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20/10/2012, 22:03

(AGI) Gb: oltre centomila contro austerity a Londra e nel paese

Politica

sabato 20 ottobre 2012 20.56

(AGI) Londra - Oltre 100.000 persone hanno manifestato oggi a Londra contro il programma di austerity varato dal governo del premier David Cameron. Oltre che nella capitale manifestazioni ci sono state a Belfast in Ulster e a Glasgov in Scozia. Da Londra il leader dell'opposizione laburista, Ed Miliband ha accusato Cameron di fare unicamente gli interessi delle elite e dei piu' ricchi. .

Source: AGI Energia

21/10/2012, 10:28

minchia davvero solo noi non facciamo niente [:(]

21/10/2012, 10:42

Solotecnico ha scritto:

minchia davvero solo noi non facciamo niente [:(]

Ed è per questo che in Italia è da trent'anni che andiamo sempre indietro.
Ognuno si crogiola con quel piccolo che ha e si illude di poter sopravvivere,come se fosse in un mondo a parte. [:(]

21/10/2012, 13:42

avete saputo ?
e` morto khamis gheddafi..
quello morto almeno 5 volte..
a detta a dei pacifici manifestanti libici,
gli stessi in siria..
proprio quello..

il bello e` che i giornalisti non fann oalcun
mea-culpa,
non traggono alcuna lezione da cio`..

tanto e` sempre colpa delle autorita`..
loro "riferiscono e basta.."

21/10/2012, 23:01

,,,cmq la faccenda presenta lati non chiari,in un primo momento era stato dichiarato la cattura,successivamente che era morto in combattimento.prob che sia stato eliminato x evitare che in un eventuale processo potesse portare a conoscenza certe amicizie ed intrallazzi del padre con eminenze politiche......[;)]
Ultima modifica di ubatuba il 21/10/2012, 23:02, modificato 1 volta in totale.

22/10/2012, 11:28

CON SARKOZY ..:! [;)]
Sapeva un sacco d'intrallazzi!
Immaginate l'avesse fatto fuori il berlusca? Ci sarebbe l'Italia sotto processo da parte dell'ONU e sommosse di piazza dappertutto! [^]

22/10/2012, 18:37

intanto viene smentita la morte del filgio di gheddafy,ad affermarlo e'Il vice-premier libico, Mustafa Abushagur,saranno almeno 5 volte che la notizia viene comunicata,ed intanto la situazione libica diventa sempre piu' critica.......[:(!]

22/10/2012, 18:58

Libano, contagio siriano
Beirut e Tripoli in fiamme. Scontri ai confini e nel sud
da lettera43

purtroppo la situazione potrebbe precipitare,si spera nel buon senso delle parti x evitare ad un ritorno a passate memorie.................

24/10/2012, 17:52

PARIGI – Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia…la lista potrebbe allungarsi con il nome di un’altro paese africano “Mali”. I comandanti militari di Francia e Stati Uniti hanno tenuto nei giorni scorsi negoziati segreti a Parigi per discutere del piano di spostamento dei droni di sorveglianza francesi dall’Afghanistan al paese africano colpito dalla crisi del Mali.


Secondo l’Associated Press (AP), i negoziati segreti tra i comandanti militari di Stati Uniti e Francia si sono tenuti la settimana scorsa a Parigi ed in questa occasione sarebbe stato raggiunto un accordo per un intervento militare nel paese che inizierebbe con il dispiegamento dei droni da ricognizione grancesi nel paese. Venerdì scorso, anche i leaders africani si sono riuniti nella capitale del Mali, Bamako, per discutere il piano di un intervento militare nel nord, separatosi dal sud sei mesi fa con un colpo di Stato. Ed il 13 Ottobre, infatti, è intervenuto il Consiglio di Sicurezza Onu che ha dato alle nazioni dell’Africa occidentale 45 giorni di tempo per esporre i dettagli di un loro piano per l’intervento in Mali.

Il rapporto di AP parla chiaro: “Francia e Stati Uniti vogliono che l’operazione in Mali sia guidata dalle nazioni africane ma Parigi sta giocando un ruolo sempre maggiore nella questione”.

Un responsabile del Ministero della Difesa francese, coperto dall’anonimato, ha spiegato che la Francia prevede, entro la fine dell’anno, lo spostamento di almeno due dei suoi droni di sorveglianza dall’Afghanistan al Mali. Le autorità americane giunte Lunedì scorso a Parigi per i negoziati con la Francia sulla questione del Mali erano guidati dal vice-Segretario di Stato con delega per l’Africa Johnnie Carson.

Il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki Moon, intanto, ha messo in guardia contro una operazione militari in Mali spiegano che metterebbe a repentaglio la vita di milioni di persone.

Comunque la programmazione della guerra al Consiglio di Sicurezza va avanti e dopo che il massimo organo Onu riceverà dall’ECOWAS, la comunità dei paesi dell’Africa occidentale, consegnerà il piano per l’intervento militare, il Consiglio di Sicurezza procederà probabilmente ad approvare una seconda risoluzione per intervenire nel paese africano.


http://www.stampalibera.com/?p=54651

24/10/2012, 18:09

Solotecnico ha scritto:

minchia davvero solo noi non facciamo niente [:(]



Per chi se lo fosse perso:

24/10/2012, 19:54

zakmck ha scritto:

Solotecnico ha scritto:

minchia davvero solo noi non facciamo niente [:(]



Per chi se lo fosse perso:




Che grande verità...... [:D]

07/12/2012, 00:04

EGITTO - Tensione altissima al Cairo: dopo i sette morti l'esercito
schiera i carri armati davanti la presidenza. La guardia repubblicana
lancia l'ultimatum: dalle 15 manifestazioni proibite.

21/12/2012, 12:48

Comunicato stampa - Le rivolte nel Nord Africa e Medio Oriente non sono effetto della situazione economica globale ma di un intreccio di fattori, in primis la diseguaglianza. E hanno invece causato costi diretti per 75 miliardi di dollari. L’unica soluzione è la modernizzazione politica di questi paesi. A dirlo, il ‘Rapporto sulle economie del Mediterraneo’ dell’Issm-Cnr

economia

Roma, 20 dicembre 2012 - Lo scoppio delle cosiddette primavere arabe non deriva dalla crisi economica globale: i due fenomeni hanno radici diverse. Questa una delle conclusioni del ‘Rapporto sulle economie del Mediterraneo’ curato dall’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Issm-Cnr), giunto quest’anno all’ottava edizione. “Non vi è coincidenza fra le aree della sponda sud-orientale del Mediterraneo in cui le rivolte si sono verificate e gli effetti negativi della crisi economica globale”, chiarisce Paolo Malanima, direttore dell’Issm-Cnr. “Nei paesi dell’Africa settentrionale e del vicino Oriente, infatti, i tassi di crescita, pur ridottisi rispetto agli anni immediatamente precedenti il 2008, sono tuttavia rimasti positivi e superiori al 2 per cento nel 2009 e addirittura al 4 nel 2010. La crisi del debito pubblico riguarda, più i paesi nord-mediterranei, che quelli della riva sud-orientale, e anche l’inflazione, più volte citata come causa delle insurrezioni, in nessuno di questi paesi si è allontanata dalle medie calcolate nell’anno precedente alle rivolte, in Egitto era al 10 per cento, al 4 in Algeria e Tunisia e addirittura inferiore all’1 per cento in Marocco”. Dopo la grave crisi economica dei primi anni ottanta, Tunisia, Algeria ed Egitto hanno avviato riforme economiche e accorciato le distanze dai paesi latini, anche se si è trattato di una crescita basata su turismo, rimesse degli emigrati ed esportazioni energetiche, più che su nuovi settori produttivi.
La ‘primavera araba’ è piuttosto un fenomeno complesso e articolato, le cui cause vanno ricercate in un intreccio di fattori, tra cui il perdurare di sistemi politici che hanno favorito forti discriminazioni fra i cittadini. “Molti paesi del Nord Africa hanno conosciuto nell’ultimo

decennio notevoli progressi economici, di cui però ha beneficiato solo un’esigua minoranza”, precisa il direttore dell’Issm-Cnr, “la forbice poi è particolarmente evidente se ci si sposta dalle zone costiere a quelle interne. Oltre il 10 per cento della popolazione in Libia, Siria ed Egitto ha un reddito pro capite inferiore al 60 per cento del reddito medio, e la disoccupazione si attesta attorno ad un livello del 10 per cento”. Questi dati forniscono senza dubbio un’immagine attendibile del disagio sociale, ragione di fondo delle rivoluzioni arabe.
Non ci sono dubbi, invece, sulla relazione inversa, quella fra trasformazione politica e conseguenze economiche. “Alle economie coinvolte, le rivoluzioni sono costate 75 miliardi di dollari, cioè fra il 15 e il 20 per cento del Pil dei quattro paesi più colpiti dalle rivolte. Inoltre nel breve periodo si prevede un arresto della crescita in Tunisia, un modesto progresso in Egitto e una caduta in Siria e Libia, dove le esportazioni di petrolio sono precipitate del 40 per cento alla fine del 2011. Le situazioni ancora incerte in questi paesi, tuttavia, rendono difficile l’azzardare pronostici, ma occorrerà modernizzare le istituzioni economiche e favorire competitività e dinamismo, indipendentemente dal colore politico o religioso del potere che vi si consoliderà”, conclude Malanima

http://www.lescienze.it/lanci/2012/12/2 ... o-1430720/

25/12/2012, 10:05

Date una bella letta qua .... (La condivido in tutto) : http://cunnetwork.freeforumzone.leonard ... 432430&p=2

25/12/2012, 11:48

Ufologo 555 ha scritto:

Date una bella letta qua .... (La condivido in tutto) : http://cunnetwork.freeforumzone.leonard ... 432430&p=2

Solo ribelli avrebbero interessi a spargere il Gas Nervino.
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