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MessaggioInviato: 02/10/2010, 19:12 
Per Nicola Tosi, mi spiace ma ti posso confermare, quello che ho scritto, che poi sulla pietra di bismantova vi siano NOTAM, che non permettano i voli notturni se non alle FFOO o altri, questo lo verifichero', in ogni caso non tutti gli elicotteri che volano di notte di colore scuro sono dei MIB, magari sono solo esercitazioni militari di avvicinamento in ifr notturno, ma probabilmente non serve a spiegarlo, visto che alcuni qui hanno gia la verita' in tasca.


Ciao Diego io non ho mai detto che gli elicotteri di colore scuro sono dei mib, ci mancherebbe, ho sollevato un mio caso personale, documentato, di un intervento da parte di una non ben identificata forza militare, collegando questo ai mib, penso che con questo collegamento si possa evidenziare il fatto che i man in black non sono altro che agenti di un qualche servizio, e non alieni......
Questo è un mio parere...
ciao nicola



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MessaggioInviato: 02/10/2010, 19:49 
Cita:
Diego ha scritto:

quindi concludendo, mi spiace che il mio intervento abbia toccato i sentimenti di qualcuno,forse ho esagerato con l'ironia , ma se permettete i pareri anche se contrastanti devo essere accettati.
Se io non credo a cosa scrive un tente nel forum, e lo dico postandolo, il fatto stesso di essere attaccato e minacciato dai moderatori, solo perche' il mio parere non e' in linea con chi lo scrive o con lo stesso moderatore, mi sembra un atteggiamento poco democratico, e sa molto di senso unico, cioe' "o e' cosi o evita i tuoi commenti".

Grazie quindi per l'attenzione, evitero' in futuro di rispondere a post che non abbiano il mio stesso tipo di pensiero, la unica cosa che lamento, e' che da quando sono iscritto a ufoforum ( che prima non si chiamava cosi), non avevo mai avuto problemi a dare le mie impressioni.



Scusa Diego..... quello che dici non è giusto e non è corretto. Qui dentro ci sono persone che hanno pareri opposti e assolutamente divergenti che CONVIVONO da anni e si CONFRONTANO. Quindi la tua romanzina, se permetti, è davvero fuori luogo. Nessuno qui dentro ha mai affermato, me compreso, che siano i tuoi pensieri a non essere accettati. Sarebbe contro ogni principio democratico che con forza abbiano sempre sostenuto. E ti sfido a dimostrare il contrario. Io ho parlato di "modi" di fare che tra l'altro sono espressamente vietati dal Regolamento del Forum. Se tutti facessero come hai fatto tu ieri sera con keiji, questo non sarebbe un Forum in cui si dibatte di ufologia, ma sarebbe solamente un teatrino dove ognuno sberleffa l'altro e dove ognuno non avrebbe più la possibilità di parlare delle proprie esperienze, strane, o contorte o inverosimili che siano. Ti pregherei quindi di riflettere sulla faccenda "modalità di espressione"....... perchè non credo che tu abbia davvero da insegnare nulla ad altri.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 03/10/2010, 18:08 
Se permetti Diego, io non sono uno dei moderatori, e a volte esprimo delle opinioni del tutto personali. Mi capita di essere criticato, ma non "attaccato" nel senso che qualcuno voglia limitare le mie libere espressioni. Non ho mai pensato che la mia libertà venisse limitata, anche se a volte qualcuno mi ha dato l'impressione di volermi "mettere a tacere" punto e basta. Mai dai moderatori, comunque, ma solo da persone forse troppo impegnate a esprimere se stesse per capire le libere espressioni altrui. Incidenti di percorso, nulla più. Mai pensato dunque che questo forum fosse poco democratico, anche quando le discussioni degeneravano negli insulti e negli attacchi gratuiti, a tal punto che i moderatori erano costretti a bloccare la discussione...
Essere in democrazia significa soprattutto dover accettare la libertà degli altri di criticarti, ma sarebbe opportuno che ognuno evitasse toni sprezzanti o derisori. Sempre. Per quanto assurdo possa sembrare il discorso dell'altro, evitare sempre toni di superiorità, ma limitarsi a spiegare perché non si è disposti ad essere d'accordo.
Di fatto, se mi permetti, io ho notato una cosa: quando qualcuno dice di aver visto qualcosa di strano in cielo o nascosto nel buio della notte, allora tutti ascoltano rispettosamente e al massimo fanno delle critiche rispettose, posate e razionali.
Se per caso uno dice: "credo di aver incontrato un alieno" allora ci deve essere sempre qualcuno che usa toni irridenti, supponenti e sprezzanti (non sto parlando solo di te, sto parlando in generale).
Io vorrei sapere: perché?
Perché finché gli alieni rimangono una vaga ipotesi, sfumata nei cieli, allora si può essere pacati, ma se invece si comincia a dire che si possono incontrare qui, nella vita di tutti i giorni, allora è assurdo e giù grasse risate?
Io personalmente lascio la porta aperta: se qualcuno ha qualcosa da narrare in proposito, la racconti.
Al massimo, si tratterà di una storia non verificabile, ma questo non significa che non sia degna di essere ascoltata.
A suo tempo, avevo proposto di aprire una discussione specifica per le persone che ritengono di avere avuto incontri ravvicinati del terzo tipo, ma il timore di esporre le persone alla pubblica derisione ha impedito questo....
Risultato? Che se mai qualcuno potrà portare una testimonianza in qualche modo verificabile, non lo potrà mai fare, perché avrà paura della derisione e del disprezzo altrui.
Forse non ti sei reso conto di quanto pesanti fossero i tuoi commenti, e quindi tendi a dare la colpa agli altri, magari accusandoli di "antidemocrazia", come se proteggere le persone dalla derisione altrui fosse antidemocratico.... per me invece è un ulteriore modo di proteggere la libertà di espressione di tutti.
Se uno in un consesso si mette a urlare impedendo agli altri di parlare, metterlo a tacere non è antidemocratico, è doveroso. Anche perché quello più antidemocratico si è dimostrato lui.
Tu dirai che in Parlamento tutti sono liberi di scagliarsi gli uni contro gli altri, insultandosi e magari anche picchiandosi.... lasciamo perdere, Diego... non è quella la vera democrazia.
La democrazia, intesa come insieme di regole della libertà individuale e collettiva, è una dottrina, non una istituzione.
La vera democrazia non è solo permettere che la gente dica quello che vuole, ma creare un ambiente in cui chiunque si senta libero di esprimere le proprie idee senza tema di essere preso in giro.
Il che è molto difficile, ma possibile.
Quindi, se non credi alle testimonianze degli incontri con gli alieni, dillo pure, ma senza dire agli altri che perdono tempo... perchè come impiegano il loro tempo, sono solo affari loro... ok?
Spero di non essere stato frainteso, perché questo discorso non lo dico solo a te, ma a tutte le persone che a volte possono dimostrarsi un pochettino intemperanti con le posizioni altrui.....


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MessaggioInviato: 03/10/2010, 20:02 
Cita:
Enkidu ha scritto:

Se permetti Diego, io non sono uno dei moderatori, e a volte esprimo delle opinioni del tutto personali. Mi capita di essere criticato, ma non "attaccato" nel senso che qualcuno voglia limitare le mie libere espressioni. Non ho mai pensato che la mia libertà venisse limitata, anche se a volte qualcuno mi ha dato l'impressione di volermi "mettere a tacere" punto e basta. Mai dai moderatori, comunque, ma solo da persone forse troppo impegnate a esprimere se stesse per capire le libere espressioni altrui. Incidenti di percorso, nulla più. Mai pensato dunque che questo forum fosse poco democratico, anche quando le discussioni degeneravano negli insulti e negli attacchi gratuiti, a tal punto che i moderatori erano costretti a bloccare la discussione...
Essere in democrazia significa soprattutto dover accettare la libertà degli altri di criticarti, ma sarebbe opportuno che ognuno evitasse toni sprezzanti o derisori. Sempre. Per quanto assurdo possa sembrare il discorso dell'altro, evitare sempre toni di superiorità, ma limitarsi a spiegare perché non si è disposti ad essere d'accordo.
Di fatto, se mi permetti, io ho notato una cosa: quando qualcuno dice di aver visto qualcosa di strano in cielo o nascosto nel buio della notte, allora tutti ascoltano rispettosamente e al massimo fanno delle critiche rispettose, posate e razionali.
Se per caso uno dice: "credo di aver incontrato un alieno" allora ci deve essere sempre qualcuno che usa toni irridenti, supponenti e sprezzanti (non sto parlando solo di te, sto parlando in generale).
Io vorrei sapere: perché?
Perché finché gli alieni rimangono una vaga ipotesi, sfumata nei cieli, allora si può essere pacati, ma se invece si comincia a dire che si possono incontrare qui, nella vita di tutti i giorni, allora è assurdo e giù grasse risate?
Io personalmente lascio la porta aperta: se qualcuno ha qualcosa da narrare in proposito, la racconti.
Al massimo, si tratterà di una storia non verificabile, ma questo non significa che non sia degna di essere ascoltata.
A suo tempo, avevo proposto di aprire una discussione specifica per le persone che ritengono di avere avuto incontri ravvicinati del terzo tipo, ma il timore di esporre le persone alla pubblica derisione ha impedito questo....
Risultato? Che se mai qualcuno potrà portare una testimonianza in qualche modo verificabile, non lo potrà mai fare, perché avrà paura della derisione e del disprezzo altrui.
Forse non ti sei reso conto di quanto pesanti fossero i tuoi commenti, e quindi tendi a dare la colpa agli altri, magari accusandoli di "antidemocrazia", come se proteggere le persone dalla derisione altrui fosse antidemocratico.... per me invece è un ulteriore modo di proteggere la libertà di espressione di tutti.
Se uno in un consesso si mette a urlare impedendo agli altri di parlare, metterlo a tacere non è antidemocratico, è doveroso. Anche perché quello più antidemocratico si è dimostrato lui.
Tu dirai che in Parlamento tutti sono liberi di scagliarsi gli uni contro gli altri, insultandosi e magari anche picchiandosi.... lasciamo perdere, Diego... non è quella la vera democrazia.
La democrazia, intesa come insieme di regole della libertà individuale e collettiva, è una dottrina, non una istituzione.
La vera democrazia non è solo permettere che la gente dica quello che vuole, ma creare un ambiente in cui chiunque si senta libero di esprimere le proprie idee senza tema di essere preso in giro.
Il che è molto difficile, ma possibile.
Quindi, se non credi alle testimonianze degli incontri con gli alieni, dillo pure, ma senza dire agli altri che perdono tempo... perchè come impiegano il loro tempo, sono solo affari loro... ok?
Spero di non essere stato frainteso, perché questo discorso non lo dico solo a te, ma a tutte le persone che a volte possono dimostrarsi un pochettino intemperanti con le posizioni altrui.....


Allora per chiarire, ho gia chiesto scusa per la mia ironia, (basta leggere i post precedenti), forse un po' truppo acuta nei confronti di Keiji( ancora mi scuso), io non ho offeso in senso personale lui , ho solo letto cosa aveva scritto, e come in un altro post da me scritto, volevo chiarire alcune lacune, ( i MIB, che assomigliavano a quelli del documentario, etc etc).
Riguardo alla democrazia ho avuto un felicissimo dialogo con alcuni moderatori, e ci siamo chiariti su questo.
Ritengo quindi che ogni post, sucessivo al mio delle scuse sia solo un ricalcare la storia, girando la lama nella ferita.
Se avete cose da dirmi o impressioni sono felicissimo di parlarne in privato, senza dover andare in off-topic.
Con questo non voglio dire che non accetto le tue argomentazioni Endiku, ma mi sembra oramai inutile continuare a parlarne.( comunque ho letto con interesse quello che hai scritto) [;)]

pace e bene [:D]



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« Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori,essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. »


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MessaggioInviato: 03/10/2010, 22:33 
Ottimo. Ognuno ha chiarito. Ora ritorniamo in topic, ok?
Bene [:)]


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MessaggioInviato: 04/10/2010, 00:38 
Grazie Enkidu e grazie Diego.... quando si leggono parole come le vostre, le nostre piccole battaglie giornaliere sembrano davvero avere un senso. Grazie ancora...... [:1]

Scusate gli OT.



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MessaggioInviato: 04/10/2010, 09:08 
Ma in Italia sa sa' dell'esistenza di "presunte" basi segrete???E si sa' se questi MIB sono comparsi in altri casi famosi Italiani??


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MessaggioInviato: 06/10/2010, 11:57 
Segnalo un articolo che ho trovato interessante...




I MISTERIOSI MEN IN BLACK
(di Giacomo Casale)

Fonte:
http://www.usac.it/articoli/casale_men_in_black.htm

Il primo a far entrare di prepotenza nella moderna storia dell’ufologia i misteriosi Men in Black (Uomini in Nero) fu Albert K. Bender, un impiegato di Bridgeport, nel Connecticut, con la passione per la fantascienza, l’occulto e gli UFO che, negli anni cinquanta, venivano indicati in America, quasi in senso spregiativo, con il termine “flying saucers” (tradotto in Italia con dischi volanti) .

Bender nei primi anni cinquanta si fece promotore della fondazione dell’International Flying Saucer Bureau (IFSB), una delle prime associazioni ufologiche d’oltreoceano. I soci dell’IFSB si dedicavano con fervente entusiasmo ad attività che, se oggi possono essere considerate eccentriche, negli anni '50 erano ritenute addirittura folli, quali ad esempio l’invio di messaggi telepatici di gruppo agli occupanti degli UFO contenenti l’invito a atterrare pacificamente sulla Terra.

Le idee dell’associazione venivano diffuse attraverso il bollettino Space Review, sul quale erano pubblicate anche le prime inchieste condotte dagli associati sugli avvistamenti di UFO.

Uno dei membri più attivi era Gray Barker, pioniere della moderna ufologia e autore di numerosi scritti sull’argomento.

Nel numero dell’ottobre 1953 apparvero su Space Review due singolari annunci.

Il primo recitava : “ULTIM’ORA. Una fonte che l’IFSB considera molto attendibile ci ha fornito informazioni secondo cui le ricerche sul mistero dei dischi volanti e la sua soluzione si avvicinano alla fase finale. La medesima fonte, che ci ha fornito dati attualmente in nostro possesso, ci ha anche suggerito che non è opportuna, per il modo e per i tempi, la pubblicazione di queste informazioni su Space “Review”. Il secondo annuncio aveva più o meno lo stesso tenore del primo :“IMPORTANTE. Il mistero dei dischi volanti non è più un mistero. La loro origine è nota, ma ogni informazione al riguardo è bloccata da fonte superiore. Vorremmo pubblicare tutta la storia su “Space Review”, ma data la natura di queste informazioni, siamo spiacenti di dire che è consigliabile evitarlo”.

L’annuncio terminava con un inquietante monito rivolto a coloro che conducevano ricerche sugli UFO che venivano esortati ad “essere molto prudenti”.

Di lì a poco Bender sospese la pubblicazione del bollettino e sciolse l’associazione.

Alla richiesta di spiegazioni rivoltagli dalla stampa locale e dai suoi iscritti, egli si limitò a rispondere che era stato visitato da tre uomini vestiti di nero, i quali gli avevano ingiunto di interrompere le sue ricerche sugli UFO. Bender aggiunse, inoltre, che i tre individui lo avevano talmente terrorizzato che per due giorni non era riuscito neppure a toccare cibo.

Nel 1956, Gray Barker pubblicò su questi episodi un libro dal titolo sinistro They Knew Too Much About Flying Saucers (“Sapevano troppo sui dischi volanti”), nel quale sosteneva la tesi che le autorità cospiravano per mettere a tacere gli studiosi che si avvicinavano troppo alla verità sugli UFO.

Solo a seguito di numerosi solleciti, nel 1962 Bender si convinse a dare alle stampe un resoconto sulla sua vicenda e fu proprio Barker, che era intanto divenuto editore di pubblicazioni sugli UFO, a pubblicarlo.

Il libro intitolato Flying Saucers and the Three Men (I dischi volanti e i tre uomini), venne accolto con molta perplessità ed incredulità anche dai suoi amici.

In esso infatti Bender asseriva che i tre uomini che gli avevano fatto visita nel 1953 erano in realtà alieni camuffati (il loro vero aspetto era mostruoso) provenienti da un pianeta di nome Kazik la cui missione era accumulare e raffinare l’acqua del mare, in modo da estrarre un elemento necessario alla sopravvivenza del loro mondo! Raccontò inoltre di essere stato portato fino ad una loro base in Antardide e di essere stato terrorizzato a morte. Nel 1960, gli alieni avevano abbandonato la Terra liberando finalmente Bender dal vincolo del segreto.

Purtroppo il volume di Bender è inedito in Italia. Dico purtroppo, in quanto nella sua storia, pur se a tratti apparentemente assurda, si ravvisano molti elementi interessanti che fanno propendere per la sua sostanziale autenticità.

Quando ad esempio egli descrive il suo primo incontri con gli alieni, ci troviamo innanzi a tutta la fenomenologia delle abduction: sensazione di gelo diffuso nel corpo, OBE (esperienza fuori dal corpo), luci fluttuanti in camera da letto. Sono tutti aspetti che negli anni cinquanta erano ancora sconosciuti al pubblico e che sono emersi solo in epoca più recente grazie ai racconti fatti dai rapiti sotto ipnosi.

Fu quindi grazie a Bender, e soprattutto grazie a Gray Barker che lo aveva sostenuto, che prese corpo il mito di quelli che poco per volta vennero definiti Men in Black (gli Uomini in Nero).

Nel 1956 anche George Adamski, il famoso contattista, raccontò di essere stato avvicinato e minacciato da tre uomini in nero e in seguito sostenne la tesi che questo “gruppo del silenzio” farebbe capo ai Banchieri Internazionali con sede a Zurigo.

Secondo un’altro noto contattista dell’epoca, George Hunt Williamson, «ci sono sempre stati ‘tre uomini’ presenti ad ogni grande evento della storia», il cui fine precipuo era sopprimere chi poteva rivelare verità scomode, al servizio di un fantomatico governo occulto mondiale dominato dai sionisti.

In realtà fin dai primi avvistamenti di UFO si erano avuti episodi relativi a personaggi non meglio identificati che avrebbero intimidito i testimoni.

L’antesignano di questi episodi fu il controverso caso di Maury Island, nello stato di Washington. Il 23 giugno 1947 (esattamente il giorno prima dello storico avvistamento di Kenneth Arnold), la guardia costiera Harold Dahl ed il figlio quindicenne avvistarono sei oggetti volanti non identificati mentre stavano navigando nella baia orientale dell’isola.

Da uno degli oggetti cadde del materiale (“scorie metalliche”) che ustionò il figlio di Dahl e uccise il suo cane, dopodiché i sei velivoli si dileguarono nell’aria.

Dahl era riuscito a fotografare gli oggetti ed a raccogliere parte del materiale caduto sulla sua barca; in seguito si mostrò molto restio a parlare dell’episodio, rivelando di aver avuto numerosi incidenti dopo l’avvistamento degli UFO.
Agli inquirenti che lo interrogarono confidò anche che il giorno dopo l’avvistamento un uomo vestito di nero, che si recò a casa sua a bordo di un’auto nera, lo contattò consigliandogli di dimenticare tutto “per il suo bene e quello della sua famiglia”. L’episodio risulta tanto più sorprendente in quanto Dahl non aveva ancora fatto parola con nessuno dell’accaduto.
Il caso fu investigato anche dall’Army Air Force e l’FBI, e venne ben presto ritenuto un falso per la stessa ritrattazione dei protagonisti (Dahl non ritrovò mai le foto, i frammenti erano semplici scorie minerali, la barca non mostrava danni recenti), anche se resta vivo il sospetto che siano stati costretti a farlo.

Ma numerosi episodi analoghi si ripeterono negli anni successivi, in cui sedicenti agenti o militari interrogarono e intimidirono testimoni di avvistamenti UFO, e talvolta sequestrarono la documentazione in loro possesso. Quello che destò più clamore di tutti ebbe per protagonista un ex-poliziotto, l’ispettore stradale Rex Heflin, autore di una notissima serie di fotografie relative a un disco volante a bassa quota nei pressi di Santa Ana, in California, il 3 agosto 1965.

Heflin raccontò che, dopo la pubblicazione delle sue foto su un giornale locale, ricevette la visita di un ufficiale dei servizi di intelligence del NORAD (il comando strategico della difesa aerea americana), che si fece consegnare i positivi Polaroid di prima generazione.

Quando Heflin chiese al NORAD la restituzione delle sue foto, gli venne risposto che quell’ente non si occupava di UFO. Ma nei primi giorni del 1967 Heflin ricevette una nuova visita: due ufficiali in uniforme dell’USAF scesi da una macchina scura dal cui interno proveniva una strana luce violetta, che lo interrogarono sul suo avvistamento facendogli anche strane domande sul triangolo delle Bermude, con fare misterioso.

Questa volta Heflin si fece dare nome e grado di entrambi gli ufficiali, ma quando chiese informazioni al comando USAF, risultò che entrambi erano del tutto sconosciuti.

Alla fine di gennaio del ’67 il colonnello George Freeman, portavoce del Pentagono per il Progetto Blue Book, ammise infatti in un’intervista che «misteriosi personaggi che indossavano uniformi dell’Aeronautica militare o esibivano documenti identificativi di enti governativi hanno messo a tacere testimoni UFO. Abbiamo controllato un certo numero di questi casi, e questi personaggi non hanno assolutamente nulla a che fare con l’Air Force. […] Presentandosi come ufficiali dell’Air Force o di altri enti pubblici, commettono un reato federale. Indubbiamente ci piacerebbe prenderne uno».

Poche settimane dopo, il primo marzo 1967, il Quartier Generale dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti diramò una circolare per informare tutti i centri di comando dei servizi segreti dell’esistenza di tali impostori che si qualificavano come ufficiali militari per condurre un’attività intimidatoria nei confronti di testimoni UFO, ordinando inoltre che «tutto il personale militare e civile, ed in particolare gli ufficiali delle pubbliche relazioni e quelli che indagano casi UFO, che vengano a sapere di tali storie, devono notificarle immediatamente all’Ufficio Indagini Speciali più vicino» e menzionando proprio (pur senza citarlo espressamente) il caso delle foto sottratte a Heflin.

Ma negli anni ’60 le descrizioni degli Uomini in Nero cominciarono a trasformarsi in qualcosa di molto diverso da quelle di semplici agenti del cover-up governativo. Stando ad alcuni autori, i MIB cominciarono a sembrare piuttosto una parte dello stesso fenomeno UFO, mostrando capacità paranormali e comportamenti inquietanti e irrazionali.

John Keel nel suo libro “ The Mothman Prophecies”, resoconto delle sue indagini condotte in West Virginia nel 1967 sul cosiddetto uomo falena, riporta diversi aneddoti su questi strani personaggi. Riferisce Keel nel suo volume:“ Quando ho cominciato a raccogliere segnalazioni del genere (sui men in black – n.d.a), d’istinto diffidavo di coloro che me ne parlavano. Sembrava una messinscena in grande stile. Ma un po’ per volta mi resi conto che in casi molto lontani gli uni dagli altri emergevano sempre gli stessi dettagli. Minimi dettagli che nessuno aveva mai pubblicato, nemmeno le newletters dei fanatici degli UFO. C’era proprio sotto qualcosa: Alcuni riuscivano a cavarsela senza quasi destare sospetti. Ma quasi sempre c’era un piccolo errore, una svista nell’abbigliamento o nel comportamento, che ai testimoni pareva passare quasi inosservata, ma che per me era come un segnale di allarme. Spesso arrivavano a bordo di vecchie automobili, che tuttavia erano tirate a lustro come se fossero appena uscite dalla fabbrica. Talvolta si presentavano con indosso vestiti fuori moda, o, cosa più inquietante con vestiti che sarebbero venuti di moda solo alcuni anni dopo. Quelli che si presentavano come ufficiali non mostravano alcuna conoscenza delle procedure militari o del gergo più elementare dell’esercito o dell’aviazione. Se uno di loro prendeva di tasca un portafogli o un taccuino, erano nuovi di zecca, mentre di solito hanno portafogli usurati e i taccuini si consumano rapidamente.

Infine, come le fate della tradizione, raccoglievano souvenir dai testimoni, andandosene soddisfatti con una vecchia rivista, una penna o qualche altro piccolo oggetto senza valore.

Ciò che più mi turbava era il fatto che la descrizione di questi misteriosi uomini e donne spesso coincidesse con altre descrizioni: quelle che avevo avuto da coloro che affermavano di avere assistito all’atterraggio di un UFO o che dichiaravano di avere intravisto i piloti, addirittura di avere conversato con loro. Gli alieni avevano visi appuntiti o caratteristiche somatiche somatiche orientali, pelle scura ma non negroidi e dita insolitamente lunghe”.

Bisogna però sottolineare che Keel propende per la spiegazione parafisica degli UFO e delle entità ad essi collegate, MIB compresi. A suo parere tali fenomeni esistono da sempre, pur se si manifestano con caratteristiche diverse a seconda dell’epoca, e provengono da un’altra dimensione che coesiste e si compenetra con la nostra. Tale teoria, per inciso, non spiega il fenomeno degli UFO crashes (incidenti Ufo) e delle basi sotterranee in cui interagiscono militari e varie specie di alieni. Fu proprio Keel, infine, il primo a diffondere l’uso della sigla MIB per indicare i Men in Black, ed il primo a parlare dei “fotografi misteriosi” che abbagliavano i testimoni con misteriosi flash.

Uno dei casi più eclatanti relativi ai MIB si verificò nel 1976 ed ebbe come protagonista principale il dott. Herbert Hopkins, un medico di 58 anni. Egli era stato coinvolto nelle indagini condotte dalla polizia su un caso di presunto rapimento con teletrasporto da parte di un UFO nel Maine. Il suo compito consisteva nel sottoporre a perizia psichiatrica il principale testimone dell’evento per verificarne la credibilità. Un pomeriggio, mentre era solo in casa, ricevette una telefonata da parte di qualcuno che si qualificò come il vice-presidente di un’associazione ufologica del New Jersey, il quale chiese di vederlo per discutere alcuni dettagli del caso in questione. Hopkins accettò di incontrarlo e lo invitò a casa. Si recò sul retro della sua abitazione per accendere le luci del cortile, in modo che il suo ospite potesse parcheggiarvi l’auto, ma non appena aprì la porta notò qualcuno che stava salendo le scale. “Non c’era alcuna automobile”, raccontò in seguito il dott. Hopkins, “e la cosa mi stupì non poco, perché la cabina telefonica più vicina era ad una distanza che certo non poteva essere percorsa a piedi in così poco tempo”.

Comunque il medico accolse il suo ospite senza particolare apprensione. Lo strano individuo indossava un abito nero, con cappello, cravatta e scarpe anch’esse nere che contrastavano con una camicia candida. “Sembrava un impresario di pompe funebri” ebbe a dichiarare in seguito Hopkins. I vestiti erano immacolati senza la minima piegatura; indossava inoltre guanti grigio tortora. Quando l’uomo si tolse il cappello, il dottore notò che era completamente calvo e non aveva neppure ciglia e sopracciglia. La pelle era bianchissima con le labbra di uno strano rosso scarlatto. Nel corso della conversazione Hopkins notò un ulteriore particolare inquietante: l’uomo sembrava avere le labbra ricoperte di rossetto! La discussione fra i due fu alquanto banale ma ad un certo punto del colloquio lo strano ospite invitò il dottore a mostragli una delle due monete che aveva in tasca. Chiedendosi come facesse a conoscere questo particolare, il medicò obbedì, e l’uomo gli disse di tenere la moneta nel palmo della mano e di fissarla intensamente. A poco a poco la moneta sembrò prendere fuoco e così la mano e tutto il resto; quando si riebbe, Hopkins si accorse di avere il palmo vuoto. “Nessuno vedrà mai più quella moneta” disse l’uomo vestito di nero. Il dottore notò che la sua voce pareva stranamente rallentata. Poi si alzò in piedi con fare esitante dicendo: “la mia energia si sta esaurendo. Devo andare. Arrivederci”. Si avvicinò quindi alla porta a passo lento, uscì, discese i gradini ad uno ad uno e si allontanò nel buio. Dopo un po’ dalla finestra Hopkins vide scivolare sulla strada una luce azzurrastra, all’altezza dei fanali di un’automobile ma diversa di colore e molto più intensa.

Più tardi il medico esaminò la strada alla luce di una torcia elettrica e vide al centro della carreggiata delle strane tracce, molto diverse da quelle delle gomme di un’auto: sembrava che una slitta vi fosse stata trascinata sopra per un certo tratto. Il mattino seguente le tracce erano inesplicabilmente scomparse.

La strana vicenda sembrò turbare molto il dott. Hopkins il quale rinunciò alla consulenza sul caso, troncò ogni indagine e cancellò tutti nastri con i colloqui avuti col testimone.

In seguito strani incidenti avvennero in casa del medico: luci e suoni improvvisi, interruzioni del funzionamento degli elettrodomestici, e soprattutto strane interferenze nel telefono. Hopkins pensò che dovesse esserci un collegamento con la visita da lui ricevuta ma non riuscì a capire quale e non vide mai più l’uomo vestito di nero. Naturalmente l’organizzazione ufologica da questi citata risultò inesistente.

Il caso appena descritto è uno dei più particolareggiati ed attendibili sugli uomini in nero, attesa anche la credibilità della persona coinvolta.

In base alle descrizioni dei testimoni possiamo ora tracciare le caratteristiche dei MIB.

Essi comparirebbero senza preavviso, talvolta soli oppure in due, ma tradizionalmente in tre, alle case oppure nei luoghi di lavoro di taluni testimoni UFO e di ufologi o di loro collaboratori. Spesso la visita avviene a brevissima distanza dall’evento ufologico, a volte persino prima che i testimoni avvisino i mass media. Ciò sembra dimostrare che i MIB dispongano di canali riservati di accesso alle informazioni, attraverso i quali conoscono tutti i dettagli dell’accaduto nonché nomi e indirizzi delle persone coinvolte; sembrerebbero inoltre possedere su di loro più informazioni di quanto i normali estranei sarebbero in grado di conoscere.

I MIB vestono di norma abiti scuri irrealisticamente puliti e privi di spiegazzature (il cui tessuto a volte viene descritto dai testimoni come “fibroso” e “simile alla plastica”). Si tratta quasi sempre di uomini anche se rarissimamente è stata segnalata la presenza di una donna.

I loro volti sono spesso definiti “dai lineamenti vagamente stranieri” in genere orientali; in qualche caso si parla esplicitamente di occhi a mandorla. Il colore della pelle è a volte pallido quasi cadaverico, più spesso olivastro o scuro, come per una forte abbronzatura. Hanno un’espressione fissa, non sorridono mai, non mostrano emozioni. I loro movimenti appaiono rigidi ed impacciati. I MIB parlerebbero in modo molto particolare: con tono cantilenante, lamentoso, stranamente rallentato o a scatti. Nel corso del colloquio pongono una serie di domande a volte bizzarre o incoerenti. Si mostrano comunque sempre molto informati sulla persona con cui stanno parlando, e sulle circostanze del suo coinvolgimento nell’evento ufologico. La loro sinistra visita si conclude quasi invariabilmente con la raccomandazione di non parlare a nessuno dell’evento (se si tratta di un testimone) o di interrompere ogni indagine se si tratta di un ricercatore.

Essi inoltre sembrano prediligere l’uso di Cadillac nere o altre grandi berline di colore comunque scuro. Alcuni MIB sono completamente glabri o con i capelli cortissimi, a spazzola, come se stessero ricrescendo dopo essere stati tagliati di recente .

A volte alcuni testimoni hanno descritto un curioso particolare relativo alle scarpe calzate dagli uomini in nero: esse avevano la suola di gomma e insolitamente spessa.

Tale bizzarro dettaglio ricorre anche nel racconto di Valerio Lonzi, l’addotto di nazionalità italiana sul cui caso ha investigato il prof. Corrado Malanga, massima autorità italiana in materia di abduction aliene. Nel corso di uno dei tanti episodi di rapimento che lo hanno visto protagonista suo malgrado, il giovane descrive sotto ipnosi regressiva strani individui “vestiti di nero, con occhiali scuri e scarpe lucide con una suola strana, molto spessa…”. E fu proprio il prof. Malanga a riferirmi, in occasione di un nostro recente incontro, un episodio ricollegabile in qualche modo ai MIB avvenuto in Italia qualche anno fa. Un ricercatore UFO, membro di un noto centro di ricerca, fu avvicinato da un energumeno alto e con i capelli a spazzola il quale gli intimò di desistere da certi atteggiamenti “se teneva alla salute della propria nipotina”; lo strano individuo si allontanò quindi a bordo di una grossa auto recante sulla targa il simbolo dell’ “ambasciata istraeliana”!

Il fenomeno degli Uomini in Nero è stato in genere interpretato in due diversi modi: come l’azione di agenti governativi diretta a far tacere testimoni e ufologi sulla realtà degli UFO, oppure come l’interferenza di creature aliene (extraterrestri o parafisiche) per negare la propria presenza sulla Terra. In realtà, se partiamo dall’assunto che i governi da oltre cinquanta anni occultano la verità sugli UFO e in taluni casi agiscono in combutta con esseri extraterrestri, una ipotesi non esclude necessariamente l’altra.

Secondo lo scrittore e ufologo William Moore i MIB sarebbero membri di una particolare unità dell’Air Force Intelligence attualmente conosciuta come Air Force Special Activities Center (AFSAC), dedita principalmente alla raccolta di human intelligence (informazioni da fonti umane, a complemento di quelle da intercettazioni elettroniche o da materiale stampato). L’unità, che dalla fine degli anni ‘40 ha cambiato svariate volte nome e quartier generale, dal ‘59 alla fine degli anni ‘70 era nota come 1127th Field Activities Group, di stanza a Fort Belvoir, in Virginia, e venne sicuramente coinvolta anche nelle indagini sugli UFO (come risulta da alcuni documenti declassificati e rilasciati negli anni più recenti).

Secondo Moore, loro non avrebbero creato la leggenda dei MIB, ma l’avrebbero sfruttata opportunamente per coprire le loro operazioni. Moore cita lo studioso J. R. Richelson (The U.S. Intelligence Community, Ballinger, Cambridge 1985) che descrive il 1127° come «un reparto strampalato, un mosaico di gruppi speciali… i suoi uomini erano degli impostori nati. Il loro lavoro era far parlare la gente…». Venivano reclutati ladri d’auto, scassinatori, gente dalla parlantina facile, genialoidi, truffatori e impostori, a volte direttamente dalle carceri. La disciplina e l’organizzazione erano secondarie, l’obiettivo era ottenere le informazioni cercate. Il reparto avrebbe partecipato ad alcune delle più difficili operazioni di controspionaggio.

Moore ha ipotizzato che il gruppo abbia semplicemente sfruttato l’idea degli Uomini in Nero, in effetti inventata e promossa da alcuni ufologi come Barker, per riuscire a camuffarsi e ottenere la copertura ideale per ottenere informazioni sugli UFO in maniera che nessuno, tranne la frangia più sensazionalista e paranoica dell’ambiente ufologico, prestasse fede ai racconti dei loro interventi.

Si parla dei MIB anche nella tradizione popolare. Lo studioso americano di folklore Peter Rojcewicz ha rilevato numerose analogie tra gli Uomini in Nero e l’antica figura del Diavolo. Ad esempio, i MIB posseggono una natura molto simile a quella della figura mitologica del Trickster (“l’Ingannatore”, “il Burlone”). Sia la presunta onniscienza dei MIB che le coincidenze nelle loro apparizioni trovano correlazioni anche nel contesto della tradizione diabolica.


Giacomo Casale - indirizzo e-mail forrestal@supereva.it


Fonti :

Stuart Allen – MIB : who are the men in black? - UFO Magazine

Corrado Malanga – Gli UFO nella mente. - Tascabili Bompiani

Toselli-Russo – chi ha paura dell’uomo in nero? Su http://www.ufo.it/testi/mib.htm

John Keel – The Mothman Prophecies - Sonzogno



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MessaggioInviato: 06/10/2010, 14:36 
Dall'articolo postato da THETHIRDEYE...


..."John Keel nel suo libro “ The Mothman Prophecies”, resoconto delle sue indagini condotte in West Virginia nel 1967 sul cosiddetto uomo falena, riporta diversi aneddoti su questi strani personaggi. Riferisce Keel nel suo volume:“ Quando ho cominciato a raccogliere segnalazioni del genere (sui men in black – n.d.a), d’istinto diffidavo di coloro che me ne parlavano. Sembrava una messinscena in grande stile. Ma un po’ per volta mi resi conto che in casi molto lontani gli uni dagli altri emergevano sempre gli stessi dettagli. Minimi dettagli che nessuno aveva mai pubblicato, nemmeno le newletters dei fanatici degli UFO. C’era proprio sotto qualcosa: Alcuni riuscivano a cavarsela senza quasi destare sospetti. Ma quasi sempre c’era un piccolo errore, una svista nell’abbigliamento o nel comportamento, che ai testimoni pareva passare quasi inosservata, ma che per me era come un segnale di allarme. Spesso arrivavano a bordo di vecchie automobili, che tuttavia erano tirate a lustro come se fossero appena uscite dalla fabbrica. Talvolta si presentavano con indosso vestiti fuori moda, o, cosa più inquietante con vestiti che sarebbero venuti di moda solo alcuni anni dopo. Quelli che si presentavano come ufficiali non mostravano alcuna conoscenza delle procedure militari o del gergo più elementare dell’esercito o dell’aviazione. Se uno di loro prendeva di tasca un portafogli o un taccuino, erano nuovi di zecca, mentre di solito hanno portafogli usurati e i taccuini si consumano rapidamente.
Infine, come le fate della tradizione, raccoglievano souvenir dai testimoni, andandosene soddisfatti con una vecchia rivista, una penna o qualche altro piccolo oggetto senza valore."...

...e con strane domande sul censimento (riportato da Keel sui casi della Virginia...)...

...con molta probabilità ai tempi d'oggi non vanno in giro su automobili e vestiti come negli anni 50-60 del 1900...


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...magari si preesentano con auto d'oggi e giubbotti marroni, lungo gli argini di grandi fiumi...


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MessaggioInviato: 06/10/2010, 15:44 
Cita:
H7-25 ha scritto:

...magari si preesentano con auto d'oggi e giubbotti marroni, lungo gli argini di grandi fiumi...

Cosa vuol dire??


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MessaggioInviato: 15/12/2012, 23:42 
La cosa più inquietante, laddove non sia stato solo Keel a rilevarla, sono le domande sul censimento. A tal riguardo chiedo, a chi ne conosce più di me sulla questione, di dare info validate preferibilmente.

Guardando il documentario pubblicato da TTE a inizio 3d e poi l'articolo che ha postato poco fa c'è una domanda che mi sorge spontanea: a che pro farsi raccontare tutto? Davvero è solo l'approccio con cui si avvicinano al malcapitato?

Cerco di spiegare meglio il mio dubbio.
Poniamo che io sia stato testimone di un IR (indipendentemente dal grado) e che a differenza di molti testimoni abbia prove chiare di quanto asserisco. Ricevo dunque la visita di individui dal fare strano, formalmente innaturale, interessati a sapere i fatti di cui sono stato testimone. Senza troppe difficoltà acquisiscono queste info; probabilmente perché la situazione di ricevere una visita da individui eccentrici tali da indurti in soggezione che pongono domande proprio su quel caso ti spiazza e di conseguenza gli vomiti tutti i fatti al primo colpo. Poi fanno domande sul censimento. In ultimo, congedandosi, come il più delle volte sono soliti fare, mi consigliano caldamente di evitare ogni divulgazione del materiale in mio possesso e di parlarne ad alcuno, per il mio bene. Mi salutano, magari portandosi via una penna o una rivista da casa mia.

Le 3 domande più pressanti che mi vengono in mente sono:
1) Chi diavolo sono? (e fin qui ovvietà)
2) A che diavolo gli servono informazioni sul censimento della popolazione? (e qui amici miei, la mente corre e non in posti piacevoli!!!)
3) Perché diavolo s'è portato via una mia penna? (e anche qui la cosa si potrebbe fare pesante...)

E la prima domanda trova una parziale risposta grazie alle supposizioni che si possono fare sulle altre due. Perché gli agenti governativi non ti chiedono dati sulla popolazione (loro le sanno queste cose) se non per fare un controllo definiamolo incrociato estemporaneo per valutare una loro ipotesi...e le ipotesi non sono piacevoli a mio modo di vedere.
Quanto all'oggetto "personale" prelevato, conoscevo un tale che si definiva medium il quale dichiarava candidamente che un oggetto di una persona è un ottimo ponte per arrivare a lei quando e come si vuole...



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MessaggioInviato: 16/12/2012, 02:49 
Cita:
Doc ha scritto:
Quanto all'oggetto "personale" prelevato, conoscevo un tale che si definiva medium il quale dichiarava candidamente che un oggetto di una persona è un ottimo ponte per arrivare a lei quando e come si vuole...

Sì.... pare che gli oggetti personali siano in grado di creare un "ponte" con la persona che li possiede o che li ha posseduti. Ho conosciuto sensitivi in grado di fare questo. E i risultati sono stati a dir poco sorprendenti. Spiegazioni scientifiche? Non credo ce ne siano. Ma le cose dichiarate sulla persona, potevano andar bene per ogni occasione? Neanche per idea...



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MessaggioInviato: 16/12/2012, 03:23 
Cita:
Doc ha scritto:
Le 3 domande più pressanti che mi vengono in mente sono:
1) Chi diavolo sono? (e fin qui ovvietà)
2) A che diavolo gli servono informazioni sul censimento della popolazione? (e qui amici miei, la mente corre e non in posti piacevoli!!!)
3) Perché diavolo s'è portato via una mia penna? (e anche qui la cosa si potrebbe fare pesante...)


Tratto da QUI: http://www.ufoforum.it/topic.asp?rand=7055475&whichpage=23,8&TOPIC_ID=14167#260509

Cita:
Aztlan ha scritto:
MIB nel luogo comune significherà anche "agente governativo che indaga sugli UFO" ma se guardiamo alla casistica, i primi avvistamenti avevano ben poco di umano.

Colorito anomalo, occhi sempre nascosti da occhiali da sole per motivi sconosciuti, la totale ignoranza delle convenzioni più comuni come una stretta di mano.

Nulla di strano che gli originali Men in Black fossero in realtà agenti Loro preposti a ripulire le tracce quando qualcosa va storto.


Poi è probabile che le stesse agenzie che si occupano di queste materie abbiano deciso di imitare gli imitatori

(una umiliante performance in cui solo gli abitanti del pianeta Terra potevano prodursi)

e copiato il loro originale look, per confondersi e confondere.


Se così stanno le cose, di certo loro hanno fatto molti progressi nel confondersi tra noi,

mentre i "nostri" MIB continuano a vestire in quella assurda maniera. Sai come è, le tradizioni.....


Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Doc ha scritto:
Quanto all'oggetto "personale" prelevato, conoscevo un tale che si definiva medium il quale dichiarava candidamente che un oggetto di una persona è un ottimo ponte per arrivare a lei quando e come si vuole...

Sì.... pare che gli oggetti personali siano in grado di creare un "ponte" con la persona che li possiede o che li ha posseduti. Ho conosciuto sensitivi in grado di fare questo. E i risultati sono stati a dir poco sorprendenti. Spiegazioni scientifiche? Non credo ce ne siano. Ma le cose dichiarate sulla persona, potevano andar bene per ogni occasione? Neanche per idea...


Puoi raccontarci queste esperienze o sono troppo personali? [:I]



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MessaggioInviato: 16/12/2012, 05:25 
Il portarsi via oggetti non potrebbe essere una semplice mania ossessivo compulsiva? Insomma a quanto pare i "veri" mib e non quelli del cinema hanno atteggiamenti strani, quasi robotici e quindi potrebbero avere delle turbe latenti dovute al tipo "di lavoro" che fanno o le "esperienze" che hanno vissuto per essere diventati MIB, una sorta di gomito del tennista, una malattia derivante dal tipo di lavoro svolto; e quello del MIB dubito sia un lavoro "tranquillo".

Penso ci siano metodi molto più semplici per "arrivare ad una persona" che portarsi via un suo oggetto per usarlo in sedute medianiche, mia opinione personale; mi piacerebbe capire perché pensate che serva per creare un "ponte" e perché vi sembra l'ipotesi più plausibile o quanto meno la prima che vi viene in mente :)



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