10/12/2012, 17:22
bleffort ha scritto:
Quello che hai detto è quello che propongo io,un Comunismo nel quale potranno esistere i liberi professionisti,però con un tetto limite del loro guadagno,il più andrebbe allo Stato Sociale.
10/12/2012, 20:08
rmnd ha scritto:bleffort ha scritto:
Quello che hai detto è quello che propongo io,un Comunismo nel quale potranno esistere i liberi professionisti,però con un tetto limite del loro guadagno,il più andrebbe allo Stato Sociale.
si certo, il libero professionista è un filantropo. Guadagna mille solo grazie ai suoi meriti e per la sua capacità di fare impresa, ma può tenere per sè solo 100. Tanto vale lavorare per ottenere 100 e non dare una mazza allo stato sociale (=furto di stato).
Anzi, visto che ci pensa mamma (anzi papà) stato a mantenerci tutti quanti, non vale neanche la pena assumersi il rischio d'impresa. Tutti dipendenti ma nessuno che crei impresa e lavoro.
Ma dai ...
10/12/2012, 21:32
bleffort ha scritto:rmnd ha scritto:bleffort ha scritto:
Quello che hai detto è quello che propongo io,un Comunismo nel quale potranno esistere i liberi professionisti,però con un tetto limite del loro guadagno,il più andrebbe allo Stato Sociale.
si certo, il libero professionista è un filantropo. Guadagna mille solo grazie ai suoi meriti e per la sua capacità di fare impresa, ma può tenere per sè solo 100. Tanto vale lavorare per ottenere 100 e non dare una mazza allo stato sociale (=furto di stato).
Anzi, visto che ci pensa mamma (anzi papà) stato a mantenerci tutti quanti, non vale neanche la pena assumersi il rischio d'impresa. Tutti dipendenti ma nessuno che crei impresa e lavoro.
Ma dai ...
Un operaio dell'Italsider,di un cantiere edile,o qualunque operaio che lavora 8 ore al giorno e con i turni,non ha meriti?.
Per quale motivo il libero professionista per essere tale deve per forza avere 5 appartamenti ,la barca di lusso,diverse Ferrari,dieci amanti,e qualche milione di Euro di conto in qualche paradiso fiscale ecc...,non li può bastare avere una sola anche lussuosa abitazione,due sole auto,un discreto conto in Banca che non supera cifre stratosferiche!!.
Per quale motivo il primo si rompe le ossa dalla mattina alla sera deve stringere la cinghia per poter sopravvivere e il secondo deve vivere da Dio??,per caso il suo lavoro non è utile alla società.??
Poi le Industrie devono essere di proprietà dello Stato,semmai,si potrebbero dare in gestione hai privati sotto il controllo sempre dello stesso e i guadagni escludendo la quota Statale sarebbero divisi tra i dirigenti egli operai,in questo modo sarebbero ugualmente invogliati alle innovazioni e alla ricerca.
10/12/2012, 21:54
bleffort ha scritto:rmnd ha scritto:bleffort ha scritto:
Quello che hai detto è quello che propongo io,un Comunismo nel quale potranno esistere i liberi professionisti,però con un tetto limite del loro guadagno,il più andrebbe allo Stato Sociale.
si certo, il libero professionista è un filantropo. Guadagna mille solo grazie ai suoi meriti e per la sua capacità di fare impresa, ma può tenere per sè solo 100. Tanto vale lavorare per ottenere 100 e non dare una mazza allo stato sociale (=furto di stato).
Anzi, visto che ci pensa mamma (anzi papà) stato a mantenerci tutti quanti, non vale neanche la pena assumersi il rischio d'impresa. Tutti dipendenti ma nessuno che crei impresa e lavoro.
Ma dai ...
Un operaio dell'Italsider,di un cantiere edile,o qualunque operaio che lavora 8 ore al giorno e con i turni,non ha meriti?.
Per quale motivo il libero professionista per essere tale deve per forza avere 5 appartamenti ,la barca di lusso,diverse Ferrari,dieci amanti,e qualche milione di Euro di conto in qualche paradiso fiscale ecc...,non li può bastare avere una sola anche lussuosa abitazione,due sole auto,un discreto conto in Banca che non supera cifre stratosferiche!!.
Per quale motivo il primo si rompe le ossa dalla mattina alla sera deve stringere la cinghia per poter sopravvivere e il secondo deve vivere da Dio??,per caso il suo lavoro non è utile alla società.??
Poi le Industrie devono essere di proprietà dello Stato,semmai,si potrebbero dare in gestione hai privati sotto il controllo sempre dello stesso e i guadagni escludendo la quota Statale sarebbero divisi tra i dirigenti egli operai,in questo modo sarebbero ugualmente invogliati alle innovazioni e alla ricerca.
11/12/2012, 00:11
rmnd ha scritto:bleffort ha scritto:rmnd ha scritto:
[quote]bleffort ha scritto:
Quello che hai detto è quello che propongo io,un Comunismo nel quale potranno esistere i liberi professionisti,però con un tetto limite del loro guadagno,il più andrebbe allo Stato Sociale.
si certo, il libero professionista è un filantropo. Guadagna mille solo grazie ai suoi meriti e per la sua capacità di fare impresa, ma può tenere per sè solo 100. Tanto vale lavorare per ottenere 100 e non dare una mazza allo stato sociale (=furto di stato).
Anzi, visto che ci pensa mamma (anzi papà) stato a mantenerci tutti quanti, non vale neanche la pena assumersi il rischio d'impresa. Tutti dipendenti ma nessuno che crei impresa e lavoro.
Ma dai ...
Un operaio dell'Italsider,di un cantiere edile,o qualunque operaio che lavora 8 ore al giorno e con i turni,non ha meriti?.
Per quale motivo il libero professionista per essere tale deve per forza avere 5 appartamenti ,la barca di lusso,diverse Ferrari,dieci amanti,e qualche milione di Euro di conto in qualche paradiso fiscale ecc...,non li può bastare avere una sola anche lussuosa abitazione,due sole auto,un discreto conto in Banca che non supera cifre stratosferiche!!.
Per quale motivo il primo si rompe le ossa dalla mattina alla sera deve stringere la cinghia per poter sopravvivere e il secondo deve vivere da Dio??,per caso il suo lavoro non è utile alla società.??
Poi le Industrie devono essere di proprietà dello Stato,semmai,si potrebbero dare in gestione hai privati sotto il controllo sempre dello stesso e i guadagni escludendo la quota Statale sarebbero divisi tra i dirigenti egli operai,in questo modo sarebbero ugualmente invogliati alle innovazioni e alla ricerca.
11/12/2012, 13:18
11/12/2012, 13:48
Atlanticus81 ha scritto:
Io non penso che la "lotta di classe" che sembra essere emersa nel corso della discussione non sia più da intendere tra operaio e libero professionista o tra operaio e imprenditore.
Ogni figura professionale, ogni funzione è necessaria al buon funzionamento della macchina economica di una nazione...
Ovviamente deve esistere il dovuto equilibrio tra le ricchezze di entrambi di modo che uno non faccia la fame e l'altro abbia 15 appartamenti.
E difatti la funzione di redistribuzione della ricchezza è uno dei compiti principali del sistema fiscale all'interno di un paese, anche se oggi questo principio viene dimenticato, essendo prioritario contenere il rapporto deficit/PIL o rispondere alle esigenze dei mercati internazionali, snaturando di fatto la funzione sociale della tassazione.
La "lotta di classe" oggi dovrebbe configurarsi tra "cittadini" e "politici" dove i primi rivendichino i loro giusti diritti verso una classe politica lontana come non mai dal perseguimento del bene comune e asservita a entità non del proprio paese.
Quante volte abbiamo sentito frasi del tipo:
"dobbiamo salvare l'euro" (e non i cittadini d'europa)
"dobbiamo rispettare gli impegni presi con i nostri partner internazionali" (e non con i cittadini del proprio paese)
Questa non è politica... è servitù.
11/12/2012, 14:14
rmnd ha scritto:
D'accordo sul non fare la fame, ma non capisco perchè uno non possa avere 15 appartamenti se quelli sono il frutto del proprio lavoro d'imprenditore.
14/12/2012, 12:13
14/12/2012, 12:47
18/12/2012, 16:24
19/12/2012, 09:20
[color=blue]Il fisco mi perseguita ma pago l'85% di tasse"
Lettera aperta dell’attore Gérard Depardieu a Jean-Marc Ayrault, il primo ministro francese che l’aveva definito "miserabile"
Pubblichiamo la lettera aperta inviata dall’attore Gérard Depardieu a Jean-Marc Ayrault- il primo ministro francese che l’aveva definito «miserabile» e apparsa sul Journal du Dimanche.
Miserabile, lei ha detto «miserabile»? Com'è miserabile. Sono nato nel 1948, ho cominciato a lavorare quando avevo 14 anni come tipografo, come magazziniere e poi come artista drammatico. Ho sempre pagato le tasse e le imposte, di qualsiasi aliquota e di qualsiasi governo. In nessun momento non ho ottemperato ai miei doveri.
I film storici che ho interpretato, sono la testimonianza del mio amore per la Francia e per la sua storia. Personaggi più illustri di me sono stati esiliati o hanno abbandonato il nostro Paese. Sfortunatamente non ho più nulla da fare qui, ma continuerò ad amare i francesi e il pubblico con cui ho condiviso molte emozioni!
Parto, perché considerate che il successo, la creazione, i talenti, in pratica la differenza, debbano essere sanzionati. Non chiedo approvazione, ma potreste almeno rispettarmi. Tutti coloro che hanno lasciato la Francia, non sono stati insultati come il sottoscritto. Non devo giustificare le ragioni della mia scelta, che sono tante e intime.
Parto dopo aver pagato, nel 2012, l'85% di imposte sul reddito. Ma voglio conservare lo spirito di questa Francia, che era bella e che spero lo resterà. Vi restituisco il mio passaporto e la mia tessera della mutua, di cui non mi sono mai servito. Non abbiamo più la stessa patria, io sono un vero europeo, un cittadino del mondo, come mi ha sempre inculcato mio padre.
Trovo miserabile l'accanimento della giustizia nei confronti di mio figlio Guillaume, giudicato da giudici che l'hanno condannato, quando era ancora un ragazzo, a 3 anni di prigione per 2 grammi di eroina, quando molti altri venivano risparmiati per reati ben più gravi. Non condanno tutti quelli che hanno il colesterolo alto, la pressione alta, il diabete, quelli che bevono troppo alcol o che si addormentano sul loro motorino: sono uno di loro, come i vostri cari media amano sempre ripetere. Non ho mai ammazzato nessuno, non penso di avere dei demeriti, ho pagato 145 milioni di euro di imposte in 45 anni, ho dato lavoro ad 80 persone nelle aziende che sono state create per loro e gestite da loro.
Non sono qui per lamentarmi, né per vantarmi, ma rifiuto il termine «miserabile». Chi siete voi per giudicarmi così, glielo chiedo signor Ayrault, primo ministro del signor Hollande, vi chiedo, chi siete voi? Malgrado i miei eccessi, il mio appetito, il mio amore per la vita, sono un essere libero, signore, e non voglio essere maleducato.[/color]
19/12/2012, 09:44
rmnd ha scritto:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/866811.html
[color=blue]Il fisco mi perseguita ma pago l'85% di tasse"
Lettera aperta dell’attore Gérard Depardieu a Jean-Marc Ayrault, il primo ministro francese che l’aveva definito "miserabile"
Pubblichiamo la lettera aperta inviata dall’attore Gérard Depardieu a Jean-Marc Ayrault- il primo ministro francese che l’aveva definito «miserabile» e apparsa sul Journal du Dimanche.
Miserabile, lei ha detto «miserabile»? Com'è miserabile. Sono nato nel 1948, ho cominciato a lavorare quando avevo 14 anni come tipografo, come magazziniere e poi come artista drammatico. Ho sempre pagato le tasse e le imposte, di qualsiasi aliquota e di qualsiasi governo. In nessun momento non ho ottemperato ai miei doveri.
I film storici che ho interpretato, sono la testimonianza del mio amore per la Francia e per la sua storia. Personaggi più illustri di me sono stati esiliati o hanno abbandonato il nostro Paese. Sfortunatamente non ho più nulla da fare qui, ma continuerò ad amare i francesi e il pubblico con cui ho condiviso molte emozioni!
Parto, perché considerate che il successo, la creazione, i talenti, in pratica la differenza, debbano essere sanzionati. Non chiedo approvazione, ma potreste almeno rispettarmi. Tutti coloro che hanno lasciato la Francia, non sono stati insultati come il sottoscritto. Non devo giustificare le ragioni della mia scelta, che sono tante e intime.
Parto dopo aver pagato, nel 2012, l'85% di imposte sul reddito. Ma voglio conservare lo spirito di questa Francia, che era bella e che spero lo resterà. Vi restituisco il mio passaporto e la mia tessera della mutua, di cui non mi sono mai servito. Non abbiamo più la stessa patria, io sono un vero europeo, un cittadino del mondo, come mi ha sempre inculcato mio padre.
Trovo miserabile l'accanimento della giustizia nei confronti di mio figlio Guillaume, giudicato da giudici che l'hanno condannato, quando era ancora un ragazzo, a 3 anni di prigione per 2 grammi di eroina, quando molti altri venivano risparmiati per reati ben più gravi. Non condanno tutti quelli che hanno il colesterolo alto, la pressione alta, il diabete, quelli che bevono troppo alcol o che si addormentano sul loro motorino: sono uno di loro, come i vostri cari media amano sempre ripetere. Non ho mai ammazzato nessuno, non penso di avere dei demeriti, ho pagato 145 milioni di euro di imposte in 45 anni, ho dato lavoro ad 80 persone nelle aziende che sono state create per loro e gestite da loro.
Non sono qui per lamentarmi, né per vantarmi, ma rifiuto il termine «miserabile». Chi siete voi per giudicarmi così, glielo chiedo signor Ayrault, primo ministro del signor Hollande, vi chiedo, chi siete voi? Malgrado i miei eccessi, il mio appetito, il mio amore per la vita, sono un essere libero, signore, e non voglio essere maleducato.[/color]
28/12/2012, 14:59
09/01/2013, 12:17