27/09/2012, 20:16
estraterrestre ha scritto:
CONCORDO CON FINI
I MASSIMO FINI
ilfattoquotidiano.it
Non sono per niente d'accordo con l'articolo (*) di Marco Travaglio (22/9) in cui il vicedirettore del Fatto ritiene ingiusto, e quasi obbrobrioso, che il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, rischi di scontare un anno e due mesi di carcere in seguito a una condanna che la Corte d'appello di Milano gli ha inflitto per aver diffamato, su Libero, un giudice tutelare di Torino. Si tratta di una difesa corporativa.
Noi giornalisti siamo una corporazione, attenti, come ogni altra corporazione, a mantenere i nostri privilegi (in oltre sessant'anni di vita repubblicana un solo giornalista, che io ricordi, ha scontato effettivamente il carcere: Giovannino Guareschi che aveva diffamato il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi).
A differenza di Travaglio io considero Sallusti un ottimo professionista, lo stimo come tale e ne sono ricambiato tant'è che più volte, e ancora pochi mesi fa, mi ha proposto di andare a lavorare per i giornali che dirige (ma io non posso, non ho la disinvoltura dei Santoro e dei D'Alema).
Ma qui non è in discussione se Sallusti sia o meno un ottimo collega, sono in gioco questioni di principio come dice lo stesso Travaglio ("ciò che conta è il principio"). E questa volta Travaglio, in genere così lucido e incisivo, si ingarbuglia in un articolo insolitamente faticoso e contorto.
Prima scrive che il carcere dovrebbe essere riservato ai delitti dolosi, poi che "in tutti i Paesi civili nessun giornalista può rischiare in prima battuta il carcere per quello che scrive... neanche se è intenzionalmente diffamatorio". Il diffamato, secondo Travaglio, dovrebbe accontentarsi della rettifica, solo se questa non c'è potrebbe adire le vie legali, penali e civili.
Il fatto è che il nostro Codice penale non fa distinzione fra diffamazione dolosa e colposa e non prevede che la rettifica sia esaustiva. Se la Cassazione confermerà la sentenza della Corte d'appello Sallusti deve andare in carcere, come qualunque altro cittadino che sia nelle sue stesse condizioni. Che la legge debba essere "uguale per tutti" è proprio una battaglia del Fatto, quasi la sua ragione sociale, e non possiamo sconfessarla perché oggi nei guai è un nostro collega, simpatico o antipatico che sia. Noi giornalisti non siamo cittadini speciali, killer con la "licenza di uccidere" come gli agenti della Cia.
Dobbiamo rispondere di ciò che scriviamo. Io, che ho qualche anno più di Travaglio, ho assistito a troppi massacri perpetrati dalla stampa, con conseguenze tragiche, prima che "lorsignori", con Mani Pulite, scoprissero improvvisamente, e del tutto strumentalmente, il "garantismo". Cito, per tutte, la vicenda, del 1969, di Adolfo Meciani, implicato nel "caso Lavorini", che si uccise, innocente, in carcere impiccandosi a un lenzuolo. Un autentico omicidio di stampa. Questo de iure condito come suol dirsi. De iure condendo si possono e si debbono fare delle riforme sulla questione della diffamazione a mezzo stampa.
Massimo Fini
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it
25.09.2012
27/09/2012, 21:23
28/09/2012, 09:29
Angeldark ha scritto:
Renato Farina, ex vicedirettore di Libero, "arruolato" nel Sismi col nome di Betulla, è stato radiato, con 68 voti a favore, 5 astenuti, 2 contrari e 4 schede bianche, dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, in accoglimento della richiesta avanzata dal Procuratore generale della Repubblica di Milano.
Il Procuratore generale aveva argomentato la sua richiesta rilevando che la sospensione di 12 mesi comminata dal Consiglio regionale della Lombardia è "inadeguata rispetto alla gravità della condotta ascritta ed accertata".
Secondo il Procuratore generale "il comportamento di Farina va sanzionato con l'ipotesi prevista dall'art. 55 della legge n. 69/63 che punisce con la radiazione la condotta del giornalista che ha gravemente compromesso la dignità professionale, fino a rendere incompatibile con la dignità stessa la sua permanenza nell'Albo".
La proposta di radiazione avanzata dalla Commissione ricorsi del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti rileva che "il comportamento di Farina resta incompatibile con tutte le norme deontologiche della professione giornalistica ed ha provocato un gravissimo discredito per l'intera categoria. E non solo in relazione alla vicenda Abu Omar e ai rapporti con Pio Pompa. E' Farina che, nelle sue difese, rivela e rivendica un ruolo in una trattativa con Milosevic, ruolo che autorevoli membri del governo dell'epoca negano abbia mai avuto. E' Farina che fa riferimento a suoi rapporti con un servizio ultrasegreto statunitense (una Cia parallela agli ordini diretti di Condoleezza Rice). E' Farina che dichiara ai magistrati di aver accettato dai servizi all'incirca 30 mila euro".
Fonte:http://www.odg.it/content/renato-farina-radiato-dallordine
...
30/11/2012, 14:18
30/11/2012, 16:53
01/12/2012, 13:11
01/12/2012, 14:14
Wolframio ha scritto:
Come nelle dittature. La polizia è entrata in via Gaetano Negri e ha interrotto la riunione dei capi redattori per notificare gli arresti domiciliari a Sallusti e portarlo a casa. Una volta raggiunta la propria abitazione, il direttore ha subito violato gli obblighi domiciliari ed è stato arrestato per evasione: gli agenti lo hanno portato in Questura