barionu ha scritto:
Cit LUPO GRIGIO
Il primo di essi è con ogni probabilità legato al misterioso ‘comunicato’ della FAA delle ore 9.16 a.m. nel quale si annunciava l’avvenuto ‘dirottamento’ del Flight 93… con venti minuti di anticipo rispetto a quando lo sarà veramente.
Puoi essere più dettagliato su questa notizia ?
zio ot
Alcune sequenze tratte da…
http://s3.amazonaws.com/911timeline/main/flight93.html… buona lettura!…
ore 8.01 a.m. - Il decollo del volo di linea Flight 93 della United Airlines dall’aeroporto di Newark alla volta di San Francisco è ritardato da una dozzina di altri velivoli presenti davanti a lui sulla pista di rullaggio. Il velivolo si staccherà da terra solo alle 8.42, vale a dire con oltre 40 minuti di ritardo. Secondo il Boston Globe questo ritardo sarà la causa principale del fatto che, dei quattro voli dirottati, il solo Flight 93 non porterà a termine la ‘missione’…
ore 8.46 a.m. – Un velivolo identificato poi come il Boeing 767 Flight 11 della American Airlines si schianta contro la ‘Torre nord’ del World Trade Center. Poco dopo che la ‘Torre nord’ è stata colpita la FAA attiva una linea telefonica diretta con i Servizi Segreti tenendoli informati degli eventi successivi. Successivamente Cheney dichiarerà in una conferenza stampa : ‘I Servizi Segreti, in base ad un precedente accordo con la FAA, hanno aperto un collegamento telefonico subito dopo che il World Trade Center è stato…’ , fermandosi all’improvviso prima di terminare la frase. Che cosa prevedeva lo strano ‘accordo’ tra i Servizi segreti e la FAA, messo in atto pochi secondi dopo l’incidente avvenuto al Wolrd Trade Center, sicuramente prima che qualunque notizia al riguardo potesse essere diffusa?… Secondo quanto dichiarato dal capitano Michael Jellinek del NORAD, subito dopo che il World Thread Center è stato colpito, è stato attivato un collegamento telefonico con il National Military Command Center [NMCC], situato all’interno del Pentagono lontano dal lato contro il quale si schianterà più tardi il [presunto] Flight 77…
Intorno alle ore 9.00 a.m. – La United Airlines allerta tutti i propri aerei del pericolo di intrusione in cabina di pilotaggio e prescrive si prendano precauzioni per barricare le porte di accesso alle cabine. I piloti del Flight 93 accusano ricevuta del messaggio. Tuttavia nessuno ha provveduto ad avvisarli di quanto era accaduto al World Trade Center e del fatto che altri aerei risultavano mancanti all’appello…
ore 9.03 a.m. – Un aereo di linea identificato come il Flight 175 impatta contro la ‘Torre sud’ del World Trade Center. Milioni di telespettatori assistono all’evento in diretta. Due F-15 decollati su allarme dalla base aerea di Otis si trovano ancora a 71 miglia di distanza, otto minuti di volo…
ore 9.16 a.m. – La FAA informa il NORAD che il Flight 93 ‘potrebbe’ essere stato dirottato [CNN, 17 settembre 2001]. Nessun caccia è fatto decollare in conseguenza di questa informazione, né ora né più tardi. Non è chiaro quanti dei caccia mandati ad intercettare il Flight 77 siano stati ‘dirottati’ poi sul Flight 93. La FAA non ha rivelato come fosse venuta a sapere del dirottamento del Flight 93. In realtà in quel momento sul Flight 93 tutto procede normalmente, tanto che dieci minuti dopo al check i piloti risponderanno ‘tutto ok’. Altro mistero dunque. A proposito di questo la Fox News [Fox News, 24 settembre 2001] riporterà alcuni giorni dopo : ‘… gli investigatori ritengono che in almeno uno dei voli, uno dei dirottatori si trovava in cabina di pilotaggio già prima del decollo…’ e che ‘… il voice recorder rivela che i piloti avevano riconosciuto il loro ‘ospite’ come ‘collega’ e che è consuetudine in questi casi che questi viaggi su uno dei sedili extra della cabina di pilotaggio…’. Tutto il personale di volo e tutti i passeggeri dell’aereo di fatto nei minuti seguenti riferiranno della presenza di tre dirottatori, non di quattro. Il quarto dirottatore dunque si trovava in cabina fin dal momento della partenza?… se sì quando ha agito?… forse prima delle ore 9.00 a.m., allorché il Flight 93 è stato allertato del pericolo di intrusione nella cabina di pilotaggio ed ha confermato di aver ricevuto il messaggio?… Tutte domande cui si deve ancora fornire risposta…
ore 9.25 a.m. – I piloti del Flight 93 rispondono al check del controllo di volo di Cleveland augurando ‘buon giorno’…
ore 9.26 a.m. – Jane Garvey, direttore della FAA: ‘… quasi subito dopo aver ottenuto l’ok dalla Casa Bianca, ho dato ordine del blocco a terra di tutti gli aerei sull’intero territorio nazionale, il che comportava la cancellazione di tutti i decolli e il rientro a terra di tutti gli aerei in volo nel minor tempo possibile. Un ordine del genere, mai emanato in precedenza dal tempo del primo volo di un aereo [1903], si applica ‘virtualmente’ ad ogni tipo di aeromobile, civile o militare o di soccorso…’ . Per i velivoli militari e ‘di soccorso’ l’ordine sarà annullato alle ore 10.31 a.m. Tuttavia ad un numero limitato di velivoli militari [la FAA non ha specificato quanti e quali…] è stato autorizzato il decollo nel corso di questo periodo di tempo. Il segretario ai trasporti Norman Mineta dichiarerà più tardi: ‘Non appena mi sono reso conto dell’entità dell’attacco, ho contattato la Casa Bianca richiedendo l’emanazione di un ordine per la messa a terra di tutti gli aerei, immediatamente e senza eccezioni…’ . In questo momento gli aerei in volo sul territorio degli Stati Uniti sono 4.456. Nei successivi 20 minuti atterrano circa 500 aerei. Un nuovo ordine di atterraggio urgente è messo alle ore 9.45 a.m. A questo punto una domanda talmente ovvia da sfiorare la banalità: come si può pretendere che l’aviazione militare possa ‘rispondere’ in modo adeguato all’emergenza tenendo i propri aerei a terra?… All’incirca in questo momento sul Flight 93 tre ‘dirottatori’ si alzano e si cingono bandane rosse intorno alla testa. Due di essi si introducono in cabina di pilotaggio. Il terzo impugna un microfono e, in apparenza senza curarsi del fatto di essere udito dal controllo di volo, annuncia che vi è una bomba a bordo e che faranno ritorno in aeroporto. Il preciso istante in cui questo avviene è controverso: ‘… circa 40 muniti dopo il decollo…’ [Boston Globe, 23 novembre 2001], ‘… circa alle ore 9.28 a.m…’ [Jere Longman, Among the Heroes, p. 208]…
ore 9.27 a.m. – Tom Burnett chiama la moglie Deena: ‘… sono sullo United Flight 93 da Newark a San Francisco. L’aereo è stato dirottato… siamo in volo [’we are in the air’…]… uno è già stato accoltellato… c’è una bomba a bordo… chiama l’FBI…’. Deena contatta subito il numero di emergenza 911. Il momento esatto della chiamata di Tom è anch’esso controverso: ‘… Deena ha preso nota di quanto le ha riferito Tom e dell’ora della chiamata: 9.27 a.m. [Jere Longman, Among the Heroes, p. 107], ‘… lei ricorda intorno alle 9.20 a.m…’ , ‘… ore 9.20 a.m. East Coast. Deena ritiene che il marito abbia chiamato prima che la porta della cabina fosse forzata, dal momento che la sua voce è parsa ‘tranquilla’. Risulta inoltre che Tom disponesse di una attrezzatura del tipo di quelli usati dagli operatori telefonici, così che la sua chiamata può essere passata inosservata. La versione originale della conversazione di Tom sembra sia stata in parte ‘censurata’ . Longman riporta : ‘… siamo in volo… l’aereo è stato dirottato…. uno è già stato accoltellato… uno di loro ha una pistola…. dicono che vi è una bomba a bordo… per favore chiama le autorità…’ [Jere Longman, Among the Heroes, p. 107]. La differenza più significativa tra le due versioni riguarda ovviamente l’arma da fuoco. Sta di fatto che la chiamata di Deena al 911 è stata registrata e queste sono le sue parole : ‘… hanno appena accoltellato un passeggero e vi sono armi a bordo dell’aereo… [Jere Longman, Among the Heroes, p. 108]. Questa è la prima delle oltre 30 chiamate telefoniche provenienti dal Flight 93 quel giorno…
ore 9.28 a.m. – Sul Flight 93 ‘si registrano i primi segnali di problemi’. I controllori di volo odono chiaramente ‘urla e tafferugli’ attraverso un microfono lasciato aperto. Si sentono anche persone che comunicano fra loro in lingua araba. Sempre trasmesso dal microfono lasciato aperto si sente distintamente get out of here!…, accompagnato da rumori di rissa sullo sfondo. La cosa prosegue per quattro minuti durante i quali si odono più volte, insieme a frasi non in lingua inglese, espressioni come ‘bomba a bordo’, ‘state calmi’, ‘nostre richieste’ . Anche Newsweek [Newsweek, 22 settembre 2001] riferisce così, ma sostiene che ciò è avvenuto alle ore 9.58 a.m. : ‘… le ultime parole registrate nella cabina di pilotaggio sono di un tizio, probabilmente uno dei dirottatori, che urla ‘fuori di qui!…’. Quindi rumori di colluttazione. Quindi silenzio…
ore 9.31 a.m. – Il voice recorder del Flight 93 registra la voce di un dirottatore che ordina ad una donna di restare seduta. La donna, presumibilmente una assistente di volo, implora ‘no!… no!… non voglio morire!…’. Quando a Patrick Welsh, marito dell’assistente di volo Debbie Welsh, riferiranno che la donna che implorava era probabilmente sua moglie, assistente di volo in prima classe, Patrick dichiarerà : ‘…conosco Debby e so bene che lei non avrebbe ceduto mai…’ [Jere Longman, Among the Heroes, p. 207]
ore 9.34 a.m. – Tom Burnett chiama per la seconda volta la moglie Deena e dice ‘… [i dirottatori] sono in cabina di pilotaggio…’. Ha ascoltato il polso dell’uomo che è stato accoltellato [poi identificato come Mark Rothemberg, il quale occupava il sedile 5B, accanto al suo…] e ha stabilito che è morto. Deena gli accenna a quanto è successo al World Trade Center e lui esclama ‘… mio Dio, è una missione suicida!…’. Ad un certo momento, mentre stanno parlando, lui dice che l’aereo sta cambiando rotta. Deena è in costante contatto con l’FBI e un poliziotto siede accanto a lei. Anche stavolta Deena prende nota dell’ora [Jere Longman, Among the Heroes, p. 110]…
ore 9.35 a.m. – Il Flight 93 sale di quota senza autorizzazione…
ore 9.36 a.m. – Nei pressi di Cleveland il Flight 93 compie una virata di 180 gradi, rilevata dai radar del controllo di volo, al termine della quale si dirige in direzione di Washington. Ora stimata di arrivo sulla capitale: 10.28 a.m. [Jere Longman, Among the Heroes, p.78]…
ore 9.38 a.m. – Un velivolo, identificato come il Flight 77 della American Airlines, si disintegra contro il Pentagono. Circa 125 persone rimangono uccise o disperse…
ore 9.44 a.m. – Secondo quanto riferito dal pilota di F-16 nome in codice Honey, qualche istante dopo che il suo caccia si è schierato in difesa del perimetro di Washington, il comandante di squadriglia ha ricevuto un messaggio riguardante il Flight 93 non pervenuto agli altri due piloti. A quanto pare il messaggio specificava che la difesa della Casa Bianca era per loro ‘assolutamente prioritaria’. Honey afferma che il contenuto del messaggio ‘…era all’incirca questo: tenete presente dove sta [il Flight 93] e che può diventare un bersaglio’. L’altro pilota [nome in codice Lou…] afferma che il capo squadriglia [non nominato] gli ha rivelato : ‘… penso siano stati i Servizi Segreti a passarmi questa informazione…’ [Jere Longman, Among the Heroes, p. 222]. Sia Lou sia Honey negano di aver ricevuto quel giorno l’autorizzazione a sparare contro un qualsivoglia aereo. Anche tenendo in conto l’ordine ricevuti di ‘proteggere ad ogni costo la Casa Bianca’, resta il fatto evidente che neppure uno dei tre F-16 è stato mandato a ‘dare un’occhiata’ al Flight 93 anche dopo che si è stabilito con certezza che era stato dirottato…
ore 9.46 a.m. – Stando alla registrazione del voice recorder del Flight 93 in questo momento uno dei dirottatori dice ad un altro: ‘… riportami quei tipi…’. Sembra l’ordine di riportare in cabina il pilota, anche se non è chiaro se si tratta del pilota vero e proprio oppure del pilota dirottatore. Gli investigatori non sono certi se in questo momento il pilota della United Airlines sia morto o ancora vivo [Jere Longman, Among the Heroes, p. 208]. Comunque sia la presenza di due dirottatori in cabina di pilotaggio conferma che i dirottatori sono stati quattro e non tre e che uno di essi era in cabina già prima. I passeggeri infatti parlano di tre uomini, due dei quali sono rimasti a guardia degli stessi…
ore 9.49 a.m. – La FAA ordina l’evacuazione della torre di controllo di Pittsburgh. Pochi minuti prima il controllo aereo di Cleveland ha chiamato i colleghi di Pittsburgh dicendo loro che un aereo non identificato si stava dirigendo verso Pittsburgh e non rispondeva alle chiamate [Pittsburgh Post-Gazzette, 23 settembre 2001]. Non risulta che la FAA abbia dato spiegazione sui motivi dell’ordine di ‘evacuazione’ dato ai controllori di Pittsburgh. Ad accrescere le ‘perplessità’ per questo ‘ordine’ decisamente singolare contribuisce certamente l’allerta trasmesso due minuti prima dal controllo di Cleveland che segnalava un ‘aereo non identificato’ diretto proprio verso Pittsburgh. Che detto aereo non fosse il Flight 93 è certo poichè a quest’ora il transponder di quest’ultimo era ancora acceso. Un bel mistero in più!…
ore 9.56 a.m. – A bordo dell’Air Force One George W. Bush parla al telefono con il suo vice Cheney. Questo raccomanda al presidente che autorizzi l’abbattimento dell’aereo in mano ai dirottatori. ‘… ti dico che questo devi fare…’. Successivamente Bush dichiarerà : ‘… abbiamo discusso brevemente ma nulla di più…’. Il Flight 93 da questo momento è ‘autorizzato’ ad essere abbattuto. Se prendere questa decisione è stato così semplice perché non è stata presa prima?… soprattutto perché non è stata presa già con il Flight 77 prima che si schiantasse sul Pentagono?… In questo stesso momento un non meglio identificato ‘qualcuno’ dei Servizi Segreti comunica per radio ai piloti degli F-16: ‘Dovete difendere ad ogni costo la Casa Bianca…’. Nel bunker sotterraneo della Casa Bianca un militare chiede al vice presidente Cheney: ‘C’è un aereo a 80 miglia di distanza. Un caccia è in quella zona. Deve intervenire?…’. Cheney risponde prontamente ‘Yes!…’. Un F-16 posto a difesa di Washington è inviato incontro al Flight 93. Un differente versione [ABC News, 11 settembre 2002] recita invece così: ‘I caccia più vicini [al Flight 93] sono due di quelli impegnati in precedenza nell’esercitazione presso la Selfridge Air National Guard Base di Detroit. ‘E’ stato loro ordinato di dirigersi verso il Flight 93 senza alcun tipo di armamento a bordo. Evidentemente hanno ipotizzato che, nel caso non fossero riusciti a convincere il Flight 93 ad atterrare, lo avrebbero speronato…’. Dal momento che in questo momento sopra Washington volavano non meno di una dozzina di caccia, perché sono stati mandati proprio questi?… in ogni caso Cheney alla domanda se era necessario l’ingaggio dell’aereo dirottato aveva in due occasioni risposto chiaramente ‘sì’ . Montague Winfield, in forza al centro di comando del Pentagono, dirà poi : ‘Ad un certo punto il momento di contatto [tra i caccia e il Flight 93] è arrivato ma nulla è accaduto. Potete immaginare a questo punto il livello di tensione che vi era all’NMCC…’ . I piloti in quel momento sopra Washington che successivamente hanno rilasciato dichiarazioni, affermano unanimemente di non aver sentito del Flight 93 o di altri aerei precipitati in Pennsylvania fino al loro ritorno alla base [Jere Longman, Among the Heroes, p. 222]. Eppure vi sono chiari elementi che indicano che dei caccia sono stati inviati incontro al Flight 93, e tra questi le dichiarazioni del vice presidente. Forse i caccia provenivano da qualche altra base?…
ore 9.57 a.m. – Uno dei dirottatori in cabina di pilotaggio chiede se ‘è tutto ok’, riferendosi alla situazione fuori della cabina. ‘E’ battaglia…’, risponde un altro dirottatore [Jere Longman, Among the Heroes, p.210]. L’analisi del flight recorder porta a concludere che la ‘rivolta’ dei passeggeri ha avuto inizio nella parte anteriore dell’aereo [dove stavano seduti Bingham e Burnett…] un minuto prima rispetto alla parte posteriore [dove stava seduto Beamer…]. La ‘versione ufficiale’ ipotizza che i passeggeri del Flight 93 abbiano forzato l’ingresso in cabina di pilotaggio facendosi scudo con vassoi portavivande e la prova è data dall’analisi digitale della registrazione del voice recorder, nella quale si odono rumori di piatti e stoviglie alle ore 9.57 a.m….
ore 9.58 a.m. – Todd Beamer termina la sua lunga conversazione telefonica comunicando l’intenzione di ‘assalire’ il dirottatore che ha con sé la bomba. Nel sottofondo l’operatore telefonico [Beamer ha comunicato per tutto il tempo usando il proprio telefono cellulare…] ode distintamente urla femminili come ‘Dio mio!…’ e ‘Che il Cielo ci aiuti!…’. Beamer lascia cadere il cellulare ma la connessione resta in piedi. Si ode la sua ultima celebre frase: ‘… siete pronti ragazzi?… andiamo!…’ [Jere Longman, Among the Heroes, p. 204]. L’assistente di volo CeeCee Lyles riesce all’ultimo minuto a parlare al telefono con il marito: ‘… l’aereo va giù!…’. ‘… che cosa?…’, risponde lui. ‘… stanno attuando il loro proposito e forzano la porta della cabina…’. Un momento dopo : ‘… sì ce la fanno, ce la fanno!…’. Il marito di CeeCee sente un gran fragore di sottofondo e subito dopo ‘un fruscio come di un forte vento…’. Un momento dopo la comunicazione si interrompe. Sandy Bradshaw ha ancora il tempo di dire al marito : ‘… tutti stanno correndo in prima classe… devo andare anch’io…. addio…’. Un uomo chiama con il cellulare il 911 dalla toilette dell’aereo gridando: ‘… siamo stati dirottati, siamo stati dirottati!…’. Quindi si è udita una sorta di esplosione e lui non ha più parlato. Un minuto dopo la linea è definitivamente caduta. Gli investigatori ritengono si tratti di Edward Felt, il solo passeggero al quale non è stata addebitata la conversazione telefonica. Felt sedeva in prima classe, così probabilmente ha chiamato dalla toilette anteriore dell’aereo [Jere Longman, Among the Heroes, p.193-194-196]. La persona con la quale Felt ha parlato non ha avuto il permesso di parlare con i media. La menzione dell’esplosione è stata successivamente rimossa dalla sua testimonianza. Se tutto questo è vero, perché è così importante aver negato l’esplosione a bordo del Flight 93 dopo che per mesi è stata riportata sui giornali di tutto il mondo?…
ore 9.59 a.m. – La ‘Torre sud’ del World Trade Center collassa
ore 10.00 a.m. – Una stazione televisiva annuncia che si osserva del fuoco nell’edificio del Dipartimento di Stato. La notizia è ripetuta alle ore 10.20 a.m. e poi alle ore 10.33 a.m., aggiungendo che l’incendio è stato causato da un’autobomba. Il vice segretario di stato Richard Armitage vede questo alla televisione, corre fuori dall’edificio, non vede nulla e chiama i colleghi informandoli che la notizia è falsa. Elisabeth Wainio comunica al telefono con la nonna : ‘… nonna, abbiamo sfondato la porta della cabina… devo andare… addio…’. La comunicazione si interrompe subito dopo. La nonna di Elisabeth affermerà poi che la chiamata è durata circa dieci minuti, durante i quali Elisabeth le è sembrata come in trance, quasi rassegnata alla morte, con un respiro anormale. Ad un certo punto ha detto anche che ‘sentiva di lasciare il proprio corpo’. Bill Wright sta volando su di un piccolo aereo [un Piper monorotore…] allorché i controllori di volo gli chiedono di guardarsi intorno. Bill scorge il Flight 93 tre miglia lontano ed è abbastanza vicino per distinguere i colori della United Airlines. Il controllo di volo gli chiede la quota a cui vola l’aereo, quindi gli ordina di allontanarsi al più presto. Bill osserva l’aereo andare su è giù tre o quattro volte prima di allontanarsi dall’area. Ha poi ipotizzato che ciò era dovuto alla violenta colluttazione in corso in quel momento tra i dirottatori e i passeggeri. Certo che di tutti i ‘misteri’ dell’11 settembre, la comparsa sulla scena di Bill e del suo ‘piccolo aereo’ è un ‘mistero tra i misteri’. Cosa ci faceva Bill in aria dopo l’ordine generale ‘aerei a terra’ emanato dalla FAA?... da quando in qua il controllo di traffico aereo si serve di ‘piloti della domenica’ per il controllo del cielo?… e poi perché invece al posto di Bill non si è mandato un F-16?… Circa 10 minuti dopo che il primo F-16 proveniente dalla Andrews Air Force Base ha raggiunto Washington, ne arrivano altri due, i primi provenienti di quella base armati di missili. Alle ore 10.00 a.m. sono dunque almeno cinque gli F-16 dotati di missili in volo sopra Washington. Ciò non ostante alle 10.32 Cheney comunicherà a Bush che l’Air Force One non può atterrare a Washington per ragioni di sicurezza e ci vorrà ancora un’ora e mezza prima di trovare dei caccia per scortare l’aereo del presidente. In definitiva quindi Gorge W. Bush potrà rientrare nuovamente in possesso dei suoi effettivi poteri solo dopo mezzogiorno, vale a dire dopo che tutto si è concluso...
ore 10.00-10.06 a.m. – In questo decisivo lasso di tempo non si registrano più chiamate telefoniche dal Flight 93. La cosa è confermata dai tabulati di traffico cellulare nella zona, che registrano una drastica riduzione di chiamate proprio a partire dalle ore 10.00. Anche dal telefono di Todd Breamer, che pure era rimasto connesso dopo il suo ‘alla carica!…’ [‘… siete pronti ragazzi?… andiamo!…’] solo silenzio. Evidentemente in coda all’aereo tutto di colpo è tornato tranquillo [Jere Longman, Among the Heroes, p.218]. Unica eccezione è Richard Makely, in ascolto tramite il telefono di Jeremy Glick lasciato aperto quando questi si è unito ai passeggeri lanciati all’attacco dei dirottatori. Un giornalista riporta sommariamente quanto Makely ha ‘sentito’ : ‘Ultimi due minuti. Silenzio totale interrotto da un urlo. Poi lungo silenzio totale interrotto da alcune urla. Alla fine un suono metallico. Poi più nulla…’ . La seconda pausa di silenzio dura dai 60 ai 90 secondi [Jere Longman, Among the Heroes, p.219]. Dalle ore 10.00 a.m. in poi il voice recorder registra solo sibilo di vento [Jere Longman, Among the Herpes, p. 270-271]. ‘Il solo rumore registrato in cabina dal voice recorder è stato il rumore del vento, il che suggerisce che nella fusoliera dell’aereo si era aperta una falla…’ [Mirror, 13 settembre 2002] . Si è creata una falla che ha depressurizzato la cabina di pilotaggio?… Nell’ipotesi che i passeggeri fossero siano riusciti ad impadronirsi dell’aereo vi è da dire che almeno un passeggero, Don Greene, era un pilota professionale e un altro, Andrew Garcia, un ex-controllore di volo. Qualcosa dunque si sarebbe potuto fare. In ogni caso sull’assoluto silenzio, interrotto solo dal sibilo del vento, è difficile fare una ipotesi che non sia l’improvvisa ‘scomparsa’ di tutte le persone che erano a bordo del Flight 93, passeggeri, personale di volo e dirottatori. In altre parole: che diavolo è successo sul Flight 93 dalle ore 10.00 a.m. in poi?…
ore 10.01 a.m. – La FAA ordina il decollo su allarme degli F-16 della base aerea di Toledo [Ohio]. In questa base di norma non vi sono caccia pronti al decollo su allarme e ciò non ostante 16 muniti dopo gli F-16 sono in aria con l’armamento al completo. Un response time veramente eccezionale… peccato che a quell’ora il Flight 93 si è schiantato già da 10 minuti… Il NORAD ha successivamente chiarito di non aver ordinato il decollo dei caccia dalla base più vicina all’aereo dirottato perché ‘è uso’ da parte sua far ricorso alle basi che appartengono alla NPRAD Defensive Network [sette in tutto il territorio degli Stati Uniti…]. Tenuto però conto che l’ordine di decollo poteva gia essere dato un’ora prima, c’è da presumere che se si fosse fatto ciò gli F-16 di Toledo avrebbero avuto tutto il tempo di intercettare il Flight 93…
ore 10.03 a.m. – Secondo il governo degli Stati Uniti il Flight 93 si è schiantato alle ore 10.03 a.m.Il voice recorder opera di norma registrazioni della durata di 30 minuti, il che significa che al termine di una registrazione si cambia il nastro e ne inizia una ‘nuova’. La registrazione che il governo ha permesso di divulgare inizia alle ore 9.31 a.m. e dura 31 minuti [Jere Longman, Among the Heroes, p. 206-207]. Essa pertanto termina un minuto prima del crash time ‘ufficiale’. Uno specifico studio condotto dalla US Army ha tuttavia accertato che l’impatto è avvenuto alle ore 10.06:05 . La discrepanza non trascurabile, al punto che la Philadelphia Daily News [Philadelphia Daily News, 16 settembre 2002] ha scritto su questo punto un articolo intitolato Three Minute Discrepancy in Tape, nel quale si afferma che se l’ora dell’impatto indicata dalla US Army [10:06:05…] è vera, allora significa che il governo non vuole fornire spiegazioni su quanto è accaduto nei tre minuti successivi alle ore 10.03 a.m. Ai dubbi sollevati dal Philadelphia Daily News possiamo tranquillamente aggiungere la domanda seguente: se la conclusione dello ‘studio’ della US Army è corretta, che fine hanno fatto gli ultimi quattro minuti di registrazione del voice recorder?…
cordiali saluti
lupo grigio