Ancora un estratto di questo interessantissimo libro:
http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/ ... umanti.php Dieci anni sono passati da allora e nessuna verità accettabile è emersa per spiegare perché e come l'11 settembre sia potuto accadere. Centinaia di migliaia di persone, in tutti i continenti - ma soprattutto decine di migliaia di cittadini americani, insieme alle famiglie delle vittime - hanno continuato a scavare per estrarre dalle macerie di Ground Zero, dal Pentagono sventrato, da un campo della Pennsylvania, qualche brandello di verità. Il tutto nel silenzio tombale del mainstream media. Un silenzio accompagnato da sistematici tentativi di impedire l'emergere di ogni informazione, analisi, studio, in grado di raggiungere i grandi pubblici dell'Occidente. L'11 settembre è stato trasformato in un tabù impenetrabile, una pagina chiusa e da non riaprire, una tomba collettiva in cui deve rimanere sepolta per sempre ogni possibile interpretazione diversa del complotto che l'amministrazione americana di Bush e Cheney ha imposto al mondo intero.
Ci hanno raccontato che gli asini volano, e decine di migliaia di giornalisti hanno chinato il capo; migliaia di giornali hanno sparato la favola nelle prime pagine; migliaia di televisioni ci hanno mostrato le stesse, mostruose immagini della tragedia, accompagnandole con gli stessi, identici commenti, tutti senza senso. E, subito dopo, hanno voltato pagina, descrivendoci le gesta di onnipresenti ramificazioni di una cosa chiamata Al Qaeda, che è - come è già stato ampiamente dimostrato - invenzione dei servizi segreti occidentali, per giustificare misure di sicurezza, di sorveglianza, di penetrazione nella privacy dei cittadini, per descrivere atti terroristici che arrivavano sempre in modo provvidenziale per tenere alta la tensione mondiale. Ci hanno periodicamente riesumato immagini e voci di diversi (incontestabilmente, clamorosamente) Osama bin Laden, senza mai chiedersi se Osama bin Laden fosse ancora vivo, tenendo conto che si sapeva con certezza che era già gravemente malato nel 2001. La lotta al terrorismo internazionale continua, riducendo sempre di più il tasso di libertà di milioni di persone, in ogni angolo della terra; le guerre si moltiplicano.
Nel frattempo non un solo processo si è celebrato negli Stati Uniti contro alcun responsabile di quel massacro. Ma abbiamo saputo, senza che nessuno dei grandi media mondiali chiedesse riscontri di documentazione, che altri, a cominciare da Khaled Sheikh Mohammed, si sono addossati tutta la responsabilità dell'11 settembre. Del resto avevamo già scoperto che Osama bin Laden non risultava ricercato da nessuna parte, nemmeno negli Stati Uniti, per l'11 settembre. Sappiamo che Khaled Sheikh Mohammed e altri, ancora imprigionati a Guantànamo Bay, sono stati torturati selvaggiamente per mesi e mesi. Quel poco che pare sia emerso è il risultato di quelle torture, quindi completamente privo di ogni validità giuridica in qualsivoglia processo che dovesse compiersi negli Stati Uniti o in altri paesi del mondo. Prova ne sia che, mentre scrivo queste righe, giunge la notizia che il ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Eric H. Holder Jr. ha deciso che il gruppo di Khaled e dei suoi quattro "complici" sarà giudicato da un tribunale militare, in quel di Guantànamo Bay, e non da un tribunale civile nella città di New York. Nel novembre 2009 l'amministrazione del "torturatore-capo", George W. Bush, aveva deciso di far partire il processo. Quasi due anni dopo, la paura che il processo si trasformi, sotto gli occhi di tutto il mondo, in una serie di rivelazioni che il vertice dell'Impero non può consentire, costringe Barack Obama a un clamoroso passo indietro. A indizio ulteriore che gli organizzatori reali dell'11 settembre sono ancora al potere a Washington, o nei suoi immediati dintorni. In ogni caso in condizione di ricattare e di minacciare.