e solo dei software, che hanno al massimo una indicazione tendenziale dall' operatore umano, sarà COMUNQUE possibile manipolare i mercati manipolando delle dichiarazioni.


È la ventiduesima volta dall'inizio della crisi che questi signori, semplicemente PARLANDO, provocano un rialzo e poi un tuffo dei mercati, o viceversa. E ogni volta si tratta di dichiarazioni ATTESE DA GIORNI, ovvero roba che viene preparata in anticipo.


In un certo senso gli anglosassoni se la sono cercata. Voglio dire, loro manipolano la stampa e le agenzie di rating (che ormai sono un'arma spuntata), allo scopo di creare manipolazioni psicologiche dei mercati. Il loro wishful thinking riguardo alla caduta dell'euro ci è noto da mesi, direi.


Quello che avviene dal lato europeo è che non ci si limita a continui articoli di giornale che buttano ********** e fanno calare o salire i mercati: sono scesi in campo i pezzi grossi.

Se un articolo sull' Economist può seminare pessimismo o speranze e far alzare di qualche decimo di punto degli indici, e alla lunga produrre sconforto e ribasso, in confronto le dichiarazioni di BCE/BUBA e le varie Merkel, i Monti, Hollande&Co sono armi nucleari.

A giudicare da fuori, sembra che esistano due club. Il primo è "Gli amici della Merkel", i quali cantano una musica precisa, sistematica, che manipola i mercati che è una bellezza.

Poi ci sono quelli "fuori dal club", come la Spagna -che sino a quando non accetterà ispettori europei non entrerà nel club- o la Grecia o l' Olanda, che sono, a destini alterni, fuori dal club, e non partecipano al gioco.

I membri di questo club, (Merkel &banche tedesche, Hollande e banche francesi , Monti e banche italiane, BCE e BUBA) hanno scritto uno spartito di dichiarazioni che manipolano i mercati anche più di quanto non facciano le agenzie di rating. Se paragonate l'effetto del declassamento dell'Italia a quello della dichiarazione di Draghi di oggi, (che pure di contenuti ne aveva, perché ha disegnato il processo per arrivare ad uno strumento di difesa), vediamo subito che in confronto Draghi ha avuto una magnitudo quasi 1000 volte maggiore rispetto a Moody's.


Prima o poi qualche genio tra gli angli se ne accorgerà ed inizierà a notare che qualcuno ci azzecca sempre e qualcun altro ci rimette sempre, e si metterà a strillare che i politici europei e la BCE stanno bellamente manipolando i mercati a furia di dichiarazioni.


LA domanda è: quando i mercati smetteranno di agire in maniera isterica? MAI. Sono software. Bisognerà cambiarli tutti prima che si liberino dall'effetto valanga, ma poiché sono progettati tutti per seguire un principio preciso, questo difetto originale RIMARRA' SEMPRE.


Qual è il difetto? Il difetto è quello di seguire un principio che potrei tradurre in questo modo:

se un titolo ha un comportamento molto differente dal resto del mercato e/o dai titoli considerati "sicuri" sul mercato, allora è il titolo più RISCHIOSO.

In Italiano significa che il software è programmato così: fai quello che fa la massa.

Se traduciamo principi come il CAPM (Capital Asset Pricing Model http://it.wikipedia.org/wiki/Capital_as ... model) o qualsiasi altro metodo per la misura dei rischi, infatti, quello che otteniamo è sempre qualcosa di simile: " se ci sono movimenti fai quel che fanno tutti".


Questo produce, come molti fisici avranno immaginato, un numero di Barkhausen (http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Barkhausen) enormemente superiore ad 1: il sistema è pazzescamente instabile, e basta che inizi un'onda di vendite per produrre uno tsunami di vendite.


Se quindi arriva Draghi e se ne esce con la sua dichiarazione, e contemporaneamente alcune banche europee dicono "vendi", l'effetto dominante sarà che i software diranno tutti "vendi" e l'operatore umano, che ascolta Draghi e non trova conforto, non ha ragione di contraddirli.


Siccome i software sono automatici e si basano tutti sul principio del Lemming "segui la massa" e chi li supervisiona è un umano che si basa sugli eventi del momento, è sufficiente una concomitanza di:

Una piccola "botta" di vendite in borsa o di domanda di CDS.
Una dichiarazione sconfortante.
per produrre un crollo di borsa e una crescita generalizzata dei CDS. Ideale per comprare in borsa e per guadagnare sui CDS (se si erano comprati quando costavano poco).


Al contrario, per produrre un rialzo basta che:

Una piccola botta di acquisti in borsa o di offerta sui CDS
Una dichiarazione positiva dei politici.
ed improvvisamente ecco un boom in alto.


Adesso mi direte: ma i mercati non imparano? No, i software che vengono usati di solito non hanno più di 30-40 giorni di memoria, serve a non renderli troppo lenti nel cambiare strategia. Quindi, in realtà il trucco funzionerà a patto di ripeterlo ogni 30/40 giorni.


Voi vi farete due domande: ma non è possibile cambiare questi software?

È possibile ed occorrono anni, solo per le questioni tecniche di sviluppo, testing, e poi di adeguamento ai contratti esistenti.
Occorre che qualcuno scriva le nuove teorie economiche: attualmente, TUTTE le scuole insegnano che andare controcorrente sia la cosa più rischiosa. Occorreranno anni per le teorie e per gli algoritmi.
Allora avrete un'altra domanda: ma i supervisori umani di questi software non possono fermarli? Spesso potrebbero, MA: ma è stato loro insegnato che andare contro la massa sia RISCHIOSO. E in questo periodo i mercati sono allergici al rischio.


Finché, quindi:

Tutti i software sono progettati secondo lo stesso paradigma "segui la massa".
Tutti gli operatori umani credono che non seguire la massa sia rischioso.
Tutti gli enti di mercato sono allergici al rischio.
sarà possibile, per i politici europei, produrre ogni 30/40 giorni una bella altalena.

Ora, che cosa succede tra circa 30/40 giorni?


Ovviamente la decisione della corte costituzionale tedesca. Si sono stupiti tutti della data così lontana della decisione.

Io no.


Scommetto che dopo circa 30/40 giorni dal 12 settembre (data di elezioni e di corte costituzionale) ci sarà un altro summit per decidere, al termine del quale ci sarà un altro su&giù, nel quale i meglio informati guadagneranno un sacco di soldi.


E continuerà così. Finché le banche del "club dei benparlanti" si saranno ricapitalizzate, finche gli investitori anglosassoni non avranno capito che il calvario durerà sinché dura l'attacco, e non si saranno stufati di contare le perdite.

Voi vi chiederete: ma quanto possono tirare avanti questo balletto? Non si stancheranno di vedere sempre gli stessi attori dire le stesse cose? Basta considerare quanti attori ancora non hanno fatto la loro cantatina sul palco:

Bankitalia ancora non ha detto "no". Può sempre entrare in campo in futuro.
La banca di Francia se ne sta zitta , ma può entrare in campo in futuro.
Corti costituzionali di Italia e Francia.
Partiti politici e risultati elettorali.
Il resto dell'eurozona: dopo la Finlandia, quanti cacapistolini possono spuntare fuori ancora?

Questa altalena di manipolazioni del mercato può andare avanti ancora MOLTO più di quanto gli speculatori si possano permettere.


Ed è quello che succederà

Non vi illudete in una fine rapida.

E' sostenibile una tempistica simile? Si, lo e': l' Italia, sinora, ha piazzato il63% del suo debito del 2012 (la tranche più grossa ) ad un tasso medio che si aggira attorno al 3%. Sostenibilissimo.

Allora, ricapitoliamo: che cosa occorre per manipolare il mercato del debito europeo?

Ingredienti:

3-4 capi di stato che agiscano di concerto.
almeno DUE banchieri influenti che facciano sbirro buono/sbirro cattivo.
una decina di banche locali che subito dopo la dichiarazione tirino un "colpettino di vendite" o un "colpettino di acquisti"
il resto delle banche del club che ha lo spartito del concerto in anticipo.
Software di analisi con al massimo 30/40 giorni di memoria.
Software programmati con l'idea che seguire la massa sia buono.
Supervisori umani dei software che sono allergici al rischio.
Supervisori umani dei software che pensano che seguire la massa sia meno rischioso.

Teorie finanziarie basate sull'assioma per cui il titolo che si comporta in maniera difforme da alcune medie o alcuni titoli a rischio zero siano i piu' rischiosi. ed il risultato è assicurato.

Per cui rassegnatevi: ogni 30/40 giorni, ci sarà un altro su. Adesso che a Francoforte hanno scoperto che il trucco funziona sempre, la guerra andrà avanti così ancora per anni.



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rmnd ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

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rmnd ha scritto:

Lascia perdere va, siete voi che vivete di fole cospirazioniste perchè la realtà in quanto tale non vi piace affrontarla.



Beh... concedimelo, che ci possa essere una "cospirazione", non è affatto una idea campata in aria.

Ad esempio, potresti provare a dare una spiegazione a questo:

In Europa, parole di Draghi, c'è un serio rischio di DEFLAZIONE (cioè, in macroeconomia, una diminuzione del livello generale dei prezzi, l'opposto dell'aumento generale dei prezzi che si definisce "inflazione".). E allora... ANCHE se è vero che lo Statuto della BCE non prevede attualmente l'ipotesi di STAMPARE DENARO, così come fa la FED in USA, come mai non si adotta questa contromisura?

Per il pericolo dell'inflazione? Queste sono BALLE.

C'è una deflazione e quindi una soluzione TEMPORANEA come quella della stampa di denaro fresco, aiuterebbe NON POCO gli stati in difficoltà... senza alterare chissà quali equilibri economici....... non ti pare?

Anche lo stesso Obama, è rimasto MOLTO perplesso di fronte alla mancanza di volontà, da parte dell'Europa (ma direi di Germania in primis)
di risolvere il problema in questo modo.

Perchè questo non si fa?
Ce lo sai spiegare?

Poi chissà... magari sono io che non capisco niente di economia.


come dicevo ieri, un'Europa debole fa comodo a molti (leggasi per esempio USA ma non solo) ma anche all'interno della stessa Europa (leggasi Germania)...troppo debolo però non è di nessuna utilità anzi può essere controproducente. Ma riuscire a modulare la crisi senza che la situazione sfugga di mano è difficile, vuoi per tanti giocatori che tirano acqua al proprio mulino e quindi vuoi per troppe variabili da tener conto in un mercato globalizzato.



Dibattito sull’Euro: Il Contributo di Maurizio Blondet (L’incubo di Draghi….)

http://www.rischiocalcolato.it/2012/08/ ... raghi.html

Nota di Rischio Calcolato: vi avevamo detto che avremmo cominciato a mettere in dubbio il dogma (sussidiato) “l’Euro è buono. Punto.” e dunque cominciamo con questo ottimo articolo di Maurizio Blondet apparso su EFFEDIEFFE a cui come sempre consigliamo un abbonamento.




L'incubo di Draghi: nascondere alla gente il segreto della moneta

Maurizio Blondet
30 Luglio 2012

È bastato che Draghi dicesse: «La BCE è pronta a fare tutto il necessario per salvare l’euro, e credetemi sarà abbastanza», perchè «i mercati» esultassero, le Borse salissero gioiose, lo spread calasse un po’ (mica tanto però). Perchè tutti hanno interpretato quelle mezze frasi sibilline come una promessa che la Banca Centrale farà, in un modo o nell’altro, quantitative easing.

S’intende che la monetizzazione del debito, sul piano intellettuale, è la sola cosa da fare per i debitori del Sud-Europa. Premessa: a debiti colossali si fa’ fronte storicamente in due modi: 1) smettendo di pagarli (default) oppure 2) «pagandoli» con moneta creata apposta in sovrappiù, monetizzandoli cioè. In un periodo come quello che attraversiamo – niente crescita, forte disoccupazione e in aumento, e con famiglie e imprese che stanno dis-indebitandosi, ossia riducendo i loro debiti – il potere pubblico deve creare moneta per evitare di entrare dalla recessione alla depressione – come sta già avvenendo. In Europa la monetizzazione è necessaria per evitare che la depressione si estenda, dalla Grecia alla Spagna e all’Italia (già fatto), e al di là al resto dei Paesi europei, a cominciare dalla Francia; e in questo contesto la monetizzazione non è nemmeno inflazionista, in quanto non farebbe che contrastare gli effetti di deflazione del dis-indebitamento degli attori economici privati.

Ora, però, i «mercati» aspettano di vedere: come farà, Draghi? Non solo perchè monetizzare è vietato dal regolamento della BCE, non solo per la netta contrarietà dei tedeschi, i padroni di fatto, ostinati ad esigere che i meridionali attuino i loro programmi di risanamento dei debiti, a forza di austerità. È anche che tutte le altre misure indirette tese più o meno a questo scopo – acquisto dei titoli dei Paesi indebitati sul mercato secondario, tagli del tasso primario, LTRO (il mega-prestito alle banche) – sono stati già tentate, senza effetto. Le banche riempite di denaro dalla BCE all’1% non hanno creato moneta-credito, se la sono tenuta (e in parte, i privati non l’hanno chiesta). Stavolta, la BCE dovrebbe – come facevano ai bei tempi le banche centrali, quando erano organi di Stati sovrani – monetizzare direttamente al Tesoro, ossia comprare i titoli di debito del Tesoro italiano, spagnolo eccetera non sul mercato secondario ma direttamente dallo Stato emettitore, con moneta creata a questo scopo, e magari al tasso dell’1% fatto alle banche. Il problema dello spread sarebbe eliminato all’istante, perchè Spagna e Italia non avrebbero più bisogno di offrire tassi alti ai mercati per farsi prestare da loro i soldi. Ma…. Orrore! Tabù! Non si fa’!

Soprattutto, questa cosa rischia di rivelare alla gente comune il segreto del denaro che deve ad ogni costo essere celato alle grandi masse: che il denaro di oggi, «fiat money», la banca centrale lo può «stampare» in qualunque quantità(1). E chi lavorerebbe più, sapendolo? Chi pagherebbe più le tasse, anzichè pretendere che i poteri pubblici si coprano le spese stampando moneta? Come convincere i popoli che le spese dello Stato vanno bilanciate con le entrate, che bisogna «risanare le finanze», e riportare il debito pubblico al 60% del Pil? Chi accetterebbe più accuse del tipo: «avete vissuto al disopra dei vostri mezzi, ora tirate la cinghia?». Chi accetterebbe le austerità e i «compiti a casa»?

Stampate, stampate, direbbero le masse magari attizzate dai demagoghi; i politici demagoghi griderebbero alla banca: stampate, stampate! (l’hanno già fatto).Tutti pretenderebbero di vivere con stipendioni, come quelli di cui godono solo le minoranze privilegiate, gli attuali parassiti pubblici collettivamente detti «La Casta», e i banchieri, finanzieri e speculatori (che sono al corrente del segreto). E sarebbe la rovina: della moneta, dell’economia e della morale stessa. Tutto finirebbe in anarchia, crollo della produzione, e un’inflazione tipo Weimar, o Zimbabwe (230 milioni per cento). Così, tutto ciò che stiamo passando – spread alle stelle, rincaro del costo del debito, austerità, tagli allo stato sociale, obbligo di pareggio del bilancio scritto in Costituzione – ha, in fondo, un grande scopo: far credere alla gente comune che denaro disponibile, per lei, non ce n’è.

Non ci credete? Posso citarvi un passo di Paul Samuelson – economista Nobel – che lo ammette. La credenza che il bilancio dev’essere equilibrato in permanenza, dice, è «una superstizione»; ma una superstizione utile, perchè se la gente smette di crederci, «si perde la difesa che ogni società deve avere contro la spesa fuori controllo». Samuelson la paragona ai miti con cui «la religione spaventava la gente per indurla a comportarsi come esige il mantenimento a lungo termine della civiltà». (Blaug Mark, John Maynard Keynes: Life, Ideas, Legacy, St. Martin’s Press, New York, 1990, 95 p., p. 63– 64)

Il segreto deve dunque essere mantenuto ad ogni costo. Riservato a pochi iniziati (che ne approfitteranno per arricchirsi smodatamente). È il motivo per cui i banchieri centrali si esprimono, come l’oracolo di Delfo, con frasi sibilline, ambigue e anfibole (a doppio senso); che si ammantano di maestà da Venerati Maestri, e sacralità da sacerdoti, coltivano il più assoluto riserbo, e compiono le loro operazioni impegnando tutti i presenti al silenzio dei mysteria antichi. Draghi si comporta appunto così.

Il guaio è che la secolarizzazione dilagante intacca anche questo tipo di sacrum.

In passato, i banchieri centrali facevano le loro manipolazioni e moltiplicazioni monetarie sotto il velame del tabù che i pochi media non osavano violare; l’economia monetaria era materia esoterica, che i giornali non spiegavano mai; ma oggi c’è internet e ci sono i blog alternativi, che spifferano e dissacrano, e riconoscono immediateamente, sotto i panni augusti del Venerato Maestro, il Solito scorretto o il Ben Noto Marpione. Si aggiunga che proprio in tempi di emergenza come questi, i giocolieri devono fare operazioni dove il trucco rischia di vedersi. Tipico esempio, lo LTRO fatto da Mario Draghi.

Come abbiamo detto, tutti gli inghippi, i limiti legali e la «indipendenza» della Banca Centrale servono a far credere alla gente comune che di denaro, per lei, non ce n’è. Ma come farglielo credere, dopo che la gente ha visto Draghi dare1000 miliardi alle banche all’1%? Vero è che la BCE ha fatto finta di sborsare quei soldi facendosi dare dalle banche, in cambio, titoli posseduti da queste, titoli di credito; ma di tale bassa qualità, e così dubbia esigibilità, che un politico tedesco, Frank Schaeffler, ha sibilato rabbioso: «Se continua così, la BCE accetterà in garanzia anche vecchie biciclette».

Insomma, s’è visto che quella era creazione monetaria ex nihilo bella ed buona, fatta in quel modo indiretto per consentire un profitto alle banche private, che con quei soldi all’1 dovevano comprare i Bot al 5 o al 7%; in modo da «aiutare», prestando loro ad interesse, gli Stati che s’erano indebitati fino all’insolvenza per aiutare le loro banche, accollandosi (cioè accollandoli al contribuente) i buchi delle loro follie… La ragione fornita è che la Banca Centrale europea ha il divieto di prestare direttamente agli Stati. Banca d’Inghilterra e Federal Reserve hanno invece creato dal nulla fondi, in parte per comprare debiti sovrani dei loro Stati; ciò che va a profitto della collettività, perchè il debito costa meno caro ai contribuenti. La regola generale implicita dei divieti, dei miti e dei terrorismi («Austerità, o il default e l’uscita dall’euro!»), è quella: prima le banche. Per questo la promessa di Draghi di «fare tutto ciò che serve per salvare l’euro», può anche suonare: «Lotteremo finché sarete tutti morti».

Spagna e Italia devono chiedere soldi ai mercati, e pagare tassi del 7%. La Grecia, del 30%. Inevitabile, ci dicono, altrimenti non avranno i soldi per pagare gli stipendi, o – come minacciano i mascalzoni che sgovernano le provincie – «non potremo riaprire le scuole» (se ci provano, uno Stato normale li arresterebbe); oppure dovremo svendere i patrimoni nazionali, privatizzarli. Quello che non ci dicono, è che questa umiliante situazione è del tutto artificiale. Conseguenza della perdita di sovranità.

Una banca centrale che detiene la stampante dei soldi non può essere a corto di denaro. Per uno Stato che dispone del monopolio dell’emissione di moneta – e usa questo potere con la testa sul collo – , non c’è problema di solvibilità. Si finanzia con la propria moneta, creandola, senza bisogno di altre fonti di approvvigionamento. Tutto ciò che occorre è che accetti di essere pagato con la sua moneta, sostanzialmente la accetti in pagamento delle tasse.

Questa è infatti una funzione delle tasse, forse la prima: creare domanda per questa moneta. Se le imposte sono da pagare in questa moneta, diventa utile procurarsela, anche se è solo carta. In teoria, lo Stato non avrebbe bisogno di tassare i cittadini per procurarsi i soldi, visto che può stamparli. Ma – a parte il fatto che anche lo Stato sovrano deve far credere che, per i cittadini, il denaro è scarso e costa sudore – qui interviene l’altra funzione della torchia fiscale: regolare la massa monetaria presente nell’economia. Finchè ci sono da finanziare scambi supplementari, finchè c’è da finanziare risparmio, si può far girare la stampatrice, senza tassare. Ma quando ha fatto girare troppo la macchina stampa-soldi, nell’economia reale resta massa monetaria eccedente, che non trova utilizzo e di cui dunque l’economia si scarica facendo rincarare i beni. È l’inflazione. Per continuare ad offrire beni e servizi senza inflazione, bisogna dunque ritirare questa massa di moneta in eccesso tassandola.

Ma torniamo al discorso: uno Stato che ha il monopolio dell’emissione non ha problemi d’insolvenza. Chi dice che non è possibile, che presto o tardi quella moneta sarà deprezzata sui mercati mondiali o travolta dall’inflazione fino a fare di quello Stato un paria (come la Grecia?), sorvola sull’esempio del Giappone. Vent’anni fa, il Giappone entrò nella sua crisi ormai ventennale (da bolla finanziaria-immobiliare) con un debito pubblico pari al 50% del suo Pil. Oggi il debito è al 230%. In tutto questo periodo non solo non ha conosciuto alcuna iper-inflazione (anzi, è in leggera deflazione: i prezzi calano), ma lo yen non s’è deprezzato tragicamente. Non ha subito alcun attacco speculativo, mai ha dovuto pagare ai «mercati» interessi altissimi per convincerli a comprare i suoi titoli del debito pubblico; mai ha conosciuto, come noi, il problema dellospread. Anzi, il tasso d’interesse ha seguito molto da vicino il tasso direttore, quello sancito dalla sua Banca Centrale. Come mostra la grafica qui sotto:

Immagine

Il tasso del debito pubblico a lungo termine (rosso) segue il tasso direttore (blu) della Banca del Giappone, cioè quello che la banca centrale fa’ pagare alle banche private; i tassi a breve (verde, giallo) sono addirittura avvinghiati al tasso primario. Ciò significa che è la banca centrale d’emissione, e non i «mercati», a decidere quanto pagare d’interesse sul suo debito pubblico. È lo Stato che ha in pugno le banche, e non il contrario. Non c’è speculazione, non c’è «austerità» obbligatoria perchè altrimenti «il Giappone fa’ fatica a finanziarsi» e dovrà indebitarsi a più caro prezzo, «per trovare risparmiatori (investitori) disposti a prestargli». Anzi. Gli investitori fanno a gara per procurarsi buoni del tesoro giapponesi, anche se rendono modestamente.

Ecco come funziona uno Stato che ha mantenuto il monopolio dell’emissione monetaria, governato da una dirigenza con la testa sul collo,che si sente responsabile verso il Paese.

Naturalmente, i difensori ideologici dell’euro e di «più Europa» ribattono che il Giappone può fare così, perchè è la seconda potenza industriale del mondo e vende i suoi Bot ai suoi cittadini, non sui mercati esteri (2). Sarà. Ma a parte il fatto che anche gli italiani hanno dei risparmi e sono sempre stati propensi a comprare i titoli di Stato, con un decente interesse, chiediamoci se «fanno fatica a finanziarsi», se «sono aggrediti dalla speculazione», Paesi come gli Usa, la Svizzera, l’Australia, la Danimarca, l’Africa del Sud, la Nuova Zelanda, la Svezia, il Brasile, il Regno Unito, Taiwan, il Canada, eccetera eccetera. Sono Stati grandi e piccoli, ben governati e mal governati, economicamente forti o deboli. Hanno una sola cosa in comune: hanno il monopolio della propria emissione monetaria. Se uno di questi Stati smette di pagare i creditori, lo fa’ per sua decisione arbitraria, ossia sovrana. Non c’è alcuna forza esterna che possa farlo andare in bancarotta come la Grecia, presto la Spagna e fra poco l’Italia. Non solo: la Francia, tra le due guerre, ha avuto un debito pubblico pari al 140% del Pil, e tuttavia stabilizzò il franco senza particolari difficoltà.

Perchè, quanto ai tassi d’interesse che deve versare sul debito pubblico, uno Stato sovrano li padroneggia, senza dover dipendere dai mercati: è propriamente il compito della sua Banca Centrale di regolare i tassi a cui si presta il denaro, attraverso il suo tasso primario.

A questo punto, gli euro-ideologi e i loro maggiordomi mediatici ricorrono al terrorismo. Tornare alla sovranità monetaria? Ma la lira si svaluterebbe tragicamente, i vostri risparmi sarebbero decurtati catastroficamente, perdereste potere d’acquisto; nessuno farà più credito al Paese; l’inflazione galopperà.

Nessuno afferma che il ritorno alla lira sarà una passeggiata. La correzione di un grande errore richiede grandi sforzi e sacrifici: sacrifici al fondo dei quali però c’è la sicura ripresa, al contrario dei sacrifici attuali dettatici da Monti e Merkel, senza fine e senza prospettive. Qui preme sfatare due dei concetti che ci vengono terroristicamente presentati per dissuaderci.

La moltiplicazione di moneta dal nulla per comprare i buoni del Tesoro gonfierà i bilanci delle banche e riverserà una valanga di crediti sull’economia reale, creando altra moneta (oggi sono le banche che la creano indebitando), e provocando iper-inflazione. Ma no. Non è così facile che il denaro arrivi nelle tasche dei consumatori. Perchè la valanga del credito si verifichi, occorre che sia chiesto e voluto dal settore privato, e che le banche giudichino affidabili quelli che lo chiedono. Come vediamo, i mille miliardi prestati da Draghi alle banche hanno clamorosamente mancato di riversarsi nell’economia reale provocando l’orgia del credito. E il Giappone, benchè ci abbia provato fino ad avere quel debito pubblico enorme, «non è riuscito» a produrre quel po’ d’inflazione che gli servirebbe per far uscire la sua economia dalla deflazione-depressione. L’inflazione comincia ad alzare la testa quando si raggiunge il pieno impiego e le imprese lavorano al 100% della loro capacità produttiva; non è certo questo, oggi, il caso (se oggi una certa c’è inflazione, è dovuta alle materia prime importate, e alla massa eccessiva di parassiti pubblici che in Italia consumano senza produrre).

Tanto più che la BCE, come qualunque Banca Centrale, ha cura di «neutralizzare» questi suoi interventi. Ma come lo fa, oggi? Tenetevi forte: facendosi imprestare dalla banche private il denaro che essa stessa ha creato, ossia pagando loro un interesse per ritirarlo (3). Questo è un obbligo scritto in lettere di bronzo sugli statuti. Forse non c’è prova più chiara del fatto che l’interesse delle banche è sempre in primo piano: ma è uno dei segreti che non si devono rivelare. C’è un modo gratuito di riassorbire il denaro in più? Certo. Uno Stato sovrano può lasciarlo semplicemente creare, e tassarlo in tempo utile.

L’altro mito terrorizzante da demistificare è il seguente: «Se torniamo alla liretta svalutata, magari dopo aver fatto default, i mercati ci puniranno, non ci faranno più credito». La realtà è che oggi i mercati tendono a non farci più credito, temendo il nostro default – a causa dell’euro. La Spagna già è in bilico: i suoi buoni non trovano compratori, e per questo deve chiedere i soccorsi europei, che glieli comprino al posto dei «mercati». Si può star certi che, appena avessimo svalutato, avremmo alla porta file di investitori pronti a prestarci denaro: e chi non farebbe credito a un’Italia (del Nord) che a quel punto avrebbe riacquistato tutta la sua competitività? Dove l’attività sarebbe in febbrile ripresa, le cui fabbriche sarebbero tornate a ronzare per soddisfare gli ordinativi, e a portar via le fette di mercato che la Germania ci ha defraudato? Ed anche i Bot e i BTP, una volta subita la svalutazione, tornerebbero appetibili proprio per questo.

Non è una speranza, è una certezza. Il ministro argentino dell’epoca della bancarotta, l’economista Roberto Lavagna, l’ha raccontato in varie interviste:a poche ore dal default, già una grossa banca d’affari internazionale gli telefonava proponendogli di ricominciare ad indebitare lo Stato, perchè a quel punto i bond argentini erano tornati convenienti. Fu Lavagna a rifiutare, per non ricominciare subito il giro dell’indebitamento.

I terroristi che ci vogliono tenere legati alla macina da mulino chiamata euro, altrimenti sarà l’inferno, hanno mancato di notare un recente studio di Merrill Lynch intitolato «Game theory and euro breakup risk premium». Uno studio molto originale, che usa la teoria dei giochi per stabilire quale Paese dell’eurozona abbia il maggior «incentivo» ad uscire , s’intende «ordinatamente», dalla moneta unica; analizzando tutti i pro e i contro, i guadagni e le perdite per ciascun Paese. Ovviamente tenendo conto del «Paesi con grandi bisogni di finanziamento (come il nostro) sarebbero più vulnerabili», e «avrebbero un accesso limitato per qualche tempo ai mercati di capitali e ai finanziamenti esteri», fatti negativi da bilanciare però con «l’impatto sulla crescita» che verrebbe dall’uscita. Non ve lo spiego perchè sarebbe complicato, chi vuole può andarselo a leggere qui: Game theory and euro breakup risk premium.

Vi dò solo le conclusioni. Secondo Merrill Lynch, a perderci di più sarebbe la Germania, che subirebbe un apprezzamento del nuovo marco del 14%, e un taglio del suo Pil del -7%. In Grecia, la neo-dracma si svaluterebbe del 12. Per l’Italia, la neo-lira (dopo magari oscillazioni drammatiche) si deprezzerebbe dell’11%, sicchè la differenza tra lira e marco sarebbe del 25%, abbastanza da danneggiare gravemente l’export tedesco.

Ma quali sono i Paesi in deficit che, tornando alla moneta nazionale, vedrebbero un clamoroso aumento dell’export? Al primo posto c’è l’Irlanda, che guadagnerebbe il 7% del Pil. Al secondo posto – sorpresa sorpresa – l’Italia, il cui Pil salirebbe del 3% del Pil. Seguita a ruota da Grecia e Spagna. I problemi del Club Med sarebbero in via di rapida soluzione. Dalla recessione alla ripresa e alla crescita.

La Germania non potrebbe più spacciare i titoli del suo debito pubblico a tassi zero o sotto-zero: il costo dell’indebitamento salirebbe, per Berlino, di quasi 1 punto (80 punti-base). La Repubblica federale perderebbe lo status di «rifugio» per i capitali in fuga. Per l’Italia, dato il suo enorme debito, il vantaggio su questo sarebbe modesto: -20 punti-base. Ma il Portogallo vedrebbe una diminuzione del costo per indebitarsi di quasi il 6%, l’Irlanda del 4%, e la Spagna quasi l’1% in meno. Persino la Grecia farebbe economia sul costo del debito (anche senza contare la possibilità recuperata di monetizzarlo), visto che lo vedrebbe calare di un 22%.

Ma è soprattutto l’uscita dell’Italia – più grossa dell’Irlanda e più industrializzata di tutti – che la Germania deve temere, valuta Merill Lynch. Tanto più che l’Italia è quella che dopo la piccola Irlanda, ha la maggior convenienza ad uscire. Al punto che lo studio si domanda: Can Germany bribe Italy to stay? Ossia: La Germania pagherà una bustarella all’Italia per farla restare nell’euro?

Possiamo rispondere tranquillamente di no. La Germania non ha bisogno di pagarci, perchè a farci restare nell’euro – e gratis – ci pensano Monti, Napolitano, Draghi . Tutti pronti a «fare tutto quel che serve per salvare l’euro», fino a che saremo tutti morti.

Post Scriptum: quel che abbiamo scritto sopra non vuole essere una giustificazione per non ridurre l’immane debito pubblico, nè una scusa offerta alla classe politico-parassitaria che ci pesa sul collo per non tagliare le enormi spese improduttive, provincie, comuni, Regioni, tangenti della Sanità, con cui ha alimentato le clientele, fino a distorcere la struttura stessa del sistema economico. È questa classe che ci ha portato al punto in cui siamo. Ciò che abbiamo detto sopra serve solo a dimostrare i tecnocrati e banchieri, che si sono impadroniti del potere sulla moneta con la scusa che i politici sono corrotti e inclini alla spesa pubblica senza freno, non hanno dato miglior prova. Nè di competenza, nè di onestà.

Come ho detto, il potere di monetizzare richiede una classe politica con la testa sul collo, capace di usarlo cum grano salis ed un forte senso di responsabilità e lealtà verso la comunità, anche quella futura. Restituire la sovranità monetaria allo Stato, finchè è governato da questi qua, sarebbe assurdo. Bisogna prima eliminarli.

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1) Gli accorgimenti che probabilmente Draghi adotterà saranno altri acquisti sul mercato secondario (liberando le banche di titoli marci); si ventila l’idea di attribuire al Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) lo status di banca, ciò che permetterebbe allo ESM di finanziarsi presso la BCE, ossia avere fondi senza limiti con cui poi comprare titoli spagnoli e italiani. Questi metodi indiretti e macchinosi (perchè non dare agli Stati , allora, lo statuto di banche, onde possano poppare alla mammella BCE senza intermediari?) servono essenzialmente a nascondere il gran segreto: che la moneta ex nihilo si crea a volontà.
2) Un altro argomento contro il modello giapponese, sostiene che nonostante la larghezza monetaria, il governo nipponico non ha avuto successo nel far uscire la sua economia dalla stagnazione. Rettifichiamo: il Giappone non ha avuto successo con il quantitative easing; ritorno alla «austerità» è stato un fallimento; però stava avendo successo con la monetizzazione del debito. Il ritorno alla normalità è stato rovinato dalla crisi finanziaria mondiale innescata dai subprime (americani) nel 2007. Poi c’è stato il tragico tsunami. Per chi vuole approfondire questo tema: Le point sur le Japon.
3) Da un sito francese traggo questo esempio: 1) Siete una banca che ha 1000 titoli spagnoli (o italiani) ed ha paura di perderci troppo. 2) Per calmare la vostra ansia di banchiere – non sia mai che ci perdiate del denaro – la BCE vi raccatta questi titoli, dandovi in cambio i soldi all’1%. 3) Si è dunque passati da una situazione: «banca privata 1000 obbligazioni discutibili/BCE 0», a «banca privata 1000 di liquidità utilizzabile/BCE 1000 di titoli discutibili». Se ci si ferma qui, si vede che la BCE ha creato moneta dal nulla, e questo può creare inflazione, ciò che è contrario agli statuti della BCE. 4) Allora la BCE, per neutralizzare l’emissione, chiede in prestito alle banche private il denaro che ha creato. 5) Situazione finale. Banca privata: credito di 1000 sulla BCE non utilizzabile/ BCE: 1000 obbligazioni marcescenti più 1000 di liquidità, menogli interessi versati alla banca privata. «Alla fine – commenta il sito – non c’è creazione monetaria, ma ‘solo’ la BCE che rimpie il suo bilancio di attivi marci, e in più paga degli interessi su questo… o detto in altro modo, la BCE ha tolto una spina dal piede della banca privata, e paga per questo. È bella la vita delle banche private! E beninteso, tutti i particolari sulle banche beneficate, sui titoli raccattati, sugli interessi versati, sono segreti». (Les rachats de titres)



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 05/08/2012, 12:52 
La crisi è solo una grande truffa! Ecco tutte le ragioni

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http://www.nocensura.com/2012/08/la-cri ... -ecco.html

Ma cosa è questa crisi? Cosa ha causato la crisi? Perché persiste e perché si è trasformata in recessione? Come faremo ad uscirne? Queste sono domande che assillano addetti ai lavori, cittadini, giornalisti e – nonostante qualcuno abbia sostenuto teorie strampalate verificatesi fallaci – siamo ancora lontani dalla soluzione, forse proprio per il fatto che non si è dato retta a chi ritiene che il problema stia tutto nella moneta a debito di cui lo Stato è monopolista.

L’associazione Ludwig von Mises Italia è lieta di presentare la versione italiana del documentario “Frode. Il perché della grande recessione”, di cui ha curato la traduzione e sottotitolatura. Esso ripercorre i passaggi salienti che dall’inizio del nuovo secolo hanno portato a quella grave crisi economica che oggi subiamo sempre di più come minaccia alle nostre libertà, al nostro reddito ed al tessuto sociale che avvolge il nostro benessere. Quanto di diverso il lettore troverà in questo documentario, rispetto ad altra propaganda, è un’analisi radicale nella prospettiva della Scuola Austriaca di economia che denuncia il nefasto legame tra governi e settore bancario, saldato a danno di ciascun individuo tramite quotidiana violazione dei suoi diritti di proprietà.


Non c’è alternativa: il ritorno ad una moneta-merce privata, un sistema bancario a riserva intera e l’abolizione dell’istituto di banca centrale sono la via d’uscita dalla piaga dei cicli economici e dall’ambiente di interventismo inflazionista che li genera.

Comprendere, prima di agire insomma: buona visione.


CLICCA QUI
PER VEDERE IL DOCUMENTARIO


http://vimeo.com/46143117



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MessaggioInviato: 05/08/2012, 20:04 
A leggere queste notizie mi cade il latte alle ginocchia... per non dire di peggio! [:(!]

Non è detto che sia così negativo per il nostro Paese
Il MES: una corda al collo... che può farci bene

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In questi giorni [l'articolo è datato 19/07/2012 ndr] la Camera dei Deputati sta approvando il cosiddetto MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), un accordo tra gli Stati europei per stabilizzare i conti pubblici. La norma principale riguarda la riduzione del debito pubblico: va ridotto entro 20 anni dall'entrata in vigore dell'accordo (fissato nel 2014) al 60% del Pil. E per raggiungere questo obiettivo, il rapporto deficit/Pil va ridotto di un ventesimo all'anno per la parte superiore al 60%. Nel caso dell'Italia, dato che il nostro debito pubblico è sopra il 120% del Pil, la riduzione dovrebbe essere di circa il 3% del Pil all'anno (120%-60%, il tutto diviso 20).

Se si leggono i link che circolano su Internet o si ascoltano le parole di talune persone - come Paolo Ferrero, segretario della Federazione della Sinistra - questo accordo viene rappresentato come un cappio al collo degli italiani o peggio. Ma è veramente così?

Innanzitutto bisognerebbe leggere il MES, che nell'ultima versione, quella in via di approvazione. Nell'ultima versione, l'accordo attenua notevolmente la rigidità iniziale, stabilendo che, se un Paese è in difficoltà economica, può contrattare misure leggermente diverse da quelle previste nell'accordo; anche se alla fine l'obiettivo del 60% nel rapporto debito/Pil deve essere mantenuto. E già questo segna una differenza non da poco.

Tuttavia è chiaro che questo non basta. E' il momento in cui serve una politica economica di lungo periodo che pianifichi - almeno come linea tendenziale - lo sviluppo economico nei prossimi venti anni. E' chiaro che non parlo di qualcosa di simile ai piani quinquennali di stampo ex URSS, perchè' servono a ben poco. Parlo piuttosto di qualcosa di simile a quanto fatto tra il 1996 e il 2001 dal governo Prodi e poi proseguita dai governi D'Alema ed Amato. In quel quinquennio vennero poste le basi per ottenere una riduzione del debito pubblico rispetto al Pil ed una crescita dello sviluppo economico del Paese. Infatti, da una parte vennero predisposte leggi per ridurre il deficit (che nel 1996 era intorno all'8% del Pil e nel 2001 era sotto il 3%) tagliando le spese e aumentando le tasse - misure che oggi non si possono prendere più -; ma dall'altra parte si fece una legge, quella del "prestito d'onore", per lo sviluppo economico.

Per chi non la ricorda, riassumiamo brevemente: era una legge che concedeva un prestito fino a 60 milioni di lire a chiunque volesse creare una società individuale. Bisognava predisporre un "business plan" (cioè l'elenco delle cose che si intendevano acquistare con quei soldi), cosa che si poteva fare anche con l'aiuto degli uffici dell'Imprenditoria Giovanile. Se la domanda veniva accettata, bisognava frequentare un corso presso la stessa IG, dove si imparavano le basi per la gestione di una società; al termine si aveva il finanziamento. DI cui il 60% era a fondo perduto e il 40% da restituire con un tasso tra l'1 e il 2% nell'arco di 5 anni. Con questa misura vennero create 300 mila società individuali, cioè 300 mila nuovi occupati. In questa maniera, unita al calo del deficit, al crollo del debito pubblico (che passò dal 121% del Pil nel 1996 al 105% nel 2001) e ad altre misure, si creò un "sentimento positivo" che spinse il Pil a crescere oltre il 3% nel 2000. Quello che bisogna fare è esattamente questo: creare nuova occupazione, spingere la domanda interna verso l'alto e far crescere il Pil. Ed è chiaro che questo non potrà essere ottenuto con le misure che sono adottate negli ultimi anni dal governo Berlusconi e dal governo Monti: taglio del welfare, taglio dei salari, precarizzazione del lavoro, ecc. Ed è inutile blaterare di taglio delle tasse, una misura che agevola sempre i più ricchi, non chi già adesso paga poche tasse perchè ha redditi molto bassi. Quello che si deve fare è aumentare i salari e le pensioni, in modo da spingere la domanda interna, che ora è asfittica semplicemente perchè la maggioranza degli italiani non riesce neanche a comprare l'essenziale fino alla fine del mese.

E' necessario dare loro più denaro affinchè abbiano più soldi da spendere. E da dove si possono prendere questi soldi? Oggi un rapporto di Confcommercio dice che ogni anno vengono evasi 154 miliardi di euro. Altre fonti arrivano a 350 miliardi l'anno. Ecco dove andarli a prendere. Se questi ladri - perchè la persona che evade il fisco è uno che sta derubando tutti i contribuenti onesti - pagassero il dovuto, potremmo azzerare il debito pubblico in 15 anni e rientrare nei parametri del MES in 7 anni, anzichè in 20.

Naturalmente è inutile sperare che questi farabutti vengano da soli a pentirsi di quanto fatto. Bisogna cambiare le leggi, per punire più severamente chi evade. Un'altra voce su cui intervenire sono i politici: eliminare i consigli provinciali, le giunte e i Presidenti di provincia permetterebbe di risparmiare oltre 3000 stipendi di politici, cioè centinaia di milioni di euro. Oppure vendere quasi tutte le auto blu (2000 bastano e avanzano e noi ne abbiamo 65 mila secondo l'ex Ministro Brunetta; 650 mila secondo altre fonti della Pubblica Amministrazione) ci consentirebbe di risparmiare miliardi di euro ogni anno senza colpire minimamente la crescita del Pil.

Quindi, come si vede, il MES è una corda, ma non è detto che sia una corda al collo. Certo, se dovessimo fare come dice Ferrero, tagliare le spese o aumentare le entrate., per 45 miliardi l'anno, sarebbe impossibile. Ma se si aumentassero le entrate bastonando gli evasori fiscali, utilizzando poi questi soldi per aumentare i salari, si avrebbe una crescita del Pil così elevata da rendere inutile fare i tagli. Non solo: cominciare a ridurre il rapporto debito/Pil, avrebbe anche un altro effetto positivo: lo spread si ridurrebbe, si ridurrebbero i tassi di interesse dei nostri titoli di Stato e cominceremmo a risparmiare anche su quel versante.

Quindi, tanta paura per il MES è ingiustificata, se vengono eletti politici in gamba; è giustificatissima se continueranno a governare i Berlusconi e i Monti che hanno distrutto il tessuto economico e sociale del Paese. Come si vede, alla fin fine la scelta è di noi cittadini. Saremo noi a decidere se ci aspetta il paradiso o l'inferno.

Anche perchè c'è un altro problema molto sottovalutato. Questa crisi va risolta al più presto, se vogliamo salvarci. Infatti una nuova crisi, molto peggiore di quella attuale, è in via di incubazione. Non si può fare nulla per impedirla, perchè è sistemica, ma dobbiamo essere pronti quando scoppierà, cioè tra 10 o 15 anni. Ed è chiaro che per allora il nostro debito pubblico dovrà essere sceso di molto, altrimenti la crisi economica, in un Paese economicamente debole ha effetti molto devastanti (vedi la Grecia). Insomma, mettiamola così: siamo nella situazione di un tossicodipendente che deve smettere. Per questo, se lo usiamo con intelligenza, può bastare il MES: ci facciamo legare, in modo da superare la prima e più violenta crisi di astinenza. In modo che poi, quando arrivano le successive, siamo pronti e non ne abbiamo più bisogno.

di Antonio Rispoli

Fonte: http://www.julienews.it/notizia/editori ... li_11.html



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Atlanticus81 ha scritto:

A leggere queste notizie mi cade il latte alle ginocchia... per non dire di peggio! [:(!]

Non è detto che sia così negativo per il nostro Paese
Il MES: una corda al collo... che può farci bene



Siamo letteralmente alla follia...... [:D]

A proposito, quando hai tempo, mi dai un tuo parere su questo?
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=239893

Ti ringrazio molto [;)]



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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

A leggere queste notizie mi cade il latte alle ginocchia... per non dire di peggio! [:(!]

Non è detto che sia così negativo per il nostro Paese
Il MES: una corda al collo... che può farci bene



Siamo letteralmente alla follia...... [:D]

A proposito, quando hai tempo, mi dai un tuo parere su questo?
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Ti ringrazio molto [;)]


Ops... me l'ero perso! Me lo leggo con calma a mente fresca e vi faccio sapere!

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Non sono convinto del progetto della federazione stati uniti europea, a differenza degli stati uniti d'america non condividiamo la lingua, abbiamo culture diversificate in modo molto più marcato ed economie troppo diverse.

Perchè bisogna fare sta cosa non si capisce proprio se non quello di avere controllo dell'europa in modo più veloce ed efficace.

Se fra 2 anni la situazione è ancora cosi, penserò seriamente di uscire dall'europa.



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