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Argomento bloccato

05/10/2012, 15:03

Deckard ha scritto:

Che sia la volta buona?...

Studenti in piazza in tutta Italia, scontri a Milano e Torino



Speriamo...

Speriamo che sia solo l'inizio di una lunga serie di proteste.

05/10/2012, 15:39

Ma estesa a tutti, però!

05/10/2012, 15:44

Ufologo 555 ha scritto:

Ma estesa a tutti, però!


Tutti... pensionati e bambini compresi [:o)]

05/10/2012, 18:03

rmnd ha scritto:

intanto una buona notizia [;)]


e speriamo 5 anni tutti in galera insieme ad altri già condannati per gli scontri del 15 Ottobre, anche se dubito.


.....tu ci credi?....sei un ottimista......alla monti [;)]
Ultima modifica di ubatuba il 05/10/2012, 18:21, modificato 1 volta in totale.

07/10/2012, 13:29

Esecuzioni, torture, stupri Le crudeltà dei partigiani.

La Resistenza mirava alla dittatura comunista. Le atrocità in nome di Stalin non sono diverse dalle efferatezze fasciste. Anche se qualcuno ancora lo nega.

Giampaolo Pansa - Dom, 07/10/2012 - 12:05



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C’è da scommettere che il nuovo libro di Giampaolo Pansa, La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti (Rizzoli, pagg. 446, euro 19,50; in libreria dal 10 ottobre), farà infuriare le vestali della Resistenza.

Mai in maniera così netta come nell’introduzione al volume (di cui per gentile concessione pubblichiamo un estratto) i crimini partigiani sono equiparati a quelli dei fascisti. Giampaolo Pansa imbastisce un romanzo che, sull’esempio delle sue opere più note,racconta la guerra civile in chiave revisionista, sottolineando le storie dei vinti e i soprusi dei presunti liberatori, i partigiani comunisti in realtà desiderosi di sostituire una dittatura con un’altra, la loro.

Tanto i partigiani comunisti che i miliziani fascisti combattevano per la bandiera di due dittature, una rossa e l'altra nera. Le loro ideologie erano entrambe autoritarie. E li spingevano a fanatismi opposti, uguali pur essendo contrari. Ma prima ancora delle loro fedeltà politiche venivano i comportamenti tenuti giorno per giorno nel grande incendio della guerra civile. Era un tipo di conflitto che escludeva la pietà e rendeva fatale qualunque violenza, anche la più atroce. Pure i partigiani avevano ucciso persone innocenti e inermi sulla base di semplici sospetti, spesso infondati, o sotto la spinta di un cieco odio ideologico. Avevano provocato le rappresaglie dei tedeschi, sparando e poi fuggendo. Avevano torturato i fascisti catturati prima di sopprimerli. E quando si trattava di donne, si erano concessi il lusso di tutte le soldataglie: lo stupro, spesso di gruppo.

A conti fatti, anche la Resistenza si era macchiata di orrori. Quelli che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorderà nel suo primo messaggio al Parlamento, il 16 maggio 2006, con tre parole senza scampo: «Zone d'ombra, eccessi, aberrazioni». Un'eredità pesante, tenuta nascosta per decenni da un insieme di complicità. L'opportunismo politico che imponeva di esaltare sempre e comunque la lotta partigiana. Il predominio culturale e organizzativo del Pci, regista di un'operazione al tempo stesso retorica e bugiarda. La passività degli altri partiti antifascisti, timorosi di scontrarsi con la poderosa macchina comunista, la sua propaganda, la sua energia nel replicare colpo su colpo.

Soltanto una piccola frazione della classe dirigente italiana si è posta il problema di capire che cosa si nascondeva dietro il sipario di una storia contraffatta della nostra guerra civile. E ha iniziato a farsi delle domande a proposito del protagonista assoluto della Resistenza: i comunisti. Ancora oggi, nel 2012, qualcuno si affanna a dimostrare che a scendere in campo contro tedeschi e fascisti e stato un complesso di forze che comprendeva pure soggetti moderati: militari, cattolici, liberali, persino figure anticomuniste come Edgardo Sogno. È vero: c'erano anche loro nel blocco del Corpo volontari della liberta. Ma si e trattato sempre di minoranze, a volte di piccole schegge. Impotenti a contrastare la voglia di egemonia del Pci e i comportamenti che ne derivavano. Del resto, i comunisti perseguivano un disegno preciso e potente che si è manifestato subito, quando ancora la Resistenza muoveva i primi passi. Volevano essere la forza numero uno della guerra di liberazione. Un conflitto che per loro rappresentava soltanto il primo tempo di un passaggio storico: fare dell'Italia uscita dalla guerra una democrazia popolare schierata con l'Unione Sovietica.

Dopo il 25 aprile 1945 le domande sulle vere intenzioni dei comunisti italiani si sono moltiplicate, diventando sempre più allarmate. Mi riferisco ad aree ristrette dell'opinione pubblica antifascista. La grande maggioranza della popolazione si preoccupava soltanto di sopravvivere. Con l'obiettivo di ritornare a un'esistenza normale, trovare un lavoro e conquistare un minimo di benessere. Piccoli tesori perduti nei cinque anni di guerra. Ma le élite si chiedevano anche dell'altro. Sospinte dal timore che il dopoguerra italiano avesse un regista e un attore senza concorrenti, si interrogavano sul futuro dell'Italia appena liberata. Sarebbe divenuta una democrazia parlamentare oppure il suo destino era di subire una seconda guerra civile scatenata dai comunisti, per poi cadere nelle grinfie di un regime staliniano?

Era una paura fondata su quel che si sapeva della guerra civile spagnola. Nel 1945 non era molto, ma quanto si conosceva bastava a far emergere prospettive inquietanti. Anche in Spagna era esistita una coalizione di forze politiche a sostegno della repubblica aggredita dal nazionalismo fascista del generale Francisco Franco. Ma i comunisti iberici, affiancati, sostenuti e incoraggiati dai consiglieri sovietici inviati da Stalin in quell'area di guerra, avevano subito cercato di prevalere sull'insieme dei partiti repubblicani, raccolti nel Fronte popolare. A poco a poco era emerso un inferno di illegalità spaventose. Arresti arbitrari. Tribunali segreti. Delitti politici brutali. Carceri clandestine dove i detenuti venivano torturati e poi fatti sparire. Assassinii destinati ad annientare alleati considerati nemici. Il più clamoroso fu il sequestro e la scomparsa di Andreu Nin, il leader del Poum, il Partito operaio di unificazione marxista. Il Poum era un piccolo partito nel quale militava anche George Orwell, lo scrittore inglese poi diventato famoso per Omaggio alla Catalogna, La fattoria degli animali e 1984. Orwell aveva 34 anni, era molto alto, magrissimo, sgraziato, con una faccia da cavallo. Era arrivato a Barcellona da Londra alla fine del 1936. Una fotografia lo ritrae al fondo di una piccola colonna di miliziani del Poum. Una cinquantina di uomini, preceduti da un bandierone rosso con la falce e martello, la sigla del partito e la scritta «Caserma Lenin», la base dell'addestramento.

Orwell stava sul fronte di Huesca quando i comunisti e i servizi segreti sovietici decisero la fine del Poum. Lo consideravano legato a Lev Davidovic Trotsky, il capo bolscevico diventato nemico di Stalin. In realta era soltanto un gruppuscolo antistaliniano con 10 mila iscritti. L'operazione per distruggerlo venne ordita e condotta da Aleksandr Orlov, il nuovo console generale dell'Urss a Barcellona, ma di fatto il capo della filiale spagnola del Nkvd, la polizia segreta sovietica. Nel giugno 1937, un decreto del governo repubblicano guidato dal socialista di destra Juan Negrin, succube dei comunisti, dichiaro fuori legge il Poum, sospettato a torto di cospirare con i nazionalisti di Franco. Tutti i dirigenti furono imprigionati. Se qualcuno non veniva rintracciato, toccava alla moglie finire in carcere. Gli arrestati si trovarono nelle mani del Nkvd che li rinchiuse in una prigione segreta, una chiesa sconsacrata di Madrid. Interrogato e torturato per quattro giorni, Nin rifiuto di firmare l'accusa assurda che gli veniva rivolta: l'aver comunicato via radio al nemico nazionalista gli obiettivi da colpire con l'artiglieria. Gli sgherri di Orlov lo trasportarono in una villa fuori città. Qui misero in scena una finzione grottesca: la liberazione di Nin per opera di un commando di agenti della Gestapo nazista, incaricati da Hitler di salvare il leader del Poum. Ma si trattava soltanto di miliziani tedeschi di una Brigata internazionale, al servizio di Orlov. Nin scomparve, ucciso di nascosto e sepolto in un luogo rimasto segreto per sempre. E come lui, tutti i suoi seguaci svanirono nel nulla. Quanto accadeva in Spagna fu determinante per la svolta ideologica di uno scrittore americano di sinistra, John Dos Passos. Scrisse: «Ciò che vidi mi provoco una totale disillusione rispetto al comunismo e all'Unione Sovietica. Il governo di Mosca dirigeva in Spagna delle bande di assassini che ammazzavano senza pietà chiunque ostacolasse il cammino dei comunisti. Poi infangavano la reputazione delle loro vittime con una serie di calunnie». Le stesse infamie, sia pure su scala ridotta, vennero commesse in Italia da bande armate del Pci, durante e dopo la guerra civile.

C'è da scommettere che il nuovo libro di Giampaolo Pansa, La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti (Rizzoli, pagg. 446, euro 19,50; in libreria dal 10 ottobre), farà infuriare le vestali della Resistenza. Mai in maniera così netta come nell'introduzione al volume (di cui per gentile concessione pubblichiamo un estratto) i crimini partigiani sono equiparati a quelli dei fascisti. Giampaolo Pansa imbastisce un romanzo che, sull'esempio delle sue opere più note, racconta la guerra civile in chiave revisionista, sottolineando le storie dei vinti e i soprusi dei presunti liberatori, i partigiani comunisti in realtà desiderosi di sostituire una dittatura con un'altra, la loro.

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/e ... 44311.html

07/10/2012, 13:32

diciamo che nelle guerre civili,le nefandezze sono generalizzate,poi magari qualkuno ne commette in nr maggiore,dell'avversario.....cmq nessuno puo' atteggiarsi a puro e santo.......[;)]
Ultima modifica di ubatuba il 07/10/2012, 13:33, modificato 1 volta in totale.

07/10/2012, 13:38

E per questo motivo che in Italia siamo ancora ... divisi! Ognuno ancora accusa l'altro! Non si finisce più; e tutti "dimenticano" gli applausi sotto il balcone ...[8)]

07/10/2012, 16:26

http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_07/sicilia-candidato-due-presidenti_6f08721c-1088-11e2-9c6c-96f0bb140020.shtml

CAMBIO DI CASACCA PRIMA DEL VOTO
[color=blue]Sicilia, candidato per due presidenti
Dalla sera alla mattina cambia casacca

La storia di Antonio Paladino: non ha fatto in tempo a stampare i manifesti e già aveva cambiato partito[/color]
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07/10/2012, 17:38

rmnd ha scritto:

http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_07/sicilia-candidato-due-presidenti_6f08721c-1088-11e2-9c6c-96f0bb140020.shtml

CAMBIO DI CASACCA PRIMA DEL VOTO
[color=blue]Sicilia, candidato per due presidenti
Dalla sera alla mattina cambia casacca

La storia di Antonio Paladino: non ha fatto in tempo a stampare i manifesti e già aveva cambiato partito[/color]
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vedi rmnd,e' un modo semplice x non rimanere disoccupato...... [8D] [;)]

07/10/2012, 23:21

http://video.it.msn.com/watch/video/il- ... e/6hxt6egj

lasciare scorrere la pubblicita'e visionare il video [;)] [;)]
Ultima modifica di ubatuba il 07/10/2012, 23:22, modificato 1 volta in totale.

08/10/2012, 00:36

La Spagna scenderà nuovamente in piazza contro le misure restrittive del proprio governo.La Grecia è nuovamente con le casse dissanguate,vittima della propria classe politica.L'Italia?Viviamo fra probabili ricandidature dei soliti volti,che tenteranno di mischiare le carte.Polemiche sterili,riforme istituzionali delle quali non si parla più,d irettori di centri di raccolta tributi che raccoglievano eccome.....Intanto fra cinque giorni scadrà il termine per la chiusura dell'impianto Ilva di Taranto.Cosa succederà?

08/10/2012, 13:48

Nel Pdl scoppia la manifesto-mania

Dai neoconservatori ai formattatori, fino ai riformisti-liberal

07 ottobre, 20:08

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 92659.html

Nel Pdl è scoppiata la 'manifesto-mania'. Nell'arco di ventiquattro ore o poco più sono spuntate carte programmatiche e dichiarazioni d'intenti. Altre se ne annunciano, in quella che sembra diventare una vera e propria 'guerra del manifesto' nel centrodestra.

Si parte dal 'Manifesto per il bene comune della Nazione', piattaforma valoriale stilata dai neoconservatori Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello - presidente e vicepresidente dei senatori Pdl - insieme a Maurizio Sacconi, Gianni Alemanno, Roberto Formigoni e Maria Stella Gelmini.





Una copia del manifesto...... [:255]

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08/10/2012, 14:17

barionu ha scritto:

Angeldark ha scritto:

LECCO
Buca le gomme all'auto di un disabile
perché costretto a spostare la sua Jaguar

Il presidente dell'Aler di Lecco Antonio Piazza viene invitato
dal Pdl a dimettersi, ma lui: «È ingiusto»

Aveva parcheggiato la sua Jaguar in un posto per disabili. Non solo. Costretto a spostare l'auto dai vigili urbani chiamati dal disabile, si era vendicato bucando le gomme della macchina del portatore di disabilità una volta che gli agenti si erano allontanati. Protagonista di questa vicenda il presidente dell'Aler di Lecco (Azienda lombarda per l'edilizia residenziale) Antonio Piazza, che martedì è stato sollecitato dal suo partito, il Pdl, a dimettersi.

LE TELECAMERE - Il disabile, intenzionato a parcheggiare, aveva trovato il suo posto auto occupato dalla Jaguar di Piazza. Seccato, aveva chiamato la municipale affinchè multassero l'automobilista indisciplinato. Ma Piazza, per vendicarsi, ha bucato le gomme della vettura del portatore di disabilità. Non aveva fatto i conti con le telecamere della zona che hanno ripreso tutta la scena. Martedì il dirigente è stato costretto a dimettersi. «Le mie dimissioni - si è giustificato il numero uno dell'Aler lecchese - non sono assolutamente giuste. Non le ho certo date volontariamente. Il mio comportamento è sempre stato improntato nella massima correttezza nel ruolo che ho svolto fino ad oggi nell'azienda lombarda per l'edilizia residenziale. Spero che l'assessore lombardo nelle prossime ore le respinga».
Fonte:http://www.corriere.it/cronache/12_ottobre_03/buca-disabile-gomme-dimisioni-pdl_9a6be1fc-0d20-11e2-93be-2a3b0933ba70.shtml

Mi immagino quale livello di "correttezza" abbia avuto nel pubblico questo megastr.... [}:)]



Politico di Lecco buca le ruote a un disabile, dimostrandosi disabile mentale e meritandosi, quindi, il parcheggio

Politico di Lecco buca le ruote a un disabile. "Ho sbagliato ma c'è chi fa di peggio". Hai proprio ragione Hitler li "gasava", cosa vuoi , un applauso ?

Politico di Lecco buca le ruote a un disabile. "Ho sbagliato ma c'è chi fa di peggio" Effettivamente non entri nella top ten "politico di ********** 2012"

Politico di Lecco buca le ruote a un disabile. "Ho sbagliato ma c'è chi fa di peggio". Vedrete quando ci raduneremo coi forconi, faremo del nostro peggio.



Alfano: via dal PDL quelli che si fanno beccare !!!


http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f=3&t=45014




zio ot


e quelli che non beccano li facciamo presidenti del consiglio [;)]

09/10/2012, 09:47

E spunta una lettera in cui la Fornero chiedeva ai partiti di non "smontare la riforma previdenziale". Il ddl Damiano prevede gli scalini per i lavoratori di 58 anni

Dopo il pasticcio che li ha lasciati senza pensione, il governo si prepara a tirare un altro schiaffo agli esodati: l'esecutivo è pronto a bocciare il ddl proposto dall'ex ministro Damiano e condiviso da Pdl, Pd, Udc e opposizioni che introduce una serie di scalini per consentire ai lavoratori di 58 anni di andare in pensione con 35 anni di contributi fino al 2017. Tra i "promotori" della bocciatura la prima firmataria della riforma delle pensioni, Elsa Fornero, che con una lettera-appello si rivolge ai partiti chiedendo che la riforma previdenziale non venga smontata.

La modifica alla riforma - Il provvedimento Damiano, che vuole ampliare la platea degli esodati modificando il testo della Fornero contenuto nel salva-Italia, è arrivato alla Camera. La proposta di legge è stata approvata con un voto bipartisan in commissione Lavoro ma richiede una copertura di 5 miliardi, come ha spiegato all'assemblea Cesare Damiano del Pd, su cui per ora non è arrivato il via libera della commissione bilancio: manca il parere della commissione presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti che sta attendendo la relazione. Dura la replica di Damiano, che si è detto "stupito e incredulo" ed ha rilanciato: "Non c'è la copertura? E allora il governo ne trovi un altra". Quindi le cifre: "Nel salva-Italia viene previsto un risparmio di 12 miliardi con la riforma delle pensioni. Ne sono stati spesi 9 per gli esodati, quindi ce ne sono almeno tre". E ancora, Damiano: "Non vogliamo smontare la riforma della Fornero, vogliamo fare delle correzioni e addolcire il salto. Se la copertura dei cinque miliardi non ci fosse sarebbe molto grave. C'è la spending review, c'è la legge di stabilità, questi soldi non devono essere destinati solo ad una diminuzione del debito, ma anche per correggere l'errore fatto".

L'esecutivo trema - Il governo ora teme uno scontro frontale con il Parlamento. Parlamento. La relazione della ragioneria generale che stoppa il provvedimento non è ancora stata inviata e oggi l'esecutivo, con tutta probabilità, inviterà i deputati a far tornare il provvedimento in Commissione per trovare un'intesa sugli esodati senza compromettere "la stabilità finanziaria". Eppure, per quel che concerne l'ipotesi degli scalini per i lavoratori di 58 e 59 anni, la Fornero non aveva lasciato speranze, spiegando che accettare una modifica del genere "smonterebbe la riforma".

La lettera della Fornero - Non a caso, proprio oggi, lunedì 8 ottobre, l'agenzia di stampa Ansa ha diffuso una lettera dello scorso 7 agosto in cui il ministro Fornero scriveva al presidente della commissione Lavoro di Montecitorio in merito alle modifiche alla riforma delle pensioni. Il ministro del Lavoro invitava a compiere "ogni sforzo per evitare il rischio di misure che, se non adeguatamente comprese in sede internazionale, comprometterebbero gli sforzi di stabilizzazione finanziaria".


http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... odati.html

questa legge e'necessario bloccarla,prima che combini altri guai,sta disgregando lo stato sociale,con tutte le gravi conseguenze del caso..........................[:(!]
Ultima modifica di ubatuba il 09/10/2012, 09:48, modificato 1 volta in totale.

09/10/2012, 10:04

lo posto qui, ma sta bene anche nel topic di "mario" ed in quello di "silvio"...


"Berlusconi: pronto al passo indietro. Monti? Potrebbe essere ancora premier
Martedì, 9 ottobre 2012 - 08:58:00
berlusconi 2

Silvio Berlusconi è pronto a non candidarsi per favorire l'unità dei moderati. E' lo stesso ex premier a confermarlo, dopo l'annuncio di ieri del segretario del Pdl Angelino Alfano, in un colloquio con "Libero" dal titolo "Lascio e vi spiego perché". La non candidatura "non è una novità: è quanto dico da tempo - ha ribadito -. Io voglio l'unità dei moderati e per ottenerla, se serve, sono pronto anche a non presentarmi. Intendo fare ciò che è utile e giusto per il mio Paese e se, per ottenere un fronte unico contro la sinistra, c'è bisogno che io mi faccia da parte, lo farò".

"Non c'è trucco nè possibilità di ripensamento. Io - ha aggiunto Berlusconi - sono tranquillo: come premier possono candidare chi vogliono. Lo faccio nell'interesse del mio Paese, per non consegnare l'Italia a Bersani e Vendola". "Casini e Montezemolo per dar vita a un nuovo schieramento con il Pdl non vogliono Berlusconi? E Berlusconi si toglie dalle scatole. Tutto qui, niente di nuovo", ha sottolineato ancora.

E poi: "Alla mia età non inseguo certo una poltrona..." ricordando di aver fondato la Casa delle Libertà perché "nessuno volle farsi avanti". "Oggi - ha concluso - c'è chi se la sente ed è pronto a mettere insieme tutti i partiti che non sono di sinistra? Prego, si accomodi e avrà il mio appoggio".

Silvio Berlusconi ribadisce alla trasmissione di Belpietro la sua volonta' di fare un passo indietro. Chi sara' candidato premier? "E' difficile fare nomi perche' dietro i nomi si instaurerebbero polemiche. Saranno tutti i moderati insieme a decidere chi debba rappresentarli", dice l'ex premier. Chi sara' il presidente del Consiglio del centrodestra? "Non escludo che possa essere Mario Monti il quale e' sempre stato nel campo dei liberali e dei moderati. Potrebbe essere lui, ma ci sono anche altri nomi che possono essere condivisi", afferma il Cavaliere. "Ne ho sondati qualcuno, penso che ci possa essere la possibilita' di mettere insieme i moderati", continua l'ex premier."
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