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MessaggioInviato: 14/03/2012, 20:52 
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Atlanticus81 ha scritto:

Una tecnologia che permetteva loro viaggi interplanetari, manipolazioni genetiche ma non ancora la capacità di interagire con la gravità e con la materia.



Mi chiedo come siano possibili viaggi interplanetari (tra differenti sistemi solari intendo) senza un controllo diretto della gravità (e quindi anche della materia - le due cose sono intimamente legate). Senza un controllo diretto della gravità si fa quello che facciamo noi oggi, piccole e lente escursioni meccaniche nell'orto di casa.



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MessaggioInviato: 14/03/2012, 22:23 
Il viaggio interplanetario di cui parli tu è più configurabile come un viaggio interstellare se tra differenti sistemi solari. Allora sì che certamente sarebbe necessaria una tecnologia tale da consentire un controllo diretto della gravità e della materia.

Ma se gli antichi visitatori, 400.000 anni fa provenissero da Marte? Senza scomodare il tanto inflazionato Nibiru, che comunque, durante il tratto orbitale interno al sistema solare, poteva condurre gli antichi visitatori a una distanza comoda per affrontare un viaggio interplanetario tra pianeti dello stesso sistema solare.

Se pensiamo che oggi saremmo in grado con la tecnologia attuale di raggiungere Marte con un equipaggio umano e se per assurdo avessimo in Marte un pianeta idoneo alla vita, potremmo pensare già ora di costruire delle piccole colonie.

Forse, quando riusciremo a farlo, staremo semplicemente ripercorrendo a ritroso il viaggio dei nostri antichi progenitori 'alieni'.

400mila anni fa essi ebbero un vantaggio: la Terra era già idonea alla vita - oggi Marte non lo è più.



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MessaggioInviato: 15/03/2012, 05:02 
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Atlanticus81 ha scritto:

Il viaggio interplanetario di cui parli tu è più configurabile come un viaggio interstellare se tra differenti sistemi solari. Allora sì che certamente sarebbe necessaria una tecnologia tale da consentire un controllo diretto della gravità e della materia.

Ma se gli antichi visitatori, 400.000 anni fa provenissero da Marte?


In quel caso sì, non sarebbe servita necessariamente una tecnologia tanto avanzata da permettere il controllo gravitazionale diretto. Questo significa però che, se si vuol tenere ferma l'ipotesi dello sfruttamento minerario della Terra, si giunge a restringere la provenienza di questi ipotetici esseri a partire da un pianeta del nostro sistema solare e per di più vicino alla Terra.


Ultima modifica di quisquis il 15/03/2012, 05:04, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/03/2012, 11:49 
Il pianeta più probabile in questa logica è Marte. Sempre volendo escludere a priori l'esistenza di un fantomatico pianeta Nibiru utilizzato come astronave generazionale naturale da civiltà aliene interessate all'esplorazione del nostro sistema solare provenienti dal sistema di Nemesis.

Sposando l'ipotesi di Nibiru allora dobbiamo pensare a un livello tecnologico che permetta il sostenimento di ambienti vitali anche durante i lunghissimi periodi di transito tra i due sistemi stellari. Tecnologia che potrebbe essere commisurata con fusione nucleare che ancora non prevede il controllo di antigravità e capacità di modificare il tessuto spazio-tempo e per cui plausibile secondo quanto affermato nei post precedenti.

Più probabile, forse, l'ipotesi di un'origine marziana sulla quale potremmo stare a discutere sulle possibili prove collegate alle anomalie marziane ampiamente trattate su questo forum

http://www.ufoforum.it/forum.asp?FORUM_ID=7

Ma nella mia teoria le due visioni possono essere contemplate insieme intendendo Marte quale colonia dei visitatori provenienti da Nibiru così come la Terra stessa.

Colonie finalizzate in primo luogo all'attività estrattiva di minerali utili, tra cui l'oro per le sue applicazioni in ambito tecnologico.

Bisognerebbe approfondire gli studi relativamente al fatto se civiltà con un livello tecnologico di questa portata non avrebbero avuto più vantaggio a cercare i minerali da loro ricercati sugli asteroidi.

Onestamente penso sia più facile andare direttamente su un pianeta dove poter sfruttare le risorse naturali presenti. Una miniera e le industrie di lavorazione dei metalli avevano bisogno di acqua, i lavoratori avevano bisogno di cibo, i robot e i macchinari di energia ricavabile dal sole o dai combustibili fossili presenti sulla superficie.

Tutte cose che su un asteroide diventerebbe impossibile da mettere in opera.

Dal mio punto di vista, se voglio costituire una colonia che funzioni serve un pianeta, non un asteroide.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 15/03/2012, 11:54, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/08/2012, 19:01 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:


...

Dal mio punto di vista, se voglio costituire una colonia che funzioni serve un pianeta, non un asteroide.


E la Terra sembra essere stata una di queste...

Estrazione dell’oro in Africa, quando ebbe inizio?

Esistono prove del fatto che l’attività estrattiva ebbe inizio nell’Africa meridionale durante la prima età della pietra? Si, studi archeologici lo confermano.

Ben sapendo chi i siti di antiche miniere abbandonate potevano indicare la presenza di vene d’oro non ancora sfruttate, negli anni ’70 la Anglo-American Corporation, potente compagnia mineraria del Sud Africa, incaricò alcune squadre di archeologi di mettersi alla loro ricerca. Gli articoli pubblicati (sulla rivista della compagnia, “optima”) descrivono minuziosamente la scoperta, nello Swaziland e in altri siti, sempre in Africa meridionale, di vaste aree estrattive con pozzi profondi addirittura 15 metri. Oggetti in pietra e resti di carbone hanno consentito una datazione che risale a 35.000, 46.000 e 60.000 anni fa.

Archeologi e antropologi impegnati a datare i reperti credevano che la tecnologia estrattiva in Sud Africa risalisse a un periodo molto più recente, vale a dire, al 100.000 a.C. Nel settembre 1988 un equipe internazionale di fisici giunse in Sud Africa per verificare l’età degli insediamenti umani nello Swaziland e nello Zululand. Grazie alle tecniche di datazione più recenti venne determinata un’era che oscilla fra gli 80.000 e i 115.000 anni.

Per quanto riguarda le miniere d’oro più antiche di Monotapa, nello Zinbabwe meridionale, le leggende locali raccontano che vi lavoravano schiavi in carne ed ossa, creati artificialmente dal Primo Popolo. Questi schiavi, secondo le leggende, “andarono in battaglia con l’Uomo-Scimmia” quando “la grande stella della guerra apparve nei cieli”.

Fonte: http://anunnaki.altervista.org/?p=83

La domanda è: per quale motivo l'uomo preistorico durante l'età della pietra sarebbe stato interessato a estrarre un materiale "inutile" come l'oro con grande impiego di risorse, mezzi e tempo?



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MessaggioInviato: 01/08/2012, 19:53 
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Atlanticus81 ha scritto:

La domanda è: per quale motivo l'uomo preistorico durante l'età della pietra sarebbe stato interessato a estrarre un materiale "inutile" come l'oro con grande impiego di risorse, mezzi e tempo?



Questa è una convinzione che ho sempre avuto già da molti anni, che l'oro è per gli extraterrestri, probabilmente dall'oro ricavano energia vitale o serve da schermo contro le radiazioni.

Forse anticamente schiavizzavano l'uomo ad estrarre l'oro, mentre ai giorni nostri il governo occulto glie lo dà barattandolo con la conoscenza o altro.

Se cerco su google "oro scomparso" mi rendo conto che a quanto pare delle riserve di oro si sono volatilizzate.

È un po come la domanda " ma se siamo tutti debitori, chi è il creditore?"

Ma se l'oro si è volatilizzato dove è andato a finire?

[:I]
In questa discussione avevo fatto una battuta umoristica con video altrettanto umoristico, ma che rispecchia in parte ciò che penso.
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=237556


Ultima modifica di Wolframio il 01/08/2012, 20:20, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Wolframio ha scritto:

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

La domanda è: per quale motivo l'uomo preistorico durante l'età della pietra sarebbe stato interessato a estrarre un materiale "inutile" come l'oro con grande impiego di risorse, mezzi e tempo?



Questa è una convinzione che ho sempre avuto già da molti anni, che l'oro è per gli extraterrestri, probabilmente dall'oro ricavano energia vitale o serve da schermo contro le radiazioni.

Forse anticamente schiavizzavano l'uomo ad estrarre l'oro, mentre ai giorni nostri il governo occulto glie lo dà barattandolo con la conoscenza o altro.

Se cerco su google "oro scomparso" mi rendo conto che a quanto pare delle riserve di oro si sono volatilizzate.

È un po come la domanda " ma se siamo tutti debitori, chi è il creditore?"

Ma se l'oro si è volatilizzato dove è andato a finire?

[:I]
In questa discussione avevo fatto una battuta umoristica con video altrettanto umoristico, ma che rispecchia in parte ciò che penso.
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=237556



[:264]

Non aggiungo altro...

[:)]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 01/08/2012, 21:19, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/08/2012, 20:57 
Cita:
quisquis ha scritto:

Cita:
Zelman ha scritto:

non che lo conosca particolarmente, cmq mi è sempre sembrato una personalità un pò alternativa, sull'esoterico... , e su quanto da iniziati...
Cita:

Conosceva a fondo la letteratura, tra l'altro fu lui a far conoscere in Italia l'opera di Tolkien (che a me non piace un granché, ma questo non vuol dire nulla).

Aveva una grande conoscenza di molti filoni dell'esoterismo e della storia delle religioni, che erano il suo campo di interesse principale.


effettivamente è molto strano che poi non ci si cimenti in questo da parte di quanti in possesso delle sia pur minime giuste conoscenze
quando sono indicati perfino i reagenti (marche e quantità)


Non è molto strano, ci sono molte cose che vengono semplicemente ignorate vuoi perché poco conosciute, vuoi perché suscitano poco interesse, vuoi perché non conviene ai più dedicare tempo nella ricerca su temi che, anche solo per il fatto di essere di frontiera tra paradigmi diversi, potrebbero non fornire dei ritorni immediati (conoscitivi o di crescita lavorativa) utili a chi ha investito del tempo in essi. Alla fine molti esperimenti semplicemente non si fanno, oppure si fanno un paio di volte e, anche se si ottengono dei risultati interessanti, anziché essere replicati si pubblica un articolo e si dimentica il tutto. Tra l'altro molti articoli vengono pubblicati solo perché si deve pubblicare un certo numero di articoli l'anno, e non vengono nemmeno più letti.
Un altro esempio è quello di uno dei tanti esperimenti proposti volti a verificare la possibilità di falsificare (in senso Popperiano) la relatività ristretta (in senso sperimentale, verificandone i fondamenti), proposto a suo tempo dal Prof. Umberto Bartocci della Università di PG.
Venne eseguito due volte e la seconda volta risultati della sperimentazione vennero riportati in: U. Bartocci, F. Cardone, R. Mignani, “New electromagnetic test of breakdown of local Lorentz invariance: Theory and esperimental results”, 1999, preprint (sottoposto per la pubblicazione in Physics Essays). Effettivamente si ottennero risultati interessanti, non nulli come ci si sarebbe aspettati seguendo frettolosamente la teoria corrente, ma di difficile interpretazione; sicuramente non si ottenne un risultato chiaramente e limpidamente a favore della Relatività ristretta; si potrebbe pensare che, a fronte di ciò, tanti altri si siano buttati nella sperimentazione. Invece no, non si cerca nemmeno di spiegare il perché l'esperimento non fornisca in modo limpido i risultati aspettati da un relativista (e forse lo si può spiegare in termini di teoria corrente); non interessa più di tanto.

Insomma, la scienza (non parlo di tecnologia e di brevetti, ma di scienza), è fatta di uomini (con tutti i limiti di noi esseri umani) che per di più sono di solito pochi e cronicamente a corto di soldi. Quelli che ci sono seguono i filoni principali e non hanno né tempo, né voglia, né mezzi da dedicare a ricerche che escano fuori dai canoni generalmente accertati.
Sembra strano ma è abbastanza normale, l'importante è saperlo.
E non mi si dica che questo è un attacco alla scienza, ma anzi tutt'altro. E' la constatazione di come si preferisca accontentarsi delle molte cose sicuramente utili presenti nel paradigma corrente (ormai molto ben consolidato, come è giusto che sia, ma che è solo un modello virtualmente in tutto o in parte estendibile o rivedibile) senza tentare di esplorare anche l'ignoto al di fuori di esso; e per di più non solo e sempre per attaccamento eccessivo al paradigma corrente o per ragioni economiche legate al proprio lavoro, ma anche sovente per inerzia e mancanza di interesse conoscitivo, che è la vera molla che dovrebbe spingere a spiegare le cose del mondo.
Comunque sto andando fuori tema, può bastare.
Per tornare alla tua osservazione, non è molto strano, è abbastanza scontato che accada questo.




Quotone.

E questo si allaccia poi alla maggior parte delle tematiche che affrontiamo qui. Come già detto in qualche altro topic, teorie come terra cava o megaliti pre-diluviani per fare due esempi, non sono affrontati con rigore per i motivi descritti ma in cambio vengono date sentenze tendenziose che permettono poi allo scettico di turno di usarle per deridere certe teorie.



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MessaggioInviato: 24/09/2012, 14:55 
Vorrei sottoporre alla vostra attenzione e alle vostre considerazioni il seguente articolo che parla di una mostra passata sui tesori georgiani. Articolo secondo me ricco di spunti interessanti legati all'oggetto del thread in questione.

Fonte: http://www.urp.cnr.it/divulgazione/arti ... t=articolo

Il vello d’oro: dal mito alla realtà
di Francesco M. Cardarelli - Primo Ricercatore del CNR

Gli antichi tesori provenienti dalla Georgia, con le suggestioni di Medea, di Giasone e degli Argonauti, risplendono in mostra ai Mercati di Traiano e nel catalogo degli Editori Palombi

...

La mostra ci proietta davvero Alle origini della cultura occidentale, secondo il titolo del saggio di apertura di Tiziana D’Acchille (pp. 21-27), curatrice dell’esposizione e del catalogo, docente all’Accademia di Belle Arti di Roma. Le 185 opere esposte, gioielli e altri manufatti in oro, argento, bronzo e pietre preziose, provengono dagli scavi archeologici condotti in diverse località del territorio della Georgia e coprono un lunghissimo arco temporale, dal III millennio a.C. al IV secolo della nostra era. I tesori, conservati nel Museo Nazionale Georgiano, rappresentano il “biglietto da visita” con cui la giovane repubblica post-sovietica (ha riacquistato l’indipendenza nel 1991) intende riaffermare l’importanza della storia e delle civiltà plurimillenarie del proprio Paese, nell’auspicio di una prossima «integrazione della Georgia nella grande e comune famiglia europea», secondo le parole del ministro della Cultura, Nikoloz Rurua.

Si tratterebbe, in fondo, di una sorta di ritorno al passato, se è vero che per i Greci – come si legge, per esempio, nel Fedone – il mondo conosciuto era compreso tra le Colonne d’Eracle e la Colchide, regione compresa tra le sponde orientali del Mar Nero e il Caucaso, corrispondente alla parte occidentale dell’odierna Georgia (mentre la parte orientale era detta Iberia): proprio confutando tale concezione, Socrate nel citato dialogo platonico racconta al pitagoreo Simmia una «favola», in base alla quale il bacino del Mediterraneo è solo una delle cavità sparse sulla superficie della terra, che si presenta, invece, come una sfera policroma a chi la guardi dall’alto, dallo spazio celeste (Fedone 108-109).

La Colchide è associata indelebilmente al mito del vello d’oro, che, non a caso, dà il titolo alla mostra, quindi alle storie di Giasone, degli Argonauti e di Medea: un mito antichissimo, ricordato già nell’Odissea, che costituirà poi il soggetto di uno dei maggiori poemi epici dell’antichità, le Argonautiche, scritte da Apollonio Rodio nel III secolo avanti Cristo. Vi si narra l’avventuroso viaggio compiuto sulla nave Argo dagli uomini più valorosi dell’Ellade sotto la guida di Giasone, al quale il suo re, Pelia di Iolco, aveva ordinato di conquistare il vello d’oro, posseduto da Eeta, il re dei Colchi figlio di Helios, il Sole. Il vello d’oro apparteneva all’ariete con cui Nefele aveva salvato dall’altare sacrificale di Zeus i figli Frisso ed Elle, facendoli trasportare dall’animale in volo «attraverso il cielo oltre la terra e il mare», come racconta la Biblioteca di Apollodoro, grande enciclopedia dei miti greci redatta nel II-III secolo d.C. (I 9,1);

...

Tornando alla Georgia e alla mostra Il vello d’oro, «l’analisi comparata dei reperti archeologici di natura votiva o rituale con le fonti, scritte e orali, del folklore caucasico – scrive Tiziana D’Acchille a p. 22 del citato saggio Alle origini della cultura occidentale –, ha dimostrato che tra il III millennio e il VI secolo a.C. era diffuso il culto di una dea solare caucasica. La grande quantità di simboli zoomorfi presenti nell’iconografia degli ornamenti reperiti nella Colchide e nell’Iberia durante il II millennio a.C. mostra un intenso legame con la natura e con la ricca fauna del Caucaso: capre selvatiche, leoni, orsi, cervi e aquile. […] Dea della vita e della morte, degli elementi e dello scorrere ciclico del tempo, la Dea Madre Caucasica è associata alla forza vitale e vivificante dei raggi solari e uno dei suoi simboli più arcaici è la svastica, che troviamo rappresentata su pendagli, collane, fibbie e vaghi d’oro».

Probabilmente l’estrazione dell’oro fu iniziata in Georgia già nel IV millennio a.C.; le prime opere esposte in mostra provengono dalle sepolture a tumulo (kurgan) del III-II millennio, che già evidenziano una differenziazione della società in classi, pur all’interno di una cultura nomade o semistanziale, come spiega la D’Acchille. Seguono poi i gioielli e le suppellettili della cultura Trialeti, cosiddetta dal nome di una località nella Georgia orientale, che si sviluppò tra gli inizi e la seconda metà del II millennio: «non ha analoghi nella zona caucasica o dell’Asia Minore – sostiene la curatrice della mostra a p. 23 del catalogo –, ed è una cultura riferita con grande probabilità a una società stanziale i cui membri vivevano […] in piccole città già parzialmente organizzate».

...

La fertilità delle terre collinari georgiane, ricche di acqua e di grandi quantità di oro, attirarono inevitabilmente anche i Greci. Nell’ultimo contributo del catalogo, Nino Lordkipanidze ricorda che, «secondo Omero, il viaggio degli Argonauti deve essersi svolto prima della guerra di Troia, nel periodo Miceneo, tra il XIV e il XII secolo a.C.» (Il vello d’oro, mito o realtà?, pp. 59-62, a p. 59). Pur riconoscendo che non ci sono «prove schiaccianti» di contatti tra la Grecia e la Colchide prima del VII secolo a.C., non si possono escludere «contatti greco-colchici nel periodo miceneo né la nascita del mito in questo periodo (secondo millennio a.C.)» (pp. 61 e 59). Come argomenta il solito Strabone, «la ricchezza della regione della Colchide, che deriva dalle miniere d’oro, d’argento, di rame e di ferro, suggerisce un motivo ragionevole per la spedizione di Giasone» (Geografia I 2,39). Ma dove si sarebbe recato di preciso l’eroe? Alcuni autori classici e bizantini hanno collocato la casa di Eeta e di Medea a Kutaia, sul fiume Fasi, l’odierna Kutaisi, che si trova a nord di Vani, nel centro quindi dell’antica Colchide. Altri scrittori antichi hanno cercato di spiegare razionalmente il mito del vello d’oro. Lo storico Appiano riporta nel II secolo d.C. la notizia di alcuni ruscelli della Colchide «ricchi di polvere d’oro, che gli abitanti raccoglievano attraverso le pelli di pecora, messe a bagno in modo da setacciare le particelle anche più sottili della polvere aurea. Forse il vello d’oro del mitologico re Eeta era di questo genere» (Guerre mitridatiche 103). Secondo Palefato (mitografo del IV secolo a.C., la cui opera Sulle cose incredibili è conosciuta attraverso una compilazione bizantina), la pelle non era in realtà un vello d’oro, ma una pergamena che conteneva la descrizione del procedimento di estrazione dell’oro.

Non si può, infine, non tenere conto che a Dmanisi, in Georgia, negli ultimi venti anni sono stati scoperti diversi resti ossei del più antico ominide finora rinvenuto in Eurasia – una nuova specia denominata Homo georgicus, ritenuta intermedia tra l’Homo abilis e l’Homo erectus – risalenti a circa un milione e ottocentomila anni fa. Un'ulteriore suggestione per ampliare lo scenario oltre i primordi della storia: seguendo il mito del vello d’oro, il viaggio a ritroso ci conduce verso le stesse origini dell'avventura dell'uomo sulla terra.

Pertanto abbiamo:
- testimonianza di utilizzo dell'oro in culture stanziali dell'area caucasico-georgiana già 5000 anni fa
- la Colchide, l'attuale Georgia, sulle sponde di quel Mar Nero, punto nevralgico della "Rinascita enkilita" 12000 anni fa (articolo "Un impero prima del Diluvio" http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9429
- simboli comuni ad altre civiltà indoeuropee come la svastica e il culto a una dea solare, molto probabilmente riconducibile alla "grande madre"
- ritrovamenti archeologici e antropologici che fanno ricondurre la culla della civiltà (almeno di quella post-diluviana, ovvero quella attuale) ai territori limitrofi al Mar Nero, da dove poi il seme della Rinascita si diffuse alla regione mesopotamica/indiana
- sincretismo tra i miti classici e quelli mesopotamici

Sempre con l'oro punto di riferimento quale legame uomo-divinità.



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Io personalmente non ci ho mai trovato niente di misterioso nel fatto che già presso i popoli antichi l'oro fosse considerato prezioso. L'oro è inossidabile, inalterabile, e per questo viene definito "metallo nobile" perché non si combina ad altri elementi. Già questo doveva essere un fatto notevole per gli antichi. Inoltre, rame ed oro sono gli unici metalli con un bel colore: tutti gli altri sono bianchi o grigi. E infatti rame ed oro erano i metalli più amati dagli antichi, come ancora oggi sono considerati i più estetici. Per gli egiziani, l'oro era "la carne di Ra", il Dio del Sole, perché il suo colore e la sua brillantezza ricordavano il sole, e quindi per loro era sacro e prezioso.
Se poi gli egiziani lo avessero usato per strumenti elettrici, come l'Arca dell'Alleanza costruita da Mosé, principe egiziano sicuramente al corrente delle conoscenze segrete dei sacerdoti egiziani, questa è un'altra questione....


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Per cui secondo te la "passione" nei confronti dell'oro e il suo collegamento all'ambito divino si ridurrebbe a una semplice valutazione di senso estetico da parte dell'uomo antico?

Tutto è possibile, ma rimango perplesso in tal senso in quanto l'estrazione e la manipolazione (non potendo parlare di lavorazione in senso lato) dell'oro sembra essere antecedente persino alle prime lavorazioni del rame (almeno a quanto affermato in wikipedia)

Se ancora non conoscevano la metallurgia, gli uomini primitivi, che motivazione avrebbero avuto a cercare e lavorare oro quando, teoricamente, vivevano in tribù di cacciatori e raccoglitori???

Interessante articolo che può aiutarci a collegare l'oro con gli "antichi dei" è il seguente che descrive le applicazioni in ambito medico dell'oro colloidale... e se fosse questo il segreto della longevità degli "dei"?

Fonte: http://www.promiseland.it/2009/10/23/oro-colloidale/

Oro colloidale : metallo prezioso per la nostra salute

L’ oro è un metallo prezioso, anche per la nostra salute. In forma colloidale, ha delle proprietà terapeutiche incredibili. L’ oro colloidale è un rinnovatore dell’ energia vitale sia a livello chimico che bio energetico. Cos’è Oro colloidale?

Innanzitutto bisogna chiarificare la differenza tra Oro inorganico, quelli che tutti conosciamo è l’ Oro “organico” in forma colloidale, ossia utilizzabile dall’ organismo umano. L’oro colloidale è una sospensione colloidale di particelle d’oro di dimensione sub-micrometrica in un fluido. Il liquido ( tipicamente acqua )assume un intenso colore rosso (per particelle di dimensione inferiore a 100 nm), o un colore giallo sporco (per particelle di dimensioni maggiori).

Come agisce l’ oro colloidale e perché è efficace contro molte malattie.

L’ oro colloidale agisce a due livelli che si combinano tra di loro e ne giustificano l’ efficacia.

1 il piano fisico o cellulare, che tutti conosciamo. A livello cellulare, la sua presenza contribuisce a creare le condizioni ottimali affinché le cellule possano operare al meglio. In questo senso si comporta come un catalizzatore che facilita le fisiologiche funzioni. In caso di alterazione di questi processi, contribuisce a riequilibrare le funzioni. Comprensibile, quindi che sia utile in moltissime patologie, anche di tipo degenerativo.

2 Il piano energetico, Questo livello è sconosciuto ai più, tuttavia non se ne può ignorare ne l’ esistenza tantomeno l’ importanza come la stessa fisica quantistica ha dimostrato recentemente. L’ oro innalza la frequenza di risonanza propria delle cellule che lo ospitano. L’ acqua stessa energizzata in cui sono presenti le nano particelle di oro, hanno un effetto benefico su tutto il corpo e favorisce la distribuzione di una frequenza armonica che ottimizza la frequenza generale di risonanza armonica della cellula elevandola a livelli maggiori e più “sani”. A questo proposito invito a leggere questo articolo.

Oro colloidale: rinnovatore dell’ energia vitale

L’oro colloidale è uno dei maggiori rinnovatori della nostra forza vitale. Agisce in profondità sul DNA delle cellule creando l’ambiente ottimale affinché il corpo possa reagire ed invertire le condizioni degenerative.

Ricerche mediche e cliniche sulle proprietà dell’ Oro

L’oro può essere usato per combattere moltissime malattie e tuttora nuovi studi riescono a fare luce sulle sue molteplici proprietà. Può essere usato per curare l’ artrite i reumatismi e la sifilide. Si è dimostrato utile contro la tubercolosi, la sclerosi multipla, disfunzioni sessuali, problemi spinali, lupus discoide, incoordinazione ghiandolare e nervosa, asma bronchiale. Nell’ Alzheimer in vitro si è visto che la combinazione di irradiazione a microonde e oro colloidale può distruggere le fibre e placche beta-amiloidi . L’oro colloidale ha un effetto diretto sulle cellule in particolar modo su quelle del cervello e nervose, ha proprietà sedative che tuttavia non intaccano la trasmissione degli impulsi nervosi.

L’ oro colloidale ed il Cancro

Il dott. Edward H. Ochsner, medico chirurgico ad Augustana, negli USA, ha scritto che l’oro colloidale può avere un effetto inibitorio sulla crescita dei tumori. Le sue ricerche hanno dimostrato che può contribuire a ridurre le dimensioni dei tumori, alleviare il dolore, migliorare l’appetito e la digestione, e aumentare il peso e la forza fisica. ".

L’oro colloidale originale è noto per le sue proprietà antiinfiammatorie.

Pare che sia efficace per alleviare il dolore e il gonfiore causato da artrite, reumatismi, borsite e tendinite. In passato veniva usato per placare il bisogno di assumere alcol, per disturbi digestivi, problemi circolatori, depressione, obesità e ustioni. Si ritiene che sia molto efficace per ringiovanire le ghiandole, nel prolungare la vita e migliorare le funzioni cerebrali.

Umore ed instabilità emotiva.

L’ instabilità emotiva, ansia paura angoscia e depressione trovano nell’ oro colloidale un valido nemico. Il suo effetto è di bilanciare ed armonizzare l’ equilibrio mentale, senza contare il suo effetto positivo sull’a attività del cuore ( migliora la circolazione sanguigna)

Gli usi dell’ oro in medicina e per la salute

L’ oro è stato utilizzato per secoli in svariati campi. In medicina per alcuni strumenti chirurgici e nella medicina tradizionale cinese per aghi usati in agopuntura. l’oro colloidale viene anche usato utilizzato in un particolare tipo di elettroforesi ed in odontoiatria (ponti).

In sospensione colloidale può essere utilizzato anche in creme e balsami per aumentare l’ efficacia della formulazione.

Ingredienti chiave dell’oro colloidale originale.

Acqua piovana distillata, energizzata (99,90% oro puro + 5% argento + 5% rame), priva di sale, ingredienti artificiali, conservanti, coloranti e additivi.

La formula, ha le qualità ringiovanenti dell’oro in combinazione con gli effetti antibiotici dell’argento e le proprietà attivanti del rame . Questi tre metalli sono sottoposti al procedimento colloidale, cioè caricati elettromagneticamente, composti in particelle micron e sospesi in acqua distillata pura.



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MessaggioInviato: 24/10/2012, 16:39 
Cita:
Oro colloidale: rinnovatore dell’ energia vitale

L’oro colloidale è uno dei maggiori rinnovatori della nostra forza vitale. Agisce in profondità sul DNA delle cellule creando l’ambiente ottimale affinché il corpo possa reagire ed invertire le condizioni degenerative.


E' quello che ho sempre pensato, l'impoortanza dell'oro sta proprio per le sue proprietà di rinnovamento cellulare, in poche parole non fa invecchiare.

Come non lo so. Ma gli dei lo sanno sicuramente.



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MessaggioInviato: 03/12/2012, 00:43 
ORIGINI DELL’ORO

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Oro, il dio dei Cesari Romani in opposizione al Divino Creatore come riportato nel Nuovo Testamento; il falso dio degli Israeliti (vitello d’oro) in opposizione a Yah; il falso dio dei MenesHeh in opposizione a Sabaoth (Satana); il significato ultimo della ‘G’ nella Massoneria; lo strumento di dannazione all’interno del quale le ‘anime salvate’ grazie all’opera delle banche e dei tribunali condannano i nostri spiriti a partire dal 1543; il devastatore delle civiltà e la causa delle grandi depressioni in qualità di moneta ‘legale’; lo strumento tramite il quale si rendono effettivi gli incantesimi e la follia.

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Nessuno strumento ha causato così tante sofferenze, così tante guerre e così tanto dolore. Nessun altro materiale è stato associato a maledizioni tanto numerose. Nessun altro oggetto si è dimostrato materiale tanto pessimo per garantirsi moneta ‘legale’ in relazione all’inconfutabile prova legata al suo utilizzo ad opera di banchieri e mercanti per defraudare, usurpare e far collassare imperi. Eppure, nonostante tutti questi precedenti, incluse le più numerose raccomandazioni ad esso dedicate nelle scritture rispetto a qualunque altro materiale, e ciò con riferimento a più fedi di qualunque altra sostanza, l’oro resta un materiale adorato da centinaia di milioni di persone, soprattutto Cristiani, in assoluta contraddizione e in spregio della loro stessa fede.

Nonostante la sua adorazione, nonostante l’inconfutabile prova storica relativa al pericolo da esso rappresentato, coloro che promuovono l’utilizzo dell’oro, soprattutto come moneta ‘legale’, raramente considerano quella che è stata la sua vera storia, il suo quasi esclusivo ‘possessore’, ed il suo principale lascito nel corso di duemila anni, quale devastatore di culture, e portatore di maledizioni e disgrazie ai danni di coloro i quali da quest’ultimo sono stati incantati. E’ per questa ragione che noi investigheremo la maniera in cui un simile strumento abbia acquisito un potere materiale e simbolico tanto maligno.

LE ORIGINI RELIGIOSE DELL’ORO

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Nonostante tale fatto sia stato cancellato dai libri di storia, le prime miniere d’oro di cui si abbia testimonianza e i primi lavori orafi di carattere artigianale si svilupparono in Irlanda – la fonte di gran parte dell’oro nella fase iniziale e centrale dell’Età del Bronzo. L’Irlanda e soprattutto la prima classe sacerdotale della Civiltà Occidentale, i Cuilliaèan o ‘Holly’ (agrifoglio, I-LEX, holy=sacro), che rappresentano inoltre la fonte e la matrice stessa dell’originario utilizzo in senso religioso dell’oro.

Dato che i Cuilliaèan (Classe Sacerdotale Druidica) esportarono le conoscenze relative al mondo spirituale fino ai più sperduti angoli del mondo a partire dal V secolo AC in avanti, alla stessa maniera anche i loro artefatti in oro vennero considerati come depositari di poteri sovrannaturali. Uno dei più sublimi esempi di lavoro orafo spirituale ad opera dei Cuilliaèan, ancora preservato, è rappresentato dai cappelli da ‘Mago’ (Wizard) o da Vizir (uno di questi è conosciuto come il Cappello d’Oro di Berlino – Berlin Gold Hat) sul quale erano riportate le fasi lunari in estremo dettaglio oltre ad informazioni di carattere astronomico.

LE ORIGINI DELLE MALEDIZIONI ASSOCIATE ALL’ORO

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Ai tempi dei Re Hyksos dell’Egitto, esiliati dalla loro un tempo riconquistata Ebla e loro stessi connessi tanto all’Irlanda quanto all’antico lignaggio dei Re-Sacerdoti di Ebla, l’oro come mediatore di carattere sacro assunse un’importanza ancora maggiore. Tuttavia, successivamente all’avvenuta sconfitta dell’ultimo Faraone assoluto Hyksos Akhenaten ad opera dei pirati delle paludi del Delta del Nilo, i Menes, questi ultimi presero il potere come la dinastia dei Ramsete e diedero il via ad una progressiva dissipazione ed all’abuso delle enormi ricchezze dell’Egitto, determinando ulteriori difficoltà e danni economici.

Seti, il figlio di Ramsete I, fu protagonista della cattura delle più importanti famiglie che in precedenza dominavano la corte di Akhenaten da Ugarit, e agì per riportarle in Egitto in schiavitù e più non come membri di livello elevato della corte. In ogni caso, ai tempi di Ramsete II, a partire dal 1260 AC, questi esseri ‘sovrannaturali’ che erano sopravvissuti alle piaghe d’Egitto furono obbligati a rubare dalle tombe dei loro precedenti signori, profanando i loro stessi antenati per fondere lo splendido oro degli Hyksos e pagare le stravaganze dei pirati Menes.

Quindi, la maledizione dell’oro cominciò con migliaia di piccoli ‘lingotti’ (bars) che furono coniati come la prima ‘moneta legale’, tutti intrisi di migliaia di maledizioni associate alla profanazione dei Cuilliaèan (Sacri-Holy) Re Hyksos. Da questo punto in avanti, i seguaci di Akhenaten, con la denominazione di Mosè, divennero noti come gli Israeliti o gli ‘impuri/maledetti’.

L’ADORAZIONE DELL’ORO COME UN VERO E PROPRIO DIO

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A partire dalla progressiva infusione di milioni di maledizioni nell’oro utilizzato come strumento di ‘moneta legale’ ad opera dei pirati Menes di Ramsete, i quali ordinarono agli Israeliti di ‘fondere’ letteralmente la storia degli Hyksos, tre gruppi avevano assunto il dominio e il controllo dell’oro, ed uno soltanto tra questi si era effettivamente reso immune dalla maledizione dell’oro – i Cuilliaèan; mentre gli altri due gruppi erano costituiti dagli Israeliti e dai pirati che infestavano le paludi, ovvero i Menes (più tardi noti come MenesHeh – Manasse – tra i cui discendenti sono da annoverare i Kazari, i Veneziani, gli Askenaziti, i Sionisti).

Durante la cattività, ai tempi dei Faraoni pirati della dinastia dei Ramsete, gli Israeliti furono il primo gruppo che diede il via all’adorazione dell’oro come propria divinità, nella forma del ‘vitello d’oro’ in aperto rigetto di Yah e del Divino Creatore. Il vitello fu più tardi adottato come falso dio dai MenesHeh stessi.

Tale aperto rigetto in opposizione diretta al Divino Creatore – una sorta di maledizione invertita proclamata contro tutte le creazioni del Divino – trova il suo equivalente moderno nella ‘G’ della Massoneria, e nel più elevato riconoscimento, per coloro che hanno ottenuto lo status di illuminazione, di ‘Gewe’ che la G simboleggia con riferimento al dio dell’oro in qualità di maledizione e di odio viscerale nei confronti del Divino, del mondo e dell’armonia.

L’adorazione della G nella sua qualità di Simbolo Aureo della Massoneria, che rappresenta inoltre l’incarnazione stessa del Vitello d’Oro, è anche all’origine del Parassitismo (monetario) – una malattia mentale perpetuata tramite il manuale della malattia mentale, noto come Talmud, che continua ad infettare il mondo oggi e che spinge tramite incantesimi gli adoratori dell’oro a distruggere il mondo piuttosto che a salvarlo, a sacrificare le loro stesse famiglie per il loro ‘dio’ terreno.

L’ORIGINE DELLA “MONETA LEGALE” E IL DISTRUTTORE DEGLI IMPERI

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Sebbene l’utilizzo dell’oro come valuta e veicolo di ricchezza risalga al tempo dei pirati Menes delle paludi, e quindi ai Faraoni Ramsete d’Egitto, la produzione di oro – e qualsiasi sua associazione con il concetto fittizio di debito – era sempre stata considerata pubblica fino agli eventi che ebbero luogo a Roma tra il 60 e il 62 AC. In effetti, le città stato della Grecia e numerose altre civiltà avevano coniato ed utilizzato monete d’oro come valuta per centinaia di anni in precedenza, lo stesso accadeva per le città della Lidia, senza che ciò causasse depressione economica. Il mutamento di prospettiva in termini storici è rappresentato da ciò che si verificò tra il 60 e il 62 AC a Roma, quando Giulio Cesare tentò di ‘acquistare’ il controllo dell’Impero Romano grazie all’appoggio dei pirati Menes, ormai mercanti e banchieri, che controllavano il tempio di Giunone. In cambio della ‘privatizzazione’ dell’emissione della moneta per conto di Roma, con il passaggio da un conio fondato su ‘metalli vili’ a quello fondato sull’oro, e in cambio della garanzia a favore di questi ultimi legata ad una loro esclusiva e perpetua produzione di moneta, essi furono d’accordo nel finanziare le sue campagne.

Quindi, in effetti, la fase che va dal 60 al 62 AC rappresenta il ‘punto zero’ nell’ottica della creazione di una moneta legale ad opera dei banchieri e mercanti Menes tramite l’acquisizione del controllo di quella che era stata l’emissione pubblica della moneta che veniva ora privatizzata, utilizzando l’oro come incantesimo e illusione. In appena due anni, l’intero Impero Romano fu soggetto ad una grave crisi finanziaria che portò alla guerra civile. Quindi, con la creazione della ‘moneta legale’ – grazie alla possibilità concessa ad una classe di pirati, storicamente privi di coscienza, etica o credo religioso, di controllare la moneta, servendosi dell’oro – l’Impero fu messo progressivamente in ginocchio. Il Tempio di Giunone fu denominato Tempio di Giunone Moneta, ed è all’origine del termine stesso ‘Moneta’ (Money).

L’utilizzo dell’oro come espediente per guadagnare successivamente il controllo e la privatizzazione dell’emissione della moneta è stato nel tempo consolidato da queste medesime famiglie, e da coloro che a queste sono succedute, ovvero i Kazari/Veneziani/Askenaziti (Nazi – Nasi), ed ha visto innumerevoli imperi imporsi e decadere, a partire da quello Spagnolo, per passare poi a quello Tedesco, Francese, Inglese, ed ora, molto presto, all’Impero Americano della Pax Americana, a partire dal 2011/2012 (se i loro piani non verranno contrastati).

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Negli ultimi 300 anni, coloro i quali controllano gran parte dell’oro hanno avviato due specifiche campagne – eliminare la possibilità che privati cittadini possano detenere oro, e rimuovere la possibilità di mantenere riserve pubbliche di oro per eliminare un potenziale fattore di competizione. L’oro è stato quindi ritirato dopo un certo tempo, rimpiazzato da garanzie, e da garanzie fondate sull’elemento cartaceo, fino a vere e proprie valute cartacee. Non appena il debito è divenuto ingestibile, l’oro ha fatto a quel punto il suo ritorno con una funzione diversa, ed è stata utilizzata la povera classe intellettuale e quella della ‘verità e dell’illuminazione’ per promuovere la sua nuova forma di validità.

Questo è esattamente il piano che è stato perseguito dai discendenti dei pirati di mare Menes e dai pirati di terra Kazari ai nostri giorni, nella loro qualità di banchieri e mercanti. I più decisi sostenitori della ‘moneta legale’ oggi non sono rappresentati dalla classe impegnata nel mondo degli affari, da storici o da politici, ma dal movimento che si batte per la verità (truth movement), inopinatamente manipolato dai banchieri come lo è stato sistematicamente ogni 70 anni, come se si trattasse di un orologio, negli anni ’30 del Novecento a livello globale, negli anni ’60 dell’Ottocento in America, negli anni ’90 del Settecento in Francia, e negli anni ’20 del Settecento a Amsterdam e in Germania.

Nonostante il fatto che le famiglie parassitarie di banchieri/mercanti abbiano utilizzato il trucco dell’oro ‘moneta legale’ ripetutamente, e nonostante la questione legata alle prove schiaccianti riferite al fatto che tale accettazione tende semplicemente a rafforzare il loro controllo sui commerci, il movimento che si batte per la verità (truth movement) ai nostri giorni è completamente ipnotizzato, male informato e stregato esattamente come lo è stato in ogni altra occasione sin dai giorni dell’Impero Romano e di Giulio Cesare – di qui il maledetto potere dell’oro.

L’ORIGINE DELL’ORO COME PRIGIONE DELLE “ANIME SALVATE”

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Il 14 Marzo del 1543, i Veneziani completarono la progressiva transizione dalla struttura di potere del Culto Romano alla loro nuova chiesa ed al loro nuovo strumento di potere, la Compagnia di Gesù (Gesuiti), assicurandosi quindi che nè i Medici, nè i loro arci-rivali delle famiglie parassitarie di Genova potessero riguadagnare nuovamente per sè un potere effettivo. Il nuovo sito per tale apparato del Vaticano sarebbe stato la Sacra Rota, la Sacra Cancelleria, mentre il Tesoro e la Sacra Penitenzieria sarebbe stata Londra, in qualità di Tempio della Nuova Gerusalemme, e più tardi gli Stati Uniti, come estensione di tale Tempio.

Nel corso di tale fase, ai Gesuiti fu garantito un ‘diritto’ esclusivo di cui mai si era sentito parlare prima, il concetto legato al riscatto di queste anime ‘perdute’ per la (Santa) Sede (Seggio di San Pietro, Santa Sede, Holy See, See=Sea, Mare) servendosi del concetto di Salvezza, utilizzando Banche e Tribunali (Corti di Giustizia) come parte del loro apparato – e quindi l’assoluta commercializzazione del peccato.

Quale elemento, allora, i Gesuiti considerarono fosse il più adeguato collaterale rispetto alla carne in termini di garanzia e di rendimento riferito a tale nuovo genere di cambiali? A tutti gli effetti, si trattò dell’anima. Ma dove esattamente qualcuno può collocare qualcosa di etereo una volta riscattato, e all’interno di quale strumento tangibile? La risposta era nei Lingotti d’Oro (Gold Bars), ovvero l’origine stessa della denominazione ‘Bar Associations’, le ‘mietitrici di anime’.

‘Bar’ (lingotto, barra) significa ‘barra o bastone di ferro utilizzato per rendere più sicura una porta o un ingresso’. Significa anche ‘regnare con un bastone di ferro (il pugno di ferro)’. Quindi, a questo punto, i Gesuiti controllavano la Sacra Penitenzieria all’interno della quale erano collocati i beni di maggiore valore rispetto a tutti gli altri, le anime dannate all’interno di Lingotti d’Oro (Bars of Gold).

Naturalmente, tali affermazioni potrebbero essere facilmente rigettate quali folli teorie cospiratorie e a sfondo satanico prive di fondamento. Eppure l’oro è rimasto in qualche maniera la base sottostante tutto ciò che si definisce ‘moneta legale’ sin da quel tempo, ripresentandosi sulla scena approssimativamente ogni 70 anni, promosso dal movimento che si batte per la verità (truth movement) e dai patrioti di quel tempo specifico, a loro eterno disappunto successivamente al fatto compiuto.

In ogni caso, una decisa prova di carattere simbolico esiste in riferimento al fatto che il requisito obbligatorio per cui un lingotto d’oro debba essere puro al 999,9 in termini percentuali derivi in realtà dal 666, che rappresenta appunto la cifra che si ottiene dal capovolgimento del 999,9. Di nuovo, tale argomentazione potrebbe essere definita una pura congettura. Eppure ciò che non può essere contestato è che l’oro, in qualità di moneta legale, viene definito, in termini che sono i più assoluti possibili all’interno della Bibbia, ed in altri testi, come un abominio, come un falso idolo – eppure è assolutamente supportato e promosso da personaggi che reclamano di seguire gli insegnamenti in essa contenuti – un elemento che prova quindi senza tema di smentita i poteri sovrannaturali associabili a tale strumento di dannazione.

QUANTO ORO E’ STATO MAI ESTRATTO?

Potrebbe sorprendervi, o forse no, sapere come non vi sia accordo unanime in relazione ad esattamente quanto oro sia mai stato estratto, e neppure su quello che in realtà esiste, nè su chi sia a ‘possederlo’ con riferimento all’intero pianeta Terra. Sappiamo che le riserve d’oro ufficiali (pubbliche) ammontino a 30.000 tonnellate di Oro, la singola e più grande struttura preposta al deposito di oro è rappresentata dalla Federal Reserve di New York con circa 5.000 in riserve d’oro ufficiali (pubbliche).

Ci sono poi riserve d’oro private, non dichiarate e non incluse nelle stime totali. La stima internazionalmente riconosciuta operata dalla Barclays Bank ammette come vi siano tra le 24.000 e le 26.000 tonnellate che sono immagazzinate in strutture di deposito private e che circa l’80% dell’oro nel tempo estratto esista in forma di lingotti. Di conseguenza loro stimano che l’oro estratto nel suo complesso ammonti a sole 70.000 tonnellate.

In ogni caso, l’internazionalmente riconosciuto US Geological Survey Department, così come le pubblicazioni relative alla storia delle estrazioni stimano la produzione totale globale di oro, dal 1900 al 2006, in 128.075 tonnellate, per cui la cifra sarebbe di oltre 58.000 tonnellate più elevata, semplicemente nel corso dell’ultimo secolo, rispetto al totale stimato dalla Barclays Bank in qualità di cifra in grado di indicare tutto l’oro che sia mai stato estratto!

Al contrario del settore bancario che sembra sostanzialmente orientato ad abbassare tali stime, l’industria di estrazione sostiene che il totale dell’oro prodotto sia prossimo ad una cifra oscillante tra le 140.000 e le 150.000 tonnellate.

Comunque, se noi prendessimo in considerazione tanto le misurazioni accurate sull’effettiva produzione, quanto i dati storici, a partire dal 1600 fino ai nostri giorni, sarebbero oltre 150.000 tonnellate quelle che sono state prodotte, ciò ad indicare quanto anche l’apparentemente ‘elevata’ cifra di 150.000 tonnellate risulti eccessivamente cauta.

Ad esempio, oltre 3.000 tonnellate di oro sono state trafugate dalle civiltà Americane ad opera degli Spagnoli tra il 1492 e il 1600, quantità stimata in oltre il 40% della produzione totale globale relativa a quel periodo. Tra il 1600 e il 1800, i Gesuiti hanno controllato e gestito le enormi miniere di schiavi della Colombia e del Brasile che si stima abbiano prodotto 3 volte la quantità di oro trafugata nel corso dei genocidi perpetrati ai danni delle civiltà Americane.

La stima più accurata, che tiene conto di tutte le documentazioni, di tutti i dati storici, e della storia delle tecniche di estrazione mineraria, e delle diverse aree minerarie, è che una cifra intorno ai 200.143 tonnellate sia la più vicina a quella dell’oro effettivamente mai prodotto/estratto.

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DOMANDA TIPICA ED UTILIZZO DELL’ORO AI NOSTRI GIORNI

La produzione media globale di oro nel corso degli ultimi 10 anni si attesta attualmente intorno alle 2.300/2.500 tonnellate all’anno. Attualmente i tre maggiori produttori di oro nel mondo sono il Sud Africa (24%), l’Australia (16%) e il Canada (8%).

Se facciamo riferimento alla domanda globale media, tale domanda globale si è attestata intorno ad una cifra tra le 3.800 alle 4.000 tonnellate all’anno, delle quali l’81% viene utilizzato nell’ambito del settore della gioielleria, il 10% dal settore industriale ed il 9% in forma di lingotti (settore dell’investimento al dettaglio – retail investment).

Tale consumo più elevato di oro rispetto alla quantità prodotta ha portato alcuni analisti a ritenere che il prezzo dell’oro sia destinato a salire ulteriormente negli anni a venire.

PERCHE’ TALE DISCREPANZA?

E’ difficile ricostruire le ragioni per cui tali massicce ed ovvie discrepanze continuino a sussistere per ridurre deliberatamente la dimensione totale dell’ammontare totale di oro dalle 200.000 e oltre tonnellate, a meno di 70.000 tonnellate.

Una ragione ovvia è quella legata al tentativo di mantenere elevati i prezzi dell’oro. Fino a quando la produzione (offerta) sarà più bassa della domanda, e fino a quando i mercati forniranno una percezione legata ad una quantità di riserve limitata, gli operatori di mercato e i proprietari di oro potranno tranquillamente fare richiesta di prezzi esorbitanti.

Una seconda ragione, più difficile da provare, potrebbe essere rintracciata nell’esistenza di proprietari/possessori di enormi quantitativi d’oro, che si trovano in una posizione finanziaria talmente favorevole da avere tutta l’intenzione di mantenere tali enormi riserve private di oro lontane da qualsiasi possibilità di rendicontazione, per ottenere vantaggi di carattere strategico, politico e finanziario.

I Russi, ad esempio, si ritiene detengano numerose tonnellate di oro in termini di riserve private, che sono impossibili da verificare effettivamente. In ogni caso, quando facciamo riferimento alle stime ufficiali, stiamo parlando, in termini di discrepanza riferita alle stime sull’oro, di una cifra ammontante a circa 50.000 tonnellate (quasi 1000 miliardi di $) che sono semplicemente mancanti e non rendicontate.

1/4 dell’oro del mondo non è che semplicemente scompaia. Coloro che detengono riserve private possono sottrarne una porzione dalla circolazione, ma nel tempo quest’ultima tornerebbe in circolo e potrebbe essere tracciata. E neppure vi sono singoli dittatori in grado di avere il potere o gli apparati necessari per ricorrere a tali pratiche.

LE RISERVE IN ORO DETENUTE DAL VATICANO E DAL LORO PADRONE PARASSITA VENEZIANO

Il maggiore e singolo detentore di lingotti rispetto a qualsiasi altra organizzazione nel corso dei trascorsi 1.000 anni è, ed è sempre stato, il Culto Romano che controlla la Chiesa Cattolica.

La Chiesa Cattolica Romana controlla approssimativamente 60.350 tonnellate d’oro, due volte la dimensione delle riserve ufficiali totali di oro di tutto il mondo, o approssimativamente il 30,2% di tutto l’oro mai estratto/prodotto. A prezzi correnti, è possibile stimare il valore di tali beni che costituiscono il più grande tesoro della storia dell’umanità in oltre 1.245 miliardi di dollari statunitensi ($).

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Ai nostri giorni, la Chiesa Cattolica Romana è tornata a numeri che l’hanno condotta nuovamente ad una posizione dominante nel settore dell’oro di cui non si era testimoni dalla caduta del Sacro Romano Impero (intorno al 1100), fase in cui controllava poco meno del 30% dell’oro complessivamente presente nel mondo.

Per la maggior parte dei trascorsi 1.000 anni, la Chiesa Cattolica ha assunto una posizione dominante che gli ha permesso di controllare i mercati dell’oro a livello mondiale, in relazione al fatto di aver posseduto oltre il 50% di tutto l’oro, ed in una posizione talmente dominante, a partire dal XIV secolo fino a giungere al XVII secolo, da controllare oltre il 60% di tutto l’oro mai estratto.

Tale tesoro nella sua totalità è stato suddiviso tra numerose riserve dichiarate ed altrettanto numerose riserve non dichiarate. Soltanto il 20% delle riserve d’oro totali sono immagazzinate tramite ‘partiti terzi’ in riserve ufficiali, la maggiore riserva dichiarata è rappresentata dalla Federal Reserve Bank, seguita dalle riserve presenti in Italia, Svizzera, Germania e Francia.

Questo è il Tesoro che una volta ancora verrà utilizzato per riguadagnare il controllo del mondo servendosi del ‘mascheramento’ in base al quale ci si orienterebbe a salvare il mondo tramite la ‘moneta legale’ nel 2011/2012, a meno che persone di buona volontà non vengano risvegliate dall’incantesimo lanciato dai banchieri e dal loro oro.


http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8211


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MessaggioInviato: 03/12/2012, 02:53 
Alcune considerazioni...

Il dubbio maggiore che mi viene in mente quando si collega il "culto dell'oro" con la volontà da parte di una specie aliena di usare l'umanità creata ad hoc per estrarlo è:

che bisogno c'era di creare una nuova specie che estraesse oro? Se ci pensiamo bene è un progetto a lunghissimo termine che a regine fornisce una produzione costante, non da certo benefici rapidi in fatto di quantità giusto? Avrebbero potuto estrarlo da un meteorite o da qualunque altro posto nel sistema solare sfruttando gravità inferiori ad esempio. Insomma ci sono modi molto pi semplici che scendere su un pianeta, ibridarsi con una scimmia indigena, insegnarle la manipolazione degli oggetti ed insegnarle l'estrazione e la lavorazione dell'oro, farsi passare per divinità per tenerle sotto il loro giogo per decine di migliaia di anni no?

Se a ciò inseriamo l'evoluzione tecnologica iperbolica dell'uomo, e se noi siamo PARTE DI QUESTI DEI dobbiamo supporre che anche loro abbiano un gradiente di sviluppo altrettanto grande, il piano di estrazione a mezzo homo sapiens mi appare ancora meno produttivo.
E' come se lanciassimo una navicella ora verso Alpha centauri... SE la lanciassimo ora probabilmente arriverebbe decine di migliaia di anni DOPO una eventuale navicella lanciata tra 100mila anni (non so se è chiaro il concetto così come lo ho espresso)... Quello che voglio dire è che un progetto dl genere improntato sul lungo termine deve tenere comunque presente della propria velocità di progresso tecnologico che renderebbe obsoleto rapidamente tale piano e obbligherebbe a riorganizzare il tutto da capo...

Aggiungiamoci le considerazioni riguardanti la manipolazione della materia e la produzione industriale di oro "artificiale" di cui siamo capaci e di cui sicuramente una specie tecnologicamente superiore sarebbe capace mi sembra davvero una scelta logisticamente e produttivamente molto infelice...

Questo in teoria...MA se a tale specie non interessava l'oro come risorsa da accumulare per qualche processo industriale ma bensì come risorsa SEMPRE disponibile di cui rifornirsi in maniera costante nel corso dei millenni? Allora questo piano appare più sensato, scegli una colonia ABITABILE vi installi una specie LAVORATRICE e ti assicuri una produzione costante di oro nel tempo, a questo punto la "quantità" passa in secondo piano perché sostituita dalla costanza di estrazione e dalla alta frequenza con cui è possibile rifornirsi, ciò spiegherebbe perché tale oro viene estratto, una parte SCOMPARE un'altra parte va ad oliare il sistema, generando domanda e quindi garantendo una costante presenza dell'offerta.

Non so magari il mio ragionamento è un pò contorto ma è l'unica spiegazione logica e razionale che riesco a darmi partendo dal presupposto che queste SPECIE ALIENE siano venute qui per l'oro.

Il loro arrivo da Marte mi lascia qualche perplessità... Atlanticus quando tu ipotizzi la loro provenienza da lì è perché a tuo avviso tali ANNUNAKI o chi per loro siano una specie autoctona marziana che è andata via da Marte a causa del disfacimento del loro ecosistema e che si è insediata sulla terra prendendo il controllo? Se così fosse ora dove sono? Ed a cosa gli servirebbe l'oro? Solo come mezzo di controllo dell'uomo?

A me sembra più plausibile chetali esseri siano giunti sulla terra "per caso" ed abbiano fatto di necessitò virtù, spartendosi il pianeta e facendo i loro interessi fino a scomparire (o andare via).

Fondamentalmente non possiamo sapere cosa siano venuti a fare, sappiamo solo come hanno agito e da quel che sappiamo dell'oro non è che ne abbiano fatto granché se non usato come mezzo per controllare la nostra civiltà, ma se ci hanno creato loro perché usare l'oro come mezzo di controllo del nostro sviluppo economico e quindi sociale? Che il "mito dell'oro" sia solo una reminiscenza, una piccola parte di una verità molto più ampia che solo conoscendo davvero l'uso che tali esseri ne facevano potremo approfondire. Insomma magari per loro l'utilizzo dell'oro era marginale, a noi appare centrale perché è l'unica loro attività direttamente connessa con l'uomo di cui abbiamo una traccia particolareggiata?



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