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MessaggioInviato: 15/08/2012, 11:10 
ROMA - "In Dio c'è spazio per l'uomo e nell'uomo c'è spazio per Dio" e quando Maria viene assunta in Cielo "non va su una galassia". Così il Papa, nella messa celebrata nella parrocchia di Castel Gandolfo, ha spiegato ai fedeli il dogma della Assunta che per i cristiani significa la non corruzione del corpo della Madonna dopo la morte. "Non siamo destinati al vuoto, ma all'amore eterno di Dio", ha ribadito il Papa. Benedetto XVI, accolto da una piccola folla di cittadini e turisti nella cittadina laziale, ha celebrato la tradizionale messa di Ferragosto e alle 12 dal Palazzo apostolico reciterà l'Angelus.
Fonte:http://www.repubblica.it/esteri/2012/08/15/news/papa_non_ci_aspetta_il_vuoto-40977699/?ref=HREC1-3

Che strano discorso...[8]



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MessaggioInviato: 15/08/2012, 16:30 
Tradotto: "siete destinati a stare su questa palla che noi abbiamo trasformato in un inferno".


Quoto TTE sul Dalai Lama. Anni luce li separano.


E intanto lo IOR ringrazia il "governo tecnico" dei "professori" di economia... pensa se era il club della briscola.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 16/08/2012, 16:15 
Penso che con questo topic, ci stia perfettamente.




ASCESA E CADUTA DI MARCINKUS

Fonte: Libro "Vaticano Spa" di Gianluigi Nuzzi

Una guardia del corpo molto particolare
Negli anni Cinquanta inizia a percorrere i corridoi della Santa Sede un giovane sacerdote americano, trasferitosi a Roma per frequentare i corsi di diritto canonico all'Università gregoriana. E un uomo alto un metro e ottantasei, imponente, dal passo deciso. Viene da Cicero, violento sobborgo della Chicago di Al Capone, dov'è nato da genitori lituani immigrati nel 1922. Si chiama Paul Casimir Marcinkus e cresce nella periferia senza legge dove il mafioso aveva
insediato il suo quartier generale. Viene ordinato sacerdote nel 1947. Dopo l'Università gregoriana, Marcinkus si trasferisce alla Pontifìcia accademia ecclesiastica, campus per i diplomatici della Santa Sede. Che sia un astro nascente lo si capisce subito. Ad appena trent'anni, nel 1952, già dispone di una scrivania presso la segreteria di Stato. Le voci sul suo ingresso lesto in Vaticano si rincorrono. C'è chi indica nell'allora segretario di Stato, il cardinale Giovanni Benelli, che lo volle subito come collaboratore, il suo mentore. C'è chi legge nelle raccomandazioni americane del giovane sacerdote la chiave che lo introdusse nelle stanze del potere di papa Pacelli (Pio XII), assai sensibile alle tesi anticomuniste del cardinale di New York Francis J. Spellman.

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Paul Casimir Marcinkus

Quest'ultima è la ricostruzione più accreditata e merita un approfondimento. In quegli anni di Guerra fredda, il potentissimo cardinale americano è infatti il regista dei rapporti tra Usa e Vaticano e ha modo di consolidare le sue relazioni con gli uomini più influenti dei sacri palazzi, a iniziare dall'ingegnere Bernardino Nogara, l'uomo che aveva reso floride le casse vaticane gestendo i risarcimenti ottenuti dallo Stato italiano con i Patti Lateranensi del 1929.
Nel novembre del 1958, alla morte dell'ingegnere, Spellman lo elogia senza remore: «Dopo Gesù Cristo la cosa più grande che è capitata alla Chiesa Cattolica è Bernardino Nogara». Probabilmente ha ragione. Secondo le stime dello storico inglese David Yallop, Nogara lascia un patrimonio finanziario pari a 500 milioni di dollari di gestione dell'amministrazione ordinaria dell'Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), al quale sono da aggiungere i 940 milioni di dollari di patrimonio dello Ior che ne maturava 40 solo di interessi ogni anno.
La Vaticano S.p.A. è ormai una realtà nel panorama finanziario mondiale.
Con il biglietto da visita di Spellman in tasca, per Marcinkus si aprono molte porte. Non ha il piglio del prevosto. Fuma sigari cubani. Frequenta i salotti, i campi da golf, preferisce le palestre alle sacrestie. Ma ciò che qui più interessa è un incontro negli uffici della segreteria di Stato che andrà a cambiargli la vita, facendo poi precipitare le finanze vaticane. Factotum di Pio XII è infatti Giovanni Battista Montini, allora pro segretario del papa. Un bresciano tignoso. Seppur agli antipodi per stile e carattere rispetto all'imponente sacerdote americano, dopo un'iniziale avversione, stringerà con Marcinkus un'alleanza di ferro.
Figlio di un banchiere, Giovanni Battista Montini diventa papa Paolo VI nel 1963, dopo la morte di Giovanni XXIII. Egli riporterà la finanza della Santa Sede, dopo un periodo di basso profilo, sui binari di una politica aggressiva e spregiudicata. Dettata subito dalle necessità. Francis Spellman fa la spola tra New York e Oltretevere. Appena Paolo VI si insedia, incontra il cardinale americano che pare abbia raccomandato affettuosamente Marcinkus. Poi un piccolo incidente nel 1964. Paolo VI è in visita nel centro di Roma, la folla straripa e quasi lo schiaccia. La prontezza di Marcinkus è fulminea. Sua santità viene portato in salvo dal robusto sacerdote. L'indomani è scelto come guardia del corpo. Diventa il responsabile della sicurezza del papa nei viaggi in tutto il mondo: dall'India alla Turchia, dal Portogallo
agli Stati Uniti. Nel 1970, durante un viaggio nelle Filippine, Marcinkus blocca un pittore che si avventava sul pontefice con un pugnale. L'americano entra nella stanza dei bottoni. Stringe amicizia anche con il segretario personale del papa, padre Pasquale Macchi, che gode di un fortissimo ascendente sul santo padre. Tra i due l'intesa è immediata. Marcinkus sale i gradini in fretta. Diventa vescovo e viene scelto come segretario della banca vaticana (1971).
Ha le idee chiare. Celebre la sua frase: «Si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro? Non si può dirigere la Chiesa con le Ave Maria».

L'alleanza con Sindona
La situazione è diffìcile. La morte di Giovanni XXIII ha fatto crollare le offerte dei fedeli da 19 a 5 miliardi di lire. Ma c'è di peggio. Con un estenuante braccio di ferro il governo italiano introduce la tassazione sui dividendi per la Santa Sede, dopo un quarto di secolo d'esenzione fiscale che Mussolini aveva garantito con la circolare del san Silvestro del 1942. Si annuncia una catastrofe finanziaria: alla fine degli anni Sessanta, secondo diverse stime,7 la Chiesa controlla dal 2 al 5 per cento del mercato azionario. Nel 1968, con Giovanni Leone presidente del Consiglio, cade così l'ultima resistenza e sulle casse del Vaticano pesa il pagamento di tutto il pregresso su investimenti per oltre un miliardo e 200mila euro attuali. Pur di sfuggire alla tenaglia fiscale che si stringe, Paolo VI affida il trasferimento all'estero delle partecipazioni a un sacerdote e a un laico, un siciliano affabile con solidi agganci negli Usa, già conosciuto da Montini quando era arcivescovo di Milano. Si chiama Michele Sindona.
Porta i capitali della mafia. Il sacerdote che mastica di finanza ed è amico degli Usa si chiama Paul Marcinkus. E l'inizio della fine. I due diventano intimi. Si crea la ragnatela. Sindona avvicina lunghe tonache come monsignor Macchi, braccio destro del pontefice già dai tempi di Milano, ma anche blasonati manager come il principe Massimo Spada, e dirigenti dello Ior come Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel. Seguendo dal Sancta Sanctorum dello Ior le operazioni più spregiudicate di questo gruppo di potere, muove i primi passi bancari un silenzioso giovane sacerdote lucano, assai
prudente e discreto. Rimane affascinato dalle mosse finanziarie della cordata. Impara nell'ombra. Si chiama Donato de Bonis. Lo ritroveremo molto più tardi, negli anni Novanta, a gestire tangenti e i soldi di politici entro le mura leonine.
Gli anni Sessanta segnano per Sindona la crescita smisurata e l'apice degli affari tra Usa, Vaticano e Italia. Consulente del boss italo-americano Joe Adonis, della famiglia di don Vito Genovese, il banchiere siciliano individua i canali per il riciclaggio della mafia, compra la banca svizzera Finbank, già del Vaticano, conquista la stampa americana grazie ai successi finanziari, entra in affari con David M. Kennedy, presidente della Continental Illinois Bank, che sarà ministro del Tesoro del governo Nixon. E si affilia alla loggia massonica più potente di quel periodo, la Propaganda Due di Licio Gelli, che incrocia in uno dei pochi incarichi societari del venerabile di Arezzo: direttore della Remington Rand in Toscana. Gelli è già accreditato in Vaticano, forte dei rapporti con Paolo VI, il vescovo Marcinkus e il cardinale Paolo Bertoli, capace di alimentare e soddisfare ogni ansia anticomunista in un gioco di potere che tiene banco in Italia per tutti gli anni Settanta.
Se negli Usa iniziano a crescere i primi sospetti per riciclaggio e traffico di stupefacenti, in Italia Sindona è ancora solido tra protezioni indissolubili. Forte del mandato di Paolo VI per trasferire all'estero le partecipazioni societarie della banca vaticana, con Marcinkus controlla la più massiccia esportazione di capitali mai avvenuta sino ai caveau della Swiss Bank, in società con la Santa Sede. Tra i primi affari cede il controllo della Società generale immobiliare (Sgi), impresa con un patrimonio da un miliardo di dollari, dirottando la partecipazione in una finanziaria lussemburghese.
E la prima di una serie infinita di alchimie finanziarie con i beni del Vaticano che passano di mano in mano per eludere il fìsco e lucrare su ogni partecipazione. Sino ai saccheggi come quello sui conti della Banca Unione, con Sindona che riesce ad alleggerire i depositi di 250 milioni di dollari trasferiti poi alla Amincor Bank di Zurigo. Fanno da cornice i cospicui «finanziamenti» alla Democrazia cristiana, come per la campagna contro il referendum per il divorzio.
Così il finanziere siciliano utilizzava le finanziarie compartecipate dal Vaticano e i conti della Santa Sede presso la Banca Privata Italiana per trasferire i soldi della mafia. La simulazione è la sua arte.
Riesce a essere definito, nel settembre del 1973, il «Salvatore della lira» da Giulio Andreotti, dopo esser stato proprio lui a speculare a danno della divisa italiana e a denunciare oscure manovre contro la valuta del suo paese.

Il trio Marcinkus, Sindona e Calvi
E' lo stesso Sindona a presentare a Marcinkus l'ultimo protagonista di questo gruppo, il banchiere Roberto Calvi. Siamo nel 1971, anno in cui Paolo VI nomina Marcinkus presidente dello Ior. I tre arrivano a condizionare e manipolare gli andamenti della Borsa di Milano con le società del Vaticano che finiscono a Calvi via Sindona.
E con Sindona che riesce ad aggiudicarsi l'ennesima banca: la Franklin, al ventesimo posto nella graduatoria del credito Usa. Nel frattempo, i debiti e le partecipazioni gonfiate finiscono nel comparto estero dell'Ambrosiano, la banca di Calvi. Ma il castello di sabbia è destinato a franare. Saltano le protezioni negli Usa, complice il Watergate, in Italia il governo è talmente debole che la Dc uscirà sconfìtta alle elezioni amministrative del 1975. Si vivono le difficoltà della crisi economica del 1973, con il governo diviso sulle scelte riguardo alla guerra arabo-israeliana dello Yom Kippur. Bisogna prendere decisioni difficili dopo che gli arabi hanno ridotto le forniture di petrolio agli europei. Le protezioni politiche sono messe in gioco anche dal referendum che, nel maggio del 1974, con il 59,1 per cento dei voti a favore, introduce il divorzio.
Il crac Sindona emerge dalla fine dell'estate del 1974. Due miliardi di dollari le perdite della Franklin, 300 milioni quelle della Banca Privata, con l'avvocato Giorgio Ambrosoli liquidatore, 82 milioni di dollari per il solo cambio estero della Fin-bank. Sindona evita l'arresto rifugiandosi all'estero. Marcinkus cerca di smarcarsi, assicura nel 1975 che «il Vaticano non ha perso un centesimo». Ma sono menzogne che evaporano subito. La Chiesa perde dai 50 ai 250 milioni di dollari. Mennini finisce arrestato e gli ritirano il passaporto. L'inchiesta dilaga, il principe Spada si dice allibito, sembra che nessuno entro le mura conoscesse le attività criminali di Sindona. Il posto del banchiere siciliano viene preso da Calvi. Con una peculiarità in più per lo Ior: creare un polo bancario cattolico in grado di competere con i gruppi internazionali e influenzare le politiche dei paesi dove opera, a iniziare dall'Italia. Il crollo della Banca Privata rende però l'azione di Marcinkus e Calvi ancora più spregiudicata.
Da un lato le minacce ad Ambrosoli e a Enrico Cuccia da parte di Sindona, che da New York cerca d'opporsi all'estradizione, dall'altro Calvi che cerca di separare il suo destino da quello dell'ex amico siciliano. Ma Sindona non ci sta e inizia l'ultimo ricatto che nel 1978 determina un'ispezione della Banca d'Italia all'Ambrosiano. I controlli fanno emergere debiti, crediti senza coperture e alti rischi di liquidità. Paolo VI, protettore del trio Sindona-Marcinkus-Calvi,
muore il 6 agosto 1978. Viene eletto il patriarca di Venezia Albino Luciani, Giovanni Paolo I, uomo di altissimo rigore morale che in passato ha già avuto dissapori con Marcinkus e Calvi. A iniziare dall'ira provocata con l'acquisto della Banca Cattolica del Veneto da parte dell'Ambrosiano all'insaputa della diocesi della laguna. Passano poche settimane e, il 12 settembre 1978, il giornalista piduista Mino Pecorelli pubblica i centoventuno nomi di esponenti vaticani che sarebbero affiliati alla massoneria. Tra questi Marcinkus, il suo segretario monsignor Donato de Bonis, che intanto cresce nelle segrete stanze della banca vaticana. A salire, il segretario di Stato Jean Villot, il ministro degli Esteri Agostino Casaroli, il cardinale Ugo Poletti, vicario di Roma. Luciani intende far pulizia allo Ior e trasferire tutti: Marcinkus, de Bonis, Mennini, de Strobel.
Lo confida a Villot la sera del 28 settembre 1978. La mattina dopo il corpo senza vita di Giovanni Paolo I viene rinvenuto nel suo letto. Papa Luciani muore all'improvviso. Yallop e altri storici sostengono che sia stato ucciso mediante avvelenamento. Il referto ufficiale indica invece un arresto cardiaco.
Il 16 ottobre 1978 viene eletto papa il polacco Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II. Il santo padre recupera la politica di Paolo VI e assicura a Marcinkus la continuità sull'indirizzo finanziario. Tutti rimangono ai loro posti, ma per Sindona la situazione è irreversibile.
Disperato, organizza l'omicidio di Ambrosoli, che viene ammazzato l'11 luglio 1979 a Milano da un killer di Cosa Nostra. Nel 1980 si celebra negli Usa il processo per il crac della Franklin Bank, che si conclude rapidamente con la pena, per Sindona, a venticinque anni di carcere. Ormai la situazione è fuori controllo. Nel marzo 1981, i magistrati Gherardo Colombo e Giuliano Turone, seguendo la «lista dei 500» clienti di Sindona esportatori di valuta, scoprono l'elenco degli affiliati alla loggia Propaganda Due di Gelli. Si innesca lo scandalo della P2 che porterà alla crisi del governo. Due mesi dopo Calvi finisce in carcere per reati valutari; il 20 luglio 1981 viene condannato a quattro anni di reclusione. È il turno dell'Ambrosiano. Che rischia il crac. Siamo ad agosto quando Marcinkus e Calvi s'incontrano in Vaticano. L'arcivescovo gli fa firmare una manleva: tutte le responsabilità per le operazioni passate e future sono colpa
sua. In cambio lo Ior offre delle lettere di patronage che consentono all'Ambrosiano di garantire i debiti esteri sino al 30 giugno 1982.9 Poi, alla scadenza, 300 milioni allo Ior chiuderanno la partita. E una boccata d'ossigeno che garantisce a Calvi il tempo indispensabile per sanare i conti, dopo le indebite sottrazioni di titoli del Banco e dopo che Calvi si è appropriato di un milione di dollari. Insomma, il banchiere avrebbe avuto il tempo di sistemare le carte, di mettere a posto anche il comparto estero, dopo le alchimie con le società panamensi a favore dello Ior e dell'Ambrosiano. Almeno questo era l'obiettivo dell'accordo tra Marcinkus e Calvi. Il piano però fallisce. Il 31 maggio 1982, la Banca d'Italia denuncia rischi debitori per un miliardo e 300 milioni di dollari. Calvi fugge a Londra, dove viene ritrovato impiccato sotto il Black-friars bridge, il ponte dei Frati Neri, il 18 giugno 1982. E stato ucciso. Il giorno prima i consiglieri dell'Ambrosiano avevano chiesto il commissariamento della banca.
Presto si scopre che i crediti dell'Ambrosiano riguardano le società estere legate allo Ior. Tanto che i commissari scelti da Banca d'Italia chiedono a Marcinkus di saldare il debito. Ma il presidente risponde picche. Il 6 agosto 1982 il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta dispone la liquidazione del Banco Ambrosiano.

La riunione storica del 29 agosto 1983
Di fronte a questi scandali e all'emorragia finanziaria causata dalle truffaldine operazioni di Sindona-Calvi, l'astro di Marcinkus è destinato a inabissarsi. L'arcivescovo gode però della protezione incondizionata di Giovanni Paolo II. Protezione dovuta soprattutto ai fondi per oltre 100 milioni di dollari che il Vaticano inviò al sindacato polacco Solidarnosc. Infatti, è solo per le insistenze del segretario di Stato Agostino Casaroli che l'arcivescovo non viene promosso cardinale. Già nel 1980 sempre Casaroli, contravvenendo alle disposizioni di Wojtyla, aveva impedito che Marcinkus testimoniasse nel processo Sindona a favore del finanziere di Patti sei anni dopo il crac. Evitando così un'ulteriore figura alla già critica posizione nella quale si era ritrovata la Chiesa. L'azione di Andreatta accelera lo scontro tra l'arcivescovo di Cicero e Casaroli. Il segretario vuol mettere alla porta Marcinkus visti i danni d'immagine e finanziari cagionati. Wojtyla, per esempio, deve proclamare l'Anno Santo straordinario nel 1983 (già tenutosi nel 1975) pur di far lievitare le donazioni e rimpinguare le casse. Per portare a termine il piano Casaroli si deve muovere con calma, senza sbagliare una mossa. Impiegherà così molto più tempo del previsto: Marcinkus lascerà la banca vaticana
solo nel 1989.
La strategia per uscire da questa stagione prevede diverse fasi.
Innanzitutto l'istituzione di una Commissione interna sulla vicenda Ior-Ambrosiano. La seconda mossa è quella di creare, con lo Stato italiano, una Commissione mista che determini le responsabilità vaticane nel dissesto dell'Istituto di Calvi. Bisogna infatti chiudere il contenzioso con l'Ambrosiano rapidamente e con il minor danno possibile.
La Santa Sede partecipa così ai lavori per risolvere le questioni pendenti tra Ior e i liquidatori della banca di Calvi, con tutte le carte consultabili presso un notaio svizzero. Viene convocato Marcinkus che si rifiuta di deporre. Ben presto si crea una spaccatura insanabile. I tre commissari scelti dal Vaticano, ovvero il presidente della Banca di Roma, Pellegrino Capaldo, vicino a Ciriaco De Mita, l'avvocato Agostino Cambino, già difensore della Banca Privata di Sindona, e monsignor Renato Dardozzi, ascoltatissimo consigliere di Casaroli, comprendono che la loro tesi minimalista sulle responsabilità dello Ior, «strumento inconsapevole» di Calvi, non è condivisa dai membri italiani. Così nell'agosto del 1983 prospettano a Casaroli la sciagurata ipotesi che la Commissione possa naufragare, concludendo i lavori con relazioni separate tra governo italiano e Santa Sede. E gli consegnano un documento11 dai toni drammatici: «I membri di parte italiana sembrano propendere per l'ipotesi di uno Ior socio di Calvi nella realizzazione di un disegno occulto che si è concretizzato nella realizzazione di operazioni finanziarie che hanno portato al dissesto del Gruppo Ambrosiano».

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La posizione sarebbe in linea con quella dell'allora ministro Beniamino Andreatta, che quantificò in 1200 milioni di dollari il debito del Vaticano nel crac della banca di Calvi. I rischi finanziari e d'immagine che si profilano per la Santa Sede sono enormi. Il promemoria riduce le ipotesi d'azione:
Ne deriverà un contenzioso estremamente oneroso e complesso. Oltre a tenere presumibilmente lo Ior alla ribalta della cronaca internazionale per lungo tempo, rischia di porre in crisi lo Ior medesimo, a causa dei possibili sequestri di cui potrebbero essere oggetto i suoi beni, compresi i depositi presso varie banche italiane e straniere. E evidente che un eventuale dissesto dello Ior ne causerebbe l'impossibilità di restituire ai depositanti (Diocesi, Istituti Religiosi ecc.) quanto essi hanno, nel tempo, affidato. In questo quadro i membri di parte vaticana valutano positivamente l'opportunità di assecondare iniziative volte a un componimento amichevole della questione, in termini che non configurino attribuzioni di colpa, siano finanziariamente accettabili e tali inoltre da condurre alla definitiva
chiusura dell'intera vicenda.
Insomma serve una pietra tombale. Di fronte a questo scenario Casaroli stringe i tempi. Convoca per il 29 agosto 1983 una riunione ristretta che determinerà le mosse del Vaticano con il governo italiano. Una riunione che rimarrà storica per le scelte adottate, per l'assunzione di responsabilità intrapresa seppur a porte chiuse, e per la messa in minoranza di Marcin-kus e dei suoi alleati. Casaroli invita, oltre agli estensori del documento, anche Marcinkus e monsignor Eduardo Martinez Somalo, all'epoca sostituto della segreteria di Stato, ordinato poi cardinale nel Concistoro del 28 giugno 1988 da Giovanni Paolo II. Nella stanza scelta dal segretario di Stato l'aria è pesante. Gambino prende la parola. Difende a tutto campo Marcinkus. Rileva solo «anomalie formali», inezie:
La documentazione raccolta non ha evidenziato alcun elemento certo di colpa nei confronti del presidente e dei dirigenti dello Ior e segnatamente nessuna risultanza capace di far supporre che essi fossero consapevoli del disegno occulto del banchiere Calvi, concretatosi in operazioni finanziarie che hanno determinato il dissesto del Gruppo Ambrosiano. Da tale situazione potrebbero derivare azioni giudiziarie e provvedimenti di sequestro nei confronti dello Ior, essendo configurabile una responsabilità civile e patrimoniale anche in assenza di colpa.
La testimonianza del giudice Bricchetti Gambino sottovaluta le carte o è ancora lontano dalla verità. Proprio questa documentazione, giudicata da lui assolutoria, serve al giudice istruttore Renato Bricchetti di Milano per spiccare il 20 febbraio 1987 un mandato di cattura contro Marcinkus, de Strobel e Mennini per concorso nel crack dell'Ambrosiano.

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Ricorda oggi Bricchetti:
Senza quelle carte non sarei riuscito ad arrivare al processo. Del lavoro di questa Commissione si sapeva poco o nulla. Si vedevano, s'incontravano, studiavano le carte all'estero mentre noi giudici italiani non avevamo in mano mezzo
documento. Il protocollo istituendo della Commissione prevedeva infatti che il materiale consultato fosse depositato presso lo studio legale Mensch di Lugano.
Prevedeva che la documentazione sarebbe stata lì per un breve tempo dopodiché il notaio aveva il dovere di procedere alla distruzione. Quando venimmo a sapere dell'esistenza di questi documenti, era un periodo in cui noi giudici eravamo «affamati» di carte, di cognizioni sulla situazione estera dell'Ambrosiano. Chiesi al procuratore svizzero Paolo Bernasconi di sequestrare quei documenti in un procedimento parallelo elvetico aperto per ricettazione. Ottenni le carte con regolare rogatoria.
Torniamo alla riunione decisiva. Anche Marcinkus prende la parola, sicuro, impassibile. Fa quadrato sui «normali rapporti bancari con l'Ambrosiano in liquidazione», rilancia la «ragionata fiducia dello Ior in Calvi; fiducia giustificata tra l'altro dall'apprezzamento diretto e indiretto dell'Autorità monetaria italiana». Insomma, Marcinkus giura che «lo Ior ha sempre ignorato che il Calvi perseguisse propri disegni occulti valendosi del nome della banca vaticana». E detta persino la linea: «dovrà escludersi da un eventuale testo di accordo ogni attribuzione di colpa allo Ior. Il sacrifìcio finanziario dovrà essere contenuto in quantità tollerabili». Per Casaroli la misura è superata. Interviene e raddrizza l'esito dell'incontro. Con i toni freddi, tipici del primo collaboratore del papa, come emerge sempre dalla relazione della riunione:
Sua Eminenza il cardinale segretario di Stato ha osservato che il fondamentale obiettivo da proporsi è quello di salvaguardare l'immagine della Santa Sede e ha espresso l'opinione che una composizione amichevole della vertenza appare indispensabile.

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Arrivano così le prime significative ammissioni del dissesto:
L'intera vicenda può riassumersi nei termini seguenti:
a) i riscontri documentali non forniscono certezza, ciò — interpretato con spirito di parte - può fare ipotizzare esiti sfavorevoli di eventuali giudizi contro lo Ior;
b) essendosi comunque verificato un dissesto produttivo di danni, a carico di soggetti terzi, in attività in cui lo Ior non è assente, motivi di ragionevolezza e di equanimità militano a favore di un intervento dell'Istituto. Alla domanda tuttavia se tale intervento non potrebbe essere interpretato come riconoscimento di colpa risponde il professor Capaldo che quest'ultimo problema potrebbe risolversi attraverso le modalità di intervento che dovrebbero articolarsi in modo tale da ridurre e forse escludere tale interpretazione.
Casaroli si fa promotore di un'iniziativa diplomatica con il governo Craxi per chiudere la vicenda. Nel frattempo viene introdotto il Nuovo diritto canonico voluto da Giovanni Paolo II: è abolita la norma che prevedeva l'automatica scomunica per i massoni. Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, non è riuscito a far valere il principio di scomunica introdotto da Clemente XII nel 1738.
Si arriva così alla transazione risolutiva con le banche creditrici dell'Ambrosiano di Calvi, firmata a Ginevra il 25 maggio 1984. La banca del Vaticano, pur sostenendo la sua «estraneità ai fatti», versa 242 milioni di dollari di «contributo volontario». Somma che estingue qualsiasi credito. Con questo «accordo», firmato da Marcinkus e dal suo segretario de Bonis, lo Ior azzera infatti debiti per 400 miliardi di lire e, soprattutto, evita il rischio che questi lievitino a oltre 1500 con le cosiddette lettere di patronage che avallano l'esposizione dell'Istituto milanese.
Per il Vaticano la partita è chiusa. Ora è questione di tempo per rendere meno traumatica la rottura. Il 20 marzo 1986 alle 14.12 Sindona, da poco estradato dagli Stati Uniti e appena condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, muore nel carcere di Voghera dopo aver bevuto un caffè corretto con un grammo di sali di cianuro e cinquantatré ore di coma. A novembre, sette mesi dopo, il giudice istruttore Antonio De Donno dichiara di «non dover promuovere l'azione penale, essendosi trattato di suicidio».
Marcinkus ha comunque perso. Sarà il triplice mandato di cattura, emesso il 20 febbraio 1987 dalla magistratura milanese contro l'arcivescovo e i dirigenti dello Ior Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel, ad accelerare le determinazioni di Wojtyla. I giudici considerano il vertice dello Ior corresponsabile della bancarotta fraudolenta del Banco. Marcinkus rimane alla guida dello Ior, «sorvegliato speciale» da un'apposita Commissione di vigilanza promossa da Casaroli e dal fido consigliere monsignor Renato Dardozzi. A de Strobel e Mennini rimangono incarichi formali. In pratica, vengono messi da parte. Wojtyla intanto fa crescere il peso di cardinali e consiglieri considerati vicini all'Opus Dei. Lo Ior viene riformato da un'apposita Commissione; il 9 marzo 1989 Wojtyla congeda Marcinkus dalle colonne de «L'Osservatore Romano». Segue l'addio allo Ior dell'arcivescovo, che tornerà a Chicago nel 1997.
Muore nel 2006 a Sun City, in Arizona, come quarto parroco della chiesetta di san Clemente. Le casse della banca vaticana piangono sofferenze per 77,3 miliardi di lire, mentre l'Ambrosiano è rifondato dal cattolico Giovanni Bazoli. Cade il muro di Berlino anche grazie al papa. Una pagina sembra chiusa. Wojtyla nemmeno lo immagina, ma una iniqua e violenta stagione di intrighi sta per affacciarsi sul papato e dilaniare la Santa Sede.


Ultima modifica di Bastion il 16/08/2012, 16:15, modificato 1 volta in totale.

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ALIENI, APACHE, TELESCOPI E PRESE PER IL CULO

Articolo di "Il Pensatore"
Fonte: http://www.sentistoria.org/index.php/ar ... -pensatore

Di cosa sto parlando? Ma del Vaticano, ovviamente..

PREFAZIONE DELLA SECONDA EDIZIONE
Inviai questo articolo a Sentistoria nell’ormai lontano 2004. Esso verte sul telescopio costruito dal Vaticano in cima al monte Graham; quest’ultimo, sino al furto eseguito con la complicità attiva del suddetto farisaico stato, era la parte sacra della riserva apache che un tempo fu culla del grande condottiero nativo universalmente noto col nome di Cochise. Dato che quell’articolo è rimasto dimenticato nei meandri del vecchio sito, chiedo al nostro Semiasse di pubblicare quest’edizione che ha una postfazione dovuta sia al fatto di aver letto l’ultimo libro edito in Italia di Zecharia Sitchin che all’aver appreso alcune novità interessanti; ho anche inserito degli elementi sensibili che a quel tempo omisi. Accludo un utile corredo fotografico tratto dalla rete.
Ma adesso lasciamo spazio a ciò che scrissi anni fa.

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Foto 1 – La cima del monte Graham prima della costruzione del Mount Graham International Observatory (MGIO)

Tutto ebbe inizio nel 1873, un anno prima della morte del capo Cochise. Gli Apache Chiricahua subirono un'ulteriore beffa, ennesimo tradimento nell’ambito dei trattati approvati ma non rispettati dal governo USA: la Riserva di San Carlos, creata nel 1871 in Arizona, viene privata della sua parte più importante: il Monte Graham. Questa località è la più sacra di tutta la nazione Apache, Dzil Nchaa Si An (La Grande Montagna Seduta) è il suo nome nella lingua dei Nativi, infatti era il luogo dove si andava a pregare Usen (Grande Spirito, ovverosia Dio) e gli antenati. Il Nativo non si azzardava a mutarne l'habitat, ma lo lasciava quasi intonso; nei tempi antichi gli stessi cimiteri, che sono comunque ambienti tenuti in grande considerazione da qualsiasi nazione amerindia, venivano posti in modo da non tagliare un solo albero di quella terra. Ma il governo di Washington, nell'ambito della sua campagna di azzeramento culturale nonché fisico, pensò bene di affidare questo sito strategico all'amministrazione federale. Nonostante tutto, gli Apache, anche a rischio della loro vita, non dimenticavano e comunque passavano i confini del ristretto territorio per raggiungere la cima del loro santuario naturale; gli uomini della medicina continuavano a salirvi per cercare le erbe, gli sciamani ottemperavano ai sacri riti arcaici; pure gli animali avevano su quelle falde un rifugio sicuro. Insomma, i Nativi facevano i clandestini in casa propria, ma almeno non sbattevano con la faccia su una scritta tipo "Keep Out”. Almeno, non ancora.

LA COMUNITA' SCIENTIFICA ALL'ASSALTO
Le cose si complicano drammaticamente nel 1970, quando l'Università dell'Arizona decide di costruire un osservatorio astronomico indicando come sito il Monte Agazzis (altro luogo sacro, addirittura sia per gli Apache che per gli Hopi e per i Navajo). L'Ente federale per la tutela del patrimonio forestale si oppone, quindi l'Università ripiega sul monte Baldy, ma gli Apache della riserva di White Mountain minacciano la rivolta armata. Alla fine, nel mirino cade il Graham. Infatti, nel 1984, viene approvata la legge "Arizona Wilderness Act" che aggira i parametri per la tutela ambientale. Da quel momento fino ad oggi è in corso una guerra legale durissima tra la nazione Apache ed il consorzio dei costruttori, con esiti altalenanti. Molti enti della cordata multinazionale abbandonano la patata diventata troppo
bollente (ultimamente anche il tedesco Max Planck Institut di Monaco di Baviera pare che si stia defilando: staremo a vedere).

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Foto 2- Foto area dell’intero complesso
VATT: Vatican Advanced Technology Telescope
SMT: SubMM Telescope; LBT: Large Binocular Telescope

VEDI VEDI CHI HA LE MANI IN PASTA
E qui casca l'asino. Nel 1987 a Phoenix, Arizona, Giovanni Paolo II, pieno di afflato ecumenico e acceso d'amore, esorta al rispetto delle minoranze e dei culti etnici; nelle prime file del pubblico c'è una vasta rappresentanza dei popoli amerindi.
Che ci fa in quel posto il papa? Che domanda! è in viaggio pastorale!
Invece, io ritengo che sia andato da quelle parti per indorare la pillola. Poco dopo, nello stesso 1987, il Congresso degli Stati Uniti, con legge ad hoc, la "Arizona-ldaho Conservation Act", autorizza la costruzione di 3 telescopi sul Monte Graham.
Chi sono i partner più fedeli i quali, dalla fine degli anni '80, affiancano (saldamente fino ad ora!) l'Università dell'Arizona? L'Osservatorio di Arcetri (Italia) e la Specola Vaticana (Città del Vaticano), ambedue con i soldi di tutti noi contribuenti. Il primo è un ente ovviamente italiano, mentre il secondo appartiene ad uno stato estero (il Vaticano, appunto), però il Concordato (rivisitato nel 1984) lascia aperte molte porte al finanziamento del cosiddetto, ma fasullo, "Soglio di Pietro". Questo è un esempio di come si riveli l'ipocrisia di chi è assistito (almeno così dice) dallo Spirito Santo. è proprio il direttore della Specola Vaticana, il gesuita padre George V. Coyne, che, in un editoriale del Corriere della Sera del 7 gennaio 2002, fa una dichiarazione a prova di...VERGOGNA:

"Quando il governo decise di costruire il primo grande osservatorio nazionale in Arizona scelse una montagna sacra agli indiani, i quali, dopo lunghe trattative, furono contenti dello scopo per cui veniva utilizzata. Gli indiani non sapevano come chiamare gli astronomi, perché loro abitavano sotto il cielo, lo ammiravano ma non lo studiavano e quindi erano privi di un termine che indicasse colui che indaga. Allora inventarono una parola nella loro lingua che, tradotta, significa "gli uomini dagli occhi lunghi". In effetti questi strumenti non sono soltanto delle macchine, ma il prolungamento della nostra curiosità di sapere. Il fatto che sia un gesuita non cambia il modo in cui faccio ricerca, ma certamente influisce sulla mia interpretazione."

Orbene, dato che qualsiasi Apache in condizioni psicofisiche normali si farebbe uccidere piuttosto che avallare lo scempio sul Graham, come furono obnubilati i presunti rappresentanti? O meglio, quale genere di liquore venne fatto ingurgitare, come nella più triste tradizione del Far West a quei poveretti per estorcerne il consenso? Ma quale contentezza d'Egitto! Ma quale favola sugli occhi lunghi ci vogliono propinare (eh sì, come ai tempi dei lunghi coltelli)? Comunque, l'esistenza di un tale accordo è assolutamente smentita dagli Apache. Ma la spudoratezza va ben oltre: nel 1991, la Specola Vaticana ha già pubblicato una definitiva dichiarazione di Coyne e cioè:

"Dopo lunghi ed approfonditi studi da parte di esperti non vi è, per quanto ne sappiamo, alcun significato religioso o culturale nel luogo specifico dell'Osservatorio. Pertanto, l'Osservatorio Vaticano continuerà nella costruzione e nel funzionamento del Telescopio Vaticano a Tecnologia Avanzata sul Monte Graham".

MENZOGNA! A parte la testimonianza di un intero popolo, che per me rimane la più importante, le pubblicazioni di Grenville Goodwin, antropologo culturale e storico, documentano la ricchezza etnografica di Mount Graham; un dossier (anno 1985) dell’ Ente Forestale USA ne evidenzia chiaramente l'importanza religiosa e tradizionale, oltre che
naturalistica. Inoltre, è sotto gli occhi di tutti l'enormità della falsità, la nefandezza della contraddizione: nel brano del 7 gennaio 2002, sopra testualmente riportato parola per parola, Coyne ammette la sacralità di Mount Graham per il popolo Apache, mentre ha sempre negato tale condizione in tutti i modi ed in tutte le sedi legali, fino ad arrivare alla
furfantesca dichiarazione del 1991!

MA CHE cavolo GLIENE FOTTE AL PAPA DI COSTRUIRE TELESCOPI?!
La domanda è pertinente; ma dobbiamo fare qualche passo indietro.
Esorto gli amici che leggono queste pagine a non confondere i poveri missionari (che si fanno massacrare in tutte le parti del mondo) con la Curia romana e con lo stato estero della Città del Vaticano. I primi sono delle persone (che io cito ad esempio) che si battono per il prossimo e per l'ideale evangelico, mentre i secondi sono delle strutture di potere che si autoperpetuano da circa 1700 anni (cioè dal Concilio di Nicea, indetto dall'imperatore Costantino il grande). Orbene, tali strutture hanno costantemente studiato sia il pensiero scientifico che nasceva dalle ceneri del medioevo sia l'esoterismo che veniva, ufficialmente, combattuto spietatamente da parte della Santa Inquisizione. Da una parte Galileo veniva perseguitato perché diceva pubblicamente cose scomode al potere clericale, dall'altra negli istituti pontifici si tenevano corsi, rigorosamente in lingua latina, sulle correnti discipline scientifiche, riservandoli a pochi eletti precedentemente cooptati.
Insomma, una struttura di potere che è protesa già da secoli all'autoriproduzione deve apprendere anche dal nemico ciò che può tornare utile. In riferimento all'esoterismo, non bisogna dimenticare che le varie sette cristiane, quando si istituzionalizzarono diventando la Chiesa Cattolica, mantennero molto fedelmente le forme del culto del dio Mitra, soprattutto nella liturgia, che ha origini schiettamente misteriche; inoltre, la massoneria è da secoli penetrata nel collegio cardinalizio, ma questi sono argomenti per un altro scritto. Nel 1891 Leone XIII istituì la Specola Vaticana per dimostrare che:

"… la Chiesa e i suoi pastori non si oppongono alla vera e solida scienza, umana o divina, ma l'abbracciano, l'incoraggiano e la promuovono con la più completa dedizione".

Nel 1936 Pio X spostò l'istituto a Castel Gandolfo, sito migliore da un punto di vista di rendimento tecnico. Amici miei, l'attenzione della Chiesa per l'astronomia risale almeno a Gregorio XIII, che riformò il calendario nel 1582 ed il Vaticano ha avuto una sfilza di osservatori nei secoli. Attualmente, il solo ordine dei gesuiti possiede (tra le migliaia di
altre istituzioni) addirittura 23 osservatori astronomici sparsi su tutto il pianeta.
Ragazzi, se approfondissimo l'argomento scopriremmo che il Vaticano è l'organizzazione, e fin dall'inizio del Rinascimento, che è stata continuamente all'avanguardia nello studio di quelle scienze definite esatte. Lo hanno fatto, ma hanno taciuto; la gente non doveva sapere.
Anche di questo riparleremo.

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Foto 3- Il VATT

LA POLITICA DEL "DIRE E NON DIRE"
Verso la fine egli anni '90 ebbi la fortuna di seguire, trasmessa da una rete Rai, un'intervista a monsignor Ersilio Tonini, attuale cardinale ed arcivescovo di Ravenna; ebbene, Tonini dichiarò di ritenere:

"altamente probabile e non in contrasto con la religione cattolica l'esistenza, su altri mondi, di esseri viventi creati da Dio al di sotto degli angeli ed almeno pari all'essere umano".

Brevemente, il motivo della sua convinzione è che restringere l'amore di Dio ad un solo pianeta è in contraddizione con la natura divina, che è senza confini. Inoltre, nel già citato articolo del CdS nel 2002, Coyne risponde:

DOMANDA: Di fronte alla possibilità di vita su altri pianeti qual è il pensiero e la posizione della Chiesa?

RISPOSTA: "E' una prospettiva che appassiona, ma bisogna andarci cauti. Per il momento non c’è alcuna evidenza scientifica della vita. Ma stiamo accumulando osservazioni che indicano tale possibilità. L'universo è tanto grande che sarebbe una follia dire che noi siamo l'eccezione. Il dibattito aperto è complesso. Immaginiamo, dunque, che ci sia. Questo ci dimostrerebbe che Dio ha ripetuto altrove ciò che esiste sulla Terra e nello stesso tempo toglierebbe dalla fede quel geocentrismo, quell'egoismo, se posso dire, che ancora la caratterizza".

Infine c'è la dichiarazione di monsignor Balducci pubblicata anche su Sentistoria.
Questi non sono cani sciolti, non sono poveri preti di periferia, sono invece uomini di spicco in posizioni strategiche. Cosa sanno e quanto tacciono gli uomini di potere nel Vaticano in riferimento agli extraterrestri? A mio avviso sanno e tacciono tutto.

TELESCOPI AL POSTO DI OSPEDIALI, FARMACIE E SCUOLE
Scusatemi, sono una persona semplice: sono nato in campagna e di primo acchito continuo a stupirmi, a rimanere disorientato anche quando non dovrei. Il progetto sul Graham sta costando al contribuente italiano molte decine di milioni di euro (temo che sia più realistico parlare di centinaia), sì euro, non di vecchie lirette.
Non ho avuto risposte riguardo alle mie richieste di conoscere l'ammontare degli stanziamenti e forse non mi sarà semplice aggirare questo muro di gomma. Ritenterò. Lo Stato italiano ci ha abituato a sperperi di ogni tipo, quindi la partecipazione dell'osservatorio di Arcetri non può essere paragonata allo scandalo Lockeed, ma a me comunque rimane di traverso (in ogni caso in seguito vedremo che al progetto si sono affiancati tutti i maggiori osservatori astronomici italiani). La Santa Sede, a fronte delle suppliche di torme di morti di fame, di impestati di vario tipo, analfabeti cronici e diseredati di tutte le parti, preferisce incanalare un diluvio di denaro in un'opera avveniristica. Perché? Che senso ha incaponirsi in questo progetto quando siamo già da un pezzo nell'era dei satelliti? I telescopi
terrestri non sono quasi obsoleti? Cosa debbono scoprire? Ci stanno astutamente preparando ad un incontro ammaestrato con gli alieni? Stanno facendo debunking? Domande, domande. Comunque il livello di coinvolgimento del Vaticano dimostra che la posta in gioco è alta e che riguarda il destino di tutti. Torniamo di nuovo a Coyne; tra il 1963 e il 1976 ha lavorato al Lunar and Planetary Laboratory dell'Università dell'Arizona, dove, nei quattro anni successivi, è stato ricercatore e professore al Dipartimento di Astronomia, del quale, nel biennio 1979-80, è stato direttore capo, appena prima di passare alla Specola Vaticana.
Ebbene sì, il boss dell'intero progetto è lui: padre George V. Coyne, gesuita, cioè prete!

UN'IPOTESI
Perché andare a rompere ripetutamente l'anima ai Nativi quando il territorio enorme dell'Arizona consente di trovare altri siti per costruire impianti di tutti i tipi?
Ciò è dovuto forse all'eventualità che un luogo sacro abbia un quid che altrove non esiste?
Con la costruzione di strutture scientifiche si vuole coprire l'appropriazione di qualcosa d'altro?
Per spiegarmi meglio userò un concetto proprio del popolo Maya (Messico meridionale - Guatemala), mi riferisco al termine xibalbà. I Maya così chiamavano le porte che consentivano il passaggio da questo mondo all'Adilà. Potevano esistere in natura autonomamente, in posti particolari, oppure potevano essere create dal congiunto intervento del sacerdote e della divinità in un punto definito, spesso nei templi, ma non necessariamente. Orbene, ciò che un tempo veniva visto come un'opera di magia ritualizzata, oppure come segno del volere imperscrutabile degli dei, oggi può essere interpretato diversamente: xibalbà potrebbe designare il passaggio da questa dimensione fisica ad un'altra. I Maya erano un popolo tanto splendido quanto misterioso per noi moderni, erano dei maestri nell'esoterismo e dei grandi studiosi di astronomia: ancora oggi i loro calendari sono di una precisione strabiliante.
Brevemente, essi dividevano la storia in 5 creazioni, la quinta ha dato origine al mondo attuale, cioè il Quinto Sole (detto anche Ollin, cioè movimento). Tale creazione (ovvero proprio il nostro mondo presente) si starebbe avvicinando alla fine. Il mega progetto sul Graham nasconde l'impossessamento di una porta dimensionale in vista di questo capovolgimento epocale? Siamo vicini al momento in cui non potrà essere più tenuto nascosto l'intervento degli alieni nella storia dell'Umanità?

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Foto 4 – SMT (LBT in fondo a destra)

COSA C'E' ADESSO, IN CIMA AL MONTE GRAHAM
C’è il Mount Graham International Observatory. Questa è la denominazione legale del complesso che sorge a circa 3200 metri sul livello del mare. Sono stati ultimati due telescopi: il Vatican Advanced Technology Telescope (VATT); e l'Heinrich Hertz Submillimeter Telescope (HHST). II primo è del Vaticano (ma fatto con i soldi miei e vostri); il secondo è di un consorzio tra l'Università dell'Arizona (di Tucson) ed il Max Planck Institut fur Radioastronomie di Bonn (da non confondere con quello di Monaco, che sta mollando la presa). C'è un terzo mostro in costruzione: il Large Binocular Telescope (LBT). Ebbene, proprietario del 25% è il nostro INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, di cui fanno parte gli enti astronomici italiani! Ragazzi che bello, quanti soldi abbiamo da buttare!
Un altro 25% è detenuto dalle tre Università dell'Arizona (University of Arizona di Tucson;
Arizona State University di Tampa; Northern Arizona University di Flagstaff). Un'altra quota, pari al 25%, è del Germany - LBT Beteiligungsgesellschaft (cordata di vari istituti tedeschi). Un 12,5% è di varie altre università USA. L'ultima fetta è della Ohio State University. Il complesso scientifico sorge nella parte migliore della Coronado National Forrest.
Non poteva essere altrimenti, dato che gli osservatori hanno la necessità di stare il più possibile lontani da fonti di inquinamento, soprattutto di tipo luminoso. Non importa se, poi, ad inquinare sono proprio loro. Prima dell'assalto al territorio, c'erano viottoli buoni al massimo per il trasporto con i muli; adesso c'è una strada fatta per gli autotreni.
I rappresentanti italiani della Apache Survival Coalition, Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro, così ci descrivono il sito:

“Mount Graham rappresenta un patrimonio unico di diversità biologica del Nord America, essendo uno dei rari ecosistemi inalterati nel deserto del Sud Ovest degli Stati Uniti e del Messico. Unico nel suo genere, perché rappresenta l'ultimo esempio rimasto nella zona dell'habitat ecologico esistente nell'ultima glaciazione. L'area possiede 5 delle 7 zone vegetali del nord America che vanno dalla vegetazione desertica alla foresta boreale.
è anche presente un rarissimo tipo di pinacea a grosso fusto, la "Spruc Firs". Sulla montagna vive lo Scoiattolo Rosso di Mount Graham, una specie dichiarata a rischio di estinzione. La montagna ospita, inoltre, altre 17 specie endemiche di animali e vegetali”.

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Foto 5- LBT (prima della giustapposizione del LUCIFER 1)

LA MAZZA E LE CORNA (COME SI DICE A NAPOLI)
Per rendere usufruibile questa zona, che dovrà, almeno nelle previsioni, ospitare un totale di 7 telescopi sono stati tagliati a migliaia alberi secolari di alto fusto. Sì, insieme al tracciato per la strada ed ai lotti propriamente destinati alle singole strutture, i dirigenti hanno ritenuto logico disalberare anche le zone limitrofe per proteggere i costosissimi
impianti dal pericolo degli incendi; insomma, hanno creato la classica zona di rispetto.
Ma dove è finito il rispetto per la natura e per il popolo Apache? A farsi sfottere… rispondo io!
I caporioni della combriccola hanno avuto la faccia tosta di dichiarare che hanno evitato di disboscare nelle zone ove lo scoiattolo rosso nidifica. Eh sì! questa povera bestiolina segue un piano regolatore che può essere tracciato con il righello!
Quando poi, malauguratamente, capita un incendio, la Riserva di San Carlos si "gode" l'irruzione di sceriffi locali e truppe federali, alla ricerca (con le armi spianate) dei piromani che vogliono distruggere il compound astronomico. Ma certo! Ma guarda un po' gli Apache che vanno a distruggere con le proprie mani il loro santuario naturale! Il caso strano è che poi nelle zone bruciate i dirigenti del Mount Graham International Observatory si affrettano a chiedere il permesso di costruire ciò che diavolaccio vogliono. Ma vedi come fa comodo a quegli accademici signori lo scoppio degli incendi! La cosa mi ricorda tanto quello che capita qui in Italia in riferimento alla speculazione edilizia a seguito degli incendi nelle zone boschive. L'ultimo colpo (solo per il momento) è inferto dalla costruenda nuova linea elettrica potenziata e sotterranea, lungo un tracciato serpeggiante per molte decine di km; immaginate una lunghissima pista da sci alpino, ecco.

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Foto 6- La foresta sacra preda del grande incendio del 6 luglio 2004

GLI APACHE SI DIFENDONO
Gli Apache della San Carlos Reserve stanno utilizzando tutti i mezzi pacifici di protesta:
occupazioni di edifici pubblici, volantinaggi, scioperi, petizioni e quant'altro. A volte l'esasperazione e le manganellate dei tutori della legge li portano al limite della rivolta armata. Chi vi scrive spera che ciò non accada mai, perché vi sono criminali, travestiti da funzionari federali, che non aspettano altro. All'inizio degli anni ‘90, l'Amerindia Ola Cassadore, sorella del leader tradizionalista Apache Philip Cassadore, crea, insieme al marito Mike Davis, l'Apache Survival Coalition, che ottiene immediatamente tutto il supporto possibile da parte del Consiglio Tribale degli Apache della San Carlos Reserve per la lotta in difesa del Graham. Col passare del tempo quasi tutte le organizzazioni tribali amerindie si uniscono agli Apache: è la riscossa pacifica di un antico mondo etnico.
All'inizio di questo piccolo dossier vi ho detto che le battaglie legali sono state ad esito alterno. Sì, è così. Non voglio annoiare nessuno facendo un elenco delle sentenze dei tribunali: a volte ha vinto una parte, altre volte ha vinto l'opposta.
Il grande risultato è stato quello di bloccare il numero totale di telescopi a 7, dato che il consorzio di costruttori era arrivato a chiederne ben 17. Il guaio è che il consorzio multinazionale, anche a fronte delle sconfitte, ha sempre trovato le scappatoie per proseguire i lavori; certamente ha i migliori avvocati a disposizione.
Il Caso Graham viene portato, nel luglio 2002, anche all'attenzione delle Nazioni Unite, sede di Ginevra, nell'ambito della Commissione per i Diritti Umani, promotori Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro. Ma il destino di Mount Graham pare segnato; lo scrivo con dolore.
Ormai sulla vetta ci sono strutture avveniristiche con basamenti in cemento armato, reticolati, strade e linee elettriche, ronde di guardie armate. La lotta del Popolo Nativo si è ormai focalizzata sul circoscrivere i danni, impedendo che il resto del Graham cada nelle mani dei soliti loschi figuri; l’ultima speme è che il territorio ancora rimasto sgombro venga riannesso alla San Carlos Riserve: una vittoria di questo tipo potrebbe impedire che scempi del genere si rinnovino negli ultimi territori liberi degli Indiani d'America.

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Foto 7 -…ma, ovviamente, i famosi Firefighters presidiano massicciamente l’area dei telescopi.
Grazie e quest’incendio devastante, Coyne si è impossessato di altre vaste aree nei dintorni: gli alberi secolari non esistevano più. Purtroppo, i macchinari hanno avuto solo danni irrisori.

COSA SUCCEDE IN ITALIA
L'italiano INAF, Istituto Nazionale di Astrofìsica, e la Specola Vaticana sono elementi chiave del consorzio multinazionale. Nel 1994, a Bologna, ebbi l'onore di incontrare Birgil Kills Straight, capo del Lakota Treaty Council, cioè l'organo tradizionale di autogoverno della nazione Lakota, universalmente nota col nome Sioux. Ad un certo punto, bruscamente egli chiese a me ed agli altri amici dell'organizzazione di cui facevo parte:

"Ma lo sapete che il vostro governo sta finanziando la costruzione di un complesso di telescopi in un nostro territorio sacro?"

Noi rimanemmo a bocca aperta, ovviamente: e chi ne sapeva niente?
Queste mie righe sono anche un grido contro quel silenzio che si frappose tra me e lui.
L'anno successivo, a Milano, conobbi Lance Hanson, guerriero (partecipò alla rivolta di Wounded Knee, 1973) e poeta Cheyenne (cugino di Birgil Kills Straight) in occasione della presentazione di un suo libro di poesie. Ebbene, tra le altre cose egli ci disse:

"Papa Woitila, mentre parla di ecumenismo e di rispetto verso tutti i culti religiosi, si fotte il cuore del territorio più sacro dei miei fratelli Apache, allo scopo di costruirvi un telescopio enorme."

Ancora una volta noi astanti ci guardammo in faccia attoniti: pure questo?
E che c'entra Woitila con i telescopi?
è un dato di fatto che tutta la stampa italiana ha dato pochissimo spazio all'intera vicenda, perché? In Italia, sin dal 1993, Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro hanno lavorato alacremente per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema del Graham: in seguito alla loro opera, tra l'altro, Armando Cossutta inviò, nel luglio del 2001, un'interpellanza al Parlamento Europeo e, nel settembre dello stesso anno, il deputato Paolo Cento, con altri 35 firmatari di tutti i gruppi parlamentari, inoltrò al governo italiano una mozione per la sospensione dei finanziamenti.
Il mio più affettuoso grazie va a Rosalba e Giancarlo, amici sconosciuti che spero di incontrare un giorno. Voglio anche ricordare gli operai dell'azienda Ansaldo, fornitrice di tutta la meccanica per l'osservatorio di Arcetri, i quali, nel 1998, entrarono in sciopero per obiezione di coscienza, provocando un grandissimo ritardo nell'inizio dei lavori per il Large Binocular Telescope, che, una volta ultimato, sarà il più grande telescopio di tutto l'emisfero Nord.
La mia ammirazione va alla Nazione Apache, che non è mai doma.

POSTFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE

SITCHIN E BALDUCCI
Il libro in questione s’intitola Journay to the Mythical Past, che Edizioni Piemme ha molto furbescamente edito in Italia col titolo commerciale (vero specchietto per le allodole) di L’Ultima Profezia. I brani in corsivo sono citazioni estrapolate da tale opera. A pagina 169 inizia il capitolo Incontri in Vaticano; Sitchin dice chiaramente che il motivo principale del suo viaggio investigativo in Italia è stato quello di verificare l’esistenza di

“voci persistenti secondo cui il Vaticano era depositario di una conoscenza occulta e di reperti segreti accumulati nel corso dei millenni.
Sempre secondo queste voci, il Vaticano sa più di quanto non divulghi su ciò che fu e su ciò che sarà; e che è perfino a conoscenza dei –miei- Annunaki e del loro pianeta Nibiru […] Desideravo conoscere e avere un incontro pubblico con uno dei suoi portavoce in materia di extraterrestri”.

Grazie alla testimonianza di Sitchin, bisogna constatare che già verso la metà degli anni ’70, il protestantesimo era alquanto possibilista in riferimento all’ipotesi dell’esistenza di esseri di altri mondi; durante un’intervista radiofonica, al quale era presente anche l’Autore in argomento, il reverendo Jack Jennings, del Christus Collegium a Montana, disse:

“La possibilità che l’uomo non sia l’unica vita intelligente nell’universo e che astronauti di altre galassie abbiano avuto un ruolo nell’origine e nello sviluppo dell’uomo è supportato da sufficienti prove e merita, quindi, una seria valutazione”;

Inoltre, una qualche breccia nell’omertà cattolica si manifesta in California (ma non qui in Italia), ove il sacerdote Charles Moore, nell’ambito del suo programma radiofonico cita alcuni brani tratti proprio dalle opere di Sitchin. Ma verso la fine degli anni ’90, il nostro Autore scopre che c’è un esponente di spicco delle gerarchie vaticane che esprime delle opinioni che aprono alla possibilità, se non alla probabilità, che nel Cosmo oltre all’umanità vi siano altre forme
di vita con intelligenza elevata: questa persona è monsignor Corrado Balducci, membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e la diffusione della Fede; viene organizzata una conferenza in Sardegna con protagonisti per l’appunto gli stessi Sitchin e Balducci, quest’ultimo però, all’ultimo momento dà forfait, facendo sfumare il tutto. Ma alla fine, i vari sponsor (che però, stranamente, non vengono mai citati esplicitamente dall’Autore) riescono finalmente ad imbastire una conferenza di due giorni (1° e 2 aprile 2000) al Centro Congressi Europeo di Bellaria Igea,
nelle vicinanze di Rimini, la conferenza s’intitola Il mistero della Vita Umana, nella quale viene garantita la presenza di padre Balducci. La stima reciproca che nasce subito tra i due è testimoniata da alcune fotografie (di cui solo una pubblicata); in tale contesto Sitchin ci dice che:

“Pur se se diversi per background, educazione, religione e metodologia, giungemmo a queste conclusioni comuni:

- gli extraterrestri possono esistere e, anzi, esistono su altri pianeti;
- possono essere più avanzati di noi;
- materialmente, l’uomo può essere stato forgiato da un essere senziente preesistente”

Continuando a prendere per buona la testimonianza di Sitchin, Balducci dice:

“Che la vita possa esistere su altri pianeti è certamente possibile…La Bibbia non scarta quella possibilità. Sulla base della Scrittura e sulla base della nostra conoscenza dell’onnipotenza di Dio, essendo illimitata la Sua saggezza, dobbiamo affermare che la vita su altri pianeti è possibile […]
Il cardinale Niccolò Cusano (1401-1464) scrisse che non c’è una singola stella in cielo per la quale possiamo scartare l’esistenza della vita, anche se differente dalla nostra. Quando parlo degli extraterrestri, dobbiamo pensare a esseri come noi, più probabilmente a esseri più avanzati di noi, nel senso che la loro natura è il risultato dell’unione fra una parte materiale e una parte spirituale, un corpo e un’anima. Gli angeli sono esseri puramente spirituali privi di corpo, mentre noi siamo fatti di spirito e materia, ma ancora a un basso livello. E’ del tutto credibile che nell’enorme distanza che separa gli angeli dagli esseri umani possa esserci uno stadio intermedio: esseri con un corpo come il nostro, ma spiritualmente più elevati. Se esseri intelligenti esistono davvero su altri pianeti, solo la scienza sarà capace di provarlo; ma, nonostante ciò che pensano alcune persone, noi saremmo in grado di riconciliare la loro esistenza con la redenzione che Cristo ci ha portato”.
(E qui terminano le citazioni da Sitchin).

IL COLLE DEI VATICINI SI SPEZZA SOTTO IL PESO DELLE PROPRIE MENZOGNE
Quest’ultima affermazione di Balducci è una totale resa delle armi senza onore e con viltà: il sempre tanto decantato primato del magistero della Chiesa si sgonfia come un palloncino che svolazza in una stanza autopropulso dal suo stesso pernacchio; vediamo brevemente il perché, stando al libro della Genesi Adamo ed Eva vengono creati per primeggiare su tutti gli esseri finiti di tutto il Creato (eccezion fatta per gli angeli, ma costoro non sono esseri -finiti- propriamente detti) mentre, secondo il messaggio salvifico del Nuovo Testamento, l’avvento del Cristo è necessario proprio per cancellare il peccato originale dei due progenitori che disobbedendo hanno perduto il loro status quasi vicino alla perfezione (secondo il libro dell’ Apocalisse, lo stato pari a quello primigenio verrà ripristinato solo nel regno cristico dei mille anni successivo al giudizio universale).
Il che vuol dire che nessuna redenzione proveniente dalla cosiddetta buona novella (Evanghelion cioè i quattro Vangeli) può essere appiccicata all’esistenza degli alieni. Inoltre, l’affermazione finale di Balducci è lo sputtanamento di tutte le motivazioni del cattolicesimo romano che sono state alla base di secoli di persecuzioni, linciaggi, stupri, crociate e persino massacri di massa (che hanno rasentato il genocidio) ai danni di coloro che solo hanno osato dissentire di una virgola da qualsivoglia dogma partorito dalla mente autocratica e perversa del predatore travestito da buon pastore in san Pietro (non dico –lupo- poiché amo troppo questo essere leale e coraggioso per confonderlo con l’epitome dell’impostura). Soprattutto, significa riconoscere che la verità contrabbandata con la -V- maiuscola non è stata mai tale, poiché la –parola di Dio- ammannitaci durante le messe proviene da un dio con la –d- piccina picciò. Sto semplicemente dicendo che i marpioni con tiara e mitria in testa, pallii adagiati sulle spalle e bastoni ricurvi in mano per secoli e secoli hanno mentito sapendo di mentire. L’unico dubbio residuale è sul -quando-, o meglio:
quando hanno avuto piena coscienza di avere a che fare non con entità sovrannaturali (angeli o demoni non fa differenza) bensì con esseri provenienti da altri mondi? Ma tanto che importa?! Milioni di persone continuano a fare arrivare vagonate di soldi nelle casse dello IOR e dell’Opus Dei, nonostante gli scandali che a vario ed abbietto titolo sommergono ma non abbattono questo gigante che non ha i piedi d’argilla, bensì fondamenta ben piantate nel tessuto connettivo del potere globale che manipola le masse e raggira l’individuo. Questa Istituzione che è maestra nei giochi di prestigio è sempre pronta con l’asso nella manica, col coniglio nel cappello, per il semplice motivo che essa stessa ha fatto e condotto le sporche regole di questo gioco. E il mio pensiero va a coloro che sono stati perseguitati solo per aver semplicemente scelto seguendo la propria coscienza, il proprio libero arbitrio, cioè per essere stati eretici; qualche nome, Ipazia di Alessandria, filosofa pagana, esoterista e matematica fatta a pezzi per ordine del vescovo Cirillo; fra’ Michele minorita, francescano messo al rogo poiché dissentiva nei confronti della scelta conventuale effettuata dai vertici dell’ordine dopo la morte di san Francesco; Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di san Salvador, teologo della liberazione e uomo della misericordia itinerante tra i disperati, ucciso dopo che i farisei vicini e quelli d’Oltrevere lo avevano abbandonato nelle mani del carnefice. Sono nomi che mi vengono di getto, che amo particolarmente, pochi nomi per ricordare coloro che in realtà sono tanti, innumerevoli. Ma adesso torniamo all’analisi.

QUANDO E' INIZIATA LA "CORSA" VERSO LE STELLE?
Il capitolo presenta molti spunti, per esempio c’è l’ interessantissimo riferimento di Balducci alle diverse componenti materiali e spirituali proprie dell’uomo e dell’alieno, ambedue subordinati agli angeli; il tutto può essere sintetizzato per brevità nella gerarchia, umanità (livello più basso), “nordici” (stadio intermedio), Lux, Horus et Al. (stadio più elevato); ma a questo punto voglio enfatizzare l’argomento –Vaticano e telescopi-. Molto congruamente Sitchin si pone la seguente domanda: ”Che bisogno ha la Chiesa di scrutare i cieli?”; orbene, papa Gregorio XIII, nel 1578 ordina la costruzione, quasi alle spalle della basilica di san Pietro, del primo osservatorio in Italia, anzi: egli fu tra i primi capi di stato dell’evo moderno a commissionare l’edificazione di una tale struttura; solo il re Federico II di Danimarca è insieme a Gregorio sul filo di lana per aggiudicarsi il primato in tal senso, infatti il sovrano danese era un fervente sostenitore dello scienziato Tycho Brahe per il quale sovvenzionò la costruzione di due osservatori astronomici verso la fine degli anni ’70 del XVI secolo. A Rodolfo d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, può andare solo la medaglia di bronzo, dato che sovvenzionò la costruzione di un osservatorio sempre per Brahe nel 1598 a Praga. L’edificio in questione ebbe il nome di -Torre dei Venti- e tuttora si può ammirare integro ed imponente esempio di opulenta architettura rinascimentale. Qualche anno prima, Il 27 settembre 1570, papa Paolo III ha concesso l’approvazione pontificia alla Compagnia di Gesù, l’ordine monastico fondato dal basco Íñigo López de Loyola. I gesuiti da subito entrano in alcuni gangli vitali del cristianesimo mondiale, ciò porta l’ordine ad essere un vero stato nello stato.
Proprio alcuni eminenti scienziati di codesto ordine spiegano a papa Gregorio gli errori di calcolo insiti nel calendario giuliano (cioè il calendario promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C. mentre rivestiva la carica di pontifex maximus), la successiva riforma porterà alla nascita dell’attuale calendario gregoriano. E’ sotto gli occhi di tutti una contraddizione concettuale: in un’Europa che pullula di teste coronate è il cosiddetto vicario di Cristo in terra a fregare gli altri sul tempo nella costruzione di un osservatorio astronomico, addirittura circa vent’ anni prima che l’Inquisizione perseguiti Galileo Galilei e Giordano Bruno. Ehehehe, c’è qualcosa che non batte: papa Gregorio precorre i tempi in un’ Europa che sino alla metà del XVII secolo arderà illuminata a giorno per i roghi dovuti alla religione cristiana. L’esortazione allo studio delle stelle non compare in alcun modo nei Vangeli canonici (Gesù Cristo ha altre mete), anzi esso è vietato nel Vecchio Testamento dato che rientra nell’astrologia babilonese, eppure il sovrano di una Roma divisa tra la miseria più
abbietta ed il fasto più sperticato affida la direzione dell’osservatorio ai suoi pretoriani disarmati (ma nemmeno tanto), allora come oggi.
La domanda –Perché ?-posta da Sitchin e prima ancora da me è puramente retorica: egli da decenni ha l’evidenze per sostenere, pur se con buone maniere, che il Vaticano sia un covo di falsari ed ipocriti, che nascondono (tra le altre tantissime cose, il destino della povera Emanuela) la loro frequentazione con coloro che noi chiamiamo alieni; però non coglie la valenza che il monte Graham deve avere in sé e per sé, a prescindere dal telescopio. E’ mia convinzione che la prima fase di interessamento all’astronomia da parte del Vaticano possa essere un effetto collaterale del passaggio dalla fase interpretativa mitologico-religiosa (cioè determinati fenomeni vengono visti a volte come manifestazioni sovrannaturali sacre altre volte come demoniache) a quella semplicemente tecnologico-naturalistica, insomma gli alieni vengono identificati come individui provenienti da altri mondi. Il Rinascimento italiano aveva creato le prime basi della tecnologia moderna, in quel momento storico il Vaticano aveva i mezzi economici e nel suo entourage le menti migliori per effettuare il salto di qualità.

2010 (MENO DUE ANNI?)
Il mostro di cui sopra (leggasi LBT) è stato ultimato; il 21 aprile 2010 ci ha recato interessanti novità in riferimento al Graham: è stato inaugurato nientemeno che il LUCIFER One, e qui si deve fare molta attenzione. Questo nome assai evocativo (che si attaglia sia a Satana che a Prometeo) è l’acronimo di -Large binocular telescope near-infrared Utility with Camera and Integral Field unit for Extragalactical Research-. Non mi va di ripetere pappagallescamente i suoi requisiti tecnici, non è il mio campo di ricerca, mi basta dire che esso è un enorme componente installato sul preesistente LBT. La proprietà definitiva del LBT è la seguente: 50% USA; 25 % Germania; 25 % Italia, anzi per il nostro paese tale progetto ha carattere di -priorità nazionale-. Le industrie che hanno costruito tale primato tecnologico sono tedesche; ma anche il Lucifer 1 ricade sotto la supervisione del gesuita Gorge Coyne, quest’ultimo è stato appena insignito (21 giugno 2010) del premio internazionale per la ricerca scientifica curato dalla “Società Libera”, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con il Comune e la Provincia di Lucca; la cosa per me assurda è che tale istituzione fa parte del Premio Internazionale della Libertà; perché uso il termine –assurda-? lo uso poiché Coyne ha truffato gli Apache ai tempi dell’individuazione del sito sul quale costruire e successivamente ha definito –passatisti che si oppongono al progresso- i nativi che manifestavano contro l’assalto all’area sacra. Ma quando mai Coyne ha difeso la libertà di qualcuno?! Eppure l’Osservatore Romano (2 luglio 2010) riporta questa sua frase: "Quando è autentica la fede cristiana non mortifica la libertà e la ragione umana; e allora, perché fede e ragione
devono avere paura l'una dell'altra, se incontrandosi e dialogando possono esprimersi al meglio?" …viene il vomito anche a voi? Non è finita, in corso d’opera v’è il LUCIFER 2, che probabilmente verrà posizionato sul VATT, anche a questo gioiello tecnologico noi collaboriamo coi nostri soldini…pur essendo sempre più giù nella miseria nera. In Internet si è scatenata la classica ridda di voci e supposizioni: alcuni lo associano a Nibiru, altri sottolineano la stridente incongruenza di chiamare un macchinario gestito dai gesuiti col nome (o meglio, uno dei nomi) del nemico di Dio; tutti si sono schermiti dicendo che la costruzione dell’acronimo è stato dovuto all’uso di quella particolare definizione tecnica…ahinoi potevano obiettare con una balla migliore! Ribadisco, il VATT è di esclusiva proprietà del Vaticano mentre l’intero progetto MGIO è diretto dai gesuiti.

Immagine
Foto 8 – Suggestiva foto che mischia vari soggetti: la statua sulla sinistra (per l’appunto Lucifero, l’angelo caduto) fu colata in bronzo da un originale in gesso (1877) del grande Ricardo Bellver e si trova a Madrid, Parque del Ritiro; al centro c’è il LUCIFER 1; in alto a destra il simbolo ufficiale dello stato del Vaticano; in basso a destra c’e il simbolo del VATT (la croce sormonta la via lattea)

Voglio concludere con un elemento meritevole di ulteriori approfondimenti che al momento manca di ufficiali riscontri nella rete, ma questo non nega un bel niente: mi riferisco alle eccellenti ricerche condotte da Cristoforo Barbato (http://www.secretum-omega.com/), in particolare all’ –Intervista al gesuita, Roma 2001-; secondo quanto riportato da Barbato, esiste in Alaska un altro telescopio del Vaticano ma questa volta del tutto segreto; esso, costruito nel 1990 e sempre gestito dai gesuiti, sarebbe del tutto dedicato a studiare i corpi celesti anomali, ultimamente un articolarissimo corpo celeste in avvicinamento avrebbe catalizzato l’attenzione. Il progetto SILOE fa capo proprio a tale osservatorio: quel nome ci riporta al nuovo testamento, Vangelo di Giovanni, capitolo 9, ove si narra che Gesù guarisce un cieco immergendolo nella piscina di Siloe e passandogli una manciata di fango sugli occhi; dunque, in quel luogo si dovrebbero condurre osservazioni astronomiche che vanno ben al di là delle possibilità degli uomini comini, che ancora non hanno acquistato la vera vista.

Immagine
Foto 9- Nativi che protestano contro l’occupazione del monte Graham in seguito al grande incendio del luglio 2004
Per antipatia personale nei suoi confronti, non riporto alcuna foto di Coyne

Gli apache e le altre nazioni indiane non hanno mai cessato la rivendicazione dell’area sacra del Graham: Ola Cassadore, Philip Cassadore (tra l’altro, insigne musicista ed antropologo che recupera il patrimonio storico-etnologico dei Nativi) e Mike Davis, pur se minacciati e sequestrati per alcuni periodi da pseudo agenti federali, mai hanno cessato la lotta civile e non violenta; avvocati esercitanti il gratuito patrocinio sono stati boicottati, intimiditi ed a volte percossi da scherani del potere travestiti da facinorosi affinché lasciassero la rappresentanza dei nativi oppressi: alcuni
hanno rinunciato, altri no. Purtroppo, tutte le richieste di non rinnovare la concessione territoriale alla cordata multinazionale sono state respinte e la vetta del Graham si connota sempre più come una specie di proprietà privata del Mount Graham Internationa Observatory e gestita dall’ordine dei gesuiti, longa manus del Vaticano. Ovviamente, anche i tentativi di bloccare la recentissima installazione del Lucifer One sono stati inutili: le forze dell’ordine avevano le armi spianate. Vari siti Internet autogestiti da attivisti nativi sono stati oscurati oppure hanno subito attacchi periodici da parte di hacker sconosciuti ma assai ben preparati. Sei anni sono passati dalla prima stesura di quest’articolo ed i grandi mass media italiani non hanno dato alcuna notizia, seppur vaga, di quello scempio al quale collabora anche il nostro sgarrupato Paese, in sei anni nessuna informazione è stata portata al cospetto del cosiddetto grande pubblico. Non rimaniamo altri che noi ricercatori indipendenti ed orgogliosamente eretici a dar voce ad un popolo fiero che non vuole essere soppresso.

BREVISSIMA NOTA FINALE
Tutte le persone dovrebbero godere della possibilità di vedere come è Citta del Vaticano oltre i fasti artistici ed architettonici, cioè poter entrare nei palazzi interdetti: così tutti noi vedremmo l’essenza del potere vero, la direzione dei musei e delle librerie come ci viene descritta da Sitchin nel suddetto libro; Il Russicum, come ci viene descritto ne “I Martedì del Diavolo” da Enzo Russo; le sale blindate dello IOR, intraviste nel libro di Ferruccio Pinotti “Poteri Forti” e i meandri di “Bugie di Sangue in Vaticano”, scritto dagli sconosciuti ma affidabilissimi Discepoli della Verita. Non possiamo entrare colà, ma tutti possiamo leggere i libri…


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MessaggioInviato: 03/09/2012, 16:00 
Un frate americano scatena un putiferio: "Sono i giovani a sedurre i preti"

Le affermazioni di un importante frate americano scatenato il dibattito

Le affermazioni di padre Benedict Groeschel, appartenente all'ordine dei frati francescani del Rinnovamento, da lui stesso fondato, hanno accesso un forte dibattito negli Stati Uniti. Ne parla l'Huffington Post in un recente articolo.

L'uomo è stato intervistato dal National Catholic Register. Per l'occasione, padre Benedict ha pronunciato le seguenti parole:

"La gente crede che siano i preti a coltivare cattive intenzioni. Ma non è così. Nella maggior parte dei casi è il giovane a sedurre il sacerdote".

Per il religioso sono i sacerdoti, uomini deboli e con la mente straziata, le prede degli adolescenti in cerca di sesso.

http://www.nocensura.com/


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MessaggioInviato: 03/09/2012, 19:56 
Ratzinger dovrebbe solo vergognarsi di non aver neppure speso una parola per il compianto Martini domenica, non è andato di persona ai funerali, niente. Diciamo che è stato per i "sacri" palazzi una morte "provvidenziale", ora non c'è più nessuno di quella caratura contrario alle nuove, vecchie, idee di temporalismo che stanno risorgendo in seno alla chiesa.



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MessaggioInviato: 04/09/2012, 15:10 
Cita:
Raziel ha scritto:

Ratzinger dovrebbe solo vergognarsi di non aver neppure speso una parola per il compianto Martini domenica, non è andato di persona ai funerali, niente. Diciamo che è stato per i "sacri" palazzi una morte "provvidenziale", ora non c'è più nessuno di quella caratura contrario alle nuove, vecchie, idee di temporalismo che stanno risorgendo in seno alla chiesa.


Padre Georg Sporschill, il confratello gesuita che lo intervistò in Conversazioni notturne a Gerusalemme , e Federica Radice hanno incontrato Martini l'8 agosto: «Una sorta di testamento spirituale. Il cardinale Martini ha letto e approvato il testo».

Come vede lei la situazione della Chiesa?
«La Chiesa è stanca, nell'Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l'apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi. Queste cose però esprimono quello che noi siamo oggi? (...) Il benessere pesa. Noi ci troviamo lì come il giovane ricco che triste se ne andò via quando Gesù lo chiamò per farlo diventare suo discepolo. Lo so che non possiamo lasciare tutto con facilità. Quanto meno però potremmo cercare uomini che siano liberi e più vicini al prossimo. Come lo sono stati il vescovo Romero e i martiri gesuiti di El Salvador. Dove sono da noi gli eroi a cui ispirarci? Per nessuna ragione dobbiamo limitarli con i vincoli dell'istituzione».

Chi può aiutare la Chiesa oggi?
«Padre Karl Rahner usava volentieri l'immagine della brace che si nasconde sotto la cenere. Io vede nella Chiesa di oggi così tanta cenere sopra la brace che spesso mi assale un senso di impotenza. Come si può liberare la brace dalla cenere in modo da far rinvigorire la fiamma dell'amore? Per prima cosa dobbiamo ricercare questa brace. Dove sono le singole persone piene di generosità come il buon samaritano? Che hanno fede come il centurione romano? Che sono entusiaste come Giovanni Battista? Che osano il nuovo come Paolo? Che sono fedeli come Maria di Magdala? Io consiglio al Papa e ai vescovi di cercare dodici persone fuori dalle righe per i posti direzionali. Uomini che siano vicini ai più poveri e che siano circondati da giovani e che sperimentino cose nuove. Abbiamo bisogno del confronto con uomini che ardono in modo che lo spirito possa diffondersi ovunque».

Che strumenti consiglia contro la stanchezza della Chiesa?
«Ne consiglio tre molto forti. Il primo è la conversione: la Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi. Gli scandali della pedofilia ci spingono a intraprendere un cammino di conversione. Le domande sulla sessualità e su tutti i temi che coinvolgono il corpo ne sono un esempio. Questi sono importanti per ognuno e a volte forse sono anche troppo importanti. Dobbiamo chiederci se la gente ascolta ancora i consigli della Chiesa in materia sessuale. La Chiesa è ancora in questo campo un'autorità di riferimento o solo una caricatura nei media? Il secondo la Parola di Dio. Il Concilio Vaticano II ha restituito la Bibbia ai cattolici. (...) Solo chi percepisce nel suo cuore questa Parola può far parte di coloro che aiuteranno il rinnovamento della Chiesa e sapranno rispondere alle domande personali con una giusta scelta. La Parola di Dio è semplice e cerca come compagno un cuore che ascolti (...). Né il clero né il Diritto ecclesiale possono sostituirsi all'interiorità dell'uomo. Tutte le regole esterne, le leggi, i dogmi ci sono dati per chiarire la voce interna e per il discernimento degli spiriti. Per chi sono i sacramenti? Questi sono il terzo strumento di guarigione. I sacramenti non sono uno strumento per la disciplina, ma un aiuto per gli uomini nei momenti del cammino e nelle debolezze della vita. Portiamo i sacramenti agli uomini che necessitano una nuova forza? Io penso a tutti i divorziati e alle coppie risposate, alle famiglie allargate. Questi hanno bisogno di una protezione speciale. La Chiesa sostiene l'indissolubilità del matrimonio. È una grazia quando un matrimonio e una famiglia riescono (...). L'atteggiamento che teniamo verso le famiglie allargate determinerà l'avvicinamento alla Chiesa della generazione dei figli. Una donna è stata abbandonata dal marito e trova un nuovo compagno che si occupa di lei e dei suoi tre figli. Il secondo amore riesce. Se questa famiglia viene discriminata, viene tagliata fuori non solo la madre ma anche i suoi figli. Se i genitori si sentono esterni alla Chiesa o non ne sentono il sostegno, la Chiesa perderà la generazione futura. Prima della Comunione noi preghiamo: "Signore non sono degno..." Noi sappiamo di non essere degni (...). L'amore è grazia. L'amore è un dono. La domanda se i divorziati possano fare la Comunione dovrebbe essere capovolta. Come può la Chiesa arrivare in aiuto con la forza dei sacramenti a chi ha situazioni familiari complesse?»

Lei cosa fa personalmente?
«La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio? Comunque la fede è il fondamento della Chiesa. La fede, la fiducia, il coraggio. Io sono vecchio e malato e dipendo dall'aiuto degli altri. Le persone buone intorno a me mi fanno sentire l'amore. Questo amore è più forte del sentimento di sfiducia che ogni tanto percepisco nei confronti della Chiesa in Europa. Solo l'amore vince la stanchezza. Dio è Amore. Io ho ancora una domanda per te: che cosa puoi fare tu per la Chiesa?».

Georg Sporschill SJ, Federica Radice Fossati Confalonieri
fonte:http://www.corriere.it/cronache/12_settembre_02/le-parole-ultima-intervista_cdb2993e-f50b-11e1-9f30-3ee01883d8dd.shtml

Le parole di Martini fanno capire molte cose...ricordiamoci che il cardinale Martini era un Gesuita...[8D]



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MessaggioInviato: 05/09/2012, 18:17 



Sparita la nuova Imu

per la Chiesa




Va in scena la grande beffa dell’Imu dovuta dalla Chiesa. Mentre milioni di italiani si preparano a versare la seconda e la terza rata della nuova Ici che porterà quest’anno nelle casse dello stato una ventina di miliardi, è letteralmente sparito dai radar parlamentari il regolamento con cui il governo avrebbe dovuto finalmente mettere nero su bianco le nuove modalità di pagamento dell’imposta sugli immobili per enti religiosi, fondazioni, partiti e in alcuni casi anche sindacati.

Eppure a fine febbraio scorso, dopo molte polemiche nella maggioranza dell’esecutivo Monti, sembrava risolta l’annosa questione dell’esenzione Ici per mense, parrocchie e affini. «La Chiesa pagherà finalmente l’Imu», dichiaravano trionfanti i giornali. In effetti, la Commissione Industria del Senato aveva approvato un emendamento al decreto Cresci-Italia che eliminava l’esenzione dell’Imposta municipale unica alla Chiesa Cattolica e a tutti gli enti commerciali, tra i quali associazioni, fondazioni e partiti, prospettando nuovi introiti annuali per le casse erariali tra 100 milioni e 2 miliardi.


Tutti i dettagli su MF-MilanoFinanza, in edicola domani anche in formato elettronico su pc e iPad.



http://www.milanofinanza.it/news/dettag ... ce=message

vi segnalo :


Don Giorgio: Il vaticano è un gran puttanaio connivente con il porco di Arcore

http://www.youtube.com/watch?v=9h5-Rs5k ... e=youtu.be


Ultima modifica di barionu il 05/09/2012, 18:33, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/09/2012, 21:39 
Meno male che quei buffoni dicevano proprio che avrebbero fatto pagare l' ICI anche a loro... sì sì... si è visto.

Arrivata l' IMU, mentre milioni di poveracci sono tartassati, i beni immobiliari della Chiesa non sono tassati.

Ma naturalmente chi gli aveva creduto? Non certo io......



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 06/09/2012, 02:38 
con il 30% del patrimonio immobiliare italiano sfido io che non la vogliano pagare, come minimo dovrebbero restituire per INTERO l'8x1000 [;)]

E fortuna che dopo il 1860 parecchie terre furono confiscate, non oso immaginare la situazione precedente in fatto di immobili.. d'altronde è una prassi millenaria che le terre la chiesa può solo acquisirle, e mai venderle. Dopo secoli e secoli è inevitabile che l'accumulo fosse arrivato a livelli lerci.



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MessaggioInviato: 06/09/2012, 13:38 

Sparita la nuova Imu per la chiesa.

Lo stato perde 600 milioni di euro e ne incassa 30.

Denari.




http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f ... 0&start=50



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MessaggioInviato: 12/09/2012, 13:01 
Il Cardinale con la Bentley Continental da 200.000€

Immagine

Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z26FgRu9EU

Di seguito pubblico il testo e le foto che mi ha inviato un mio amico su Facebook: credo non ci sia bisogno di aggiungere altro.

Ciao Alessandro!
Oggi ho visitato una basilica di Roccamonfina, una bella località in provincia di Caserta.
All’interno del cortile vi era parcheggiata, tra le tante auto di rappresentanza di politici vari, una bella Bentley Continental. Un’auto da 200.000 EUR e più.

Immagine

Curiosi io ed i miei amici chiediamo informazioni sul proprietario e indovina un po’ di chi era questa modesta macchinina?
Di un cardinale! Pensavamo si trattasse di uno scherzo e così abbiamo chiesto conferma alla polizia municipale ivi presente; e ne abbiamo avuta conferma.
Non ancora contento ho chiesto alla persona che ha aperto la bauliera dell’auto in questione, un elegante giovanotto, di chi politico fosse quella bella autovettura e lui (credo si trattasse dell’autista), con un sorriso ha detto: non è un politico, ma un cardinale di Roma…
Insomma, tutti hanno confermato che quella lussuosissima autovettura Bentley fosse di un prete, un rappresentante del Vaticano, quello stesso Vaticano che richiede offerte e pretende di risparmiare sulle rendite del suo (immenso) patrimonio immobiliare.

Credo che per dovere di cronaca sia giusto rendere noto, anche con questo piccolo contributo, che fine fanno i soldi delle offerte alla Chiesa cattolica, l’8 per mille donato loro dai contribuenti e le tasse che vengono loro esentate…

E’ una vera vergogna!
Sono a dir poco disgustato ed indignato.


Francesco ALTRUDA



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 12/09/2012, 14:27 
200.000 Euro di macchina di lusso al Cardinale....

...e i fedeli che vengono minacciati di essere messi sulla strada perchè non possono pagare l' affitto al loro locatario... la stessa Chiesa.

E dovremmo dare loro l' 8°/°° [?]



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L'Istituto Antonio Provolo

Immagine

Fonte: http://www.beppegrillo.it/2012/09/listi ... l#commenti

Questa denuncia di Federico Tulli sugli abusi a dei minori sordomuti non è uno scoop. I fatti sono già stati oggetto di numerose lettere ai giornali, al Vaticano e persino citati in una proposta parlamentare di Maurizio Turco, Farina Coscioni e altri il 15 dicembre del 2010. Sulla vicenda c'è però un silenzio irreale, tranne pochissime eccezioni come l'Espresso. Dopo aver letto l'articolo sono rabbrividito. Non ho parole. Questi orrori non devono più succedere.

Testo di Federico Tulli, giornalista
"Masturbazioni, sodomizzazioni, rapporti orali forzosi. Tra le mura dell’Istituto religioso per bambini e bambine sordomuti “Antonio Provolo” di Verona, dagli anni Cinquanta fino al 1984 si è consumata una agghiacciante vicenda criminale ai danni di circa 40 giovani ospiti, di cui ancora oggi troppo poco si parla. Fondato nel 1830 da don Antonio Provolo, l'istituto è stato considerato per decenni tra i più rinomati centri a livello internazionale nel campo dell'educazione scolastica per minori sordomuti. Una fama crollata miseramente nel giro di qualche anno quando a poco a poco la forza vitale delle vittime è riuscita ad aprire delle crepe sempre più ampie nel muro dell'omertà dietro cui la Curia veronese ha tentato di celare gli abusi compiuti nei loro confronti da alcuni sacerdoti e fratelli laici dipendenti dell'Istituto. Dopo aver tentato per anni, inutilmente, di ottenere ascolto prima ancora che giustizia dalla diocesi locale, in particolare dal vescovo Giuseppe Carraro (deceduto nel 1981), e cozzando contro la prescrizione del reato stabilita dalla legge sia italiana che vaticana, una quindicina di vittime più forti psicologicamente, ha deciso di cambiare strategia e denunciare pubblicamente la vicenda sui media nazionali. Era l'inizio del 2009 e la loro storia ebbe anche un discreto risalto. È dovuto però passare ancora un anno prima che il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, si decidesse ad accogliere una delegazione degli ex studenti abusati. Una scelta obbligata, quasi sofferta quella di Zenti, maturata sulla scia delle nuove indicazioni che giungevano dalla Santa Sede. Si era infatti nel pieno dell'onda lunga di indignazione popolare montata durante la prima metà del 2010 in seguito all'impressionante serie di scandali pedofili che via via venivano alla luce dagli istituti religiosi cattolici di mezza Europa, isole comprese. Dopo infinite trattative col vescovo, le vittime ottennero - per la prima e unica volta in Italia - l'istituzione di una commissione curiale presieduta da un laico, che accertasse la veridicità delle loro denunce. La commissione, incaricata dal Vaticano e guidata dall’ex presidente del Tribunale di Verona, Mario Sannite, ha finito il proprio lavoro a febbraio 2011, dopo aver raccolto e videoregistrato le testimonianze sia delle vittime che di sacerdoti e fratelli laici presenti nell’Istituto all’epoca dei fatti contestati. È passato un anno e mezzo, che ne è dei risultati di quella inchiesta? Ancora oggi le vittime, riunite nell'associazione sordi Provolo, attendono di conoscere le conclusioni come convenuto con le autorità vaticane. Di certo si sa che la documentazione fu consegnata dopo pochi mesi a monsignor Giampietro Mazzoni, il magistrato del Tribunale ecclesiastico della diocesi di Verona. Ma nessuno dei testimoni è stato informato o ha ricevuto una copia della sua audizione. Eppure qualcosa è già trapelato e ha del clamoroso. Intervistato a Matrix su Canale 5 il 24 maggio 2011, il presidente Sannite, dichiarò che «almeno tre, tra sacerdoti e fratelli laici, hanno ammesso gli abusi». Da allora più nulla. Non un cenno, non una comunicazione. Niente. Un'omertà totale da parte di Mazzoni che nemmeno i proverbiali tempi biblici della Chiesa possono ormai più giustificare.


Non è ancora dato di conoscere i risultati della commissione curiale sul Provolo, ma testimonianze come quella di Bosoli, tutte in grado di descrivere dettagliatamente la stanza del vescovo, hanno provocato nel 2011 il blocco della procedura di beatificazione di Giuseppe Carraro, il vescovo di Verona al tempo dei crimini." Federico Tulli, giornalista, autore nel 2010 del saggio “Chiesa e pedofilia” edito da L'Asino d'Oro

Proposta di legge di Maurizio Turco per l'istituzione della Giornata della memoria
http://issuu.com/beppegrillo/docs/propo ... singlePage

Lettera al Papa, a Bertone e Bagnasco in cui le vittime del Provolo chiedono la sconsacrazione dei luoghi in cui sono avvenute le violenze
http://issuu.com/beppegrillo/docs/lette ... singlePage

Lettera ai principali quotidiani locali e nazionali
http://issuu.com/beppegrillo/docs/lette ... singlePage



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 25/09/2012, 11:33 
La Spending Review del Vaticano!
(chiedo perdono se è stata già postata...)

GERMANIA, SCOMUNICA PER CHI NON PAGA LE TASSE ALLA CHIESA

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Se non paghi, non puoi fare parte della Chiesa: questa in sostanza la scomunica a cui hanno pensato i vescovi tedeschi per chi non versa ciò che in Italia sarebbe l'otto per mille.

Chi non paga i contributi alla Chiesa, non crede. Nel Paese natale di papa Ratzinger i vescovi si inventano la "scomunica light": se i fedeli non pagano la tassa annuale (l'equivalente del nostro 8 per mille) non possono far parte della comunità religiosa e di conseguenza non potranno ricevere sacramenti né confessarsi. Nemmeno il funerale è concesso.

Come a dire ministri di Dio sì, ma solo se ci stipendiate. La procedura introdotta dalla Conferenza episcopale tedesca ha incassato l'ok del Vaticano. Una dura risposta al grande esodo di fedeli in Germania. Dal 1990 in poi sono in media 100 mila i fedeli che ogni anno lasciano ufficialmente la chiesa per evitare di pagare l'imposta. Il record è stato toccato nel 2011 quando ne usciròno 126 mila. La controversa Kirchensteuer è una tassa che finisce direttamente nelle casse dell'anagrafe tributaria: il contribuente deve indicare se appartiene alla confessione cattolica o a quella protestante, di conseguenza gli sarà applicata una tassa con aliquote che variano dal 3% all'8% del reddito Irpef.

L'avallo di Roma giunge dopo anni di insistenze da parte dei vescovi tedeschi. A lungo il Vaticano aveva fatto valere le sue obiezioni: nel 2006 aveva chiaramente detto che non bastava dichiarare allo Stato tedesco di non essere più cattolici. Ma ora che è cambiata la musica non si capisce come mai la Chiesa, che per definizione è universale, scomunichi i fedeli tedeschi che non pagano l'obolo mentre continui a considerare cattolici i tanti Italiani che decidono di destinare il proprio 8 per mille ad altre nobili cause.

Forse la Chiesa tedesca non ha considerato che molte persone di fede cattolica possono aver deciso di non finanziarla anche a causa della crisi economica che attanaglia tante famiglie: senza voler essere blasfemi molti potrebbero considerare più importante portare a casa il pane piuttosto che spezzarlo simbolicamente durante la messa domenicale.



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